Cos’è l’ipocrisia?
Parole di Dio attinenti:
Dato che i farisei sono ipocriti, tutto ciò che si manifesta e si rivela in loro è falso; è tutta finzione, non è il loro vero volto. Il loro vero volto è nascosto nei loro cuori, non si vede. Se le persone non perseguono la verità, e se non la comprendono, allora cosa diventano le teorie che hanno acquisito? Non diventano forse le lettere e le dottrine a cui la gente spesso si riferisce? Le persone usano queste cosiddette dottrine giuste per camuffarsi e presentarsi in maniera impeccabile. Ovunque vadano, le cose di cui parlano, le cose che dicono e il loro comportamento esteriore appaiono agli altri giusti e buoni; sono tutti in linea con le nozioni e i gusti umani. Agli occhi degli altri, queste persone sono sia devote che umili, capaci di sopportare e tollerare, e sono in grado di amare gli altri e Dio. In realtà, però, tutto questo è falso; è solo una finzione e un modo in cui si presentano. Esteriormente sembrano fedeli a Dio, ma in realtà stanno solo recitando per farsi vedere dagli altri. Quando nessuno guarda, non sono minimamente leali, e tutto ciò che fanno è superficiale. Apparentemente, hanno rinunciato alla famiglia e alla carriera, e sembrano lavorare sodo e sacrificarsi; in realtà, però, approfittano segretamente della Chiesa e rubano le offerte. Tutto ciò che rivelano esteriormente, tutto il loro comportamento, è falso. Questo è ciò che si intende per fariseo ipocrita. Da dove vengono i “farisei”, queste persone? Emergono tra i miscredenti? Tutti loro emergono tra i credenti. Perché questi credenti si trasformano così? Potrebbero essere state le parole di Dio a renderli così? (No.) Qual è la ragione? La causa è il cammino che hanno intrapreso. Hanno preso le parole di Dio come uno strumento di cui armarsi; si armano di queste parole, trattandole come un capitale con cui assicurarsi una vita e ottenere qualcosa senza offrire nulla in cambio. Si limitano a predicare dottrine, ma non hanno mai messo in pratica quelle parole. Che razza di persone sono quelle che continuano a predicare parole e dottrine pur non avendo mai seguito la via di Dio? Sono farisei ipocriti. Quel poco di presunto buon comportamento e di buoni modi di esprimersi, e quel poco a cui hanno rinunciato e che hanno speso, sono interamente forzati; tutti questi sono solo atti che mettono in scena. Sono del tutto falsi; tutte quelle azioni sono finzioni. Nel cuore di queste persone non c’è la minima riverenza nei confronti di Dio, e non posseggono nemmeno una vera fede in Dio. Per di più, sono annoverabili tra i miscredenti. Se le persone non perseguono la verità, allora percorreranno questo tipo di cammino, e diventeranno farisei. Non è spaventoso?
Tratto da “Sei indicatori di crescita nella vita” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
In Israele, “fariseo” era una sorta di titolo. Perché invece adesso è un’etichetta? È così perché i farisei sono diventati rappresentativi di un genere di persone. Quali sono le caratteristiche di questo genere di persone? Sono persone che intonano slogan, sono abili a fingere, a infiocchettare, a celare il loro vero io, e affettano una grande nobiltà, grande santità e rettitudine, grande correttezza e onore. Ne consegue che non praticano minimamente la verità. Come agiscono? Leggono la Scrittura, predicano, insegnano agli altri a fare il bene e a non fare il male, a non resistere a Dio, e si comportano bene di fronte agli altri, ma rubano le offerte alle loro spalle. Il Signore Gesù una volta disse che filtrano il moscerino e ingoiano il cammello. Significa che in apparenza tutto il loro comportamento sembra buono: intonano slogan con ostentazione, danno voce a nobili teorie e le loro parole suonano piacevoli, ma le loro azioni sono un caos disordinato, del tutto opposte a Dio. I loro comportamenti e il loro aspetto esteriore sono tutta una finzione, una frode; in cuor loro, non hanno il minimo amore per la verità, né per le cose positive. Sono stufi della verità, stufi di tutto ciò che viene da Dio e stufi delle cose positive. Che cosa amano? Amano la giustizia e la rettitudine? (No.) Da cosa si capisce che non amano queste cose? (Il Signore Gesù diffuse il Vangelo del Regno dei Cieli ed essi non solo rifiutarono di accoglierlo, ma lo condannarono.) In mancanza della loro condanna, lo si sarebbe potuto