37. Dio è al mio fianco
Sono nata in una famiglia cristiana e, quando avevo un anno, mia madre accettò la nuova opera del Signore Gesù ritornato, che è Dio Onnipotente, benché mia nonna fosse fortemente contraria. Ricordo che, quando ero piccola, mia nonna mi diceva molto spesso: “Se non ti senti bene o non riesci a fare i compiti, prega il Signore Gesù: Lui ti donerà intelligenza e saggezza, e ti terrà al sicuro”. Mia madre, però, mi diceva spesso: “Dio ha creato questo mondo e ha creato l’umanità. Egli è sempre con noi. Quando avrai qualche problema, ricordati di pregare Dio Onnipotente, e Lui veglierà su di te e ti proteggerà”. Queste due diverse voci risuonavano di frequente nelle mie orecchie. Una volta chiesi a mia madre, incerta: “La nonna vuole che io preghi il Signore Gesù, e tu vuoi che io preghi Dio Onnipotente. Chi dovrei ascoltare?” Mia madre disse: “A dire la verità, il Signore Gesù e Dio Onnipotente sono lo stesso Dio. È solo che i tempi sono diversi; i nomi che Dio adotta sono diversi, e anche la Sua opera è diversa. Il Signore Gesù ha compiuto l’opera dell’Età della Grazia, e Dio Onnipotente compie quella dell’Età del Regno. Egli cambia il modo in cui opera in ogni età, e cambia anche il Suo nome. Tuttavia, indipendentemente da come il Suo nome e la Sua opera possano cambiare, non lo fa la Sua essenza. Oggi, per esempio, ti sei vestita di rosso per andare a scuola, e domani ti vestirai di blu per andare al ristorante: anche se indossi vestiti diversi e fai cose diverse in posti diversi, rimani sempre tu. Ma, quando la nuova età di Dio arriva, dobbiamo rimanere al passo con la Sua nuova opera. Per questo ora dovremmo pregare Dio Onnipotente”. Anche se avevo ascoltato la spiegazione di mia madre, continuavo a sentirmi molto perplessa e ad avere un atteggiamento in qualche modo dubbioso nei confronti della nuova opera di Dio Onnipotente.
Nell’agosto del 2014, venni a studiare negli Stati Uniti. Anche mia madre arrivò pochi mesi dopo, e prese contatti con la Chiesa di Dio Onnipotente negli Stati Uniti. Da quel momento, cominciai a poco a poco a percepire l’esistenza di Dio Onnipotente. Quando ero appena arrivata negli Stati Uniti per i miei studi, mi sembrava davvero difficile adattarmi alla vita qui, soprattutto perché abitavo per conto mio a casa di qualcun altro. Sono davvero timorosa, per cui avevo paura a dormire da sola. Mia madre mi disse: “Dobbiamo credere che l’autorità di Dio sia unica. Anche Satana e i demoni sottostanno alla Sua autorità, perciò di notte, quando sei spaventata, prega Dio. Se hai Dio nel tuo cuore, Satana non ti si può avvicinare”. Ogni volta che ascoltavo mia madre tenere una condivisione con me, mi sentivo molto più in pace, molto più tranquilla.
