Dio deve distruggere Sodoma
Genesi 18:26 E Jahvè disse: “Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, perdonerò a tutto il luogo per amor d’essi”.
Genesi 18:29 Abramo continuò a parlarGli e disse: “Forse, vi se ne troveranno quaranta”. Ed Egli: “Non lo farò”.
Genesi 18:30 E Abramo Gli disse: “Forse, vi se ne troveranno trenta”. Ed Egli: “Non lo farò”.
Genesi 18:31 E Abramo disse: “Forse, vi se ne troveranno venti”. Ed Egli: “Non la distruggerò”.
Genesi 18:32 E Abramo disse: “Forse, vi se ne troveranno dieci”. Ed Egli: “Non la distruggerò”.
Questi sono solo alcuni estratti che ho scelto dalla Bibbia. Non sono le versioni complete, originali. Se lo desiderate, potete leggerle voi stessi nella Bibbia; per risparmiare tempo, ho omesso parte del contenuto originale. Ho scelto solo alcuni passi e frasi fondamentali, tralasciandone altri non attinenti alla nostra condivisione di oggi. In tutti i passi e i contenuti che condividiamo, la nostra attenzione non si soffermerà sui dettagli delle storie e della condotta umana descritta in tali storie; parleremo invece solo di quelli che erano in quel momento i pensieri e le idee di Dio. Nei pensieri e nelle idee di Dio, vedremo la Sua indole e, a partire da tutto ciò che Dio ha compiuto, coglieremo il vero Dio; in tal modo raggiungeremo il nostro obiettivo.
Dio Si preoccupa solo di coloro che sono capaci di obbedire alle Sue parole e di attenersi ai Suoi comandi
I brani citati più sopra contengono diverse parole chiave: i numeri. Jahvè esordì dicendo che se troverà cinquanta giusti, risparmierà tutta l’area geografica, cioè non distruggerà la città. Ma in realtà c’erano cinquanta giusti a Sodoma? No. Poco dopo, che cosa disse Abramo a Dio? Gli disse: “Forse, se ne troveranno quaranta?”. E Dio: “In questo caso, non farò niente”. Quindi Abramo insistette: “Forse, se ne troveranno trenta?”. E Dio ancora: “In questo caso, non farò niente”. “Forse venti?”. “Non farò niente”. “Dieci?”. “Anche in questo caso, non farò niente”. Ma in realtà, c’erano dieci giusti nella città? Non ce n’erano dieci, ma uno solo. E di chi si trattava? Si trattava di Lot. In quel tempo, a Sodoma c’era solo una persona giusta, ma forse Dio era troppo severo o esigente, nell’indicare questi numeri? No, non lo era! E così, mentre l’uomo continuava a chiedere: “Che ne dici di quaranta?”, “Che ne dici di trenta?”, fino ad arrivare a: “E se ce ne fossero dieci?”, Dio rispose: “Anche se ce ne fossero solo dieci, non distruggerò la città; la risparmierò e inoltre perdonerò pure tutti gli altri, oltre a quei dieci”. Soltanto dieci sarebbe stato un numero abbastanza misero, ma, di fatto, si scoprì che a Sodoma non c’era nemmeno quel numero di giusti. Quindi, potete vedere che, agli occhi di Dio, il peccato e la malvagità degli abitanti della città erano ormai tali che a Dio non restava altra scelta che eliminarli. Che cosa voleva dire Dio affermando che se ci fossero stati cinquanta giusti non avrebbe distrutto la città? I numeri non erano importanti per Dio. Era importante se la città contenesse o meno i giusti che Egli voleva. Se nella città ci fosse stato anche solo un giusto, Dio non avrebbe permesso che venisse colpita da distruzione. Ciò significa che, a prescindere dal fatto se Dio avrebbe distrutto o meno la città, e a prescindere da quanti giusti vi si trovassero, per Dio la città peccatrice era maledetta e abominevole e doveva essere distrutta, doveva sparire dai Suoi occhi, ma il giusto sarebbe dovuto restare. A prescindere dall’era, a prescindere dallo stadio di sviluppo dell’umanità, l’atteggiamento di Dio non cambia: Egli odia il male e Si preoccupa di coloro che sono giusti ai Suoi occhi. Questo Suo chiaro atteggiamento è altresì autentica rivelazione della Sua essenza. Poiché nella città vi era solamente un giusto, Dio non esitò oltre. Il risultato finale fu che Sodoma venne irrimediabilmente distrutta. Cosa ci vedete? In quell’età, Dio non avrebbe distrutto una città se in essa ci fossero stati cinquanta giusti, né se ve ne fossero stati dieci! Ciò significa che Dio avrebbe deciso di perdonare l’umanità ed essere tollerante nei suoi confronti, oppure che si sarebbe dedicato a guidarla, per le poche persone che erano capaci di temerLo e adorarLo. Dio attribuisce grande importanza alle opere giuste dell’uomo, dà grande importanza a coloro che sanno adorarLo e sono capaci di compiere buone azioni di fronte a Lui.