mai capire? Prima che il Signore Gesù venisse per compiere la Sua opera, cosa vi avrebbe indicato che costoro non amavano la giustizia e la rettitudine? Non sareste stati in grado di capirlo, vero? Tutto il loro comportamento è una finzione, e usano questa messa in scena della buona condotta per defraudare gli altri della loro fiducia. Non è forse ipocrisia e inganno? Gli ingannatori di questa fatta possono amare la verità? Qual è lo scopo nascosto di questa loro buona condotta? Per un verso, il loro obiettivo è imbrogliare gli altri; per l’altro verso, è ingannarli, accattivarseli ed essere adorati da loro, ricevendo, in ultima istanza, delle ricompense. Quanto saranno astute le loro tecniche per mettere a segno un così grande raggiro? Dunque, le persone di questo genere amano la giustizia e la rettitudine? Certo che no. Amano il prestigio, amano la fama e la fortuna, e desiderano ricevere ricompense. Non mettono affatto in pratica le parole di Dio intese a insegnare alle persone. Non ne vivono neanche la minima parte; si limitano a camuffarsi e presentarsi bene per ingannare le persone e accattivarsele, per consolidare il prestigio e la reputazione. Una volta assicurate queste cose, le usano per procurarsi capitale e una fonte di reddito. Non è una cosa spregevole? In tutti questi loro comportamenti si può vedere che la loro essenza è non amare la verità, perché non la mettono mai in pratica. Qual è il segno del fatto che non mettono in pratica la verità? Il segno principale è questo: il Signore Gesù venne per compiere la Sua opera e tutto ciò che diceva era giusto, tutto ciò che diceva era la verità. E loro come reagivano? (Non l’accettavano.) Non accettavano le parole del Signore Gesù perché pensavano che fossero sbagliate o non le accettavano pur sapendo che erano giuste? (Non le accettavano pur sapendo che erano giuste.) E cosa potrebbe esserne la causa? Non amano la verità e aborrono le cose positive. Tutto quello che il Signore Gesù disse era corretto, privo di errori; e, sebbene non riuscissero a trovare nelle parole del Signore Gesù alcun difetto da usare contro di Lui, Lo condannarono e poi congiurarono: “FateLo crocifiggere. O Lui o noi”. In questo modo, si misero contro il Signore Gesù. Benché non credessero che il Signore Gesù fosse il Signore, Lui era una brava persona che non aveva infranto né le leggi giuridiche né le leggi di Jahvè[a]; perché allora condannarono il Signore Gesù? Perché Lo trattarono così? Lo si vede dalla perfidia e crudeltà di queste persone: sono estremamente malvagie! Il volto malvagio che rivelano i farisei non potrebbe essere più diverso dal loro camuffamento da persone gentili. Molti non riescono a discernere tra il loro vero volto e la falsità, ma la manifestazione e l’opera del Signore Gesù li smascherarono tutti. Come sono bravi i farisei a camuffarsi, come sembrano gentili esteriormente: se i fatti non fossero stati rivelati, nessuno riuscirebbe a vederli per quello che sono.
Tratto da “La parte più importante del credere in Dio è mettere in pratica la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Nel termine “impersonare”, la radice è “persona” nel senso di “personaggio”. Allora, quale personaggio interpretano gli anticristi? Chi fingono di essere? La loro interpretazione, naturalmente, va a beneficio del prestigio e della reputazione. Non è possibile separarla da questi aspetti, altrimenti loro non adotterebbero tale finzione: certamente non farebbero nulla di così sciocco. Dato che questo comportamento è considerato riprovevole, disgustoso e ripugnante, perché continuano ad adottarlo? Indubbiamente, hanno le loro mire e motivazioni: sono qui coinvolte intenzioni e motivazioni. Se gli anticristi vogliono acquisire prestigio agli occhi degli altri, devono far sì che queste persone nutrano grande considerazione per loro. E come si raggiunge questo scopo? Oltre ad adottare comportamenti ed espressioni che, secondo le concezioni delle persone, sono ritenuti validi, gli anticristi fanno uso anche di certi comportamenti e immagini che gli altri considerano nobili, per far sì che essi li guardino con ammirazione. Spesso nelle Chiese si incontrano persone che fingono di essere spirituali, perciò gli altri pensano che credano in Dio da tanti anni e siano molto spirituali. E non si considerano forse meravigliosi e grandiosi coloro