58. Smascherare un falso leader: una battaglia personale
L’anno scorso ero attiva in una Chiesa fuori città, ma poi sono tornata a casa: mi hanno sostituita perché non svolgevo lavoro pratico. In seguito ho scoperto che la nostra leader, sorella Li, non diceva nulla di illuminante sulle parole di Dio e si limitava a predicare sulla dottrina alla lettera. Non parlava mai di autoriflessione e non condivideva le proprie esperienze. Era arrogante nell’aiutare gli altri sui loro problemi, come un maestro che istruisca il suo allievo, e non era in grado di risolvere questioni pratiche. Non faceva che parlare di come lavorasse e di quanto si sacrificasse per i suoi compiti al fine di essere ammirata e adorata. E poi era davvero dispotica. Una sorella, novizia nella fede, era terrorizzata poiché il Partito Comunista Cinese arrestava i cristiani. Sorella Li non ha condiviso sulla verità per darle sostegno, anzi l’ha rimossa dal suo incarico. Io e alcuni diaconi le abbiamo dato diversi consigli nel tempo, ma ci contestava con delle scuse. Secondo i principi, una leader che non agisce attenendosi ai principi della verità, senza accettare la supervisione e la potatura degli altri fratelli, non è una persona che accoglie e segue la verità. Sorella Li non conosceva se stessa, era priva di accesso alla vita e non sapeva risolvere i veri problemi degli altri. Una leader di questo tipo può solo danneggiare il lavoro della Chiesa e la vita dei fratelli e delle sorelle. Ero certa che sorella Li fosse una falsa leader, inadeguata al lavoro della Chiesa, e volevo segnalarla. Ma ho avuto dei ripensamenti nello scrivere la lettera di denuncia. Ero appena stata congedata e non svolgevo compiti. Se avessi segnalato sorella Li e gli altri non l’avessero vista come me, avrebbero potuto accusare me: “Guardate Zheng Yi. È appena stata congedata ma non sa starsene al suo posto. Dovrebbe pensare a se stessa, non agli altri. Sembra proprio sia priva di auto-consapevolezza e capacità di pentimento”. Se avessero detto una cosa simile, non avrei più potuto guardarli in faccia. In quanto falsa leader appena congedata, ero l’ultima a poter parlare. Pensavo soprattutto a come quella denuncia avrebbe potuto offendere sorella Li: appartenendo alla stessa Chiesa, ci saremmo incontrate di continuo. Come avremmo potuto andare ancora d’accordo? E se avesse mantenuto il suo incarico e mi avesse reso la vita difficile? Più ci pensavo e più mi sentivo con le spalle al muro. Ho pensato che una denuncia potesse offenderla e che avrei fatto meglio a non espormi in quel modo. Non potevo permettermelo per via della mia condizione; inoltre, una falsa leader non era un problema che riguardava soltanto me. Che la segnalasse qualcun altro. Volevo solo continuare a partecipare agli incontri e mantenere la pace.
