17. Un’esperienza particolare in gioventù
Quando avevo 18 anni, nel 2002, ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Nel luglio del 2004 io e fratello Wang Cheng siamo stati arrestati mentre predicavamo il Vangelo in un’altra provincia. In quel momento ho pensato: “Stiamo solo predicando il Vangelo e non abbiamo violato alcuna legge. Inoltre io sono giovane, perciò probabilmente i poliziotti non mi faranno nulla. Forse mi interrogheranno e basta, e poi mi lasceranno andare”. Non me lo aspettavo, ma quando ci hanno condotti alla stazione di polizia un agente ha picchiato sul tavolo e mi ha interrogato con ferocia: “Come ti chiami? Dove abiti? Chi ti ha chiesto di venire qui? A chi hai predicato il Vangelo?” Poiché non rispondevo, mi ha dato due forti schiaffi, tanto da farmi ronzare le orecchie, e mi ha detto che predicando il Vangelo stavamo turbando l’ordine sociale e violando la legge. Questo mi ha fatto infuriare e ho pensato: “È ridicolo! Noi predichiamo il Vangelo perché vogliamo che gli altri siano delle brave persone e seguano la retta via. Come si può definire turbamento dell’ordine sociale?” Ma vedendo quanto fossero feroci i poliziotti, sapevo che era inutile ragionare con loro, perciò non ho detto nulla. Poi hanno ammanettato me e Wang Cheng e ci hanno fatti salire su un’auto della polizia. Durante il viaggio ero davvero in ansia. Temevo molto che, una volta arrivati a destinazione, mi avrebbero picchiato e torturato. Se non avessi sopportato le sofferenze e alla fine fossi divenuto un giuda, non solo avrei offeso l’indole di Dio, ma avrei anche fatto sì che altri fratelli e sorelle venissero arrestati e subissero gli stessi tormenti. In silenzio ho pregato ripetutamente Dio: “Dio, ho tanta paura. Ti prego di proteggermi e di darmi fiducia e forza”. Dopo la preghiera mi sono sentito un po’ più calmo.
Poi ci hanno condotti all’Ufficio municipale per le indagini penali. Quando ci hanno perquisiti, un agente ha visto che avevo addosso un cercapersone e ha detto che io dovevo essere un leader. Sentendo questa cosa ho pensato: “Se pensano che io sia un leader, dubito che mi lasceranno andare tanto facilmente”. Un poliziotto che di cognome si chiamava Zhao ha detto con un sorriso inespressivo: “Se non vuoi dirci quello che sai, vedremo quanto riuscirai a resistere!” Mi ha preso a calci più volte, insultandomi, e poi mi ha sferrato un pugno al petto, facendomi molto male e togliendomi il fiato. Mi ha preso ancora a pugni e calci, scaraventandomi indietro di oltre 2 metri e quasi facendomi ruzzolare a terra. Ho sopportato in silenzio il dolore e non ho detto una parola. Alla fine quando si è stancato ha smesso, poi ha detto con ferocia: “Se non cominci a parlare, ti metteremo sulla panca della tigre e ti faremo assaggiare il nostro manganello elettrico!” Ero davvero spaventato. Ero già dolorante per i calci e i pugni. Non sapevo se avrei sopportato di essere legato alla panca della tigre e sottoposto a scariche elettriche, perciò in silenzio ho pregato ripetutamente Dio: “Ti prego, Dio, proteggimi il cuore e dammi fiducia e coraggio. Voglio affidarmi a Te per restare saldo e non diventare mai un giuda”. Mi sono rammentato delle parole di Dio Onnipotente: “Non dovresti avere paura di questo e di quello. Per quante difficoltà e pericoli ti si presentino, sei in grado di rimanere saldo dinanzi a Me, senza impedimenti, in modo che la Mia volontà si compia indisturbata. È questo il tuo dovere, […]. Adesso è il momento di metterti alla prova: Mi offrirai la tua fedeltà? Puoi seguirMi fedelmente fino in fondo? Non avere paura: con il Mio sostegno, chi potrebbe mai sbarrare la strada?