14. Finalmente libera dalle incomprensioni
Alcuni anni fa, lavoravo alla produzione video nella chiesa. C’è stato un periodo in cui non ho svolto bene il mio dovere, e due miei video sono stati temporaneamente accantonati per problemi concettuali. All’epoca ero molto triste, perché temevo che i fratelli e le sorelle mi guardassero dall’alto in basso. Per dimostrare la mia competenza, ho lavorato molto duramente e dedicato diversi giorni a progettare un altro video; ma, dopo aver letto il progetto, il leader mi ha fatto notare che l’idea era obsoleta e poco chiara. Dopo averne discusso, tutti hanno ritenuto che non valesse la pena di lavorarci, così è stato cestinato. Mi sentivo un fallimento, ero negativa e non avevo energia per compiere il mio dovere. Un giorno ho sentito per caso alcuni fratelli e sorelle dire che avevo confusione in testa. Sentendo le loro parole, il mio cuore è subito sprofondato e la mia mente era in subbuglio: “Il leader ha detto che non avevo le idee chiare, e i fratelli e le sorelle hanno detto che ho confusione in testa. Questo non significa forse che sono una persona confusa? Le persone confuse possono comprendere la verità ed essere salvate da Dio? Verrò scacciata?” Questo pensiero mi faceva sentire molto negativa e tormentata, e volevo sfuggire a quella situazione.
Il giorno dopo, piangendo, ho detto al leader e al capogruppo: “La mia levatura è troppo scarsa e questo dovere è così difficile. Per favore, assegnatemene un altro”. Il leader ha condiviso con me, dicendo: “Tutti noi abbiamo dei difetti e inevitabilmente ci saranno delle battute d’arresto e dei fallimenti nei nostri doveri. Se emergono problemi o deviazioni, dobbiamo riesaminarli, cercare la verità per risolverli e poi continuare a impegnarci. Non è detto che questo dovere sia impossibile per te”. Ma all’epoca non me ne rendevo conto e volevo solo andarmene. Così, mi sono ritrovata a fraintendere Dio e ad allontanarmi dai fratelli e dalle sorelle. In seguito, ho iniziato la pratica dell’evangelizzazione. Dopo un periodo di duro lavoro, sono diventata sempre più efficiente nel mio dovere, e i fratelli e le sorelle del gruppo si rivolgevano spesso a me se avevano delle domande. Sentivo di aver riacquistato un po’ di fiducia in me stessa, ero di buon umore ogni giorno e avevo l’energia per svolgere il mio dovere.
Ma inaspettatamente, un anno dopo, per esigenze di lavoro, il leader mi ha riassegnata alla produzione video. All’inizio ho svolto efficientemente il mio dovere e non mi sentivo limitata da nulla. Ma poi, quando per i video c’era bisogno di idee nuove, il mio modo di pensare era arretrato e i miei progetti venivano sempre respinti, e mi sono ritrovata di nuovo in uno stato negativo. Mi consideravo di bassa levatura, confusa e incapace di svolgere il mio dovere. Il capogruppo mi vedeva relativamente passiva nel mio dovere e priva di fardello, così, con pazienza, ha condiviso con me sulla verità, mi ha sostenuta e aiutata, e mi ha detto: “Tu e fratello Francesco avete iniziato a produrre video all’incirca nello stesso periodo. Lui è molto serio, bravo a studiare e a riepilogare, e ha fatto progressi nel suo dovere. Tu non sei altrettanto brava, quindi devi lavorare sodo”. Queste parole mi hanno fatta sentire molto a disagio. Ho pensato: “Mi hai fatto notare il problema che ho nel dovere, e lo risolverò. Ma perché mi paragoni a Francesco? Lui ha buona levatura e le idee chiare, ed è sempre stato un soggetto da coltivare. Io sono confusa. Non sono al suo stesso livello. Non c’è paragone”. In quel periodo ero molto resistente ai suggerimenti e all’aiuto del capogruppo e non ho riflettuto su me stessa. Dopo circa una settimana, il capogruppo ha notato che io e sorella Giulia non lavoravamo bene insieme, così ha condiviso con me: “Collabori con Giulia. Lei ragiona in modo più flessibile e tu hai migliori capacità tecniche, quindi vi completate a vicenda. Dovresti discutere di più le cose con lei, ascoltare di più le sue opinioni e imparare dai suoi punti di forza. È così che si fanno progressi. Ultimamente, i tuoi risultati nel dovere sono stati scarsi e per i video hai ancora idee obsolete. Non credi di dover riflettere su questo?” Sentire il capogruppo esporre i miei problemi in quel modo mi ha molto rattristata. Mi sembrava che non mi stimasse e che mi disprezzasse. Aveva evidenziato i miei problemi solo pochi giorni prima, e ora, prima che potessi riprendermi, mi smascherava. Più ci pensavo, più stavo male, e piangevo per la frustrazione. Non ho potuto evitare di dire qualcosa di cui ancora oggi mi pento, ossia: “Mi sento inutile nel gruppo. Non sono d’aiuto, ma mi tenete comunque con voi”. Il capogruppo è rimasto molto sorpreso. Ha risposto: “Come puoi dire una cosa del genere? Nessuno pensa questo di te! Dobbiamo cercare la verità per risolvere i problemi nel nostro dovere. Non possiamo essere negativi e resistenti”. Ma, per quanto il capogruppo condividesse con me, le sue parole andavano a vuoto. Sentivo di essere confusa, che Dio era scontento di me, che i fratelli e le sorelle non mi accoglievano, e che ero una figura marginale e superflua nel gruppo. Più ci pensavo, più mi sembrava un’ingiustizia, e vivevo in uno stato di negatività e incomprensione, mi allontanavo sempre di più da Dio e la mia fiducia andava via via diminuendo. “Ho scarsa levatura” è diventato il mio mantra.