Dagli albori dei tempi fino ad oggi, avete mai letto nella Bibbia che Dio comunichi a chicchessia la verità o parli delle Sue vie con gli esseri umani? Mai! Le parole di Dio all’uomo che possiamo leggere riguardano solo ciò che Egli prescrisse agli esseri umani. Alcuni si misero in moto e le fecero, altri no; alcuni credettero e altri no. Questo è tutto. Quindi, i giusti di quell’età – coloro che erano giusti agli occhi di Dio – erano semplicemente quanti sapevano ascoltare le parole di Dio e obbedire ai Suoi comandi. Erano servitori che eseguivano le parole di Dio tra gli uomini. Si può definire tali persone conoscitori di Dio? Si può dire che erano persone rese perfette da Dio? No, non è possibile. Quindi, a prescindere dal loro numero, agli occhi di Dio quelle persone giuste erano degne di essere chiamate Sue confidenti? Potevano essere definiti testimoni di Dio? Certamente no! Sicuramente non erano degni di essere chiamati confidenti e testimoni di Dio. Quindi, Dio come li chiamava? Nella Bibbia, l’Antico Testamento riporta molti casi in cui Dio li chiama “i Miei servitori”. Cioè, in quel tempo, agli occhi di Dio tali persone giuste erano Suoi servitori, erano persone che Lo servivano sulla terra. E cosa pensava Dio di tale appellativo? Perché li chiamava così? Dio dispone forse nel Suo cuore di norme riguardanti gli appellativi con i quali rivolgerSi alle persone? Sicuramente sì. Dio ha delle norme, a prescindere del fatto se chiami una persona giusta, perfetta, retta, o servitore. Quando definisce qualcuno Suo servo, Egli crede fermamente che costui sia capace di ricevere i Suoi messaggeri, di obbedire ai Suoi comandi e di eseguire quanto ordinato dai Suoi messaggeri. Cosa fa una persona simile? Compie ed esegue sulla terra ciò che Dio comanda. In quel tempo, era definibile “via di Dio” ciò che Dio chiedeva all’uomo di compiere ed eseguire sulla terra? No, non lo era. Perché Dio, in quel tempo, chiedeva all’uomo di compiere solo poche e semplici cose; Egli pronunciava pochi e semplici comandi, per comunicare all’uomo di fare questo o quello, e nient’altro. Dio operava secondo il Suo piano. Poiché, allora, non erano ancora presenti diverse condizioni, il tempo non era ancora maturo e sarebbe stato difficile per l’umanità sopportare la via di Dio. Per questo, tale via doveva ancora iniziare a essere rivelata dal cuore di Dio. Dio riteneva Suoi servitori i giusti cui allude nei passi in esame, fossero essi trenta o venti. Quando i messaggeri di Dio giungevano a costoro, essi erano in grado di riceverli, di obbedire ai loro comandi e di agire in base alle loro parole. Ed è proprio questo che dovevano fare e conseguire coloro che erano servitori agli occhi di Dio. Dio assegna appellativi con giudizio agli esseri umani. Egli non li chiamò Suoi servitori perché erano come voi siete adesso – perché avevano ascoltato molte predicazioni, sapevano cosa Dio stesse per fare, capivano ampiamente la volontà di Dio e comprendevano il Suo piano di gestione – ma perché la loro umanità era onesta ed essi sapevano attenersi alle parole di Dio; quando Dio pronunciò i Suoi comandi, essi seppero mettere da parte ciò che stavano facendo ed eseguire ciò che Egli aveva comandato. Quindi, per Dio, l’altra sfumatura del titolo di “servitore” è che essi collaborarono alla Sua opera sulla terra e, sebbene non fossero i messaggeri di Dio, furono gli esecutori e i realizzatori delle parole di Dio sulla terra. Come potete vedere, allora, questi servitori o giusti avevano grande importanza per il cuore di Dio. L’opera che Dio stava per intraprendere sulla terra non avrebbe potuto essere realizzata senza persone che collaborassero con Lui, e il ruolo assunto dai servitori di Dio non avrebbe potuto essere occupato dai Suoi messaggeri. Ogni compito che Dio affidò a questi servitori era di grande importanza per Lui e per questo Egli non poteva perderli. Senza la collaborazione di questi servitori con Dio, la Sua opera tra gli esseri umani si sarebbe arenata e il piano di gestione di Dio e le Sue speranze sarebbero di conseguenza venuti meno.