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 10”). In effetti Dio è il mio fidato sostegno, e la mia vita è nelle Sue mani. Io ero stato arrestato col permesso di Dio. Era Lui a mettermi alla prova. Per quanto i poliziotti mi torturassero, sarei rimasto saldo nella mia testimonianza di Dio. Poi uno dei poliziotti mi ha chiesto nome e indirizzo. Ho pensato: “I miei familiari attualmente ospitano a casa dei leader della chiesa. Se dico dove abito e la polizia va a perquisire casa nostra, i miei familiari e i leader saranno arrestati, perciò non posso dirglielo”. Quando i poliziotti hanno visto che non parlavo, uno di loro si è davvero infuriato e senza dire nulla ha preso il libro con la parola di Dio e me lo ha sbattuto forte in faccia, facendomi molto male, e poi mi ha preso a calci furiosamente. Frattanto l’altro poliziotto mi sferrava forti pugni al petto. Non hanno smesso finché non sono rimasti senza fiato. Vedendo che ancora non parlavo, uno degli agenti ha detto: “È un vero fanatico. Chiudiamolo in prigione e facciamolo soffrire!” Quando ho sentito che sarei stato incarcerato, mi sono un po’ spaventato. Avevo sentito dire che nelle carceri i detenuti picchiano altri detenuti. Se davvero fossi stato rinchiuso, che torture avrei dovuto sopportare? Mi avrebbero reso storpio? E se non fossi riuscito a sopportarle? Ci ho pensato a lungo, ma sapevo che come minimo non potevo diventare un giuda e tradire Dio, in nessun caso. Ho pronunciato un giuramento davanti a Lui: “Dio! La mia statura è troppo scarsa e non ho la forza di resistere da solo, ma sono disposto ad affidarmi a Te. Ti prego di starmi vicino e darmi la volontà di sopportare le sofferenze. Non sarò mai un giuda e non tradirò fratelli e sorelle!” Dopo la preghiera ho provato un senso di forza e fiducia.
Quindi un poliziotto di mezza età ha finto di essere amichevole con me, dicendo: “Guardati. Sei giovane, alto e bello. Perché non ti trovi una brava ragazza o un buon lavoro? Perché devi stare a credere in Dio?” Poi ha tirato fuori una lettera di pentimento da farmi firmare. L’ho letta e ho capito che firmarla avrebbe significato tradire Dio. Non potevo firmare quella lettera! Quando mi sono rifiutato di firmarla, l’agente mi ha sbattuto sulla tempia il libro rilegato con la parola di Dio, facendomi di nuovo ronzare le orecchie, e sulla testa mi è comparso subito un grosso bernoccolo. Dopo essere stato colpito così, avevo la testa indolenzita e la faccia gonfia, le gambe doloranti e gonfie per avere preso calci così forti. Mi sembrava di essere paralizzato dappertutto, e il corpo mi doleva tanto che a malapena trattenevo le lacrime. Ho pensato: “Se continuo a rifiutarmi di firmare la lettera di pentimento, mi picchieranno ancora più forte? Mi uccideranno? Ma non posso firmarla. Firmarla significa tradire Dio”. In quel momento ho pensato a un passo delle parole di Dio Onnipotente: “Quando affronti la sofferenza, devi essere in grado di mettere da parte la preoccupazione per la carne e di non esprimere lamentele verso Dio. Quando Dio Si nasconde a te, devi essere capace di avere la fede di seguirLo, di conservare il tuo amore di prima senza lasciare che vacilli o si estingua. Qualunque cosa Dio faccia, devi sottometterti al Suo disegno ed essere più disposto a maledire la tua carne che a lamentarti di Lui. Nell’affrontare le prove devi soddisfare Dio, per quanto tu possa piangere amaramente o sia riluttante a separarti da un oggetto amato. Solo questo è vero amore e fede autentica” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Ho capito che sofferenze e tribolazioni erano una prova per me, per capire se avevo fede autentica e se riuscivo a rimanere saldo nella mia testimonianza a Dio. Dio ha detto che la fede autentica consiste nel sottomettersi alle Sue disposizioni in ogni ambiente e compiacerLo anche se questo vuol dire sopportare tormento e dolore. Dovevo affidarmi interamente a Dio e, per quante sofferenze avessi dovuto sopportare, non potevo sottomettermi a Satana. Era necessario che mi affidassi a Dio e rendessi testimonianza. Alla luce di questo, ho pregato: “Dio, in qualsiasi modo mi picchieranno, anche se fosse fino a uccidermi, non firmerò mai quella lettera di pentimento”. Quella sera i poliziotti hanno inviato me e Wang Cheng al centro di detenzione, dove siamo stati rinchiusi separatamente.
