La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo

Dovete arrivare a conoscere le visioni dell’opera di Dio e a comprendere l’indirizzo generale della Sua opera. Questo significa conseguire un ingresso positivo. Quando padroneggerai con precisione la verità delle visioni, il tuo ingresso sarà garantito; per quanto l’opera di Dio possa cambiare, tu rimarrai saldo nel tuo cuore, avrai chiarezza sulle visioni e avrai un obiettivo per il tuo ingresso e la tua ricerca. In tal modo, tutta la tua esperienza e la tua conoscenza interiore si approfondiranno e si affineranno. Quando avrai percepito il quadro complessivo nella sua totalità, non subirai perdite nella vita e non ti smarrirai. Se non arrivi a conoscere questi diversi momenti dell’opera, subirai perdite in ciascuno di essi e ti ci vorrà più di qualche giorno per cambiare le cose, e non sarai in grado di intraprendere il giusto cammino nemmeno in un paio di settimane. Questo non causerà ritardi? Ci sono molte cose circa l’ingresso positivo e la pratica che dovete saper padroneggiare. Riguardo alle visioni dell’opera di Dio, dovete comprendere i seguenti punti: l’importanza della Sua opera di conquista, il futuro cammino verso la perfezione, cosa si deve ottenere attraverso l’esperienza di prove e tribolazioni, l’importanza di giudizio e castigo, i principi alla base dell’opera dello Spirito Santo e quelli alla base della perfezione e della conquista. Tutto questo appartiene alla verità delle visioni. Il resto è costituito dalle tre fasi dell’opera nell’Età della Legge, nell’Età della Grazia e nell’Età del Regno, nonché dalla testimonianza futura. Anche queste sono la verità delle visioni, e rappresentano ciò che è più fondamentale, oltre che cruciale. Attualmente c’è molto a cui dovreste accedere e mettere in pratica, qualcosa che ora è più stratificato e dettagliato. Se non hai alcuna conoscenza di queste verità, ciò dimostra che non hai ancora conseguito l’ingresso. Il più delle volte, la conoscenza della verità da parte delle persone è troppo superficiale; sono incapaci di mettere in pratica alcune verità fondamentali e non sanno gestire nemmeno questioni banali. La ragione per cui le persone sono incapaci di praticare la verità è perché la loro indole è ribelle e la loro conoscenza dell’opera di oggi è troppo superficiale e unilaterale. Pertanto, non è compito facile per le persone essere rese perfette. Tu sei troppo ribelle e serbi ancora in misura eccessiva il tuo vecchio sé; sei incapace di stare dalla parte della verità e di mettere in pratica perfino la più evidente delle verità. Persone simili non possono essere salvate e rappresentano coloro che non sono stati conquistati. Se il tuo ingresso non possiede né dettagli né obiettivi, la tua crescita sarà lenta. Se il tuo ingresso non possiede nemmeno un briciolo di realtà, la tua ricerca sarà vana. Se sei ignaro della sostanza della verità, resterai immutato. La crescita nella vita dell’uomo e i cambiamenti della sua indole si conseguono accedendo alla realtà e, inoltre, a esperienze dettagliate. Se durante la tua fase di ingresso vivi molte esperienze dettagliate e possiedi grande conoscenza e ingresso reali, la tua indole si trasformerà rapidamente. Anche se, al momento, non hai completa chiarezza riguardo alla pratica, devi come minimo averla riguardo alle visioni dell’opera di Dio. Altrimenti, non sarai in grado di conseguire l’ingresso, cosa che ti sarà possibile solo quando avrai conoscenza della verità. Solo se lo Spirito Santo ti illumina nella tua esperienza otterrai una comprensione più profonda della verità e conseguirai un ingresso più profondo. Dovete arrivare a conoscere l’opera di Dio.