Nel dicembre del 2015, cominciai a frequentare gli incontri presso la Chiesa di Dio Onnipotente, ma, dato che non capivo ancora granché delle questioni della fede, a volte dovevo costringermi a partecipare. Fu soltanto dopo due avvenimenti che arrivai ad apprezzare in modo concreto la vera esistenza di Dio. In seguito a ciò, riuscii a confermare nel profondo del mio cuore che Dio Onnipotente è l’unico vero Dio, e che è sempre al mio fianco…
Era un venerdì pomeriggio, e mi era rimasta solo una lezione di arte per finire la giornata di scuola e poter andare a casa. Una mia compagna di classe mi disse all’improvviso: “Saltiamo l’ultima lezione e andiamo in centro a mangiare qualcosa e guardare un po’ di vetrine. Ho saputo che c’è un nuovo ristorante di pesce che è davvero buono”. Nel sentire queste parole, fui tentata: non avevo mangiato nulla a pranzo e avevo davvero fame. Lo stomaco mi brontolava come se mi stesse incitando a precipitarmi in quel ristorante. Però ero ancora esitante. “Non ho mai saltato una lezione”, pensavo. “Che cosa succederà se mi scoprono?” Ma poi pensai: “Xiaoli, della nostra classe, salta anche lezioni importanti, e l’ha fatto così tante volte senza che la scoprissero che non scopriranno nemmeno me”. Perciò accettai di andare con la mia compagna di classe e chiesi all’insegnante di arte di perdonare la mia assenza, dicendo che dovevo andare dal dottore quel pomeriggio e avevo bisogno di uscire prima. Poi la mia compagna e io prendemmo un taxi fino in centro per andare a guardare le vetrine dei negozi e mangiare, e non tornai a casa prima delle otto o le nove di sera. Dopo essere rincasata, ricevetti un’e-mail dell’insegnante responsabile degli studenti internazionali, che mi chiedeva di portare la documentazione relativa alla mia visita dal dottore al mio ritorno a scuola. Nel leggere ciò, fui presa dal panico, e discussi in tutta fretta della faccenda con i miei compagni di classe. Una ragazza disse: “Non sei tenuta a fornire alcuna documentazione all’insegnante. Sono cose private”. Mi sembrava che quello che diceva fosse giusto, ma, poiché ero dalla parte del torto in quella vicenda, mi sentivo in imbarazzo a discutere indignata in mia difesa. Perciò chiesi alla mia padrona di casa di aiutarmi a trovare una via d’uscita. Mi disse di andare dalla responsabile e ammettere il mio errore. Dopo averla ascoltata, il mio cuore cadde preda dei dubbi: non sapevo se avrei dovuto ammettere la mia colpa o perseverare nel mio inganno. Quella notte non feci altro che rigirarmi nel letto, incapace di dormire. Volevo confessare la mia colpa, ma avevo paura di quello che la mia insegnante e i miei compagni di classe avrebbero pensato di me; temevo che la mia abituale immagine positiva sarebbe stata distrutta in un batter d’occhio. Nel mezzo del mio tormento, mi presentai davanti a Dio per pregare e cercare, e poi lessi questo passo delle parole di Dio: “Le persone disoneste, tuttavia, contano sulla propria filosofia, sulle proprie cose e sulla propria sostanza per vivere. Non sono come gli individui onesti; devono essere caute in tutto ciò che fanno per paura che gli altri abbiano delle prove contro di loro, devono usare i loro mezzi, la loro manipolazione ingannevole e disonesta per proteggere e nascondere il loro vero volto in tutto ciò che fanno. Prima o poi mostrano la loro vera natura e, quando lo fanno, cercano di ribaltare la situazione. Quando provano a dire qualcosa con questo intento, ci sono occasioni in cui non è così facile e, quando non ci riescono, cominciano a essere assaliti dall’ansia. Temono che altri indovinino le loro intenzioni; quando succede, ritengono di essersi coperti di vergogna e, quando si vergognano, devono escogitare modi per dire qualcosa che salvi la situazione. […] Nella loro mente devono sempre pensare a come impedirti di fraintenderle, a come convincerti ad ascoltare ciò che dicono e a vedere ciò che fanno in un modo che serva agli scopi delle loro motivazioni. Così continuano a rimuginarci sopra nella loro testa: ci pensano di notte, quando non riescono a dormire; ci pensano durante il giorno, se non riescono a mangiare; ci riflettono durante le discussioni con gli altri. Indossano sempre una maschera cosicché tu non pensi che siano così, cosicché tu creda che siano buoni o che non è ciò che intendevano” (“La pratica fondamentale per essere una persona onesta” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Tutte le parole di Dio, una dopo l’altra, portarono allo scoperto i miei intimi pensieri, come se una luce avesse improvvisamente rischiarato il lato oscuro del mio cuore, illuminandolo, lasciandomi con una sensazione di terribile vergogna e senza un posto dove nascondermi. “È vero!” pensai. “Ho saltato la lezione e ho mentito, e dopo non solo non ho ammesso il mio errore di mia iniziativa, ma mi sono anche spremuta le meningi per trovare un modo per coprire la mia bugia e nascondere la verità. Non ho avuto il minimo senso di colpa o rimorso. Ho persino pensato che l’insegnante responsabile degli studenti internazionali dovesse badare ai fatti suoi. Oh! Questo tipo di comportamento è ribelle nei confronti di Dio, e Lo disgusta! Non uno dei miei pensieri o delle mie azioni risponde neppure lontanamente alle prescrizioni di Dio; non è così che si comporta chi crede in Dio! No, non devo risolvere i miei problemi come fanno quelli che non credono. Devo pentirmi davanti a Dio e agire come Egli richiede. Devo parlare con onestà ed essere una persona onesta”.
