Come perseguire la verità (14)

L’ultima volta abbiamo condiviso su cose che riguardano la famiglia all’interno del tema più ampio dell’abbandonare i propri perseguimenti, ideali e desideri: su quale aspetto del tema della famiglia abbiamo condiviso? (L’ultima volta, Dio ha condiviso su alcuni detti che derivano dai condizionamenti esercitati dalla famiglia, come per esempio: “Mettetemi insieme tre persone a caso, almeno una avrà qualcosa da insegnarmi”, “Per apparire dignitoso quando gli altri ti guardano, devi soffrire quando non lo fanno”, “Come un recinto ha bisogno del sostegno di tre pali, così un uomo capace ha bisogno del sostegno di altre tre persone”, “Una signora si farà bella per chi la ammira, mentre un gentiluomo sacrificherà la sua vita per chi lo capisce”, “Le figlie femmine dovrebbero essere allevate da ricche mentre i figli maschi da poveri”, “Non è necessario che le persone abbiano un elevato quoziente intellettivo, è sufficiente un elevato quoziente emotivo”, “Quando qualcuno batte un gong, ascoltane il suono; quando qualcuno parla, ascolta la sua voce” e “I genitori hanno sempre ragione”. In totale, i detti discussi sono stati questi otto.) Abbiamo condiviso sull’abbandonare i condizionamenti della famiglia, argomento che copre i condizionamenti familiari e l’indottrinamento di pensiero che una persona subisce. Su alcuni detti abbiamo discusso in dettaglio, mentre altri sono stati menzionati solo brevemente e non sono stati oggetto di una condivisione specifica. La famiglia riveste una grandissima importanza nella vita di ogni individuo. È l’ambiente in cui le persone creano i loro ricordi e crescono, e in cui i loro pensieri iniziano a prendere forma. Il modo in cui le persone si comportano, gestiscono le cose, interagiscono con gli altri, affrontano le diverse situazioni, nonché il modo in cui di fronte a tali situazioni formulano giudizi, così come le prospettive e le posizioni da cui dovrebbero affrontare tali questioni, e così via, che i loro pensieri e punti di vista siano ancora acerbi oppure più concreti, si basano tutti in gran parte sul condizionamento esercitato dalla famiglia. Vale a dire: prima che le persone entrino formalmente nella società e si aggreghino ai gruppi sociali, le fasi embrionali dei loro pensieri e punti di vista provengono tutte dalla famiglia. Pertanto, la famiglia è molto importante per tutti. La sua rilevanza va oltre la crescita fisica; soprattutto, prima di entrare nella società, in casa le persone apprendono molti pensieri e punti di vista da applicare nel modo in cui approcciano la società, i gruppi sociali e la loro vita futura. Anche se questi pensieri e punti di vista non sono definiti in modo specifico e preciso mentre un individuo matura, questi vari pensieri e punti di vista e questi vari metodi, regole e anche mezzi per affrontare il mondo già derivano sostanzialmente e fondamentalmente dall’indottrinamento, dall’influenza e dai condizionamenti esercitati sulle persone dai genitori, dagli anziani o da altri membri della famiglia prima che esse entrino nella società. Questa pratica di inculcare, influenzare e condizionare si svolge durante il periodo della crescita all’interno della famiglia; ecco perché la famiglia è così importante per ognuno. Naturalmente, questa importanza si limita al livello in cui gli individui entrano nella società, si aggregano ai gruppi sociali e accedono alla vita e all’esistenza dell’età adulta: è limitata al livello dell’esistenza fisica. Ciò dimostra quanto sia cruciale il condizionamento esercitato dalla famiglia per l’ingresso nella società e nella vita adulta. In altre parole, quando gli individui raggiungono l’età adulta ed entrano nella società, la maggior parte delle filosofie per le interazioni mondane deriva dall’eredità dei genitori e dall’influenza della famiglia. Da questo punto di vista si può anche affermare che la famiglia, in quanto unità minima della società, svolge innanzitutto un ruolo formativo nel plasmare i pensieri di un individuo, così come i vari metodi e principi con cui egli affronta il mondo e persino la sua visione della vita. Dato che questi diversi pensieri, punti di vista e metodi di approcciarsi al mondo e queste prospettive esistenziali sono negativi, non conformi alla verità, scollegati da essa o addirittura a essa contrari e non provengono da Dio, è di conseguenza necessario abbandonare i condizionamenti esercitati dalla famiglia. Se consideriamo le conseguenze dei condizionamenti familiari, vediamo che essi sono in contrasto con la verità e non conformi a essa, che si oppongono a Dio e, in sostanza, si può dire che le famiglie sono ambienti in cui Satana corrompe l’umanità, portando le persone a rinnegare Dio, a opporGlisi e a seguire la strada sbagliata nella vita. Da questo punto di vista, non si può forse affermare che la famiglia, in quanto unità minima della società, è il primo ambiente in cui le persone vengono corrotte? Mentre affermare che Satana e le tendenze sociali corrompono gli individui è una prospettiva ampia, entrando nel dettaglio, la famiglia dovrebbe essere considerata come il primo ambiente in cui essi accettano la corruzione, i pensieri negativi, le tendenze malvagie e i punti di vista di Satana. Più nello specifico, la corruzione che gli individui accettano deriva dai genitori, dagli anziani, dagli altri membri della famiglia e dalle abitudini, dai valori, dalle tradizioni, e così via, dell’intera famiglia. In ogni caso, la famiglia è un punto di partenza in cui le persone entrano a contatto con la corruzione, accettano i pensieri e le tendenze malvagie di Satana e iniziano ad accettare vari pensieri corrotti e malvagi durante gli anni della formazione. La famiglia svolge un ruolo che né la società nel suo complesso, né le tendenze sociali, né Satana possono svolgere nel corrompere le persone: essa presenta agli individui vari pensieri e punti di vista appartenenti alle tendenze malvagie di Satana prima che essi entrino nella società e si aggreghino ai gruppi sociali. Indipendentemente da come la si inquadri, la famiglia è la fonte primaria dei tuoi pensieri e punti di vista satanici. Pertanto, al fine di aiutare le persone ad abbandonare i vari pensieri e punti di vista errati, è necessario discernere e analizzare non solo i pensieri e i punti di vista errati derivati dalla società, ma anche i vari pensieri e punti di vista, nonché i principi di approccio al mondo, che derivano dal condizionamento familiare. La famiglia stessa è una parte del complesso della società umana; non è la chiesa né la casa di Dio, e certamente non è il Regno dei Cieli. È semplicemente l’unità minima all’interno della società creata nell’umanità corrotta, e anche questa unità minima è costituita da esseri umani corrotti. Pertanto, se qualcuno vuole liberarsi dai limiti, dai vincoli e dai problemi generati dai vari pensieri e punti di vista errati, dovrebbe innanzitutto riflettere, comprendere e analizzare i vari pensieri e punti di vista che gli derivano dai condizionamenti familiari fino a raggiungere il punto di riuscire ad abbandonarli. Questo è un principio di pratica accurato per abbandonare i condizionamenti esercitati dalla propria famiglia.

In precedenza abbiamo condiviso sui condizionamenti esercitati sulle persone dalla famiglia, argomento inerente a questioni quali la loro visione della vita, le loro regole di sopravvivenza, i principi e i metodi secondo cui si comportano e approcciano il mondo e alcune regole non scritte del gioco relative all’ingresso in società. Quali sono alcune delle prospettive di vita qui coinvolte? Per esempio: “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli” e “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia”. Quali sono alcuni dei principi secondo cui approcciarsi al mondo che le famiglie inculcano alle persone? Due esempi sono: “L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza” e “Il compromesso renderà un conflitto molto più facile da risolvere”. Poi, quali altri? (“Come un recinto ha bisogno del sostegno di tre pali, così un uomo capace ha bisogno del sostegno di altre tre persone” e “Quando qualcuno batte un gong, ascoltane il suono; quando qualcuno parla, ascolta la sua voce”. Anche questi sono metodi e principi per approcciare il mondo.) Esistono regole del gioco in società, come per esempio “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito”? (Sì.) “Chi molto parla molto sbaglia”. Quali altre? (Ecco un assaggio della tua stessa medicina.) Anche questa è una, ma l’ultima volta non abbiamo condiviso al riguardo. Inoltre, i tuoi genitori ti hanno spesso detto: “Nel mondo dovresti formulare giudizi accorti, parlare bene e aguzzare la vista. Dovresti ‘tenere gli occhi aperti su tutte le strade e le orecchie rivolte in tutte le direzioni’. Non essere troppo rigido”. Poi c’è anche: “Non nuoce mai fare un complimento a qualcuno” e “Devi seguire la corrente ovunque tu sia. Non si può applicare la legge se nessuno la rispetta. Quando non sei sicuro, segui la folla”. Questi sono tutti tipi di regole del gioco. Poi ci sono detti come: “Una signora si farà bella per chi la ammira, mentre un gentiluomo sacrificherà la sua vita per chi lo capisce” e “Non esistono donne brutte, ma solo donne pigre”. A quale categoria appartengono? Appartengono alla categoria della vita quotidiana; ti dicono come vivere e come trattare il tuo corpo fisico. Inoltre vi sono detti come: “I genitori hanno sempre ragione”, “Nessuno al mondo è migliore della mamma”, “Un’oca saggia non depone mai un uovo addomesticato” e “Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza”. Si tratta di pensieri e punti di vista riguardanti l’affetto e il sentimento familiare. Inoltre, si ripete spesso: “I morti sono grandi agli occhi dei vivi”: dopo la morte, una persona diventa grande. Se desideri un prestigio più elevato, se vuoi che la gente parli bene di te e ti rispetti, allora devi morire. Una volta morto, diventerai grande. “I morti sono grandi agli occhi dei vivi”: questa logica non è forse ridicola? Le persone dicono: “Non parlare male di qualcuno dopo che è morto. I morti sono grandi agli occhi dei vivi. Porta loro rispetto!” Indipendentemente da quante malefatte qualcuno abbia compiuto, una volta morto egli diventa grande. Questo non dimostra forse una totale mancanza di discernimento tra bene e male e una carenza di principi nel modo in cui le persone si comportano? (Sì.) “I genitori hanno sempre ragione”. Ne abbiamo condiviso in dettaglio la volta scorsa. Altri detti, come “Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza” e “Un’oca saggia non depone mai un uovo addomesticato”, non rientravano nella nostra condivisione, ma non sono forse facili da discernere? Il detto “Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza” è corretto? Esso suggerisce che l’educazione ricevuta dal padre sia molto importante. Su che tipo di strada si può essere condotti dal proprio padre? Egli può forse condurti sulla retta via? Può portarti ad adorare Dio e a diventare una persona veramente buona? (No.) Tuo padre ti dice: “Difficilmente gli uomini piangono”, ma tu sei giovane e quando subisci un torto piangi. Tuo padre ti rimprovera, dicendoti: “Trattieniti! Sii un vero uomo. Piangi per ogni piccola cosa, buono a nulla!” Quando succede questo, tu pensi: “Non posso versare una sola lacrima; se piango sono un buono a nulla”. Trattieni le lacrime, non osi lasciarle fluire, e di notte piangi di nascosto sotto le coperte. In quanto individuo maschio, non hai nemmeno il diritto di esprimere o manifestare le tue emozioni in modo naturale; non hai il diritto di scegliere di piangere, devi trattenere le lacrime ogni volta che subisci un torto. Questa è l’educazione che hai ricevuto da tuo padre, questo è il vero significato del detto “Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza”. Tuo padre, tua madre e tutta la generazione precedente applicano questi insegnamenti, dicendoti: “Sei un ragazzo e piangi per qualsiasi cosa, piangi ogni volta che subisci un torto e quando qualcuno, da qualche parte, ti picchia. Buono a nulla! Ti hanno picchiato, perché non hai reagito? Se ti hanno picchiato, allora non giocare più con loro. Se la prossima volta che li incontri ci sono le condizioni per picchiarli, fallo; in caso contrario, scappa. Guarda in che modo Han Xin[a] ha sopportato l’umiliazione di essere costretto a strisciare tra le gambe di un altro. Non ha pianto; ecco un vero uomo!” È così che i padri educano i figli e inculcano in loro il pensiero di essere dei veri uomini. Gli uomini non possono parlare dei loro problemi e non possono piangere; devono trattenersi. DiteMi, quante ingiustizie devono sopportare gli uomini? In questa società gli uomini devono sostenere la famiglia, mostrare pietà filiale agli anziani e, per quanto siano stanchi, non osano lamentarsi. A prescindere da quante ingiustizie subiscano, non possono sfogarsi. Questo non è forse ingiusto nei loro confronti? (Sì.) Come si sono sentiti coloro tra di voi che sono stati educati dal padre in questo modo? Quando capitava che volessi piangere, cosa ti diceva tuo padre? “Io, tal dei tali, per tutta la vita sono stato saggio e ho desiderato eccellere. Come ho potuto allevare un debole come te? Quando avevo la tua età, mantenevo già la famiglia da solo. Guardati, viziato e coccolato, buono a nulla!” Come ti sei sentito? I tuoi genitori e i tuoi nonni ti hanno educato dicendoti: “Un uomo è il pilastro della famiglia. Perché ti manteniamo? Perché ti mandiamo all’università? Lo facciamo perché tu contribuisca al sostegno della famiglia, non perché tu pianga o ti senta offeso ogni volta che succede qualcosa”. Come vi sentivate quando vostro padre e gli anziani della famiglia vi parlavano in questo modo? Vi sentivate offesi o la prendevate con filosofia? (Io mi sentivo depresso, sentivo che mi stavano facendo un torto.) Ti ritrovavi senza altra scelta che accettarlo o provavi risentimento nel tuo cuore? (Provavo risentimento, ma dovevo accettarlo.) Perché? (Perché mi pareva di non avere altra scelta in una simile circostanza o in un tale sistema sociale.) Questa è la posizione in cui la società mette gli uomini. Essi nascono in questo genere di circostanze sociali e nessuno di loro ha scelta. L’educazione che hai ricevuto da tuo padre e dagli anziani proviene dalla società; dopo aver ricevuto questa educazione ideologica, hanno inculcato in te tali pensieri derivati dalla società. In realtà anche loro, quando hanno accettato questi pensieri e punti di vista durante gli anni della formazione, lo hanno fatto con riluttanza. Una volta adulti, li hanno trasmessi alla generazione successiva. Non si sono chiesti se la generazione successiva dovesse accettare questi pensieri e punti di vista né se fossero corretti, perché è così che sono cresciuti. Pensavano che questo fosse il modo in cui le persone dovrebbero vivere; non importa se subisci un torto, l’importante è che accettare questi pensieri ti aiuterà a trovare il tuo posto nella società e a non subire maltrattamenti da parte degli altri. Perché anche loro hanno sopportato queste afflizioni, hanno provato depressione e risentimento proprio come te, eppure ti hanno trasmesso questi pensieri e punti di vista? Uno dei motivi è che hanno accettato naturalmente vari pensieri e punti di vista provenienti dalla società che hanno permesso loro di conformarsi alle tendenze sociali, cosa che li ha aiutati a trovare il loro posto nella società. Tutti seguono questi pensieri e punti di vista come linee guida e criteri di vita, nessuno li mette in discussione né desidera infrangerli o ribellarsi a essi. Questo è un aspetto: lo fanno allo scopo di sopravvivere. L’altro aspetto, quello principale, è che le persone non sono capaci di distinguere tra cose positive e negative. Perché? Perché non comprendono la verità e non hanno pensieri e punti di vista corretti per quanto riguarda la sopravvivenza, l’approccio al mondo o il percorso che dovrebbero seguire. Per conformarsi alla società, inserirsi e sopravvivere all’interno di questa società e dei gruppi sociali devono accettare, attivamente o passivamente, i vari principi secondo cui approcciare il mondo e le regole del gioco stabilite dalla società. Lo scopo di tale adattamento è quello di affermarsi nella società e di rimanere in vita. Tuttavia, poiché non comprendono la verità, le persone non hanno altra alternativa che scegliere questi principi di approccio al mondo e queste regole del gioco stabiliti dalla società. Pertanto, dal momento che sei un individuo maschio, quando tuo padre ti ha insegnato “Difficilmente gli uomini piangono”, sebbene tu lo abbia percepito come un torto e volessi sfogare la tua frustrazione, non sapevi come confutarlo né eri in grado di discernere quanto stava dicendo. In definitiva, il motivo per cui nel tuo cuore lo hai accettato è stato: “Anche se le parole di mio padre sono un po’ dure e difficili da sentire, e anche se accettarle va contro la mia volontà, lo sta facendo per il mio bene, quindi dovrei accettarle”. A causa della loro coscienza e della loro devozione di figli, gli individui devono assecondare e accettare questi pensieri e punti di vista. Indipendentemente da quale aspetto del condizionamento familiare sia coinvolto, si trovano costantemente in questo stato, vengono continuamente indottrinati da questi metodi finché loro malgrado non li accettano. Nel corso di tale processo di continua accettazione, questi pensieri e punti di vista errati e negativi si insinuano gradualmente nel loro intimo oppure si infiltrano lentamente e costantemente nei loro pensieri e punti di vista, diventando vari fondamenti di diverso tipo in base a cui si comportano e approcciano il mondo. Questo processo può essere a buon diritto descritto come subire corruzione, poiché il processo di accettazione di pensieri e punti di vista errati è anche un processo di corruzione. Chi è stato dunque a corrompere gli individui? In senso astratto sono stati corrotti da Satana, dalle tendenze malvagie; più specificamente, sono stati corrotti dalla loro famiglia, e ancor più nello specifico dai genitori. Se avessi detto questo dieci anni fa, nessuno di voi sarebbe stato in grado di accettarlo e forse avreste nutrito ostilità nei Miei confronti. Ora, invece, la maggior parte di voi riesce ad accettare in maniera razionale questa affermazione come corretta e a dire “amen”, non è vero? (Sì.) Perché questa affermazione è corretta? Per capirlo, si deve gradualmente arrivare a ottenerne un apprezzamento nel corso della propria esperienza. Quanto più specifico e profondo è il tuo apprezzamento e quanto più le tue esperienze la riflettono, tanto più potrai concordare con questa affermazione.

