Dalla lettura del Libro di Giobbe, ho imparato che Giobbe temeva Dio ed evitava il male. Egli ha trionfato sulle tentazioni e sugli attacchi di Satana, è rimasto saldo nella sua testimonianza e così ha ricevuto le benedizioni di Dio. Mi piacerebbe sapere: come dovrei perseguire al fine di ottenere il timore di Dio e rifuggire il male?
Parole di Dio attinenti:
Un autentico essere creato deve sapere chi sia il Creatore, a che cosa serva la creazione dell’uomo, come adempiere le responsabilità di un essere creato e come adorare il Signore di tutto il creato; deve capire, comprendere, conoscere e avere sollecitudine verso le intenzioni, i desideri e le richieste del Creatore e deve agire in conformità con la via del Creatore: avere timore di Dio ed evitare il male.
Che cosa significa avere timore di Dio? E come evitare il male?
“Avere timore di Dio” non indica paura e orrore indefinibili, né evadere, né tenere a distanza e nemmeno idolatria o superstizione. Si tratta invece di ammirazione, stima, fiducia, comprensione, sollecitudine, obbedienza, consacrazione, amore, nonché adorazione incondizionata e paziente, contraccambiare e sottomettersi. Senza un’autentica conoscenza di Dio, l’umanità non avrà ammirazione autentica, fiducia autentica, comprensione autentica, autentica sollecitudine od obbedienza, ma solo terrore e disagio, solo dubbio, malinteso, evasione ed elusione; senza un’autentica conoscenza di Dio, l’umanità non avrà consacrazione e contraccambio autentici; senza un’autentica conoscenza di Dio, l’umanità non avrà un adorare e un sottomettersi autentici, ma solo cieca idolatria e superstizione; senza un’autentica conoscenza di Dio, l’umanità non può mai agire in conformità con la via di Dio, né avere timore di Dio, né evitare il male. Al contrario, ogni attività e ogni comportamento che l’uomo intraprende saranno colmi di ribellione e disobbedienza, con imputazioni diffamatorie e giudizi calunniosi su di Lui e con una condotta malvagia contraria alla verità e al vero significato delle parole di Dio.
Una volta che l’umanità avrà sincera fiducia in Dio, sarà sincera nel seguirLo e nel dipendere da Lui; solo con vera fiducia e dipendenza da Dio l’umanità può avere comprensione e intendimento autentici. Unitamente alla reale comprensione di Dio arriva la vera sollecitudine verso di Lui; solo con un’autentica sollecitudine verso Dio l’umanità può avere un’obbedienza autentica; solo con l’obbedienza autentica a Dio l’umanità conoscerà autentica consacrazione; solo con autentica consacrazione a Dio l’umanità può contraccambiare in maniera incondizionata e senza lamentele; solo con fiducia e dipendenza autentiche, comprensione e sollecitudine autentiche, obbedienza autentica, consacrazione e contraccambio autentici l’umanità può veramente giungere a conoscere l’indole e l’essenza di Dio e a conoscere l’identità del Creatore; solo quando è giunta veramente a conoscere il Creatore, l’umanità può destare in sé un adorare e un sottomettersi autentici; solo quando sa realmente adorare e sottomettersi al Creatore l’umanità potrà accantonare la propria condotta malvagia, vale a dire evitare il male.
