La vita umana finisce in un lampo, in poche decine di anni. Ripensando al passato, gli esseri umani rammentano la loro vita: andando a scuola, lavorando, sposandosi, avendo figli, aspettando la morte, hanno trascorso l’intera vita a darsi da fare a beneficio della famiglia, del denaro, di fama, fortuna e prestigio, del tutto privi degli scopi e degli obiettivi reali dell’esistenza umana, e incapaci di trovare valore o significato nel fatto di essere vivi. Così si vive generazione dopo generazione in questo modo doloroso e vacuo. Perché la vita umana è così dolorosa e vacua? E come si può rimediare al dolore e alla vacuità dell’esistenza umana?

10 Agosto 2018

Parole di Dio attinenti:

Qual è l’origine della sofferenza derivante dalla nascita, dalla morte, dalla malattia e dalla vecchiaia che gli esseri umani devono patire per tutta la vita? Cosa ha fatto sì che le persone abbiano queste cose? Gli esseri umani non le avevano quando sono stati creati inizialmente, vero? Dunque, da dove traggono origine queste cose? Sono emerse dopo che gli esseri umani sono stati tentati da Satana e dopo che la loro carne ha iniziato a degenerare. Il dolore della carne umana, le sue afflizioni e la sua vacuità, nonché le questioni estremamente miserabili del mondo umano sono arrivati solamente quando Satana ha corrotto l’umanità. Dopo che gli esseri umani sono stati corrotti da Satana, quest’ultimo ha cominciato a tormentarli. Di conseguenza, essi sono diventati sempre più degenerati. Le malattie dell’umanità sono diventate sempre più acute e la sua sofferenza sempre più grave. Le persone hanno avvertito in modo crescente il vuoto e la tragedia del mondo umano, nonché la loro incapacità di continuare a viverci, e sempre meno speranza per esso. Così, questa sofferenza è stata inflitta agli esseri umani da Satana.