Il condizionamento esercitato dalla famiglia comporta più che verosimilmente molte altre regole del gioco secondo cui comportarsi e approcciare il mondo. Per esempio, i genitori dicono spesso: “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi; sei troppo sciocco e credulone”. I tuoi genitori ripetono spesso parole di questo genere e anche gli anziani ti assillano frequentemente dicendoti: “Sii una brava persona, non fare del male agli altri, ma devi sempre guardarti dal male che gli altri potrebbero fare a te. Tutti sono cattivi. Potresti anche vedere che qualcuno esteriormente ti rivolge parole gentili, ma non sai cosa sta pensando. Il cuore delle persone è nascosto sotto la pelle, e nel disegnare una tigre si mette in mostra la sua pelle, ma non le sue ossa; nel conoscere una persona si può forse conoscerne il volto, ma non il cuore”. Queste frasi sono in qualche percentuale corrette? Prendendo ciascuna di esse alla lettera, non contengono nulla di sbagliato. Non è dato sapere ciò che una persona pensa veramente nel profondo, né se ha un cuore malvagio o amorevole. È impossibile scrutare nell’anima di qualcuno. Il significato ultimo di queste frasi è apparentemente corretto, ma esse non sono che una sorta di dottrina. Qual è il principio per approcciare il mondo che le persone traggono da queste due frasi? Che “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”. Questo è ciò che dice la vecchia generazione. I tuoi genitori e gli anziani te lo ripetono spesso e ti consigliano costantemente: “Sii prudente, non essere sciocco e non rivelare tutto ciò che hai nel cuore. Impara a proteggerti e a essere vigile. Non rivelare il tuo vero io e non mettere a nudo il tuo cuore neanche con i buoni amici. Non rischiare la vita per loro”. Queste raccomandazioni ripetute dagli anziani sono corrette? (No, insegnano alle persone metodi ingannevoli.) A livello teorico, il loro scopo principale è positivo: proteggerti, impedirti di ritrovarti in situazioni pericolose, tutelarti dal rischio di essere danneggiato o ingannato dagli altri, salvaguardare i tuoi interessi fisici, la tua sicurezza personale e la tua vita. L’obiettivo è tenerti lontano da problemi, beghe legali e tentazioni e metterti in condizione di vivere ogni giorno in modo sereno, tranquillo e felice. Lo scopo principale dei genitori e degli anziani è semplicemente quello di proteggerti. Tuttavia il modo in cui ti proteggono, i principi che ti raccomandano di seguire e i pensieri che ti inculcano non sono affatto corretti. Sebbene il loro obiettivo principale sia corretto, i pensieri che inculcano in te ti spingono all’estremo senza che tu te ne renda conto. Questi pensieri diventano i principi e le basi secondo cui approcci il mondo. Quando interagisci con compagni di classe, colleghi di lavoro, superiori e ogni tipo di individuo nella società, con persone di ogni ceto sociale, questi pensieri protettivi che i tuoi genitori ti hanno inculcato diventano senza che tu te ne renda conto il tuo talismano e principio fondamentale nel gestire ogni questione attinente alle relazioni interpersonali. Di quale principio si tratta? Di questo: non ti farò del male, ma devo stare costantemente sulla difensiva nei tuoi confronti per evitare che tu mi inganni o mi raggiri, per evitare di finire nei guai o in tribunale, per evitare che il mio patrimonio familiare vada in rovina e che per i membri della mia famiglia sia la fine e per evitare di andare in prigione. Vivendo sotto il controllo di questi pensieri e punti di vista, vivendo in questo gruppo sociale con un simile atteggiamento nei confronti del mondo, puoi solamente ritrovarti più depresso, più esausto, sfinito sia mentalmente che fisicamente. Di conseguenza aumentano la tua ostilità, la tua avversione e il tuo disprezzo nei confronti di questo mondo e dell’umanità. Disprezzando gli altri inizi a perdere stima di te stesso, sentendo di non star vivendo la sembianza di una persona, ma piuttosto un’esistenza stanca e depressa. Per evitare di essere danneggiato dagli altri devi stare costantemente sulla difensiva, facendo e dicendo cose contro la tua volontà. Per perseguire la tutela dei tuoi interessi e della tua incolumità personale indossi una maschera di falsità in ogni aspetto della tua vita e ti camuffi, non osando mai pronunciare una parola di verità. In questa situazione e in queste condizioni di sopravvivenza, il tuo io interiore non riesce a raggiungere l’affrancamento né la libertà. Spesso hai bisogno di qualcuno che non ti arrechi alcun danno e che non minacci mai i tuoi interessi, qualcuno con cui condividere i tuoi pensieri più intimi e sfogare le tue frustrazioni, senza assumerti alcuna responsabilità per le tue parole, incorrere in derisioni, frecciatine e prese in giro o subire alcuna conseguenza. In una situazione in cui il tuo principio per approcciare il mondo è il pensiero e il punto di vista secondo cui “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”, il tuo io interiore è colmo di paura e insicurezza. Naturalmente ti senti depresso, non riesci a trovare alcun affrancamento e hai bisogno di qualcuno che ti conforti, con cui confidarti. Quindi, a giudicare da questi aspetti, anche se il principio di approccio al mondo che i tuoi genitori ti hanno insegnato, “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”, può riuscire a proteggerti, esso è un’arma a doppio taglio. Se da un lato tutela in una certa misura i tuoi interessi fisici e la tua sicurezza personale, dall’altro ti fa sentire depresso e infelice, incapace di trovare affrancamento, e ti rende addirittura più disilluso nei confronti di questo mondo e dell’umanità. Allo stesso tempo, nel profondo, cominci anche a provare un leggero disgusto per il fatto di essere nato in un’epoca così malvagia, all’interno di un gruppo di persone così malvagie. Non riesci a capire perché si debba vivere, perché la vita sia così estenuante, perché si debba indossare una maschera e camuffarsi ovunque si vada, o perché tu debba sempre stare sulla difensiva nei confronti degli altri al fine di tutelare i tuoi interessi. Vorresti poter dire la verità, ma non puoi a causa delle conseguenze. Desideri essere una persona autentica, parlare e comportarti apertamente, evitare di essere meschino o di compiere azioni vili e disdicevoli di nascosto e di vivere esclusivamente nelle tenebre, ma non puoi fare nulla di tutto ciò. Perché non puoi vivere onestamente? Quando rifletti sulle tue azioni passate provi un leggero disprezzo. Odi e aborrisci questa tendenza malvagia e questo mondo malvagio e, allo stesso tempo, detesti profondamente te stesso e disprezzi la persona che sei diventato. Tuttavia non puoi farci nulla. Anche se i tuoi genitori, con le loro parole e le loro azioni, ti hanno trasmesso questo talismano, ciò ti fa comunque sentire come se la tua vita fosse priva di felicità o di senso di sicurezza. Quando percepisci questa mancanza di felicità, di sicurezza, di integrità e di dignità, nutri allo stesso tempo gratitudine verso i tuoi genitori per averti donato questo talismano e risentimento per le catene che ti hanno messo addosso. Non capisci perché ti abbiano detto di comportarti in questo modo, perché tu debba comportarti così per procurarti una posizione nella società, per conformarti a questo gruppo sociale e proteggerti. Sebbene sia un talismano, è anche una sorta di catena che suscita nel tuo cuore sia amore che odio. Ma cosa puoi fare? Non possiedi la retta via nella vita, nessuno ti dice come vivere o come affrontare le cose che ti accadono e nessuno ti dice se ciò che stai facendo è giusto o sbagliato o in che modo dovresti percorrere il tuo cammino futuro. Puoi solamente attraversare la confusione, l’esitazione, il dolore e l’inquietudine. Queste sono le conseguenze della filosofia per le interazioni mondane che ti è stata inculcata dai tuoi genitori e dalla tua famiglia, con la conseguenza che il tuo più che basilare desiderio di essere una persona semplice, ossia il desiderio di poterti comportare in modo onesto senza ricorrere a questi metodi di relazione con il mondo, non può realizzarsi. Puoi solo vivere in modo degradato, scendendo a compromessi e vivendo per la tua reputazione, rendendoti particolarmente feroce per difenderti dagli altri, fingendoti feroce, imponente, possente, potente e straordinario per evitare di essere maltrattato. Puoi solamente vivere così contro la tua volontà, cosa che ti fa provare disprezzo verso te stesso, ma non hai scelta. Poiché non possiedi né la capacità né il percorso per sfuggire a questi metodi e a queste strategie di approccio al mondo, non ti resta altro che lasciarti manipolare dai pensieri che la famiglia e i genitori ti hanno condizionato ad adottare. Le persone vengono ingannate e controllate dai pensieri inculcati loro dalla famiglia e dai genitori durante questo processo inconsapevole perché non capiscono la verità né il modo in cui dovrebbero vivere e quindi possono solo mettere tutto nelle mani del destino. Anche se la loro coscienza possiede ancora un po’ di sentimento o se hanno anche solo un minimo desiderio di vivere una sembianza umana, di relazionarsi e di competere con gli altri in modo equo, qualunque sia il loro desiderio, non riescono a sfuggire al condizionamento e al controllo esercitati dai vari pensieri e punti di vista che provengono loro dalla famiglia, e alla fine non possono che tornare al pensiero e al punto di vista che la loro famiglia le ha condizionate ad adottare, ossia che “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”, perché non hanno altra strada da percorrere; non hanno scelta. Tutto questo è causato dalla mancanza di comprensione della verità e dall’incapacità di acquisirla. Naturalmente, i genitori ti dicono anche: “Nel disegnare una tigre si mette in mostra la sua pelle, ma non le sue ossa; nel conoscere una persona si può forse conoscerne il volto, ma non il cuore”; ti parlano dell’arte di difendersi dagli altri e ti dicono di farlo perché tutti sono astuti; verrai facilmente ingannato se non sai discernere le persone, i loro pensieri intimi potrebbero non corrispondere all’aspetto esteriore, una persona può sembrare retta e gentile in superficie ma avere il cuore velenoso come un serpente o uno scorpione; oppure in superficie può parlare di benevolenza, giustizia, correttezza, saggezza e affidabilità, dicendo tutte le cose giuste, esprimendosi con estrema giustizia e moralità, ma nel profondo del suo cuore e della sua anima è particolarmente laida, spregevole, infima e malvagia. Per questo motivo, puoi approcciarti agli altri e interagire con loro solamente in base ai pensieri e ai punti di vista che ti sono stati inculcati dai tuoi genitori.

“Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi” e “Nel disegnare una tigre si mette in mostra la sua pelle, ma non le sue ossa; nel conoscere una persona si può forse conoscerne il volto, ma non il cuore” sono i più basilari principi di approccio al mondo che i tuoi genitori inculcano in te nonché i criteri fondamentali per valutare le persone e difendersi da loro. Lo scopo principale dei tuoi genitori è quello di proteggerti e di aiutarti a proteggere te stesso. Tuttavia, da un altro punto di vista, questi pensieri, parole e punti di vista possono persuaderti ancora di più che il mondo è pericoloso e che le persone sono inaffidabili, portandoti a una totale mancanza di sentimenti positivi nei confronti degli altri. Ma come puoi di fatto discernere le persone e valutare gli altri? Con quali persone puoi andare d’accordo e quale dovrebbe essere il rapporto appropriato tra individui? Come si dovrebbe interagire con gli altri sulla base dei principi e relazionarsi con loro in modo equo e armonioso? I genitori non sanno nulla di tutto ciò. Sanno solo come applicare espedienti, trame e varie regole del gioco e strategie di approccio al mondo per difendersi dagli altri, per approfittare di loro e controllarli, per evitare di esserne danneggiati, indipendentemente da quanto essi stessi danneggino gli altri. Insegnando questi pensieri e punti di vista ai figli, le cose che i genitori inculcano in loro sono semplicemente alcune strategie di approccio al mondo. Non sono altro che strategie. Cosa comprendono queste strategie? Tutti i tipi di espedienti e regole del gioco, come compiacere gli altri, come tutelare i propri interessi e come massimizzare i guadagni personali. Questi principi sono forse la verità? (No.) Sono la retta via da seguire? (No.) Nessuno di essi è la retta via. Qual è quindi l’essenza di questi pensieri che i genitori ti inculcano? Non sono conformi alla verità, non sono la retta via e non sono cose positive. E allora cosa sono? (Sono interamente filosofie di Satana che ci corrompono.) A giudicare dai risultati, essi corrompono le persone. Qual è dunque l’essenza di questi pensieri? Per esempio, “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”: è questo il principio corretto per interagire con gli altri? (No, queste sono cose interamente negative che provengono da Satana.) Sono cose negative che provengono da Satana, quindi quali sono la loro essenza e la loro natura? Non sono forse espedienti? Non sono strategie? Non sono tattiche per persuadere gli altri? (Sì.) Non sono i principi pratici per entrare nella verità né principi e indicazioni positivi con cui Dio insegna alle persone come comportarsi; sono strategie per approcciare il mondo, sono espedienti. Anche frasi come “Nel disegnare una tigre si mette in mostra la sua pelle, ma non le sue ossa; nel conoscere una persona si può forse conoscerne il volto, ma non il cuore” possiedono la stessa natura? (Sì.) Queste frasi non ti dicono forse di diventare astuto, di non essere semplice, diretto né onesto, di mantenerti scarsamente decifrabile e di rendere difficile agli altri discernerti? I principi specifici per approcciare il mondo, generati in te da questi pensieri e punti di vista, non ti dicono forse di impiegare strategie nell’interagire con le persone, di imparare come persuadere gli altri e di apprendere le regole del gioco che circolano tra la gente in ogni epoca? (Sì.) Alcuni sostengono: “I genitori dicono queste frasi alle persone per istruirle su come difendersi dagli altri e come imparare a valutarli”. A te hanno detto come valutare gli altri? Non ti hanno detto come valutare gli altri, non ti hanno detto di approcciare i vari individui secondo i principi corretti, ma piuttosto di ricorrere a espedienti e trame adeguati per conformarti alle esigenze e alle strategie relative a diverse persone. Per esempio, il tuo capo o il tuo superiore è un individuo spregevole e un donnaiolo. Tu pensi: “Il capo sembra rispettabile e onesto in superficie, ma sotto sotto è un donnaiolo. Ecco che razza di mascalzone è nel profondo della sua anima. E va bene, mi adeguerò alle sue preferenze, cercherò qualche donna affascinante, tenterò di conoscerla e gliela presenterò per compiacerlo”. Questa non è forse una strategia di approccio al mondo? (Sì.) Per esempio, quando vedi qualcuno che ha un qualche attributo da sfruttare e con cui vale la pena di interagire ma con cui è bene non fare passi falsi, pensi: “Devo dirgli parole lusinghiere, qualsiasi cosa gli piaccia sentire”. Costui dice: “Oggi c’è bel tempo”. E tu commenti: “Oggi il tempo è davvero bello, e lo sarà anche domani”. Lui dice: “Oggi fa molto freddo”. E tu: “Sì, fa freddo. Perché non indossi qualcosa di più pesante? Il mio cappotto è caldo, mettilo pure”. Non appena sbadiglia, subito gli porgi un cuscino; quando tira fuori un flacone di medicinali, immediatamente gli versi dell’acqua; quando si siede dopo aver mangiato, gli prepari subito del tè. Queste non sono forse strategie per approcciare il mondo? (Sì.) Sono strategie per approcciare il mondo. Perché sei in grado di impiegare queste strategie? Perché vuoi adulare quest’individuo? Se non avessi bisogno di lui e non ti fosse di alcuna utilità, lo tratteresti così? (No.) No, è come dice il proverbio: “Non fate nulla senza un tornaconto”. È come dare l’acqua alle piante dell’orto: si annaffiano solo quelle utili. Ti dedichi attivamente a lusingare coloro che ti sono utili. Quando si dimettono o vengono rimossi dalla loro posizione, il tuo entusiasmo nei loro confronti si raffredda immediatamente e prendi a ignorarli. Quando ti chiamano, o spegni il telefono o fai finta che la linea sia occupata e non rispondi. Quando li incontri, ti salutano e dicono: “Oggi c’è bel tempo”. Tu ti sbarazzi di loro dicendo: “Ah, sì. Ci vediamo, parliamo un’altra volta se capita, un giorno ti offro un pranzo”. Fai loro promesse vuote e poi li ignori, non li cerchi e addirittura blocchi il loro contatto. I vari pensieri e punti di vista che i genitori inculcano nelle persone alzano un muro protettivo invisibile nei loro cuori. Allo stesso tempo, inculcano in loro anche alcuni modi fondamentali di approcciare il mondo o di sopravvivere, insegnando loro come tenere il piede in due staffe e come conformarsi a un gruppo sociale, come affermarsi nella società e come evitare di essere maltrattate all’interno di un gruppo. Anche se, prima del tuo ingresso nella società, i tuoi genitori non ti hanno guidato in modo specifico su come affrontare specifiche situazioni, il condizionamento esercitato da loro o dalla tua famiglia in termini di tali metodi e principi di approccio al mondo ti ha fornito punti di vista e principi di base per approcciare il mondo. Quali sono questi punti di vista e principi di base per approcciare il mondo? Ti insegnano a indossare una maschera ogni volta che interagisci con gli altri, a vivere camuffandoti in ogni gruppo sociale e, in definitiva, a raggiungere l’obiettivo di evitare perdite alla tua fama e al tuo profitto e allo stesso tempo di ottenere la fama e il profitto che desideri oppure la garanzia di una sicurezza personale di base. Dai pensieri, dai punti di vista e dalle varie strategie di approccio al mondo che i tuoi genitori hanno inculcato in te si evince che non ti hanno insegnato come essere una persona più dignitosa, un individuo autentico, un buon essere creato o qualcuno che possiede la verità. Al contrario, ti hanno detto come ingannare gli altri, come difenderti da loro, come applicare strategie per interagire con individui diversi, nonché come è fatto il cuore delle persone e come è fatta l’umanità. Sotto il condizionamento esercitato da questi pensieri e punti di vista appartenenti ai tuoi genitori, il tuo io interiore diventa sempre più subdolo e tu sviluppi disprezzo per gli altri. Nel tuo giovane cuore, prima ancora di avere una qualsiasi strategia per approcciare il mondo, possiedi già una definizione rudimentale e basilare dell’umanità, nonché un principio rudimentale e basilare secondo cui approcciare il mondo. Quindi, che ruolo hanno i tuoi genitori nel tuo approccio al mondo? Senza dubbio svolgono il ruolo di guidarti sulla strada sbagliata; non ti portano a percorrere la buona strada né ti guidano sulla retta via della vita umana in modo positivo e attivo; ti portano invece a smarrirti.