Tempo dopo, quando stavo lavorando a un video con la mia collaboratrice, ogni volta che discutevamo e lei la vedeva diversamente, scendevo a compromessi, dicendo: “Ho scarsa levatura e le mie idee non sono valide. La tua visione del problema è accurata, quindi segui le tue idee”. E poi cancellavo la mia proposta. Vedendo come mi comportavo, la collaboratrice è andata in ansia: “Perché l’hai cancellata? Ho molte lacune e può darsi che neanch’io veda i problemi con accuratezza”. In seguito, è venuta a parlarmi del suo stato. Mi ha detto che lavorando con me manifestava un’indole arrogante e che mi guardava un po’ dall’alto in basso, e doveva riflettere su se stessa. Quando gliel’ho sentito dire, esteriormente ero calma, ma dentro ho provato un gran tormento. Non volendo parlarne a fondo con lei, mi sono costretta a dire: “Aver manifestato arroganza è perdonabile. Chi non lo farebbe, svolgendo il suo dovere con una persona di scarsa levatura come me? Al tuo posto, farei lo stesso”. In quel momento, si è sentita in difficoltà e non ha saputo cosa dirmi. E così sono rimasta in uno stato di negatività e incomprensione. Il mio cuore era tormentato e addolorato, e mi risultava molto difficile compiere il mio dovere. Soprattutto dopo aver terminato un video, quando dovevamo spiegare l’idea alla base del video e chiedere a tutti di commentare, parlavo raramente e non osavo partecipare alle discussioni, quindi in quelle occasioni mi rivolgevo alla mia collaboratrice. Quando la notte non riuscivo a dormire, pensavo: “Perché, quando svolgo il mio dovere, mi trattengo sempre e non ho fiducia in me stessa? Perché ho sempre paura di essere guardata dall’alto in basso? Perché la vita è un tale tormento per me?” Non volevo più essere depressa in quel modo. Volevo vivere in uno stato positivo come gli altri e riuscire a svolgere normalmente i miei doveri, ma non riuscivo a liberarmi di quello stato negativo. Non potevo far altro che invocare Dio affinché mi salvasse e mi aiutasse a uscirne.
Poco tempo dopo, in una riunione, il leader ha letto un passo delle parole di Dio che mi ha fatto capire il mio problema e cambiare il mio stato. Dio dice: “Quando le persone si allontanano da Dio, quando vivono in uno stato di fraintendimento nei Suoi confronti o Gli resistono, Gli si oppongono e discutono con Lui, allora hanno del tutto abbandonato la cura e la protezione di Dio, si sono allontanate completamente dalla luce della presenza di Dio. Quando le persone vivono in uno stato del genere, non possono fare a meno di vivere secondo i propri sentimenti. Un piccolo pensiero può turbarti al punto che non riesci a mangiare o a dormire, un commento detto da qualcuno con leggerezza può farti sprofondare nel dubbio e nello smarrimento, persino un singolo incubo può renderti negativo e indurti a fraintendere Dio. Una volta che si è instaurato un circolo vizioso di questo tipo, le persone si convincono che per loro sia finita, che hanno perso ogni speranza di essere salvate, che Dio le abbia abbandonate e che non le salverà. Più pensano in questo modo e più provano questi sentimenti, più sprofondano nella negatività. Il vero motivo per cui le persone provano questi sentimenti è che non cercano la verità e non praticano secondo le verità principi. E poiché, quando accade loro qualcosa, non cercano la verità e non la mettono in pratica, poiché fanno sempre di testa loro e vivono tra le loro trame meschine, passando tutto il tempo a paragonarsi agli altri e a competere con loro, a invidiare e odiare chiunque sia migliore di loro, e a schernire e deridere chi ritengono inferiore a loro, a vivere secondo l’indole di Satana e non agire secondo le verità principi e rifiutandosi di accettare le esortazioni di chiunque, costoro finiscono per nutrire illusioni, speculazioni e giudizi di ogni sorta e si procurano un’ansia continua. E non è forse colpa loro? Solo le persone possono farsi carico di un frutto tanto amaro, e se lo meritano davvero. Qual è la causa di tutto questo? È che le persone non cercano la verità, sono troppo arroganti e presuntuose, agiscono secondo le proprie inclinazioni, si mettono sempre in mostra e si paragonano agli altri, cercano sempre di distinguersi, fanno sempre richieste irragionevoli a Dio, e così via: tutte queste cose inducono le persone ad allontanarsi gradualmente da Dio, a opporsi a Lui e a sfidare la verità di