Tratto da “Il significato del provare da sofferenza del mondo da parte di Dio” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Da quando l’umanità ha inventato le scienze sociali, la mente dell’uomo è occupata dalla scienza e dalla conoscenza. La scienza e la conoscenza, quindi, sono divenute strumenti per governare l’umanità, e per l’uomo non vi è più spazio sufficiente per adorare Dio, né ci sono più le condizioni favorevoli per farlo. La posizione di Dio è precipitata ancora più in basso nel cuore dell’uomo. Senza la presenza di Dio nel cuore dell’uomo, il suo mondo interiore è tetro, vuoto e senza speranza. E così sono sorti molti sociologi, storici e politici che hanno espresso teorie di scienze sociali, la teoria dell’evoluzione umana e altre teorie che contraddicono la verità della creazione dell’uomo da parte di Dio, per riempire il cuore e la mente dell’uomo. In questo modo, coloro che credono che Dio abbia creato ogni cosa sono divenuti sempre di meno, mentre coloro che credono nella teoria dell’evoluzione sono divenuti sempre più numerosi. Sempre più persone considerano miti e leggende le testimonianze dell’opera di Dio e le Sue parole durante l’età dell’Antico Testamento. Nel loro cuore, le persone divengono indifferenti alla dignità e alla grandezza di Dio, al principio dell’esistenza di Dio e del Suo dominio su tutte le cose. La sopravvivenza dell’umanità e il destino di paesi e nazioni non sono più importanti per loro. L’uomo vive in un mondo vacuo, interessato solo a mangiare, a bere e alla ricerca del piacere… Poche persone si assumono il compito di cercare dove Dio svolge la Sua opera oggi, o di scoprire come Egli presiede e predispone la destinazione dell’uomo. In tal modo, a insaputa dell’uomo, la civiltà umana è sempre meno in grado di attenersi ai desideri dell’uomo, e vi sono persino molte persone che avvertono che, vivendo in un mondo simile, sono meno felici di coloro che già se ne sono andati. Persino le popolazioni di paesi che sono da tempo considerati tra i più civilizzati esprimono tali rimostranze. Poiché, senza la guida di Dio, per quanto governanti e sociologi si spremano le meningi per preservare la civiltà umana, tutto ciò non sortisce alcun effetto. Nessuno può colmare il vuoto nel cuore dell’uomo, poiché nessuno può esserne la vita, e nessuna teoria sociale può liberare l’uomo dal vuoto che lo affligge. Scienza, conoscenza, libertà, democrazia, svago, comodità non sono che temporanei palliativi. Anche con queste cose, comunque l’uomo inevitabilmente pecca e depreca le ingiustizie della società. Queste cose non possono contenere la bramosia e il desiderio dell’uomo di esplorare. Ciò accade poiché l’uomo è stato plasmato da Dio, e le esplorazioni e i sacrifici privi di senso compiuti dall’uomo non possono che generare ulteriore angoscia, e questo può solo far sì che l’uomo viva in un incessante stato di paura, senza sapere come affrontare il futuro dell’umanità, né come affrontare il cammino che gli si prospetta. L’uomo giunge persino a temere scienza e conoscenza e ancor di più a temere la sensazione di vuoto. In questo mondo, indipendentemente dal fatto che tu viva in un paese libero o in uno privo dei diritti umani, sei del tutto impossibilitato a sfuggire al destino dell’umanità. Che tu sia un governante o un governato, sei del tutto impossibilitato a sfuggire al desiderio di esplorare il destino, i misteri e la destinazione del genere umano, e ancor meno sei in grado di sfuggire alla sconcertante sensazione di vuoto. Tali fenomeni, comuni a tutto il genere umano, vengono definiti dai sociologi fenomeni sociali, ma nessun grand’uomo si è ancora fatto avanti per risolvere questi problemi. L’uomo, dopo tutto, è uomo. La posizione e la vita di Dio non possono essere rimpiazzate da alcun uomo. L’umanità non ha bisogno solo di una società equa in cui tutti gli uomini siano ben nutriti, godano di pari diritti e libertà, ma ha bisogno anche della salvezza da parte da Dio, e che Egli infonda in essa la vita. Solo quando l’uomo ottiene la salvezza di Dio e il Suo dono di vita, i bisogni, la brama di esplorare e il vuoto spirituale dell’uomo possono trovare soluzione. Se la popolazione di un paese o di una nazione non è in grado di ricevere la salvezza e la cura di Dio, tale paese o nazione calcheranno il sentiero che conduce alla rovina, verso le tenebre, e verranno annientati da Dio.

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 2: Dio sovrintende al destino dell’intera umanità”