Oltre a condizionarli con detti come “Difficilmente gli uomini piangono”, i genitori spesso dicono ai figli maschi: “‘Un bravo gallo non si mette contro i cani; un brav’uomo non si mette contro le donne’; non trastullarti con le ragazze e non metterti contro di loro; non abbassarti al loro livello; sono ragazze, dovresti andarci piano con loro”. Perché dovresti andarci piano? Se hanno fatto qualcosa di sbagliato, non dovresti andarci piano né viziarle. Gli uomini e le donne sono uguali. Le donne sono nate e cresciute da una madre e un padre proprio come te, quindi perché dovresti andarci piano con loro? Solo perché sono donne? Dovrebbero essere punite quando sbagliano, essere istruite al riguardo, ammettere il loro errore, scusarsi, capire dove hanno sbagliato e il fatto che non dovrebbero ripetere lo stesso errore la prossima volta che si troveranno in una situazione simile. Dovresti imparare ad aiutarle invece di approcciare la situazione seguendo il principio “Un brav’uomo non si mette contro le donne” che i tuoi genitori ti hanno insegnato. Tutti commettono errori prima o poi, sia gli uomini che le donne. Quando ciò accade, dovrebbero ammettere i propri errori e pentirsene. Sia gli uomini che le donne dovrebbero seguire la retta via e vivere con dignità, invece di attenersi a ciò che i genitori hanno detto loro: “Un bravo gallo non si mette contro i cani; un brav’uomo non si mette contro le donne”. Un brav’uomo non si dimostra tale perché non si mette contro le donne né perché non si abbassa al loro livello. Vedi, i genitori ripetono spesso: “Le donne hanno i capelli lunghi ma poco cervello. Non hanno prospettiva; non essere come loro, non essere troppo severo con loro e non prestare loro attenzione”. Cosa vuol dire “non prestare loro attenzione”? Questa questione riguardante i principi va chiarita e spiegata. Chi ha commesso l’errore, chi ha detto una cosa positiva o negativa, chi ha menzionato un percorso corretto, tutte le questioni inerenti ai principi, ai percorsi e a come comportarsi devono essere chiarite. Non confondere la linea che separa giusto e sbagliato; dovresti mettere le cose in chiaro anche se si tratta di una donna. Se davvero vuoi mostrare considerazione nei suoi confronti, allora dovresti dirle la verità che andrebbe compresa, aiutarla a percorrere la retta via, non assecondarla e non evitare di essere severo con lei o di mettere le cose in chiaro soltanto perché è una donna. Anche le donne dovrebbero vivere con dignità e non essere indulgenti verso sé stesse o rifiutarsi di essere ragionevoli solo perché gli uomini scendono a compromessi con loro. Uomini e donne sono diversi solo dal punto di vista fisiologico, ma agli occhi di Dio hanno la stessa identità e il medesimo status. Sono entrambi esseri creati e, a parte le differenze di genere, non c’è molto che li distingua. Entrambi sperimentano la corruzione e condividono gli stessi principi di comportamento. Dio pone i medesimi requisiti sia agli uomini che alle donne, senza distinzioni. Quindi, è vero l’insegnamento dei genitori “Un brav’uomo non si mette contro le donne”? (No.) Qual è allora l’approccio corretto? Non si tratta di metterti contro, ma di conformare la tua pratica ai principi. Cosa intendono i genitori con queste osservazioni? Non stanno forse favorendo i figli maschi rispetto alle figlie femmine? Sembra che intendano: “Le donne hanno i capelli lunghi ma poco cervello. Sono ingenue, di scarso intelletto. Perché ragionare con loro? Non capirebbero. Come dice il proverbio: ‘Le donne con il seno grosso hanno i capelli lunghi ma poco cervello’. Perché mai dovresti dartene pensiero o trattarle con severità?” Le donne non sono forse degli esseri umani? Forse che Dio non salva le donne? Forse che Egli non condivide con loro la verità, non dona loro la vita? È così che stanno le cose? (No.) Se Dio non fa questo, se non tratta le donne in modo ingiusto, allora in che modo dovresti comportarti tu? Tratta le donne secondo i principi che Dio ti insegna; non accettare i pensieri dei tuoi genitori e non alimentare tendenze maschiliste. Sebbene tu abbia ossa e muscoli un po’ più robusti di quelli delle donne, nonostante tu possa avere una corporatura più massiccia e maggiore forza fisica e consumare più cibo, comunque la tua indole corrotta, la tua ribellione e la misura in cui non capisci la verità non sono diverse da quelle delle donne. Le capacità di vita in cui eccelli possono anche essere diverse dalle loro: sei abile con l’elettronica e la meccanica, mentre le donne sono brave nel ricamo, nella sartoria e nel rammendo. Tu sei in grado di fare queste cose? Mentre gli uomini sono abili costruttori, le donne eccellono nei trattamenti estetici. Gli uomini sono in grado di far funzionare diversi macchinari e attrezzature, ma le donne non sono da meno. In cosa esattamente le donne sarebbero più carenti? Tutti questi confronti sono inutili. Il punto è che devi abbandonare il tuo maschilismo. Non accettare pensieri come “Un brav’uomo non si mette contro le donne”; le cose che ti dicono i tuoi genitori non sono la verità, sono dannose per te. Non dire mai queste cose, che sono degradanti nei confronti delle donne; sono in palese contrasto con la ragione e l’appropriatezza. Che tipo di problema è la mancanza di rispetto verso le donne? Coloro che fanno cose del genere possiedono un minimo di umanità? (No.) Sono privi di umanità. Se manchi di rispetto alle donne, ricorda che tua madre, entrambe le tue nonne e le tue sorelle sono tutte donne. Loro sono disposte ad accettare tale mancanza di rispetto? Addirittura alcune madri dicono ai figli: “Un brav’uomo non si mette contro le donne”. Non sono forse delle madri sciocche? Sono delle sprovvedute, ed essendo loro stesse delle donne sminuiscono il proprio valore; è chiaro che sono confuse e non hanno idea di ciò che dicono. L’affermazione “Un brav’uomo non si mette contro le donne” va palesemente contro la ragione e l’appropriatezza. Dio non ha mai definito le donne in questo modo, né ha mai ammonito gli uomini dicendo: “Le donne sono fragili, hanno i capelli lunghi ma poco cervello e mancano di buon senso. Non metterti contro di loro. Se anche lo farai, non riuscirai a risolvere le cose in modo chiaro. Sii indulgente e accomodante in ogni cosa, non trattarle con severità; gli uomini dovrebbero essere di mente ampia e di larghe vedute”. Dio ha mai detto qualcosa di simile? (No.) Dato che Dio non ha mai detto queste cose, tu non farle e non guardare le donne da questa prospettiva. Questa è discriminazione e mancanza di rispetto nei loro confronti. Tu puoi compensare là dove le donne sono prive delle competenze necessarie, ma anche tu hai bisogno che loro facciano lo stesso là dove sei tu a essere carente. La dipendenza reciproca e la complementarietà sono il punto di vista corretto. Perché è questo il punto di vista corretto? Perché è Dio a stabilire i punti di forza sia dell’uomo che della donna. Quali pensieri e punti di vista dovresti adottare nell’approcciarti al fatto che è Dio a stabilire i punti di forza dell’uomo e della donna? Si tratta di completarsi a vicenda: questo è il principio di pratica. Gli uomini non dovrebbero discriminare le donne e le donne non dovrebbero essere eccessivamente deferenti nei confronti degli uomini, pensando: “Finalmente abbiamo un fratello nella nostra chiesa, un pilastro di forza. Ora la nostra chiesa è completa, c’è qualcuno a sostenerci, a gestire le cose al posto nostro e a guidarci”. Tu che dici questo, sei forse inferiore? Riponi per caso la tua fede negli uomini? Se una chiesa fosse composta solo da sorelle, allora non avresti più fede in Dio? Vorrebbe forse dire che non potresti essere salvata o capire la verità? Quando qualcuno fa un commento estemporaneo come: “Perché nella tua chiesa non ci sono fratelli?”, ti sembra di aver ricevuto una pugnalata al cuore e rispondi: “Non parlarmene, è l’unico difetto della nostra chiesa. Non vogliamo che venga sottolineato; hai messo il dito nella nostra unica piaga” e preghi: “Dio, quando preparerai un fratello per la nostra chiesa?” La chiesa è forse sostenuta dai fratelli? Non può stare in piedi senza fratelli? Dio ha mai detto questo? (No.) Dio non ha mai detto questo, né ha mai detto che una chiesa debba avere membri di entrambi i sessi per poter essere instaurata, o che non possa essere instaurata da tutti membri dello stesso sesso. Lo ha mai detto? (No.) Queste sono tutte conseguenze del maschilismo derivato dai condizionamenti esercitati dalla famiglia. Ti affidi agli uomini in tutto e, non appena capita qualcosa, dici: “Devo aspettare di discuterne con mio marito quando torna”, oppure: “I fratelli della nostra chiesa sono stati occupati di recente, quindi nessuno prende l’iniziativa per occuparsi della questione”. Allora a cosa servono le donne? Non sei forse in grado di gestire questi compiti? Sei forse priva di bocca o gambe? Non ti manca nulla: capisci le verità principi e dovresti agire di conseguenza. Gli uomini non sono i tuoi capi né i tuoi padroni; sono solo persone comuni, membri dell’umanità corrotta. Impara ad affidarti a Dio e alle Sue parole in tutto ciò che fai. Questo è il principio e il metodo a cui dovresti attenerti, e non dovresti dipendere da alcuna persona. Pur non sostenendo il maschilismo, ovviamente non dico questo per esaltare o rivendicare i diritti delle donne, ma piuttosto per aiutare le persone a comprendere un aspetto della verità. Quale aspetto della verità? Che il detto che i tuoi genitori ti hanno inculcato, “Un brav’uomo non si mette contro le donne”, non è corretto; si tratta di indottrinamento e ti instrada verso un modo di pensare sbagliato. Non dovresti farti guidare da questo pensiero e punto di vista nel tuo ruolo di uomo o nel modo in cui tratti le donne. Questo è un aspetto della verità che dovresti capire. Non pensare sempre: “Sono un uomo, dovrei considerare le questioni da una prospettiva maschile, dovrei mostrare considerazione verso queste sorelle e proteggerle, tollerarle e perdonarle dalla mia posizione di uomo, senza essere severo con nessuna di loro. Se una sorella vuole candidarsi come leader della chiesa, la tratterò con cortesia e lascerò il ruolo a lei”. Su quali basi? Solo perché sei un uomo, pensi di abbracciare ogni cosa? Sai mostrare tolleranza nei loro confronti? Non riesci a tollerare nemmeno te stesso. Dovrebbe essere eletto leader della chiesa chi è adatto al ruolo. Se i fratelli e le sorelle scelgono te, allora dovresti farti carico di questo fardello. È per te sia una responsabilità che un dovere. Perché ti rifiuti con tale leggerezza? Per dimostrare quanto sei nobile? È questo il principio di pratica? Ciò è forse in linea con la verità? (No.) È sbagliato rifiutare l’incarico ed è sbagliato combattere per questo; quindi, qual è il modo giusto di agire? Il modo giusto è agire in base alle parole di Dio e assumere la verità come criterio. I vostri genitori vi hanno insegnato che “Un brav’uomo non si mette contro le donne”. Per quanti anni avete vissuto secondo questo pensiero e punto di vista maschilista? Molti pensano: “Lavare e rammendare sono mansioni da donne. Che siano loro a occuparsene. Mi esaspera doverle sbrigare io; mi fa sentire meno uomo”. Ebbene, cosa succede se ti occupi di queste mansioni? Non sei più un uomo? Alcuni dicono: “Sono sempre state mia madre, mia sorella o mia nonna a farmi il bucato. Non ho mai svolto ‘mansioni da donna’”. Ora tu stai svolgendo il tuo dovere e devi essere indipendente. Questo è ciò che dovresti fare; questo è ciò che Dio richiede alle persone. Lo farai? (Sì.) Se in cuor tuo opponi resistenza, sei riluttante e pensi sempre a tua madre per questo motivo, allora sei davvero un buono a nulla. Gli uomini hanno questi pensieri maschilisti e guardano con disprezzo alcuni compiti come prendersi cura dei figli, riordinare la casa, fare il bucato e pulire. Alcuni hanno forti tendenze maschiliste e disdegnano queste mansioni, non sono disposti a svolgerle o, quando se ne occupano, lo fanno controvoglia, temendo che gli altri possano perdere stima di loro. Pensano: “Svolgere sempre queste mansioni non mi renderà effeminato?” Quali sono il pensiero e il punto di vista all’origine di ciò? Non c’è forse un problema nel loro modo di pensare? (Sì.) Nel loro modo di pensare vi sono dei problemi. Prendi certe regioni in cui gli uomini indossano il grembiule e cucinano continuamente. Quando la donna torna a casa dal lavoro, l’uomo le serve il cibo dicendo: “Ecco, mangia qualcosa. È davvero delizioso; oggi ho preparato tutti i tuoi piatti preferiti”. A buon diritto la donna mangia il cibo pronto e a buon diritto l’uomo lo prepara, senza sentirsi mai una casalinga. Una volta che finisce e toglie il grembiule, non è ancora un uomo? In alcune zone in cui il maschilismo è particolarmente spiccato, gli uomini sono innegabilmente viziati dai condizionamenti e dall’influenza della famiglia. Questi condizionamenti li hanno salvati o danneggiati? (Li hanno danneggiati.) È stato un danno per loro. Alcuni uomini di 30, 40 o addirittura 50 anni non sanno lavarsi i calzini. Indossano la stessa canottiera per due settimane, e non vogliono lavarla sebbene ormai sia sporca; non hanno idea di come lavarla, di quanta acqua o quanto detersivo usare e di come fare il bucato. La indossano così com’è e pensano: “In futuro chiederò a mia madre o a mia moglie di comprarmi altre magliette e calzini per poterli lavare una volta ogni due mesi. Sarebbe fantastico se mia madre o mia moglie venissero a farmi il bucato!” L’origine della loro avversione a svolgere queste mansioni ha una certa relazione con l’educazione ricevuta dalla famiglia e dai genitori. I pensieri e i punti di vista instillati dai genitori riguardano le regole di vita più semplici e basilari nonché alcune opinioni errate sulle persone. In sintesi, tutto ciò costituisce un condizionamento esercitato dalla famiglia sul pensiero degli individui. Indipendentemente dall’impatto che ha sulla vita di una persona nel corso della sua fede in Dio e nella sua esistenza o da quanti problemi e disagi le arreca, esso ha intrinsecamente una certa relazione con l’educazione ideologica ricevuta dai genitori. Se sei adulto e hai vissuto per molti anni in base a questi pensieri e punti di vista, non cambieranno da un giorno all’altro: occorre tempo. Se questi pensieri e punti di vista riguardano lo svolgimento del tuo dovere o i tuoi principi di comportamento e di approccio al mondo e se stai perseguendo la verità, dovresti sforzarti di cambiare questi aspetti e di entrare nella verità realtà il prima possibile. Se riguardano solo aspetti della tua vita personale, sarebbe meglio che fossi disposto a cambiare. Se non ci riesci, se ti sembra un po’ troppo faticoso o difficile o se addirittura sei ormai abituato a questo stile di vita e non sei in grado di cambiare, nessuno ti obbliga. Mi sto limitando a sottolineare questi aspetti affinché tu sappia cosa è giusto e cosa è sbagliato. Per quanto riguarda le questioni personali relative al tuo stile di vita, valuta tu stesso, non vi è nessun obbligo. In merito a quanto spesso lavi i calzini e al fatto che quando si strappano li rammendi oppure li butti, sono affari tuoi. Basati sulla tua situazione, non verrà fissata alcuna regola specifica.