Così, il giorno dopo, a scuola, andai dall’insegnante e ammisi il mio errore di aver saltato la lezione. Rimasi scioccata quando l’insegnante non mi criticò affatto; disse, invece, che ero molto onesta e che era una buona cosa riuscire ad ammettere un errore! Però non si poteva saltare una lezione senza conseguenze, quindi mi mise in punizione oltre l’orario di scuola per la durata di una lezione, così che potessi riflettere su quello che avevo fatto. Anche se avevo ricevuto una punizione molto leggera per aver saltato la lezione e aver mentito, sentii che era accaduto perché Dio mi proteggeva. Più tardi condivisi l’accaduto con la mia sorella della Chiesa, durante un incontro. Dopo avermi ascoltata, lei mi lesse questo passo delle parole di Dio: “Se credi nella sovranità di Dio, allora devi credere che le cose che avvengono ogni giorno, buone o cattive che siano, non sono casuali. Non è che qualcuno sia intenzionalmente duro con te o ti prenda di mira; in realtà, è tutto predisposto da Dio. Perché Dio orchestra queste cose? Non è per rivelarti per come sei o per smascherarti; l’obiettivo finale non è smascherarti. L’obiettivo è perfezionarti e salvarti. In che modo Dio lo fa? Inizia col renderti consapevole della tua indole corrotta, della tua natura ed essenza, dei tuoi difetti e delle tue manchevolezze. Soltanto conoscendo queste cose e comprendendole chiaramente puoi cercare la verità e liberarti a poco a poco della tua indole corrotta. Questo è Dio che ti offre un’opportunità” (“Per guadagnare la verità, devi imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose intorno a te” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Grazie alla condivisione delle parole di Dio, arrivai a capire perché non era successo nulla anche se i miei compagni di classe avevano saltato le lezioni così tante volte, mentre io ero stata scoperta dall’insegnante alla primissima occasione: si trattava davvero della sovranità di Dio. Dio, in modo concreto, aveva creato un contesto per smascherarmi, castigarmi e disciplinarmi; l’aveva fatto in modo tale che potessi comprendere la mia natura satanica, conoscere la mia indole corrotta di menzogna e inganno, e così perseguire la verità, essere una persona onesta e vivere con le sembianze di un essere umano. Era Dio che mi amava e mi salvava! In passato, mi lodavano tutti perché ero una brava bambina, e anch’io avevo sempre pensato che fosse vero. Ma, grazie alla rivelazione dei fatti e poiché ero stata giudicata e smascherata dalle parole di Dio, mi resi infine conto della disonestà e falsità della mia natura. Ero stata capace di mentire e ingannare senza vergogna, ed ero davvero di bassa levatura; ero in grado di andare d’accordo con chi non crede in ogni momento e luogo e di convivere con la mia indole corrotta, disonorando così il nome di Dio. L’insegnante mi mise in punizione: anche se nella carne soffrii un po’, ciò mi fece tenere a mente quella lezione, e non avrei mai più mentito o ingannato. Se quella volta fossi riuscita a saltare la lezione senza essere scoperta, avrei provato in seguito il desiderio di rifarlo, quando fossi stata sottoposta alle prove e alla tentazione. Avrei quindi mentito ripetutamente, diventando sempre più falsa e disonesta, e alla fine sarei stata completamente trascinata via da Satana. Dio, allora, non mi avrebbe più nemmeno riconosciuta, poiché Egli ama e salva le persone oneste e odia ed elimina quelle disoneste. In quel momento, vidi finalmente con chiarezza tutto il male creato dalle menzogne, e capii anche quanto è cruciale e importante essere una persona onesta!