Alcune persone hanno una comprensione profonda e molto sentita dell’espressione “è il destino”, ma non credono minimamente nella sovranità di Dio, non credono che il destino umano sia preparato e orchestrato da Lui, e non sono disposte a sottomettersi alla Sua sovranità. Tali persone sono come alla deriva nell’oceano, sballottate dalle onde, sospinte dalla corrente, senza avere altra scelta se non aspettare passivamente e rassegnarsi alla sorte. Tuttavia non riconoscono che il destino umano è soggetto alla sovranità di Dio; non sono in grado di arrivare a conoscere quest’ultima di loro iniziativa, e dunque di acquisire la conoscenza dell’autorità di Dio, di sottomettersi alle Sue orchestrazioni e disposizioni, di smettere di resistere al destino e di vivere sotto la Sua cura, protezione e guida. In altre parole, accettare il destino non equivale a sottomettersi alla sovranità del Creatore; credere in esso non significa accettarla, riconoscerla e comprenderla, bensì semplicemente riconoscere questo fatto e questo fenomeno esterno, il che è diverso dal sapere come il Creatore governi la sorte dell’umanità, dal riconoscere che Egli è la fonte del dominio sul destino di tutte le cose, e ancora di più dal sottomettersi alle Sue orchestrazioni e disposizioni per il destino dell’umanità. Se una persona crede solo nel destino – pur prendendoselo a cuore –, ma non riesce a conoscere, a riconoscere e ad accettare la sovranità del Creatore sulla sorte dell’umanità e a sottomettervisi, la sua vita sarà ugualmente una tragedia, un’esistenza vissuta invano, un vuoto; essa non sarà in grado di assoggettarsi al dominio del Creatore, di diventare un essere umano creato nel senso più vero della parola, e nemmeno di ricevere l’approvazione del Creatore. Un individuo che conosce e sperimenta davvero la Sua sovranità dovrebbe essere in uno stato attivo, non passivo o indifeso. Pur accettando allo stesso tempo che tutte le cose siano prestabilite, dovrebbe avere una definizione accurata della vita e del destino: sapere che ogni esistenza è sottoposta alla sovranità del Creatore. Quando una persona si volta indietro a guardare la strada che ha percorso, quando ricorda ogni fase del suo viaggio, vede che a ogni passo, a prescindere che la strada fosse ardua o liscia, Dio ha guidato e pianificato il suo cammino. Senza che se ne accorgesse, sono state le Sue disposizioni meticolose, la Sua attenta pianificazione, a guidarla fino a oggi. Essere in grado di accettare la sovranità del Creatore, di ricevere la Sua salvezza: che grande fortuna è questa! Se l’atteggiamento di una persona verso il destino è passivo, dimostra che essa resiste a tutto ciò che Dio ha predisposto per lei, che non è incline alla sottomissione. Se un individuo ha un atteggiamento attivo verso la sovranità di Dio sul destino umano, quando si volta indietro a guardare il suo viaggio, quando arriva a comprendere veramente la sovranità di Dio, desidera più sinceramente sottomettersi a tutto ciò che Egli ha organizzato, è più determinato e più fiducioso nel lasciare che Egli orchestri il suo destino e nello smettere di ribellarsi a Lui. Infatti si rende conto che, quando non comprende il destino, quando non capisce la sovranità di Dio, quando procede ostinatamente a tentoni, vacillando e barcollando nella nebbia, il viaggio è troppo difficile, troppo straziante. Così, quando le persone riconoscono la sovranità di Dio sul destino umano, quelle intelligenti scelgono di conoscerla e di accettarla, di dire addio ai giorni dolorosi in cui hanno cercato di costruirsi una vita proficua con le proprie mani, anziché continuare a lottare contro il destino e a perseguire i loro cosiddetti obiettivi di vita a modo loro. Quando non si ha Dio, quando non si riesce a vederLo né a riconoscerNe chiaramente la sovranità, ogni giorno è insignificante, inutile, triste. Ovunque una persona si trovi, qualunque lavoro faccia, i suoi mezzi di sostentamento e il perseguimento dei suoi obiettivi non le portano altro che un dolore interminabile e una sofferenza incurabile, al punto che essa non sopporta di guardarsi indietro. Soltanto quando si accetta la sovranità del Creatore, quando ci si sottomette alle Sue orchestrazioni e disposizioni e si cerca la vera vita umana, ci si libera gradualmente da tutto il dolore e da tutta la sofferenza e ci si scrolla di dosso tutta la vacuità della vita.

La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”