In alcune famiglie, per via del loro background privilegiato, i genitori spesso dicono ai figli: “Quando vai in giro, ricorda da chi discendi e chi sono i tuoi antenati. Dovresti agire in modo da rendere onore e gloria al nome della nostra famiglia. Non infangare mai la reputazione dei nostri antenati. Ricorda sempre gli insegnamenti dei nostri antenati e non gettare disonore sulla nostra stirpe. Se un giorno commetterai un errore, la gente dirà: ‘Ma tu non appartieni a una famiglia importante e rispettabile? Come hai potuto fare una cosa del genere?’ Rideranno non solo di te, ma di tutta la nostra famiglia. In quel caso infangheresti il nome della famiglia e disonoreresti i nostri antenati, una cosa inaccettabile”. Alcuni genitori dicono inoltre ai figli: “Il nostro Paese è una grande nazione e un’antica civiltà. Non abbiamo guadagnato facilmente la vita che abbiamo oggi, quindi abbila a cuore. Soprattutto quando sei all’estero, devi coprirti di gloria e onore per il popolo cinese. Non fare nulla che possa disonorare la nostra nazione o ledere la reputazione dei cinesi”. I tuoi genitori ti dicono di procurarti gloria e onore per la tua famiglia e i tuoi antenati, da un lato, e dall’altro per la tua nazione e la tua etnia, esortandoti a non gettare disonore sul tuo Paese. Fin da piccoli i bambini vengono educati dai loro genitori in questo modo, e lo stesso fanno gli insegnanti a scuola, dicendo loro: “Conquista la gloria per la nostra classe, la nostra scuola, la nostra città e il nostro Paese. Non permettere che gli stranieri si prendano gioco di noi dicendo che siamo privi di levatura o gente di scarso carattere”. Anche alcuni membri della chiesa dicono: “Noi cinesi siamo stati i primi ad acquisire la fede. Quando interagiamo con i fratelli e le sorelle stranieri, dobbiamo conquistare la gloria in nome del popolo cinese e difenderne la reputazione”. Tutti questi discorsi sono direttamente collegati a ciò che le famiglie inculcano alle persone. Questo tipo di indottrinamento è corretto? (No.) Perché non lo è? Che gloria ricercano costoro? Vi è una qualche utilità nel ricercare questa gloria? (No.) Si è verificato un episodio in cui un ragazzo del nord-est della Cina stava facendo visita a diverse chiese; ha sottratto 10.000 yuan alle offerte della chiesa ed è tornato di corsa a casa per stare lì. Quando i fratelli e le sorelle del nord-est lo hanno appurato, alcuni hanno detto: “Che individuo detestabile! Ha persino osato appropriarsi dei soldi delle offerte della chiesa. Ha completamente infangato la reputazione della gente del nord-est! Se dovessimo rivederlo, dovremmo dargli una lezione!” Dopo questo fatto, i fratelli del nord-est hanno sentito di aver perso il loro onore. Quando parlavano con fratelli e sorelle di altre province, non osavano menzionare l’accaduto. Provavano imbarazzo e temevano che gli altri potessero dire: “Tal dei Tali, che era del nord-est come voi, è scappato con il denaro delle offerte”. Avevano paura che gli altri ne parlassero e neanche loro osavano farne menzione. Questo comportamento è giusto? (No.) Perché è sbagliato? (Chi sottrae il denaro delle offerte non ha nulla a che vedere con gli altri; ognuno rappresenta sé stesso.) Esatto. Se qualcuno sottrae i soldi delle offerte, sono affari suoi. Se tu lo scoprissi e glielo impedissi, evitando in questo modo delle perdite alla casa di Dio e preservandone gli interessi, avresti assolto la tua responsabilità. Se non avessi la possibilità di impedirlo e di evitare la perdita, allora dovresti riconoscere che genere di disgraziato è costui, ammonire te stesso e pregare Dio di proteggerti da episodi di questo genere e fare in modo che tu non cada in una tentazione simile. Dovresti affrontare la questione in modo corretto. Anche se costui viene dalla tua regione, le sue azioni rappresentano solo lui come individuo. Non sono stati gli abitanti della regione a insegnargli o a spronarlo a comportarsi così. È una cosa che riguarda solamente lui. Gli altri possono al massimo essere responsabili di una supervisione o di una direzione inadeguate, ma nessuno è obbligato a farsi carico delle conseguenze delle azioni sbagliate di questo individuo. Egli ha agito in opposizione a Dio e ha offeso i decreti amministrativi, nessun altro è obbligato a subirne le conseguenze per suo conto. La sua disonestà è affar suo. Inoltre, non si tratta di perdere la faccia o di ottenere gloria; si tratta della natura essenza di questa persona e della strada che ha intrapreso. Si può solo dire che, all’inizio, gli altri non sono stati capaci di discernere il suo vero carattere, ma dopo questo episodio egli è stato rivelato per ciò che è veramente. Questo non ha nulla a che fare con la reputazione o con la dignità di altri fratelli e sorelle della stessa regione. Se ritieni che costui ti abbia disonorato poiché proviene dalla tua stessa regione, allora tale visione e comprensione è del tutto errata. La casa di Dio non punisce mai un’intera famiglia per i peccati di una singola persona; Dio considera ogni individuo come un’entità a sé. Da dovunque si provenga, anche se dalla stessa famiglia o dagli stessi genitori, Dio considera ogni persona come un’entità unica. Egli non coinvolge mai, a causa degli errori commessi da qualcuno, coloro che sono legati a tale persona. Questo è il principio ed è in linea con la verità. Se invece pensi che un’azione sbagliata di qualcuno della tua stessa regione danneggi la tua reputazione e coinvolga anche te, ciò è dovuto a una tua comprensione errata e non ha nulla a che fare con la verità. Pertanto, quando i tuoi genitori ti dicono: “Conquista la gloria per il nostro Paese, la nostra famiglia o il nostro nome”, è corretto? (No.) Perché no? Con quale altra frase questa condivide la stessa natura? Non ha forse la stessa natura del pensiero di cui abbiamo discusso in precedenza, ossia: “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”? Nella vita di una persona compiere azioni positive, percorrere la retta via, abbracciare le cose positive e la verità, nulla di tutto ciò viene fatto per procurarsi onore. Le persone sono invece tenute a comportarsi in questo modo: è la loro responsabilità, la strada che dovrebbero percorrere e il loro dovere. Percorrere la retta via, abbracciare le cose positive e la verità e sottomettersi a Dio sono obblighi e doveri delle persone. Fare ciò ha inoltre lo scopo di ottenere la salvezza, non di procurarsi un’alta reputazione per sé stessi o per Dio, né, ovviamente, di guadagnarsela per la gente del proprio Paese e certamente non per un particolare cognome, razza o clan. Non vieni salvato perché tu possa procurarti la gloria per la gente del tuo Paese, e certamente non per guadagnarla per la tua famiglia. L’idea di “conquistarsi la gloria” è semplicemente una teoria. La tua salvezza non ha nulla a che fare con questi altri individui. Quale beneficio possono trarre costoro dalla tua salvezza? Se tu vieni salvato, loro cosa possono guadagnarne? Non seguono la retta via e Dio, con la Sua indole giusta, li tratterà di conseguenza. Li tratterà come andrebbero trattati. Che cosa guadagnano loro da questa tua cosiddetta “conquista della gloria”? La cosa non ha nulla a che fare con loro. Tu accetti le conseguenze della strada che intraprendi, e loro accettano le conseguenze della loro. Dio tratta ogni individuo in base alla Propria indole giusta. Procurarsi la gloria per la propria nazione, la propria famiglia o il proprio cognome non è responsabilità di nessuno. Naturalmente non ti spetta farti carico di questa responsabilità da solo, e in effetti non puoi farlo. L’ascesa o il declino di una famiglia o di un clan, il suo corso e il suo destino non hanno nulla a che fare con la gloria che conquisti tu per loro, e naturalmente non hanno nulla a che fare con la strada che intraprendi. Se ti comporti bene e sai sottometterti a Dio non lo fai allo scopo di ottenere la gloria per loro o per onorarli né per reclamare qualche ricompensa da Dio a loro nome o per garantire loro qualche esenzione dalle punizioni. La loro ascesa, la loro caduta e il loro destino non hanno nulla a che vedere con te. Soprattutto non ha alcuna rilevanza per te il fatto che loro si sentano onorati e che tu conquisti la gloria per loro oppure no. Non puoi fartene carico tu per loro conto e non hai alcuna responsabilità o obbligo di farlo. Pertanto, quando i tuoi genitori ti dicono: “Devi conquistare la gloria per la nostra nazione, la nostra famiglia o il nostro nome, e non devi infangare la reputazione dei nostri antenati né permettere che gli altri ci biasimino alle nostre spalle”, queste parole servono solo a esercitare su di te una pressione psicologica negativa. Non puoi essere all’altezza di quanto ti chiedono, né hai alcun obbligo di farlo. Perché? Perché l’unica cosa che Dio ti chiede è di compiere il tuo dovere di essere creato davanti a Lui. Non ti chiede di fare alcunché né di assumerti alcun obbligo per il tuo Paese, per la tua famiglia o per il tuo cognome. Pertanto, procurarti la gloria per il tuo Paese o per la tua famiglia, o guadagnarti gloria e onore o fare qualsiasi cosa per il tuo cognome non è un tuo obbligo. Non ha nulla a che vedere con te. Il loro destino è unicamente nelle mani di Dio e tu non devi farti carico di alcun fardello. Se commetti degli errori, non dovresti sentirti in colpa nei loro confronti. Se compi delle buone azioni, non dovresti metterti in testa di essere stato fortunato né pensare di aver ottenuto la gloria per il tuo Paese, la tua famiglia o il tuo cognome. Non gioire per queste cose. E, se fallisci, non lasciarti spaventare né schiacciare dal dolore. Non incolpare te stesso, perché ciò non ha nulla a che fare con te. Non pensarci nemmeno, ecco quanto è semplice. Quindi, per quanto riguarda le persone di diverse nazionalità, i cinesi sono prescelti da Dio, si presentano al Suo cospetto e sono esseri creati. Anche gli occidentali si presentano davanti a Dio e sono esseri creati. Gli asiatici, gli europei, i nord e sudamericani, gli abitanti dell’Oceania e gli africani si presentano davanti a Dio e Ne accettano l’ opera, e sono anch’essi esseri creati. Indipendentemente dal Paese di provenienza, l’unica cosa che dovrebbero fare è compiere il loro dovere di esseri creati, accettare le parole di Dio, sottomettersi a esse e ottenere la salvezza. Non dovrebbero formare vari clan in base alla nazionalità, dividendosi in gruppi o razze. Tutto ciò che assume la gloria razziale come obiettivo della propria lotta o come principio fondamentale è sbagliato. Non è questa la strada che le persone dovrebbero percorrere, e si tratta di un fenomeno che non dovrebbe verificarsi all’interno della chiesa. Verrà un giorno, quando individui di Paesi diversi interagiranno più ampiamente e avranno accesso a un’area più vasta del pianeta, in cui un asiatico potrà incontrare un europeo, un europeo potrà incontrare un americano, e un americano potrà entrare in contatto con un asiatico o un africano, e così via. Quando razze diverse si aggregano, se vi sono gruppi formati su base razziale che lottano tutti per la gloria della propria razza e agiscono per la propria razza, che cosa inizierà ad accadere nella chiesa? Avranno luogo delle divisioni. Questo è qualcosa che Dio detesta e condanna. Chiunque lo faccia è maledetto, chiunque agisca in questo modo è un servo di Satana e sarà oggetto di punizione. Perché verrà punito? Perché si tratta di una violazione dei decreti amministrativi. Non farlo mai. Se sei capace di agire in questo modo, significa che non hai abbandonato questo aspetto del condizionamento esercitato dai tuoi genitori. Non hai accettato l’identità di essere creato che Dio ti ha conferito e ti consideri ancora come cinese, bianco, nero o mulatto, come un individuo di razza, cognome o nazionalità diversi dagli altri. Se desideri arrecare gloria alla tua nazione, razza o famiglia e agisci con questo pensiero in mente, le conseguenze saranno terribili. Oggi dichiariamo solennemente e chiariamo seriamente questa questione. Se un giorno qualcuno si opporrà a questo aspetto dei decreti amministrativi, ne subirà le conseguenze. A quel punto, non lamentarti dicendo: “Non me lo hai detto, non lo sapevo, non avevo capito”. Conosci la tua identità di essere creato da molto tempo, eppure sei ancora capace di agire in questo modo: ciò significa che non è vero che non lo sapevi ma che l’hai fatto deliberatamente, commettendo consapevolmente la violazione. Ti spetta una punizione. Violare i decreti amministrativi scatena conseguenze inimmaginabili. Avete capito? (Sì, abbiamo capito.)

Alcuni genitori dicono ai figli: “Ovunque andiamo, non dobbiamo dimenticare le nostre radici. Non possiamo dimenticare dove siamo nati e cresciuti né chi siamo. Ovunque tu vada, quando incontri i tuoi compaesani, dovresti trattarli bene. Nella scelta dei leader o dei supervisori della chiesa, da’ la priorità ai tuoi compaesani. Quando la chiesa riceve dei benefici materiali, fa’ in modo che siano i tuoi compaesani a goderne per primi. Se stai selezionando i membri per un gruppo, scegli prima i tuoi compaesani. Quando dei compaesani lavorano insieme, condividono un linguaggio comune e una familiarità”. Come si definisce questo? “Quando i compaesani si incontrano, i loro occhi si riempiono di lacrime”. E c’è anche il detto: “Gli zii e le zie fanno parte della famiglia, generazione dopo generazione: le ossa potranno anche essere rotte, ma i tendini sono ancora legati”. Alcuni, per via di come sono stati istruiti dai genitori e dagli anziani, non appena sentono che qualcuno proviene dalla stessa provincia o città o se sentono la persona parlare con l’accento della loro città natale, ci si affezionano molto. Costoro mangiano insieme, siedono vicini alle riunioni e fanno tutto insieme. Sono particolarmente legati. Alcuni, incontrando un compaesano, potrebbero dire: “Sai come si dice: ‘Quando i compaesani si incontrano, i loro occhi si riempiono di lacrime’. Quando incontro un compaesano, mi sento vicino a lui: quando ti ho incontrato ti ho percepito come uno di famiglia”. Trattano particolarmente bene i loro compaesani. Se questi affrontano delle difficoltà nella vita o nel lavoro o se sono malati, si prendono particolarmente cura di loro. È una cosa positiva? (No, non lo è.) Perché no? (Trattare le persone in questo modo denota una mancanza di principi.) Si tratta di una mancanza di principi, e tale persona è confusa. Costui rivolge affetto a chiunque sia un compaesano, ma cosa sono i compaesani? Sono brave persone? Sono veri fratelli e sorelle? Promuovendoli ti stai forse conformando ai principi? Dare loro la precedenza è in linea con i principi? Sono adatti al lavoro? È giusto che tu ti prenda cura di loro e che siate intimi? È conforme alla verità e ai principi? Se non è così, ciò che stai facendo per loro è inappropriato e detestabile agli occhi di Dio. Hai capito? (Ho capito.) Perciò, quando i tuoi genitori ti dicono: “Tratta bene i compaesani quando li incontri”, questa è una falsità e dovresti relegarla in un angolo della mente e ignorarla. Se in futuro i tuoi genitori ti chiederanno: “Quel nostro compaesano è nella tua stessa chiesa. Lo hai trattato bene?”, come dovresti rispondere? (Nella casa di Dio trattiamo tutti allo stesso modo.) Dovresti dire: “Non ho alcun obbligo di farlo. Non vale solo per i compaesani: non mi prenderei cura nemmeno di voi se opponeste resistenza a Dio”. Ci sono persone che sono fortemente influenzate da questo tipo di nozioni familiari tradizionali. Non appena incontrano qualcuno che è in qualche modo imparentato con loro, o che condivide il loro stesso cognome, o che appartiene allo stesso clan, non riescono a ignorarlo. Non appena sentono che qualcuno ha il loro stesso cognome, dicono: “Oh cielo, qui siamo tutti una famiglia. In base alla mia attuale posizione nella famiglia, dovrei chiamarla zia. Io sono per lei come un nipote”. Costoro definiscono di buon grado sé stessi come nipoti, e quando incontrano questa donna non osano rivolgersi a lei chiamandola “sorella” o altro; la chiamano sempre “zia”. Alcuni, quando incontrano qualcuno con il loro stesso cognome, si sentono particolarmente vicini a lui, indipendentemente dal tipo di persona che è. Questo è giusto? (No.) Nello specifico, alcune famiglie hanno la tradizione di trattare particolarmente bene coloro che appartengono allo stesso clan, sono spesso cortesi nei loro confronti e interagiscono strettamente con loro. Di conseguenza, sembra che la loro casa sia sempre piena di gente e di attività e che la famiglia sia particolarmente vivace e prospera. Quando succede qualcosa, tutti i parenti lontani vengono a dare una mano e ad aiutare, fornendo consigli e suggerimenti. Influenzati da questa cultura familiare, alcuni ritengono che comportarsi in questo modo sia una cosa positiva: quanto meno non sono soli né abbandonati e hanno qualcuno che li aiuta in caso di problemi. Quali nozioni possiedono alcuni altri? “Per vivere tra la gente, bisogna comportarsi in modo gradevole”. Anche se questo detto è difficile da spiegare, tutti possono capirne il significato. “Bisogna vivere con sentimenti umani. Si può comunque definire umano qualcuno che non ha sentimenti umani? Se sei sempre serio e onesto, se ti preoccupi sempre dei principi e delle posizioni, alla fine resti senza parenti e amici. Devi avere sentimenti umani quando vivi all’interno dei gruppi sociali. Quanto a coloro che non hanno alcuna relazione con il nostro cognome la storia è diversa, ma coloro che hanno lo stesso cognome o appartengono allo stesso clan non sono forse tutti intimi? Non puoi abbandonare nessuno di loro. Quando ti trovi davanti a situazioni come malattie, matrimoni, funerali o altri eventi più o meno importanti, non hai forse bisogno di qualcuno con cui discuterne? Quando acquisti una casa, un’auto o un terreno, chiunque può darti un aiuto. Non puoi abbandonare queste persone; devi fare affidamento su di loro nella vita”. Poiché sei profondamente influenzato da questa cultura familiare, quando sei nel mondo, e soprattutto all’interno della chiesa, e incontri qualcuno del tuo stesso clan, graviti senza rendertene conto verso di lui, nutrendo un particolare affetto nei suoi confronti, spesso riservandogli premure e trattamenti speciali e relazionandoti con lui in modo particolare. Persino quando commette degli errori sei spesso indulgente con lui. Tratti in modo imparziale coloro a cui non ti legano vincoli di sangue mentre tendi a proteggere e favorire i membri del tuo clan, e questo in parole povere si chiama “riservare favoritismi ai parenti”. Alcuni vengono spesso guidati da questi pensieri e trattano le persone e gestiscono le faccende della vita non in base ai principi insegnati da Dio ma in base all’influenza della cultura familiare. Ciò non è forse sbagliato? (Sì.) Per esempio, una persona che fa di cognome Zhang potrebbe rivolgersi a un’altra dello stesso cognome, di qualche anno più grande, chiamandola “sorella maggiore”. Gli altri potrebbero pensare che si tratti di sorelle vere e proprie quando in realtà si tratta di persone non imparentate che condividono lo stesso cognome e non hanno alcun legame di sangue. Perché costei si rivolge all’altra con questo appellativo? Per via dell’influenza della cultura familiare. Ovunque vadano le due sono inseparabili, e la più giovane condivide tutto con la “sorella maggiore” e non con gli estranei. Perché? “Perché è una Zhang, proprio come me. È una di famiglia. Devo dirle tutto. Se non lei, chi allora? Non sarei stupida a fidarmi degli estranei ma non della mia famiglia? Comunque la metti, gli estranei non sono affidabili; ci si può fidare solo dei familiari”. Quando sceglie i leader della chiesa, costei sceglie la “sorella maggiore”, e quando qualcuno le chiede: “Perché hai scelto lei?”, risponde: “Perché ha il mio stesso cognome. Non sarebbe del tutto irragionevole e inappropriato non sceglierla? Se non l’avessi scelta, non sarei nemmeno umana”. Ogni volta che la chiesa ha da offrire benefici materiali o cose belle, pensa prima a sua “sorella”. “Perché hai pensato prima a lei?” “Perché ha il mio stesso cognome, fa parte della mia famiglia. Se non mi prendessi io cura di lei, chi lo farebbe? Sarei forse umana se non avessi questo sentimento umano di base?” Indipendentemente dal fatto che queste cose derivino dall’affetto o da motivi egoistici, in breve, se sei influenzato e condizionato da questi pensieri provenienti dalla tua famiglia, dovresti immediatamente cambiare atteggiamento e smettere di comportarti, di affrontare le questioni e di trattare le persone adottando questi metodi. Per quanto stringenti o ampi questi metodi possano essere, non sono i principi e i metodi che ti ha insegnato Dio. Come minimo, sono pensieri e punti di vista che dovresti abbandonare. In breve, dovresti abbandonare qualsiasi condizionamento esercitato dalla famiglia che non sia in linea con i principi che Dio ti insegna. Non dovresti trattare gli altri né interagire con loro impiegando questi metodi, né gestire le cose in questo modo. Qualcuno potrebbe obiettare: “Se non gestisco le cose in questo modo, non saprò quale altro metodo adottare”. Questo è facilmente risolvibile. Le parole di Dio forniscono i principi per gestire le varie questioni. Se non riesci a trovare un percorso di pratica nelle parole di Dio, rivolgiti a un fratello o a una sorella che comprendono questa verità e chiedi a loro. Ti chiariranno le cose in modo che tu possa capire. Queste sono le cose che le persone dovrebbero abbandonare quando si tratta di gestire questioni legate al clan, al cognome e ai metodi mondani.