continuo. Alla fine, sprofondano sé stesse nelle tenebre e nella negatività. In momenti simili è impossibile per le persone avere un’autentica comprensione della loro ribellione e resistenza, e ancor meno possibile avere un atteggiamento corretto; al contrario, si lamentano di Dio, Lo fraintendono, cercano di intuire le Sue intenzioni nascoste. Quando questo accade, le persone si rendono finalmente conto che la loro corruzione è molto profonda e di essere troppo problematiche, così concludono che si stanno opponendo a Dio e non possono fare a meno di sprofondare nella negatività senza riuscire a tirarsene fuori. Ciò che credono è: ‘Dio mi detesta e mi rifiuta, Dio non mi vuole. Sono troppo ribelle, me lo merito, di certo Dio non mi salverà più’. Credono che siano tutti fatti, che siano tutte cose vere. Si convincono che le cose che hanno ipotizzato in cuor loro siano realtà. Per quanto si condivida con loro sulla verità non serve a nulla, non riescono ad accettarlo. Pensano: ‘Dio non mi benedirà, non mi salverà, quindi che senso ha credere in Lui?’ Quando il percorso della loro fede in Dio è arrivato a questo punto, le persone sono ancora capaci di credere? No. Perché non possono più andare avanti? C’è un fatto: quando la negatività delle persone arriva a un certo punto, quando hanno il cuore colmo di ostilità e di lamentele e desiderano interrompere ogni contatto con Dio, allora non si tratta più semplicemente del fatto che non temono Dio, che non Gli obbediscono, che non amano la verità e che non accettano la verità. Cosa sta succedendo invece? In cuor loro, hanno preso la decisione di abbandonare la fede in Dio. Pensano che sia vergognoso aspettare passivamente di essere scacciate, che sia più dignitoso scegliere di abbandonare, e quindi prendono l’iniziativa e vi pongono fine da sole. Condannano la fede in Dio come cattiva, condannano la verità in quanto incapace di cambiare le persone e condannano Dio come ingiusto, chiedendo, addolorate, perché Dio non le abbia salvate: ‘Ho fatto così tanti sacrifici, sono stato così serio, ho lavorato così duramente, ho sofferto molto più degli altri e mi sono impegnato molto più di chiunque altro, eppure Dio non mi ha benedetto. Ora vedo che a Dio non piaccio, che Dio non è imparziale’. Osano trasformare i loro dubbi su Dio in una condanna e in una bestemmia nei Suoi confronti. Quando emergono queste cose, possono forse restare sul loro cammino di fede in Dio? Poiché si ribellano e si oppongono a Dio, non accettano affatto la verità o non riflettono su sé stesse, queste persone sono state perdute” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (17)”). Ogni parola pronunciata da Dio mi sembrava un sollecito, un’analisi o addirittura un avvertimento rivolto a me, soprattutto quando Dio dice: “Il vero motivo per cui le persone provano questi sentimenti è che non cercano la verità e non praticano secondo le verità principi”. Pensando a queste parole, ho iniziato a riflettere su me stessa, e finalmente ho scoperto che, dopo tutto quel tempo, non cercavo mai la verità in quel tipo di situazioni, e tanto meno praticavo secondo le verità principi. Vivevo interamente nella mia immaginazione e nelle mie speculazioni. Mi sono ricordata che, quando continuavo a non riuscire a produrre i video e ho sentito i fratelli e le sorelle commentare che avevo confusione in testa, non ho riflettuto sui miei problemi; al contrario, ho scelto di fuggire e di vivere nella negatività e nell’incomprensione. Quando sono tornata alla produzione video, anziché imparare dai fallimenti passati, ho svolto il mio dovere con una mentalità passiva e guardinga. Quando il capogruppo si è congratulato con gli altri e poi ha sottolineato i problemi nel mio dovere, sono stata ancora più negativa. Sentivo di avere scarsa levatura e di essere confusa. Sospettavo che i fratelli e le sorelle mi guardassero dall’alto in basso e ho frainteso ancora di più Dio, cosa che ha accresciuto il dolore e l’oscurità nel mio cuore, rendendomi inefficiente nel mio dovere. Mi trattenevo in ogni cosa e mi sentivo molto limitata. Solo allora ho visto chiaramente che il problema non erano le persone e le cose intorno a me e che Dio non mi stava trattando male. Non stavo cercando la verità, ed ero sempre resistente, distaccata e risentita verso il castigo, la disciplina, il trattamento e la potatura cui Dio mi sottoponeva. Ero