Come perseguire la verità (12)
Nelle ultime riunioni abbiamo condiviso in merito ad argomenti riguardanti il matrimonio nell’ambito di “abbandonare i propri perseguimenti, ideali e desideri”, giusto? (Sì.) In sostanza abbiamo terminato le condivisioni su temi inerenti al matrimonio. Questa volta, invece, dovremmo condividere su argomenti attinenti alla famiglia. Vediamo innanzitutto quali sono gli aspetti della famiglia che riguardano i perseguimenti, gli ideali e i desideri delle persone. Il concetto di famiglia non dovrebbe essere estraneo alle persone. Le prime cose che vengono in mente quando si parla di questo argomento sono la composizione e i membri di una famiglia e alcune faccende e persone che la riguardano. Sono molti gli argomenti inerenti alla famiglia. A prescindere da quanti pensieri e immagini tu abbia nella mente, sono correlati all’argomento su cui condivideremo oggi, “Abbandonare i propri perseguimenti, ideali e desideri”? Stiamo per avviare la nostra condivisione e non sai nemmeno se vi sono correlati. Quindi, prima che iniziamo a condividere, sapreste dirMi che cos’è la famiglia nella mente delle persone, o qualsiasi cosa vi venga in mente che andrebbe abbandonata quando si tratta di famiglia? In precedenza abbiamo parlato di diversi aspetti relativi ai perseguimenti, agli ideali e ai desideri delle persone. Avete identificato cosa ogni aspetto di questo argomento su cui abbiamo condiviso coinvolge? A prescindere da quali aspetti siano coinvolti, ciò che le persone devono abbandonare non è la questione in sé, ma le idee e i punti di vista sbagliati con cui la approcciano nonché i vari problemi che hanno in relazione a essa. Questi vari problemi sono il nocciolo di ciò su cui dobbiamo condividere in merito a tali aspetti. Questi vari problemi sono questioni che influenzano il perseguimento della verità da parte delle persone, o meglio, più precisamente sono tutte questioni che impediscono alle persone di perseguire la verità e di entrarvi. In altre parole, se vi sono deviazioni o problemi nella conoscenza che hai di una questione, vi saranno problemi corrispondenti anche nel tuo atteggiamento, nel tuo approccio o nella tua gestione della questione, e questi problemi corrispondenti sono gli argomenti su cui dobbiamo condividere. Perché dobbiamo condividere su di essi? Perché questi problemi hanno un impatto rilevante o preponderante sul tuo perseguimento della verità e sulle tue valutazioni corrette e formulate secondo principio riguardo a una certa questione, e naturalmente influiscono anche sulla purezza del tuo metodo di pratica inerente a tale questione nonché sui principi secondo cui la gestisci. Così come abbiamo condiviso sui temi degli interessi personali, degli hobby e del matrimonio, ora stiamo condividendo sul tema della famiglia perché le persone hanno molti atteggiamenti, idee e opinioni errati sulla famiglia o perché la famiglia stessa esercita molte influenze negative sugli individui, influenze negative che li porteranno naturalmente ad adottare idee e punti di vista errati. Queste idee e questi punti di vista errati influenzeranno il tuo perseguimento della verità e ti condurranno agli estremi cosicché, ogni volta che ti troverai ad affrontare questioni o situazioni che hanno a che fare con la famiglia, non avrai il punto di vista né il percorso corretti per approcciare o gestire tali questioni e situazioni e per risolvere i vari problemi che ne derivano. Questo è il principio per cui condividiamo su ogni argomento ed è anche il problema principale da risolvere. Per quanto riguarda dunque il tema della famiglia, vi viene in mente quali sono le influenze negative che la famiglia esercita su di voi e in che modo essa ostacola il vostro perseguimento della verità? Nel tuo cammino di fede e nell’assolvimento del tuo dovere, e mentre persegui la verità o ricerchi le verità principi e metti in pratica la verità, in che modo la famiglia influenza e ostacola il tuo pensiero, i tuoi principi di comportamento, i tuoi valori e la tua visione di vita? In altre parole, sei nato in una famiglia, quindi quali sono le influenze, quali le idee e i punti di vista errati, e quali gli ostacoli e gli intralci che la tua famiglia apporta alla tua vita quotidiana di credente e al tuo perseguimento e alla tua conoscenza della verità? Così come la condivisione sul tema del matrimonio segue un principio, lo stesso vale per quella sul tema della famiglia. Non ti richiede di abbandonare il concetto di famiglia in senso formale o in termini dei pensieri e delle opinioni che hai, né di abbandonare la tua reale famiglia fisica o qualsiasi suo membro. Ti richiede invece di abbandonare le varie influenze negative che la tua famiglia esercita su di te e di abbandonare gli ostacoli e gli intralci che essa causa al tuo perseguimento della verità. Più specificamente, si può dire che la tua famiglia causa specifici e precisi imbrigliamenti e problemi che puoi percepire e sperimentare nel perseguire la verità e nell’assolvere il tuo dovere che ti limitano al punto che non riesci a liberarti né a svolgere i tuoi doveri e a perseguire la verità efficacemente. Questi imbrigliamenti e questi problemi ti rendono difficile liberarti dai vincoli e dalle influenze derivanti dalla parola “famiglia” oppure dalle persone o dalle faccende che essa coinvolge, e ti fanno sentire oppresso nel tuo cammino di fede e nell’assolvimento del tuo dovere a causa dell’esistenza della famiglia o di qualsiasi influenza negativa la famiglia eserciti su di te. Spesso questi imbrigliamenti e questi problemi affliggono anche la tua coscienza e impediscono al tuo corpo e alla tua mente di liberarsi e ti portano frequentemente a pensare che, se mai dovessi andare contro le idee e le opinioni che hai acquisito dalla tua famiglia, saresti privo di umanità e perderesti la tua moralità nonché gli standard più basilari e i principi di comportamento. Quando si tratta di questioni familiari, ti trovi spesso in bilico sulla linea rossa che corre tra la moralità e la pratica della verità, senza riuscire a liberarti e a venirne fuori. Quali sono i problemi specifici? Ve ne viene in mente qualcuno? Vi capita mai nella vostra vita quotidiana di sperimentare alcune delle cose di cui ho appena parlato? (Grazie alla condivisione di Dio ricordo che, poiché avevo delle opinioni sbagliate sulla mia famiglia, non riuscivo a praticare la verità e avevo la coscienza affranta al pensiero di praticarlo. In passato, quando avevo appena terminato gli studi e volevo dedicarmi a svolgere il mio dovere, provavo un conflitto interiore. Sentivo che, poiché la mia famiglia mi aveva cresciuto e aveva finanziato i miei studi per tutto quel tempo, se ora che mi ero laureato non avessi guadagnato del denaro e non avessi provveduto alla famiglia, sarei stato privo di devozione filiale e di umanità, e questo mi pesava sulla coscienza. All’epoca sono stato combattuto al riguardo per diversi mesi, finché alla fine ho trovato una via d’uscita nelle parole di Dio e ho deciso di fare del mio meglio per svolgere il mio dovere. Ritengo che queste opinioni errate sulla famiglia di fatto influenzino le persone.) Questo è un esempio tipico. Si tratta di catene invisibili che la famiglia impone alle persone, così come di problemi che i sentimenti, le idee o le opinioni delle persone in merito alla loro famiglia causano nelle loro vite, nei loro perseguimenti e nella loro fede. In una certa misura, questi problemi esercitano una pressione e un peso nel profondo del tuo cuore, ed essi di tanto in tanto danno origine a dei sentimenti negativi. A chi viene in mente qualcos’altro? (Dio, la mia visione è che, in quanto figlio ormai adulto, dovrei mostrare devozione filiale e prendermi cura di tutte le preoccupazioni e di tutti i problemi dei miei genitori. Tuttavia, poiché svolgo il mio dovere a tempo pieno, non riesco a mostrare questa devozione filiale ai miei genitori o a fare alcune cose per loro. Vedendo che loro sono ancora lì ad affannarsi per guadagnarsi da vivere, in cuor mio mi sento in debito nei loro confronti. Quando ho iniziato a credere in Dio, per poco non L’ho tradito per questo motivo.) Anche questo è un effetto negativo che l’indottrinamento della famiglia ha sui pensieri e sulle idee di una persona. Tu hai quasi tradito Dio, ma c’è chi lo ha fatto davvero. Alcuni non sono riusciti ad abbandonare la famiglia a causa delle forti nozioni che nutrivano su di essa. Alla fine, hanno scelto di continuare a vivere per la famiglia e hanno abbandonato l’assolvimento dei loro doveri.
Tutti hanno una famiglia, tutti crescono in una famiglia diversa e provengono da diversi ambienti familiari. La famiglia è molto importante per tutti ed è ciò che imprime il segno più grande nella vita di una persona, qualcosa che proviene dal profondo e che è difficile lasciare e abbandonare. Ciò che le persone non riescono ad abbandonare e ciò a cui trovano difficile a rinunciare non sono la loro casa di origine o tutti gli elettrodomestici, gli utensili e gli oggetti che contiene, bensì i membri che compongono la famiglia o l’atmosfera e l’affetto che la pervadono. Questo è il concetto di famiglia nella mente delle persone. Per esempio i membri più anziani della famiglia (nonni e genitori), quelli della tua stessa generazione (fratelli, sorelle e coniuge) e i più giovani (i tuoi figli): sono questi i membri importanti secondo il concetto di famiglia che hanno le persone, e sono anche componenti importanti di ogni famiglia. Cosa significa famiglia per le persone? Per le persone significa sostegno emotivo e un’ancora spirituale. Cos’altro significa famiglia? Un luogo in cui si può trovare calore, in cui si può aprire il proprio cuore o essere trattati con permissività e fare capricci. Alcuni definiscono la famiglia come un rifugio sicuro, un luogo da cui si può trarre sostegno emotivo, un luogo dove la vita di una persona ha inizio. Qualcun altro? DiteMi. (Dio, penso che la casa di origine sia un luogo dove si cresce, i cui membri si fanno reciprocamente compagnia e dipendono l’uno dall’altro.) Molto bello. Altro? (Ho sempre pensato che la famiglia fosse un rifugio accogliente. Per quante ingiustizie io subissi nel mondo, ogni volta che tornavo a casa potevo rilassarmi su tutta la linea in termini di umore e di spirito grazie al sostegno e alla comprensione dei miei familiari, quindi la famiglia mi è sempre sembrata un rifugio sicuro in questo senso.) La casa di famiglia è un luogo estremamente confortevole e accogliente, non è vero? La famiglia è importante nella mente delle persone. Ogni volta che qualcuno è felice spera di poter condividere la sua gioia con la famiglia; analogamente, ogni volta che è afflitto e triste spera di poterle confidare i suoi problemi. Ogni volta che le persone provano sentimenti di gioia, rabbia, dolore e felicità, tendono a condividerli con la famiglia, senza percepire alcuna pressione o il minimo peso. Per ciascun individuo la famiglia è qualcosa di accogliente e meraviglioso, una sorta di sostegno per lo spirito cui non può rinunciare o di cui non può fare a meno in nessun momento della vita, e la casa di origine è un luogo che fornisce immenso sostegno alla mente, al corpo e allo spirito delle persone. La famiglia è quindi una parte indispensabile della vita di ognuno. Ma che tipo di influenze negative ha questo luogo, così importante nell’esistenza e nella vita delle persone, sul loro perseguimento della verità? Innanzitutto si può affermare con certezza che, a prescindere dall’importanza che la famiglia riveste nell’esistenza e nella vita delle persone o dal ruolo e dalla funzione che svolge nella loro esistenza e nella loro vita, essa crea comunque loro alcuni problemi, sia grandi che piccoli, nel loro cammino di perseguimento della verità. Sebbene da un lato svolga un ruolo importante nel loro percorso di perseguimento della verità, dall’altro genera ogni sorta di turbamenti e di problemi difficili da evitare. In altre parole, nel perseguire e nel praticare la verità, i vari problemi psicologici e ideologici creati dalla famiglia, così come i problemi correlati agli aspetti formali, causano alle persone molti problemi. Che cosa comportano esattamente questi problemi? Naturalmente, nel processo di perseguimento della verità, le persone hanno già sperimentato questi problemi in quantità ed entità variabili, solo che non vi hanno dedicato considerazione e riflessione attente per identificare quali sono esattamente le questioni intrinseche. Inoltre, non hanno riconosciuto l’essenza di questi problemi né tanto meno le verità principi che andrebbero comprese e a cui ci si dovrebbe attenere. Oggi, quindi, condividiamo in merito all’argomento della famiglia, dei problemi e degli ostacoli che essa causa al perseguimento della verità e di quali sono i perseguimenti, gli ideali e i desideri che le persone dovrebbero abbandonare quando si tratta della famiglia. Questo è un problema molto reale.
Sebbene sia vasto, il tema della famiglia pone comunque dei problemi specifici. I problemi su cui condivideremo oggi sono l’influenza negativa, le interferenze e gli ostacoli che le persone devono affrontare durante il cammino di perseguimento della verità a causa della famiglia. Qual è il primo problema che si dovrebbe abbandonare in relazione alla famiglia? È l’identità che si eredita dalla famiglia. Questa è una questione importante. Parliamo nello specifico di quale sia la sua importanza. Ciascuno di noi proviene da una famiglia specifica, ognuna con un proprio retroterra e un proprio ambiente di vita, una propria qualità di vita e modalità e abitudini di vita specifiche. Ogni persona eredita un’identità specifica dal proprio ambiente di vita e dal proprio retroterra familiare. Questa identità peculiare non solo rappresenta il valore specifico di ogni persona nella società e tra gli altri, ma è anche un simbolo e un marcatore peculiare. Che cosa sta a significare questo marcatore? Che una persona viene considerata di alto oppure di basso livello nel gruppo a cui appartiene. Questa identità specifica determina il prestigio di cui una persona gode in società e tra gli altri, prestigio ereditato dalla famiglia in cui è nata. Pertanto, il tuo retroterra familiare e il tipo di famiglia in cui vivi sono molto importanti in quanto influiscono sulla tua identità e sul prestigio di cui godi tra gli altri e in società. La tua identità e il tuo prestigio determinano quindi se occupi in società una posizione distinta o umile, se vieni rispettato, stimato e tenuto in gran considerazione dagli altri o se invece vieni disprezzato, discriminato e calpestato. Proprio perché l’identità ereditata dalla famiglia influisce sulla situazione e sul futuro in società di un individuo, questa identità ereditata è alquanto rilevante e cruciale per ciascuno. Proprio perché influisce sulla tua fama, sul tuo prestigio, sul tuo valore in società e sul senso di onore oppure di umiliazione che provi in questa vita, anche tu personalmente tendi ad attribuire grande importanza al tuo retroterra familiare e all’identità che hai ereditato dalla tua famiglia. Poiché questo aspetto ha su di te un impatto preponderante, è qualcosa di molto importante e significativo per te durante il tuo cammino esistenziale. Dato che si tratta di una questione così rilevante e significativa, essa occupa un posto fondamentale nel profondo della tua anima e, dal tuo punto di vista, riveste grande importanza. Non solo l’identità che erediti dalla tua famiglia è molto importante per te, ma valuti anche l’identità di chiunque conosci o non conosci dal medesimo punto di osservazione, con lo stesso sguardo e nella stessa maniera e utilizzi questo punto di osservazione per valutare l’identità di tutti coloro con cui ti trovi a interagire. Usi la loro identità per giudicare il loro carattere e per determinare come approcciarli e relazionarti con loro, ossia se interagire con loro in modo amichevole e paritario, se invece sottometterti a loro e seguire ogni loro parola oppure se interagire con loro in modo semplice e guardarli con occhio sprezzante e discriminatorio, o addirittura se relazionarti e interagire con loro in modo disumano e non paritario. Questi modi di valutare le persone e di trattare le cose sono in gran parte determinati dall’identità che una persona acquisisce dalla sua famiglia. Il retroterra e il rango della tua famiglia determinano il tipo di prestigio sociale di cui godi, il quale a sua volta determina i modi e i principi secondo cui valuti e tratti le persone e le cose. Pertanto, l’atteggiamento e i modi che una persona adotta nel trattare le cose dipendono in larga misura dall’identità che ha ereditato dalla sua famiglia. Perché dico “in larga misura”? Vi sono alcune situazioni particolari di cui non parleremo. Per la stragrande maggioranza delle persone, la situazione è quella che ho appena descritto. Ognuno tende a essere influenzato dall’identità e dal prestigio sociale che acquisisce dalla propria famiglia nonché ad adottare modi corrispondenti di valutare e trattare le persone e le cose in base a questa identità e a questo prestigio sociale: è una cosa alquanto naturale. Proprio perché è inevitabile e si tratta di una visione dell’esistenza che deriva in modo naturale dalla famiglia, l’origine della visione dell’esistenza e il modo di vivere di un individuo dipende dall’identità che eredita dalla famiglia. L’identità che un individuo eredita dalla propria famiglia determina i modi e i principi secondo cui valuta e tratta le persone e le cose nonché il suo atteggiamento nel fare delle scelte e prendere delle decisioni quando valuta e gestisce le persone e le cose. Questo genera inevitabilmente un problema molto grave negli individui. In un senso, l’origine delle idee e dei punti di vista secondo cui valutano e trattano le persone e le cose viene inevitabilmente influenzata dalla famiglia, mentre da un altro punto di vista è influenzata dall’identità che si eredita dalla famiglia, un’influenza dalla quale è molto difficile affrancarsi. Di conseguenza, le persone non sono in grado di trattare sé stesse in modo corretto, ragionevole ed equo o di trattare gli altri in modo equo, e non sono nemmeno capaci di trattare gli altri e ogni cosa in conformità alle verità principi insegnate da Dio. Al contrario, sulla base delle differenze tra la loro identità e quella degli altri, sono flessibili nel modo in cui trattano le questioni, in cui applicano i principi e in cui fanno le loro scelte. Poiché i modi in cui le persone valutano e trattano le cose in società e tra gli altri vengono influenzati dal rango della loro famiglia, questi modi saranno necessariamente in contrasto con i principi e con i modi di trattare le cose che Dio ha comunicato loro. Per essere più precisi, questi modi saranno di certo in opposizione, in violazione e in conflitto rispetto ai principi e ai modi insegnati da Dio. Se le persone basano i loro modi di agire sull’identità e sul prestigio sociale ereditato dalla famiglia, allora adotteranno inevitabilmente modi e principi di azione diversi o particolari per via della propria identità specifica o speciale e di quella degli altri. Questi principi che adottano non sono la verità né sono in linea con essa. Non solo violano l’umanità, la coscienza e la ragione ma, cosa ancor più grave, violano la verità, poiché determinano ciò che qualcuno dovrebbe accettare o rifiutare in base alle sue preferenze e ai suoi interessi e al livello al quale le persone si impongono reciproche pretese. Pertanto, in questo contesto, i principi secondo cui le persone valutano e trattano le cose non sono equi né conformi alla verità e sono interamente basati sui loro bisogni emotivi e sul loro bisogno di profitto. Indipendentemente dal fatto che l’identità che hai ereditato dalla tua famiglia sia distinta o infima, essa occupa un posto nel tuo cuore e, nel caso di alcune persone, si tratta anche di una posizione molto importante. Quindi, se vuoi perseguire la verità, inevitabilmente questa identità interferirà con il tuo perseguimento della verità e lo influenzerà. Vale a dire, nel tuo cammino di perseguimento della verità ti troverai inevitabilmente ad affrontare questioni come il modo di trattare le persone e di gestire le cose. Quando si tratta di tali problemi e di tali questioni importanti, inevitabilmente valuterai le persone e le cose adottando le prospettive o i punti di vista associati all’identità che hai ereditato dalla tua famiglia e non potrai fare a meno di usare questo modo alquanto primitivo o sociale di valutare le persone e di trattare le cose. Che l’identità che hai acquisito dalla tua famiglia ti faccia percepire il prestigio di cui godi in società come distinto oppure come umile, in ogni caso questa identità avrà un impatto sul tuo perseguimento della verità, sulla tua corretta visione della vita e sul tuo corretto percorso di perseguimento della verità. Più precisamente, avrà un impatto sui principi secondo cui gestirai le cose. Hai capito?