che sono spirituali? (Sì.) Qualunque genere di personaggio interpretino gli anticristi, deve essere di quel tipo che gli altri considerano valido, grandioso e nobile, altrimenti non lo interpreterebbero. Gli altri li guarderebbero forse con ammirazione se impersonassero Satana? Se impersonassero un bullo, un delinquente, un malavitoso, una prostituta, gli altri li guarderebbero forse con ammirazione? (No.) Se dicessero di essere un fariseo o un giuda, gli altri non li respingerebbero? (Sì.) Simili persone sono chiaramente considerate negative, cattive. Gli anticristi non le impersonerebbero mai. E, allora, chi impersonano? Coloro che dagli altri sono considerati grandiosi, validi, meravigliosi. In primo luogo, vi sono coloro che nelle Chiese credono in Dio da molti anni, possiedono esperienza e testimonianza spirituale, hanno ricevuto la grazia e le benedizioni di Dio, hanno sperimentato segni e prodigi, hanno contemplato grandi visioni, hanno avuto esperienze eccezionali; alcuni, inoltre, quando sono con gli altri, sanno esprimere molte parole vuote, andando avanti a cianciare per due o tre ore o anche più; vi sono alcuni i cui modi, metodi e principi nel fare le cose si attengono alle regole della Chiesa; e poi vi sono coloro che sembrano avere grande fede in Dio e sono definiti persone spirituali. Allora, gli anticristi come interpretano le persone spirituali? Fanno semplicemente le stesse identiche cose, in modo che gli altri li considerino spirituali. E, quando fanno queste cose, vengono loro spontaneamente, dal cuore? No. Gli anticristi stanno solo imitando, seguendo regole. E qualcosa di ciò che fanno sembra agli altri un comportamento giusto. Per esempio, quando si imbattono in una questione, sono lesti a pregare, ma, così facendo, fingono. In realtà, non stanno realmente ricercando e pregando; cercano solo di indurre gli altri a dire che loro amano Dio e nutrono grande riverenza per Lui e, quando si imbattono in qualche questione, si dedicano alla preghiera. Per di più, anche se si ammalano gravemente, non vanno a cercare assistenza medica né prendono farmaci quando dovrebbero. Gli altri dicono: “Se non prendi farmaci, la tua malattia potrebbe peggiorare. Vi è un tempo per la preghiera e vi è un tempo per la medicina. Devi solo seguire la tua fede e non trascurare il tuo dovere”. Essi rispondono: “Va bene così: Dio è con me, non ho paura”. Esteriormente fingono di essere calmi e impavidi e ricolmi di fede, ma interiormente sono terrorizzati da morire; in privato prendono una pillola dopo l’altra e di nascosto corrono dal medico non appena avvertono qualche disturbo. Se gli altri li scoprono mentre prendono un farmaco e domandano che cosa sia, rispondono: “Sto prendendo degli integratori. Mi danno energia, così non rallento quando compio il mio dovere”. Dicono inoltre: “La malattia è una prova inviata da Dio. Quando viviamo nella malattia, ci ammaliamo; quando viviamo nelle parole di Dio, la malattia svanisce. Non dobbiamo vivere nella malattia; se viviamo nelle parole di Dio, la malattia scomparirà”. Ecco che cosa insegnano spesso all’apparenza, usando le parole di Dio per aiutare gli altri. Ma, quando succede loro qualcosa, privatamente cercano di risolverla con i loro mezzi. Esteriormente continuano a dire: “Affidatevi a Dio in tutte le cose, tutto è nelle mani di Dio”. Ma non è in realtà ciò che fanno in privato. Non hanno vera fede. Quando si imbattono in una questione, davanti agli altri pregano e dicono di sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, e affermano che tale questione proviene da Dio e non bisogna lamentarsi. Ma nel loro cuore, frattanto, pensano: “Sono così devoto e mi impegno tanto nel compiere il mio dovere, come mai vengo colpito da questa malattia? E come mai non l’ha presa nessun altro?” Non osano esprimere lamentele, ma, nel loro cuore, emergono dubbi riguardo a Dio; a loro sembra che non tutto ciò che Dio fa sia giusto. Esteriormente, però, danno l’impressione che vada tutto bene, che, pur essendosi ammalati, non vengano rallentati dalla malattia, che siano ugualmente in grado di compiere il loro dovere, che abbiano ancora fede e possano continuare a spendersi per Dio. Quando si osserva che stanno recitando, si dimostra che il loro comportamento è contaminato. La fede e l’obbedienza di tali persone sono false, al pari della