Ho deciso di non pensarci più, ma un certo disagio continuava a tormentarmi. Nel mio letto, la notte, continuavo a ripensare a sorella Li che negli incontri si vantava e predicava a memoria, cosa che, se ripetuta, avrebbe danneggiato fratelli e sorelle. Mi sentivo in colpa a tacere. In seguito ho letto queste parole di Dio: “Supponiamo, per esempio, che ci sia una squadra di persone con una a guidarle; se questa persona viene chiamata ‘leader’ o ‘lavoratore’, qual è la sua funzione all’interno della squadra? (La funzione della leadership.) Che effetto ha la leadership di questa persona su quelle che guida e sulla squadra nel suo insieme? Influenza la direzione della squadra e il suo percorso. Ciò implica che se questa persona che occupa una posizione di leadership percorre la strada sbagliata, allora, come minimo, porterà le persone sotto di lei e l’intera squadra a deviare dalla retta via; oltre a ciò, potrebbe intralciare o distruggere la direzione dell’intera squadra mentre procede, così come la sua velocità e il suo ritmo. Quindi, quando si tratta di questo gruppo di persone, il cammino che i leader seguono, la direzione del cammino che scelgono, la misura in cui comprendono la verità e la loro fede in Dio influenzano non solo loro stessi, ma anche tutti i fratelli e le sorelle che rientrano nell’ambito della loro leadership. Se un leader è una persona retta, che sta camminando sul giusto sentiero e persegue e pratica la verità, allora le persone che guida si nutriranno e ricercheranno adeguatamente e, allo stesso tempo, il progresso personale del leader sarà costantemente visibile agli altri. Quindi, qual è il giusto cammino che un leader dovrebbe percorrere? Essere in grado di condurre gli altri a una certa comprensione della verità e a un certo ingresso nella verità, e condurli davanti a Dio. Qual è un sentiero sbagliato? Spesso quello di elevare se stessi e testimoniare a se stessi, perseguendo il prestigio, la fama e il profitto, senza mai rendere testimonianza a Dio. Che effetto ha questo sulle persone sotto di loro? (Le conduce al loro cospetto.) Le persone si allontaneranno da Dio e finiranno sotto il controllo di questo leader. Se porti le persone a presentarsi al tuo cospetto, allora le stai conducendo a presentarsi al cospetto dell’umanità corrotta, e le stai conducendo al cospetto di Satana, non di Dio. Solo condurre le persone al cospetto della verità equivale a condurle al cospetto di Dio. Questi sono gli effetti che questi due tipi di persone – coloro che camminano sul sentiero corretto e coloro che camminano su quello sbagliato – hanno su quanti vengono guidati” (“Cercano di conquistare le persone” in “Smascherare gli anticristi”). Dalle parole di Dio ho capito che il cammino di un leader non solo influenza lui per primo, ma ha un impatto diretto sull’altrui accesso alla vita e su tutto il lavoro della Chiesa. Sorella Li si limitava a predicare parole vuote e non era in grado di risolvere le difficoltà concrete dei fratelli. Era vanitosa e ingannatrice, e i fratelli e le sorelle la ammiravano. Come se non bastasse, era arrogante e dispotica, e spettava a lei l’ultima parola in gran parte del lavoro della Chiesa. Non ricercava i principi della verità né accettava consigli da nessuno, gestendo le cose sulla sola base delle proprie nozioni. Altro che difendere il lavoro della Chiesa: a tutti gli effetti, lo stava intralciando. Una falsa leader di quel tipo nella Chiesa avrebbe trascinato gli altri con sé. Un falso leader che con l’inganno fa soffrire tanti credenti nella loro vita rende Dio molto triste. Avevo già riconosciuto sorella Li come una falsa leader e avevo visto il danno che quel suo ruolo di potere aveva arrecato ai fratelli e alla vita della Chiesa. Eppure, poiché temevo di offenderla, ho lasciato ostacolare il lavoro della Chiesa e l’altrui accesso alla vita sotto i miei stessi occhi. Non ho preso posizione per smascherarla e denunciarla. Non sono stata affatto giusta, né ho avuto riguardo della volontà di Dio. Sono stata così insensibile! Avevo già danneggiato il lavoro della Chiesa per non aver svolto bene il mio precedente incarico. Ora, vedere una falsa leader che raggirava i prescelti di Dio senza segnalarla né difendere gli interessi della Chiesa era davvero imperdonabile! Sentivo sempre più di doverlo a Dio e che, in quanto essere creato, dovevo prendere posizione e tutelare il lavoro della Chiesa nel rispetto della volontà di Dio. Era il mio dovere ed era una responsabilità che dovevo prendermi! Questo pensiero mi ha dato un po’ di forza e mi sono detta: “Per il bene della Chiesa e di una vita autentica, al suo interno, dei prescelti di Dio, devo praticare la verità e riferire delle mancanze di sorella Li. Non posso permettere che una falsa leader continui a fuorviare i fratelli!” Quando stavo per scrivere la denuncia, ho saputo che sorella Li aveva smesso di incontrare una sorella più anziana quando questa aveva evidenziato delle sue mancanze. La cosa mi ha fatta infuriare. Era chiaro che sorella Li rifiutava di accettare la verità. Eppure allo stesso tempo sono riemerse le mie preoccupazioni. Aveva escluso una sorella solo perché aveva espresso delle idee. Se avesse scoperto che l’avevo segnalata, si sarebbe risentita verso di me e mi avrebbe creato problemi? Se avesse iniziato a giudicarmi e ad accusarmi di attaccare leader e lavoratori, cosa avrebbero pensato gli altri? Se mi avesse repressa così, non avrei potuto svolgere il mio compito e ciò sarebbe stato ancora peggio. Tuttavia mi sentivo molto in colpa a non segnalarla. Con quel braccio di ferro dentro di me, ero in subbuglio.