Ogni diversa famiglia porta le persone ad avere un’identità e un prestigio sociale differenti. Possedere un elevato prestigio sociale e un’identità distinta è qualcosa di cui le persone godono e si beano, mentre coloro che ereditano la loro identità da una famiglia umile e di basso rango si sentono inferiori e in imbarazzo di fronte agli altri e hanno anche l’impressione di non essere presi sul serio né stimati. Spesso costoro vengono anche discriminati, cosa che suscita nel profondo del loro cuore afflizione e scarsa autostima. Per esempio, i genitori di qualcuno potrebbero essere piccoli proprietari che lavorano la terra e vendono ortaggi; i genitori di qualcun altro potrebbero essere commercianti con una piccola attività, come la gestione di una bancarella fissa oppure la vendita ambulante; i genitori di altri ancora potrebbero lavorare nel settore dell’artigianato, fabbricare e rammendare vestiti, o magari guadagnarsi da vivere e sostenere tutta la famiglia vendendo prodotti realizzati a mano. Alcuni genitori potrebbero lavorare nel settore dei servizi come addetti alle pulizie o baby-sitter; altri potrebbero lavorare nel settore dei traslochi o dei trasporti; altri magari sono massaggiatori, estetisti o barbieri; altri ancora potrebbero riparare oggetti come scarpe, biciclette, occhiali e così via. Alcuni genitori potrebbero possedere abilità artigianali più avanzate e riparare oggetti come gioielli o orologi da polso, mentre altri potrebbero godere di un prestigio sociale ancora più basso e crescere i figli e mantenere la famiglia raccogliendo e rivendendo materiali di scarto. Tutti questi tipi di genitori godono di un prestigio professionale relativamente basso in società e, di conseguenza, sarà basso anche il prestigio sociale di tutti i membri delle loro famiglie. Quindi, agli occhi del mondo, coloro che provengono da queste famiglie possiedono un prestigio e un’identità infimi. Proprio perché la società adotta questo modo di valutare l’identità e di misurare il valore di una persona, se i tuoi genitori sono piccoli proprietari terrieri e qualcuno ti chiede: “Cosa fanno i tuoi? Da che tipo di famiglia provieni?”, tu risponderai: “I miei genitori… oh, loro sono… non vale la pena parlarne” e non oserai dire cosa fanno perché ti imbarazza troppo. Quando incontrano compagni di classe e amici oppure vanno a cena fuori, le persone si presentano e parlano del loro bel retroterra familiare o del loro elevato prestigio sociale. Se però provieni da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, piccoli commercianti o venditori ambulanti, allora non lo dici e provi vergogna. In società c’è un detto popolare che recita: “Non chiedere a un eroe quali sono le sue origini”. Questo detto suona molto nobile e offre un minimo di speranza e un barlume di luce, oltre che un briciolo di conforto, a coloro che godono di un prestigio sociale basso. Ma perché una frase simile è popolare nella società? Il motivo non è forse che in società gli individui prestano troppa attenzione alla propria identità, al proprio valore e al proprio prestigio sociale? (Sì.) Coloro che provengono da contesti umili non hanno mai fiducia in sé stessi, quindi usano questo detto per confortarsi e anche per rassicurare gli altri, convinti, sebbene possiedano un prestigio e un’identità infimi, di essere dotati di un assetto mentale superiore, che è qualcosa che non si può apprendere. Per quanto sia infima la tua identità, se possiedi un assetto mentale superiore, ciò dimostra che sei una persona onorevole, anche più di chi ha un’identità e un prestigio distinti. Che problema viene messo in luce da questo? Più le persone dicono “Non chiedere a un eroe quali sono le sue origini”, più dimostrano di tenere alla loro identità e al loro prestigio sociale. Soprattutto quando un individuo possiede un’identità e un prestigio sociale molto umili e di basso livello, egli ricorre a questo detto per consolarsi e per compensare il vuoto e l’insoddisfazione che prova nel cuore. I genitori di alcune persone se la passano anche peggio dei piccoli commercianti e dei venditori ambulanti, dei piccoli proprietari terrieri e degli artigiani o di quelli che svolgono in società uno qualsiasi di quei lavori insignificanti, umili e a reddito particolarmente basso, per cui l’identità e il prestigio sociale che i figli ereditano da questi genitori è ancora più basso. Per esempio, i genitori di alcune persone godono di una pessima reputazione in società, non fanno veramente ciò che dovrebbero e non hanno un’occupazione socialmente accettabile o un reddito fisso, per cui faticano a sostenere le spese di mantenimento della famiglia. Alcuni genitori giocano spesso d’azzardo e perdono denaro a ogni puntata. Alla fine la famiglia si ritrova nella miseria e senza un soldo, incapace di sostenere le spese quotidiane. I bambini che nascono in queste famiglie indossano abiti scadenti, soffrono la fame e vivono in povertà. Ogni volta che la scuola organizza colloqui tra insegnanti e genitori, questi ultimi non si presentano mai e gli insegnanti sanno che sono andati a giocare d’azzardo. È inutile dire che tipo di identità e di prestigio questi bambini possiedano agli occhi degli insegnanti e dei compagni di classe. I bambini nati in famiglie di questo tipo sono destinati a sentirsi indegni di camminare a testa alta davanti agli altri. Anche se studiano diligentemente e lavorano sodo, anche se sono dotati di un carattere forte e si distinguono dalla massa, l’identità che hanno ereditato dalla famiglia ha ormai determinato il prestigio e il valore che possiederanno agli occhi degli altri; questo può far sentire una persona molto repressa e angosciata. Da dove derivano quest’angoscia e questa repressione? Dalla scuola, dagli insegnanti, dalla società e soprattutto dal modo sbagliato dell’uomo di valutare le persone. Non è forse così? (Sì.) Alcuni genitori non godono di una reputazione particolarmente negativa in società, ma hanno commesso delle azioni disdicevoli. Per esempio, prendiamo il caso di genitori che sono stati in carcere e hanno subìto condanne per appropriazione indebita e corruzione, o perché hanno infranto la legge commettendo un qualche reato oppure compiendo speculazioni e sciacallaggio. Il risultato è che hanno un impatto negativo e sfavorevole sui familiari, che sono così costretti a subire questa disgrazia insieme a loro. L’appartenenza a questo tipo di famiglia ha quindi un impatto maggiore sull’identità di un individuo, che non solo possiede un’identità e un prestigio sociale infimi ma viene anche guardato dall’alto in basso, se non addirittura etichettato con appellativi come “malversatore” e “membro di una famiglia di ladri”. Una volta che qualcuno viene etichettato con appellativi di questo tipo, ciò avrà un impatto ancora maggiore sulla sua identità e sul suo prestigio sociale e acuirà ulteriormente l’imbarazzo che proverà in società, facendolo sentire ancora più indegno di camminare a testa alta. Per quanto ti sforzi o per quanto amichevole tu sia, non puoi comunque cambiare la tua identità e il tuo prestigio sociale. Naturalmente, tali conseguenze sono anche l’effetto che la famiglia ha sull’identità di una persona. Vi sono poi strutture familiari relativamente complicate. Per esempio, alcuni non hanno la madre biologica ma solo una matrigna, la quale magari non è molto gentile o premurosa verso di loro e non ha mostrato nei loro confronti molte cure o molto amore materno nell’età della crescita. Per questo motivo, appartenere a una famiglia di questo tipo conferisce a tali individui un’identità particolare, quella di indesiderati. Nel contesto di questa particolare identità, ulteriori ombre sorgono nel loro cuore e hanno l’impressione di possedere un prestigio inferiore a quello di chiunque altro. Non provano alcun sentimento di felicità, non trovano senso nell’esistenza e tantomeno uno scopo per cui vivere e si sentono particolarmente inferiori e sfortunati. Vi sono altri la cui struttura familiare è complessa perché la madre, a causa di alcune circostanze particolari, è passata da un matrimonio all’altro, e dunque costoro hanno diversi patrigni e non sanno chi sia il loro vero padre. Va da sé che tipo di identità una persona di questo genere otterrebbe dall’appartenenza a questa famiglia specifica. Godrebbe di un prestigio sociale basso agli occhi degli altri e di tanto in tanto qualcuno approfitterebbe di queste questioni o di alcune opinioni in merito alla famiglia per umiliarla, calunniarla e provocarla. Questo non solo abbasserebbe il livello dell’identità e del prestigio di costui in società, ma lo farebbe anche sentire in imbarazzo e indegno di mostrare la sua faccia agli altri. In sintesi, l’identità e il prestigio sociale specifici che le persone ereditano dall’appartenenza a una famiglia particolare come quelle che ho citato o l’identità e il prestigio sociale comuni e ordinari che ereditano dall’appartenenza a una famiglia comune e ordinaria, provocano in loro una sorta di debole fitta nel profondo del cuore. Si tratta sia di un vincolo che di un peso, ma le persone non riescono a liberarsene e non sono disposte a lasciarselo alle spalle. Questo perché per ognuno la casa di origine è il luogo in cui è nato e cresciuto nonché un luogo in cui trovare sempre sostegno. Per coloro cui la famiglia affibbia un prestigio sociale e un’identità umili e di basso livello, la famiglia è qualcosa di buono e cattivo insieme, poiché psicologicamente le persone non possono vivere senza la famiglia, ma in termini di bisogni reali e oggettivi la famiglia ha causato loro disonori di varia entità, impedendo loro di ottenere il rispetto e la comprensione che meritano tra gli altri e in società. Per questa fetta della popolazione, quindi, la casa di origine è un luogo che amano e odiano allo stesso tempo. Questa sorta di famiglia non viene apprezzata né stimata da nessuno nella società; anzi, viene discriminata e guardata dall’alto in basso. Proprio per questo motivo, le persone nate in questo tipo di famiglia ereditano la stessa identità, lo stesso prestigio e lo stesso valore. La vergogna che provano per l’appartenenza a una tale famiglia influisce spesso sulle loro emozioni più profonde, sulle loro valutazioni e anche sul modo in cui gestiscono le cose. Inevitabilmente, ciò le influenza in gran misura nel perseguire la verità e nel metterla in pratica mentre la perseguono. È proprio perché queste cose possono influenzare il perseguimento e la pratica della verità che, qualsiasi sia l’identità che hai ereditato dalla tua famiglia, dovresti abbandonarla.
