3. Lo scopo e il significato dell’opera di Dio nell’Età della Legge
Parole di Dio attinenti:
Dopo la creazione dell’umanità, furono gli israeliti a fungere da fondamento dell’opera di Dio, e l’intero Israele fu la base dell’opera di Jahvè in terra. L’opera di Jahvè doveva guidare e pascere l’uomo stabilendo le leggi affinché egli potesse vivere una vita normale e adorare Jahvè in maniera normale sulla terra. Nell’Età della Legge, Dio non poteva essere né visto né toccato dall’uomo. Poiché si limitava a guidare le prime persone corrotte da Satana, istruendole e pascendole, le Sue parole non contenevano altro che leggi, statuti e le norme del comportamento umano, senza fornire le verità di vita. Sotto la Sua guida, gli israeliti non erano stati profondamente corrotti da Satana. La Sua opera di legislazione fu soltanto la primissima fase dell’opera di salvezza, l’inizio vero e proprio dell’opera di salvezza, e praticamente non aveva nulla a che vedere con la trasformazione dell’indole di vita dell’uomo.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”
“Jahvè” è il nome che ho preso durante la Mia opera in Israele, e significa il Dio degli Israeliti (popolo eletto di Dio), che può avere pietà degli uomini, maledirli e guidare la loro vita; significa il Dio che possiede un grande potere ed è pieno di saggezza. […] In altre parole, unicamente Jahvè è il Dio del popolo eletto di Israele, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Mosè e di tutto il popolo di Israele. E così nell’età attuale tutti gli Israeliti, oltre al popolo ebraico, venerano Jahvè. Compiono sacrifici a Lui sull’altare, e Lo servono nel tempio indossando abiti sacerdotali. Sperano nella riapparizione di Jahvè. […] Il nome Jahvè è un nome peculiare per il popolo di Israele, che viveva secondo la legge. In ogni età e in ogni fase dell’opera, il Mio nome non è privo di fondamento, ma ha un’importanza rappresentativa: ogni nome rappresenta un’età. “Jahvè” rappresenta l’Età della Legge, ed è il titolo onorifico per il Dio venerato dal popolo di Israele.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il Salvatore è già ritornato su una ‘nuvola bianca’”
Durante l’Età della Legge, l’opera di condurre l’umanità fu compiuta sotto il nome di Jahvè e la prima fase dell’opera fu avviata sulla terra. In questa fase, l’opera consistette nell’edificazione del tempio e dell’altare e nell’uso della legge per guidare il popolo di Israele e operare al suo interno. Nel condurre il popolo di Israele, Egli gettò una base per la Sua opera sulla terra. Da questa, ampliò la Sua opera al di là di Israele, cioè, a partire da Israele, estese la Sua opera all’esterno, in modo che le generazioni successive arrivassero gradualmente a capire che Jahvè era Dio, e che era stato Jahvè a creare il cielo e la terra e tutte le cose, e che era stato Jahvè a creare tutte le creature. Diffuse la Sua opera anche oltre e al di là del popolo di Israele. La terra di Israele fu il primo luogo sacro dell’opera di Jahvè sulla terra, e fu nella terra di Israele che Dio andò a operare per la prima volta sulla terra. Questa fu l’opera dell’Età della Legge.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La visione dell’opera di Dio (3)”
I primi uomini non sapevano niente, per cui Dio dovette iniziare il Suo insegnamento dai principi più superficiali e basilari di sopravvivenza, dalle norme necessarie per vivere, instillando, goccia a goccia, queste cose nel cuore dell’uomo e, tramite norme e regole espresse a parole, concedergli una graduale comprensione di Lui, un graduale apprezzamento e una graduale comprensione della Sua direzione, e un’idea di base della relazione tra uomo e Dio. Solo dopo aver raggiunto questo obiettivo, Dio poté, poco a poco, compiere l’opera che aveva programmato per il seguito, e quindi queste norme e l’opera compiuta da Dio durante l’Età della Legge sono il fondamento della Sua opera di salvezza dell’umanità, e la prima fase dell’opera del Suo piano di gestione.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”
L’opera nell’Età della Legge
(Capitolo selezionato della parola di Dio)
L’opera che Jahvè compì tra gli Israeliti stabilì il luogo di origine terrena di Dio fra gli uomini, il Suo luogo sacro dove era presente. Egli limitò la Sua opera al popolo d’Israele. In un primo momento, anziché operare al di fuori di Israele Egli aveva scelto un popolo che riteneva adatto, allo scopo di limitare la portata della Sua opera. Israele è il luogo in cui Dio creò Adamo ed Eva e dalla polvere di quel luogo Jahvè fece l’uomo; è la base della Sua opera sulla terra. Gli Israeliti, che sono i discendenti di Noè e di Adamo, furono le fondamenta umane dell’opera di Jahvè sulla terra.