loro lealtà. Qui non vi è vera obbedienza, né vera fede, tanto meno queste persone si affidano veramente a Dio ponendo le questioni nelle Sue mani. A loro non importa che cosa venga disposto da Dio, né quale sia la volontà di Dio; non esaminano la propria corruzione, non esaminano quale sia il loro problema, né cercano di risolvere i problemi, ma esteriormente fingono di non essere rallentati da nulla, di essere in grado di sottomettersi, avere fede e restare saldi. Nel loro cuore, però, pensano: “Questa malattia mi ha colpito perché Dio mi odia? E, adesso che mi odia, io sono forse un servitore? Dio mi sta usando affinché io Gli presti servizio? Ho ancora una fine? Dio sta usando questa situazione per mettermi a nudo, per impedirmi di compiere questo dovere?” Ecco che cosa pensano nel loro cuore, mentre esteriormente assumono la finzione di persone spirituali, dicendo: “Dietro tutto questo vi sono le intenzioni benevole di Dio”; e, quando succede loro qualcosa, non si lamentano. Non si lamentano apertamente, ma la loro mente è sconvolta come un mare in tempesta; arrivano allo stesso tempo le lamentele nei confronti di Dio e i dubbi e gli interrogativi riguardo a Lui. Esteriormente queste persone continuano a leggere le parole di Dio e sono sollecite nel compiere il loro dovere, ma nel loro cuore hanno già abbandonato il proprio dovere. Questo non significa forse fingere?
Tratto da “Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte decima)” in “Smascherare gli anticristi”
Qualunque sia l’ambiente o dovunque stiano compiendo il loro dovere, gli anticristi danno l’impressione di non essere deboli, di nutrire il massimo amore per Dio, di essere ricolmi di fede in Lui, di non essere mai stati negativi, nascondendo agli altri il reale atteggiamento e la reale opinione che nutrono nel profondo del loro cuore in merito alla verità e a Dio. Di fatto, nel profondo del loro cuore, considerano davvero di avere una potenza assoluta? Ritengono davvero di non avere alcuna debolezza? No. Allora, sapendo di possedere debolezza, spirito ribelle e indole corrotta, perché davanti agli altri parlano e si comportano in questo modo? Il loro scopo è ovvio: semplicemente tutelare il proprio prestigio fra gli altri e davanti agli altri. Ritengono che, se davanti agli altri si dimostrassero apertamente negativi, se dicessero apertamente cose che manifestano debolezza e spirito ribelle, e parlassero di conoscere sé stessi, ciò nuocerebbe al loro prestigio e alla loro reputazione, sarebbe una perdita. Preferirebbero, perciò, morire anziché dire di essere deboli e negativi e di non essere perfetti ma soltanto persone comuni. Pensano che, se ammettessero di avere un’indole corrotta, di essere persone comuni, esseri piccoli e insignificanti, perderebbero prestigio agli occhi degli altri. E così, qualunque cosa accada, non riescono a rinunciare a tale prestigio, anzi fanno il possibile per preservarlo. Ogni volta che si imbattono in un problema, si fanno avanti; ma, non appena vedono che potrebbero essere messi a nudo, che gli altri potrebbero scrutarli nel profondo, subito si nascondono. Si vi è qualche spazio di manovra, se hanno ancora la possibilità di mettersi in mostra, di fingere di essere esperti, di conoscere e capire la questione, e di saper risolvere il problema, si affrettano a cogliere l’occasione per guadagnarsi l’apprezzamento degli altri, per far sapere di essere esperti nel settore in questione. Se, in una certa situazione, qualcuno domanda loro che cosa capiscano di una questione e quale sia la loro opinione, sono reticenti e lasciano parlare prima gli altri. Vi è un motivo per questa reticenza: non è che non abbiano un’opinione, ma temono che esprimendosi schiettamente perderanno la faccia oppure diranno qualcosa di ignorante o banale su cui nessuno sarà d’accordo. Questo è un motivo. Un altro è che non hanno un’opinione e non osano parlare in maniera arbitraria. Per questi due motivi o molti altri, evitano di parlare e di esprimere il loro punto di vista, temono di mostrare il loro vero volto, hanno paura di svelare la loro reale levatura e il loro vero punto di vista e nuocere così all’immagine che gli altri si sono fatti di loro. E così, quando gli altri tengono condivisioni sui loro punti di vista, pensieri e modi di intendere, queste persone si impadroniscono delle affermazioni