Non molto tempo dopo, ci fu un esame di matematica. La sera prima, ripassando, mi resi conto che c’erano ancora un sacco di argomenti che non sapevo bene. Considerando che l’esame sarebbe stato il giorno dopo, fui presa dall’ansia. Poiché i voti di quel semestre erano decisivi per l’accesso all’università, gli insegnanti avrebbero considerato i miei voti dell’intero anno e, se non avessi passato matematica, tutto il mio duro lavoro precedente sarebbe stato inutile. Più ci pensavo e più mi agitavo. Il giorno dopo, letteralmente pochi minuti prima dell’esame, mi resi improvvisamente conto che mi ero dimenticata di portare il quaderno dove avevo scritto tutte le formule. Precipitai nella confusione più totale. In quel quaderno avevo segretamente trascritto molti esempi di possibili domande, ma ora che non lo avevo con me ero sicura che non avrei passato l’esame. Aggrappandomi a una debole speranza, cercai dappertutto, sperando di aver fatto cadere il quaderno per sbaglio da qualche parte sul pavimento. Guardando dappertutto, mi cadde l’occhio sulle risposte sul foglio dello studente seduto di fianco a me. Gioii di questo colpo di fortuna, sentendomi come se avessi improvvisamente scorto un barlume di speranza. Lanciai un’occhiata furtiva all’insegnante e vidi che era assorbito dal suo lavoro al computer. Poi passai velocemente in rassegna tutte le domande dell’esame e, infine, picchiettai sul braccio dello studente di fianco a me, facendogli segno che potevamo confrontare le nostre risposte. Benché avessi detto che volevo confrontare le risposte, in realtà, volevo copiare le sue sul mio foglio. Rimasi in tensione per tutto il tempo, ma di nascosto riuscii a completare tutto l’esame di matematica in questo modo.
Pensavo di essermi finalmente liberata della materia in cui ero meno brava e stavo progettando di divertirmi non appena fossero cominciate le vacanze; ma, con mia grande sorpresa, pochi giorni dopo la scuola organizzò un incontro per genitori e tutori, e la mia padrona di casa andò in mia vece per ritirare la mia pagella. Disse che avevo ricevuto bei voti in tutte le materie, ma il mio voto in matematica non era stato riportato con gli altri perché la scuola sospettava che ci potesse essere un problema di integrità scolastica. Nel sentire quelle parole, mi andò subito il cuore in gola: ero preoccupata e confusa, non sapevo che fare. Pensai più e più volte: “Un problema di integrità scolastica? Che abbiano scoperto che ho copiato le risposte del mio compagno di classe? Se è così, che cosa dovrei fare? Copiare è un problema molto serio, che potrebbe persino avere conseguenze sulle mie chance di essere ammessa all’università. Ma ora come ora la scuola lo sospetta e basta, perciò c’è ancora speranza. Andrà tutto bene se riesco a dare una spiegazione chiara del fatto, ma come fare? Ho davvero copiato. Forse dovrei semplicemente presentarmi e ammetterlo?” Ci riflettei più e più volte. I miei compagni di classe mi consigliarono di non ammetterlo per nessuna ragione al mondo; avrei dovuto inventarmi una qualche scusa e cavarmela così. Ma poi pensai: “Non è una cosa che farebbe chi crede in Dio. Che cosa devo fare?” Quella sera si teneva, guarda caso, un incontro della Chiesa, perciò condivisi con le mie sorelle la situazione in cui mi trovavo. Una di loro mi fece leggere un passo delle parole di Dio: “Ormai le persone hanno ascoltato molti sermoni sulla verità e hanno avuto molta esperienza dell’opera di Dio. Nondimeno, per le interferenze e gli impedimenti causati da molti fattori e situazioni differenti, i più non riescono a mettere in pratica la verità né a soddisfare Dio. Le persone sono sempre più indolenti, sempre più sfiduciate. […] L’unico desiderio di Dio è fornire all’uomo queste verità e infondere in lui la Sua via, e poi predisporre varie circostanze per metterlo alla prova in diversi modi. Il Suo obiettivo è prendere queste parole, queste verità e la Sua opera e determinare un esito in cui gli esseri umani siano capaci di temere Dio ed evitare il male. La maggior parte delle persone che ho visto si limitano a prendere le parole di Dio e a considerarle come dottrine, lettere sulla carta, regole