Il significato, lo scopo e le fasi dell’opera di Jahvè in Israele erano di dare inizio alla Sua opera su tutta la terra, e diffonderla gradualmente alle nazioni Gentili, partendo dal suo centro in Israele. Questo è il principio secondo il quale Egli opera in tutto l’universo: stabilire un modello, per poi ampliarlo fino a quando tutte le persone nell’universo non hanno accettato il Suo Vangelo. I primi Israeliti erano i discendenti di Noè. Queste persone avevano solo il soffio di Jahvè e potevano prendersi cura delle necessità fondamentali della vita, ma non sapevano che genere di Dio fosse Jahvè, né conoscevano la Sua volontà riguardo all’uomo, tantomeno come dovessero temere il Signore di tutta la creazione. Riguardo al fatto se ci fossero regole e leggi cui obbedire[a] o se ci fosse un compito che le creature dovessero svolgere per il Creatore, i discendenti di Adamo non ne sapevano nulla. Sapevano solo che il marito deve sudare e lavorare per provvedere alla propria famiglia, e che la moglie si deve sottomettere al marito e perpetuare la razza umana che Jahvè ha creato. In altre parole, questa gente che aveva solo il respiro di Jahvè e la Sua vita non sapeva come seguire le leggi di Dio o come soddisfare il Signore di tutta la creazione. La loro comprensione era troppo limitata. Quindi, sebbene non ci fosse alcuna deviazione né astuzia nel loro cuore e sebbene di rado provassero sentimenti di gelosia e di rivalità, non conoscevano né capivano Jahvè, il Signore di tutta la creazione. Questi antenati dell’uomo sapevano solo mangiare ciò che Jahvè faceva, godere di ciò che Jahvè faceva, ma non sapevano come temere Jahvè; non sapevano che avrebbero dovuto adorarLo in ginocchio. Come potevano essere chiamati Suoi esseri creati? Se fosse così, le parole: “Jahvè è il Signore di tutta la creazione” ed “Egli ha creato l’uomo affinché l’uomo potesse manifestarLo, glorificarLo e rappresentarLo” non sarebbero state pronunciate invano? Come potrebbero le persone che non avevano un cuore di timore nei confronti di Jahvè diventare una testimonianza della Sua gloria? Come potrebbero diventare manifestazioni della Sua gloria? Le parole di Jahvè “Ho creato l’uomo a Mia immagine” non diventerebbero così un’arma nelle mani di Satana, il maligno? Queste parole non diventerebbero un marchio di umiliazione per la creazione dell’uomo da parte di Jahvè? Al fine di completare quella fase dell’opera, Jahvè, dopo aver creato il genere umano, non lo istruì né lo guidò da Adamo a Noè. Solo dopo il diluvio Egli iniziò formalmente a guidare gli Israeliti, i quali erano i discendenti di Adamo e di Noè. La Sua opera e le Sue parole in Israele fornirono una guida a tutte le persone di Israele durante la loro vita in quella terra, mostrando così all’umanità che Jahvè non solo era in grado di soffiare l’alito nell’uomo, in modo che potesse avere vita da Lui e venisse fuori dalla polvere come un essere umano creato, ma che poteva anche bruciare gli uomini con le fiamme e maledire il genere umano, utilizzando il Suo bastone per governare l’umanità. Così, anche essi videro che Jahvè poteva guidare la vita dell’uomo sulla terra, e parlare e operare tra gli esseri umani secondo le ore del giorno e della notte. L’opera che Egli realizzò era solo affinché i Suoi esseri creati potessero sapere che l’uomo veniva dalla polvere raccolta da Lui, che l’uomo era stato creato da Lui. Inoltre, prima realizzò la Sua opera in Israele in modo che altri popoli e nazioni (che in realtà non erano separati da Israele, ma si erano ramificati dagli Israeliti, e pertanto rimanevano pur sempre discendenti di Adamo ed Eva) potessero ricevere il Vangelo di Jahvè da Israele, in modo che tutti gli esseri creati dell’universo Lo temessero e Lo onorassero come grande. Se Jahvè, dopo aver creato gli uomini, li avesse lasciati condurre una vita spensierata sulla terra, invece di iniziare la Sua opera in Israele, a causa della natura fisica dell’uomo (natura significa che l’uomo non può mai sapere le cose che non può vedere, ovvero non sa che Jahvè ha creato il genere umano, e tanto meno il motivo per cui l’ha fatto), l’uomo non avrebbe mai saputo che Jahvè ha creato il genere umano ed è il Signore di tutte le cose. Se Jahvè avesse creato l’uomo e lo avesse posto sulla terra, e Se ne fosse semplicemente lavato le mani