Ciò costituisce l’intero processo di “avere timore di Dio ed evitare il male” ed è anche l’intero contenuto dell’avere timore di Dio ed evitare il male, nonché il cammino da percorrere per arrivare ad avere timore di Dio ed evitare il male.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Prefazione”
Prima di tutto sappiamo che l’indole di Dio è maestà, è ira. Egli non è una pecora che chiunque possa macellare; ancor più, non è un burattino che possa essere manovrato dagli esseri umani come vogliono. Inoltre non è una parvenza a cui gli esseri umani possano dare ordini. Se davvero credi che Dio esista, devi avere un cuore che Lo teme e sapere che l’essenza di Dio non va fatta incollerire. Questa collera può essere causata da una parola; forse da un pensiero; forse da qualche genere di comportamento vile; forse da un comportamento mite, un comportamento accettabile agli occhi e per l’etica dell’uomo; o forse è causata da una dottrina, da una teoria. Però, una volta che hai fatto incollerire Dio, hai perso l’occasione e sono arrivati i tuoi ultimi giorni. Ed è una cosa terribile! Se non capisci che Dio non può essere offeso, allora forse non hai timore di Dio e forse Lo offendi continuamente. Se non sai come temere Dio, allora sei incapace di temerLo e non saprai come incamminarti sulla via di Dio: temendo Dio ed evitando il male. Quando te ne sarai reso conto e sarai consapevole del fatto che Dio non può essere offeso, saprai che cosa significa temere Dio ed evitare il male.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”
Sebbene una parte dell’essenza di Dio sia amore ed Egli offra misericordia a tutti, gli esseri umani trascurano e dimenticano il punto che la Sua essenza è anche dignità. Che Egli abbia amore non significa che le persone possano offenderLo liberamente e che Egli non abbia sentimenti o reazioni. Che Egli abbia misericordia non significa che non abbia principi riguardo a come trattare gli esseri umani. Dio è vivente; esiste davvero. Non è un burattino immaginario o qualcos’altro. Poiché esiste, noi dobbiamo ascoltare attentamente la voce del Suo cuore in ogni momento, prestare attenzione al Suo atteggiamento e capire i Suoi sentimenti. Non dobbiamo usare le fantasie degli esseri umani per definire Dio e non dobbiamo imporre a Dio i loro pensieri e desideri, facendo sì che nel trattare l’umanità Dio impieghi lo stile e il pensiero dell’uomo. Se fai così, stai facendo incollerire Dio, stai tentando la Sua ira e sfidando la Sua dignità! Perciò, quando avrete capito la gravità di tale questione, sollecito ciascuno di voi a essere cauto e prudente nelle proprie azioni. Siate cauti e prudenti nel parlare. E riguardo a come trattate Dio, più siete cauti e prudenti e meglio è! Quando non capisci quale sia l’atteggiamento di Dio, non parlare sconsideratamente, non essere avventato nelle tue azioni e nell’applicare etichette. Ancor più, non giungere a conclusioni arbitrarie. Invece devi aspettare e ricercare; questa è anche una manifestazione del temere Dio e dell’evitare il male. Se riesci a raggiungere questo punto sopra ogni cosa e possiedi questo atteggiamento sopra ogni cosa, allora Dio non ti incolperà della tua stupidità, ignoranza e mancanza di comprensione delle motivazioni delle cose. Piuttosto, a causa del tuo atteggiamento di paura di offesa nei confronti di Dio, del tuo rispetto per le Sue intenzioni e del tuo atteggiamento di disponibilità a obbedirGli, Dio Si ricorderà di te, ti guiderà e ti illuminerà, o tollererà la tua immaturità e la tua ignoranza. Al contrario, se il tuo atteggiamento verso di Lui sarà irriverente – giudicando arbitrariamente Dio, cercando di indovinare e definire le idee di Dio –, Dio ti infliggerà una condanna, una disciplina, perfino una punizione; oppure ti fornirà una dichiarazione. Forse questa dichiarazione riguarda il tuo destino. Pertanto voglio sottolinearlo ancora una volta: dovete essere cauti e prudenti verso tutto ciò che proviene da Dio. Non parlare in maniera sconsiderata e non essere avventato nelle tue azioni. Prima di dire alcunché, devi pensare: questa cosa farà incollerire Dio? Fare questo è temere Dio? Perfino per problemi semplici devi comunque cercare di capire davvero tali questioni, di considerarle realmente. Se riesci davvero a fare pratica secondo questi principi, in tutti gli aspetti, in tutte le cose, in tutti i momenti, e adotti questo atteggiamento soprattutto quando c’è qualcosa che non capisci, Dio ti guiderà sempre e ti darà un cammino da seguire.