di qualcun altro, affermazioni che sono più intelligenti e sostenibili, e le fanno proprie, le distillano e tengono condivisioni su queste; e, così facendo, acquisiscono agli occhi degli altri la loro elevata posizione. Quando viene il momento di esprimere realmente un punto di vista, non si aprono mai con gli altri in merito alla propria reale condizione, né fanno conoscere ciò che veramente pensano, come sia la loro levatura, come sia la loro umanità, come sia la loro capacità di comprensione, se abbiano una vera conoscenza della verità. E così, mentre si vantano e fingono di essere spirituali, di essere persone perfette, fanno il possibile per mascherare il loro vero volto e la loro reale levatura. Non svelano mai ai fratelli e alle sorelle le proprie debolezze, né riconoscono mai le proprie carenze e i propri punti deboli; anzi, fanno il possibile per mascherarli. Se gli altri domandano: “Tu credi in Dio da tanti anni; hai mai avuto dubbi riguardo a Dio?”, essi rispondono: “No”. Se viene loro domandato: “Hai pianto quando sono morti alcuni tuoi familiari?”, essi rispondono: “No, non ho versato nemmeno una lacrima”. Se viene loro domandato: “Tu credi in Dio da tanti anni, hai rinunciato a tante cose e ti sei speso tanto; hai mai avuto rimpianti?”, essi rispondono: “No”. Se viene loro domandato: “Quando eri ammalato e non c’era nessuno a prendersi cura di te, eri turbato, sentivi nostalgia di casa?”, essi rispondono: “Mai”. Si ritraggono così resistenti, risoluti, capaci di fare sacrifici, capaci di spendersi, persone inattaccabili, prive di difetti. E come reagiscono se dici loro quali sono i loro difetti, aprendoti e tenendo condivisioni con loro come qualunque fratello o sorella? Fanno il possibile per difendersi e giustificarsi, per salvare la situazione, per sminuire ciò che hai detto, per indurti a ritrattarlo e, in definitiva, a riconoscere che loro non hanno tale problema e sono sempre quelle persone spirituali perfette come pensano gli altri. Non è forse tutta una finzione? Coloro che ritengono di essere perfetti e in possesso di una potenza assoluta stanno solo fingendo. Perché dico che stanno fingendo? Perché li considero tutti della stessa razza? Qualcuno è forse perfetto? Qualcuno possiede una potenza assoluta? Che cosa significa “potenza assoluta”? Vuol dire onnipotente? Nessuno in questo universo ha una potenza assoluta; soltanto Dio la ha, soltanto Dio è onnipotente. Allora, che cosa sono quanti affermano di avere una potenza assoluta ed essere onnipotenti? Sono l’arcangelo, sono i demoni, e sono gli anticristi fra gli uomini. Gli anticristi fingono di avere una potenza assoluta, di essere perfetti. Gli anticristi conoscono sé stessi? (No.) Non conoscono sé stessi, e allora possono forse tenere condivisioni su come conoscere sé stessi? (Alcuni ipocriti sì.) Giusto; queste persone fingono di tenere condivisioni su come conoscere sé stessi. Allora, qual è la differenza tra le loro condivisioni su come conoscere sé stessi e conoscere veramente sé stessi? (Gli ipocriti tengono condivisioni su come conoscere sé stessi per far sì che gli altri abbiano un’elevata opinione di loro, per mostrare il proprio lato migliore. Coloro che veramente conoscono sé stessi tengono condivisioni e analizzano la propria indole corrotta, acquisendo una vera conoscenza di sé e giungendo a manifestare certi rimpianti nutrendosi delle parole di Dio.) Vi è una differenza. Quando gli anticristi parlano di conoscere sé stessi, si spiegano e si giustificano usando alcuni aspetti di sé che tutti conoscono e vedono, cosicché gli altri pensano che abbiano ragione, hanno un’elevata opinione di loro e ritengono che queste persone conoscano sé stesse anche se in loro non c’è molto che non vada, e che sappiano comunque presentarsi davanti a Dio per ammettere i propri errori e pentirsi. Qual è il loro scopo? Ingannare gli altri. Non stanno affatto analizzando la loro indole corrotta affinché gli altri possano apprendere qualcosa. Che effetto ottengono quando usano la conoscenza di sé stessi per far sì che gli altri abbiano un’opinione elevata di loro? Ingannano gli altri. Come può essere questo un conoscere sé stessi? È un imbrogliare gli altri, usare l’affermazione e la pratica del conoscere sé stessi per ingannare gli altri e far sì che essi abbiano un’elevata opinione di tali persone.