andando via, anziché fare da guida agli uomini per un certo periodo di tempo, allora tutta l’umanità sarebbe tornata al nulla; anche il cielo e la terra e tutte le cose che Egli ha creato, inclusa tutta l’umanità, sarebbero tornati al nulla e sarebbero stati calpestati da Satana. E così il desiderio di Jahvè che “Sulla terra, cioè in mezzo alla Sua creazione, Egli debba avere un punto dove stare, un luogo sacro” sarebbe andato in frantumi. Così, invece, dopo aver creato gli uomini, Dio li ha guidati nella loro vita, e ha parlato loro, tutto al fine di soddisfare il Suo desiderio, di realizzare il Suo piano. L’opera di Dio in Israele era intesa solo al fine di eseguire il piano che Egli aveva elaborato prima della Sua creazione di tutte le cose e quindi il Suo operare in primo luogo fra gli Israeliti e la Sua creazione di tutte le cose non erano affatto in contrasto fra loro, bensì erano fatti entrambi per la Sua gestione, la Sua opera e la Sua gloria, ed erano fatti per approfondire il significato della Sua creazione del genere umano. Egli guidò la vita del genere umano sulla terra per duemila anni dopo Noè, nel corso dei quali insegnò loro a temere Jahvè, il Signore di tutte le cose, come comportarsi e come vivere la loro vita, e soprattutto, come agire in qualità di testimoni per Jahvè, sottomettersi a Lui, temerLo e lodarLo con la musica come fece Davide con i suoi sacerdoti.
Prima dei duemila anni durante i quali Jahvè svolse la Sua opera, l’uomo non sapeva nulla, e quasi tutti gli esseri umani caddero nella depravazione, fino al punto che, prima della distruzione del mondo attraverso il diluvio, essi avevano raggiunto gli abissi della promiscuità e della corruzione in cui i loro cuori erano completamente privi di Jahvè, e ulteriormente carenti della Sua via. Non compresero mai l’opera che Jahvè stava per realizzare; non possedevano la ragione e tanto meno la conoscenza, e, come macchine che respiravano, erano del tutto inconsapevoli dell’uomo, di Dio, del mondo, della vita e così via. Sulla terra essi erano impegnati in una grande attività di seduzione, come il serpente, e dicevano molte cose offensive per Jahvè, ma, poiché erano ignoranti, Jahvè non li castigò né disciplinò. Dopo il diluvio, quando Noè aveva seicentouno anni, Jahvè apparve formalmente a Noè e guidò lui e la sua famiglia, conducendo lui, gli uccelli e le bestie che erano sopravvissuti al diluvio, e i suoi discendenti sino alla fine dell’Età della Legge, che durò un totale di duemilacinquecento anni. Condusse formalmente la Sua opera in Israele per duemila anni e il periodo in cui operò dentro e fuori i confini di Israele fu di cinquecento anni, per un totale di duemilacinquecento anni. Durante questo periodo insegnò agli Israeliti che per servire Jahvè dovevano costruire il tempio e indossare vesti sacerdotali e camminare a piedi nudi nel tempio all’alba, per evitare che le loro scarpe sporcassero il tempio e che fosse inviato il fuoco su di loro dal pinnacolo del tempio che li avrebbe arsi mortalmente. Svolsero i loro doveri e si sottomisero alle disposizioni di Jahvè. Pregarono Jahvè nel tempio, e dopo essere stati ispirati da Jahvè, cioè dopo che Jahvè ebbe parlato, guidarono il popolo e gli insegnarono che doveva temere Jahvè – il loro Dio. E Jahvè disse loro che dovevano costruire il tempio e l’altare e, al tempo stabilito da Jahvè, cioè a Pasqua, avrebbero dovuto offrire vitelli e agnelli appena nati sull’altare come sacrifici per servire Jahvè, in modo da frenarli e instillare nel loro cuore il timore per Jahvè. Se avessero obbedito a questa legge, ciò avrebbe costituito la misura della loro fedeltà a Jahvè. Jahvè inoltre stabilì per loro il giorno del sabato, il settimo giorno della Sua creazione. Il giorno dopo lo stabilì come primo giorno, in cui potessero lodare Jahvè, offrirGli sacrifici e fare musica per Lui. In questo giorno, Jahvè chiamò a raccolta tutti i sacerdoti per dividere i sacrifici sull’altare affinché le genti ne mangiassero, e potessero godere dei sacrifici offerti a Jahvè. E Jahvè disse che erano benedetti, che erano partecipi in Lui, ed erano il Suo popolo eletto (il che costituiva il patto di Jahvè con gli Israeliti). Questo è il motivo per cui, fino a oggi, il popolo di Israele sostiene ancora che Jahvè è solo il loro Dio e non il Dio dei gentili.