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”
Dio è un Dio vivente e, proprio come gli esseri umani si comportano diversamente in situazioni diverse, l’atteggiamento di Dio verso questi comportamenti differisce perché Egli non è un burattino, né è una parvenza. Arrivare a conoscere l’atteggiamento di Dio è una degna ricerca per l’umanità. Gli esseri umani devono imparare come, conoscendo l’atteggiamento di Dio, possano conoscere l’indole di Dio e un po’ per volta capire il Suo cuore. Quando giungi un po’ per volta a capire il cuore di Dio, non ti sembrerà che temere Dio ed evitare il male sia una cosa difficile da realizzare. Per di più, quando capisci Dio, è improbabile che tu tragga conclusioni al Suo riguardo. Quando smetti di trarre conclusioni riguardo a Dio, è improbabile che tu Lo offenda, e involontariamente Egli ti porterà ad avere conoscenza di Dio e a temerLo nel tuo cuore. Smetterai di definire Dio usando le dottrine, le lettere e le teorie che padroneggi. Invece, ricercando sempre le intenzioni di Dio in tutte le cose, diventerai inconsapevolmente una persona che è in sintonia con Dio.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”
In ogni età Dio concede all’uomo alcune parole quando opera nel mondo, dicendo all’uomo alcune verità. Tali verità servono da via a cui l’uomo deve aderire, via che l’uomo deve percorrere, via che consente all’uomo di temere Dio ed evitare il male, e via che gli esseri umani devono mettere in pratica e a cui devono aderire nella loro vita e durante il loro percorso di vita. È per questi motivi che Dio concede all’uomo queste parole. A tali parole che provengono da Dio l’uomo deve aderire, e osservarle significa ricevere vita. Se una persona non vi aderisce, non le mette in pratica e non vive le parole di Dio nella sua esistenza, allora questa persona non sta mettendo in pratica la verità. E se non sta mettendo in pratica la verità non sta temendo Dio ed evitando il male, né può soddisfare Dio. Se una persona non può soddisfare Dio, non può ricevere la lode di Dio; questo tipo di persona non ha alcun esito finale.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”
Camminare sulla via di Dio non riguarda il fatto di osservare regole in superficie. Invece significa che, quando sei posto di fronte a una questione, tu la veda prima di tutto come una situazione predisposta da Dio, una responsabilità assegnata da Lui o qualcosa che Egli ti ha affidato e, nell’affrontarla, che arrivi perfino a considerarla una prova mandata da Dio. Nell’affrontare tale questione, devi avere un criterio, devi pensare che proviene da Dio. Devi pensare a come gestirla in modo da poter adempiere la tua responsabilità ed essere fedele a Dio; a come farlo senza far infuriare Dio né offendere la Sua indole. […] per camminare sulla via di Dio non possiamo lasciar perdere nulla che riguardi noi stessi né nulla che avvenga attorno a noi, nemmeno le piccole cose. Che noi riteniamo di doverci prestare attenzione o no, finché dobbiamo affrontare una questione non dobbiamo trascurare nulla. Tutto questo va considerato come una prova di Dio per noi. Com’è un atteggiamento del genere? Se hai un atteggiamento del genere, questo conferma un dato di fatto: il tuo cuore teme Dio ed è disposto a evitare il male. Se hai questo desiderio di soddisfare Dio, ciò che metti in pratica non è lontano dal criterio di temere Dio ed evitare il male.