L’agente di servizio mi ha condotto a una cella. Dentro vi erano oltre una decina di detenuti, tutti con volti ed espressioni feroci. Sembrava un posto sinistro e terrificante. Ero davvero spaventato. L’agente ha detto ai detenuti: “Questo è un credente in Dio. Sistematelo per bene”. Non appena ha finito di parlare, un paio di detenuti sono venuti a picchiarmi e prendermi a calci, poi mi hanno detto di spogliarmi. Hanno portato un tubo per innaffiare e mi hanno bagnato con acqua fredda per più di mezz’ora, e a quel punto tremavo dal freddo. Continuavano a domandare come mi chiamassi e a chi predicassi il Vangelo. Io continuavo a pregare in silenzio Dio, chiedendoGli di proteggermi il cuore. Non ho aperto bocca. Il giorno dopo mi hanno picchiato di nuovo. Un detenuto mi ha preso per i capelli e mi ha sbattuto la nuca contro il muro, tanto forte che mi ronzavano le orecchie e mi usciva sangue dal naso. Poi mi hanno fatto fare “l’aeroplano”, ossia mi hanno fatto chinare in avanti mentre due detenuti mi prendevano per le braccia e mi sbattevano forte contro il muro, provocandomi bernoccoli in testa e facendomi avere il capogiro e svenire. Prima che potessi riavermi mi hanno inflitto un “pai gow”, ossia mi hanno tenuto per terra con le braccia dietro la schiena, mentre uno mi afferrava le mani e mi strattonava in avanti e un altro mi si sedeva sulla schiena afferrandomi le braccia e spingendomi in avanti. Mi sembrava che le braccia mi fuoriuscissero dalle articolazioni. Urlavo per il dolore. Mi hanno torturato così per più di dieci minuti prima di smetterla, e quando finalmente mi hanno lasciato andare non sentivo più le braccia. Ho pensato: “Adesso ho le braccia storpie? Se è così, poiché sono ancora giovane, come potrò sopravvivere in futuro? Non so che cosa faranno ancora per torturarmi. Mi ammazzeranno di botte?” Più ci pensavo e più mi sentivo spaventato. Ma poi ho pensato alle parole di Dio Onnipotente: “Quando gli esseri umani sono pronti a sacrificare la propria vita, tutto diventa insignificante e nessuno può avere la meglio su di loro. Che cosa potrebbe essere più importante della vita? Perciò Satana diviene incapace di agire ulteriormente negli esseri umani, non c’è più nulla che possa fare all’uomo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 36”). Ho capito che Satana sa che le persone amano la vita e temono la morte, perciò sfrutta la nostra debolezza per attaccarci e costringerci a tradire Dio. Non potevo cadere nel tranello di Satana e vivere nella disgrazia solo per salvarmi la vita. Ho pensato ai santi delle epoche passate, che soffrirono tanto per predicare il Vangelo. Alcuni furono arrestati e incarcerati, altri diedero perfino la vita. Era un onore per me poter udire la voce di Dio degli ultimi giorni, predicare il Vangelo e testimoniare l’apparizione e l’opera di Dio. Anche se mi avessero torturato a morte sarei stato perseguitato per amore della giustizia. Era qualcosa di glorioso e avrebbe voluto dire che non avevo vissuto invano. Capendo questo, nel cuore ho ritrovato forza. Per quanto mi perseguitassero, sarei rimasto saldo e non avrei tradito Dio.