Alcuni genitori spesso assillano le figlie dicendo loro: “Come donna, dovresti seguire l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane. Se ti sposi in una famiglia di galli, devi comportarti come un gallo; se ti sposi in una famiglia di cani, devi comportarti come un cane”. L’implicazione è che non dovresti sforzarti di essere un buon essere umano, ma piuttosto rassegnarti a essere come un gallo o come un cane. Questa è una strada valida? È chiaro che chiunque, sentendone parlare, capirebbe che non lo è, giusto? La frase “segui l’uomo che sposi” è decisamente rivolta alle donne, il cui destino è davvero così tragico. Sotto l’influenza e il condizionamento della famiglia, le donne si abbandonano alla depravazione: seguono davvero un gallo se sposano un gallo o un cane se sposano un cane, senza sforzarsi di percorrere una buona strada, facendo tutto ciò che i genitori dicono loro di fare. Anche se i tuoi genitori inculcano in te questo modo di pensare, tu devi discernere se è giusto o sbagliato, benefico o dannoso per il tuo comportamento. Naturalmente abbiamo già condiviso su questo aspetto all’interno del tema di abbandonare il matrimonio, quindi ora non lo esamineremo e analizzeremo nello specifico. In breve, dovresti abbandonare tutti questi pensieri e punti di vista errati, distorti, superficiali, sciocchi e persino malvagi e degenerati dei tuoi genitori. Soprattutto in merito a detti come “Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane”, di cui abbiamo appena parlato, e “Sposa un uomo per avere vestiti e cibo”, dovresti discernere queste affermazioni e non lasciarti fuorviare da questi pensieri che i tuoi genitori hanno inculcato in te, credendo questo: “Divengo una proprietà dell’uomo che sposo: lui è il mio padrone, dovrei essere chiunque lui voglia che io sia e fare tutto ciò che dice, e il mio destino è legato a lui. Una volta sposati, siamo due cavallette legate alla stessa corda. Se lui prospera, prospero anch’io; se lui non prospera, neanch’io prospero. Perciò il detto dei miei genitori ‘Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane’ sarà sempre giusto. Le donne non dovrebbero essere indipendenti, non dovrebbero nutrire perseguimenti e certamente non dovrebbero avere alcuna idea o desiderio sull’impostare la giusta prospettiva di vita e sul percorrere la retta via nella vita. Dovrebbero solo seguire obbedientemente le parole dei loro genitori: ‘Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane’”. È questo il pensiero giusto da avere? (No.) Perché è sbagliato? “Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane”: c’è un’altra frase con un significato simile, ossia: “Due cavallette legate alla stessa corda”, il cui significato è che una volta che ti sposi il tuo destino è legato a quello di tuo marito. Se lui prospera, prosperi anche tu; se lui non prospera, neanche tu prosperi. È così che stanno le cose? (No.) Discutiamo prima del detto “Se lui prospera, prosperi anche tu”. È così che stanno le cose? (No.) Qualcuno sa fornire un controesempio a confutazione di questa affermazione? Non ve ne viene in mente nessuno? Ve ne fornisco uno Io. Per esempio, quando una donna sposa un uomo, assume una forte determinazione a seguirlo. È come quello che le donne tendono a dire: “Da questo giorno in avanti appartengo a te”, sottintendendo che “sono divenuta una tua proprietà e il mio destino è legato al tuo”. Tralasciando il fatto che costei si abbandona alla depravazione, concentriamoci per ora sul fatto che la frase “Se lui prospera, prosperi anche tu” sia corretta o meno. È vero che, se lui prospera, anche tu prospererai automaticamente? Prendiamo il caso in cui egli avvia un’attività commerciale e si trova in una situazione difficile, deve affrontare numerose sfide, incontra difficoltà ovunque, è sprovvisto di fondi, di conoscenze, di un luogo adatto per aprire un negozio, di un mercato in cui entrare con i suoi affari e di persone che lo aiutino. Tu, come moglie, sei fortemente determinata a seguirlo; indipendentemente da ciò che fa, non lo detesti mai, anzi lo sostieni incondizionatamente. Con il passare del tempo la sua attività prospera e lui apre un negozio dopo l’altro, con benefici economici e guadagni sempre maggiori. Tuo marito diventa un capo e poi si trasforma in un ricco magnate. Sta prosperando, giusto? Come dice il proverbio: “Ogni uomo, quando fa i soldi, diventa cattivo”, e questo chiaramente è oggettivo in questa società e in questo mondo malvagio. Una volta che tuo marito diventa un capo e alla fine un magnate, quanto è facile che si corrompa? È una cosa per cui bastano pochi istanti. Dopo che lui sarà diventato un capo e avrà iniziato a prosperare, i tuoi giorni felici saranno giunti al termine. Perché? Le tue preoccupazioni inizieranno a insinuarsi: “Vede un’altra donna? Mi tradirà? Qualcuno sta tentando di sedurlo? Si stancherà di me? Smetterà di amarmi?” I tuoi giorni felici non sono forse giunti al termine? Dopo tutti questi anni in cui hai condiviso le avversità con lui, ti senti infelice e stanca. Le tue condizioni di vita sono scarse e sei peggiorata in salute e in aspetto. Sei diventata una vecchia dal viso ingiallito. Agli occhi di tuo marito potresti non avere più il fascino della giovane donna di cui si è innamorato all’inizio. Potrebbe pensare: “Ora che sono ricco e influente, posso trovare qualcuno di meglio”. Man mano che si allontana da te inizia ad avere pensieri attivi, a cambiare. A quel punto, non sei forse in pericolo? Lui diventa un grande capo, mentre tu sei una vecchia signora dal viso ingiallito: non c’è forse una sorta di disparità e di disuguaglianza tra voi? In quel momento non sei forse indegna di lui? Lui non si sente di un livello superiore al tuo? Non ti detesta sempre di più? Se è così, i tuoi giorni difficili sono appena iniziati. Alla fine, magari asseconda i suoi desideri, trova un’altra donna e passa sempre meno tempo a casa. Quando torna, lo fa soprattutto per discutere con te, e subito dopo va via sbattendo la porta, a volte non facendosi sentire per giorni. Il massimo che puoi sperare è che, per considerazione verso la vostra relazione passata, ti dia dei soldi e provveda alle tue necessità quotidiane. Se davvero gli dai del filo da torcere, potrebbe persino negarti il sostentamento. Ebbene, qual è la situazione? Solo perché lui ha cominciato a prosperare, il tuo destino è in qualche modo migliorato? Sei più felice o più infelice? (Più infelice.) Sei più infelice. Sono arrivati i giorni della disgrazia. Quando si trovano di fronte a simili situazioni, la maggior parte delle volte le donne piangono a dirotto e, a causa di ciò che i loro genitori hanno detto loro, ossia che “I panni sporchi si lavano in casa”, sopportano la situazione pensando: “Terrò duro finché mio figlio non crescerà e potrà prendere le mie difese. A quel punto mi libererò di mio marito!” Alcune donne hanno la fortuna di vedere il giorno in cui il figlio diventa il bastone della loro vecchiaia, mentre ad altre questo non capita. Quando il figlio è ancora giovane, il marito decide di tenerlo con sé e dice alla moglie: “Vattene, vecchia dal viso ingiallito!”, e lei potrebbe essere trattata come una mendicante e cacciata da casa sua. Quindi, quando lui prospera, prosperi necessariamente anche tu? I vostri destini sono davvero legati? (No.) Se la sua attività stenta continuamente o non va come lui desidera allora, finché ha bisogno da parte tua di sostegno, incoraggiamento, compagnia e cura, e finché non ha raggiunto un livello tale da corrompersi, anche senza che gli capitino opportunità in tal senso, potrebbe continuare ad averti a cuore. Mentre lui non prospera, tu potresti sentirti più sicura e avere qualcuno che ti sta accanto e quindi sperimentare il calore e la felicità del matrimonio. Questo perché, quando lui non prospera, nessuno all’esterno gli presta attenzione o lo apprezza, e tu diventi l’unica persona su cui può contare, ti ha a cuore. In questo caso, ti sentirai sicura e in condizioni relativamente migliori e più felici. Se invece lui prospera e spalanca le sue ali, allora volerà, ma ti porterà con sé? È corretto il detto dei genitori: “Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane”? (No.) Spinge chiaramente le donne in un abisso di sofferenza. E quanto al principio: “Se percorre la retta via lo seguirò e se non lo fa lo lascerò”? Anche questo principio è sbagliato. Sposarlo non significa che sei diventata una sua proprietà, ma neppure dovresti trattarlo come un estraneo. È sufficiente che tu adempia alle tue responsabilità all’interno del matrimonio. Se le cose funzionano, bene; altrimenti separatevi. Hai adempiuto ai tuoi obblighi e hai la coscienza pulita. Se lui ha bisogno che tu assolva le tue responsabilità standogli accanto, fallo; in caso contrario, separatevi. Questo è il principio. La frase “Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane” è assurda e dannosa. Perché è assurda? È priva di principi: indipendentemente da che tipo di persona un uomo sia, lo segui indiscriminatamente. Se segui un brav’uomo, potresti allora vivere una vita degna. Se invece segui un uomo cattivo, non ti stai condannando da sola? Quindi, a prescindere dal tipo di persona che lui è, dovresti avere una posizione precisa sul matrimonio. Devi capire che solo la verità offre autentica protezione e fornisce un percorso e dei principi per una vita dignitosa. Ciò che i genitori offrono sono solo piccoli frammenti di esperienza o strategie basate sui loro affetti o interessi personali. Tali consigli non sono minimamente in grado di proteggerti, né di fornirti i giusti principi di pratica. Prendiamo il detto: “Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane”. Può solo portarti a un’ignoranza riguardo al matrimonio, facendoti perdere la dignità e l’opportunità di scegliere il giusto percorso di vita. E, cosa più importante, può anche farti perdere la tua possibilità di salvezza. Quindi, a prescindere dall’intento che si cela dietro le parole dei genitori, che le pronuncino per preoccupazione, protezione, affetto, interesse personale o qualsiasi altro motivo, dovresti discernere le varie cose che dicono. Anche se la loro intenzione iniziale è farti stare bene e proteggerti, non dovresti accettarle con leggerezza e stupidità. Dovresti invece discernerle e poi trovare principi di pratica accurati sulla base delle parole di Dio, senza praticare né comportarti secondo le loro parole. Soprattutto “Sposa un uomo per avere vestiti e cibo”, che le generazioni precedenti ripetevano spesso, è ancora più sbagliato. Forse le donne sono prive di mani o piedi? Non sono in grado di guadagnarsi da vivere da sole o cosa? Perché devono dipendere dagli uomini per i vestiti e il cibo? Le donne sono forse delle minorate mentali? Rispetto agli uomini, che cosa manca loro? (Niente.) Esatto, non manca loro niente. Le donne possiedono la capacità di esistere in modo indipendente, donata loro da Dio. In quanto capaci di vivere in modo indipendente, perché dovrebbero dipendere dagli uomini per il loro sostentamento? Non è forse un pensiero errato? (Sì.) Questo è inculcare un pensiero errato. Le donne non dovrebbero svalutare né degradare sé stesse a causa di questo detto, dipendendo dagli uomini per i loro bisogni primari. Naturalmente l’uomo ha l’obbligo di provvedere a tutte le spese di vita della moglie e della famiglia, assicurandosi che sua moglie abbia a sufficienza di che mangiare e vestirsi. Tuttavia, le donne non dovrebbero sposarsi solo per il cibo e i vestiti né nutrire pensieri e punti di vista di questo tipo. Dal momento che hai la capacità di vivere in modo indipendente, perché dovresti fare affidamento su un uomo per i tuoi bisogni primari? Questo non deriva forse, in qualche misura, dall’influenza dei genitori e dal condizionamento esercitato dai pensieri familiari? Se una donna subisce questo condizionamento da parte dell’educazione familiare, allora o è pigra e non ha voglia di fare nulla se non affidarsi a qualcun altro per quanto concerne il cibo e i vestiti, oppure ha accettato il pensiero dei suoi genitori ed è convinta che le donne non valgano niente e che non possano e non debbano procurarsi da sole cibo e vestiti ma che dovrebbero semplicemente affidarsi agli uomini per averli. Questo non è forse abbandonarsi alla depravazione? (Sì.) Perché è sbagliato adottare simili pensieri e punti di vista? Su cosa esercitano la loro influenza? Perché questi pensieri degenerati andrebbero abbandonati? Se un uomo ti procurasse cibo e vestiti e tu lo considerassi come il tuo padrone, il tuo superiore, colui che comanda tutto, non lo consulteresti per ogni questione, grande o piccola che fosse? (Sì.) Per esempio, se credi in Dio, potresti pensare: “Chiederò al capo se mi è permesso credere in Dio; se mi dirà di sì, crederò, altrimenti non lo farò”. Dovresti chiedere la sua approvazione anche quando la casa di Dio ti incarica di assolvere un dovere; se gli va bene e acconsente puoi assolvere il tuo dovere, altrimenti no. In quanto credente in Dio, la tua possibilità di seguirLo o meno è subordinata all’atteggiamento di tuo marito e al trattamento che questi ti riserva. Tuo marito è forse in grado di discernere se questa via è vera o falsa? Ascoltarlo ti garantirà forse la salvezza e l’ingresso nel Regno dei Cieli? Se tuo marito è saggio e sa ascoltare la voce di Dio, se è una delle pecore di Dio, allora puoi trarre beneficio insieme a lui, ma stai semplicemente beneficiandone insieme a lui. Se invece è un malfattore e un anticristo e non riesce a comprendere la verità, cosa farai? Continuerai a credere? Sei forse sorda o priva di cervello? Non sai ascoltare le parole di Dio? Dopo averle ascoltate, non puoi discernere da sola? Tuo marito può forse determinare il tuo destino? Forse egli controlla e orchestra il tuo destino? Sei diventata una sua proprietà? Tutti hanno ben chiare queste dottrine ma, quando si tratta di determinati problemi che coinvolgono i principi, le persone tendono a lasciarsi influenzare inconsciamente dal condizionamento che la famiglia esercita riguardo a questi pensieri e punti di vista. Quando sei influenzata da questi pensieri e punti di vista, spesso esprimi giudizi errati e, guidata dai pensieri che stanno alla base di questi giudizi errati, compi scelte sbagliate che ti portano sulla strada sbagliata e, infine, alla rovina. Hai perso l’opportunità di svolgere il tuo dovere, la possibilità di acquisire la verità e la salvezza. Cosa ti ha portato alla rovina? In superficie, sembra che sia stato un uomo a fuorviarti e a influenzarti, a rovinarti. Ma in realtà sono stati i tuoi stessi pensieri radicati a fondo a condurti alla rovina. Vale a dire, la causa principale di questo esito è il pensiero “Segui l’uomo che sposi, che sia un gallo o un cane”. Pertanto, è fondamentale abbandonarlo.