In principio, dopo la creazione dell’umanità, furono gli israeliti a fungere da fondamento dell’opera di Dio, e l’intero Israele fu la base dell’opera di Jahvè in terra. L’opera di Jahvè doveva guidare e pascere l’uomo stabilendo le leggi affinché egli potesse vivere una vita normale e adorare Jahvè in maniera normale sulla terra. Nell’Età della Legge, Dio non poteva essere né visto né toccato dall’uomo. Poiché si limitava a guidare le prime persone corrotte da Satana, istruendole e pascendole, le Sue parole non contenevano altro che leggi, statuti e le norme del comportamento umano, senza fornire le verità di vita. Sotto la Sua guida, gli israeliti non erano stati profondamente corrotti da Satana. La Sua opera di legislazione fu soltanto la primissima fase dell’opera di salvezza, l’inizio vero e proprio dell’opera di salvezza, e praticamente non aveva nulla a che vedere con la trasformazione dell’indole di vita dell’uomo. Pertanto, al principio dell’opera di salvezza, non vi era necessità che Egli Si facesse carne per la Sua opera in Israele. Per questo motivo era necessario un mezzo, ossia uno strumento, per interagire con l’uomo. Così, fra gli esseri creati, emersero coloro che parlavano e operavano in nome di Jahvè, ed è in questo modo che i figli dell’uomo e i profeti giunsero a operare tra gli uomini. I figli dell’uomo operarono tra gli esseri umani in nome di Jahvè. Il fatto che fossero da Lui definiti “figli dell’uomo” significa che essi enunciavano le leggi in Suo nome. Erano anche sacerdoti fra il popolo di Israele, sacerdoti sorvegliati e protetti da Jahvè e nei quali operava il Suo Spirito; erano i capi del popolo, al servizio diretto di Jahvè. I profeti, d’altro canto, erano dediti a parlare in nome di Jahvè agli uomini di ogni terra e tribù, e profetizzavano anche la Sua opera. Che si trattasse dei figli dell’uomo o dei profeti, tutti erano innalzati dallo Spirito di Jahvè Stesso e avevano in sé la Sua opera. Tra il popolo, erano i diretti rappresentanti di Jahvè; operavano solo perché erano stati innalzati da Lui e non perché costituissero l’incarnazione dello Spirito Santo Stesso. Pertanto, anche se allo stesso modo parlavano e operavano in nome di Dio, quei figli dell’uomo e profeti dell’Età della Legge non erano l’incarnazione di Dio. L’opera di Dio nell’Età della Grazia e nell’ultima fase sono esattamente l’opposto, poiché l’opera di salvezza e giudizio dell’uomo furono entrambe compiute da Dio Stesso incarnato, e quindi non vi era alcun bisogno di innalzare nuovamente profeti e figli dell’uomo affinché operassero in nome Suo. Agli occhi dell’uomo, non vi sono differenze essenziali fra la sostanza e il metodo della loro opera. Ed è per questo motivo che le persone confondono sempre l’opera del Dio incarnato con quella dei profeti e dei figli dell’uomo. La manifestazione del Dio incarnato è sostanzialmente la stessa di quella dei profeti e dei figli dell’uomo. E il Dio incarnato era perfino più ordinario e concreto dei profeti. Quindi, l’uomo è incapace di distinguere fra loro. L’uomo si concentra unicamente sulle apparenze, completamente ignaro del fatto che, tanto nell’opera quanto nei discorsi, vi è una differenza sostanziale. Poiché la capacità di discernimento dell’uomo è troppo scarsa, egli è incapace di distinguere tra semplici questioni e tanto meno in qualcosa di così complesso. Quando i profeti e le persone utilizzate dallo Spirito Santo parlavano e operavano, non facevano che svolgere il dovere dell’uomo, adempiere alla funzione di un essere creato, qualcosa che l’uomo dovrebbe fare. Tuttavia le parole e l’opera del Dio incarnato erano per svolgere il Suo ministero. Sebbene la Sua forma esteriore fosse quella di un essere creato, la Sua opera non era svolgere la Sua funzione, ma il Suo ministero. Il termine “dovere” viene usato in relazione agli esseri creati, mentre “ministero” viene usato in relazione alla carne del Dio incarnato. Vi è una differenza essenziale fra i due termini, che non sono intercambiabili. L’attività dell’uomo è soltanto compiere il suo dovere, mentre l’opera di Dio è gestire e svolgere il Suo ministero. Pertanto, anche se molti apostoli furono utilizzati dallo Spirito Santo e molti profeti erano pieni di Lui, la loro opera e le loro parole servivano soltanto a compiere il loro dovere di esseri creati. Le loro profezie potrebbero aver superato la via della vita di cui ha parlato il Dio incarnato, e la loro umanità potrebbe anche aver trasceso quella del Dio incarnato, ma loro stavano comunque compiendo il loro dovere e non svolgendo un ministero. Il dovere dell’uomo si riferisce