Tratto da “Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte decima)” in “Smascherare gli anticristi”
Gli anticristi sono bravissimi a coltivare certi buoni comportamenti e certe massime e ad attenersi a determinate regole; questo è il loro punto forte. Ed è una cosa che hanno nelle ossa, vale a dire, è la loro essenza. Le cose in cui eccellono non sono la ricerca positiva e le aspirazioni profonde del cuore, ma ciò che appare buono e giusto solo esteriormente; la loro essenza e la loro indole, ossia ciò che avviene profondamente in loro, sono proprio l’opposto del loro comportamento esteriore. Alcuni anticristi, per esempio, nel parlare e nell’interagire con gli altri sembrano gentili e umili, non dicono mai cose offensive, cercano sempre di preservare la dignità degli altri, non mettono a nudo le manchevolezze degli altri né li giudicano o li condannano a casaccio, e, quando qualcuno si scoraggia o diventa debole, offrono tempestivamente un aiuto. Danno l’impressione di essere cordiali e gentili, brave persone. Quando qualcuno è in difficoltà, talvolta lo aiutano con le parole, talvolta gli danno anche un po’ di forza; vi sono perfino occasioni in cui vengono in soccorso donando denaro o beni materiali. Osservato dall’esterno, un simile comportamento è buono? A parere di molti, queste sono persone con cui si desidera entrare in contatto e con cui legare; simili persone non costituirebbero per gli altri alcun genere di minaccia o intralcio e potrebbero perfino essere di aiuto, con assistenza materiale o morale o anche con un aiuto di natura dottrinale per l’accesso alla vita e così via. Esteriormente simili persone non fanno nulla di male e non sono di ostacolo agli altri. Sembrano apportare un’armonia eccezionale in qualunque gruppo si trovino; con la loro guida e mediazione, tutti appaiono contenti, le persone vanno d’accordo, non hanno litigi né dispute e godono di un ottimo rapporto fra loro. Quando tali persone sono presenti, tutti constatano come vadano d’accordo fra loro, quanto siano vicini. Quando se ne vanno, alcuni cominciano a dissentire fra loro durante le riunioni, si ostracizzano a vicenda, diventano gelosi e litigiosi; ma, quando fra loro arriva l’anticristo per mediare, tutti smettono di litigare. Gli anticristi sembrano bravi nel loro lavoro, ma un aspetto dimostra chiaramente in che cosa consista il loro “lavoro”. Sotto la loro guida e direzione, le persone hanno appreso a socializzare, a scambiarsi parole gentili e ad adulare gli altri, a dire in faccia solo cose belle, a non dire ciò che è vero e a non urtare i sentimenti altrui. In che cosa hanno trasformato la Chiesa? In un gruppo sociale. Quando gli anticristi hanno condotto i fratelli e le sorelle su questo cammino, pensano di meritare grande fiducia, di aver fatto per i fratelli e le sorelle qualcosa di davvero meritorio, un atto di grande importanza, di essere stati di enorme aiuto per loro. Spesso insegnano ai fratelli e alle sorelle a essere umili, a essere raffinati ed eleganti nel parlare, ad assumere una certa posizione quando stanno seduti o in piedi, dove dirigere lo sguardo nel parlare, che abbigliamento indossare. Ciò che spesso insegnano ai fratelli e alle sorelle non è come capire la verità o accedere alla realtà della verità, ma piuttosto come seguire le regole e comportarsi bene. Sotto la loro guida, le interazioni fra le persone si fondano non sulla verità o sui principi della verità ma su una filosofia interpersonale di essere gentili con gli altri. Esteriormente nessuno urta i sentimenti degli altri, nessuno ne menziona le manchevolezze. Nessuno, però, dice mai ciò che realmente pensa, nessuno apre il proprio cuore per tenere una condivisione sulla propria corruzione e disobbedienza, né sulle proprie manchevolezze e trasgressioni; invece, a livello superficiale, continuano a cianciare su chi abbia sofferto e pagato un prezzo, chi sia stato leale nel compiere il proprio dovere, chi sia stato in grado di apportare un beneficio ai fratelli e alle sorelle, chi offra grandi contributi alla casa di Dio, chi sia stato incarcerato e condannato: queste sono le cose di cui parlano. Gli anticristi non si limitano ad adottare un buon comportamento (umiltà esteriore, pazienza, tolleranza, aiuto agli altri in ogni modo) per travestirsi e camuffarsi, ma, allo stesso tempo, cercano anche di offrire un esempio personale che contagi gli altri con questo buon comportamento e li induca a emularlo. Lo scopo di questo buon comportamento non è altro che indurre gli altri a prestare attenzione a loro, al fatto che, quando nella Chiesa molti parlano della propria indole corrotta e qualcuno tra i fratelli e le sorelle indica come qualcun altro abbia un’indole corrotta e sappia affrontarla, soltanto gli anticristi sono umili e pazienti, soltanto loro sono tolleranti nei confronti di tutti, non sottopongono nessuno a trattamento o potatura, né mettono a nudo le manchevolezze di nessuno, e vanno armoniosamente d’accordo con tutti; soltanto loro sono le brave persone all’interno della Chiesa. Questo è un tipo di comportamento falso manifestato dagli anticristi.