E così mi sono presentata in preghiera e ricerca davanti a Dio. Poi ho letto queste parole di Dio: “Tutti voi sostenete che siete rispettosi del fardello di Dio e che difenderete la testimonianza della Chiesa, ma chi tra voi è stato davvero rispettoso del fardello di Dio? Domandati: sei uno che ha mostrato rispetto per il fardello di Dio? Sai praticare la giustizia per Dio? Sai alzarti e parlare a Mio nome? Sai mettere fermamente in pratica la verità? Sei abbastanza coraggioso da combattere contro tutti gli atti di Satana? Saresti capace di mettere da parte le tue emozioni e smascherare Satana a beneficio della Mia verità? Sai consentire che la Mia volontà sia attuata in te? Hai offerto il tuo cuore nel più cruciale dei momenti? Sei uno che fa la Mia volontà? Domandatelo e pensaci spesso” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 13”). Ogni singola parola bussava alla porta della mia coscienza, soprattutto “Tutti voi sostenete che siete rispettosi del fardello di Dio e che difenderete la testimonianza della Chiesa, ma chi tra voi è stato davvero rispettoso del fardello di Dio?” Era come se Dio fosse proprio al mio fianco e mi ponesse questa domanda. Sapevo che sorella Li era una falsa leader e che ciò avrebbe compromesso l’accesso alla vita dei prescelti di Dio se non si fosse risolto in tempo, ma temevo che si sarebbe offesa e ce l’avrebbe avuta con me, o che sarei stata emarginata ed espulsa dalla Chiesa. Ogni volta avevo difeso i miei interessi, senza il coraggio di denunciarla in base ai principi. Quella battaglia spirituale richiedeva la mia testimonianza nel momento cruciale, ma per mio tornaconto sono stata accomodante, suscitando la ripugnanza di Dio. Mi odiavo profondamente. Non volevo più accontentare tutti. Allora mi sono calmata e ho riflettuto su me stessa. Sapevo bene che sorella Li era una falsa leader e avevo intenzione di segnalarla, in linea con i principi. Eppure, quando ha cacciato qualcuno che le aveva solo dato dei consigli, perché avevo preferito tutelare me stessa invece che il lavoro della Chiesa? Perché pensavo sempre ai miei interessi? Ho iniziato a pregare e ricercare su questo particolare problema.