alla sua funzione; è qualcosa che egli può conseguire. Invece, il ministero svolto dal Dio incarnato è legato alla Sua gestione, e non è conseguibile da parte dell’uomo. Che il Dio incarnato parli, operi o manifesti prodigi, Egli sta compiendo un’opera grandiosa nell’ambito della Sua gestione, e tale opera non può essere svolta dall’uomo in Sua vece. L’attività dell’uomo è solo di compiere il suo dovere di essere creato in una data fase dell’opera di gestione di Dio. Senza la gestione di Dio, cioè, se il ministero del Dio incarnato dovesse andare perduto, andrebbe perduto anche il dovere dell’essere creato. L’opera di Dio nello svolgere il Suo ministero è gestire l’uomo, mentre il compimento del suo dovere da parte dell’uomo rappresenta l’adempimento del suo obbligo di soddisfare le richieste del Creatore, e in nessun modo ciò può essere considerato lo svolgimento di un proprio ministero. Per l’essenza intrinseca di Dio, per il Suo Spirito, l’opera di Dio è la Sua gestione, ma per il Dio incarnato, che assume la forma esteriore di un essere creato, l’opera è lo svolgimento del Suo ministero. Qualunque opera compia, ha il fine di svolgere il Suo ministero, e tutto ciò che l’uomo può fare è dare il proprio meglio nell’ambito della Sua gestione e sotto la Sua guida.

Il compimento del suo dovere da parte dell’uomo è, in realtà, la realizzazione di tutto ciò che è a lui intrinseco, vale a dire ciò che gli è possibile fare. È allora che il suo dovere viene adempiuto. I difetti dell’uomo durante il suo servizio si riducono gradualmente attraverso il progredire dell’esperienza e il suo sottoporsi a giudizio; non ostacolano né influenzano il suo dovere. Coloro che smettono di servire oppure si arrendono e si tirano indietro per paura che vi siano difetti nel loro servizio sono i più codardi fra gli uomini. Se le persone non sanno esprimere ciò che dovrebbero durante il servizio o conseguire ciò che gli è intrinsecamente possibile, e invece se la sbrigano, hanno perso la funzione che dovrebbe avere un essere creato. Simili persone sono considerate “mediocri”, non sono che inutili rifiuti. Come potrebbero essere definite esseri creati? Non si tratta forse di esseri corrotti che esteriormente brillano ma interiormente sono marci? Se un uomo si definisce Dio ma è incapace di esprimere l’essere della divinità, di compiere l’opera di Dio Stesso o di rappresentare Dio, indubbiamente non è Dio, poiché non ha la Sua essenza, e ciò che Dio può intrinsecamente realizzare non esiste in lui. Se l’uomo perde ciò che da lui è intrinsecamente conseguibile, non può più essere considerato uomo e non è degno di porsi come essere creato né di presentarsi dinanzi a Dio e servirLo. Inoltre, non è degno di ricevere la grazia di Dio né di essere vegliato, protetto e reso perfetto da Lui. Molti che hanno perduto la fiducia di Dio passano poi a perdere la grazia di Dio. Non solo non odiano le proprie malefatte, ma diffondono sfrontatamente l’idea che la via di Dio sia sbagliata, e i ribelli negano perfino l’esistenza di Dio. Come possono persone del genere, animate da una simile ribellione, avere il diritto di godere della grazia di Dio? Coloro che non adempiono il loro dovere sono estremamente ribelli contro Dio e Gli devono molto, eppure si voltano e gridano che Dio ha torto. Come potrebbe un uomo siffatto essere degno di perfezione? Non è forse questo il preludio all’essere eliminato e punito? Le persone che non compiono il loro dovere dinanzi a Dio sono già colpevoli del crimine più efferato, per il quale perfino la morte è una punizione insufficiente, eppure hanno la sfacciataggine di discutere con Dio e di opporsi a Lui. Che valore ha rendere perfette simili persone? Quando non compiono il loro dovere, dovrebbero sentirsi in colpa e in debito; dovrebbe odiare la loro debolezza e inutilità, la loro ribellione e corruzione, e inoltre dovrebbe donare la loro vita a Dio. Soltanto allora saranno esseri creati che amano davvero Dio, e solo persone siffatte sarebbero degne di godere delle benedizioni e della promessa di Dio e di essere rese perfette da Lui. E che dire della maggiore parte di voi? Come trattate il Dio che vive fra voi? Come avete svolto il vostro dovere dinanzi a Lui? Avete fatto tutto ciò che siete stati chiamati a fare, anche a costo della vostra vita? Che cosa avete sacrificato? Non avete ricevuto tanto da Me? Sapete distinguere? Quanto Mi siete leali? Come Mi avete servito? E che dire di tutto ciò che Io vi ho concesso e ho fatto per voi? Avete tenuto conto di tutto questo? Avete tutti giudicato e confrontato questo con quel poco di coscienza