troppo disobbediente e resistente nei confronti di Dio, e ciò mi ha fatta precipitare nelle tenebre e nel dolore e mi ha allontanata da Dio sempre di più. Di chi era la colpa, se non mia, quando non svolgevo bene il mio dovere? Finalmente ho capito cosa significa “trattenersi”. Ho visto chiaramente un’altra cosa, vale a dire che, pur credendo in Dio, facendo rinunce e spendendomi, non accettavo realmente la verità, né riconoscevo che la verità espressa da Dio può salvare le persone. Quando ho avuto fallimenti e battute d’arresto nel mio dovere, ho resistito, ho agito in modo irragionevole e mi sono considerata di scarsa levatura. Ho persino pensato che Dio non salva le persone come me. Ero spesso scontenta e sentivo di saper sopportare le avversità e fare sacrifici nel mio dovere; non soffrivo meno degli altri. Allora perché mi rivelavo sempre così inefficiente? Perché Dio non mi concedeva la Sua grazia? Non stavo forse negando la giustizia di Dio? Era una bestemmia! Più riflettevo, più avevo paura. Sentivo che il mio stato era troppo pericoloso. Se non fossi cambiata e non mi fossi sinceramente pentita, sarei stata sicuramente scacciata da Dio. Ogni stato dell’analisi di Dio mi ha toccato il cuore. Vedendo quanto fosse grave il mio problema, ho pianto a dirotto. Mi odiavo perché non perseguivo la verità, non accettavo le parole di Dio e danneggiavo me stessa. Ho provato un profondo rimorso e ho pregato Dio: “Dio, non voglio più essere così ribelle e testarda, e non voglio più vivere nell’incomprensione o ferire il Tuo cuore. Desidero pentirmi!”
Dopo di che, il leader e il capogruppo sono venuti a fare comunione con me. Hanno esposto e sottolineato la mia tendenza alla negatività e mi hanno letto la parola di Dio. Ero davvero commossa. Dio Onnipotente ha detto: “In ogni fase (quando Dio ti impartisce disciplina o castigo, o quando ti sollecita e ti esorta), se è intervenuto un conflitto fra te e Dio, ma tu non compi alcuna svolta e continui ad aggrapparti alle tue idee, ai tuoi punti di vista e atteggiamenti, allora, anche se i tuoi passi sono diretti in avanti, il conflitto fra te e Dio, i tuoi fraintendimenti riguardo a Lui, le tue lamentele e la tua ribellione nei Suoi confronti non vengono corretti e il tuo cuore non compie alcuna svolta. Allora Dio da parte Sua ti scaccerà. Sebbene tu non abbia abbandonato il dovere che stai compiendo, continui a fare il tuo dovere e ad avere un po’ di lealtà verso l’incarico ricevuto da Dio, e agli occhi degli altri questo sia accettabile, la disputa tra te e Dio ha creato un nodo permanente. Non hai usato la verità per risolverla e per ottenere una vera comprensione della volontà di Dio. Di conseguenza, il tuo fraintendimento nei Suoi confronti aumenta, e pensi sempre che Dio sia nel torto e che tu venga trattato ingiustamente. Questo significa che non hai compiuto una svolta. La tua ribellione, le tue nozioni e il tuo fraintendimento nei confronti di Dio persistono, e questo ti porta ad avere una mentalità disobbediente, a essere sempre ribelle e a opporti a Dio. Una simile persona non è forse qualcuno che si ribella a Dio, che Gli si oppone e che rifiuta ostinatamente di pentirsi? Perché Dio assegna tanta importanza al fatto che le persone compiano una svolta? Con quale atteggiamento un essere creato dovrebbe porsi nei confronti del Creatore? Un atteggiamento con cui riconoscere che il Creatore è nel giusto, qualunque cosa faccia. Se non riconosci questo, dire che il Creatore è la verità, la via e la vita saranno per te soltanto parole vacue. Se per te sono soltanto parole vacue, puoi ancora ottenere la salvezza? No. Non ne avresti i requisiti; Dio non salva persone come te. […] Devi compiere una svolta e accantonare le tue idee e intenzioni. Quando hai questo intento, il tuo atteggiamento sarà naturalmente anche di sottomissione. Tuttavia, per dirla in maniera un po’ più precisa, questo si riferisce a chi compie una svolta nel proprio atteggiamento verso Dio, il Creatore; è un riconoscimento e un’affermazione del fatto che il Creatore è la verità, la via e la vita. Se sai compiere una svolta, questo dimostra che sai accantonare quelle cose che ritieni giuste o quelle cose che l’umanità corrotta collettivamente ritiene giuste; e invece riconosci che le parole di Dio sono la verità e sono cose positive. Se sai avere questo atteggiamento, ciò dimostra il tuo