Spesso alcuni ritengono che le questioni a cui le persone non prestano molta attenzione, le questioni che di solito non vengono menzionate, siano semplicemente inezie di scarsa rilevanza e non abbiano nulla a che vedere col mettere in pratica la verità. Quando tali persone devono affrontare proprio una questione del genere, non ci pensano più di tanto e lasciano correre. Ma in realtà è una lezione che dovresti studiare, una lezione su come temere Dio o come evitare il male. Inoltre, ciò di cui dovresti preoccuparti ancor più è sapere che cosa stia facendo Dio quando tale questione emerge e devi affrontarla. Dio è proprio al tuo fianco, a osservare ogni tua parola e ogni tuo atto, a osservare le tue azioni, i tuoi cambiamenti di idea: questa è l’opera di Dio. Alcuni dicono: “Allora perché non me ne accorgo?” Non te ne accorgi perché il modo di temere Dio ed evitare il male non è per te la via più importante a cui aderire. Pertanto non ti accorgi dell’impercettibile opera di Dio nell’uomo, che si manifesta a seconda dei diversi pensieri e azioni delle persone. Sei una persona sbadata! Cosa è una questione grande? Cosa è una questione piccola? Tutte le questioni che comportano il camminare sulla via di Dio non sono suddivise in grandi e piccole. Potete accettare questa cosa? (Possiamo accettarla.) In termini di questioni quotidiane, ve ne sono alcune che sono considerate molto grandi e significative e altre che sono considerate inezie di scarsa importanza. Le persone spesso considerano molto importanti le questioni grandi e ritengono che siano state inviate da Dio. Tuttavia, durante lo sviluppo di tali questioni, a causa della statura morale immatura e della scarsa levatura dell’uomo, egli spesso non è all’altezza delle intenzioni di Dio, non riesce a ottenere rivelazioni né ad acquisire alcuna conoscenza effettiva che abbia valore. Per ciò che riguarda le questioni piccole, vengono semplicemente trascurate dall’uomo, lasciate correre a poco a poco. Perciò l’uomo perde molte occasioni di essere esaminato davanti a Dio, di essere messo alla prova da Lui. Se tu trascurassi sempre persone, cose, questioni e situazioni che Dio predispone per te, che cosa significherebbe? Vorrebbe dire che ogni giorno, perfino ogni momento, rinunci sempre al tuo perfezionamento da parte di Dio e alla Sua guida. Quando Dio predispone per te una situazione, sta osservando in segreto, scrutando il tuo cuore, i tuoi pensieri e le tue considerazioni, guardando come pensi, come agirai. Se sei una persona sconsiderata – una persona che non è mai stata seria riguardo alla via di Dio, alla parola di Dio o alla verità – non ti concentrerai, non presterai attenzione a ciò che Dio vuole portare a termine e a ciò che Dio ti richiede quando predispone situazioni per te. Inoltre non saprai come persone, cose e questioni a cui vai incontro siano in relazione con la verità o con le intenzioni di Dio. Quando affronti ripetute situazioni e prove come questa, e Dio non vede alcun risultato a tuo nome, come procederà Dio? Dopo avere ripetutamente affrontato delle prove, nel tuo cuore non magnifichi Dio e non tratti le situazioni predisposte per te da Dio per quello che sono: prove o esami predisposti da Dio. Invece respingi le occasioni che Egli ti concede una dopo l’altra, e le lasci scivolare via senza sosta. Non è forse un’enorme disobbedienza da parte dell’uomo? (Sì.) Dio sarà addolorato per questo? (Sì.) Dio non sarà addolorato! SentirMi parlare così vi ha sconvolti ancora una volta. Dopo tutto, non è stato detto in precedenza che Dio Si addolora sempre? Dio non sarà addolorato? Allora quand’è che lo sarà? Comunque Dio non sarà addolorato da questa situazione. Allora qual è l’atteggiamento di Dio verso il tipo di comportamento sopra delineato? Quando gli esseri umani rifiutano le prove, gli esami che Dio invia loro, quando li scansano, vi è un unico atteggiamento che Dio assume verso di loro. Qual è questo atteggiamento? Dio disdegna persone del genere dal profondo del cuore. Vi sono due livelli di significato per il termine “disdegnare”. Come posso spiegarli? In profondità, il termine reca connotazioni di disprezzo, di odio. E quanto al secondo livello di significato? Questa è la parte che implica rinunciare a qualcosa. Tutti voi sapete che cosa significhi “rinunciare”, giusto? In sintesi, disdegnare indica la reazione e l’atteggiamento definitivi di Dio verso queste persone che si comportano in tal modo. È un odio estremo verso di loro, un disgusto, e di qui la decisione di abbandonarle. Questa è la decisione finale di Dio nei confronti di una persona che non ha mai camminato sulla via di Dio, che non ha mai temuto Dio ed evitato il male.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”