Poiché le persone non riconoscono le orchestrazioni e la sovranità di Dio, affrontano sempre il destino con aria di sfida, con atteggiamento ribelle, e vogliono sempre sbarazzarsi della Sua autorità e sovranità e delle cose che la sorte ha in serbo, sperando invano di cambiare le proprie circostanze attuali e di modificare il proprio destino. Però non ci riescono mai; vengono frustrate a ogni piè sospinto. Questa lotta, che avviene nel profondo dell’anima, è dolorosa; il dolore è indimenticabile, e nel frattempo si spreca la propria vita. Qual è la causa di questo dolore? La sovranità di Dio o il fatto che una persona è nata sfortunata? Ovviamente nessuna delle due cose. In fondo, la causa è la strada che le persone intraprendono, il modo in cui scelgono di vivere la vita. Alcuni potrebbero non essersi resi conto di queste cose. Tuttavia, quando conosci davvero, quando arrivi veramente a riconoscere che Dio ha la sovranità sul destino umano, quando capisci realmente che tutto ciò che Egli ha progettato e deciso per te è un grande beneficio e una grande protezione, senti che il dolore si alleggerisce gradualmente e che tutto il tuo essere diventa rilassato, libero ed emancipato. A giudicare dalle condizioni della maggior parte delle persone, benché su un piano soggettivo esse non vogliano continuare a vivere come facevano prima, e benché desiderino un sollievo dal dolore, oggettivamente non riescono mai a comprendere davvero il valore pratico e il significato della sovranità del Creatore sul destino umano; non riescono a riconoscere la Sua sovranità e a sottomettervisi veramente, né tantomeno a capire come cercare e accettare le Sue orchestrazioni e disposizioni. Perciò, se gli uomini non riescono a riconoscere davvero che il Creatore ha la sovranità sul destino umano e su tutte le cose dell’uomo, se non riescono a sottomettersi veramente al Suo dominio, sarà difficile per loro non lasciarsi guidare, e ostacolare, dalla nozione secondo cui “ciascuno ha il destino nelle proprie mani”; sarà difficile per loro scrollarsi di dosso il dolore dell’intensa lotta contro il destino e contro l’autorità del Creatore e, inutile dirlo, anche diventare veramente emancipati e liberi, diventare persone che adorano Dio. C’è un modo semplicissimo per scrollarsi di dosso questa condizione: dire addio allo stile di vita precedente, ai precedenti obiettivi esistenziali, riassumere e analizzare il proprio stile di vita, la filosofia, le ricerche, i desideri, gli ideali precedenti e poi confrontarli con la volontà di Dio e con le Sue richieste nei confronti dell’uomo, e vedere se siano coerenti con esse, se racchiudano i giusti valori dell’esistenza, conduce a una maggiore comprensione della verità e consente di vivere con umanità e con sembianze umane. Quando indaghi ripetutamente e analizzi attentamente i vari obiettivi esistenziali che le persone perseguono e i loro vari stili di vita, scoprirai che nessuno di loro rispecchia l’intenzione originaria del Creatore quando ha creato l’umanità. Allontanano tutti le persone dalla Sua sovranità e dalla Sua sollecitudine; sono tutti trappole che rendono gli uomini depravati, e che li conducono all’inferno. Dopo averlo riconosciuto, il tuo compito è accantonare la tua vecchia visione della vita, stare lontano dalle varie trappole, lasciare che Dio si faccia carico della tua esistenza e faccia programmi per te, provare soltanto a sottometterti alle Sue orchestrazioni e alla Sua guida, a non avere scelta e a diventare una persona che adora Dio. Sembra facile, ma è una cosa difficile da fare. Alcuni riescono a sopportarne il dolore, altri no. Alcuni sono disposti a conformarsi, altri no. Coloro che non lo sono non hanno il desiderio e la determinazione di farlo; sono chiaramente consapevoli della sovranità di Dio, sanno perfettamente che è Lui a pianificare e a organizzare il destino umano, eppure scalciano e lottano ancora, non si rassegnano a mettere il proprio destino nelle Sue mani e a sottomettersi alla Sua sovranità e, inoltre, provano risentimento per le Sue orchestrazioni e disposizioni. Dunque ci saranno sempre persone che vogliono vedere da sole di cosa sono capaci; vogliono cambiare il loro destino con le proprie mani o conquistare la felicità con le proprie forze, per vedere se riescano a oltrepassare i limiti dell’autorità di Dio e a ergersi sopra la Sua sovranità. La tristezza dell’uomo non dipende dal fatto di cercare una vita felice, di perseguire la fama e la fortuna o di combattere nella nebbia contro il proprio destino, bensì dal fatto che, dopo aver visto l’esistenza del Creatore, dopo aver scoperto che Egli ha la sovranità sul destino umano, l’individuo non riesce ancora a correggere i propri modi, a tirare fuori i piedi dalla melma, bensì indurisce il proprio cuore e persiste nei propri errori. Preferisce continuare a dibattersi nel fango, competendo ostinatamente contro la sovranità del Creatore, resistendole fino all’amara conclusione, senza il minimo briciolo di pentimento, e soltanto quando giace distrutto e sanguinante decide finalmente di arrendersi e di tornare sui propri passi. Questa è la vera sofferenza umana. Perciò dico che coloro che scelgono di sottomettersi sono saggi, e coloro che scelgono di fuggire sono testardi.

La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”

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