riconoscimento dell’identità del Creatore e della Sua essenza. Ecco come Dio vede la questione, e pertanto considera la svolta dell’uomo di particolare importanza” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo eliminando le proprie nozioni si può intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (3)”). Riflettendo sulla parola di Dio, ho capito perché per Dio è così importante che le persone cambino. Nella Sua opera di salvezza delle persone, non importa quanto lavoro esse riescano a svolgere o quanta sofferenza sopportino. Ciò che Dio guarda è il loro cuore. Egli guarda se le persone ammettono che Dio è la verità, la via e la vita, e se obbediscono a Dio. Se una persona rivela molta corruzione e fa cose che vanno contro la verità, ma non riflette mai sui suoi problemi né accetta la verità, e nutre sempre incomprensioni nei confronti di Dio, anche se esteriormente è una persona capace di sopportare la sofferenza e fare sacrifici, agli occhi di Dio è comunque una persona che oppone resistenza a Dio e Lo tradisce. Alla fine, simili persone saranno tutte scacciate e non potranno essere salvate. Ho considerato come, nel corso degli anni, ho sempre frainteso Dio e avuto delle riserve su di Lui, ma non ho mai risolto questi problemi. Mi sono semplicemente intorpidita tenendomi occupata con il mio dovere. Una volta che i problemi sono stati smascherati nel mio dovere ed è emerso che avevo molte mancanze, cosa che ha ferito il mio ego, mi sono etichettata negativamente, e ho persino pronunciato parole di lamentela o di incomprensione nei confronti di Dio. Con il passare del tempo, il risentimento nel mio cuore è cresciuto, mi sono allontanata ancora di più da Dio, e il mio stato è andato peggiorando. Non potevo evitare di chiedermi: “Anche se mi impegno nel mio dovere ogni giorno e non ho mai fatto nulla di veramente malvagio, il mio cuore è lontano da Dio, e io Lo tengo a distanza e Lo fraintendo continuamente. Come posso definirmi una credente in Dio? Dio approverebbe una fede come questa? Spesso vivo nell’incomprensione e nella negatività, e non mi sento mai libera. Anche mentre svolgo il mio dovere, è difficile ricevere l’opera dello Spirito Santo. Non mi resta che procedere arrancando, facendo affidamento sulla mia esperienza precedente. Come potevo crescere così? Cosa potevo guadagnare con una simile fede?” È stato allora che ho capito chiaramente quanto sia importante liberarsi delle incomprensioni su Dio e avere un cuore che si penta sinceramente. In questi tre anni, non sono mai riuscita a dimenticare che i fratelli e le sorelle commentavano che non avevo le idee chiare. Non ho mai cercato la verità al riguardo né ho riflettuto su me stessa alla luce della parola di Dio. Ora sapevo di dover cercare la verità per risolvere il problema.
Così, ho cercato brani pertinenti della parola di Dio. Le parole di Dio dicono: “Quando Dio ti dà dello sciocco, non ti chiede di accettare un’affermazione, una parola o una definizione, ma di comprendere la verità in essa contenuta. Dunque, quando Dio definisce qualcuno uno sciocco, quale verità questo racchiude? Tutti capiscono il significato superficiale della parola ‘sciocco’. Ma, per quanto riguarda le manifestazioni e l’indole di uno sciocco, quali delle cose che le persone fanno siano sciocche e quali no, perché Dio espone le persone in questo modo, se gli sciocchi possono o meno presentarsi davanti a Dio, se gli sciocchi sono in grado di agire secondo i principi, se sanno capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, se sono capaci di discernere ciò che è amato da Dio e ciò che Egli disprezza, ebbene le persone, nella maggior parte dei casi, non hanno chiare queste cose; risultano loro ambigue e confuse, del tutto indefinite. Per esempio, la maggior parte delle volte non sanno, non risulta loro chiaro, se fare qualcosa in un certo modo sia semplicemente seguire le regole oppure mettere in pratica la verità. Né sanno, non risulta loro chiaro, se qualcosa sia amato o disprezzato da Dio. Non sanno se praticare in un certo modo significhi limitare gli altri o invece condividere la verità e aiutarli come di consueto. Non sanno se i principi alla base del loro modo di agire nei confronti degli altri siano corretti né se stiano cercando di crearsi degli alleati o di aiutare gli altri. Non sanno se agire in un certo modo significhi attenersi ai principi