Iniziamo considerando la vita domestica di Giobbe, la condotta di vita che teneva normalmente. Ciò ci svelerà i principi e gli obiettivi della sua vita e anche la sua personalità e la sua ricerca. […] Quando la Bibbia descrive i banchetti di figli e figlie di Giobbe, non fa nemmeno un cenno a lui; viene solo detto che spesso figli e figlie di Giobbe mangiavano e bevevano insieme. In altri termini, egli non offriva banchetti e non si univa a figli e figlie nel mangiare e sperperare. Sebbene fosse ricco e possedesse molti beni e servi, Giobbe non conduceva una vita sfarzosa. Non si faceva abbindolare dallo stupendo ambiente in cui viveva grazie alla sua ricchezza, non si rimpinzava dei piaceri della carne. La sua ricchezza non gli faceva dimenticare di offrire olocausti o gradualmente abbandonare Dio nel proprio cuore. Quindi, evidentemente, Giobbe era disciplinato nella sua vita, non era avido o edonista e non si concentrava sulla qualità della vita come risultato delle benedizioni a lui elargite da Dio. Al contrario, era umile e modesto, non era incline all’ostentazione ed era attento nei confronti di Dio. Spesso pensava alle grazie e alle benedizioni di Dio, ed era sempre timoroso nei Suoi confronti. Nella quotidianità, spesso si svegliava di buon’ora per offrire olocausti per i suoi figli e le sue figlie. In altri termini, non solo temeva Dio in prima persona, ma sperava anche che i suoi figli e le sue figlie avrebbero temuto Dio e non avrebbero peccato contro di Lui. Le ricchezze materiali di Giobbe non occupavano spazio nel suo cuore, e non vi sostituivano certo la posizione riservata a Dio; che fossero per sé stesso o per i suoi figli, le azioni quotidiane di Giobbe erano tutte volte al timore di Dio e al rifiuto del male. Il suo timore di Jahvè Dio non era solo a parole, ma veniva trasformato in azione e rispecchiato in ogni singola parte della sua vita quotidiana. L’effettiva condotta di Giobbe ci dimostra che era onesto, aveva una sostanza amante della giustizia e di tutto ciò che è positivo. Il fatto che spesso Giobbe facesse venire i suoi figli e le sue figlie per purificarli non significa che giustificasse o approvasse il loro comportamento; al contrario, era intimamente stufo delle loro azioni, e le condannava. Aveva concluso che il comportamento dei suoi figli e delle sue figlie non era gradito a Jahvè Dio, e così spesso li faceva venire al Suo cospetto perché confessassero i loro peccati. Le azioni di Giobbe ci mostrano anche un altro aspetto della sua umanità: egli non camminò mai al fianco di coloro che spesso peccavano e offendevano Dio, ma al contrario li rifuggì e li evitò. Anche se erano i suoi figli e le sue figlie, non per questo rinunciò ai propri principi perché erano suoi congiunti, né indulse ai loro peccati, a causa dei suoi sentimenti. Invece, li spinse a confessarsi e a guadagnare la tolleranza di Jahvè Dio, avvertendoli di non abbandonare Dio per amore dei loro piaceri ingordi. I principi in base ai quali Giobbe trattava gli altri sono inseparabili da quelli del suo timore di Dio e dal suo rifiuto del male. Amava ciò che veniva accettato da Dio e detestava ciò che Gli era repellente, amava coloro che temevano Dio nel loro cuore, e detestava quelli che commettevano il male o peccavano contro Dio. Tale amore e tale ripugnanza venivano manifestati nella sua vita quotidiana, e agli occhi di Dio ciò dimostrava la rettitudine di Giobbe. Naturalmente, dobbiamo anche comprendere l’espressione e il vissuto della vera umanità di Giobbe nel suo rapporto quotidiano con gli altri.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”