In seguito, quando i poliziotti mi hanno condotto all’interrogatorio, mi hanno minacciato dicendo: “Hai ancora la possibilità di confessare. Sei un prigioniero politico e se non confessi sarai condannato. In carcere incontrerai persone feroci. Te ne pentirai! È difficile dire se ne uscirai vivo”. Non appena ho sentito che sarei stato condannato e che ero stato definito prigioniero politico, ho capito che era un reato grave. Quanti anni mi avrebbero inflitto? Avrei dovuto trascorrere in carcere tutta la mia giovinezza? Dagli altri detenuti avevo sentito dire che molti in carcere morivano per le percosse. Ero ancora più preoccupato. Non sapevo quali metodi potessero usare i detenuti per torturarmi, né se sarei sopravvissuto. Più ci pensavo, più mi sentivo angosciato. Non volevo essere condannato e volevo solo uscire da quel luogo. Ho pregato ripetutamente Dio dicendo: “Dio! Adesso sono molto debole e non capisco la Tua volontà, ma so che questo ambiente mi è giunto col Tuo permesso. Ti prego di illuminarmi e guidarmi affinché io possa rimanere saldo”. Dopo la preghiera mi sono rammentato delle parole di Dio Onnipotente: “Forse ricordate tutti queste parole: ‘Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria’. Tutti voi avete udito questa frase, ma nessuno ne aveva capito il vero significato prima. Oggi, invece, siete pienamente consci del loro significato reale: Dio porterà a compimento queste parole negli ultimi giorni e le porterà a compimento in coloro che sono stati brutalmente perseguitati dal gran dragone rosso, nella terra in cui esso giace arrotolato su sé stesso. Il gran dragone rosso è nemico di Dio e Gli si accanisce contro e per questo motivo, in questa terra, coloro che credono in Dio sono sottoposti a umiliazione e oppressione. Ecco perché queste parole troveranno la loro realizzazione nel vostro gruppo di persone. Dal momento che tutta l’opera di Dio viene intrapresa in una terra che Gli si oppone, essa incontra ostacoli enormi e occorre tempo perché molte delle Sue parole si realizzino; così, tramite le parole di Dio, la gente subisce un raffinamento e questo è un altro elemento di sofferenza. È estremamente arduo per Dio portare a termine la Sua opera nella terra del gran dragone rosso, ma è attraverso tale difficoltà che Dio compie una fase della Sua opera, rendendo così manifesta la Sua saggezza e le Sue meravigliose opere, e avendo così l’opportunità di rendere completo questo gruppo di persone” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Dopo avere riflettuto sulle parole di Dio ho capito che la mia persecuzione e le mie tribolazioni in quel momento erano cose che dovevo subire. Costituivano una persecuzione per la giustizia e una sofferenza accanto a Cristo. Erano piene di significato. Essere arrestato e perseguitato in quel modo mi consentiva di vedere chiaramente l’essenza malvagia del gran dragone rosso, che è nemico di Dio e un diavolo che Gli si oppone. Questa situazione inoltre mi indicava come il Dio incarnato operi e salvi le persone nel Paese del gran dragone rosso. In effetti è un’opera molto difficile. Tenendo presente questo, mi sono sentito particolarmente ispirato. Sentivo di non poter deludere Dio. Anche se mi avessero picchiato a morte, ero pronto a rimanere saldo e a soddisfare Dio.