Qualcuno potrebbe dire: “I genitori di cui hai appena parlato sono tutti piccoli proprietari terrieri, piccoli commercianti, venditori ambulanti, addetti alle pulizie e impiegati in lavori saltuari. Hanno un prestigio sociale molto basso ed è giusto che li si abbandoni. Come dice il proverbio: ‘Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso’; le persone dovrebbero guardare in su e puntare in alto, e non a queste cose che sono associate a un profilo umile. Per esempio, chi vorrebbe essere un piccolo proprietario terriero? Chi vorrebbe essere un piccolo commerciante? Tutti vogliono guadagnare molto denaro, diventare funzionari di alto rango, godere di prestigio nella società e raggiungere un successo immediato. Nessuno, da giovane, aspira a essere un piccolo proprietario terriero e ad accontentarsi di lavorare la terra e di avere abbastanza da mangiare e da bere. Nessuno considera questo come un successo, non esistono persone di questo tipo. Proprio perché chi proviene da una famiglia di questo genere si vergogna e viene trattato ingiustamente per via della sua identità, egli dovrebbe abbandonare l’identità ereditata dalla famiglia”. Le cose stanno così? (No.) No, non stanno così. Se ne parliamo da un altro punto di vista, alcuni nascono in famiglie privilegiate, dotate di un bell’ambiente di vita o di un prestigio sociale elevato, per cui ereditano un’identità e un prestigio sociale distinti e sono molto stimati in tutti gli ambienti. Crescendo, vengono trattati con i guanti dai genitori e dagli anziani della famiglia, per non parlare del trattamento riservato loro in società. Per via del loro retroterra familiare speciale e nobile, a scuola tutti gli insegnanti e i compagni li guardano con ammirazione e nessuno osa fare il prepotente con loro. Gli insegnanti si rivolgono loro con gentilezza e cordialità e i compagni di classe sono particolarmente rispettosi nei loro confronti. Poiché provengono da una famiglia privilegiata con un retroterra distinto, che conferisce loro un’identità nobile nella società e porta gli altri a stimarli, costoro possiedono un senso di superiorità e sentono di avere un’identità e un prestigio sociale rispettabili. Di conseguenza, in qualsiasi gruppo si dimostrano eccessivamente sicuri di sé, dicono tutto quello che vogliono senza considerare i sentimenti di nessuno e sono totalmente privi di freni in qualsiasi cosa facciano. Agli occhi degli altri sono sofisticati ed eleganti, non hanno paura di pensare in grande, di parlare chiaro e di agire, e qualunque cosa dicano o facciano, grazie al sostegno del loro solido retroterra familiare, c’è sempre qualche persona distinta pronta ad aiutarli, e tutto ciò che fanno procede senza intralci. Più le loro cose procedono bene, più si sentono superiori. Ovunque vadano si impegnano a far valere il loro peso, a distinguersi dalla massa e a essere diversi dagli altri. Quando mangiano con gli altri, scelgono le porzioni più grandi e se non le ottengono si arrabbiano. Quando vivono con dei fratelli e delle sorelle, insistono per prendersi il letto migliore, quello più esposto al sole, o quello situato vicino al riscaldamento, o quello posizionato dove l’aria è fresca, il quale appartiene solo a loro. Questo non è forse senso di superiorità? (Sì.) I genitori di alcune persone guadagnano bene, sono funzionari pubblici oppure professionisti di talento con stipendi elevati, quindi i membri della loro famiglia godono di particolare agio e benessere e non devono preoccuparsi di come procurarsi cibo e vestiti. Di conseguenza, coloro che provengono da tali famiglie si sentono estremamente superiori. Possono indossare tutto ciò che vogliono, acquistando i capi di tendenza e scartandoli una volta passati di moda. Possono anche mangiare il cibo che vogliono, basta che lo dicano e qualcuno lo porterà loro. Non devono preoccuparsi di nulla e si sentono estremamente superiori. L’identità che ereditano da questo tipo di famiglia privilegiata comporta che, agli occhi degli altri, sono effettivamente delle principesse se sono donne o dei playboy se sono uomini. Cosa hanno ereditato da una tale famiglia? Un’identità e un prestigio sociale nobili. Ciò che hanno ereditato da questo tipo di famiglia non è la vergogna, ma la gloria. Indipendentemente dall’ambiente o dal gruppo di persone in cui si trovano, si sentono sempre superiori a tutti gli altri. Dicono cose come: “I miei genitori sono ricchi imprenditori. La mia famiglia ha molti soldi. Spendo ciò che voglio e non devo mai economizzare”, oppure “I miei genitori sono funzionari di alto rango. Ovunque io vada per affari, posso ottenere le cose pronunciando una singola parola, senza dover passare per le normali procedure. Vedi quanta fatica occorre a voi per ottenere le cose, dovete seguire le procedure regolari, aspettare il vostro turno e mostrarvi deferenti con le persone. Guarda me: mi basta dire a uno degli assistenti dei miei genitori cosa c’è da fare e lui lo fa. Questo sì che è avere un’identità e un prestigio sociale!” Costoro non nutrono forse un senso di superiorità? (Sì.) Alcuni dicono: “I miei genitori sono celebrità pubbliche, puoi cercare i loro nomi su Internet e vedere se compaiono”. Quando qualcuno controlla gli elenchi delle celebrità e i nomi dei loro genitori sono davvero presenti, costoro provano un senso di superiorità. Ovunque vadano, se qualcuno chiede loro: “Come ti chiami?”, rispondono: “Non importa come mi chiamo io, i miei genitori sono Tizio e Caio”. La prima cosa che dicono alle persone è il nome dei loro genitori per far conoscere agli altri la loro identità e il loro prestigio sociale. Alcuni pensano tra sé e sé: “Vieni da una famiglia prestigiosa, i tuoi genitori sono entrambi funzionari, o celebrità, o ricchi imprenditori, il che fa di te il figlio privilegiato di funzionari di alto rango o di genitori estremamente ricchi. E io, cosa sono?” Dopo averci pensato su, rispondono: “I miei genitori non hanno niente di speciale, sono solo dei normali lavoratori che guadagnano uno stipendio medio, quindi niente di cui vantarsi; però uno dei miei antenati era un primo ministro di una qualche dinastia”. Qualcuno vi risponde: “Il tuo antenato era un primo ministro. Accidenti, quindi godi di un prestigio speciale. Sei il discendente di un primo ministro. Chiunque discenda da un primo ministro non è una persona comune, significa che anche tu discendi da personaggi celebri!” Vedi, una volta che qualcuno associa il proprio nome a una celebrità, la sua identità cambia, il suo prestigio sociale si eleva immediatamente e costui diventa una persona rispettata. Ci sono altri che dicono: “I miei antenati formavano una dinastia di ricchi imprenditori. Erano estremamente facoltosi. In seguito, a causa dei cambiamenti della società e del sistema sociale, i loro beni sono stati confiscati. Molte delle case in cui la gente vive oggi, nel raggio di decine di chilometri da qui, erano di loro proprietà. In passato, la casa di origine della mia famiglia aveva quattro o cinquecento stanze, o comunque almeno due o trecento, e più di cento domestici in tutto. Mio nonno era il proprietario dell’impresa. Non lavorava mai, dava solo ordini agli altri di farlo. Mia nonna viveva nel lusso ed entrambi avevano assistenti che li vestivano e lavavano i loro abiti. In seguito, a causa dei cambiamenti dell’ambiente sociale, la famiglia è caduta in rovina, per cui abbiamo smesso di far parte della nobiltà e siamo diventati normali cittadini. In passato, la mia famiglia era illustre e prestigiosa. Se battevano i piedi a un capo del villaggio, la terra tremava anche dal lato opposto. Tutti sapevano chi erano. Questo è il tipo di famiglia da cui provengo, quindi cosa ne pensi? È piuttosto eccezionale, vero? Non trovi che dovresti guardarmi con ammirazione?” Altri ancora commentano: “Non c’è niente di impressionante nella ricchezza dei tuoi antenati. Un mio antenato era un imperatore, e per giunta un imperatore fondatore. Si dice che il mio cognome derivi da lui. I miei familiari sono tutti suoi discendenti diretti, non lontani. Cosa te ne pare? Ora che conosci le origini del mio antenato, non dovresti guardarmi con rinnovata ammirazione e mostrarmi un po’ di rispetto? Non dovresti tenermi in alta considerazione?” Alcuni replicano: “Anche se nessuno dei miei antenati era un imperatore, uno era un generale che ha ucciso innumerevoli nemici, ha compiuto innumerevoli imprese militari ed è diventato un importante ministro della corte imperiale. Tutti i miei familiari sono suoi discendenti diretti. Ancora oggi la mia famiglia studia le mosse delle arti marziali tramandate dai miei antenati e le tiene segrete agli estranei. Cosa ne pensi? Non possiedo forse un’identità speciale? Non godo di un prestigio distinto?” Queste identità speciali che le persone ereditano dalle loro cosiddette lontane famiglie ancestrali, così come dalle loro famiglie moderne, vengono considerate dagli altri onorevoli e gloriose, e costoro di tanto in tanto le nominano e le ostentano come simbolo della loro identità e del loro prestigio sociale. Da un lato lo fanno per dimostrare che possiedono un’identità e un prestigio fuori dal comune. Da un altro, quando raccontano queste storie si stanno anche sforzando di ritagliarsi una posizione e un prestigio sociale più elevati in modo da accrescere il valore di cui godono tra gli altri e da apparire eccezionali e speciali. Qual è lo scopo di diventare eccezionali e speciali? Quello di acquisire un maggior grado di rispetto, ammirazione e stima da parte degli altri così da poter vivere una vita più comoda, facile e dignitosa. Soprattutto in alcuni ambienti peculiari, per esempio, vi sono individui che non riescono mai ad affermare la propria presenza all’interno di un gruppo o a guadagnarsi il rispetto e la stima degli altri. Perciò, cercano delle opportunità e di tanto in tanto usano la loro identità speciale o il loro retroterra familiare distinto per affermare la loro presenza e far capire agli altri che sono eccezionali nonché per indurre le persone a stimarli e rispettarli in modo da guadagnarsi fama tra queste. Dicono: “Sebbene io possieda identità, prestigio e levatura comuni, uno dei miei antenati era consigliere di una famiglia di principi nella dinastia Ming. Avete mai sentito parlare di Tizio? Era il mio antenato, il nonno del mio bisnonno, ed era un importante consigliere della famiglia del principe. Era conosciuto come ‘l’Eminenza Grigia’. Era un esperto di tutto, dall’astronomia alla geografia, dalla storia antica e moderna agli affari nazionali ed esteri. Era anche in grado di fare previsioni. La mia famiglia conserva ancora la bussola geomantica feng shui che usava lui”. Magari non ne parlano spesso, ma di tanto in tanto allietano gli altri con le storie riguardanti le strabilianti imprese dei loro antenati. Nessuno sa se quello che dicono sia vero o meno, e alcune delle loro storie potrebbero essere inventate mentre altre potrebbero essere vere. In ogni caso, nella mente delle persone l’identità ereditata dalla famiglia è molto importante. Determina la loro identità e il loro prestigio tra gli altri, il trattamento che ricevono e anche la loro situazione e il loro rango tra le persone. È proprio perché, quando sono in mezzo agli altri, gli individui percepiscono queste cose che acquisiscono dall’identità che hanno ereditato e che considerano molto importanti. Di conseguenza, di tanto in tanto fanno sfoggio di quei capitoli “gloriosi” e “strabilianti” della loro storia familiare, mentre evitano sistematicamente di menzionare gli aspetti del loro retroterra familiare o le cose accadute nella loro famiglia che sono invece disdicevoli o a causa dei quali potrebbero essere guardati dall’alto in basso o discriminati. In breve, l’identità che le persone ereditano dalla famiglia è molto importante nel loro cuore. Quando sperimentano eventi particolari, spesso usano la loro speciale identità familiare come capitale e come motivo per mettersi in mostra, per ottenere il riconoscimento da parte degli altri e guadagnarsi prestigio ai loro occhi. Non importa se la tua famiglia ti arreca gloria o vergogna o se l’identità e il prestigio sociale che ne erediti sono nobili o umili: per quanto ti riguarda, la tua famiglia non è altro che questo. Non determina se tu possa o meno comprendere la verità, se tu possa perseguirla o se tu sia in grado di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Pertanto, le persone non dovrebbero considerarla una questione molto importante, poiché non determina il loro destino né il loro futuro, e tanto meno il cammino che intraprendono. L’identità che erediti dalla tua famiglia può determinare solamente i tuoi sentimenti e le tue percezioni tra gli altri. Che l’identità che erediti dalla tua famiglia sia qualcosa che disprezzi o sia invece degna di vanto, essa non può determinare la tua capacità di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Quindi, quando si tratta di perseguire la verità, non importa che tipo di identità o di prestigio sociale erediti dalla tua famiglia. Anche se l’identità che erediti ti fa sentire superiore e onorato, non vale comunque la pena menzionarla. Oppure, se suscita in te sentimenti di vergogna, di inferiorità e di scarsa autostima, non influirà lo stesso sul tuo perseguimento della verità. Non è così? (Sì.) Non influirà minimamente sul tuo perseguimento della verità né sulla tua identità di essere creato agli occhi di Dio. Al contrario, non importano l’identità e il prestigio sociale che erediti dalla tua famiglia: dal punto di vista di Dio, tutti hanno la stessa opportunità di essere salvati, e svolgono il loro dovere e perseguono la verità con lo stesso prestigio e la stessa identità. L’identità che erediti dalla tua famiglia, sia essa onorevole o vergognosa, non determina la tua umanità né il cammino che intraprendi. Se però le attribuisci una grande importanza e la consideri una parte essenziale della tua vita e del tuo essere, allora ti ci aggrapperai saldamente, non la abbandonerai mai e ne sarai orgoglioso. Se l’identità che erediti dalla tua famiglia è nobile, la considererai una sorta di capitale; se invece è infima, la considererai qualcosa di cui vergognarti. Non importa se l’identità che erediti dalla tua famiglia è nobile, gloriosa o vergognosa: questo è solo il tuo intendimento personale e il mero risultato del fatto che guardi alla questione dalla prospettiva della tua umanità corrotta. Si tratta solo di una tua sensazione, una tua percezione e una tua comprensione, i quali non sono in linea con la verità e non hanno nulla a che vedere con essa. La tua identità non è un capitale per il tuo perseguimento della verità né naturalmente può ostacolarlo. Se godi di un prestigio sociale nobile ed elevato, ciò non significa che sia un capitale per la tua salvezza. Se il tuo prestigio sociale è basso e umile, ciò non significa che sia un ostacolo al tuo perseguimento della verità né tanto meno al tuo perseguimento della salvezza. Sebbene l’ambiente e il retroterra di una famiglia nonché la qualità e le condizioni della sua vita vengano stabiliti da Dio, essi non hanno nulla a che vedere con la vera identità di una persona agli occhi di Dio. Ciascuno, a prescindere dalla famiglia di provenienza e dal fatto che abbia un retroterra familiare illustre o umile, è agli occhi di Dio un essere creato. Anche se la tua famiglia ha un retroterra illustre e tu possiedi un’identità e un prestigio nobili, resti comunque un essere creato. Analogamente, se vieni da una famiglia umile e gli altri ti guardano dall’alto in basso, agli occhi di Dio sei comunque un essere creato ordinario, non c’è nulla di speciale in te. Diversi retroterra familiari forniscono alle persone diversi ambienti di crescita, e diversi ambienti di vita familiare forniscono loro punti di vista diversi da cui affrontare le cose materiali, il mondo e la vita. Che si sia benestanti o poveri nella vita, o che le proprie condizioni familiari siano privilegiate o meno, si tratta solo di esperienze diverse fatte da persone diverse. Relativamente parlando, coloro che sono poveri e la cui famiglia ha un tenore di vita modesto possono fare un’esperienza di vita più profonda, mentre per coloro che sono ricchi e la cui famiglia è particolarmente privilegiata è più difficile ottenere ciò, non è vero? (Sì.) A prescindere dal tipo di ambiente familiare in cui sei cresciuto e dall’identità e dal prestigio sociale che hai acquisito dal tuo ambiente familiare, quando ti presenterai davanti a Dio, quando verrai riconosciuto e accettato da Lui come essere creato, ai Suoi occhi sarai uguale alle altre persone, non c’è nulla di speciale in te, e Dio applicherà gli stessi metodi e gli stessi standard nei requisiti che ti porrà. Se tu dici: “Godo di un prestigio sociale speciale”, allora davanti a Dio devi ignorare questo tuo “essere speciale”; se invece dici: “Il mio prestigio sociale è basso”, ebbene, devi ignorare anche questa tua “bassezza”. Davanti a Dio, ognuno di voi deve lasciarsi alle spalle l’identità che ha ereditato dalla sua famiglia, abbandonarla, accettare l’identità che Dio gli ha dato in quanto essere creato e adottare tale identità nell’assolvere bene i doveri di un essere creato. Se provieni da una buona famiglia e possiedi un prestigio nobile, non hai nulla di cui vantarti e non sei più nobile di chiunque altro. Perché? Agli occhi di Dio, fintanto che sei un essere umano creato, sei colmo di indole corrotta e sei uno di coloro che Dio vuole salvare. Allo stesso modo, se l’identità che erediti dalla tua famiglia è bassa e umile, devi comunque accettare l’identità di essere creato che Dio ti ha dato e presentarti al Suo cospetto come essere creato per accettare la Sua salvezza. Potresti dire: “Il prestigio sociale della mia famiglia è umile così come lo è la mia identità. Gli altri mi guardano dall’alto in basso”. Dio afferma che questo non ha importanza. Oggi, davanti a Dio, non sei più una persona che ha ricevuto la sua identità dalla sua famiglia. La tua identità attuale è quella di un essere creato e ciò che dovresti accettare è ciò che Dio ti richiede. Dio non dimostra parzialità nei confronti di nessuno. Non guarda al tuo retroterra familiare o alla tua identità, poiché ai Suoi occhi sei uguale a tutti gli altri. Sei stato corrotto da Satana, sei un membro della razza umana corrotta, e agli occhi di Dio sei un essere creato, quindi sei uno di coloro che Egli vuole salvare. Non importa se vieni da una famiglia di alti funzionari o hai genitori molto facoltosi, se sei un giovane privilegiato o una principessa, o se sei il figlio di piccoli proprietari terrieri oppure una persona comune. Queste cose non sono importanti e Dio non guarda a nulla di tutto ciò, poiché ciò che Egli vuole salvare sei tu come persona. Egli vuole cambiare la tua indole corrotta, non la tua identità. La tua indole corrotta non è determinata dalla tua identità, e nemmeno lo è il tuo valore, e la tua indole corrotta non proviene dalla tua famiglia. Dio vuole salvarti non perché magari godi di un prestigio umile, e tanto meno perché il tuo prestigio è distinto. Dio ti ha invece scelto a causa del Suo piano e della Sua gestione perché sei stato corrotto da Satana e sei un membro della razza umana corrotta. Davanti a Dio, a prescindere dall’identità che erediti dalla tua famiglia, sei uguale a tutti gli altri. Tutti voi siete membri della razza umana, siete stati corrotti da Satana e avete un’indole corrotta. Nessuno di voi ha alcunché di speciale. Non è così? (Sì.) Perciò, la prossima volta che qualcuno intorno a te dice: “Ero un magistrato di contea”, o “Ero un governatore di provincia”, o “I nostri antenati erano imperatori”, o “Ero un membro del Congresso”, o “Mi sono candidato alla presidenza”, o “Ero il presidente di una grande azienda” oppure “Ero il capo di un’impresa statale”, cosa c’è di così speciale in questo? Ha una qualche importanza che in passato tu sia stato un alto dirigente o un ufficiale in comando? Questo mondo e questa società attribuiscono grande importanza all’identità e al prestigio sociale delle persone e decidono come trattarti in base alla tua identità e al tuo prestigio sociale. Ma ora ti trovi nella casa di Dio, e Dio non ti guarderà in modo diverso per via di quanto ti sei distinto in passato o di quanto sfavillante e gloriosa è stata la tua identità. Soprattutto ora che Egli ti chiede di perseguire la verità, ha senso ostentare le tue qualifiche, il tuo prestigio sociale e il tuo valore? (No.) Non sarebbe sciocco farlo? (Sì.) Gli sciocchi tendono a usare queste cose per paragonarsi agli altri. Vi sono anche dei nuovi credenti che hanno scarsa statura e non comprendono la verità, e che spesso usano queste cose derivate dalla società e dalla famiglia per paragonarsi agli altri. In generale, le persone in possesso di un certo fondamento e di una certa statura nella loro fede in Dio non lo farebbero, né parlerebbero di queste cose. Servirsi dell’identità familiare o della posizione sociale come capitali non è un comportamento conforme alla verità.