Il timore e l’obbedienza di Giobbe nei confronti di Dio sono un esempio per l’umanità, e la sua integrità e la sua rettitudine rappresentano il culmine dell’umanità che gli uomini dovrebbero possedere. Sebbene non vedesse Dio, si rendeva conto che esisteva veramente, e a motivo di ciò Lo temeva; e grazie al suo timore di Dio era in grado di obbedirGli. Giobbe diede a Dio carta bianca perché prendesse tutto ciò che aveva, senza peraltro lamentarsi, e si prostrò a Dio e Gli disse che, in quel preciso momento, anche se Dio gli avesse tolto perfino la carne, Glielo avrebbe consentito con gioia, senza lamentarsi. La sua intera condotta fu ascrivibile alla sua umanità perfetta e retta. Cioè, a causa della sua innocenza, onestà e benevolenza, Giobbe era incrollabile nella sua consapevolezza ed esperienza dell’esistenza di Dio, e a partire da ciò aveva posto esigenze a se stesso e aveva conformato il suo pensiero, il suo comportamento, la sua condotta, i suoi principi di azione di fronte a Dio in accordo con la guida di Dio e con le Sue azioni, che egli aveva scorto in ogni cosa. Col tempo, le sue esperienze indussero in lui un timore reale e concreto di Dio e lo portarono a fuggire il male. Questa era la fonte dell’integrità a cui Giobbe si attenne fermamente. Egli possedeva un’umanità onesta, innocente e benevola, aveva un’effettiva esperienza del timore di Dio, dell’obbedienza a Lui e della fuga dal male, e sapeva inoltre che “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto”. Solo a motivo di ciò seppe tenere duro e rendere testimonianza, pur in preda agli assalti perversi di Satana, e solo grazie a ciò fu in grado di non deludere Dio e di fornirGli una risposta soddisfacente quando le prove lo raggiunsero.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”
Giobbe non aveva visto il volto di Dio, né udito parole da Lui pronunciate, e non aveva nemmeno sperimentato personalmente la Sua opera, ma il suo timore di Dio e la sua testimonianza durante le prove sono attestati da tutti e sono amati, oggetto di delizia, e lodati da parte di Dio, le persone li invidiano e li ammirano e, inoltre, cantano le loro lodi. Nella sua vita non c’era niente di grande o di straordinario: proprio come qualsiasi persona normale, egli visse una vita ordinaria, uscendo a lavorare all’alba e tornando a casa a riposare, al tramonto. La differenza è che durante queste diverse decadi insignificanti, egli guadagnò una comprensione della via di Dio, afferrò e comprese il grande potere e sovranità di Dio, come nessun altro aveva fatto. Egli non era più intelligente di qualsiasi persona normale, la sua vita non era particolarmente tenace e, inoltre, egli non aveva alcuna invisibile capacità speciale. Tuttavia, ciò che possedeva era una personalità onesta, gentile, retta, che amava la correttezza e la giustizia, e le cose positive, qualità di cui non è dotata la maggior parte delle persone normali. Distingueva tra amore e odio, aveva il senso della giustizia, era fermo e costante, e nel pensare aveva una meticolosa attenzione al dettaglio. Perciò, durante il suo tempo ordinario sulla terra vide tutte le cose straordinarie che Dio aveva compiuto, e la grandezza, la santità e la giustizia di Dio, vide la Sua preoccupazione, la Sua cordialità e la Sua protezione nei riguardi dell’uomo, e vide l’onorabilità e l’autorità del Dio supremo. Il primo motivo per cui Giobbe fu in grado di comprendere queste cose, al di là della portata di una qualsiasi persona normale, era il fatto che egli possedeva un cuore puro, il suo cuore apparteneva a Dio, ed era guidato dal Creatore. Il secondo motivo era la sua ricerca: la sua ricerca dell’impeccabilità e della perfezione, di una persona che si atteneva alla volontà del Cielo, che era amata da Dio, e fuggiva il male. Giobbe possedeva e ricercava queste cose, anche se non era in grado di vedere Dio o udire le Sue parole; sebbene non avesse mai visto Dio, era arrivato alla conoscenza dei mezzi tramite i quali Egli governa tutte le cose, e a capire la saggezza con la quale lo fa. Sebbene non avesse mai udito le parole pronunciate da Dio, Giobbe sapeva che gli atti di ricompensare l’uomo o di togliergli tutto vengono da Dio. Sebbene gli anni della sua vita non fossero diversi da quelli di qualsiasi persona normale, non consentì all’ordinarietà della sua vita di influire sulla sua conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose, o sulla sua sequela della via del timore di Dio e del rifiuto del male. Ai suoi occhi, le leggi di tutte le cose erano ripiene degli atti di Dio, e in ogni parte della vita di una persona era possibile scorgere la Sua sovranità. Egli non aveva visto Dio, ma era in grado di comprendere che i Suoi atti sono dovunque, e nel corso