Tratto da “Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte decima)” in “Smascherare gli anticristi”
Alcune persone si armano soltanto di certe verità per le emergenze o per rinunciare a se stesse e aiutare gli altri, e non per risolvere i propri guai; noi le chiamiamo “persone altruiste”. Considerano gli altri come dei burattini della verità e se stessi come i suoi maestri, che insegnano agli altri a tenersela stretta e a non essere passivi, mentre loro stessi rimangono come spettatori in disparte. Che genere di individui sono mai questi? Si muniscono di qualche parola di verità ma la usano solo per fare la predica agli altri, mentre non fanno proprio nulla per impedire a se stessi di andare incontro alla distruzione. Come sono patetici! Se le loro parole possono aiutare gli altri, allora perché tali parole non riescono ad aiutare anche loro? Dovremmo etichettarli come ipocriti privi di qualsiasi realtà. Forniscono parole di verità agli altri e chiedono loro di metterle in pratica, ma non fanno alcuno sforzo per praticarle di persona. Non sono spregevoli? Evidentemente loro per primi non sanno farlo, eppure costringono gli altri a mettere in pratica le parole di verità. Che metodo crudele! Non stanno usando la realtà per aiutare gli altri; non stanno provvedendo agli altri con amore. Stanno soltanto ingannando e danneggiando la gente. Se questo dovesse continuare, con ogni persona che trasmette le parole di verità al prossimo, non finiranno tutti per pronunciare meramente le parole di verità, essendo allo stesso tempo incapaci di praticarla? Come possono uomini simili essere trasformati? Non riconoscono affatto i loro problemi; come può esserci una via per loro?
Tratto da “Coloro che amano la verità hanno una via da seguire” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Alcuni uomini hanno una propensione ad attirare l’attenzione su di sé. In presenza dei loro fratelli e sorelle, dicono di essere in debito con Dio, ma dietro le loro spalle non praticano la verità e fanno tutto il contrario. Costoro non sono forse farisei religiosi? Un uomo che ama veramente Dio e possiede la verità è leale a Dio, ma esteriormente non si mostra tale. Intende praticare la verità quando si presentano dei problemi e non parla né agisce in maniera contraria alla sua coscienza. Dimostra saggezza quando sorgono delle questioni e si attiene ai propri principi nelle sue azioni, a prescindere dalle circostanze. Un uomo di questo genere può essere considerato un vero servo di Dio. Ci sono persone che spesso dimostrano solo a parole di sentirsi in debito con Dio. Trascorrono le giornate con la fronte accigliata per la preoccupazione, si danno delle arie e simulano un’espressione infelice. Che gente ripugnante! E se tu chiedessi loro: “In che modo sei in debito con Dio? Per favore, dimmelo!”, rimarrebbero senza parole. Se sei leale nei confronti di Dio, non parlarne apertamente, ma dimostra il tuo amore per Dio attraverso la tua pratica concreta, e rivolgi a Lui le tue preghiere con un cuore sincero. Coloro che usano soltanto le parole per trattare con Dio sono tutti ipocriti! Alcuni parlano del fatto di essere in debito con Dio in ogni loro orazione, e iniziano a piangere ogni qualvolta pregano, anche senza il movimento dello Spirito Santo. Uomini di questo genere sono posseduti da nozioni e riti religiosi; vivono secondo tali riti e nozioni, credendo sempre che queste azioni siano gradite a Dio, e che una religiosità superficiale o lacrime piene di dolore siano approvate da Dio. Che benefici possono arrivare da uomini così assurdi? Allo scopo di dimostrare la loro umiltà, alcuni ostentano gentilezza quando parlano in presenza di altri. Certuni sono deliberatamente servili in presenza degli altri, come un agnello totalmente privo di forze. È questo il comportamento delle persone del regno? Una persona del regno dovrebbe essere vivace e libera, innocente e aperta, onesta e amorevole; una persona che vive in una condizione di libertà. Dovrebbe essere caratterizzata da integrità e dignità, ed essere in grado di recare testimonianza ovunque; le persone di questo tipo sono amate da Dio e dagli uomini. Chi si è avvicinato alla fede da poco tempo segue troppe pratiche esteriori; per prima cosa deve sottoporsi a un periodo di trattamento e rottura. Chi ha fede in Dio nel suo cuore non è distinguibile dagli altri esternamente, ma le sue azioni e i suoi fatti sono lodevoli per gli altri. Soltanto uomini di questo genere possono essere considerati come persone che vivono la parola di Dio. Se predichi il Vangelo ogni giorno alla gente, portandola verso la salvezza, ma in fin dei conti vivi ancora secondo le regole e le dottrine, non puoi rendere gloria a Dio. Uomini di questo tipo sono religiosi e nel contempo ipocriti.