Durante l’Età della Legge, Jahvè stabilì molti comandamenti che Mosè avrebbe dovuto trasmettere agli Israeliti che lo avevano seguito fuori dall’Egitto. Jahvè diede questi comandamenti ai figli d’Israele, che non erano in alcuna relazione con gli Egizi, al fine di porre dei limiti ai figli d’Israele, ed Egli usò i comandamenti per fare loro delle richieste. Se si osservava il sabato, se si rispettavano i genitori, se si adoravano gli idoli, e così via: questi erano i principi in base ai quali si era giudicati peccatori o giusti. Tra loro, c’erano alcuni che furono colpiti dal fuoco di Jahvè, alcuni che furono lapidati a morte e alcuni che ricevettero la benedizione di Jahvè, e ciò era determinato in base all’obbedienza a questi comandamenti. Coloro che non osservavano il sabato furono lapidati a morte. I sacerdoti che non osservavano il sabato furono colpiti dal fuoco di Jahvè. Coloro che non rispettavano i loro genitori furono anch’essi lapidati a morte. Tutto questo era approvato da Jahvè. Jahvè aveva stabilito i Suoi comandamenti e le Sue leggi in modo da guidare la loro vita, il popolo ascoltava e si sottometteva alla Sua parola e non si ribellava contro di Lui. Egli usava queste leggi per controllare la neonata razza umana, per gettare le fondamenta della Sua opera a venire. E così, per via dell’opera che Jahvè realizzò, la prima era fu chiamata l’Età della Legge. Sebbene Jahvè abbia parlato molto e abbia operato grandemente, li guidò solo in modo positivo, insegnando a queste persone ignoranti come essere umani, come vivere, come capire la via di Jahvè. Per la maggior parte l’opera che Egli compì era destinata a consentire alle persone di osservare la Sua via e di seguire le Sue leggi. L’opera fu compiuta su persone superficialmente corrotte; non riguardava la trasformazione dell’indole o la crescita nella vita. Egli era preoccupato solo dell’utilizzo delle leggi per limitare e controllare le persone. Per gli Israeliti a quel tempo, Jahvè era solo un Dio nel tempio, un Dio nei cieli. Era una colonna di nubi, una colonna di fuoco. Tutto quello che Jahvè chiedeva loro era di obbedire a ciò che la gente oggi conosce come la Sua legge e i comandamenti, che si potrebbero anche chiamare regole, perché l’opera di Jahvè non aveva lo scopo di cambiarli, bensì di dare loro più cose di quelle che l’uomo dovrebbe avere, di parlare loro dalla Sua Stessa bocca, perché l’uomo dopo essere stato creato non sapeva nulla di quello che avrebbe dovuto possedere. E così Jahvè diede agli uomini le cose che avrebbero dovuto possedere per la loro vita sulla terra, rese le persone che aveva guidato superiori ai loro antenati, Adamo ed Eva, perché ciò che Jahvè aveva dato loro superava quello che aveva dato ad Adamo ed Eva agli inizi. Indipendentemente da ciò, l’opera che Jahvè svolse in Israele consisteva solo nel guidare l’umanità e nel far sì che essa riconoscesse il suo Creatore. Egli non la conquistò né la cambiò, bensì, semplicemente la guidò. Questa è la somma dell’opera di Jahvè nell’Età della Legge. Questo è lo sfondo, la storia vera, l’essenza della Sua opera in tutta la terra di Israele e l’inizio della Sua opera di seimila anni: controllare l’uomo mediante la mano di Jahvè. Da ciò scaturì ulteriore opera nel Suo piano di gestione di seimila anni.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio
Note a piè di pagina:
a. Il testo originale non contiene la frase “cui obbedire”.