che avete in voi? Chi potrebbe essere degno delle vostre parole e azioni? Possibile che un tale minuscolo sacrificio da parte vostra sia degno di tutto ciò che Io vi ho concesso? Io non ho altra scelta e vi sono stato devoto con tutto il cuore, eppure voi nutrite intenzioni malvagie e siete poco entusiasti nei Miei confronti. Questa è la misura del vostro dovere, la vostra unica funzione. Non è così? Siete consapevoli di aver fallito completamente nel compiere il dovere di un essere creato? Come potete essere considerati esseri creati? Non vi è chiaro che cosa stiate esprimendo e vivendo? Non avete compiuto il vostro dovere, ma cercate di guadagnare la tolleranza e l’abbondante grazia di Dio. Tale grazia non è stata predisposta per quelli indegni e ignobili come voi, ma per coloro che non chiedono nulla e si sacrificano di buon grado. Persone come voi, così mediocri, sono totalmente indegne di godere della grazia del cielo. Solo avversità e punizione interminabile accompagneranno i vostri giorni! Se non riuscite a esserMi fedeli, il vostro sarà un destino di sofferenza. Se non riuscite a rendere conto della Mia parola e della Mia opera, la vostra sorte sarà la punizione. Tutta la grazia, le benedizioni e la vita meravigliosa nel Regno non avranno nulla a che vedere con voi. Questa è la fine a cui meritate di andare incontro e la conseguenza del vostro agire! Non soltanto questi uomini stolti e arroganti non fanno del loro meglio né compiono il loro dovere, ma tendono anche le mani per ricevere la grazia, come se ciò che chiedono fosse meritato. E se non riescono a ottenere ciò che chiedono, diventano sempre meno leali. Come possono uomini del genere essere considerati ragionevoli? Siete di scarsa levatura e privi di ragione, del tutto incapaci di compiere il dovere che dovreste adempiere durante l’opera di gestione. Il vostro valore si è già deteriorato. Il fatto che non Mi abbiate ripagato per avervi mostrato tanta grazia è già un atto di ribellione estrema, sufficiente a condannarvi e a dimostrare la vostra codardia, incompetenza, meschinità e indegnità. Cosa vi dà il diritto di tendere ancora le mani? Che voi siate incapaci di offrire il minimo aiuto alla Mia opera, di essere leali e di rimanere saldi nella Mia testimonianza ostenta i vostri misfatti e debolezze, eppure voi Mi attaccate, dite falsità su di Me e vi lamentate che Io sia ingiusto. È tutta qui la vostra lealtà? È tutto qui il vostro amore? Che altro sapete fare oltre a questo? Come avete contribuito a tutta l’opera che è stata compiuta? Quanto vi siete adoperati? Ho già mostrato grande tolleranza non biasimandovi, eppure voi Mi adducete ancora spudoratamente pretesti e in privato vi lamentate di Me. Avete forse la minima traccia di umanità? Sebbene il dovere dell’uomo sia contaminato dalla sua mente e dalle sue nozioni, tu devi compiere il tuo dovere e mostrare la tua lealtà. Le impurità nell’attività dell’uomo sono una questione che riguarda la sua levatura, mentre, se l’uomo non compie il suo dovere, ciò dimostra la sua ribellione. Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che egli sia benedetto o maledetto. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà compiendo il suo dovere. Benedetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio, viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio. Maledetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo, non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. Ma a prescindere dal fatto che siano benedetti o maledetti, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono in grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che ricerca Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti compiere il tuo dovere solo per essere benedetto, né rifiutarti di agire per timore di essere maledetto. Lasciate che vi dica quest’unica cosa: compiere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione. È attraverso il processo di assolvimento del proprio dovere che l’uomo gradualmente si trasforma, ed è attraverso questo processo che dimostra la sua lealtà. Stando così le cose, più sei in grado di svolgere il tuo dovere, più verità riceverai e più la tua espressione diventerà reale. Coloro che nell’assolvere il proprio dovere si limitano a sbrigarsela e non ricercano la verità, alla fine saranno eliminati, poiché simili uomini non svolgono il loro dovere nella pratica della verità e non mettono in pratica la verità nello svolgimento del loro dovere. Sono coloro che resteranno immutati e subiranno disgrazie. Non solo le loro espressioni sono impure, ma tutto ciò che esprimono è malevolo.