Una volta, in una devozione, ho letto delle particolari parole di Dio: “Molti desiderano perseguire e mettere in pratica la verità, ma il più delle volte ne hanno soltanto la determinazione e il desiderio; non possiedono dentro di sé la vita della verità. Di conseguenza, quando si trovano ad affrontare forze maligne, o incontrano persone malvagie e cattive che commettono malefatte o falsi capi e anticristi che agiscono in modo tale da violare i principi – facendo così subire perdite all’opera della casa di Dio e danneggiando i Suoi eletti – perdono il coraggio di reagire e di parlare francamente. Che cosa significa non avere il coraggio? Significa forse che sei timido o che hai difficoltà a esprimerti? Oppure che non capisci a fondo e pertanto non ti fidi a parlare francamente? Niente di tutto questo; è che sei dominato da diversi aspetti dell’indole corrotta. Uno di tali aspetti è il fatto di essere subdolo. Pensi prima di tutto a te stesso, dicendoti: ‘Se parlo francamente, che beneficio ne traggo? Se parlo francamente e faccio irritare qualcuno, come potremo andare d’accordo in futuro?’ È una mentalità subdola, non è vero? Non è forse l’esito di un’indole subdola? Un altro è un’indole meschina ed egoista. Pensi: ‘Cosa ha a che fare con me una perdita per gli interessi della casa di Dio? Perché dovrei preoccuparmene? Non ha nulla a che fare con me. Anche se accadesse davanti ai miei occhi o se venissi a saperlo in seguito, non è necessario che io faccia nulla. Non è una mia responsabilità: io non sono un leader’. Tali cose sono dentro di te, come se fossero scaturite da una mente inconsapevole, come se occupassero un posto fisso nel tuo cuore – questa è l’indole corrotta, satanica, dell’uomo. Tale indole corrotta domina i tuoi pensieri e ti lega mani e piedi, e controlla la tua bocca. Quando vuoi dire qualcosa nel tuo cuore, le parole arrivano alle labbra ma non le pronunci, oppure, se parli, le tue parole sono indirette, lasciandoti spazio di manovra – non parli affatto con chiarezza. Gli altri non provano niente dopo averti ascoltato, e ciò che hai detto non ha risolto il problema. Dici a te stesso: ‘Bene, ho parlato francamente. La mia coscienza è a posto. Ho adempiuto la mia responsabilità’. In verità, nel tuo cuore sai di non aver detto tutto quel che avresti dovuto, sai che ciò che hai detto non ha sortito alcun effetto e che il danno all’opera della casa di Dio rimane. Non hai adempiuto la tua responsabilità, eppure sostieni apertamente di averlo fatto, o che ciò che stava accadendo non ti era chiaro. Non sei forse sotto il totale controllo della tua indole corrotta e satanica?” (“Soltanto chi mette in pratica la verità è timorato di Dio” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Attraverso le parole di Dio ho compreso che di fronte a un problema io pensavo solo a me stessa. Ero falsa ed egoista. Seguivo delle filosofie sataniche come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Il saggio si protegge col non farsi coinvolgere”, “Anche se vedi l’errore, è meglio dire poco” e “Non fate nulla senza un tornaconto”. Erano radicate nella mia stessa natura e mi tenevano saldamente incatenata, tanto che era difficilissimo praticare la verità. Sapevo di dover segnalare sorella Li, secondo i principi, per difendere il lavoro della Chiesa; ma, quando stavo per farlo, ho temuto di offenderla e che lei mi avrebbe giudicata e maltrattata. A quel pensiero, il mio senso del dovere e della responsabilità è semplicemente svanito e avevo la sensazione che una falsa leader nella Chiesa non fosse un mio problema personale. Non volevo alzare nessun polverone, così non avrei offeso lei e avrei protetto me stessa. Ho contrastato ripetutamente l’illuminazione dello Spirito Santo senza alcun rimorso. Ero completamente schiava della mia corruzione satanica. Avevo già commesso una simile trasgressione nel mio dovere, vivendo secondo filosofie di vita sataniche. Ho scovato una leader arrogante, che travisava la realtà e andava rimossa dal suo incarico. Ma poi ho visto che aveva un po’ di levatura ed era brava nelle prediche dottrinali e nell’inganno. Nel vedere che molti fratelli e sorelle non avevano discernimento su di lei, ho temuto che, se l’avessero sostituita, mi avrebbero giudicata e ritenuta spietata. Così ho rimandato per più di due mesi prima di farla congedare, compromettendo severamente il lavoro della Chiesa. Ho visto una falsa leader nella Chiesa ma ho compiuto di nuovo lo stesso errore. Volevo starne fuori. Il modo in cui ho svolto il mio compito ha dimostrato il mio egoismo e la mia falsità: non ero in grado di praticare la verità quando cozzava con i miei interessi. Avevo più volte violato la verità e perso la mia testimonianza. Era il marchio della vergogna. Compreso ciò, mi sono prostrata in preghiera dinanzi a Dio: “O Dio! Ora vedo quanto in profondità Satana mi ha corrotta. Sono un’adulatrice egoista e spregevole. Sono meschina e immonda. Dio, Ti prego di salvarmi dai vincoli della mia indole corrotta”.