Ogniqualvolta si riuniscono delle persone religiose di questo tipo, chiedono: “Sorella, come stai?”, ed ella risponde: “Mi sento in debito con Dio e non sono in grado di soddisfare i desideri del Suo cuore”. Un altro afferma: “Anche io sono in debito con Dio e sono incapace di farGli cosa gradita”. Queste semplici affermazioni esprimono da sole la profonda viltà del loro cuore. Tali parole sono estremamente odiose e ripugnanti. La natura di questi uomini si oppone a Dio. Coloro che si concentrano sulla realtà comunicano tutto ciò che hanno nel loro cuore e sono aperti quando parlano. Non esiste una sola pratica religiosa ipocrita, né ci sono cortesia o vuoti convenevoli in loro. Sono sempre diretti e non seguono le regole del mondo. Ci sono quelli che hanno il debole di voler apparire, anche senza razionalità. Essi iniziano a ballare, quando un altro canta, senza rendersi nemmeno conto che il riso in pentola è già bruciato. Questa tipologia di uomini non è devota e degna di rispetto ed è eccessivamente frivola. Sono tutte manifestazioni della mancanza di realtà. Quando alcune persone si riuniscono per parlare dei problemi della vita nello spirito, anche se non dicono di sentirsi in debito verso Dio, serbano amore vero per Lui nel cuore. Il debito con Dio non ha nulla a che fare con gli altri; sei in debito con Dio, non con gli uomini. Allora a che serve parlare sempre di questo con gli altri? È necessario dare la priorità all’ingresso nella realtà, non allo zelo esteriore o all’apparenza.
Che cosa rappresentano le buone azioni superficiali dell’uomo? Rappresentano la carne, e anche le migliori pratiche esteriori non rappresentano la vita, ma solo il proprio temperamento individuale. Attraverso le pratiche esteriori, l’uomo non può soddisfare il desiderio di Dio. Parli costantemente del tuo debito verso Dio, eppure non sei in grado di provvedere alla vita degli altri o di far sì che gli altri amino Dio. Credi che tali azioni soddisferanno Dio? Credi che sia il desiderio del cuore di Dio, e che appartenga allo spirito, ma in realtà è assurdo! Credi che ciò che ti piace e che desideri sia ciò di cui Dio Si diletta. Ciò che piace a te può coincidere con ciò che piace a Dio? Può il carattere dell’uomo rappresentare Dio? Quello che piace a te è proprio ciò che Dio aborrisce e le tue abitudini sono ciò che Dio detesta e rifiuta. Se ti senti in debito, va’ a pregare davanti a Dio. Non c’è bisogno di parlarne con gli altri. Se non preghi davanti a Dio, ma piuttosto richiami costantemente l’attenzione su di te quando sei tra la gente, puoi soddisfare il desiderio del cuore di Dio? Se le tue azioni sono sempre mera apparenza, ciò significa che sei il più vanesio fra gli uomini. Che uomo è colui che compie solo buone azioni superficiali, ma non si attiene saldamente alla realtà? Tali uomini sono dei farisei ipocriti e religiosi! Se non abbandonate le pratiche esteriori e non riuscite a cambiare, gli elementi dell’ipocrisia dentro di voi cresceranno ancora di più. Maggiori sono gli elementi dell’ipocrisia, maggiore sarà l’opposizione a Dio, e, alla fine, uomini simili saranno sicuramente allontanati!
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Nella fede ci si deve focalizzare sulla realtà – eseguire un rituale religioso non è fede”
Note a piè di pagina:
a. Il testo originale non contiene le parole “di Jahvè”.
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