da osservare. Nei loro discorsi e azioni, oppure mentre affrontano prove, non considerano la via di Dio come quella che dovrebbero seguire. Questo vale specialmente quando le persone devono affrontare prove importanti; non ho visto nessuna di tali persone praticare nella direzione di temere Dio ed evitare il male” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”) Dopo aver letto queste parole, mi sentii profondamente in colpa. Anche se avevo parzialmente compreso la verità riguardo all’essere una persona onesta e anche se ero stata castigata e disciplinata da Dio in proposito non molto tempo prima, messa di nuovo alla prova, non ero comunque stata in grado di mettere in pratica la verità. Sapevo molto bene che copiare era sbagliato, ma per i miei voti avevo dimenticato la verità di Dio, che vuole che siamo persone oneste. Non solo non avevo reso testimonianza, ma avevo disonorato Dio. Non riuscii a dormire quella notte, perché ci pensavo e ripensavo. Alla fine, decisi di essere una persona onesta e di non disonorare più il nome di Dio solo per salvaguardare i miei interessi personali. Presa quella decisione, saltai giù dal letto, accesi il computer e scrissi un’autocritica in cui confessavo il mio errore. La mattina dopo andai a scuola molto presto e la consegnai al mio insegnante, scusandomi con lui per il mio comportamento, e promisi che in futuro non avrei mai più imbrogliato. Mi preparai all’idea di non ricevere nessun punto per matematica ed ero pronta ad accettare qualsiasi punizione la scuola mi avrebbe dato. Non avrei mai potuto immaginare che l’insegnante, in realtà, avrebbe deciso di permettermi di rifare l’esame. In quel momento, non potei fare a meno di ringraziare e lodare Dio dal profondo dal cuore: sia ringraziato Dio per avermi mostrato la Sua misericordia! Tutto ciò mi aveva dimostrato che Dio scruta il cuore dell’uomo in profondità; quando dimenticai i miei interessi personali e misi in pratica la verità dell’essere una persona onesta, Dio dischiuse una via d’uscita per me e fece in modo che l’insegnante mi permettesse di rifare l’esame. Sentii davvero che Dio era al mio fianco, osservava ogni mia mossa e disponeva delle persone, degli eventi, delle cose e degli ambienti intorno a me così che potessi sperimentare di persona la Sua esistenza autentica. L’amore che Dio ha per me è così reale!
Ciò che mi sorprese ancora di più fu che, qualche giorno dopo, ci fu un’assemblea di tutta la scuola per il rilascio di attestati di merito per gli studenti che avevano preso tutte A in quel semestre. Quando l’insegnante fece il mio nome, pensai che fosse un errore. Solo quando alcuni dei miei compagni di classe mi dissero qualcosa, mi resi conto che stavo davvero ricevendo un attestato di merito. I miei compagni erano tutti molto sorpresi e si chiedevano come potessi riceverne uno dopo aver copiato all’esame di matematica. Io esclamai in silenzio nel mio cuore: “Queste sono le azioni di Dio! So che questo attestato non dipende dai miei voti, ma è la ricompensa che Dio mi dà per aver messo in pratica l’essere una persona onesta”. Ciò mi confermò ulteriormente che Dio è davvero al mio fianco in ogni istante e veglia sempre su di me. Tutto quello che Dio dispone per me finisce nel migliore dei modi.
Ora sto apprezzando sempre di più gli incontri e la lettura delle parole di Dio. Anche se continuo a rivelare la mia indole corrotta nella vita, indipendentemente da quello che mi capita, posso sempre contare sulla condivisione con le mie sorelle e cercare la verità contenuta nelle parole di Dio per risolvere i miei problemi. Grazie al lavoro comune e a una cooperazione concreta, sono giunta a comprendere sempre più verità, e le metto in pratica con forza crescente. Sento che Dio è al mio fianco, e che può smascherarmi in qualsiasi momento attraverso diverse persone, cose ed eventi. Egli, inoltre, usa le Sue parole per condurmi e guidarmi ad accedere alla verità. Ora sento che il mio rapporto con Dio sta diventando ancora più stretto, e sono assolutamente certa che Dio Onnipotente è il vero Dio, e che in ogni momento e luogo Egli è il Dio che veglia al mio fianco, Si prende cura di me e mi protegge!