Due settimane dopo, i poliziotti hanno condotto me e alcuni altri fratelli e sorelle a un’auto della polizia, dicendo che era stata pronunciata la nostra condanna alla rieducazione mediante il lavoro e che ci portavano al centro di lavoro. Durante il tragitto ho pensato: “Non so quanti anni rimarrò in questo posto. Spero non troppi, in modo che io possa andarmene, tenere presto riunioni con fratelli e sorelle e continuare a svolgere il mio dovere. In passato ero troppo frivolo e non svolgevo adeguatamente il mio dovere. Quando uscirò, prometto di perseguire la verità e compiere bene il mio dovere”. Quando siamo arrivati all’Ufficio municipale di pubblica sicurezza, i poliziotti sono entrati, hanno preso le condanne alla rieducazione mediante il lavoro e ce le hanno lette in auto. Vari fratelli e sorelle erano stati condannati a un anno o a un anno e mezzo, mentre la mia condanna era a tre anni. Quando l’ho sentito, mi sono paralizzato. Ho pensato: “Tre anni? Perché la mia condanna è più lunga di quella degli altri? Come posso sopravvivere tanto a lungo?” Ero in preda a un’angoscia indescrivibile e non riuscivo a farmene una ragione. Ero davvero disperato. Ma poi mi sono rammentato delle parole di Dio Onnipotente: “Mentre subiscono le prove è normale che gli uomini siano deboli o abbiano in sé della negatività, o manchino di chiarezza riguardo alla volontà di Dio o la loro via della pratica. Ma tu comunque devi avere fede nell’opera di Dio […]. Dio compie l’opera della perfezione sugli uomini e loro non possono vederla, non possono sentirla; in queste circostanze è necessario che tu abbia fede. La fede degli uomini è necessaria quando non si può vedere qualcosa a occhio nudo, e la tua fede è necessaria quando non puoi rinunciare alle tue nozioni. Quando non hai chiarezza in merito all’opera di Dio ciò che ti è richiesto è avere fede, prendere una posizione salda e rendere testimonianza. Quando Giobbe arrivò a questo punto, Dio gli apparve e gli parlò. In altre parole, è solo da dentro la tua fede che sarai in grado di vedere Dio e, quando avrai fede, Dio ti porterà a perfezione. Senza fede non può farlo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Dopo avere riflettuto sulle parole di Dio ho capito che, qualunque circostanza infelice avessi incontrato e per quanto fosse ripugnante, potevo resistere solo avendo fede in Dio. Ma ero carente in fatto di fede in Dio. Quando ho sentito che sarei stato inviato alla rieducazione mediante il lavoro per tre anni, non riuscivo ad accettarlo, perciò ho cercato di ragionare con Dio e mi sono lamentato con Lui. Avrei voluto che la condanna fosse più lieve e che io potessi soffrire di meno. In passato avevo giurato davanti a Dio che Lo avrei seguito anche nelle situazioni più difficili, ma adesso, di fronte a questo ambiente non in linea con le mie nozioni, ero divenuto negativo e mi lamentavo. Ero davvero ribelle. Non potevo andare avanti così. Per affrontare il prossimo ambiente dovevo affidarmi a Dio.
Al centro di lavoro ogni giorno non ricevevo abbastanza da mangiare e dovevo lavorare eccessivamente a stomaco vuoto. Talvolta dovevo lavorare fino alle 2 o alle 3 di notte e, se lavorando dicevo qualcosa di sbagliato o commettevo un errore, mi picchiavano. Ogni volta che tornavo dal lavoro venivo tormentato e chiuso per circa un’ora nella lavanderia. Così avveniva tutto l’anno. La lavanderia era molto umida e col tempo molti si ammalavano. Alcuni prendevano la scabbia, altri l’artrite reumatoide, e a me è venuta un’eruzione cutanea su tutto il corpo. Ogni sera avevo tanto prurito che non riuscivo ad addormentarmi e mi grattavo fino a sanguinare, aprendo le croste appena formate, e dal corpo mi veniva via la pelle. Ho detto al capo guardiano che avevo bisogno di un medico, ma lui ha risposto con noncuranza: “È solo un’eruzione cutanea. Stai bene. Non ti impedirà di lavorare”. A quel punto mi sono sentito particolarmente angosciato. Ho pensato: “Ho contratto questa malattia a un’età tanto giovane. Che farò se non mi passa? Ogni giorno lavoro troppo e devo sopportare pestaggi e umiliazioni da parte dei detenuti. Quando finirà questa sofferenza?” Pensarci mi intristiva sempre di più. Mi sono sentito particolarmente addolorato quando ho visto che altri fratelli erano rinchiusi assieme e potevano tenere condivisioni e sostenersi a vicenda, mentre io ero solo con dei non credenti e non avevo nessuno con cui parlare. Spesso di notte mi rannicchiavo nel letto e versavo lacrime in silenzio. Pregavo Dio dicendo: “Dio, qui mi sento tanto debole. Ti prego di illuminarmi affinché io possa capire la Tua volontà”.