Ora che ho condiviso in abbondanza su questo argomento, capisci quello che ho detto in merito all’identità che erediti dalla tua famiglia? (Sì.) DiteMi qualcosa al riguardo. (Dio, al riguardo dirò una cosa. Spesso le persone attribuiscono una particolare importanza alla famiglia in cui sono nate, alla sua identità e al prestigio di cui essa gode in società. Coloro che nascono in una famiglia di basso prestigio sociale tendono a ritenersi in qualche modo inferiori agli altri. Sentono di provenire da origini molto umili e di non poter camminare a testa alta in società, per cui vogliono impegnarsi per aumentare il proprio prestigio sociale; chi nasce in una famiglia dotata di una posizione e di un prestigio relativamente elevati tende a essere piuttosto arrogante e presuntuoso, ama mettersi in mostra e ha un innato senso di superiorità. Ma in realtà il prestigio sociale delle persone non è la cosa più importante, poiché davanti a Dio gli individui hanno tutti la stessa identità e lo stesso prestigio: sono tutti esseri creati. L’identità e il prestigio di qualcuno non possono determinarne la possibilità di perseguire o praticare la verità o di essere salvato, quindi non ci si può limitare a causa della propria identità e del proprio prestigio.) Molto bene. Coloro che non perseguono la verità si preoccupano molto dell’identità e del prestigio sociale delle persone, per cui in alcune circostanze particolari diranno cose come: “Sai che Tizio, della nostra chiesa, viene da una famiglia benestante?” I loro occhi si illuminano quando pronunciano la parola “benestante”, a riprova della loro mentalità estremamente invidiosa e gelosa. I loro sentimenti di invidia sono cresciuti per così tanto tempo da arrivare al punto di farli sbavare dietro a queste persone e dire: “Oh, vedi loro, laggiù: il padre di quella persona è un alto funzionario, il padre di quell’altro è un magistrato di contea, il suo un sindaco, e il padre di quell’altro è un segretario in qualche dipartimento governativo!” Quando vedono qualcuno che indossa begli abiti, che veste bene, che ha un po’ di classe o di acume o che fa uso di cose particolarmente ricercate, provano invidia e pensano: “La sua famiglia è ricca, deve essere pieno di soldi”, e vengono consumati dall’ammirazione e dall’invidia. Ogni volta che parlano di un tale che è il capo di una qualche azienda, si preoccupano della sua identità più di quanto lo faccia lui stesso. Parlano sempre del suo lavoro, anche se costui non lo fa mai, e addirittura votano per lui quando è il momento di eleggere il leader della chiesa. Nutrono sentimenti particolari per chi ha un prestigio sociale più elevato del loro e gli riservano attenzioni speciali. Cercano sempre di assecondarlo, di acquisire familiarità con lui e di adularlo, mentre odiano sé stessi e pensano: “Perché mio padre non è un funzionario? Perché sono nato in una famiglia come la mia? Perché non ho nulla di buono da dire sulla mia famiglia? Lui è nato in una famiglia di funzionari o di ricchi imprenditori, mentre la mia famiglia non ha nulla. Tutti quelli della mia generazione sono persone comuni, piccoli proprietari che lavorano la terra e che occupano la fascia bassa della società. E meno si parla dei miei genitori, meglio è: non sono nemmeno istruiti. Che vergogna!” Non appena qualcuno accenna ai loro genitori, diventano evasivi e dicono: “Evitiamo questo argomento, parliamo di qualcos’altro. Parliamo di Tizio, della nostra chiesa. Guarda la posizione dirigenziale che ricopre, lui sa come essere un leader. Lo fa da decenni, nessuno potrebbe sostituirlo. È nato per comandare. Se solo si potesse dire lo stesso di noi. Ora che ha fede in dio, riceve una benedizione dopo l’altra. È davvero una persona benedetta, poiché ha già tutto ciò che si potrebbe desiderare in società e, ora che è entrato a far parte della casa di dio, può accedere anche al Regno e ottenere una meravigliosa destinazione”. Credono che, quando un funzionario entra a far parte della casa di Dio, debba diventare il leader della chiesa e ottenere una meravigliosa destinazione. Ma chi è a decidere questo? L’ultima parola spetta forse a loro? (No.) Questo è chiaramente qualcosa che dicono i miscredenti. Se vedono qualcuno con un minimo di capacità e di talento innato, che veste bene e gode delle cose belle della vita, che guida una bella macchina e vive in una grande casa, allora non fanno che stargli intorno, adularlo e tentare di entrare nelle sue grazie. Poi ci sono altri che sentono di avere una posizione e un prestigio sociale elevati. Quando entrano a far parte della casa di Dio pretendono sempre dei privilegi speciali, gridano ordini ai loro fratelli e alle loro sorelle e li trattano come schiavi, poiché si sono abituati a condurre una vita da funzionari. Costoro pensano forse che i loro fratelli e le loro sorelle siano loro subordinati? Se quando si tengono le elezioni per il leader della chiesa non vengono scelti, si arrabbiano e dicono: “Smetterò di avere fede, la casa di dio non è equa, non dà possibilità alle persone e le guarda invece dall’alto in basso!” Si sono abituati a essere funzionari nel mondo secolare e si ritengono i migliori; pertanto, quando entrano a far parte della casa di Dio, cercano sempre di assumere il potere, prendono il comando in tutto, pretendono privilegi speciali e trattano la casa di Dio allo stesso modo di come trattano il mondo e la società. Magari una donna è la moglie di un funzionario del mondo secolare e vuole essere trattata come tale anche all’interno della casa di Dio e avere persone che la adulano e la seguono dappertutto. Se durante le riunioni i fratelli o le sorelle trascurano di salutarla, si arrabbia e smette di partecipare alle riunioni perché le sembra che gli altri non la prendano sul serio e che credere in Dio non abbia significato. Ciò non è forse irragionevole? (Sì.) Qualunque identità speciale tu possieda nella società, quando entri a far parte della casa di Dio la perdi. Davanti a Dio e alla verità le persone hanno una sola identità, che è quella di esseri creati. Che tu nel mondo secolare sia un funzionario governativo o sua moglie, che tu sia un membro dell’élite o un semplice passacarte, che tu sia un generale o un soldato, nella casa di Dio hai una sola identità, che è quella di essere creato. Non hai nulla di speciale, quindi non cercare privilegi speciali e non pretendere che gli altri ti adorino. Ci sono poi altri che provengono da una famiglia cristiana particolare o da una famiglia che crede nel Signore da generazioni. Magari la madre ha studiato in un collegio religioso e il padre è un pastore. Sono particolarmente ben accolti all’interno della comunità religiosa e i credenti si riuniscono intorno a loro. Dopo aver accettato questa fase dell’opera di Dio, costoro sentono di possedere ancora la medesima identità di prima, ma vivono nel mondo dei sogni! È ora che smettano di sognare e si sveglino. Non importa se sei un pastore o un leader: quando entri a far parte della casa di Dio devi capirne le regole e imparare a cambiare la tua identità. Questa è la prima cosa che devi fare. Non sei un funzionario di alto rango né un semplice passacarte, non sei un ricco uomo d’affari e nemmeno un povero senza un soldo. Quando entri a far parte della casa di Dio hai una sola identità, quella che Dio ti ha dato, ossia quella di essere creato. Cosa dovrebbero fare gli esseri creati? Non dovresti ostentare la tua storia familiare o il prestigio sociale che hai ereditato dalla tua famiglia, né usare il tuo prestigio sociale superiore per scatenarti all’interno della casa di Dio e pretendere privilegi speciali, e certamente non dovresti usare l’esperienza che hai accumulato in società e il senso di superiorità che ti viene conferito dal tuo prestigio sociale per comportarti da dominatore assoluto all’interno della casa di Dio e assumere il potere. Al contrario, nella casa di Dio dovresti compiere bene il tuo dovere di essere creato, comportarti in modo appropriato, non far menzione del tuo retroterra familiare, non nutrire alcun senso di superiorità e nemmeno avere complessi di inferiorità; non c’è bisogno che tu ti senta inferiore né che provi un senso di superiorità. In breve, devi eseguire bene, obbedientemente, ciò che spetta a un essere creato e compiere bene il dovere che un essere creato dovrebbe compiere. Alcuni dicono: “Quindi questo significa che devo pormi dei freni e mantenere un basso profilo?” No, non devi porti dei freni né mantenere un basso profilo, non devi assumere un atteggiamento sottomesso e certamente non uno altezzoso e borioso. Non devi cercare di distinguerti, non devi fingere e non devi essere accondiscendente solo per far felici tutti. Dio tratta le persone in modo equo e giusto, perché Egli è la verità. Dio ha detto molte parole agli uomini e ha fatto molte richieste, e in definitiva ciò che ti richiede è di svolgere bene il tuo dovere di essere creato e di fare adeguatamente tutto ciò che un essere creato dovrebbe fare. Nel trattare la questione dell’identità che si eredita dalla famiglia, ti viene inoltre richiesto di valutare le persone e le cose, di comportarti e di agire in base alle parole di Dio e di utilizzare la verità come criterio anziché ostentare il senso di superiorità che ti deriva dalla famiglia. E naturalmente, se provieni da una famiglia svantaggiata, non c’è bisogno che tu sia esplicito e racconti a tutti quanto è pessima. Qualcun altro potrebbe dire: “La casa di Dio ci richiede forse di ‘Non chiedere a un eroe quali sono le sue origini’?” Questo detto è la verità? (No.) Questo detto non è la verità, quindi non devi usarlo come base per valutare alcunché né utilizzarlo come criterio per attenerti ai requisiti che Dio ti pone. Per quanto riguarda l’identità che erediti dalla tua famiglia, ciò che Dio ti chiede è di svolgere il tuo dovere. Davanti a Dio, la tua unica identità è quella di essere creato, quindi dovresti abbandonare le cose che possono influenzare il tuo agire da buon essere creato o impedirti di farlo. Non dovresti lasciare spazio a queste cose nel tuo cuore né attribuire loro troppa importanza. Sia in termini di apparenze che di atteggiamento, dovresti abbandonare l’identità distinta che erediti dalla tua famiglia. Cosa ne pensi? È fattibile? (Sì.) Magari dalla tua famiglia hai ereditato un’identità onorevole, oppure il tuo retroterra familiare getta un’ombra sulla tua identità. In ogni caso spero che tu te ne affranchi, che prenda questa questione seriamente e che in futuro, quando affronterai delle situazioni particolari e queste cose influiranno sull’adempiere bene il tuo dovere, sul tuo modo di trattare le persone e sui principi corretti secondo cui gestisci le cose e ti relazioni con gli altri, tu possa liberarti dall’influenza dell’identità che hai ereditato dalla tua famiglia e che riesca a trattare tutti e a gestire ogni cosa correttamente. Per esempio, supponiamo che nella chiesa vi sia una sorella che è sempre superficiale nei suoi doveri e che crea continuamente intralcio. Come dovresti porti nei suoi confronti? Ti arrovelli al riguardo, pensando: “Devo potarla perché, se non lo faccio, il lavoro della chiesa ne risentirà”. E così decidi di farlo. Ma lei si rifiuta di accettarlo e accampa una serie di scuse. Tu non hai paura di lei, quindi continui a tenere condivisioni con lei e a potarla. Lei ti dice: “Ma lo sai chi sono io?”, e tu rispondi: “Cosa mi importa chi sei?” Lei ribatte: “Mio marito è il capo di tuo marito. Se oggi mi rendi le cose difficili, sarà un bel problema per tuo marito”. Tu rispondi: “Questo è il lavoro della casa di Dio. Se non lo svolgi bene e continui a creare intralcio, ti destituirò dal tuo dovere”. Quindi lei dice: “In ogni caso, ti ho detto come stanno le cose. Decidi tu cosa ti conviene fare!” Cosa intende per “decidi tu”? Ti sta dicendo che se osi destituirla farà licenziare tuo marito. A questo punto, tu pensi: “Questa donna gode di protezioni potenti, non c’è da stupirsi che parli sempre in modo così arrogante”, quindi cambi tono e dici: “Va bene, per questa volta lascerò correre, ma la prossima volta non lo farò! Non volevo implicare nulla con quello che ho detto, lo faccio solo per il bene del lavoro della chiesa. Siamo tutti fratelli e sorelle che credono in Dio, siamo un’unica famiglia. Considera che sono la leader della chiesa: come posso non assumermene la responsabilità? Se non fossi una persona che si assume le sue responsabilità non mi avreste eletta, giusto?” Inizi a cercare di appianare le cose. Vi sono dei principi alla base di questo tuo modo di agire? Il muro difensivo che avevi nel profondo del cuore è crollato, non hai il coraggio di attenerti ai principi e cedi. Non è forse così che stanno le cose? (Sì.) E dunque alla fine lasci correre. Ti vergogni di possedere un’identità meno nobile di costei e un prestigio sociale inferiore al suo, quindi ti senti obbligata a lasciarti controllare da lei e a obbedirle. Sebbene crediate entrambe in Dio, ti lasci comunque ricattare da lei. Se non riesci a liberarti dell’influenza che il prestigio sociale esercita su di te non sarai capace di attenerti ai principi, non saprai praticare la verità e non sarai leale al cospetto di Dio. Se non sei leale nei Suoi confronti, Dio ti accetterà? Dio Si fiderà di te? Continuerà ad affidarti lavori importanti? Per Lui sarai una persona inaffidabile, perché nel momento critico hai svenduto gli interessi della casa di Dio per proteggere i tuoi. Nel momento critico, ti sei lasciata spaventare dalle forze del male che provengono dalla società e da Satana, svendendo di conseguenza gli interessi della casa di Dio e non riuscendo a restare salda nella tua testimonianza. Questa è una grave trasgressione e un segno che hai disonorato Dio. Perché? Perché comportandoti così hai tradito la tua identità di essere creato e hai violato il principio di fare ciò che un essere creato dovrebbe fare. Nel gestire la questione, ti sei lasciata influenzare dal tuo prestigio sociale e dall’identità che possiedi in società. Se nell’affrontare un qualsiasi problema non riesci ad abbandonare le influenze negative create dall’identità che hai ereditato dalla tua famiglia, allora potresti reagire al problema in questione in modi inaspettati. Da un lato queste cose ti porteranno a violare la verità, mentre da un altro ti lasceranno del tutto disorientata, incapace di capire quale scelta compiere. Questo ti condurrà facilmente alla trasgressione e al rimpianto, cosicché agli occhi di Dio sarai macchiata e considerata come una persona inaffidabile che ha violato il principio che Dio impone agli esseri umani, ossia quello di svolgere bene i loro doveri di esseri creati e di fare ciò che un essere creato dovrebbe fare. Pensaci: è una questione in un certo senso banale ma anche molto significativa nella sua gravità, non è vero? (Sì.)
Ho appena condiviso in merito all’abbandonare l’identità che erediti dalla tua famiglia. È una cosa facile da fare? (Sì.) È facile? In quali circostanze questa questione ti influenzerà e ti disturberà? Quando non ne possiedi una comprensione corretta e pura, in un particolare tipo di ambiente ne verrai influenzato, e ciò influirà sulla tua capacità di svolgere bene il tuo dovere, incidendo sui metodi con cui gestirai le cose e sugli esiti risultanti. Pertanto, quando si tratta dell’identità che erediti dalla famiglia, dovresti trattarla correttamente e non lasciartene influenzare né controllare, bensì valutare le persone e le cose, comportarti e agire normalmente in base ai metodi che Dio impartisce alle persone. In questo modo, assumerai l’atteggiamento e i principi che un essere creato all’altezza dei requisiti dovrebbe avere a tale riguardo. Ora condivideremo in merito all’abbandonare i condizionamenti che la famiglia esercita su di te. In questa società, i principi secondo cui le persone si approcciano al mondo, i loro metodi di vita e di esistenza e persino i loro atteggiamenti e le loro nozioni in materia di religione e di credenze, così come le loro varie nozioni e opinioni in merito alle persone e alle cose, tutto questo viene inevitabilmente condizionato dalla famiglia. Prima che le persone arrivino a comprendere la verità, a prescindere dalla loro età, dal sesso, dall’occupazione e dall’atteggiamento che hanno nei confronti di ogni cosa, sia esso estremo o ragionevole, insomma, in ogni genere di questione, i loro pensieri, le loro opinioni e i loro atteggiamenti nei confronti delle cose sono fortemente influenzati dalla famiglia. In altre parole, i vari condizionamenti che la famiglia esercita su una persona determinano in larga misura il suo atteggiamento verso le cose e il suo modo di affrontarle, così come la sua visione dell’esistenza, e influenzano persino la sua fede. Poiché la famiglia condiziona e influenza le persone in modo così significativo, essa è inevitabilmente alla radice dei metodi e dei principi con cui le persone affrontano le cose, così come della loro visione dell’esistenza e delle loro opinioni sulla fede. Poiché la casa di origine non è il luogo da cui la verità proviene né da cui scaturisce, vi è praticamente un’unica forza motivante o un solo scopo che porta la tua famiglia a condizionarti in un’idea, un punto di vista o un metodo esistenziale qualsiasi, e si tratta di agire nel tuo interesse. Queste cose che sono nel tuo totale interesse, indipendentemente dalla loro provenienza, che derivino dai tuoi genitori, dai tuoi nonni o dai tuoi antenati, in sintesi hanno tutte lo scopo di metterti in condizione di difendere i tuoi interessi in società e tra gli altri, di evitarti di venire maltrattato e di metterti in condizione di vivere tra la gente in modo più libero e diplomatico, il tutto con l’obiettivo di proteggere il più possibile i tuoi interessi. I condizionamenti che subisci da parte della tua famiglia sono volti a proteggerti, a evitarti di essere maltrattato o umiliato e a farti diventare una persona di una spanna superiore agli altri, anche se questo significa maltrattarli o danneggiarli, purché non venga fatto del male a te. Questi sono alcuni dei condizionamenti più importanti esercitati dalla famiglia, e sono anche l’essenza e lo scopo principale alla base di tutte le idee in cui vieni condizionato. Non è così? (Sì.) Se consideri lo scopo e l’essenza di tutti i condizionamenti che hai subito dalla tua famiglia, vi è forse qualcosa che sia in linea con la verità? Anche se queste cose sono in linea con l’etica o con i legittimi diritti e interessi dell’umanità, hanno una qualche correlazione con la verità? Sono forse la verità? (No.) Si può affermare con tutta certezza che non sono assolutamente la verità. Per quanto positive, legittime, umane ed etiche, le persone credono siano tali cose i condizionamenti della tua famiglia; esse non sono la verità, non possono rappresentare la verità e certamente non possono sostituirla. Pertanto, quando si parla di famiglia, queste cose sono un altro aspetto che le persone dovrebbero abbandonare. Di quale aspetto si tratta nello specifico? Si tratta dei condizionamenti che la famiglia esercita su di te: questo è il secondo aspetto che dovresti abbandonare quando si parla di famiglia. Poiché stiamo discutendo dei condizionamenti che la famiglia esercita su di te, parliamo prima di tutto di quali sono esattamente questi condizionamenti. Se li distinguiamo in base al concetto di giusto e sbagliato che hanno le persone, alcuni sono relativamente corretti, positivi e accettabili e se ne può parlare, mentre altri sono relativamente egoistici, spregevoli, ignobili, negativi e nulla più. Tuttavia, in ogni caso, questi condizionamenti esercitati dalla famiglia sono come uno strato di indumenti protettivi che tutti insieme salvaguardano gli interessi della carne di un individuo, ne preservano la dignità di cui gode tra gli altri e gli impediscono di essere maltrattato. Non è così? (Sì.) Parliamo allora dei condizionamenti che la famiglia esercita su di te. Per esempio, quando gli anziani della famiglia ti ripetono spesso che “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia”, lo fanno perché tu attribuisca importanza all’avere una buona reputazione, al vivere una vita di cui essere orgoglioso e al non fare cose che ti procurino disonore. Dunque, questo detto guida le persone in modo positivo o negativo? Può condurti alla verità? Può portarti a comprenderla? (No.) Puoi affermare in tutta certezza: “No, non può!” Riflettici: Dio dice che le persone dovrebbero comportarsi in modo onesto. Quando hai commesso una trasgressione, hai fatto qualcosa di sbagliato oppure hai agito in ribellione a Dio e contro la verità devi ammettere il tuo errore, acquisire comprensione di te stesso e continuare ad analizzarti per raggiungere un autentico pentimento, e da quel momento in poi agire in base alle parole di Dio. Quindi, doversi comportare onestamente non è forse in conflitto con il detto “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia”? (Sì.) In che modo lo è? Il detto “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” ha lo scopo di indurre le persone ad attribuire importanza a vivere il loro lato migliore e positivo e a fare più cose che le mettano in buona luce anziché fare cose cattive o disonorevoli o rivelare il loro lato peggiore, così da evitare di vivere senza dignità e orgoglio. In nome della reputazione, dell’orgoglio e dell’onore, non si può gettare tutto di sé stessi nella spazzatura né tanto meno parlare agli altri del proprio lato oscuro e dei propri aspetti disdicevoli, poiché bisogna vivere con dignità e orgoglio. Per avere dignità bisogna godere di una buona reputazione, e per godere di una buona reputazione bisogna fingere e vendersi bene. Questo non è forse in conflitto con il comportarsi onestamente? (Sì.) Quando ti comporti onestamente, quello che fai è completamente in contrasto con il detto “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia”. Se vuoi comportarti onestamente, non attribuire importanza all’orgoglio; l’orgoglio non vale un centesimo. Di fronte alla verità ci si dovrebbe esporre, non fingere né trasmettere una falsa immagine di sé. Bisogna rivelare a Dio i propri veri pensieri, gli errori commessi, le violazioni delle verità principi e così via, e mettere a nudo queste cose anche davanti ai fratelli e alle sorelle. Non si tratta di vivere per la propria reputazione ma di vivere per comportarsi onestamente, per perseguire la verità, per comportarsi da veri esseri creati e per soddisfare Dio ed essere salvati. Quando però non capisci questa verità né le intenzioni di Dio, i condizionamenti esercitati dalla tua famiglia tendono a dominare. Così, quando fai qualcosa di sbagliato, lo nascondi e metti in scena una finzione, pensando: “Non posso dire nulla al riguardo, e non permetterò a nessun altro che lo sa di parlare. Se qualcuno di voi dice qualcosa, se la dovrà vedere con me. La mia reputazione viene prima di tutto. Vivere non ha altro scopo che salvaguardare la propria reputazione, perché è la cosa più importante di tutte. Se una persona perde la reputazione, perde tutta la dignità. Quindi non si può dire come stanno le cose veramente: si deve fingere, si deve nascondere, altrimenti si perdono la reputazione e la dignità e la vita diventa inutile. Se nessuno ti rispetta allora sei soltanto inutile, spazzatura priva di valore”. Praticando in questo modo, è possibile comportarsi onestamente? È possibile essere completamente aperti e analizzare sé stessi? (No.) Ovviamente, comportandoti in questo modo aderisci al detto “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” che la tua famiglia ti ha condizionato a seguire. Se però abbandoni questo detto per perseguire e praticare la verità, esso cesserà di influenzarti e di farti da motto o da principio d’azione, e invece ciò che farai sarà esattamente l’opposto di quanto esso sostiene, ossia che “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia”. Non vivrai per la tua reputazione né per la tua dignità bensì per perseguire la verità, per comportarti da persona onesta e per cercare di soddisfare Dio e di vivere come un vero essere creato. Se ti attieni a questo principio, avrai abbandonato gli effetti dei condizionamenti che la tua famiglia esercita su di te.