Dio è abbondantemente misericordioso verso coloro di cui Si prende cura e Si indigna profondamente verso coloro che detesta e rifiuta
Secondo la narrazione biblica, a Sodoma erano presenti dieci servitori di Dio? No, non c’erano! La città era degna della misericordia di Dio? Solo una persona in città – Lot – accolse i messaggeri di Dio. Ciò significa che nella città era presente un solo servitore di Dio e che perciò Dio non poté far altro che salvare Lot e distruggere la città di Sodoma. I dialoghi sopracitati tra Dio e Abramo possono sembrare semplici, ma illustrano un concetto profondissimo: le azioni compiute da Dio si basano su principi e, prima di prendere una decisione, Egli passa molto tempo a osservare e deliberare; se i tempi non sono maturi, di sicuro Egli non prende nessuna decisione e non trae alcuna conclusione affrettata. I dialoghi tra Abramo e Dio mostrano che la decisione divina di distruggere Sodoma non fu per nulla sbagliata, giacché Dio sapeva che nella città non c’erano né quaranta giusti, né trenta, né venti. Non ce n’erano nemmeno dieci. Il solo giusto nella città era Lot. Tutto ciò che avveniva a Sodoma, e le relative circostanze, era sotto gli occhi di Dio ed Egli lo conosceva come il palmo della Propria mano. Quindi, la Sua decisione non avrebbe potuto essere sbagliata. Invece, in contrasto con l’onnipotenza di Dio, l’uomo è decisamente intorpidito, sciocco, ignorante e miope. Ecco cosa possiamo cogliere nei dialoghi tra Abramo e Dio. Dio ha reso nota la Sua indole dagli inizi fino ad oggi. Anche in questo caso, dovremmo cogliere l’indole di Dio. I numeri sono semplici, non dimostrano niente, ma qui troviamo un’espressione molto importante dell’indole di Dio. Egli non avrebbe distrutto la città per cinquanta giusti. Ciò è dovuto alla Sua misericordia? Oppure al Suo amore e alla Sua tolleranza? Avete notato questo aspetto dell’indole di Dio? Anche se ci fossero stati solo dieci giusti, grazie a loro Egli non avrebbe distrutto la città. Non si tratta forse della tolleranza e dell’amore divini? Per la Sua misericordia, la Sua tolleranza, e la Sua sollecitudine per questi giusti, Egli non avrebbe distrutto la città. Questa è la tolleranza di Dio. E quale risultato ne consegue in ultima analisi? Quando Abramo disse: “Forse, vi se ne troveranno dieci”, Dio disse: “Non la distruggerò”. Dopo questo, Abramo non disse altro, perché a Sodoma non c’erano i dieci giusti ai quali aveva alluso. Egli aveva esaurito gli argomenti e in quel momento si era reso conto del perché Dio avesse deciso di distruggere Sodoma. In questo episodio, quale aspetto dell’indole di Dio potete cogliere? Che tipo di decisione assunse? Decise che, se in città non vi fossero stati nemmeno dieci giusti, non le avrebbe consentito di continuare a esistere e avrebbe finito inevitabilmente col distruggerla. Non è forse questa l’ira di Dio? La Sua collera rappresenta la Sua indole? Tale indole è rivelazione della santa essenza di Dio? È rivelazione della Sua giusta essenza, che l’uomo non deve offendere? Avendo avuto conferma che a Sodoma non c’erano nemmeno dieci giusti, Dio non poteva far altro che distruggere la città e punirne duramente gli abitanti, perché si opponevano a Dio e perché erano così sordidi e corrotti.