In seguito ho letto in una condivisione che Satana regna sul mondo esterno, ma Dio e la verità regnano nella Chiesa, si tratta di due mondi diversi, e nella casa di Dio, anche se individui malvagi o di scarsa umanità vengono nominati leader, non durano a lungo se privi della realtà della verità. Questo prova che la verità regna nella casa di Dio. Satana tiene il mondo nell’oscurità e le persone devono parlare e agire secondo le sue filosofie. L’adulazione è il solo modo di andare avanti. Se con la sincerità si offende qualcuno, si viene puniti. Che si tratti di persone ordinarie o di potenti, essere sinceri causa persecuzione ed emarginazione, se non addirittura la morte in molti casi. Ma la verità e la giustizia regnano nella casa di Dio. Dio benedice e approva coloro che perseguono la verità e le persone schiette dotate di senso di giustizia. Chi protegge gli interessi della Chiesa e gli eletti di Dio, chi osa smascherare i falsi leader e gli anticristi, può essere accolto, salvato e perfezionato da Dio. Otterrà anche appoggio dagli altri. Chi non si sottomette alla verità, anzi vi si oppone, a prescindere dalla reputazione e dal prestigio di cui gode, finirà reietto ed eliminato da parte dello Spirito Santo proprio come l’anticristo Yang, che è stata espulsa dalla Chiesa l’anno scorso. Quando era leader, ha represso ed emarginato qualunque oppositore e accordato posizioni di potere a familari e amici. Ha tentato di fondare il suo impero in antitesi a Dio e persino rubato dalle offerte. Pensava che, circondandosi solamente di familiari e amici, le sue malefatte non sarebbero state denunciate. Ma Dio vede tutto e, nella Sua saggezza, Si serve degli inganni di Satana a Proprio vantaggio. Ha creato un ambiente per far sì che chi era dotato di senso di giustizia denunciasse e smascherasse la sua malvagità. Dopo indagini e verifiche da parte della Chiesa, non solo ha dovuto restituire quanto aveva rubato, ma è stata espulsa dalla Chiesa in maniera definitiva. Questo prova che, a prescindere dal compito e dal ruolo, chiunque si comporti male o non persegua la verità non sfuggirà al retto giudizio di Dio! La casa di Dio è diversa dal mondo: nulla che contravvenga alla verità può prosperare al suo interno. Chiunque scopra un fatto che si oppone alla verità può farsi avanti per denunciarlo e fermarlo. Ciò dimostra che la verità regna nella casa di Dio. Quanto a segnalare sorella Li, non ho compreso la giustizia di Dio, né che Egli vede e governa tutto. I falsi leader e gli anticristi non riescono a farsi strada nella casa di Dio. Il compito che dovevo svolgere, il mio destino e il mio esito erano tutti nelle mani di Dio, e non in quelle di alcun leader. Non potevo lasciare che lei mi frenasse ancora. Così ho presentato una relazione circostanziata su sorella Li. Una leader è venuta nella nostra Chiesa poco tempo dopo per indagare. Sulla base dei principi, ha appurato che sorella Li era una falsa leader, sollevandola dall’incarico. In seguito è divenuta più consapevole di se stessa attraverso le devozioni e la riflessione e ha desiderato il cambiamento. La leader nominata al suo posto era una sorella che perseguiva la verità e pian piano tutto il lavoro della Chiesa si è ripreso. Ho visto la giustizia di Dio e la verità che regna nella casa di Dio. Dio ha smascherato la mia falsità e il mio egoismo e ha purificato la mia corruzione facendomi denunciare la falsa leader. Si tratta davvero di Dio che mi salva e mi perfeziona!