La famiglia condiziona le persone non solo con uno o due detti ma con tutta una serie di citazioni e aforismi celebri. Per esempio, gli anziani della tua famiglia e i tuoi genitori non citano spesso il detto “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”? (Sì.) Ti stanno dicendo: “Le persone devono vivere per la loro reputazione. Le persone non mirano ad altro nella loro vita che a crearsi una buona reputazione tra gli altri e a fare una buona impressione. Ovunque tu vada sii più prodigo di saluti, convenevoli e complimenti e pronuncia più parole gentili. Non offendere gli altri e compi invece un maggior numero di buone azioni e di gentilezze”. Questo particolare condizionamento esercitato dalla famiglia ha un certo impatto sul comportamento o sui principi di condotta delle persone, con l’inevitabile conseguenza che esse attribuiscono grande importanza alla fama e al guadagno. Ovvero attribuiscono grande importanza alla propria reputazione, alla propria fama, all’impressione che suscitano nella mente degli altri e alla stima che gli altri hanno di tutto ciò che esse fanno e di ogni opinione che esprimono. Attribuendo grande importanza alla fama e al guadagno, senza rendertene conto ne dai poca al fatto che il dovere che svolgi sia o meno in linea con la verità e con i principi, al fatto che tu stia soddisfacendo Dio e compiendo il tuo dovere in modo adeguato oppure no. Attribuisci a queste cose minore importanza e priorità, mentre il detto “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”, che la tua famiglia ti ha condizionato a seguire diventa per te estremamente importante. Questo ti porta a prestare grande attenzione a come ogni dettaglio che ti riguardi viene percepito dagli altri. In particolare, alcuni prestano particolare attenzione a ciò che gli altri pensano davvero di loro alle loro spalle, al punto di origliare attraverso i muri, di ascoltare dalle porte socchiuse e persino di leggere di nascosto ciò che gli altri scrivono su di loro. Non appena qualcuno fa il loro nome, pensano: “Devo subito cercare di sentire cosa sta dicendo di me e se ha una buona opinione di me. Oh cielo, ha detto che sono pigro e che mi piace mangiare buon cibo. Allora devo cambiare, non posso più essere pigro in futuro, devo essere diligente”. Dopo essere stati diligenti per un po’, si dicono: “Ho ascoltato tutti per vedere se dicono che sono pigro, e nessuno sembra averlo detto ultimamente”. Ma ancora non si sentono a proprio agio, così lo menzionano casualmente nelle conversazioni con chi li circonda, dicendo: “Sono un po’ pigro”. E qualcun altro risponde: “Non sei pigro, sei molto più diligente di prima”. A questo punto si sentono immediatamente rassicurati, colmi di gioia e confortati. “Guarda un po’, tutti hanno cambiato opinione su di me. A quanto pare hanno tutti notato i miglioramenti nel mio comportamento”. Tutto ciò che fai non è volto a praticare la verità né a soddisfare Dio, bensì a soddisfare la tua reputazione. In questo modo, cosa è diventato effettivamente tutto ciò che fai? È diventato di fatto un gesto religioso. Che cosa è diventata la tua essenza? Sei diventato il fariseo per eccellenza. Che cosa è diventato il tuo cammino? È diventato il cammino di un anticristo. È così che Dio lo definisce. Quindi, l’essenza di tutto ciò che fai è stata contaminata, non è più la stessa; non stai praticando né perseguendo la verità, e stai invece perseguendo la fama e il guadagno. In definitiva, per quanto riguarda Dio, l’assolvimento del tuo dovere è, in una sola parola, inadeguato. Perché? Perché sei dedito solamente alla tua reputazione anziché a ciò che Dio ti ha affidato o al tuo dovere di essere creato. Che cosa senti nel cuore quando Dio dà una simile definizione? Che la tua fede in Dio in tutti questi anni è stata vana? Questo significa dunque che non hai affatto perseguito la verità? Non hai perseguito la verità e hai invece prestato particolare attenzione alla tua reputazione, e alla base di questo vi sono i condizionamenti che provengono dalla tua famiglia. Qual è il detto che ti ha condizionato in modo più preponderante? Il detto “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli” ha messo profonde radici nel tuo cuore ed è diventato il tuo motto. Ne sei stato influenzato e condizionato sin da quando eri piccolo, e anche ora che sei adulto continui a ripeterlo per influenzare la prossima generazione della tua famiglia e coloro che ti circondano. Naturalmente, la cosa ancora più grave è il fatto che lo hai adottato come metodo e principio per comportarti e gestire le cose e persino come obiettivo e direzione che persegui nella vita. Il tuo obiettivo e la tua direzione sono sbagliati, e quindi sarà sicuramente negativo anche l’esito finale. Questo perché, in essenza, tutto ciò che fai è finalizzato solamente alla tua reputazione e a mettere in pratica il detto “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”. Non stai perseguendo la verità eppure nemmeno tu ne hai consapevolezza. Pensi che non ci sia nulla di male in questo detto, in quanto le persone non dovrebbero forse vivere per la loro reputazione? Come dice un detto popolare: “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”. Questo detto è in apparenza alquanto positivo e legittimo, quindi accetti senza rendertene conto il suo condizionamento e lo consideri una cosa positiva. Una volta che consideri questo detto come una cosa positiva, inconsapevolmente lo persegui e lo metti in pratica. Allo stesso tempo, confusamente e senza rendertene conto, lo interpreti erroneamente come fosse la verità e un criterio di verità. Quando lo consideri un criterio di verità, smetti di ascoltare ciò che Dio dice e non riesci a comprenderlo. Metti ciecamente in pratica il motto “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”, agisci in base a esso e ciò che alla fine ottieni è una buona reputazione. Hai ottenuto ciò che volevi, ma così facendo hai violato e abbandonato la verità e hai perso la possibilità di essere salvato. Dato che questo è l’esito finale, dovresti abbandonare e lasciarti alle spalle l’idea che “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”, che la tua famiglia ti ha condizionato ad abbracciare. Non si tratta di qualcosa cui dovresti aggrapparti né di un detto o di un’idea alla cui pratica dovresti dedicare una vita intera di sforzi ed energie. Questa idea e questa visione che ti sono state inculcate e con cui sei stato condizionato sono sbagliate, quindi dovresti abbandonarle. Dovresti farlo non solo perché non sono la verità, ma anche perché ti porteranno a smarrirti e, alla fine, alla distruzione, quindi le conseguenze sono molto gravi. Per te non si tratta di un semplice detto, ma di un cancro; è un mezzo e un metodo per corrompere le persone. Questo perché all’interno delle Sue parole, tra tutti i requisiti che ha posto alle persone, Dio non ha mai chiesto loro di perseguire una buona reputazione, di ricercare la fama, di fare una buona impressione sugli altri, o di ottenere la loro approvazione, o di suscitare i loro apprezzamenti, né le ha esortate a vivere per la fama o al fine di guadagnarsi una buona reputazione. Dio vuole solo che le persone svolgano bene il loro dovere e si sottomettano a Lui e alla verità. Pertanto, per quanto ti riguarda, questo detto è un tipo di condizionamento esercitato dalla tua famiglia che dovresti abbandonare.
C’è un altro condizionamento che la tua famiglia esercita su di te. Per esempio, quando i genitori o gli anziani ti spronano, spesso ti dicono: “Per avere successo devi sopportare grandi sofferenze”. Dicendo questo vogliono insegnarti a sopportare le sofferenze, a essere diligente, a perseverare e a non avere paura di soffrire in qualsiasi cosa tu faccia, perché solo chi sopporta le sofferenze, resiste alle avversità, lavora sodo e ha uno spirito combattivo può avere successo. Che cosa significa “avere successo”? Significa non venire maltrattati, né essere guardati dall’alto in basso o discriminati; significa godere di fama e prestigio elevati tra le persone, avere l’autorità di parlare e di essere ascoltati e il potere di prendere decisioni; significa essere in grado di condurre una vita migliore e di qualità superiore in mezzo agli altri e avere persone che ti stimano, ti ammirano e ti invidiano. Significa, in sostanza, trovarti al vertice dell’intera razza umana. Che cosa significa “al vertice”? Significa che vi sono molte persone ai tuoi piedi e che non sei costretto a sopportare alcun maltrattamento da parte loro: ecco cosa significa “avere successo”. Per poter avere successo devi “sopportare grandi sofferenze”, il che significa che devi essere in grado di sopportare sofferenze che altri non riescono a sopportare. Quindi, prima di poter avere successo, devi essere capace di sopportare gli altrui sguardi di disprezzo, la derisione, il sarcasmo, la calunnia, la mancanza di comprensione, il disdegno e così via. Oltre alla sofferenza fisica, devi saper tollerare il sarcasmo e lo scherno dell’opinione pubblica. Solo imparando a essere una persona di questo tipo puoi distinguerti tra gli altri e guadagnarti una nicchia nella società. Lo scopo di questo detto è indurre gli individui a diventare dei dominatori anziché dei sottoposti, perché è davvero dura essere un sottoposto: sei costretto a tollerare maltrattamenti, ti senti inutile e sei del tutto privo di dignità e reputazione. Anche questo è un condizionamento che la famiglia esercita su di te, con l’obiettivo di agire nel tuo migliore interesse. La tua famiglia lo fa perché tu non debba sopportare i maltrattamenti degli altri, perché tu possa acquisire fama e autorità, mangiare bene e goderti la vita e perché ovunque tu vada nessuno osi maltrattarti e tu possa invece tiranneggiare e comandare, e tutti ti assecondino servilmente. Da un lato cerchi di essere superiore agli altri per tuo vantaggio personale, mentre da un altro lo fai anche per accrescere il prestigio sociale della tua famiglia e onorare i tuoi antenati, in modo che anche i tuoi genitori e gli altri membri della famiglia possano trarre beneficio dall’essere associati a te e non subire maltrattamenti. Se hai sopportato grandi sofferenze e ne sei uscito con successo, diventando un funzionario di alto rango che possiede una bella auto, una casa lussuosa e un seguito di persone che gli ronzano intorno, di pari passo anche la tua famiglia trarrà beneficio dall’essere associata a te e anche i tuoi familiari potranno guidare belle auto, mangiare bene e fare la bella vita. Se ne avrai voglia potrai gustare le prelibatezze più costose e andare dove vuoi, avere tutti ai tuoi ordini, fare ciò che vuoi e vivere con arroganza e assecondando i tuoi capricci senza dover mantenere un basso profilo o vivere con la coda tra le gambe, fare tutto quello che ti pare anche se è al di sopra della legge, e vivere in modo audace e spericolato. Questo è l’obiettivo della tua famiglia nel condizionarti in questo modo: evitare che tu subisca torti e portarti al successo. Per dirla senza mezzi termini, lo scopo della tua famiglia è trasformarti in qualcuno che guida gli altri, che li dirige e che dà loro ordini, in qualcuno che è solo capace di maltrattare gli altri e che non deve mai subire nulla, e in una persona di successo anziché in una che viene guidata da altri. Non è così? (Sì.) Questo condizionamento da parte della tua famiglia è vantaggioso per te? (No.) Perché dici di no? Se ogni famiglia educasse la generazione successiva in questo modo, ciò non aumenterebbe forse i conflitti sociali e non renderebbe la società più competitiva e ingiusta? Tutti vorrebbero essere al vertice, nessuno vorrebbe trovarsi in fondo o essere una persona comune: tutti vorrebbero essere coloro che dominano e maltrattano gli altri. Pensi che potrebbe ancora esistere una società buona se le cose andassero così? È chiaro che la società non sarebbe orientata verso una direzione positiva, e ciò non farebbe altro che intensificare i conflitti sociali, aumentare la competitività e inasprire le controversie tra gli individui. Prendiamo la scuola, per esempio. Gli studenti cercano di superarsi l’un l’altro, dedicando grandi sforzi allo studio quando non c’è nessuno a guardarli, ma poi quando si incontrano dicono: “Oh, non ho studiato neanche lo scorso fine settimana. Invece sono andato in un posto fantastico e mi sono divertito tutto il giorno. Tu dove sei stato?” E qualcun altro risponde a tono: “Anche io ho dormito tutto il fine settimana e non ho studiato”. In realtà ognuno dei due sa benissimo che l’altro ha passato tutto il fine settimana a studiare fino allo sfinimento, ma nessuno dei due ammette di aver studiato o di essersi impegnato a fondo quando nessuno lo guardava, perché tutti vogliono avere successo e non vogliono essere superati dagli altri. Dicono di non aver studiato perché non vogliono che gli altri sappiano che in realtà lo hanno fatto. A che scopo mentire in questo modo? Tu studi per te stesso, non per gli altri. Se sei capace di mentire a una così giovane età, puoi forse seguire il giusto cammino una volta entrato in società? (No.) L’ingresso nella società comporta interessi personali, denaro e prestigio, quindi la competizione può solo farsi ancora più feroce. Le persone non si fermerebbero davanti a nulla e userebbero tutti i mezzi a loro disposizione per raggiungere i loro scopi. Sarebbero disposte a tutto ciò che serve per realizzare i loro obiettivi e capaci di farlo, a qualsiasi costo, anche se comportasse subire delle umiliazioni. Se le cose continuassero in questo modo, si potrebbe mai giungere a una buona società? Se tutti si comportassero così, la razza umana potrebbe mai finire bene? (No.) La radice di ogni tipo di costumi sociali inappropriati e di tendenze malvagie deriva dal condizionamento che la famiglia esercita sulle persone. Quali sono dunque i requisiti posti da Dio al riguardo? Dio richiede forse agli individui di avere successo e di non essere mediocri, banali, insignificanti e ordinari e di essere invece grandi, famosi e illustri? È questo che Dio richiede alle persone? (No.) È alquanto palese che il detto che la tua famiglia ti ha condizionato a seguire, “Per avere successo devi sopportare grandi sofferenze”, non ti guida verso una direzione positiva, e naturalmente non ha nemmeno alcuna correlazione con la verità. Gli obiettivi della tua famiglia nell’indurti a sopportare la sofferenza sono tutt’altro che innocenti, sono motivati da trame, e quindi molto spregevoli e subdoli. Dio fa sì che le persone soffrano perché hanno un’indole corrotta. Se le persone vogliono essere purificate dalla loro indole corrotta devono patire la sofferenza: questo è un fatto oggettivo. Inoltre, Dio richiede alle persone di sopportare la sofferenza: questo è ciò che un essere creato dovrebbe fare ed è anche ciò che una persona normale dovrebbe tollerare e l’atteggiamento che dovrebbe assumere. Dio, tuttavia, non ti richiede di avere successo: ti chiede solo di essere una persona normale, ordinaria, che comprende la verità, ascolta le Sue parole, Gli si sottomette; nient’altro. Dio non pretende mai che tu Lo sorprenda o che compia qualche impresa sconvolgente, né ha bisogno che tu diventi una celebrità o un personaggio illustre. Ha solo bisogno che tu sia una persona ordinaria, normale e reale, e non importa quanta sofferenza tu sia in grado di sopportare né se tu sia in assoluto capace di sopportarla: se in definitiva sei in grado di temere Dio e di evitare il male, allora questo è il miglior tipo di persona che tu possa essere. Ciò che Dio vuole non è che tu abbia successo ma che tu sia un vero essere creato, una persona capace di svolgere il dovere di un essere creato. Qui si sta parlando di una persona insignificante e ordinaria, in possesso di normale umanità, coscienza e ragione, non di qualcuno che sia nobile o grande agli occhi dei non credenti o degli esseri umani corrotti. Abbiamo condiviso in abbondanza su questo aspetto in precedenza, quindi ora non ne parleremo oltre. Il detto “Per avere successo devi sopportare grandi sofferenze” è chiaramente qualcosa che dovresti abbandonare. Cosa esattamente dovresti abbandonare? La direzione che la tua famiglia ti ha condizionato a perseguire. In altre parole, dovresti cambiare la direzione del tuo perseguimento. Non fare nulla al solo scopo di avere successo, di distinguerti dalla massa e spiccare o di essere ammirato dagli altri. Dovresti invece abbandonare questi scopi, intenzioni e motivazioni e fare tutto con i piedi per terra, così da diventare un vero essere creato. Cosa intendo quando dico “con i piedi per terra”? Il principio fondamentale è quello di fare tutto in base ai modi e ai principi che Dio ha insegnato agli uomini. Supponiamo che ciò che fai non lasci tutti sbalorditi e non li impressioni o che non venga nemmeno lodato o apprezzato da nessuno. Se però si tratta di qualcosa che ti spetta fare, allora dovresti perseverare e continuare a farlo, trattandolo come il dovere che un essere creato è tenuto a svolgere. Così facendo, sarai agli occhi di Dio un essere creato all’altezza dei requisiti: è così semplice. Ciò che devi cambiare è il tuo perseguimento rispetto al tuo comportamento e alla tua visione della vita.