Perché abbiamo analizzato così questi passi? Perché queste poche e semplici frasi manifestano pienamente l’indole di Dio, caratterizzata da grande misericordia e profonda ira. Pur tenendo in gran conto i giusti, mostrando loro misericordia, tollerandoli e prendendoSene cura, al tempo stesso Dio nutre nel Suo cuore un profondo disgusto per tutti coloro che si erano lasciati corrompere a Sodoma. Non si tratta forse di grande misericordia e profonda ira? In che modo Dio distrugge la città? Con il fuoco. E perché la distrugge ricorrendo al fuoco? Quando vedi una cosa arsa dal fuoco o tu stesso stai per bruciare qualcosa, che sentimenti provi? Perché desideri bruciare qualcosa? Senti che non ne hai più bisogno, che non vuoi più avere quella cosa davanti agli occhi? Vuoi rinunciarvi? L’uso che Dio fa del fuoco significa rinuncia, odio, e che Egli non voleva più avere Sodoma davanti agli occhi. Ecco l’emozione che spinse Dio a radere al suolo la città con il fuoco. L’uso del fuoco esprime semplicemente quanto Dio sia adirato. Certo, la misericordia e la tolleranza di Dio non vengono meno, ma la Sua santità e la Sua giustizia, quando scatena la Sua ira, mostrano altresì all’uomo l’intolleranza di Dio nei confronti di qualsiasi offesa. Quando l’uomo è totalmente capace di obbedire ai comandi di Dio e agisce secondo quanto Egli prescrive, Dio abbonda in misericordia verso di lui; ma se l’uomo si lascia colmare di corruzione, odio e inimicizia verso Dio, Egli Si adira profondamente. Quanto è profonda la Sua ira? La Sua collera durerà finché Egli non percepirà più la resistenza e le azioni malvagie dell’uomo, fino a quando queste cose non saranno più davanti ai Suoi occhi. Solo in quel momento l’ira di Dio scomparirà. In altri termini, a prescindere dalle persone, se il loro cuore si è allontanato da Dio e si è rivolto altrove per non tornare più indietro, allora, a prescindere da come, in apparenza o soggettivamente esse desiderino adorare Dio, seguirLo e obbedirGli nel loro corpo o nel loro pensiero, la Sua ira si scatena senza sosta. Quando Dio scatena completamente la Sua ira, dopo aver concesso agli uomini tutte le opportunità possibili, non ha più alcun modo di rimangiarSela, ed Egli non sarà mai più misericordioso e tollerante verso di loro. Questo è un tratto dell’indole di Dio che non tollera offese. In un caso di tal genere, sembra normale che Dio distrugga una città, giacché, ai Suoi occhi, una città piena di peccato non può esistere e continuare per la sua strada, ed è logico che debba essere distrutta da Dio. Tuttavia, in ciò che è successo prima e dopo la distruzione di Sodoma da parte di Dio, è possibile cogliere l’indole di Dio nella sua totalità. Egli è tollerante e misericordioso verso ciò che è positivo, bello e buono, ma Si adira profondamente con tutto ciò che è malvagio, peccaminoso e perverso, tanto che la Sua ira non può venir meno. Questi sono i due aspetti principali e più rilevanti dell’indole di Dio, rivelati peraltro da Dio dal principio alla fine: abbondante misericordia e profonda ira. La maggior parte di voi ha sperimentato in qualche misura la misericordia di Dio, ma pochi hanno assaggiato la Sua ira. È possibile vedere la misericordia e la benevolenza di Dio in ogni persona; Egli, cioè, è stato abbondantemente misericordioso nei confronti di tutti. Tuttavia, molto raramente, o forse mai, Dio Si è mostrato oggi profondamente adirato nei confronti di un membro o di una parte qualsiasi del vostro gruppo. Tranquilli! Prima o poi tutti vedranno e sperimenteranno l’ira di Dio, ma per ora non è ancora il momento. Perché? Perché quando Dio è costantemente adirato verso qualcuno, ovverosia quando scatena la