e rimanere saldi sulle proprie posizioni, oppure essere arroganti e presuntuosi e mettersi in mostra. Quando non hanno altro da fare, alcune persone amano guardarsi allo specchio; non sanno se si tratti di narcisismo e vanità o se invece sia normale. Alcuni hanno un pessimo carattere e sono un po’ strani; sono forse in grado di dire se questo sia legato al fatto che possiedono una cattiva indole? Le persone non sanno nemmeno distinguere tra queste cose che si vedono e si incontrano comunemente, eppure dicono di aver guadagnato tanto credendo in Dio. Questo non è forse da sciocchi? Allora, potete accettare di essere definiti sciocchi? (Sì.) […] E volete essere degli sciocchi per tutta la vita? (No.) Nessuno vuole essere uno sciocco. Infatti, condividere e analizzare in questo modo non ha lo scopo di indurti a voler classificare te stesso come sciocco; a prescindere dal modo in cui Dio ti definisce, da ciò che rivela su di te, da come ti giudica e castiga, o da come ti tratta e ti pota, lo scopo finale è permetterti di uscire da questi stati, di comprendere e guadagnare la verità e di tentare di non essere sciocco. Cosa dovresti fare, dunque, se desideri non essere uno sciocco? Devi perseguire la verità. Prima di tutto devi sapere in quali ambiti ti dimostri uno sciocco, riguardo a quali questioni non fai altro che predicare dottrina, divagando su teorie, parole e dottrine, con uno sguardo vacuo negli occhi quando ti trovi ad affrontare i fatti. Quando risolverai questi problemi e ti sarà chiaro ogni aspetto della verità, diminuiranno le occasioni in cui ti comporterai da sciocco. Quando avrai una chiara comprensione di ogni verità, quando non sarai legato mani e piedi in tutto ciò che fai, quando non sarai imbrigliato né vincolato e quando, se ti accade qualcosa, sarai in grado di trovare i giusti principi da mettere in pratica e saprai veramente agire secondo i principi dopo aver pregato Dio, aver cercato la verità o aver trovato qualcuno con cui tenere condivisione, allora non sarai più uno sciocco. Se qualcosa ti è chiaro e sei in grado di praticare correttamente la verità, allora non ti comporterai da sciocco in quella determinata questione. Le persone non devono far altro che comprendere la verità perché il loro cuore sia naturalmente illuminato” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). Dio spiega molto bene il comportamento di chi è confuso. Le persone disorientate manifestano confusione e mancanza di chiarezza in tutto ciò che fanno. Non prendono posizione e non hanno principi, non sanno cosa piace a Dio o cosa Egli odia, e sono prive di discernimento sulle persone e sulle circostanze. Non riescono a vedere chiaramente le proprie mancanze o la corruzione che rivelano. Quando accade qualcosa, non sanno distinguere il bene dal male, e non hanno principi né un percorso di pratica. Valutandomi sul metro delle parole di Dio, ho ripensato a come compivo il mio dovere. Mi concentravo solo sul duro lavoro, ma mai sulla lettura delle parole di Dio, e non cercavo le verità principi. Quando i fratelli e le sorelle mi davano suggerimenti sulla produzione video, non ci davo molto peso. A volte non capivo nemmeno cosa volessero dire e mi limitavo ad agire alla cieca, convinta che soffrire significasse essere leale a Dio. Ho rivelato tanta corruzione e carenze nel mio dovere, ma non mi sono presentata davanti a Dio per cercare la verità e risolvere il problema. Invece ho vissuto in uno stato negativo per anni, ed ero estremamente insensibile. Non riuscivo a capire quanto fosse grave il mio problema e quanto fosse pericoloso continuare così. Ero sempre confusa e disorientata, ogni giorno. Questi non sono tutti comportamenti di una persona confusa? Solo allora ho capito che quello che i fratelli e le sorelle dicevano di me era vero. Ma mi rifiutavo di ammetterlo. Sospettavo che tutti mi guardassero dall’alto in basso, e nutrivo pregiudizi ed ero guardinga nei loro confronti. Non avrei davvero dovuto farlo! In tutti questi anni, i fratelli e le sorelle mi hanno spesso sostenuta e aiutata, e non mi hanno mai guardata dall’alto in basso. Ero io ad essere oltraggiosa, irragionevole e a non accettare la verità. Alla luce di questo, ho finalmente lasciato andare il passato. Mi odiavo profondamente per essere stata così confusa e non aver cercato la verità. Mi disprezzavo per essere stata così irragionevole.