La famiglia ti condiziona e ti influenza in altri modi, per esempio con il detto “L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza”. I tuoi familiari spesso ti insegnano: “Sii gentile, non discutere con gli altri e non farti dei nemici, perché se ti fai troppi nemici non riuscirai a farti strada nella società e, se sono in troppi a odiarti e ad avercela con te, in società non sarai al sicuro. Sarai sotto minaccia costante e la tua sopravvivenza, il tuo prestigio, la tua famiglia, la tua sicurezza personale e persino le tue prospettive di carriera verranno messi a repentaglio e ostacolati da individui malevoli. Devi quindi imparare che ‘L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza’. Sii gentile con tutti, non compromettere i buoni rapporti, non dire nulla che poi non potrai ritrattare, evita di ferire l’orgoglio degli altri e non mettere in luce i loro difetti. Evita, o smetti, di dire cose che gli altri non vogliono ascoltare. Limitati a fare complimenti, perché fa sempre bene complimentare qualcuno. Devi imparare a mostrare tolleranza e a scendere a compromessi sia nelle piccole che nelle grandi questioni, perché ‘Il compromesso renderà un conflitto molto più facile da risolvere’”. Riflettici su, la tua famiglia ti inculca in una sola volta un’idea e un punto di vista duplice. Da un lato ti dice che devi essere gentile con gli altri; dall’altro ti richiede di essere tollerante, di non parlare a sproposito e, se hai qualcosa da dire, di tacere finché non torni a casa e poi parlarne con la tua famiglia. Oppure, meglio ancora, non dirlo neppure ai tuoi familiari, perché i muri hanno le orecchie: se mai il segreto dovesse trapelare, andresti incontro a conseguenze negative. Per farsi strada e sopravvivere in questa società, le persone devono imparare una cosa, ossia mediare. In termini colloquiali, devi essere viscido e astuto. Non puoi semplicemente dire ciò che pensi. Dire quello che si ha in mente è stupidità, non può definirsi intelligenza. Alcune persone sono delle mine vaganti che dicono tutto quello che vogliono. Immagina qualcuno che, comportandosi così, finisce per offendere il suo capo. Il capo gli rende la vita difficile, gli revoca le gratifiche e cerca sempre una scusa per sollevare delle questioni con lui. Alla fine, costui non riesce più a sopportare il lavoro. Se si licenzia, non saprà più come guadagnarsi da vivere. Se non lo fa, però, non può far altro che tenersi un lavoro che non sopporta più. Come si dice quando qualcuno si trova tra l’incudine e il martello? “Incastrato”, in un vicolo cieco. La sua famiglia lo rimprovera dicendo: “Ti meriti di essere maltrattato, avresti dovuto ricordare che ‘L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza’! Ben ti sta, perché sei una mina vagante e parli senza pensare alle conseguenze! Ti avevamo detto di avere tatto e di pensare bene prima di parlare, ma tu non hai voluto, hai dovuto per forza essere diretto. Pensavi che fosse semplice interferire con il tuo capo? Pensavi che fosse così facile sopravvivere nella società? Sei sempre convinto di dover essere semplicemente una persona diretta. Ebbene, ora devi pagarne le dolorose conseguenze. Che questo ti sia di lezione! In futuro, farai bene a ricordare il detto ‘L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza’!” Una volta imparata questa lezione, costui la ricorda e pensa: “I miei genitori hanno fatto bene a riprendermi. Questa è un’esperienza di vita molto profonda, una vera perla di saggezza che non posso continuare a ignorare. Ignorare i miei è pericoloso: me ne ricorderò in futuro”. Dopo aver iniziato a credere in Dio ed essere entrato a far parte della Sua casa, costui continua a ricordare il detto “L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza”, e così saluta i fratelli e le sorelle ogni volta che li incontra e fa del suo meglio per rivolgere loro parole gentili. Il leader dice: “È un po’ che svolgo il ruolo di leader, ma non ho abbastanza esperienza lavorativa”. Così costui interviene con un complimento: “Stai facendo un ottimo lavoro. Se non ci fossi tu a guidarci, ci sentiremmo persi”. Qualcun altro dice: “Ho acquisito comprensione di me stesso e penso di essere alquanto ingannevole”. Allora lui risponde: “Tu non sei ingannevole, sei davvero onesto, sono io quello disonesto”. Un’altra persona gli fa un’osservazione sgradevole e lui pensa tra sé e sé: “Non è necessario che io tema osservazioni sgradevoli come questa, posso sopportare di molto peggio. Non importa quanto le tue osservazioni siano sgradevoli: farò finta di non aver sentito e continuerò a complimentarmi con te e a fare del mio meglio per conquistarmi il tuo favore, perché faccio sempre bene a complimentarmi con te”. Quando qualcuno gli chiede di esprimere la sua opinione o di aprirsi durante le condivisioni, non parla mai con franchezza e mantiene questa facciata di allegria e gioia davanti a tutti. Qualcuno gli chiede: “Come mai sei sempre così allegro e gioioso? Sei davvero Mister Sorriso?” E lui pensa tra sé e sé: “Sono Mister Sorriso da anni e in tutto questo tempo nessuno si è mai approfittato di me, quindi è diventato il mio principio cardine per trattare con il mondo”. Costui non è forse simile a una pietra scivolosa? (Sì.) Alcuni si sono barcamenati nella società in questo modo per molti anni e continuano a farlo anche dopo essere entrati a far parte della casa di Dio. Non pronunciano mai una sola parola sincera, non parlano mai con il cuore e non parlano della comprensione che hanno di sé stessi. Non parlano con franchezza neanche quando un fratello o una sorella mettono a nudo il proprio cuore con loro, e nessuno riesce a capire cosa pensino davvero. Non rivelano mai cos’hanno in mente o quali sono le loro opinioni, mantengono ottimi rapporti con tutti, e non si riesce a capire che tipo di individui o che tipo di personalità piacciano loro davvero o cosa pensino davvero degli altri. Se qualcuno chiede loro che tipo di persona sia tal dei tali, rispondono: “È un credente da oltre dieci anni, è una brava persona”. Di chiunque tu chieda loro cosa pensano, ti rispondono che è una brava o un’ottima persona. Se qualcuno chiede loro: “Hai rilevato manchevolezze o difetti in lui?”, rispondono: “Finora no, terrò gli occhi aperti in futuro”, ma dentro di sé pensano: “Mi stai chiedendo di offendere quella persona, cosa che di certo non farò! Se ti dico la verità e lui la scopre, non diventerà forse mio nemico? I miei familiari mi hanno sempre ripetuto di non farmi nemici, non ho dimenticato le loro parole. Mi ritieni uno stupido? Pensi che dimenticherei l’educazione e il condizionamento che ho ricevuto dalla mia famiglia solo perché tu hai condiviso su due frasi di verità? Non accadrà! Questi detti, ‘L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza’ e ‘Il compromesso renderà un conflitto molto più facile da risolvere’, non mi hanno mai deluso e sono i miei talismani. Non faccio menzione dei difetti di nessuno, e se qualcuno mi provoca rispondo con la tolleranza. Non hai visto l’ideogramma che ho inciso sulla fronte? È l’ideogramma cinese che significa ‘tolleranza’, e raffigura un coltello sopra un cuore. A chiunque faccia commenti sgradevoli, io mostro tolleranza. A chiunque mi poti, io mostro tolleranza. Il mio obiettivo è rimanere in buoni rapporti con tutti, mantenere le relazioni a questo livello. Non restare aggrappato ai principi, non essere così stupido, così rigido, devi imparare a cedere a seconda delle circostanze! Perché secondo te le tartarughe vivono così a lungo? La ragione non è forse che si nascondono nel loro guscio quando le cose si complicano? In questo modo possono proteggersi e vivere per migliaia di anni. È così che si vive a lungo e che si affronta il mondo”. Non senti mai queste persone dire qualcosa di sincero o di autentico, e i loro veri punti di vista e la linea di fondo del loro comportamento non vengono mai alla luce. Si limitano a tenere queste cose nella loro mente e vi riflettono su in cuor loro, ma nessun altro le conosce. Dall’esterno, tali individui appaiono gentili con tutti e affabili e non feriscono né danneggiano nessuno. Ma in realtà mediano e sono delle pietre scivolose. Simili individui piacciono sempre ad alcuni membri della chiesa perché non commettono mai errori gravi, non si tradiscono mai e la valutazione dei leader della chiesa e dei fratelli e delle sorelle è che vanno d’accordo con tutti. Sono tiepidi nei confronti del loro dovere, si limitano a fare solamente ciò che viene chiesto loro. Sono particolarmente obbedienti e ben educati, non feriscono mai gli altri nelle conversazioni o nell’occuparsi di qualche questione e non si approfittano mai ingiustamente di nessuno. Non parlano mai male degli altri e non giudicano mai nessuno alle spalle. Tuttavia, nessuno sa se sono sinceri nell’assolvere il loro dovere, e nessuno ha idea di cosa pensano degli altri o di che opinione hanno di loro. Dopo un’attenta riflessione, ti sembra addirittura che le persone di questo tipo siano in realtà un po’ strane e difficili da decifrare, e che tenerle nella chiesa potrebbe portare a dei problemi. Cosa dovresti fare dunque? È una decisione difficile, vero? Mentre costoro svolgono il loro dovere puoi vederli occuparsi dei loro affari, mentre non si curano mai dei principi che la casa di Dio ha comunicato loro. Fanno le cose a loro piacimento, limitandosi semplicemente a sbrigarsela e cercando solo di non commettere errori gravi. Di conseguenza non riesci mai a coglierli in fallo né a rilevare in loro alcuna mancanza. Fanno le cose in modo impeccabile, ma cosa pensano dentro di sé? Vogliono svolgere il loro dovere? Se non ci fossero i decreti amministrativi della chiesa o la supervisione del leader della chiesa o dei fratelli e delle sorelle, un individuo così non potrebbe frequentare persone malevole? Potrebbe compiere il male e commettere delle malefatte insieme a loro? È altamente possibile e costui ne è capace, è solo che non l’ha ancora fatto. Costoro appartengono alla più problematica categoria di persone e rappresentano l’archetipo della pietra scivolosa o della vecchia volpe. Non portano rancore verso nessuno. Se qualcuno dice qualcosa che li ferisce o rivela un’indole corrotta che lede la loro dignità, cosa pensano? “Sarò tollerante, non ti porterò rancore, ma verrà un giorno in cui ti renderai ridicolo!” Quando quella persona viene davvero trattata o si rende ridicola, ne ridono segretamente. Sono sempre pronti a deridere gli altri, i leader e la casa di Dio, ma mai sé stessi. Semplicemente non si rendono conto di quali problemi o quali difetti possiedono. Simili individui sono attenti a non rivelare nulla che possa ferire un’altra persona o che permetta a qualcuno di capirli a fondo, anche se pensano a queste cose in cuor loro. Quando invece si tratta di cose che possono instupidire o fuorviare gli altri, le esprimono liberamente e non ne fanno mistero. Le persone di questo tipo sono le più subdole e difficili da trattare. Quale atteggiamento assume quindi la casa di Dio nei loro confronti? Impiegarle se possono essere impiegate, e in caso contrario allontanarle: questo è il principio. Perché? Perché simili individui sono destinati a non perseguire la verità. Sono dei miscredenti che, quando le cose vanno male, si prendono gioco della casa di Dio, dei fratelli e delle sorelle e dei leader. Che ruolo ricoprono? Non svolgono forse il ruolo di Satana e dei diavoli? (Sì.) Quando mostrano pazienza nei confronti dei loro fratelli e delle loro sorelle, non si tratta né di vera tolleranza né di vero amore. Lo fanno per proteggere sé stessi e per evitare di attirare su di sé nemici o pericoli. Non mostrano tolleranza ai loro fratelli e sorelle al fine di proteggerli, né lo fanno per amore e tanto meno perché perseguono la verità e praticano in linea con le verità principi. Il loro è un atteggiamento interamente incentrato sul lasciarsi trascinare e sul fuorviare gli altri. Sono persone che mediano, delle pietre scivolose. Loro non amano la verità e non la perseguono, limitandosi invece a lasciarsi trascinare. È chiaro che il condizionamento che hanno ricevuto dalla famiglia influisce molto sui metodi con cui si comportano e affrontano le cose. Naturalmente, va detto che i metodi e i principi secondo cui si approcciano al mondo sono inscindibili dalla loro umanità essenza. Inoltre, i condizionamenti che hanno ricevuto dalla famiglia non fanno altro che rendere le loro azioni ancora più marcate e concrete, rivelando in modo ancora più completo la loro natura essenza. Pertanto, quando si trovano ad affrontare questioni fondamentali di giusto e sbagliato e situazioni inerenti agli interessi della casa di Dio, se riescono a fare delle scelte appropriate e ad abbandonare le filosofie per le interazioni mondane che nutrono in cuor loro, come per esempio “L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza”, al fine di difendere gli interessi della casa di Dio, ridurre le loro trasgressioni e diminuire le loro azioni malvagie davanti a Dio, che beneficio ne trarranno? Quanto meno, quando in futuro Dio determinerà l’esito di ogni persona, questo ridurrà la loro punizione e alleggerirà il castigo a cui Dio li sottoporrà. Praticando in tal modo, queste persone non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare, non è così? Se invece le si forzasse ad abbandonare del tutto le loro filosofie per le interazioni mondane non sarebbe facile per loro, poiché ciò coinvolgerebbe la loro umanità essenza e queste pietre scivolose, questi mediatori non accettano minimamente la verità. Non è così semplice e facile per loro abbandonare le filosofie sataniche che le loro famiglie li hanno condizionati a seguire perché, anche volendo prescindere da questi condizionamenti ricevuti dalla famiglia, loro stessi credono ossessivamente nelle filosofie sataniche e amano questo tipo di atteggiamento verso il mondo, un atteggiamento molto individualista e soggettivo. Ma se sono persone intelligenti, se abbandonano alcune di queste pratiche per difendere in modo appropriato gli interessi della casa di Dio, purché i loro interessi non vengano minacciati né compromessi, allora questo è in realtà un bene per loro, in quanto potrebbe almeno alleggerire il carico delle loro colpe, ridurre il castigo a cui Dio li sottoporrà e persino ribaltare la situazione, così che invece di castigarli Dio li ricompensi e Si ricordi di loro. Questo sarebbe davvero meraviglioso! Non sarebbe una cosa positiva? (Sì.) La nostra condivisione su questo aspetto si conclude qui.
