Voi dite che Dio esprime la verità per giudicare e purificare l’uomo negli ultimi giorni. Dio pronuncia parole che giudicano l’umanità sia nell’Antico Testamento sia nel Nuovo: il giudizio di Dio non ha mai abbandonato l’uomo. State forse dicendo che queste parole non sono in grado di giudicare e purificare l’uomo? Che differenza c’è tra le parole di giudizio espresse da Dio negli ultimi giorni e le parole di Dio che giudicano l’uomo registrate nella Bibbia?
Parole di Dio attinenti:
Quando si tratta della parola “giudizio”, ti verranno in mente le parole che Jahvè pronunciò per istruire la gente in tutti i luoghi e le parole di rimprovero che Gesù rivolse ai farisei. Anche se queste parole sono severe, non rappresentavano il giudizio di Dio sull’uomo; erano solamente quelle che Dio pronunciò in diversi ambienti, vale a dire in svariati contesti, e non sono come le parole pronunciate da Cristo degli ultimi giorni mentre giudica l’uomo. Cristo degli ultimi giorni utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzarne le parole e le azioni. Queste parole comprendono diverse verità, quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe esserGli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. Quando Dio comincia l’opera di giudizio, Egli non Si limita semplicemente a chiarire la natura dell’uomo con poche parole, ma compie la rivelazione, il trattamento e la potatura a lungo termine. Tale metodo di rivelazione, di trattamento e di potatura non può essere sostituito con parole ordinarie, ma con la verità che l’uomo non possiede affatto. Solo tale modo di lavoro viene considerato giudizio; solamente attraverso tale giudizio l’uomo può essere assoggettato, pienamente convinto a sottomettersi a Dio e inoltre può ottenere la vera conoscenza di Dio. Ciò che l’opera di giudizio realizza è la comprensione da parte dell’uomo del vero volto di Dio e la verità riguardo alla sua ribellione. L’opera di giudizio permette all’uomo di ottenere molta comprensione della volontà di Dio, dello scopo della Sua opera e dei misteri che per l’uomo sono incomprensibili. Inoltre, consente all’uomo di individuare e conoscere la sua sostanza corrotta e le radici della sua corruzione, come pure di scoprire la sua bruttezza. Questi effetti si realizzano tutti tramite l’opera di giudizio, perché la sua sostanza è di fatto l’opera di svelare la verità, la via e la vita di Dio a tutti coloro che hanno fede in Lui. Quest’opera è l’opera di giudizio svolta da Dio.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità”
La prima fase è stata l’opera di Jahvè: la Sua opera aveva lo scopo di spianare la strada affinché l’uomo adorasse Dio sulla terra. È stata l’opera di esordio per trovare un luogo d’origine per l’opera sulla terra. A quel tempo, Jahvè ha insegnato agli Israeliti a osservare il sabato, a onorare il padre e la madre e a vivere pacificamente gli uni con gli altri. Il motivo era che gli uomini di quel tempo non capivano di cosa fosse fatto l’uomo né come vivere sulla terra. Era necessario che nella prima fase dell’opera Egli guidasse gli uomini nella loro vita. Tutto ciò che Jahvè ha detto loro non era mai stato reso noto all’umanità in precedenza né l’umanità l’aveva posseduto. A quel tempo Dio ha fatto nascere molti profeti affinché pronunciassero profezie, e tutti quanti loro così hanno fatto sotto la guida di Jahvè. Era solo un elemento dell’opera di Dio. Nella prima fase Dio non Si è fatto carne, istruendo invece tutte le tribù e le nazioni attraverso i profeti. Quando ha operato nella Sua epoca, Gesù non ha parlato tanto quanto oggi. Questa fase dell’opera della parola negli ultimi giorni non è mai stata svolta nelle età e nelle generazioni passate. Benché Isaia, Daniele e Giovanni abbiano pronunciato molte profezie, esse erano completamente diverse dalle parole pronunciate oggi. Quelle che proferivano erano solo profezie, mentre le parole pronunciate adesso non lo sono. Se Io trasformassi tutto ciò che dico ora in profezie, sareste in grado di capire? Supponendo parlassi di cose riguardanti questioni successive alla Mia partenza, come potresti capire? L’opera della parola non è stata mai compiuta al tempo di Gesù o nell’Età della Legge. Forse alcuni diranno: “Non ha pronunciato delle parole anche Jahvè al tempo della Sua opera? Oltre a guarire le malattie, a scacciare i demoni e a operare segni e prodigi, al tempo in cui ha operato non ha parlato anche Gesù?” Ci sono differenze tra le cose che vengono dette. Qual era la sostanza delle parole pronunciate da Jahvè? Egli stava solo guidando l’uomo nella sua vita sulla terra, cosa che non c’entrava nulla con le questioni spirituali della vita. Perché si dice che, quando Jahvè ha parlato, l’abbia fatto per istruire le genti di tutti i luoghi? La parola “istruire” si riferisce al dire esplicitamente e al comandare direttamente. Egli non ha fornito la vita all’uomo, ma piuttosto l’ha preso semplicemente per mano insegnandogli a riverirLo, senza