Una volta, quando siamo usciti per fare esercizio fisico, un fratello di un’altra squadra mi ha passato in segreto un pacchetto. L’ho portato al laboratorio e l’ho aperto, e dentro c’era un biglietto su cui erano state copiate delle parole di Dio. Non mi aspettavo di vedere parole di Dio in carcere e mi sono molto commosso. Il brano diceva così: “L’uomo sarà reso pienamente completo nell’Età del Regno. Dopo l’opera di conquista, l’uomo sarà sottoposto ad affinamento e tribolazione. Coloro che sono in grado di superare la prova e di rendere testimonianza durante la tribolazione sono coloro che alla fine saranno resi completi; sono i vincitori. Durante questa tribolazione all’uomo viene chiesto di accettare l’affinamento, che è l’ultima istanza dell’opera di Dio. È l’ultima volta che l’uomo verrà affinato prima della conclusione dell’intera opera di gestione di Dio, e tutti coloro che seguono Dio devono accettare questa prova finale e questo ultimo affinamento. Coloro che sono afflitti dalla tribolazione sono privi dell’opera dello Spirito Santo e della guida di Dio, mentre coloro che sono stati effettivamente conquistati e che davvero ricercano Dio, alla fine resteranno saldi; sono quelli che possiedono l’umanità e che amano davvero Dio. Indipendentemente da che cosa Dio faccia, questi vittoriosi non verranno privati delle visioni, e metteranno ancora in pratica la verità senza venir meno nella loro testimonianza. Sono coloro che alla fine emergeranno dalla grande tribolazione” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio e la pratica dell’uomo”). Leggere le parole di Dio mi ha toccato. Ho capito che in mezzo alle avversità dovevo avere fede in Dio e affidarmi a Lui per restare saldo nella mia testimonianza a Lui. Ero in una squadra da solo, attorno a me non vi erano altri fratelli e sorelle, e vi erano molte difficoltà e sofferenze. Per me era una prova che mi consentiva di vedere le mie manchevolezze e la mia vera statura. Inoltre mi permetteva di essere indipendente, di sperimentare quell’ambiente affidandomi a Dio e di superare sofferenze e dolore. Quando mi sono sentito debole, fratello mi ha aiutato trasmettendomi le parole di Dio, che mi hanno davvero ispirato. Sapevo che era l’amore di Dio e che Dio era sempre al mio fianco a guardarmi e proteggermi. Tenendo presente questo, ho trovato la forza per andare avanti e ho avuto la fiducia per sopportare quell’ambiente.