In quale altro modo la tua famiglia ti ha condizionato? Per esempio, i tuoi genitori ti ripetono spesso: “Se hai la lingua lunga e parli in modo avventato, prima o poi ti metterai nei guai! Devi ricordare che ‘Chi molto parla molto sbaglia’! Che cosa significa questo? Significa che se parli troppo finirai sicuramente per fare qualche gaffe. In qualunque situazione ti trovi, non parlare in modo avventato: prima di aprire bocca, vedi cosa dicono gli altri. Se ti aggreghi alla maggioranza andrà tutto bene; se invece cerchi sempre di distinguerti, parli costantemente in modo avventato e riveli il tuo punto di vista senza sapere che cosa pensano il tuo superiore, il tuo capo o tutti quelli che ti circondano e poi viene fuori che il tuo superiore o il tuo capo non la pensano allo stesso modo, allora ti daranno del filo da torcere. Può venirne mai fuori qualcosa di buono? Sciocco, devi stare attento in futuro. Chi molto parla molto sbaglia. Ricordatelo, e non parlare in modo avventato! La bocca serve per mangiare e respirare, per adulare i tuoi superiori e per tentare di compiacere gli altri, non per dire la verità. Devi scegliere le parole con saggezza, ricorrere a trucchi e stratagemmi e usare il cervello. Prima che le parole ti escano di bocca, taci e ripetitele più volte a mente, aspettando il momento giusto prima di pronunciarle. Ciò che di fatto dici dovrebbe basarsi anche sulla situazione. Se inizi a condividere la tua opinione ma poi noti che gli altri non la prendono bene o che la loro reazione non è delle migliori, fermati subito e, prima di continuare, pensa a come porla in un modo che accontenti tutti. Questo è ciò che farebbe una persona intelligente. Così facendo, ti terrai lontano dai guai e piacerai a tutti. E piacere a tutti non andrà forse a tuo favore? Non ti procurerà più opportunità in futuro?” La tua famiglia ti condiziona dicendoti non solo come guadagnarti una buona reputazione, come avere successo e come procurarti una posizione stabile tra gli altri ma anche come ingannarli attraverso le apparenze esteriori, e ti esorta a non dire la verità e tanto meno a rivelare apertamente tutto ciò che ti passa per la testa. Alcuni, dopo essersi trovati in una disgrazia dopo aver detto la verità, ricordano che la loro famiglia ha insegnato loro il detto “Chi molto parla molto sbaglia” e ne traggono un insegnamento. In seguito diventano sempre più inclini a praticare questo detto e a trasformarlo nel loro motto. Altri non si ritrovano in una disgrazia, ma accettano seriamente il condizionamento della famiglia al riguardo e mettono continuamente in pratica questo detto in qualsiasi occasione. Più lo mettono in pratica, più si convincono di questo: “I miei genitori e i miei nonni sono davvero buoni con me, sono tutti sinceri nei miei confronti e vogliono il meglio per me. Sono così fortunato che mi abbiano insegnato il detto ‘Chi molto parla molto sbaglia’, altrimenti mi sarei trovato spesso in una disgrazia per colpa della mia lingua lunga e molte persone mi avrebbero reso la vita difficile, mi avrebbero lanciato sguardi di disprezzo o mi avrebbero deriso e preso in giro. Questo detto è così utile e vantaggioso!” Mettendo in pratica questo detto ottengono moltissimi benefici tangibili. Naturalmente, quando poi si presentano davanti a Dio, continuano a ritenere questo detto estremamente utile e vantaggioso. Ogni volta che un fratello o una sorella condividono apertamente sul proprio stato personale, sulla propria corruzione, sulla propria esperienza e sulla propria conoscenza, anche costoro vogliono condividere ed essere persone schiette e aperte, e anche loro vogliono parlare onestamente di ciò che pensano o di ciò che sanno nel cuore in modo da alleggerire temporaneamente il loro stato interiore, che è rimasto soffocato per tanti anni, o per acquisire un certo grado di libertà e affrancamento. Ma, non appena ricordano ciò che i loro genitori continuano a inculcare in loro, ovvero: “‘Chi molto parla molto sbaglia’. Non parlare in modo avventato, ascolta invece di parlare e impara ad ascoltare gli altri”, tengono per sé qualsiasi cosa intendessero dire. Quando tutti gli altri finiscono di parlare, non dicono nulla e pensano tra sé e sé: “È fantastico, ho fatto di nuovo bene a non dire nulla in questa occasione perché, una volta che avessi espresso il mio parere, tutti si sarebbero fatti delle opinioni su di me e avrei rischiato di rimetterci. È meraviglioso non dire nulla, così magari tutti continueranno a ritenermi onesto e non così ingannevole, soltanto una persona taciturna per natura, e quindi non qualcuno che trama o che è colmo di corruzione e soprattutto non qualcuno che nutre delle nozioni in merito a Dio, bensì qualcuno che è puro e aperto. Non è un male che la gente pensi questo di me, quindi perché dovrei dire qualcosa? Attenermi al detto ‘Chi molto parla molto sbaglia’ mi sta in effetti procurando dei risultati, quindi continuerò a comportarmi così”. Aderire a questo detto dà loro una sensazione piacevole e gratificante e dunque rimangono in silenzio una volta, due volte, e così via, fino al giorno in cui tengono dentro di sé numerosissime parole inespresse e vogliono aprirsi con i loro fratelli e sorelle ma si sentono come imbavagliati, con la bocca sigillata, e non riescono a tirare fuori una sola frase. Poiché non riescono a farlo con i loro fratelli e sorelle, decidono di provare invece a parlare con Dio, quindi si inginocchiano davanti a Lui e dicono: “Dio, ho qualcosa da dirTi. Io sono…” Tuttavia, pur avendolo ripercorso più volte nel loro cuore, non sanno come dirlo, non riescono a esprimerlo, come se fossero veramente diventati completamente muti. Non sanno come scegliere le parole giuste e nemmeno come mettere insieme una frase. Tanti anni di sentimenti repressi li fanno sentire completamente soffocati, come se vivessero una vita oscura e sordida, e, quando si decidono a dire a Dio ciò che hanno nel cuore e a lasciar uscire i loro sentimenti, non trovano le parole e non sanno da dove cominciare né come esprimerlo. Non sono forse dei miserabili? (Sì.) Perché allora non hanno nulla da dire a Dio? Si presentano con il loro nome e nient’altro. Vogliono dire a Dio ciò che hanno nel cuore ma non trovano le parole, e alla fine tutto ciò che viene fuori dalla loro bocca è: “Dio, Ti prego, damMi Tu le parole che dovrei pronunciare!” E Dio risponde: “Ci sono così tante cose che dovresti dire, ma non vuoi farlo e non le dici quando ne hai l’occasione, quindi Mi riprendo tutto quello che ti ho dato. Non te lo darò, non te lo meriti”. Solo allora percepiscono di aver perso molto negli anni passati. Sebbene ritengano di aver condotto una vita molto dignitosa, di essersi infiocchettati e presentati agli altri alla perfezione, quando vedono che per tutto questo tempo i loro fratelli e sorelle hanno guadagnato qualcosa e quando li sentono parlare delle loro esperienze senza alcuna remora e aprendosi sulla propria corruzione, si rendono conto che loro invece non sono in grado di pronunciare una sola frase né sanno come farlo. Credono in Dio da tanti anni e vogliono parlare della loro conoscenza di sé stessi, discutere della loro esperienza e del fatto di essere stati esposti alle parole di Dio, ottenere una qualche illuminazione e un po’ di luce da Dio e guadagnare qualcosa. Ma purtroppo, poiché troppo frequentemente si aggrappano all’opinione per cui “Chi molto parla molto sbaglia” e ne vengono spesso vincolati e controllati, hanno vissuto in funzione di questo detto per così tanti anni, non hanno ricevuto alcuna illuminazione né alcuna luce da Dio e si ritrovano ancora carenti, miserabili e a mani vuote in termini di ingresso nella vita. Hanno praticato alla perfezione questo detto e questa idea e vi hanno obbedito alla lettera ma, nonostante abbiano fede in Dio da così tanti anni, non hanno acquisito alcuna verità e rimangono carenti e ciechi. Dio ha dato loro una bocca, ma loro non hanno alcuna capacità di condividere sulla verità né di parlare dei loro sentimenti e della loro conoscenza, e tanto meno di comunicare con i loro fratelli e le loro sorelle. Ciò che è ancora più pietoso è che non possiedono nemmeno la capacità di parlare con Dio, l’hanno persa. Non sono forse miserabili? (Sì.) Miserabili e deplorevoli. Non ti risulta forse sgradito parlare? Non hai sempre paura che chi molto parla molto sbaglia? Allora non dovresti mai dire nulla. Nascondi i tuoi pensieri più intimi e ciò che Dio ti ha dato, sopprimendoli, sigillandoli ermeticamente e impedendo loro di uscire. Vivi nella paura costante di perdere la faccia, di sentirti minacciato, nel timore che gli altri ti vedano per ciò che sei e che ai loro occhi non apparirai più come una persona perfetta, onesta e buona, e pertanto ti chiudi in te e non condividi nulla di ciò che pensi veramente. E cosa succede alla fine? Diventi una persona muta in tutti i sensi. Cosa ti ha causato questo danno? Alla radice, è stato il condizionamento esercitato dalla tua famiglia a danneggiarti. Ma, dal tuo punto di vista personale, il motivo è anche che ti piace vivere secondo filosofie sataniche, quindi scegli di credere che il condizionamento ricevuto dalla tua famiglia sia corretto e non ritieni positivi i requisiti che ti pone Dio. Scegli di considerare il condizionamento che la tua famiglia esercita su di te come una cosa positiva e di considerare invece le parole di Dio, i Suoi requisiti, ciò che ti fornisce, il Suo aiuto e i Suoi insegnamenti come cose da cui guardarti, come cose negative. Pertanto, a prescindere da quanto Dio ti abbia donato in principio, a causa della tua diffidenza e del tuo rifiuto protratti per tutti questi anni, il risultato finale è che Dio Si riprende tutto e non ti dà nulla perché non ne sei degno. Quindi, prima di arrivare a questo, dovresti abbandonare i condizionamenti che la tua famiglia esercita su di te a questo proposito e non accettare l’idea sbagliata che “Chi molto parla molto sbaglia”. Questo detto ti rende più chiuso, più subdolo e più ipocrita. È in totale contrasto e opposizione con il requisito posto da Dio di essere onesti e con la Sua richiesta di essere schietti e aperti. In quanto credente in Dio e Suo seguace, dovresti essere assolutamente determinato a perseguire la verità. E, quando sei assolutamente determinato a perseguire la verità, dovresti essere assolutamente determinato ad abbandonare quelli che ritieni essere i condizionamenti positivi che la tua famiglia esercita su di te; l’alternativa non dovrebbe neppure porsi. Non importa quali siano i condizionamenti che la tua famiglia esercita su di te, quanto siano positivi o vantaggiosi per te e neppure quanto ti proteggano: provengono da persone e da Satana, e dovresti abbandonarli. Anche se le parole di Dio e i requisiti che Egli pone alle persone possono essere in contrasto con i condizionamenti esercitati dalla tua famiglia o addirittura ferire i tuoi interessi e privarti dei tuoi diritti, anche se pensi che non ti proteggano e che siano invece volti a metterti a nudo e a farti fare la figura dello sciocco, dovresti comunque considerarli come cose positive in quanto provengono da Dio e sono la verità, e dovresti accettarli. Se le cose che la tua famiglia ti ha condizionato a credere influiscono sul tuo modo di pensare e di comportarti, sulla tua visione dell’esistenza e sul cammino che intraprendi, allora dovresti abbandonarle e non aggrappartici. Dovresti invece sostituirle con le corrispondenti verità provenienti da Dio e, nel far questo, dovresti anche discernere e riconoscere costantemente i problemi intrinseci e l’essenza di queste cose che la tua famiglia ti ha condizionato a credere per poi agire e praticare seguendo le parole di Dio in modo più accurato, concreto e reale. Accettare le idee, i punti di vista sulle persone e sulle cose e i principi di pratica che provengono da Dio: ecco qual è la responsabilità di un essere creato dettata dalla morale e ciò che un essere creato dovrebbe fare, nonché l’idea e la visione che un essere creato dovrebbe possedere.
In alcune famiglie i genitori, oltre a inculcare nei figli cose che la gente ritiene positive e vantaggiose per la sopravvivenza, per le prospettive e per il futuro, inculcano in loro anche idee e punti di vista relativamente estremi e distorti. Per esempio, questi genitori dicono: “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo”. Questo è un detto che ti indica come comportarti. Questo detto, “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo”, ti fa scegliere o l’una o l’altra cosa. Ti fa scegliere di essere un vero cattivo, ossia di essere apertamente cattivo, anziché farlo alle spalle della gente. In questo modo, anche se gli altri pensano che le azioni che compi non siano delle migliori, comunque ti ammireranno e ti approveranno. Ciò significa che, qualunque malefatta tu compia, devi compierla sotto gli occhi degli altri, alla luce del sole e apertamente. Alcune famiglie condizionano e istruiscono i loro figli in questo modo. Non solo non disprezzano quei membri della società che hanno idee e comportamenti spregevoli e ignobili, ma addirittura istruiscono i loro figli dicendo loro: “Non sottovalutare quegli individui. In realtà non sono necessariamente delle cattive persone, potrebbero addirittura essere migliori dei falsi gentiluomini”. Da un lato ti dicono che tipo di persona essere, mentre da un altro ti dicono anche in che modo discernere gli altri, quali categorie di persone considerare positive e quali negative, insegnandoti a discernere le cose positive da quelle negative e anche come comportarti: questo è il tipo di istruzione e di condizionamento che ti impartiscono. Quindi, che tipo di impatto ha questo condizionamento sulle persone senza che esse se ne rendano conto? (Non distinguono il bene dal male.) Esatto, non distinguono il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che sbagliato. Vediamo innanzitutto come gli esseri umani considerano i cosiddetti cattivi e i cosiddetti falsi gentiluomini. Per prima cosa, gli esseri umani pensano che i veri cattivi non siano persone cattive, mentre che lo siano coloro che sono davvero dei falsi gentiluomini. Quegli individui che fanno cose cattive alle spalle degli altri mentre esteriormente si fingono buoni sono chiamati falsi gentiluomini. Davanti alle persone parlano di benevolenza, giustizia e moralità, ma alle loro spalle compiono ogni sorta di malefatte. Fanno tutte queste cose cattive e allo stesso tempo dicono ogni sorta di belle parole: persone come queste sono oggetto di disprezzo. Per quanto riguarda i veri cattivi, sono semplicemente tanto cattivi davanti agli altri quanto lo sono alle loro spalle, eppure sono diventati dei modelli di comportamento da imitare e studiare invece di diventare oggetto del disprezzo della gente. I detti e i punti di vista di questo tipo tendono a confondere gli individui riguardo ai concetti precisi di buona persona e di cattiva persona. Di conseguenza essi non ne sono sicuri e non li conoscono, e i concetti che possiedono diventano alquanto vaghi. Quando la famiglia condiziona le persone in questo modo, alcune di loro pensano addirittura: “Essendo un vero cattivo, sono integerrimo. Faccio le cose alla luce del sole. Se ho qualcosa da dire, te lo dico in faccia. E anche se ti faccio del male, non mi piaci o voglio approfittarmi di te, devo farlo apertamente e in modo che tu lo veda”. Che razza di logica è questa? Che tipo di natura essenza è mai? Quando i malevoli fanno cose cattive e commettono azioni malvagie hanno bisogno di trovare una base teorica a sostegno, e questa è la logica che escogitano. Dicono: “Guarda, quella che sto compiendo non è la migliore delle azioni, ma meglio questo che essere un falso gentiluomo. Lo faccio alla luce del sole e tutti lo sanno: questo si chiama essere integerrimi!” In questo modo, i cattivi si fanno passare per integerrimi. Con questo tipo di pensiero nella mente, i concetti che le persone possiedono di vera integrità e vera malvagità si confondono senza che esse se ne rendano conto. Non sanno cosa significhi essere integerrimi e pensano: “Non importa se ciò che dico ferisce gli altri, se è giusto o meno, se è ragionevole o meno o se è in linea con i principi e con la verità oppure no. Fintanto che ho il coraggio di parlare e non mi preoccupo delle conseguenze, che ho un’indole sincera, una natura schietta, che dico tutto ciò che penso e che non nutro alcun intento subdolo, allora è appropriato”. Non è forse un caso di inversione tra giusto e sbagliato? (Sì.) In questo modo, le cose negative vengono trasformate in cose positive. Pertanto, alcuni assumono questo detto come fondamento e si comportano in base a esso, arrivando a ritenere che la giustizia sia dalla loro parte e pensando: “In ogni caso, non mi sto approfittando di te né ti sto ingannando alle spalle. Agisco apertamente e alla luce del sole. Tu pensa quello che vuoi. Per me questo è essere integerrimi! Come dice il proverbio: ‘Non c’è bisogno di preoccuparsi delle dicerie se si è retti’, quindi pensa quello che vuoi!” Questa non è forse la logica di Satana? Non è la logica dei ladri? (Sì.) Sei forse giustificato a compiere malefatte, a creare problemi senza motivo, a comportarti da tiranno e a commettere il male? Commettere il male è commettere il male: se l’essenza di ciò che fai è commettere il male, allora si tratta di male. In base a cosa vengono valutate le tue azioni? Non vengono valutate in base al fatto che tu possieda o meno le tue motivazioni, o che abbia agito alla luce del sole, o che la tua indole sia sincera. Vengono valutate sul metro della verità e delle parole di Dio. La verità è il criterio per valutare tutto, e questa frase si applica perfettamente al caso in questione. Secondo il metro della verità, se una cosa è cattiva è cattiva; se una cosa è positiva è positiva; se invece non lo è, allora non lo è. E cosa sono queste cose che la gente considera integerrimi, segno di un’indole sincera e di una natura schietta? Questo si chiama distorcere le parole e forzare la logica, confondere i concetti e dire sciocchezze, si chiama fuorviare gli