Ora, ripensando ai pensieri e ai punti di vista dei genitori e delle famiglie su cui abbiamo condiviso, che riguardano i principi e le strategie di approccio al mondo, le regole del gioco, le vie mondane, la razza, gli uomini e le donne, il matrimonio e così via, ce n’è qualcuno di positivo? Ce n’è qualcuno capace di guidarti in qualche modo sul cammino del perseguimento della verità? (No.) Non ce n’è uno solo che ti aiuti a diventare un essere creato vero o all’altezza dei requisiti. Al contrario, ognuno di essi ti danneggia profondamente, corrompendoti attraverso il condizionamento esercitato da tali pensieri e punti di vista per il quale oggi le persone sono nel loro intimo vincolate, controllate, influenzate e turbate da vari pensieri e punti di vista fallaci. Sebbene nel profondo del loro cuore la famiglia sia un luogo accogliente e pieno di ricordi d’infanzia e un rifugio per l’anima, non bisognerebbe sottovalutare le varie influenze negative che essa esercita su di loro. Il calore della famiglia non può dissolvere questi pensieri sbagliati. Il calore della famiglia e i bei ricordi correlati forniscono solo un po’ di conforto e di soddisfazione a livello di affetto fisico. Tuttavia, per quanto riguarda cose come il modo di comportarsi e di approcciare il mondo, la strada che si dovrebbe seguire o il tipo di visione della vita e di valori da stabilire, il condizionamento esercitato dalla famiglia è del tutto dannoso. Da questo punto di vista, ancor prima di entrare nella società, si è già stati corrotti da vari pensieri e punti di vista all’interno della propria famiglia e si sono già subiti il condizionamento, il controllo e l’influenza di vari pensieri e punti di vista errati. Si può dire che la famiglia è il luogo in cui tutti i pensieri e i punti di vista errati vengono ricevuti per la prima volta e in cui iniziano a essere messi in atto e applicati liberamente. Le famiglie svolgono questo genere di ruolo nella vita e nella quotidianità di tutti gli individui. Non condividiamo su questo tema per chiedere alle persone di abbandonare la famiglia in termini di affetto o di rompere esternamente i legami con essa oppure separarsene, ma semplicemente per chiedere loro di riconoscere e discernere nello specifico e, naturalmente, abbandonare in modo più accurato e concreto i vari pensieri e punti di vista errati inculcati dalla famiglia. Questa è la pratica specifica che chi persegue la verità dovrebbe adottare nell’affrontare argomenti correlati alla famiglia.

Ci sono molti altri argomenti correlati alla famiglia. Non è forse vero che questi detti che la famiglia condiziona le persone a seguire, quelli su cui abbiamo condiviso, sono piuttosto comuni? (Sì, è vero.) Li sentiamo spesso pronunciare nelle famiglie; se non in una, comunque in un’altra. Questi detti non sono forse diffusi e rappresentativi? La stragrande maggioranza delle famiglie ha inculcato nei figli questi pensieri e punti di vista in varia misura. Tutti i detti su cui abbiamo condiviso sono presenti in modi diversi nella maggior parte delle famiglie e vengono inculcati nei figli in varie fasi della crescita. Dal giorno in cui tali pensieri vengono inculcati in loro gli individui iniziano ad accettarli, acquisendo una certa consapevolezza e accettazione nei loro confronti e poi, senza possibilità di difendersi, adottano questi pensieri e punti di vista come strategie e metodi di approccio al mondo, al fine di vivere e sopravvivere in futuro. Naturalmente, molti li adottano anche come fondamento per farsi strada nella società. Pertanto, questi pensieri e punti di vista non solo pervadono la vita quotidiana delle persone, ma anche il loro mondo interiore e i vari problemi che esse affrontano nel loro percorso di sopravvivenza. Quando emergono diverse questioni, i vari pensieri e punti di vista che le persone serbano nel cuore le guidano nel modo di gestire tali questioni; quando sorgono queste varie questioni, le persone sono dominate e governate da pensieri e punti di vista nonché da principi e strategie di approccio al mondo diversi. Gli individui sanno applicare abilmente questi pensieri e punti di vista errati nella vita reale. Sotto la guida di vari pensieri e punti di vista errati, percorrono naturalmente un cammino sbagliato. Poiché le loro azioni, i loro comportamenti, la loro vita e la loro esistenza sono dettati da pensieri sbagliati, è inevitabile che siano sbagliati anche i percorsi che intraprendono nella vita. Poiché è sbagliata la radice dei pensieri da cui sono guidati, naturalmente è sbagliato anche il loro cammino. La direzione del loro cammino è distorta e il possibile esito finale è alquanto prevedibile. Le persone, condizionate dai vari pensieri della loro famiglia, intraprendono la strada sbagliata, dalla quale poi vengono traviate. Di conseguenza si dirigono verso l’inferno, verso la distruzione. In definitiva, la causa principale della loro rovina risiede nei vari pensieri sbagliati che la famiglia le condiziona ad adottare. Viste le gravi conseguenze, le persone dovrebbero abbandonare il condizionamento esercitato dai vari pensieri che la famiglia ha trasmesso loro. Attualmente, l’influenza del condizionamento esercitato sulle persone dai vari pensieri errati è quella di impedire loro di accettare la verità. Guidate da questi pensieri sbagliati e a causa della loro esistenza, le persone spesso non riescono a comprendere la verità e addirittura in cuor loro la rifiutano e vi si oppongono. Cosa ancora peggiore, ovviamente, alcuni potrebbero anche decidere di tradire Dio. Oggi le cose stanno così ma, considerando il lungo termine, nelle circostanze in cui le persone non sanno accettare la verità oppure la tradiscono, questi pensieri erronei le portano a percorrere un sentiero sbagliato in opposizione alla verità e a tradire e respingere Dio. Sotto la guida di tale percorso errato, anche se in apparenza ascoltano le parole di Dio e Ne accettano l’opera, in ultima analisi non possono essere veramente salvate a causa della strada sbagliata che stanno percorrendo. Ciò è davvero deplorevole. Pertanto, dato che l’influenza esercitata dalla tua famiglia può portare a conseguenze così gravi, non dovresti prendere tali pensieri troppo alla leggera. Se sei stato condizionato dalla tua famiglia con pensieri sbagliati inerenti a diverse questioni, allora dovresti esaminarli e abbandonarli; smetti di aggrappartici. Di qualunque pensiero si tratti, se è sbagliato e in contrasto con la verità, l’unico percorso corretto che dovresti scegliere è quello di abbandonarlo. La pratica accurata dell’abbandono è questa: il criterio o la base su cui valuti, attui o gestisci una situazione non devono più essere i pensieri errati che la tua famiglia ha inculcato in te bensì le parole di Dio. Anche se questo processo potrebbe richiederti di pagare un prezzo, facendoti sentire di star agendo contro la tua volontà e perdendo la faccia, e potrebbe persino causarti delle perdite in termini di interessi della carne, qualsiasi cosa ti trovi ad affrontare, dovresti perseverare nell’allineare la tua pratica alle parole di Dio e ai principi che Egli ti comunica, senza arrenderti. Il processo di questa trasformazione sarà sicuramente impegnativo, non sarà una passeggiata. Perché non sarà agevole? Si tratta di una lotta tra cose negative e positive, tra i pensieri malvagi di Satana e la verità nonché tra i pensieri e i punti di vista errati che hai nel cuore e la tua volontà e il tuo desiderio di accettare la verità e le cose positive. Poiché si tratta di una lotta, potresti ritrovarti a soffrire e a dover pagare un prezzo: questo è ciò che devi fare. Se qualcuno vuole percorrere il cammino del perseguimento della verità e ottenere la salvezza, deve accettare questi fatti e sperimentare queste lotte. Naturalmente, mentre esse hanno luogo, senza dubbio pagherai un prezzo, patirai del dolore e rinuncerai ad alcune cose. A prescindere da come si presenta il processo, in ultima analisi l’obiettivo finale è riuscire a temere Dio e a evitare il male, ad acquisire la verità e a ottenere la salvezza. Pertanto, qualsiasi prezzo pagato per questo obiettivo vale la pena, poiché è l’obiettivo più corretto ed è ciò che dovresti perseguire per diventare un essere creato all’altezza dei requisiti. Per raggiungere questo obiettivo, a prescindere dallo sforzo o dal prezzo che devi pagare, non dovresti scendere a compromessi, sottrarti o avere paura perché, fintanto che persegui la verità e miri a temere Dio, a fuggire il male e a essere salvato, allora non sei solo in alcuna lotta o battaglia. Le parole di Dio ti accompagnano; hai Dio e le Sue parole a sostenerti, quindi non dovresti avere paura, giusto? (Sì.) Pertanto, a partire da questi pochi punti, che si tratti di un pensiero sbagliato derivante dal condizionamento della famiglia o da qualsiasi altra fonte, si dovrebbe scegliere di abbandonarlo. Per esempio, come abbiamo condiviso da poco, la tua famiglia ti ripete spesso: “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”. In realtà, la pratica per abbandonare questo pensiero è semplice: devi solamente agire in base ai principi che Dio comunica alle persone. “I principi che Dio comunica alle persone”: questa frase ha una portata piuttosto ampia. Come si mette in pratica nello specifico? Non devi analizzare se nutri o meno l’intenzione di fare del male agli altri, né stare sulla difensiva nei loro confronti. Quindi, cosa dovresti fare? Da un lato, dovresti essere in grado di mantenere appropriatamente con gli altri delle relazioni armoniose; dall’altro, quando interagisci con diverse persone, dovresti usare le parole di Dio come base e la verità come criterio per discernere che tipi di individui sono e poi trattarle in base ai principi pertinenti. Tutto qui. Se si tratta di fratelli e sorelle, trattali come tali; se sono seri nel loro perseguimento, fanno sacrifici e si spendono, allora trattali come fratelli e sorelle che svolgono sinceramente il loro dovere. Se sono dei miscredenti che non sono intenzionati a svolgere il loro dovere e invece desiderano solamente vivere la loro vita, allora non dovresti trattarli come fratelli e sorelle ma come non credenti. Nel valutare le persone dovresti considerare che tipo di individui sono, la loro indole, la loro umanità e il loro atteggiamento nei confronti di Dio e della verità. Se sono individui capaci di accettare la verità e sono disposti a praticarla, trattali come veri fratelli e sorelle, come membri della famiglia. Se possiedono una cattiva umanità, si limitano a riempirsi la bocca della loro intenzione di mettere in pratica la verità e sono abili nel discutere di dottrine ma non praticano mai la verità, allora trattali come semplici operai, non come parenti. Cosa ti dicono questi principi? Ti indicano il principio secondo cui trattare le diverse categorie di persone, un principio di cui abbiamo parlato spesso, ossia trattare le persone con saggezza. Saggezza è un termine generico, ma nello specifico significa avere metodi e principi diversi per trattare i diversi tipi di persone e tutti basati sulla verità, non su sentimenti, preferenze e opinioni personali né sui vantaggi e gli svantaggi che le persone presentano per te o sulla loro età, ma esclusivamente sulle parole di Dio. Pertanto, nell’approcciarti agli altri, non devi esaminare se hai o meno l’intenzione di fare loro del male o se stare sulla difensiva nei loro confronti. Se tratti le persone con i principi e i metodi che ti ha dato Dio eviterai tutte le tentazioni e non cadrai in alcuna di esse né in alcun conflitto. È così semplice. Questo principio è appropriato anche nei casi in cui hai a che fare con il mondo dei non credenti. Di fronte a un individuo, penserai: “È malevolo, un diavolo, un demone, un delinquente o un mascalzone. Non ho bisogno di stare sulla difensiva nei suoi confronti; non gli presterò attenzione e non lo provocherò. Se il lavoro mi richiederà di interagire con lui, gestirò la situazione in modo ufficiale e imparziale. Se invece non sarà necessario, eviterò con lui ogni contatto o frequentazione e non lo difenderò né lo adulerò. Non riuscirà a trovare in me alcuna pecca. Se vuole maltrattarmi, io ho Dio. Mi affiderò a Dio. Se Dio permetterà che costui mi maltratti, lo accetterò e mi sottometterò. Senza il permesso di Dio, non potrà torcermi un capello”. Questa non è forse fede autentica? (Sì.) Devi avere questa fede autentica e non temere quest’individuo. Non dire che è semplicemente un delinquente locale o un pesce piccolo: anche quando ci troviamo ad affrontare il gran dragone rosso ci atteniamo a questo principio. Se il gran dragone rosso ti proibisce di credere in Dio, ti ci metti a ragionare? Gli predichi dei sermoni? (No.) Perché no? (Predicare al gran dragone rosso è inutile.) È un diavolo, è indegno di ascoltare i sermoni. Non bisogna gettare le perle ai porci. La verità non viene pronunciata per le bestie o i diavoli, ma per gli uomini. Se anche i diavoli o le bestie potessero capire, non verrebbe comunque predicata loro. Non ne sono degni! Com’è questo principio? (Valido.) In che modo vanno trattati coloro che possiedono una cattiva umanità, i malevoli, i confusi e i prepotenti irragionevoli presenti nella chiesa o i membri della società in possesso di potere, provenienti da famiglie importanti o dotati di una certa influenza? Trattali come dovrebbero essere trattati. Se sono fratelli e sorelle, frequentali pure. Se non lo sono, ignorali e trattali da miscredenti. Se soddisfano i principi di condivisione del Vangelo, condividilo con loro; in caso contrario, evitali e non frequentarli in questa vita. Semplice. Con i diavoli e i satana non hai bisogno di stare sulla difensiva, di istruire un caso contro di loro o di vendicarti. Ti basterà ignorarli. Non provocarli e non frequentarli. Se per qualche motivo non puoi evitare di interagire o avere a che fare con loro, allora gestisci la questione in modo ufficiale e imparziale e sulla base dei principi. Tutto qui. I principi e i metodi di azione e comportamento che Dio insegna alle persone ti aiutano a comportarti con dignità, permettendoti di vivere sempre più una sembianza umana. I metodi che ti insegnano i tuoi genitori, invece, pur se in superficie sembrano una protezione e una premura nei tuoi confronti, in realtà ti ingannano e ti spingono in un abisso di sofferenza. Quello che insegnano non è la retta via o un approccio saggio per comportarti, bensì metodi subdoli e spregevoli che sono in contrasto con la verità e non hanno nulla a che fare con essa. Quindi, se accetti solo i pensieri che i tuoi genitori ti hanno condizionato a seguire, diventa difficile e faticoso per te accettare la verità, e impegnativo metterla in pratica. Se invece hai veramente il cuore di abbandonare i pensieri relativi al comportamento e ai principi di approccio al mondo che provengono dalla tua famiglia, ti risulterà più facile sia accettare la verità che praticarla.

Per quanto riguarda il condizionamento esercitato dalla famiglia, oltre ai pensieri e ai punti di vista che abbiamo citato, c’è altro? Vi prego di ricapitolare. C’è una moltitudine di cose che deriva dalla famiglia e in Cina la definiscono “cultura da tavola da pranzo”. Per esempio, al tavolo da pranzo un bambino potrebbe dire: “La nostra responsabile di classe, quella bambina con le tre strisce sulla manica, controlla sempre i miei compiti e dice che non li ho finiti anche se invece li ho finiti. Mi prende sempre in giro”. I genitori potrebbero rispondere: “Tu sei un maschio e lei è una femmina. Perché ti preoccupi di lei? Concentrati sullo studio e rendi orgogliosa tua madre. Quando diventerai tu il responsabile di classe potrai controllare i suoi compiti e questo pareggerà le cose, no?” A queste parole, il bambino potrebbe pensare: “Ha senso. Io sono un maschio mentre lei, anche se è la responsabile di classe, è pur sempre una femmina. Non dovrei preoccuparmi di lei. Se ricomincerà a infastidirmi, mi limiterò a ignorarla e la cosa finirà lì. Più mi disturberà, più impegno metterò nello studio. La supererò e nel prossimo trimestre diventerò il responsabile di classe e sarò io al di sopra di lei. Questo dovrebbe sistemare le cose”. Ecco un esempio della cultura da tavola da pranzo. Se a tavola un bambino inizia a piangere, i genitori potrebbero dire: “Contieniti! Perché stai piangendo? Sei un buono a nulla!” Piangere significa forse essere buono a nulla? Significa che coloro che non piangono hanno dei talenti? Ogni ragazzo che non ha mai pianto è forse un individuo promettente? Guarda gli astri emergenti: quando erano giovani piangevano e versavano lacrime oppure no? Provavano emozioni? Hanno sperimentato gioia, rabbia, dolore e felicità? Hanno provato tutte queste cose. Che si tratti di figure di spicco o di persone comuni, tutti hanno un lato di fragilità umana o di istinto umano. A causa dell’educazione dei genitori e dell’estrazione sociale, le persone spesso lo percepiscono come un lato da deboli, da vigliacchi, da incompetenti o da facili vittime di maltrattamenti. Non osano mai rivelarlo apertamente e invece lo esprimono segretamente in un angolo. Alcune figure di spicco, quando si trovano ad affrontare i momenti più difficili della loro carriera, senza nessuno che le aiuti o le sostenga, possono anche aspettare che tutti i soldati, i subordinati e i servitori intorno a loro si siano ritirati. A quel punto sfogano le loro emozioni ululando come lupi nella vasca da bagno. Dopo aver gridato, pensano: “Qualcuno mi avrà sentito? Mi sono lasciato troppo andare? Sarà meglio che mi dia una ridimensionata!” Ma sentono che ridimensionarsi non è abbastanza, così si coprono la bocca con un asciugamano e riprendono a ululare come lupi. L’umanità normale richiede lo sfogo e l’espressione di varie emozioni. Tuttavia, sotto le enormi pressioni di questa società e l’oppressione delle varie sfaccettature dell’opinione pubblica, nessuno osa esprimere normalmente le proprie emozioni. Questo perché, a partire dagli insegnamenti e dai condizionamenti familiari, a ogni individuo sono state inculcate alcune convinzioni errate, come “Un uomo dovrebbe essere autosufficiente”, “Per forgiare il ferro, bisogna essere forti”, “Se si è onesti, non bisogna preoccuparsi delle dicerie” e “Se hai la coscienza pulita, non devi temere che i fantasmi bussino alla tua porta”. C’è inoltre “La persona gentile viene maltrattata, così come il cavallo mansueto viene domato”, il cui messaggio è che si dovrebbe evitare di essere un bersaglio facile e, al contrario, maltrattare gli altri. Che cosa significa “mite” nel contesto di “La persona gentile viene maltrattata, così come il cavallo mansueto viene domato”? Significa privo di malizia, semplice, leale, gentile e onesto. In altre parole, suggerisce che dovresti evitare di essere una persona di questo genere, cosa che ti renderebbe un facile bersaglio. E allora cosa dovresti diventare? Dovresti diventare un mascalzone, una canaglia, un furfante, un cattivo, una persona malevola, un teppista, e a quel punto nessuno oserà mettersi contro di te. Ovunque tu vada, se discutere non risolve la faccenda, devi comportarti da furfante, essere in grado di sollevare scenate e polveroni, di agire in modo irragionevole e di creare il caos. Coloro che si comportano in questo modo prosperano. In qualsiasi posto di lavoro o gruppo sociale, la maggior parte delle persone teme gli individui di questo tipo e nessuno osa provocarli. Sono come escrementi di cane puzzolenti o insetti fastidiosi, e una volta che li hai addosso è difficile scrollarli via. Devi diventare un individuo di questo tipo. Non lasciare che gli altri ti ritengano un bersaglio facile o facilmente provocabile. Dovresti avere il corpo ricoperto di spine. Se non hai spine, non riuscirai ad affermarti in questa società. Ci sarà sempre qualcuno che ti maltratterà. L’educazione familiare funge da guida per il tuo percorso di vita nonché da insegnamento specifico e instillazione di principi su come comportarti. In altre parole, i tuoi genitori usano questi pensieri e questi detti per istruirti su come comportarti, agire e approcciare le cose. Che tipo di persona ti dicono di essere? Alcuni genitori potrebbero dire cose apparentemente positive, come: “Non c’è bisogno che mio figlio salga alla ribalta o diventi una celebrità: è sufficiente che sia una brava persona”. Tuttavia, poi dicono ai figli frasi come: “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”, “La persona gentile viene maltrattata, così come il cavallo mansueto viene domato” e “Un uomo dovrebbe essere autosufficiente”. Quindi, dopo tanto parlare, stanno dicendo ai loro figli di essere delle brave persone oppure qualcos’altro? (Li incoraggiano a essere feroci, o quanto meno capaci di difendersi.) DimMi, la maggior parte dei genitori è disposta a vedere i figli maltrattare gli altri o preferisce vederli comportarsi in modo particolarmente onesto e percorrere la retta via ma essere spesso soggetti a maltrattamenti e a forme di esclusione? Che genere di individuo dovrebbe diventare un figlio per rendere i genitori più felici e orgogliosi e per far risplendere i loro volti nel modo più radioso? (I genitori si sentono orgogliosi quando i figli sono in grado di maltrattare gli altri; se invece i figli, nel percorrere la retta via subiscono frequenti maltrattamenti, la considerano una vergogna.) Se percorri la retta via ma vieni spesso maltrattato, i tuoi genitori proveranno dispiacere, tristezza, dolore al cuore, e non saranno disposti a permettere che ciò accada. Cosa vi è alla base di tutto questo? Indipendentemente dalle ragioni, ogni pensiero e punto di vista che i genitori insegnano ai figli su come comportarsi e agire è errato e in contrasto con la verità. In breve, questi pensieri e punti di vista che i tuoi genitori ti inculcano non ti condurranno mai al cospetto di Dio né ti guideranno sul cammino del perseguimento della verità. Naturalmente, le persone non otterranno mai la salvezza sotto la guida di tali pensieri e punti di vista. Questo è un fatto innegabile. Quindi, a prescindere dalle intenzioni o dalle motivazioni dei tuoi genitori e dall’influenza che hanno su di te, se ciò che vivi è in contrasto con la verità, in opposizione a essa e ti impedisce di sottometterti a Dio e alla verità, allora dovresti abbandonarlo.