Nell’Età della Grazia, anche Gesù parlò molto e compì molte opere. In che modo era diverso da Isaia? In che modo era diverso da Daniele? Era un profeta? Perché si dice che Egli è Cristo? Quali sono le differenze tra loro? Erano tutti uomini che pronunciavano parole, e le loro parole apparivano più o meno le stesse all’uomo. Tutti parlavano e compivano opere. I profeti dell’Antico Testamento esprimevano profezie, e analogamente poteva farlo Gesù. Come mai? La distinzione qui si fonda sulla natura dell’opera. Per discernere tale questione, non devi considerare la natura della carne, né dovresti considerare la profondità o superficialità delle loro parole. Devi sempre considerare prima di tutto la loro opera e gli effetti che essa produce nell’uomo. Le profezie pronunciate dai profeti all’epoca non provvedevano alla vita dell’uomo, e le ispirazioni ricevute da persone come Isaia e Daniele erano soltanto profezie e non la via della vita. Se non fosse stato per la rivelazione diretta da parte di Jahvè, nessuno avrebbe potuto compiere quell’opera, che non è possibile per i mortali. Anche Gesù parlò molto, ma le Sue parole erano la via della vita da cui l’uomo poteva trovare un cammino per la pratica. Vale a dire, primo, che Egli poteva provvedere alla vita dell’uomo, poiché Gesù è vita; secondo, Egli poteva correggere gli aspetti distorti dell’uomo; terzo, la Sua opera poteva subentrare a quella di Jahvè nel proseguimento dell’età; quarto, Egli poteva cogliere le necessità interiori dell’uomo e capire ciò che gli manca; quinto, Egli poteva inaugurare una nuova era e concludere quella precedente. Ecco perché viene chiamato Dio e Cristo; è diverso non solo da Isaia, ma anche da tutti gli altri profeti. Si prenda Isaia come confronto con l’opera dei profeti. Primo, egli non avrebbe potuto provvedere alla vita dell’uomo; secondo, non avrebbe potuto inaugurare una nuova età. Operava sotto la guida di Jahvè e non allo scopo di inaugurare una nuova età. Terzo, ciò di cui parlava andava al di là della sua stessa comprensione. Riceveva rivelazioni direttamente dallo Spirito di Dio, e altri non avrebbero capito, nemmeno dopo averle ascoltate. Queste poche cose da sole sono sufficienti a dimostrare come le sue parole non fossero altro che profezie, nient’altro che un aspetto dell’opera compiuta al posto di Jahvè. Isaia non poteva però rappresentare completamente Jahvè. Era servo di Jahvè, strumento della Sua opera. Compì l’opera soltanto entro l’Età della Legge e nell’ambito dell’opera di Jahvè; non operò al di là dell’Età della Legge. Al contrario, l’opera di Gesù era diversa. Gesù superava l’ambito dell’opera di Jahvè; operava quale Dio incarnato e subì la crocifissione per redimere l’intera umanità. Vale a dire, compì una nuova opera al di fuori dell’opera compiuta da Jahvè. Questa fu l’inaugurazione di una nuova età. Inoltre, Gesù era in grado di parlare di cose che l’uomo non avrebbe saputo realizzare. La Sua opera rientrava nella gestione di Dio e coinvolgeva l’intera umanità. Non operò solo tra pochi uomini, né la Sua opera consisteva nel guidare un numero limitato di uomini. Quanto al modo in cui Dio Si sia incarnato in un essere umano, a come lo Spirito abbia fornito rivelazioni a quell’epoca e a come lo Spirito sia disceso su un uomo per compiere l’opera, sono questioni che l’uomo non può né vedere né toccare. È del tutto impossibile che queste verità servano a dimostrare che Egli sia il Dio incarnato. Stando così le cose, si può compiere una distinzione solo tra le parole e l’opera di Dio, che sono tangibili all’uomo. Soltanto questo è reale, perché le questioni dello Spirito non ti sono visibili e sono note chiaramente solo a Dio Stesso, e nemmeno l’incarnazione di Dio sa tutto; tu puoi solo