altri, e se fuorvii gli altri allora stai commettendo il male. A prescindere dal fatto che venga commesso davanti agli occhi delle persone o alle loro spalle, il male è male. Il male commesso alle spalle di qualcuno è malvagità mentre il male commesso sotto gli occhi di qualcuno è veramente maligno e malevolo, ma è sempre di male che si parla. Allora diteMi, le persone dovrebbero forse accettare il detto “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo”? (No.) Che cosa è positivo, i principi comportamentali di un falso gentiluomo o quelli di un vero cattivo? (Nessuno dei due.) Esatto, sono entrambi negativi. Quindi non essere un falso gentiluomo né un vero cattivo, e non ascoltare le sciocchezze che ti dicono i tuoi genitori. Perché i genitori dicono sempre sciocchezze? Perché è proprio così che si comportano loro per primi. I tuoi genitori pensano costantemente: “Io possiedo un’indole sincera, sono una persona autentica, sono schietto, parlo onestamente riguardo ai miei sentimenti, sono una persona cavalleresca, sono retto e non devo preoccuparmi delle dicerie, mi comporto in modo dignitoso e percorro la retta via: cosa devo temere? Non faccio nulla di sbagliato, quindi non ho paura che i demoni bussino alla mia porta!” I demoni non stanno bussando alla tua porta in questo momento, ma tu hai commesso non poche malefatte e prima o poi verrai punito. Sei retto e non temi le dicerie, ma cosa rappresenta la rettitudine? È forse la verità? Essere retti significa conformarsi alla verità? Tu comprendi la verità? Non accampare scuse e pretesti per le tue malefatte, è inutile! Se qualcosa non è conforme alla verità, allora è male! Ritieni addirittura di possedere un’indole sincera. Solo perché hai un’indole sincera allora puoi approfittarti degli altri? Oppure puoi fare loro del male? Che logica è questa? (La logica di Satana.) Questa viene definita come la logica dei ladri e dei diavoli! Tu commetti il male eppure lo fai sembrare qualcosa di giusto e di appropriato, accampi scuse a sostegno e tenti di giustificarlo. Non è forse un comportamento spudorato? (Sì.) Ti ripeto che nelle parole di Dio non si parla mai di permettere agli individui di essere dei veri cattivi o dei falsi gentiluomini, né di requisiti per essere l’una o l’altra cosa. Tutti questi detti sono parole sfacciate e diaboliche volte a ingannare e fuorviare le persone. Possono fuorviare coloro che non comprendono la verità ma, se tu oggi la comprendi, dovresti smettere di aggrapparti a questi detti o di lasciartene influenzare. Che si tratti di falsi gentiluomini o di veri cattivi, sono tutti diavoli, bestie e furfanti, nessuno tra costoro è una brava persona, sono tutti malvagi e sono tutti associati al male. Se non sono malvagi allora sono maligni, e l’unica differenza tra un falso gentiluomo e un vero cattivo sta nelle modalità di azione: uno agisce pubblicamente, l’altro in segreto. Inoltre, hanno modi diversi di comportarsi. Uno compie il male apertamente, mentre l’altro gioca brutti scherzi alle spalle della gente; uno è più subdolo e infido, mentre l’altro è più prepotente e dispotico e scopre le zanne; uno è più sordido e furtivo, mentre l’altro è più spregevole e arrogante. Si tratta di due modi di agire satanici, uno aperto e uno nascosto. Se agisci apertamente sei un vero cattivo, mentre se agisci in segreto sei un falso gentiluomo. Cosa c’è da vantarsi? Se consideri questo detto come il tuo motto, non sei forse uno sciocco? Quindi, se sei stato profondamente danneggiato dalle cose che la tua famiglia ha inculcato in te o ti ha condizionato a credere a questo proposito o se ti stai aggrappando a queste cose, spero che tu riesca ad abbandonarle e il prima possibile a discernerle e a vederle chiaramente. Smetti di aggrapparti a questo detto e di pensare che ti protegga oppure che ti porti a diventare una persona autentica o dotata di integrità, di umanità e di una vera indole. Esso non è uno standard di comportamento per le persone. Per quanto Mi riguarda, condanno fermamente questo detto, che Mi disgusta più di ogni altra cosa. Sono disgustato non solo dai falsi gentiluomini, ma anche dai veri cattivi: entrambe le categorie sono oggetto di disgusto ai Miei occhi. Quindi, se sei un falso gentiluomo, dalla Mia prospettiva non sei una brava persona e sei irrecuperabile. Ma se sei un vero cattivo, allora sei anche peggio. Sai benissimo qual è la vera via eppure pecchi deliberatamente, conosci chiaramente la verità ma la violi palesemente, manchi di praticarla, anzi ti opponi apertamente a essa, e quindi morirai più in fretta. Non pensare: “Possiedo una natura schietta, non sono un falso gentiluomo. Sono sì un cattivo, ma un vero cattivo”. In che modo saresti vero? Il tuo “essere vero” non corrisponde alla verità, né è una cosa positiva. Il tuo “essere vero” è la manifestazione dell’essenza della tua indole arrogante e maligna. Tu sei “vero” come lo è il vero Satana, come lo sono i veri diavoli e come lo è la vera malignità, e non vero come la verità o come qualcosa che è veramente reale. Quindi, per quanto riguarda il detto “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo” che la tua famiglia ti condiziona a seguire, è anch’esso qualcosa che dovresti abbandonare, poiché non ha nulla a che vedere con i principi di comportamento che Dio insegna alle persone né si avvicina minimamente a essi. Pertanto dovresti abbandonarlo il prima possibile, invece di continuare ad aggrappartici.
La famiglia esercita un altro tipo di condizionamento. Per esempio, i tuoi familiari ti dicono sempre: “Non essere una persona che si distingue troppo dalla massa, devi porti dei freni e applicare un po’ di moderazione nelle tue parole e nelle tue azioni così come nei tuoi talenti personali, nelle tue capacità, nel tuo quoziente intellettivo e così via. Non essere quello che si distingue. È come dicono i proverbi: ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’ e ‘La trave sporgente è la prima a marcire’. Se vuoi proteggere te stesso e mantenere una posizione stabile e duratura nel gruppo cui appartieni, non essere l’uccello che sporge il becco; dovresti invece porti dei freni e non aspirare a elevarti al di sopra di tutti. Pensa al parafulmine, che è la prima cosa a essere colpita in un temporale poiché il fulmine colpisce il punto più alto; quando il vento soffia impetuoso, l’albero più alto è il primo a subirne la forza e a essere travolto; quando fa freddo, la montagna più alta è la prima a gelare. La stessa cosa vale per le persone: se non fai che distinguerti dagli altri e attirare l’attenzione e il Partito ti nota, prenderà seriamente in considerazione la possibilità di punirti. Non essere l’uccello che sporge il becco, non volare da solo. Dovresti rimanere all’interno dello stormo. Altrimenti, se attorno a te si costituisse un movimento di protesta sociale, saresti il primo a essere punito in quanto uccello che sporge il becco. Nella chiesa, non fare né il leader né il capogruppo. Altrimenti, in caso di perdite o di problemi nel lavoro della casa di Dio, in qualità di leader o supervisore sarai il primo su cui cadrà lo sguardo. Quindi, non essere l’uccello che sporge il becco, perché l’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito. Devi imparare a nascondere la testa e a ritrarti come una tartaruga”. Ti ricordi di queste parole dei tuoi genitori e, quando è il momento di scegliere un leader, rifiuti la posizione dicendo: “Oh, non posso farlo! Ho una famiglia e dei figli che mi tengono troppo impegnato. Non posso ricoprire il ruolo di leader. Dovreste farlo voi, non scegliete me”. Supponendo che tu venga comunque eletto leader, sei lo stesso riluttante ad accettare. “Temo di dover rinunciare”, dici. “Fatelo voi, vi sto dando tutte le opportunità. Vi lascio il posto, io mi faccio da parte”. In cuor tuo rifletti: “Be’, l’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito. Più in alto si sale, peggiore è la caduta, e in cima ci si sente soli. Lascerò che sia tu a fare il leader; dopo che sarai stato scelto, verrà un giorno in cui ti metterai in ridicolo. Non voglio mai diventare un leader, non voglio una posizione più elevata, così non cadrò da troppo in alto. Pensaci, tizio non è stato forse destituito dal ruolo di leader? Dopo che è successo, è stato espulso: non gli è stata concessa nemmeno la possibilità di essere un comune credente. È un perfetto esempio di quei detti: ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’ e ‘La trave sporgente è la prima a marcire’. Non ho ragione? Non è vero che è stato punito? Le persone devono imparare a proteggersi, altrimenti a cosa serve avere un cervello? Se si possiede un cervello, bisogna usarlo per proteggere sé stessi. Alcuni non riescono a capire questo problema con chiarezza, ma è così che funziona nella società e in qualsiasi gruppo di persone: ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’. Sarai molto ben considerato mentre ti esponi, ma solo fino a quando verrai colpito. È a quel punto che ti renderai conto che chi si posiziona sulla linea di tiro prima o poi ottiene quello che si merita”. Questi sono i seri insegnamenti dei tuoi genitori e della tua famiglia, la voce della loro esperienza, il distillato di saggezza di una vita intera, che ti sussurrano all’orecchio senza riserve. Cosa intendo per “sussurrare all’orecchio”? Intendo dire che un giorno tua madre ti dice in un orecchio: “Lasciatelo dire: se c’è una cosa che ho imparato in questa vita è che ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’; in altre parole, se qualcuno si espone troppo o attira troppo l’attenzione, è verosimile che venga punito per questo. Guarda come è sottomesso e mite tuo padre ora: è perché è stato punito durante una campagna di soppressione. Tuo padre ha talento letterario, sa scrivere e tenere discorsi, possiede doti da leader, ma si è distinto troppo dalla massa e alla fine è stato punito durante quella campagna. Come mai, da allora, non parla più di diventare un funzionario governativo e una figura di alto profilo? È questo il motivo. Ti sto parlando con il cuore e ti sto dicendo la verità. Devi ascoltarmi e ricordarlo bene. Non dimenticarlo, devi tenerlo a mente ovunque tu vada. Questo è il migliore consiglio che possa darti come madre”. Da quel momento in poi serbi memoria delle sue parole, e ogni volta che ti torna in mente il detto “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito” ti ricordi di tuo padre, e ogni volta che pensi a lui ti torna in mente questo detto. Tuo padre una volta è stato l’uccello che ha sporto il becco ed è stato colpito, e tu sei rimasto profondamente impressionato dallo sguardo abbattuto e demoralizzato che ha ora. Così, ogni volta che vuoi esporti, ogni volta che vuoi esprimere la tua opinione, ogni volta che vuoi compiere sinceramente il tuo dovere all’interno della casa di Dio, ti torna alla mente l’accorato consiglio di tua madre: “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito”. E così, ancora una volta, ti tiri indietro, pensando: “Non posso far mostra di alcun talento né di alcuna abilità speciale, devo pormi un freno e soffocarli. E, per quanto riguarda l’esortazione che Dio ci rivolge a mettere tutto il cuore, la mente e la forza nell’assolvere il nostro dovere, devo praticare queste parole con moderazione e non distinguermi impegnandomi troppo. Se mi espongo nel tentativo di impegnarmi troppo e, guidando il lavoro della chiesa, divento l’uccello che sporge il becco, cosa succederà se qualcosa va storto nel lavoro della casa di Dio e io vengo ritenuto responsabile? Come dovrei farmi carico di tale responsabilità in quel caso? Verrò forse allontanato? Diventerò il capro espiatorio, l’uccello che ha sporto il becco? Nella casa di Dio è difficile dire come andranno le cose. Quindi, qualunque cosa io faccia, devo assolutamente ritagliarmi una via di fuga, imparare a proteggermi e assicurarmi di aver vagliato tutte le possibilità prima di parlare e agire. Questa è la linea d’azione più saggia perché, come dice mia madre, ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’”. Questo detto ha messo radici profonde nel tuo cuore e ha anche una profonda influenza sulla tua vita quotidiana. E, cosa che naturalmente è ancora più grave, influisce sull’atteggiamento che assumi verso l’assolvimento del tuo dovere. Non si tratta forse di gravi problemi? Pertanto, ogni volta che nell’assolvere il tuo dovere desideri spenderti con sincerità e impiegare le tue forze con tutto il cuore, il detto “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito” ti frena e finisci sempre per ritagliarti un certo margine e spazio di manovra e per svolgere il tuo dovere in modo contenuto dopo esserti garantito una via di fuga. Non ho forse ragione? Il condizionamento esercitato dalla tua famiglia a questo proposito ti protegge il più possibile dal venire rivelato e trattato? È un altro talismano per te, non è così? (Sì.)
Sulla base di tutto ciò su cui abbiamo condiviso finora, quanti talismani possiedono le persone come risultato del condizionamento della loro famiglia? (Sette.) Con così tanti talismani, è vero che nessun diavolo o demone ordinario osa importunarti? Tutti questi talismani ti fanno sentire così al sicuro, a tuo agio e felice di vivere in questo mondo umano. Allo stesso tempo, ti fanno percepire quanto sia importante la famiglia per te e quanto siano tempestivi e importanti la protezione e i talismani che essa ti dona. Ogni volta che ottieni benefici tangibili e protezione grazie a questi talismani, senti più che mai che la famiglia è importante e che ne dipenderai sempre. Ogni volta che affronti delle difficoltà e sei tormentato dall’indecisione e dallo smarrimento, ti raccogli per un momento e pensi: “Cosa mi hanno detto mia madre e mio padre? Quali abilità mi hanno insegnato gli anziani della mia famiglia? Quale motto mi hanno trasmesso?” Torni rapidamente, istintivamente e inconsciamente a ricadere nei vari ambienti e idee che la tua famiglia ti ha inculcato, ricercando e richiedendo da parte loro protezione. In questi momenti la famiglia diventa il tuo rifugio sicuro, un’ancora, un sostegno e una forza motivante sempre vigorosa, incrollabile e immutabile, un supporto psicologico che ti mette in condizione di continuare a vivere e ti impedisce di cedere allo smarrimento e all’indecisione. In momenti come questi sei colmo di sentimenti profondi: “La famiglia è davvero molto importante per me, mi conferisce una forza mentale smisurata, oltre a essere una fonte di sostegno spirituale”. Spesso ti congratuli con te stesso pensando: “È una fortuna che io abbia ascoltato quello che mi dicevano i miei genitori, altrimenti a quest’ora mi sarei già ritrovato in qualche situazione alquanto imbarazzante in cui sarei stato maltrattato o danneggiato. Per fortuna ho questo asso nella manica, ho un talismano. Così, neanche nella casa di Dio e nella chiesa né durante lo svolgimento del mio dovere verrò maltrattato o correrò il rischio che la chiesa mi allontani o si occupi di me. Queste cose non potrebbero mai accadere a me, grazie alla protezione che mi dà il condizionamento ricevuto dalla mia famiglia”. Ma hai dimenticato qualcosa. Hai vissuto finora in quello che nella tua mente è un ambiente in cui possiedi dei talismani e puoi proteggerti, ma non sai se hai adempiuto o meno all’incarico che Dio ti ha affidato. Hai ignorato il Suo incarico così come la tua identità di essere creato e il dovere che dovresti adempiere in quanto tale. E hai ignorato anche l’atteggiamento che dovresti assumere e tutto ciò che dovresti offrire nell’assolvimento del tuo dovere, mentre la vera visione della vita e i valori che dovresti avere sono stati sostituiti dalle opinioni che la tua famiglia ti ha condizionato ad adottare, e anche le tue possibilità di salvezza sono state influenzate dal condizionamento esercitato dalla tua famiglia. Pertanto, è molto importante per tutti abbandonare i vari condizionamenti subiti dalla famiglia. Questo è un aspetto della verità che deve essere praticato nonché una realtà cui si dovrebbe accedere senza indugio. Questo perché, se la società ti dice qualcosa, è verosimile che tu prenda la decisione, razionale o inconscia, di rifiutarlo; se un estraneo o una persona con cui non hai familiarità ti dice qualcosa, tendi a prendere la decisione razionale o ponderata di accettarlo o meno; ma se è la tua famiglia a dirti qualcosa, tendi ad accettarlo completamente, senza esitazione né discernimento, e questo in realtà ti porterà a correre dei rischi. La ragione è che sei convinto che la famiglia non possa mai causare alcun danno a nessuno e che tutto ciò che la tua famiglia fa per te sia finalizzato al tuo bene, a proteggerti, e torni a tuo vantaggio. Sulla base di questo presunto principio, le persone vengono facilmente disturbate e influenzate da queste cose intangibili e tangibili che sono parte della famiglia. Le cose tangibili sono i membri della famiglia e tutte le faccende familiari, mentre quelle intangibili sono le varie idee e l’istruzione derivanti dalla famiglia così come alcuni condizionamenti inerenti al modo in cui dovresti comportarti e gestire le tue questioni personali. Non è così? (Sì.)
C’è molto da discutere in merito ai condizionamenti esercitati dalla famiglia. Oggi, dopo che avremo finito di condividere sull’argomento, dovreste rifletterci su e ripercorrere ogni cosa, pensando a quali idee e quali punti di vista, oltre a quelli che ho menzionato oggi, potrebbero influenzarvi nella vostra vita quotidiana. La maggior parte di ciò su cui abbiamo appena condiviso riguarda i principi delle persone e i loro modi di approcciare il mondo, e vi è poi una piccola quantità di argomenti inerente alla valutazione delle persone e delle cose. L’ambito dei condizionamenti che la famiglia esercita sulle persone comprende fondamentalmente questi aspetti. Vi sono inoltre alcune questioni che non riguardano la visione della vita o il modo di approcciare il mondo delle persone, quindi non ne parleremo in ulteriore dettaglio. Per oggi, la nostra condivisione si conclude qui. Alla prossima volta!
11 febbraio 2023