Per quanto riguarda i vari pensieri derivanti dal condizionamento familiare a cui abbiamo dedicato questi ultimi incontri di condivisione, sebbene essi siano largamente utilizzati e promossi tra le persone, a prescindere da quanto ampiamente siano accettati o da quante persone li abbraccino e da quanto facciano affidamento su di essi, considerando il danno che arrecano loro, le persone devono assolutamente abbandonare questi pensieri e punti di vista. Devono riesaminare o affrontare le varie questioni corrispondenti a questi pensieri e punti di vista, ricercando nelle parole di Dio i corretti percorsi di pratica e le verità principi, ed entrare nelle verità realtà con la premessa di abbandonare questo condizionamento del pensiero ottenendo così la speranza di essere salvate. Grazie a questi incontri di condivisione in merito ai pensieri, ai punti di vista e ai vari detti specifici che la vostra famiglia vi ha condizionato ad adottare, Mi chiedo fino a che punto abbiate riconosciuto i vari pensieri e punti di vista che esistono nel profondo della vostra anima. In breve, a prescindere da tutto, questi incontri di condivisione dovrebbero richiamare le persone ad aprire gli occhi, fornendo loro una rinnovata comprensione del concetto di famiglia nonché una nuova comprensione del condizionamento esercitato dai parenti, dai pensieri e dalla cultura della famiglia e un metodo di approccio del tutto nuovo, così come la capacità di adottare la prospettiva e la posizione corrette nel modo in cui approcciano la loro famiglia. Indipendentemente dal modo in cui approcci la tua famiglia esteriormente, in breve, dovresti discernere ciascuno dei pensieri e dei punti di vista errati su come valutare le persone e le cose, come comportarti e come agire con i quali la tua famiglia ti ha influenzato e poi abbandonarli uno per uno al fine di abbracciare con una comprensione pura i punti di vista e i metodi che Dio insegna alle persone e accettare i vari punti di vista e metodi corretti che Egli impartisce loro in merito a come valutare le persone e le cose, come comportarsi e come agire. Questo è ciò che dovrebbero fare gli individui che perseguono autenticamente la verità.

Un pensiero e un punto di vista rilevante inculcato dalle famiglie è che le persone dovrebbero essere feroci e impiegare vari metodi per proteggersi. Considerando che le persone tutelano i loro interessi, la loro carne e la loro sicurezza personale dopo aver attinto mezzi e metodi di approccio al mondo dal condizionamento esercitato da vari pensieri e punti di vista, qual è lo scopo principale delle famiglie nell’inculcare ai figli tali pensieri? È quello di proteggerli dall’essere maltrattati. Esaminiamo ora l’essenza del maltrattamento. È una cosa positiva esserne vittime? Si può evitare? Esiste qualcuno che non è mai stato vittima di maltrattamenti? Cosa comporta subirne? Oltre a sperare che i figli possano integrarsi nella società e affermarsi normalmente, i genitori nutrono anche il costante timore che essi vengano maltrattati. È per questo motivo che i tuoi genitori ti comunicano spesso certi espedienti e mezzi di approccio al mondo, utilizzando questi metodi per proteggerti e per impedire che tu subisca maltrattamenti. Poiché i tuoi genitori non possono stare con te o proteggerti costantemente, quando spalanchi le ali ed è ora che voli da solo ti armano di alcuni pensieri e punti di vista per evitarti di essere maltrattato. Questi pensieri e punti di vista sono corretti? Avete paura di essere maltrattati? Avete questo pensiero e questo punto di vista: “Quando entro nella società e nei gruppi sociali, e soprattutto quando interagisco con dei non credenti, ho paura di essere maltrattato: è questo che mi preoccupa di più. Se incontro qualcuno più o meno uguale a me, posso ancora farmi valere. Ma se incontro qualcuno più feroce di me non avrò il coraggio di opporre resistenza. Semplicemente accetterò qualsiasi maltrattamento mi troverò a subire. Non posso farci nulla. Hanno dietro di sé chi dà loro man forte e li appoggia, e io dovrò sopportarlo”? Non è questo il pensiero e il punto di vista prevalente nella maggior parte delle persone? (Un tempo nutrivo questo punto di vista. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho cominciato ad andare armoniosamente d’accordo con i miei fratelli e le mie sorelle. Quando interagisco con dei non credenti, anche se mi trovo ad affrontare maltrattamenti e persecuzioni, so che ciò avviene con il permesso di Dio e che cela una lezione da apprendere. Quindi ora ho meno paura e ho invece imparato ad affidarmi a Dio nel farne esperienza.) Quale tipo di individuo è particolarmente timoroso? (Coloro che sono privi di fede in Dio.) Oltre a costoro, tra gli altri vi sono anche quelli che sono estremamente pavidi, introversi e dotati di scarsa autostima, che sono deboli e gracili, che sono fisicamente meno attraenti o di bassa statura, che provengono da ambienti svantaggiati, specialmente individui il cui background familiare viene deriso o discriminato, o quelli che godono di scarso prestigio sociale, che non sono dotati di abilità o competenze e che svolgono lavori di fatica, e quelli con delle disabilità fisiche. Tutti questi individui sono più suscettibili di essere maltrattati e ne hanno paura. Quello dei maltrattamenti è un problema diffuso nella società? (Sì.) Ovunque vi siano delle persone, queste cose accadono. Da dove derivano i maltrattamenti? (Dopo che gli esseri umani sono stati corrotti da Satana sono diventati molto malvagi, desiderosi di sottoporre gli altri a maltrattamenti ma senza subirne a loro volta. Quindi, questi casi di oppressione si verificano ovunque.) Questo è un aspetto. Alcuni non vogliono subire maltrattamenti da parte degli altri quindi prendono l’iniziativa, maltrattano gli altri per primi e li minacciano in modo che nessuno osi maltrattarli. In realtà, nel profondo, non vogliono comportarsi in questo modo: è faticoso anche per loro. Una volta messi fuori gioco tutti gli altri, non sei forse esausto anche tu? C’è un detto che dice: “Uccidi mille nemici, perdi ottocento dei tuoi uomini”. Prendiamo per esempio un riccio: dopo aver sparato i suoi aculei, non si ritrova forse con il sistema nervoso esausto? Quando punge le persone, le ferisce e inoltre si stanca. Allora perché farlo se è così faticoso? Per autoconservazione: il riccio deve darsi da fare per proteggersi. Dal momento che questo mondo malvagio è privo del benché minimo principio positivo o accurato secondo cui trattare le varie persone e poiché gli individui vengono classificati in base alla filosofia di Satana per le interazioni mondane e alla gerarchia sociale, emergono divergenze e gerarchie tra le persone in base a questi principi e criteri di divisione impari. Quando ciò accade, le persone non possono interagire in modo equo e armonioso. Competono per giungere ai vertici, per essere il meglio del meglio. Chi è ai vertici può dominare gli altri, maltrattarli e controllarli a piacimento. Poiché questa società è ingiusta, lo sono anche i principi secondo cui trattare le persone. Di conseguenza, le interazioni tra le persone non sono certamente armoniose, e i principi, i metodi e i mezzi con cui esse interagiscono tra loro diventano tutti ingiusti. Questa mancanza di giustizia si riferisce in particolare a coloro che fanno confronti in merito al potere, al background familiare, alle competenze, alle abilità, all’aspetto fisico, all’altezza, così come alle tattiche, alle trame e alle strategie. Da dove vengono tutte queste cose? Non provengono dalla verità né da Dio, ma da Satana. Queste cose provenienti da Satana vengono inculcate negli individui, che vivono in base a esse; come credete dunque che interagiranno tra di loro? Tratteranno tutti in modo equo? (No, non lo faranno.) Assolutamente no. Può anche il più semplice principio, come quello secondo cui tenere le elezioni nella casa di Dio, funzionare all’interno del mondo malvagio dominato da Satana? (No.) Qual è, in essenza, il motivo per cui non funziona? Che questo mondo malvagio non è governato dalla verità, bensì dalle tendenze del male nonché dai vari pensieri di Satana e dalle sue filosofie. Quindi, può solamente accadere che le persone si maltrattino e si controllino a vicenda, è questo l’unico stato di cose possibile. È impossibile evitare i maltrattamenti, ciò è del tutto normale. Poiché non è la verità a dominare il mondo, quando in questo mondo malvagio interagisci con gli altri, se non sei tu a maltrattarli, allora sei quello che viene maltrattato. Il tuo ruolo può essere solamente uno tra questi due. In realtà, ogni individuo maltratta e viene anche maltrattato. Questo perché ci sono sempre persone sia sopra che sotto di te. Maltratti gli altri perché hai un prestigio più elevato di loro ma allo stesso tempo, mentre lo fai, ci sono persone con un prestigio e una posizione ancora più elevati di te che maltrattano te, e tu devi sopportarlo. Una classe di individui ne maltratta un’altra: è questa la relazione che c’è tra le persone, quella tra chi maltratta e chi viene maltrattato. È l’unica relazione. Non vi è autentico affetto familiare, non c’è amore, non c’è tolleranza, non c’è pazienza, ed è impossibile trattare ognuno in modo giusto ed equo sulla base dei principi. Poiché questo mondo non è governato dalla verità, ma da Satana, le relazioni che si generano tra le persone non possono che essere tra uno che maltratta e uno che viene maltrattato, tra chi usa e chi viene usato. È inevitabile e nessuno può sfuggirvi. Potrai dire di essere un boss della malavita, di avere molti tirapiedi e lacchè e di maltrattarli e controllarli tutti. Ma anche un boss della malavita ha dei superiori, e inoltre c’è il governo. Sebbene si dica che funzionari e banditi siano un’unica famiglia, a volte il governo cerca intenzionalmente guai, sfrutta il suo potere e non ti lascia scampo. E allora devi pagare una somma alla stazione di polizia e corrompere gli agenti. Vedi, anche se un boss della malavita sembra grande, quando si reca alla stazione di polizia deve comunque inchinarsi fino a terra e non osa mostrarsi arrogante. Come recitano i detti dei non credenti: “Il sacerdote sale di un gradino, ma il diavolo sale di dieci” e “C’è sempre un pesce più grosso”. Questo significa che ognuno maltratta gli altri e viene maltrattato, e sono questi l’essenza e il fenomeno del maltrattamento.