Sua profonda ira contro di lui, ciò significa che Egli da tempo lo detesta e lo rifiuta, ne disdegna l’esistenza e non riesce più a sopportarla; non appena la Sua ira cadrà su costui, egli scomparirà. Oggi, l’opera di Dio non ha ancora raggiunto questo punto. Se Egli fosse profondamente adirato, nessuno di voi sarebbe in grado di sostenere la Sua ira. In questo momento, dunque, ai vostri occhi Dio non mostra altro che misericordia verso voi tutti e non avete ancora visto la Sua profonda ira. Se alcuni tra voi non ne sono ancora convinti, possono invocare su di sé l’ira di Dio, in modo da sperimentare di persona se la Sua ira e la Sua indole, che non tollera offese da parte dell’uomo, esistano veramente. Osereste farlo?
Chi è degli ultimi giorni vede l’ira di Dio solo nelle Sue parole, ma non la sperimenta realmente
È valso la pena condividere i due aspetti dell’indole di Dio riscontrabili in questi passi della Scrittura? Dopo aver ascoltato questa storia, avete acquistato una nuova comprensione di Dio? Che tipo di comprensione avete? Si potrebbe dire che, dai tempi della creazione fino ad oggi, nessun gruppo abbia beneficiato così tanto della grazia, della misericordia e della benevolenza di Dio quanto questo gruppo del tempo della fine. Sebbene, nella fase finale, Dio abbia compiuto l’opera di giudizio e di castigo, e l’abbia compiuta con maestà e ira, Dio Si limita quasi sempre a utilizzare parole per compiere la Sua opera; Egli ricorre a parole per insegnare, innaffiare, provvedere e nutrire. Nel frattempo, l’ira di Dio è stata tenuta costantemente nascosta, ed esclusa l’esperienza dell’aspetto collerico dell’indole di Dio manifestatosi nelle Sue parole, pochissimi hanno sperimentato la Sua ira di persona. Cioè, nel corso dell’opera divina di giudizio e castigo, sebbene l’ira di Dio rivelata nelle Sue parole consenta agli esseri umani di sperimentare la Sua maestà e la Sua intolleranza alle offese, tale genere di ira è solo verbale. In altri termini, Dio utilizza parole per rimproverare l’uomo, smascherarlo, giudicarlo, castigarlo e perfino condannarlo, ma non Si è ancora adirato profondamente con l’uomo e ha a malapena incominciato a scatenare la Sua ira su di lui se non attraverso le Sue parole. Quindi, la misericordia e la benevolenza di Dio sperimentate dall’uomo in questa età costituiscono la rivelazione della vera indole di Dio, mentre la Sua ira, sperimentata dall’uomo, è soltanto l’effetto del timbro e del tocco delle Sue parole. Molti ritengono erroneamente che un simile effetto costituisca la reale esperienza e la vera conoscenza dell’ira di Dio. Perciò, gran parte degli esseri umani crede di aver percepito la misericordia e la benevolenza di Dio nelle Sue parole, nonché la Sua intolleranza alle offese dell’uomo, e la maggior parte di loro è giunta addirittura a prendere coscienza della misericordia di Dio e della Sua tolleranza nei confronti dell’uomo. Tuttavia, per quanto il comportamento dell’uomo possa essere cattivo, o per quanto corrotta possa essere la sua indole, Dio ha continuato a sopportare. Così facendo, Egli resta in attesa che le parole che ha pronunciato, gli sforzi che ha compiuto e il prezzo che ha pagato sortiscano un effetto in coloro che desidera far Suoi. L’attesa di un esito del genere richiede tempo ed esige la creazione di diversi ambienti per l’uomo, così come non si diventa adulti appena nati; ci vogliono diciotto o diciannove anni, e per alcuni addirittura venti o trent’anni, per poter diventare pienamente adulti. Dio attende che questo processo si realizzi pienamente, che giungano il tempo e gli esiti auspicati. Nel tempo dell’attesa la Sua misericordia sovrabbonda. Tuttavia, durante