Una volta capito che ero confusa, ho anche pensato a quanto spesso mi definissi di scarsa levatura. Questo era un altro problema che avrei dovuto risolvere cercando la verità. In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio: “Se Dio ti ha creato stolto, allora la tua stoltezza ha un significato; se ti ha creato intelligente, allora la tua intelligenza ha un significato. Qualunque talento Dio ti abbia dato, qualsiasi siano i tuoi punti di forza, qualunque sia il tuo quoziente intellettivo, tutto ciò ha per Dio uno scopo. Tutte queste cose sono state predeterminate da Dio. Il ruolo che hai nella tua vita e il dovere che svolgi sono stati stabiliti da Dio molto tempo fa. Alcune persone vedono che gli altri possiedono pregi che loro non hanno e ne sono scontente. Vogliono cambiare le cose imparando di più, vedendo di più ed essendo più scrupolose. Ma c’è un limite a ciò che la loro scrupolosità può ottenere, e non possono superare coloro che hanno doni e competenze. Per quanto tu ti sforzi, è inutile. Dio ha stabilito ciò che sarai e nessuno può fare nulla per cambiarlo. Qualunque cosa tu sia bravo a fare, è in quella che devi impegnarti. Qualunque sia il dovere per il quale sei portato, è quello che dovresti svolgere. Non cercare di forzarti a entrare in ambiti che non rientrano nelle tue competenze e non invidiare gli altri. Ognuno ha la sua funzione. Non pensare di poter fare tutto bene o di essere più perfetto o migliore degli altri, desiderando sempre di sostituirti agli altri e di metterti in mostra. Questa è un’indole corrotta. Ci sono persone che pensano di non saper far bene nulla e di non avere alcuna capacità. Se è il tuo caso, dovresti limitarti a essere una persona che ascolta e obbedisce in modo concreto. Fai quello che puoi e fallo bene, con tutte le tue forze. È sufficiente questo. Dio ne sarà soddisfatto. Non pensare sempre a superare tutti, a fare tutto meglio degli altri e a distinguerti dalla massa in ogni modo. Che tipo di indole è questa? (Un’indole arrogante.) Le persone possiedono sempre un’indole arrogante e, anche se vogliono lottare per la verità e soddisfare Dio, non ci riescono. Essere controllate da un’indole arrogante rende le persone inclini a smarrirsi. Per esempio, ci sono persone che vogliono sempre mettersi in mostra esprimendo le loro buone intenzioni al posto di quanto richiesto da Dio. Dio loderebbe mai questo tipo di espressione di buone intenzioni? Per tener conto della volontà di Dio devi soddisfare i requisiti di Dio, e per compiere il tuo dovere devi sottometterti alle disposizioni di Dio. Le persone che esprimono buone intenzioni non tengono conto della volontà di Dio; al contrario, cercano sempre di escogitare nuovi trucchi e di pronunciare parole altisonanti. Non è questo il tipo di considerazione che Dio ti richiede. Alcuni affermano di comportarsi così per via della loro competitività. Di per sé, essere competitivi è qualcosa di negativo. È una rivelazione, una manifestazione dell’indole arrogante di Satana. Quando possiedi un’indole così, tenti costantemente di sorpassare gli altri, di surclassarli, di competere, di togliere loro qualcosa. Sei estremamente invidioso, non ammetti la tua inferiorità rispetto a nessuno e cerchi sempre di distinguerti dalla folla. Questo significa guai; è il modo in cui agisce Satana. Se vuoi veramente essere una creatura di Dio all’altezza dei requisiti, allora non perseguire i tuoi sogni personali. È deleterio cercare di essere superiore e più capace di come sei al fine di raggiungere i tuoi obiettivi. Dovresti imparare a sottometterti alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, e non spingerti al di sopra della tua collocazione; solo questo dimostra ragionevolezza” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Le parole di Dio sono chiarissime! Perché continuavo a dire di avere scarsa levatura? Perché in realtà la mia natura era troppo arrogante. Avevo sempre ambizioni e desideri, volevo essere al di sopra degli altri e, quando non ci riuscivo, diventavo negativa, oltraggiosa e mi attribuivo delle etichette. La mia brama di reputazione e prestigio era troppo forte. In qualsiasi gruppo, temevo di essere guardata dall’alto in basso e volevo sempre essere stimata. In realtà, molti dei miei problemi e delle mie carenze si stavano manifestando. E quando ho sperimentato il trattamento, la potatura, le battute d’arresto e i fallimenti, sentivo la mia immagine danneggiata e la mia reputazione screditata. Non riuscivo ad affrontarlo correttamente e pensavo di avere levatura troppo scarsa e di essere troppo confusa. Inoltre, mi paragonavo spesso agli altri. Quando vedevo che altri nel gruppo avevano punti di forza e una levatura migliore della mia, mi sentivo priva di talento e mediocre. Non riuscivo ad accettare questa realtà, quindi mi sentivo sempre depressa e inferiore. Solo in seguito ho capito che quello che volevo erano la fama e il