metterci troppe parabole. L’opera svolta da Jahvè in Israele non era volta a trattare l’uomo o a disciplinarlo o a comminare il giudizio e il castigo: era volta a guidarlo. Jahvè ha ordinato a Mosè di dire alla Sua gente di raccogliere la manna nel deserto. Ogni mattina, prima dell’alba, dovevano raccogliere la manna, solo quanta ne bastava per sfamarsi quel giorno. La manna non doveva essere conservata fino al giorno successivo, perché sarebbe ammuffita. Egli non faceva prediche agli uomini e neppure rivelava la loro natura o le loro idee e i loro pensieri. Non cambiava gli uomini, ma li guidava nella conduzione della loro vita. Gli uomini di quel tempo erano come bambini: non capivano nulla ed erano capaci solo di pochi fondamentali movimenti meccanici; ecco perché Jahvè ha solo emanato leggi per guidare le moltitudini.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il mistero dell’incarnazione (4)”
Estratti di sermoni e di condivisioni per la consultazione:
Il giudizio dell’uomo da parte di Dio negli ultimi giorni impiega principalmente vari aspetti della verità per ammonire gli esseri umani. Senza questi vari aspetti della verità non sarebbero parole di giudizio. Le parole dette da Jahvè in tutti i luoghi e il rimprovero ai farisei da parte del Signore Gesù racchiudono forse vari aspetti della verità? Offrono all’uomo una via per la pratica? Rivelano l’essenza naturale dell’uomo? No, perciò non sono il giudizio dell’uomo; sono semplicemente rimproveri e moniti. Rimproveri e moniti sono una condanna diretta e un’eliminazione, seguite dalla maledizione. Il giudizio di Dio e la salvezza dell’uomo durante l’Età del Regno sono principalmente l’espressione di molte verità. Costituiscono l’uso della verità per ammonire gli esseri umani, rivelarne l’essenza e analizzarne parole e azioni. Tali parole racchiudono molti aspetti della verità. Solo quando vi è verità vi è giudizio; senza la verità non vi è giudizio. Pertanto vi è una netta differenza tra le parole del Cristo degli ultimi giorni e le parole dette da Jahvè in tutti i luoghi nell’Età della Legge e il rimprovero ai farisei da parte del Signore Gesù durante l’Età della Grazia. Questa differenza risiede principalmente nell’uso, da parte del Cristo degli ultimi giorni, di vari aspetti della verità per ammonire gli esseri umani; durante l’Età della Legge e l’Età della Grazia Dio non espresse vari aspetti della verità. Inoltre vi è una differenza nella natura dell’opera di Dio. Durante l’Età della Legge e l’Età della Grazia, il monito e il rimprovero di Dio nei confronti di coloro che Lo avversavano erano una condanna diretta e una maledizione. Dio non li salvava e non aveva misericordia di loro. L’opera di giudizio di Dio durante gli ultimi giorni ha lo scopo di salvare, purificare e perfezionare l’uomo. Durante l’Età della Grazia il Signore Gesù compì l’opera di redenzione. Predicò la via del pentimento ed eseguì miracoli, segni e prodigi, e i farisei Lo criticarono, Lo condannarono e Lo avversarono. In questo contesto il Signore Gesù pronunciò certe parole di rimprovero e maledizione verso i farisei, parole che semplicemente rivelavano l’essenza delle azioni e del comportamento dei farisei. Tali parole non rivelavano la radice della loro opposizione a Dio, né la loro essenza naturale. Egli non espresse verità pertinenti. Non disse nulla in merito a come l’uomo debba obbedire a Dio, quale sia il dovere dell’uomo o come l’uomo debba essere fedele a Dio e così via, perciò tali parole non possono essere definite giudizio. I farisei non credevano veramente in Dio. Disprezzavano la verità, non la accoglievano affatto ed erano del tutto inadatti a ricevere il giudizio di Dio. Dio non compì su di loro l’opera di giudizio, perciò il Signore Gesù semplicemente li dannò: non li salvò. Alcuni domandano: “Le parole che rivelarono le azioni e il comportamento dei farisei erano la verità?” Queste parole erano la verità e rivelavano anche l’indole di Dio che non tollera offesa da parte dell’uomo. Ma il giudizio non è la stessa cosa del semplice rimprovero e della condanna. Negli ultimi giorni Dio usa vari aspetti della verità per ammonire l’uomo. Ogni volta che Egli esprime un aspetto della verità vengono rivelati certi tipi di indole corrotta e certe manifestazioni dell’uomo. Dio usa la rivelazione della vera natura della corruzione umana e l’analisi delle parole e delle azioni dell’uomo per esprimere la verità. Quando tutte le verità necessarie per la salvezza dell’uomo sono state espresse direttamente, gli esseri umani capiscono, sperimentano, conoscono e vengono purificati; solo parole che conseguono tale effetto sono un autentico giudizio, e solo queste sono parole di giudizio. Altrimenti non sono parole di giudizio, sono puramente parole pronunciate nei confronti di certe persone nel contesto dell’opera di Dio all’epoca.
Tratto da “Sermoni e comunicazioni sull’ingresso nella vita”
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