verificare se Egli sia Dio dall’opera che ha compiuto. Dalla Sua opera si può vedere che, primo, Egli è in grado di inaugurare una nuova età; secondo, è in grado di provvedere alla vita dell’uomo e di mostrargli la via da seguire. Ciò è sufficiente per stabilire che Egli è Dio Stesso. Come minimo, l’opera che Egli compie può rappresentare pienamente lo Spirito di Dio, e da tale opera si può vedere che lo Spirito di Dio è in Lui. Poiché l’opera compiuta dal Dio incarnato serviva principalmente a inaugurare una nuova età, guidare una nuova opera e introdurre un nuovo regno, questi aspetti da soli sono sufficienti a stabilire che Egli è Dio Stesso. Questo, pertanto, Lo differenzia da Isaia, da Daniele e dagli altri grandi profeti. Isaia, Daniele e gli altri appartenevano tutti a una categoria di uomini altamente istruiti e colti; erano uomini straordinari sotto la guida di Jahvè. Anche la carne del Dio incarnato era sapiente e non priva di ragione, ma la Sua umanità era particolarmente normale. Era un uomo ordinario, e a occhio nudo non si poteva discernere in Lui alcuna umanità speciale né individuare nella Sua umanità qualcosa di diverso da quella degli altri. Non era affatto soprannaturale né straordinario, e non possedeva un’istruzione, una conoscenza o una teoria di livello superiore. La vita di cui parlava e il cammino che guidava non venivano conseguiti mediante la teoria, la conoscenza, l’esperienza di vita o l’educazione familiare. Piuttosto, erano l’opera diretta dello Spirito, che è l’opera dell’incarnazione. Siccome l’uomo possiede nozioni grandiose riguardo a Dio e, in particolare, tali nozioni sono formate da troppi elementi vaghi e soprannaturali, agli occhi umani, un Dio normale con debolezze umane, che non è in grado di compiere segni e miracoli, di certo non è Dio. Non sono queste forse le nozioni fallaci dell’uomo? Se il Dio incarnato non fosse un uomo normale, come si potrebbe dire che Si è fatto carne? Farsi carne significa essere un uomo normale, ordinario; se fosse stato un essere trascendente, non sarebbe stato incarnato. Per dimostrare di esserSi fatto carne, il Dio incarnato doveva possedere una carne normale. Questo serviva semplicemente a completare il significato dell’incarnazione. Tuttavia non fu così per i profeti e i figli dell’uomo. Essi erano uomini dotati utilizzati dallo Spirito Santo; agli occhi umani, la loro umanità era particolarmente grande, ed essi eseguivano molti atti che andavano oltre la normale umanità. Per questo motivo, l’uomo li considerava Dio. Ora, tutti voi dovete capire chiaramente questa cosa, poiché nelle epoche passate è stata la questione che più facilmente ha creato confusione in tutti gli uomini. Per di più, l’incarnazione è il mistero più grande di tutti, e il Dio incarnato è la cosa più difficile da accettare per l’uomo. Ciò che Io dico agevola l’adempimento della vostra funzione e la comprensione del mistero dell’incarnazione. Tutto ciò è legato alla gestione di Dio, alle visioni. Capire questo vi sarà maggiormente utile per acquisire conoscenza delle visioni, ossia dell’opera di gestione di Dio. In tal modo acquisirete anche una maggiore comprensione del dovere che i diversi generi di persone sono tenute a compiere. Anche se queste parole non vi indicano direttamente la via, sono comunque di grande aiuto per il vostro ingresso, poiché la vostra vita attualmente è assai carente in fatto di visioni, e questo diventerà un ostacolo notevole che impedirà il vostro ingresso. Se non sarete stati in grado di capire tali questioni, non avrete alcuna motivazione per incentivare il vostro ingresso. E come può una tale ricerca consentirvi di adempiere il vostro dovere adeguatamente?

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