prestigio, motivo per cui paragonavo la mia levatura e le mie doti a quelle degli altri e cercavo sempre di essere ammirata dagli altri. La mia indole satanica era davvero grave. I doni e la levatura non sono la chiave per determinare se una persona sappia svolgere bene il proprio dovere. Essere stimati e venerati dagli altri non è una garanzia di salvezza. Dio non ha mai detto una cosa del genere. Dio vuole che abbiamo umanità e che siamo ragionevoli, che perseguiamo la verità con i piedi per terra, che eliminiamo la nostra indole corrotta e viviamo una sembianza umana. Questo è ciò che Dio richiede alle persone. Ho pensato a ciò che Dio dice: “Non importa che Io dica che siete restii o di scarsa levatura – questo è un fatto. Questa Mia affermazione non dimostra che intendo abbandonarvi, che ho perso la speranza in voi, ancor meno che non desidero salvarvi. Oggi sono venuto a compiere l’opera per la vostra salvezza, ovvero la Mia opera è il prosieguo di tale opera. Ciascuno ha l’opportunità di essere reso perfetto: a condizione che lo desideri, a condizione che tu ricerchi, alla fine sarai in grado di ottenere questo risultato, e nessuno di voi sarà abbandonato” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Ristabilire la vita normale dell’uomo e condurlo a una destinazione meravigliosa”). Le parole di Dio sono molto chiare. Anche se Dio dice che le persone hanno scarsa levatura e rivela che sono confuse, è solo perché vedano i propri problemi e conoscano le proprie mancanze, in modo che possano perseguire bene la verità e avere un cambiamento della loro indole di vita. Possiamo avere scarsa levatura, ma, fintanto che amiamo e perseguiamo la verità e ci sforziamo di soddisfare i requisiti di Dio, Egli ci illuminerà e ci guiderà. Se invece abbiamo buona levatura, ma non perseguiamo la verità, saremo smascherati e scacciati. Era un dato di fatto che avessi scarsa levatura, ma Dio non ha mai detto che non mi avrebbe salvata o che mi avrebbe scacciata per questo. Mi ha dato altre possibilità di compiere il mio dovere. Dovrei farne tesoro, perseguire la verità, progredire attivamente, rimediare alle mie mancanze e migliorare la mia levatura.
In seguito, quando accadeva qualcosa, mi concentravo sulla ricerca della verità e, a prescindere dalle circostanze, che si trattasse di trattamento e potatura o di battute d’arresto e fallimenti, mi concentravo sulla riflessione su me stessa e sulla ricerca delle verità principi. Sperimentando in questo modo, percepivo la presenza di Dio ancor prima di rendermene conto, e sentivo di avere le idee più chiare. Quando i fratelli e le sorelle discutevano di idee per i video, non mi trattenevo più. A volte le opinioni che esprimevo erano sbagliate, o i fratelli e le sorelle mi davano dei suggerimenti, ma affrontavo queste situazioni in modo corretto ed ero più tranquilla. In quel periodo mi sentivo molto vicina a Dio. Percepivo che Egli era al mio fianco e mi dava fiducia in me stessa e forza. Anche se c’erano molte difficoltà nel mio dovere, cercando la volontà di Dio attraverso la preghiera, affidandomi a Dio e collaborando con i fratelli e le sorelle, alla fine alcuni problemi sono stati risolti e anche l’efficacia del mio lavoro è migliorata. Ringrazio Dio dal profondo del cuore per avermi salvata.
Ripensando a quando fraintendevo Dio e mi ero allontanata da Lui, provavo profondo rimorso. Poi ho letto un altro passo delle parole di Dio che mi ha molto commossa. Le parole di Dio dicono: “Non voglio vedere nessuno sentirsi come se Dio lo avesse lasciato al freddo, come se Dio lo avesse abbandonato o gli avesse voltato le spalle. Vorrei vedere tutti sulla strada alla ricerca della verità e della comprensione di Dio, avanzare marciando baldanzosi con volontà incrollabile, senza dubbi, senza alcun fardello. Indipendentemente da quanti errori tu abbia commesso, da quanto tu ti sia allontanato dal cammino o da quanto tu abbia trasgredito in modo grave, non permettere che queste cose diventino un fardello o un ingombrante bagaglio da portare con te nella tua ricerca di comprendere Dio: continua ad avanzare marciando. In ogni momento Dio ha a cuore la salvezza dell’uomo; questo non muta mai. È la parte più preziosa dell’essenza di Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Nei miei anni di fede in Dio, dicevo che Dio ama le persone, ma non avevo vera conoscenza del Suo amore. Questa esperienza mi ha fornito una reale comprensione e percezione dell’amore di Dio. Anche se il mio cuore era duro e ribelle, Dio ha predisposto degli ambienti perché facessi esperienza. Ha aspettato che cambiassi, mi ha aperto gli occhi con le Sue parole e mi ha guidata fuori dal mio stato di negatività e incomprensione. Il desiderio di Dio di salvare le persone è così sincero e meraviglioso! Sono molto grata a Dio, e non desidero altro che perseguire bene la verità, compiere bene il mio dovere e ripagare l’amore di Dio.