Per quanto riguarda la questione dei maltrattamenti, dato che è qualcosa che nessuno può evitare, come la si dovrebbe gestire? All’interno della chiesa, anche se magari non temi di subire maltrattamenti, questo tipo di cose si verifica? Può accadere? Quando interagisci con i non credenti, potresti essere vittima di maltrattamenti. Allora all’interno della chiesa accade? (Sì.) Accade, in misura diversa, poiché tutti sono corrotti da Satana. Prima di ottenere la salvezza le persone spesso rivelano corruzione, e un aspetto di queste rivelazioni di corruzione è trattare gli altri secondo la propria volontà, in modo ingiusto. Quando si trattano gli altri ingiustamente, hanno luogo anche il maltrattare e l’essere maltrattati. Quindi queste cose occasionalmente accadono e le persone non possono sfuggirvi né evitarle. Qual è il principio corretto per gestire e affrontare tale problema? (Farlo in base alle parole di Dio, in base ai principi.) È così che si dice a livello teorico. E quanto al modo specifico di metterlo in pratica? Come intendi la questione del maltrattare e dell’essere maltrattato? Per esempio, supponiamo che tu scriva una lettera per segnalare dei problemi relativi a un falso leader e il falso leader voglia maltrattarti, dicendo: “Se non ti comporti bene, se continui a segnalare ai superiori i problemi che manifesto, a fare la spia o a scrivere qualcosa di negativo nelle valutazioni su di me, ti uccido! Ho il potere di espellerti. Non hai paura?” Come gestiresti una situazione simile? Costui ti sta minacciando; per dirlo in modo più specifico, ti sta maltrattando. Lui ha il potere e tu sei un comune credente, quindi ti tormenta arbitrariamente senza alcun principio o linea di base. Ti tratta allo stesso modo di come Satana tratta le persone. Per dirlo in termini concreti, non ti sta forse maltrattando? Non sta forse tentando di tormentarti? (Sì.) Allora, in che modo la gestiresti? Scenderesti a compromessi o ti atterresti ai principi? (Mi atterrei ai principi.) A livello teorico, le persone dovrebbero attenersi ai principi e non avere paura di questo falso leader. Qual è la base a sostegno di ciò? Perché non dovresti averne paura? Se davvero ti espellesse, avresti paura? Poiché può davvero espellerti, potresti non avere il coraggio di attenerti ai principi ed essere spaventato. Dov’è l’incaglio qui? Come puoi avere paura? (Perché non credo che nella casa di Dio governi la verità.) Questo è un aspetto della questione. Devi avere questa fede e dire a costui: “Sei una persona malevola. Non pensare che solo perché sei un leader ora hai il potere di espellermi. Sbaglieresti a farlo. Questa faccenda sarà rivelata prima o poi. Non sei l’unico ad avere l’ultima parola nella casa di Dio. Se oggi mi espelli, alla fine verrai punito. Se non ci credi, aspetta e vedrai. La casa di Dio è governata dalla verità, da Dio. Gli uomini non possono punirti, ma Dio può rivelarti ed eliminarti. Quando le tue malefatte saranno messe a nudo, allora affronterai la tua punizione”. Hai questa fede? (Sì.) Ce l’hai? Allora perché non riesci a dirlo? A quanto pare, correrai un pericolo se ti troverai in situazioni di questo tipo; sei privo di coraggio e di fede autentica. Quando affronterai davvero queste situazioni, quando incontrerai individui malevoli e anticristi così feroci, che tormentano gli altri con metodi paragonabili a quelli del gran dragone rosso, cosa farai allora? Inizierai a piangere, dicendo: “Oh, ho scarsa statura, sono pavido, ho sempre temuto i problemi, ho persino paura che una foglia che cade mi colpisca in testa. Spero davvero di non dover affrontare individui simili. Cosa farei se mi maltrattassero?” Sono loro a maltrattarti? Non sono loro a maltrattarti, è Satana che ti tormenta. Guardando la cosa da una prospettiva umana, diresti: “Questo individuo è temibile, gode di prestigio e maltratta gli ingenui che ne sono sprovvisti”. È questo che sta accadendo? Dal punto di vista della verità, questo non è maltrattamento; è Satana che fa soffrire le persone, le tormenta, le inganna, le corrompe e le calpesta. Come dovresti affrontare e gestire queste azioni di Satana? Dovresti avere paura? (No; dovrei segnalare e smascherare costoro.) In cuor tuo, non dovresti avere paura di tali individui. Se segnalare i problemi che manifestano e lottare contro di loro non è appropriato al momento, dovresti temporaneamente sopportarli e trovare un momento adatto per segnalarli in seguito. Se tra i tuoi fratelli e sorelle vi sono persone dotate di discernimento come te, dovreste coalizzarvi per segnalare e smascherare le azioni malvagie di costoro. Se nessun altro ha discernimento e quando ti fai avanti per segnalarli tutti ti respingono, per il momento porta pazienza. Quando i leader di livello superiore verranno nella vostra chiesa per controllare e monitorare il lavoro, trova un momento appropriato per riferire loro i problemi manifestati da questi individui, esponendone chiaramente le malefatte in dettaglio e lasciando che siano i leader a rimuoverli. Ciò non è forse saggio? (Sì.) Da un lato devi avere fede e non temere gli individui malevoli, gli anticristi o Satana. Dall’altro, non dovresti vedere le loro azioni nei tuoi confronti come una forma di maltrattamento da parte di un individuo; dovresti vedere l’essenza di tutto ciò come Satana che inganna, tormenta e calpesta le persone. Poi, a seconda della situazione, dovresti applicare saggezza nell’affrontare i tormenti che mettono in atto, trovare il momento giusto per esporli e segnalarli e salvaguardare gli interessi della casa di Dio e il lavoro della chiesa. Questi sono la testimonianza in cui dovresti rimanere saldo e il dovere e l’obbligo che dovresti adempiere in quanto persona. In qualsiasi modo ti maltrattino o siano ingiusti nei tuoi confronti, non vederlo come una forma di maltrattamento. Non sono loro a maltrattarti: è Satana che inganna, calpesta e tormenta le persone. Diresti che il gran dragone rosso ti sta maltrattando quando perseguita i credenti in Dio? (No.) Non ti sta maltrattando. Perché ti perseguita? (Perché la sua essenza è opporsi a Dio.) La sua essenza è opporsi a Dio. Esso considera Dio come un nemico e considera l’intera opera di Dio come un chiodo nell’occhio e una spina nel fianco. Inoltre, considera come nemici i prescelti di Dio. Se tu segui Dio esso ti odierà, proprio come dice la Bibbia: “Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato Me” (Giovanni 15:18). Il gran dragone rosso odia le persone, odia Dio, considera Dio come un nemico e ancor più considera come nemici quelli che seguono Dio, soprattutto coloro che praticano la verità. È per questo che vuole perseguitarti, ucciderti e impedirti di seguire Dio, che vuole essere quello che tu adori e segui e portarti a maledire Dio. Tu potresti dire: “Non maledirò Dio”. Allora ti minaccerà: “Se non maledici dio, morirai!” Cercherà di costringerti a dichiarare: “Il Partito Comunista è buono”, e tu risponderai: “Non lo dirò”. Al che replicherà: “Se non lo dici ti farò vedere io, ti tratterò e ti risponderò con crudeli torture!” Questo è un maltrattamento a tuo danno? No, questo è Satana che sottopone le persone a dei soprusi. Hai capito? (Ho capito.) Devi avere una corretta comprensione nell’affrontare la questione del maltrattamento. Nella società e tra i gruppi di persone, se guardi le situazioni da una prospettiva umana, ognuno assume il ruolo di colui che maltratta e di colui che viene maltrattato. Se invece guardi la questione dal punto di vista della verità, non dovresti vederla in questo modo. L’essenza del comportamento di qualsiasi persona che voglia maltrattarti e controllarti non è considerata di maltrattamento. Si tratta invece di inganno, sopruso, manipolazione, calpestamento e corruzione da parte di Satana. Per essere precisi, significa che l’individuo in questione non ti tratta secondo metodi ragionevoli e umani, non ti tratta in modo equo, bensì adotta la prospettiva e la posizione di Satana e si lascia guidare dai pensieri di Satana nel modo in cui ti tratta, ti parla e interagisce con te. Per esempio, supponiamo che tu e un individuo malevolo condividiate una stanza. Tu arrivi per primo, quindi spetta a te scegliere il posto migliore, e tu opti per la cuccetta più bassa. Appena l’altro arriva e constata la situazione, dice: “Avevi forse il diritto di scegliere la cuccetta più bassa? Io non ho ancora scelto, chi ha detto che toccava a te? Osi dormire nel letto di sotto senza considerare me? Che insolenza! Non ne hai nemmeno discusso con me e ti sei preso il letto più in basso. Vai a dormire in quello di sopra!” Tu rispondi: “Perché non dovresti dormire tu nel letto superiore? Sei arrivato dopo di me; in base al nostro ordine di arrivo, dovresti essere tu a dormire nella cuccetta superiore”. E lui replica: “Ordine? Io non ho mai seguito nessun ordine! Non mi metto in coda da nessuna parte; non mi metterei in coda nemmeno per incontrare il presidente! Ti sei almeno preoccupato di appurare chi sono io? Osi dirmi di mettermi in coda: bel coraggio! Vuoi forse morire? Vattene sul letto di sopra!” E quindi devi obbedientemente andartene a dormire nella cuccetta superiore. Questo è un maltrattamento nei tuoi confronti? Dal punto di vista umano, è ciò che sembrerebbe essere. Costui ti considera un ingenuo, qualcuno che può manipolare. Prima ti dà una dimostrazione di potere intimidatorio e poi una lezione per farti capire chi è. Questo è guardare la questione da una prospettiva umana oppure dalla prospettiva dei sentimenti o della carne umana. Se invece la consideri dal punto di vista della verità, puoi forse vederla allo stesso modo? Hai scelto per primo la cuccetta inferiore, tutto seguiva un ordine, ma poi costui ha insistito che ti spostassi, importunandoti perché passassi al letto di sopra. Non è irragionevole? Non ti stava forse tormentando? Non è vero che non ti stava trattando come un essere umano? Non è stato irrispettoso nei tuoi confronti? Costui non si è forse comportato come se fosse il capo e non ti ha trattato come un servo o uno schiavo? Qual è la logica del suo modo di pensare? Che ogni persona che non è temibile come lui è un suo servo, qualcuno a cui può dare ordini, che può tormentare. Dal punto di vista della verità, questo non può essere definito maltrattamento; si tratta di tormentare le persone. Chi è capace di tormentare le persone? I malevoli, i demoni, i delinquenti, i teppisti, i furfanti e gli individui irragionevoli, sprovvisti di umanità e di rispetto per chiunque. Ovunque vadano, costoro non seguono le regole. Si comportano come se fossero i capi, come se tutto ciò che è positivo, vantaggioso o utile appartenesse solo a loro. Agli altri non è concesso condividere nulla di tutto ciò o anche solo pensarlo. Costoro non sono forse dei furfanti? (Sì.) Questo è ciò che fanno i furfanti e i demoni. Ti tormentano in questo modo, quindi non dovresti forse avere paura? Penseresti: “Oh cielo, quindi dopo tutto esistono individui così temibili. Costui pensa addirittura che il fatto che io occupi la cuccetta in basso sia sbagliato. Che cosa sta succedendo qui?” Ti spaventeresti e da quel momento in poi, quando parlassi con lui, dovresti stare attento a ciò che dici. Dovresti rifletterci su, pensando: “Non posso turbarlo né provocarlo. Se lo provoco, renderà la mia vita un inferno”. Se hai questo tipo di mentalità, allora costui ha raggiunto il suo obiettivo. Qual è questo obiettivo? Vuole spaventarti, portarti a temerlo, creare una differenza di gerarchia tra te e lui per la quale lui è il capo e tu il servo, e ovunque tu vada dovrai prestargli ascolto e sottometterti a lui. Non è forse questo il principio secondo cui agisce Satana? Costui deve essere il tuo capo e tu il suo servo. Devi arbitrariamente essere assoggettato alla sua disciplina e al suo comando e diventare il suo trastullo; devi sottometterti a lui in tutto. Non puoi essere al suo stesso livello; se vuoi essere alla pari con lui, l’unica situazione in cui ciò è possibile si verificherà quando sarà morto: meriti di essere alla pari solo con una persona morta. DimMi, fino a che punto costui ti ha maltrattato? Nel profondo del tuo cuore, le sue azioni malvagie e i suoi modi autoritari ti hanno spaventato? (Sì.) Hai accettato questo fatto, sei sceso a compromessi, quindi non possiamo dire che di conseguenza costui ti ha corrotto? Ti tiene saldamente in pugno; quando compie delle malefatte e viola i principi, tu non osi proferire parola perché in passato ti ha costretto a spostarti dalla cuccetta inferiore a quella superiore in un sol colpo. Non oserai provocarlo di nuovo; quando lo incontrerai girerai al largo, e il solo sentirlo nominare ti farà sudare freddo. Non hai forse paura di costui? Non hai il coraggio di trattarlo equamente in base ai principi; ti tiene saldamente in pugno. Qual è l’essenza del fatto che ti tiene saldamente in pugno? Significa che ti possiede e ti controlla. Non è così? (Sì.) Allora, come si dovrebbe affrontare questa situazione per evitare di essere sotto il suo controllo? Dovresti considerare la questione degli individui malevoli che maltrattano le persone come il fenomeno di Satana che corrompe le persone e le sottopone a soprusi. Dopo aver visto fino in fondo tale essenza, in che modo dovresti approcciare la questione? Nel profondo del tuo cuore dovresti aborrire e respingere gli individui malevoli, non temerli. Dovresti pensare: “Oh, vuoi che dorma nella cuccetta superiore? D’accordo, lo farò. Ma oggi ho assistito alle azioni di un’altra persona malevola, ho riconosciuto l’essenza di un’altra persona malevola e d’ora in poi sarò in grado di discernere un ulteriore tipo di comportamento che i malevoli mettono in atto nella loro vita quotidiana e alle spalle degli altri. A partire da oggi osserverò attentamente ciò che costui dice e fa e se ricorre o no all’inganno. Se la casa di Dio lo impiegherà, vedrò se agisce secondo i principi oppure no, se sostiene gli interessi della casa di Dio, se sperpera le offerte e se continua a tormentare gli altri”. Nel profondo del tuo cuore, dovresti pregare: “Dio, Ti prego, rivela questa persona malevola, mettimi in condizione di discernerne le malefatte e l’essenza. Aiutami a raccogliere le prove delle sue azioni malvagie e dammi coraggio, rendimi capace di non temere i malevoli, di avere fede e forza per combatterli”. Anche se condividerai ancora la stanza con questo individuo e nulla sarà cambiato in superficie, nel profondo del tuo cuore non lo temerai perché tutto ciò che ti fa non è un maltrattamento bensì una rivelazione e uno smascheramento della sua natura satanica. Quando lo vedrai da questa prospettiva, avrai ancora paura di lui? A ogni azione malvagia che rivelerà e a ogni parola assurda che pronuncerà, nel tuo cuore lo maledirai dicendo: “Tu sei un diavolo, sei Satana, compi il male e ti opponi a Dio, e prima o poi verrai maledetto. Dio non ti lascerà sfuggire; alla fine sarai rivelato!” È questo il modo in cui dovresti affrontare le persone malevole. Devi avere la fede e la forza di combatterle e devi pregare Dio, così avrai forza nel cuore e non le temerai. Cosa ne pensi? Queste tattiche non sono forse efficaci? (Sì, lo sono.) Discernere in questo modo tali individui dal punto di vista della verità non è forse più concreto di quanto ti hanno insegnato i tuoi genitori: “Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi”? A cosa serve stare sulla difensiva? Non puoi guardarti dai soprusi e dalla corruzione attuati da Satana a tuo danno. La corruzione e il sopruso a cui ti sottopone Satana non sono cose da cui puoi guardarti: sono ovunque. La corruzione delle persone da parte di Satana non avviene solo a livello superficiale, non è solamente esteriore; egli ti corrompe anche nel pensiero. Puoi forse guardarti da questo? La cosa più importante è che tu ti munisca della verità e ti affidi a Dio. Non dovresti discernere solamente le azioni degli individui malevoli ma anche la loro essenza e, allo stesso tempo, i vari pensieri e punti di vista che esprimono. Poi munisciti della verità, usando le parole di Dio e la verità per smascherarli e analizzarli, in modo che anche i tuoi fratelli e sorelle possano acquisire discernimento. A quel punto tutti potranno prendere posizione per respingerli insieme. Non sarebbe meraviglioso? Se sei costantemente sulla difensiva, in guardia, sempre a respingere o a evitare, questa è vigliaccheria, non è la manifestazione di un vincitore.

Dopo questa condivisione in merito a tutto ciò, avete una nuova visione della questione del subire maltrattamenti? Il maltrattamento è giusto? (No, non lo è.) Qual è la natura del maltrattamento? (Si tratta di persone malevole che tormentano gli altri.) In sostanza, sono le persone malevole e Satana che tormentano e ingannano gli altri. Ora, qual è la natura del subire maltrattamenti? (È essere deboli, non praticare la verità, non osare reagire e opporre resistenza.) Esatto; aver paura dei malevoli, temere le forze del male, non avere la fede per combattere Satana, per riconoscerne, discernerne e distinguerne lo spregevole volto e per opporti al calpestamento e al sopruso che egli attua a tuo danno: non è forse questa la natura del subire maltrattamenti? (Sì.) Coloro che sono privi di fede hanno sempre un nodo nel cuore; vivono nella paura costante e pensano: “Non devo essere maltrattato dagli altri. Io non maltratto nessuno e quindi gli altri non devono maltrattarmi, proprio come diceva mia madre: ‘Non si dovrebbe mai nutrire l’intenzione di fare del male agli altri, ma ci si dovrebbe sempre guardare dal male che gli altri potrebbero fare a noi’”. Pregano Dio, dicendo: “O Dio, Ti prego, non farmi incontrare persone malevole; sono pavido, sono sempre stato ingenuo e semplice. Credo in Te e Ti seguo; devi proteggermi!” Questo è essere senza spina dorsale. Hai udito numerose verità e ne hai comprese così tante. Non hai paura dei diavoli e di Satana ma hai paura di una persona malevola? Avete paura del gran dragone rosso? (Se mi catturerà avrò paura, ma potrò pregare Dio e affidarmi a Lui.) Ciò significa che non ti sei lasciato spaventare dalla malignità del gran dragone rosso. Anche questa è una manifestazione a cui si arriva solo con una certa base di fede. Alcuni dicono: “Tu affermi che ho timore del gran dragone rosso. Se ne avessi paura, potrei essere arrivato fin qui? Non è forse un dato di fatto? Ma, se mi chiedi di dichiarare che non ho timore del gran dragone rosso, ho ancora un po’ di paura a farlo. E se il gran dragone rosso lo venisse a sapere?” C’è ancora un po’ di paura in te. Le persone di questo tipo hanno un po’ di timore a dichiarare pubblicamente che il gran dragone rosso è malvagio e crudele; sono sprovviste della fede necessaria e la loro statura è ancora troppo scarsa. Non ti sto chiedendo di sfidare il gran dragone rosso apertamente o di provocarlo. Ma nel profondo del tuo cuore dovresti quanto meno sapere che il gran dragone rosso, questo demone, tratta le persone per mezzo di soprusi, corruzione, inganno e calpestamento e poi le divora. Non si tratta di maltrattamenti; esso non maltratta e tormenta i credenti perché sono ingenui e rispettosi delle regole e delle leggi. Questa è un’assurdità, è un’affermazione priva di comprensione spirituale. Il gran dragone rosso ti sta sottoponendo a soprusi. In che modo? Ti minaccia, ti intimidisce, ti perseguita e ti tortura. Qual è lo scopo di questi soprusi a tuo danno? Portarti a rinunciare alla tua fede, a rinnegare e abbandonare Dio, quindi a scendere a compromessi con esso e, infine, indurti ad adorarlo, seguirlo, sottometterti a esso, accettare i suoi vari pensieri e inginocchiarti in adorazione al suo cospetto. È questo che delizia il gran dragone rosso, è questo lo scopo per cui ti perseguita. La ragione è che ti vede seguire Dio e non esso, diventa geloso e non vuole lasciarti andare. Naturalmente, ti lascia forse andare se non segui Dio? (No, sottopone a soprusi anche coloro che non credono in Dio.) Esatto: in termini colloquiali, è proprio così che è fatto; più precisamente, questa è la sua natura essenza. Anche coloro che seguono il gran dragone rosso e che ne tessono le lodi ne vengono comunque sottoposti a soprusi, ingannati e calpestati ed esso, dopo averli usati, li getta via, addirittura uccidendo alcuni di loro per evitare che parlino, e infine li divora completamente. In ogni caso, non finisce bene per queste persone. A prescindere da tutto, gli individui dovrebbero vedere chiaramente che lo scopo ultimo delle famiglie nel condizionarli e nell’instillare in loro vari pensieri e punti di vista non è, in realtà, quello di proteggerli o di condurli sulla retta via ma di allontanarli da Dio, di portarli a vivere secondo le filosofie di Satana e di far loro accettare ripetutamente e ciclicamente di essere calpestati dai vari pensieri e dal condizionamento legati a svariate tendenze malvagie che provengono dalla società e da Satana. Indipendentemente dalle intenzioni o dagli scopi originari delle famiglie nel fare questo, in definitiva ciò non è in grado di guidare le persone sulla retta via né di condurle a entrare nella verità realtà e a ottenere infine la salvezza. Pertanto, i vari pensieri e punti di vista che provengono dalle famiglie sono qualcosa che le persone devono abbandonare, qualcosa che dovrebbero abbandonare nel processo e nel cammino di perseguimento della verità. Bene, per oggi concludiamo qui la nostra condivisione. Arrivederci!

4 marzo 2023

Note a piè di pagina:

a. Han Xin era un famoso generale della dinastia Han che, prima di diventare noto, fu costretto a strisciare tra le gambe di un macellaio che lo derideva per la sua codardia.

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