il periodo dell’opera di Dio, un esiguo numero di persone viene colpito, e alcuni vengono puniti a causa della loro grave opposizione a Dio. Tali esempi costituiscono una prova ancora più grande dell’indole di Dio, che non tollera l’offesa dell’uomo, e confermano del tutto la concreta esistenza della tolleranza e della sopportazione di Dio nei confronti dei prescelti. Come è ovvio, in questi esempi emblematici, la rivelazione di parte dell’indole di Dio in tali persone non influisce sul Suo piano di gestione globale. In realtà, in questa fase finale dell’opera di Dio, Egli ha sopportato per tutto il periodo in cui ha atteso, e in cambio della Sua pazienza e della Sua vita ha ottenuto la salvezza di coloro che Lo seguivano. Lo vedete? Dio non sconvolge il Suo piano senza motivo. Egli può scatenare la Sua ira ma può anche essere misericordioso: così rivela i due aspetti principali della Sua indole. Vi è chiaro? In altri termini, quando si tratta di Dio, tutto ciò che è corretto o sbagliato, giusto o ingiusto, positivo o negativo, viene mostrato chiaramente all’uomo. Tutto ciò che Egli farà, che ama, che odia, si riflette direttamente nella Sua indole. Tali cose possono essere colte altresì in modo molto ovvio e chiaro nell’opera di Dio e non sono né vaghe né generiche; al contrario, esse consentono a tutti di vedere l’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è in un modo particolarmente concreto, veritiero e pratico. Questo è il vero Dio Stesso.
L’indole di Dio non è mai stata celata all’uomo: è il cuore dell’uomo che si è allontanato da Dio
Se non condividessi queste cose, nessuno di voi riuscirebbe a discernere la vera indole di Dio nei racconti della Bibbia: è un dato di fatto. Perché sebbene i racconti biblici riportino alcune delle cose che Dio ha fatto, Egli ha pronunciato solo poche parole e non ha presentato direttamente la Sua indole o reso noto apertamente il Suo volere all’uomo. Le generazioni successive hanno ritenuto semplici leggende queste narrazioni; per questo sembra che Dio Si nasconda all’uomo, non tanto occultando la Propria persona, quanto piuttosto la Sua indole e il Suo volere. Dopo la Mia condivisione odierna, pensate ancora che Dio Si nasconda completamente all’uomo? Credete ancora che l’indole di Dio gli sia nascosta?
Fin dal tempo della creazione, l’indole di Dio è sempre stata al passo con la Sua opera. Essa non è mai stata nascosta all’uomo, ma gli è stata resa completamente nota e spiegata nei dettagli. Tuttavia, con il passar del tempo, il cuore dell’uomo si è allontanato ancora di più da Dio e, a mano a mano che la corruzione dell’uomo diventava più profonda, l’uomo e Dio sono diventati sempre più distanti. Lentamente ma inesorabilmente, l’uomo è scomparso agli occhi di Dio, è diventato incapace di “vedere” Dio e così è rimasto senza “notizie” a Suo riguardo; egli non sa, di conseguenza, se Dio esista o meno, e si spinge addirittura a negarNe completamente l’esistenza. Perciò, il fatto che l’uomo non comprenda l’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è non è causato dal fatto che Dio Si nasconda all’uomo, ma avviene perché il cuore dell’uomo si è allontanato da Dio. Sebbene l’uomo creda in Dio, il suo cuore è senza Dio ed egli non sa né vuole amarLo, giacché il suo cuore non si avvicina mai a Dio e, anzi, Lo evita costantemente. Ne consegue che il cuore dell’uomo è distante da Dio. Ma allora dov’è? In realtà, il cuore dell’uomo non è andato da nessuna parte: invece di dare il proprio cuore a Dio o di rivelarlo a Lui affinché Egli possa vederlo, l’uomo lo ha serbato per se stesso. E questo nonostante alcuni preghino spesso Dio dicendo: “O Dio, scruta il mio cuore, Tu