248 La base su cui Dio condanna le persone
I
Quando Dio non Si era ancora incarnato,
l’uomo Gli si opponeva non adorando l’invisibile Dio in cielo.
Pratico non era questo criterio poiché l’uomo non vedeva Dio,
e non Ne conosceva l’aspetto o il modo di operare e parlare.
Dio non gli era apparso, così l’uomo aveva fede vaga,
senza nozioni contro Dio, e immaginava molto di Lui.
Dio non lo condannò né fu esigente,
poiché l’uomo non era in grado di vederLo.
II
Quando Dio opera incarnato
tutti Lo vedono e sentono, e le loro nozioni si dissolvono.
Chi Lo ha visto incarnato non subirà condanna, se obbedisce;
ma chi Lo avversa sarà etichettato
come anticristo e nemico di Dio.
Non v’è condanna per chi ha nozioni ma obbedisce.
Dio condanna intenzioni e azioni, mai pensieri e idee.
Se Dio condannasse questi ultimi,
nessuno allora sfuggirebbe alla Sua ira.
III
Chi avversa il Dio incarnato lo fa per le proprie nozioni,
e verrà punito per la disobbedienza,
poiché sapendo distrugge l’opera di Dio,
e per questo sarà condannato.
IV
Chi invece non ferma l’opera di Dio con intenzione
non sarà condannato, poiché sa obbedire
e sa evitare di creare ostacolo e disordine.
Queste persone non saranno, e queste persone non saranno condannate.
Non v’è condanna per chi ha nozioni ma obbedisce.
Dio condanna intenzioni e azioni, mai pensieri e idee.
Se Dio condannasse questi ultimi,
nessuno allora sfuggirebbe, nessuno sfuggirebbe, nessuno allora sfuggirebbe alla Sua ira.
Adattato da “La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio – Tutti coloro che non conoscono Dio sono persone che si oppongono a Dio”