del suo tempo ordinario sulla terra, era in grado di vedere e comprendere in ogni angolo della sua vita gli straordinari e meravigliosi atti di Dio, e poté vedere le Sue meravigliose disposizioni. La segretezza e il silenzio di Dio non ostacolarono la comprensione che Giobbe sperimentò dei Suoi atti, e non influirono sulla sua conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose. La sua vita fu una presa di coscienza della sovranità e delle disposizioni di Dio che, nella sua vita quotidiana, era nascosto in mezzo a tutte le cose. Nella sua vita quotidiana, egli anche udì e comprese la voce del cuore di Dio e le parole di Lui, che resta silenzioso in mezzo a tutte le cose ma esprime la voce del Suo cuore e le Sue parole, governando le leggi di tutte le cose. Comprendete, quindi, che se le persone hanno la stessa umanità e ricerca di Giobbe, possono guadagnare la sua stessa comprensione e conoscenza, e acquisire la sua stessa comprensione e conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose. Dio non era apparso a Giobbe e non aveva parlato con lui, ma Giobbe riuscì a essere perfetto, giusto e a temere Dio e fuggire il male. In altri termini, senza che Dio sia apparso all’uomo o abbia parlato con lui, i Suoi atti tra tutte le cose e la Sua sovranità su tutte le cose sono sufficienti all’uomo per renderlo cosciente della Sua esistenza, potere e autorità, che sono sufficienti a consentire all’uomo di seguire la vita del timore di Dio e del rifiuto del male.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”
“Avere timore di Dio ed evitare il male” e conoscere Dio sono inseparabilmente legati tramite una miriade di fili, e il legame fra loro è evidente di per sé. Se si desidera giungere a evitare il male, bisogna prima avere reale timore di Dio; se si desidera conseguire un reale timore di Dio, bisogna prima avere una vera conoscenza di Dio; se si desidera conseguire la conoscenza di Dio, bisogna prima avere esperienza delle Sue parole, accedere alla loro realtà, avere esperienza della punizione e della disciplina di Dio, del Suo castigo e del Suo giudizio; se si desidera avere esperienza delle parole di Dio, bisogna prima giungere faccia a faccia con le Sue parole, giungere faccia a faccia con Dio e chiederGli di fornire occasioni per avere esperienza delle parole di Dio sotto forma di ogni sorta di ambienti comprendenti persone, avvenimenti e oggetti; se si desidera giungere faccia a faccia con Dio e con le Sue parole, bisogna prima possedere un cuore semplice e onesto, disponibilità ad accettare la verità, volontà di sopportare la sofferenza, determinazione e coraggio per evitare il male e l’aspirazione a diventare un autentico essere creato… In questo modo, avanzando passo dopo passo, ti avvicinerai sempre più a Dio, il tuo cuore diventerà sempre più puro e la tua vita e il valore di essere vivo diventeranno, unitamente alla tua conoscenza di Dio, sempre più significativi e sempre più radiosi. Finché un giorno percepirai che il Creatore non è più un enigma, che il Creatore non ti è mai stato nascosto, che il Creatore non ti ha mai celato il Suo volto, che il Creatore non è affatto lontano da te, che il Creatore non è più Colui che brami costantemente nei tuoi pensieri ma non riesci a raggiungere con i tuoi sentimenti, che Egli realmente e veramente ti sta al fianco per proteggerti, provvedere alla tua vita e governare il tuo destino. Non è in un lontano orizzonte, né Si è occultato in alto fra le nuvole. È proprio al tuo fianco, a presiedere tutto il tuo essere, è tutto ciò che hai ed è l’unica cosa che possiedi. Un simile Dio ti consente di amarLo col cuore, aggrapparti a Lui, tenerLo vicino, ammirarLo, temere di perderLo e non essere più disposto a rinunciare a Lui, a disobbedirGli o a eluderLo o a tenerLo a distanza. Tutto ciò che vuoi è avere sollecitudine per Lui, obbedirGli, contraccambiare tutto ciò che ti dà e sottometterti al Suo dominio. Non ti rifiuti più di essere guidato, rifornito, sorvegliato e custodito da Lui; non rifiuti più ciò che Egli detta e predestina per te. Tutto ciò che vuoi è seguirLo, camminare al Suo fianco; tutto ciò che vuoi è accettarLo come tua unica e sola vita, accettarLo come tuo unico e solo Signore, tuo unico e solo Dio.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Prefazione”
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