sai tutto ciò che penso”, e alcuni addirittura giurino di lasciare che Dio li osservi e di desiderare di essere puniti qualora non terranno fede al loro giuramento. Anche se l’uomo consente a Dio di guardargli nel cuore, ciò non significa che l’uomo sia capace di obbedire alle Sue istruzioni e disposizioni, o che egli abbia posto nelle mani di Dio il suo destino, le sue speranze e tutto il resto. Quindi, a prescindere dai giuramenti che hai fatto a Dio o da quanto Gli hai dichiarato, agli occhi di Dio il tuo cuore continua a essere chiuso a Lui, dato che Gli consenti solamente di osservarlo senza permetterGli di controllarlo. In altri termini, non hai affatto donato il tuo cuore a Dio e sai solo pronunciare belle parole affinché Dio le ascolti; nel contempo, Gli nascondi le tue reiterate intenzioni ingannevoli, insieme ai tuoi intrighi, le tue trame e i tuoi piani, e tieni stretti speranze e destino nelle tue mani, temendo nel profondo che ti possano essere strappati da Dio. Così, a Dio non è mai dato di vedere la sincerità dell’uomo nei Suoi confronti. Sebbene Egli scruti le profondità del cuore umano, possa vedere ciò che l’uomo pensa e desidera fare nel suo cuore, e possa inoltre vedere cosa non lasci trapelare dall’intimo, il cuore dell’uomo non appartiene a Dio, ed egli non l’ha affidato al Suo controllo. In altre parole, Dio ha il diritto di osservare, ma non di controllare. Nella sua coscienza soggettiva, l’uomo non vuole o non intende abbandonarsi alle disposizioni di Dio. Non solo egli si è isolato da Dio, ma vi è addirittura chi studia modi per mascherare il proprio cuore, ricorrendo ad abili parole e all’adulazione al fine di creare false impressioni, di guadagnarsi la fiducia di Dio e nascondere il proprio volto autentico al Suo sguardo. Non lasciando trapelare a Dio la verità, chi si comporta così mira a far sì che Dio non veda come è veramente. Costoro non desiderano donare il loro cuore a Dio, ma vogliono serbarlo per se stessi. Il sottinteso è che ciò che l’uomo fa e vuole è interamente pianificato, calcolato e deciso dall’uomo stesso; egli non necessita della partecipazione o dell’intervento di Dio, e ancor meno delle Sue istruzioni e disposizioni. Così, sia in relazione ai comandi di Dio, al Suo mandato o a ciò che Egli prescrive all’uomo, le decisioni di quest’ultimo si basano sulle sue intenzioni e i suoi interessi, sul suo stato e le circostanze del momento. L’uomo usa sempre la conoscenza e la comprensione che gli sono familiari, nonché il suo intelletto, per giudicare e scegliere la strada che desidera percorrere, e non fa spazio all’intervento o al controllo di Dio. Ecco il cuore dell’uomo dal punto di vista di Dio.
Dal principio fino ad oggi, solo l’uomo è stato capace di parlare con Dio. In altri termini, tra tutti i viventi e le creature di Dio, solo l’uomo è stato in grado di conversare con Lui. L’uomo ha orecchi che gli consentono di ascoltare e occhi che gli consentono di vedere; usa un linguaggio, idee proprie e libero arbitrio. Egli possiede tutto ciò che è necessario per ascoltare le parole di Dio, comprenderNe la volontà e accettarNe il mandato. Per questo Dio affida tutti i Suoi desideri all’uomo, giacché vuole renderlo Suo compagno, con gli stessi Suoi pensieri e in grado di camminare con Lui. Da quando ha avviato la Sua gestione, Dio ha atteso che l’uomo Gli donasse il suo cuore, in modo che Egli potesse purificarlo e prepararlo, onde renderlo gradito a Dio e amato da Lui, per fare in modo che l’uomo temesse Dio e fuggisse il male. Dio ha sempre desiderato e atteso un tale esito.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”
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