Nel 2006 mi è venuto una grave forma di piede d’atleta. Avevo le dita dei piedi tanto desquamate che non riuscivo a camminare. I poliziotti non mi hanno permesso di ricevere cure mediche e mi hanno dato solo un unguento, che però non solo non mi ha guarito i piedi ma me li ha perfino peggiorati. Questo mi ha fortemente rattristato e ho pensato di non riuscire a sopportare quel luogo tanto angoscioso e tenebroso. Nessuno avrebbe dovuto sopportare una cosa simile. Ma poi ho rammentato un inno delle parole di Dio intitolato “Canzone dei vincitori”: “Avete mai accettato le benedizioni che vi sono state date? Avete mai ricercato le promesse che vi sono state fatte? Sotto la guida della Mia luce spezzerete certamente la stretta mortale delle forze dell’oscurità. Nel mezzo delle tenebre, sicuramente non perderete la luce che vi guida. Sarete di certo padroni di tutto il creato. Sarete senz’altro vittoriosi davanti a Satana. Alla caduta del regno del gran dragone rosso, sicuramente vi leverete tra le innumerevoli moltitudini per testimoniare la Mia vittoria. Rimarrete senza dubbio saldi e incrollabili nella terra di Sinim. Per le sofferenze che sopportate, erediterete le Mie benedizioni e irradierete la Mia gloria nell’intero universo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 19”). Dopo avere riflettuto su questo inno delle parole di Dio ho capito le Sue buone intenzioni, che sono di perfezionare un gruppo di persone nel Paese del gran dragone rosso, facendone dei vincitori in grado di sfuggire al tenebroso dominio di Satana, di essere salvati da Dio e di avere i requisiti per entrare nel Regno di Dio e ricevere le Sue promesse. Riflettendoci attentamente, ho capito che, se non avessi sperimentato le crudeli torture del Partito Comunista e il trattamento disumano nel centro di lavoro, non sarei stato in grado di vedere chiaramente l’essenza malvagia del Partito Comunista, caratterizzata dall’odio e dall’ostilità verso Dio, e tanto meno avrei rifiutato completamente il Partito dal profondo del cuore. Senza il tormento di quell’ambiente angoscioso e lo smascheramento da parte dei fatti, non avrei capito che stavo ancora ponendo richieste a Dio, né che quando le azioni di Dio non erano in linea con le mie nozioni io ancora mi lamentavo e ragionavo con Dio, né che la mia statura era davvero scarsa e che avevo pochissima fede in Dio. Non avevo forse tratto tutta questa conoscenza e tutti questi vantaggi da un tale ambiente angoscioso? Era la grazia di Dio per me! Pensare all’amore e alla salvezza che Dio mi offriva mi ha dato fiducia. Inoltre ho pensato a come Giobbe avesse perduto i figli, fosse stato ricoperto da pustole su tutto il corpo e avesse sopportato tante sofferenze carnali, eppure continuò a venerare Dio senza lamentarsi. La lieve malattia e quel poco di sofferenza che avevo dovuto sopportare io non erano nemmeno degni di menzione in confronto a Giobbe. Avrei dovuto obbedire e affidarmi a Dio per restare saldo nella mia testimonianza a Lui. Riflettendo su questo, ho pregato Dio: “Dio, per quanto sia brutto questo posto e per quanto il mio corpo stia soffrendo, sono intenzionato a sottomettermi. Non voglio più essere negativo; devo crescere, in modo che Tu non sia più preoccupato per me”.
Nei giorni seguenti l’unica cosa a cui non potevo rinunciare era pregare. Quando ero stanco per il lavoro oppure il dolore si faceva insopportabile e mi sentivo negativo e debole, subito pregavo Dio. A poco a poco sono diventato più forte, mi sono sentito negativo e debole meno spesso e sono stato in grado di affrontare adeguatamente quell’ambiente che Dio aveva predisposto per me. Lode a Dio! Durante quei tre anni, pregando Dio, affidandomi a Lui e contando sulla guida delle Sue parole, sono stato capace di superare quel periodo difficile.
Dopo avere sperimentato tutto questo, ho capito chiaramente che il gran dragone rosso è Satana, il diavolo che odia Dio e danneggia e corrompe gli esseri umani. Soltanto Dio è amore e soltanto Lui può salvare gli esseri umani. Quando sono stato torturato, è stata la parola di Dio a guidarmi, a darmi fiducia e forza e a consentirmi di superare la crudeltà del diavolo. È stato quell’ambiente angoscioso a rendere forte, maturo e stabile il mio io giovane, ignorante e vulnerabile, e ho imparato ad affidarmi a Dio e a rivolgermi a Lui quando ero in difficoltà. Inoltre questo mi ha consentito di vedere l’onnipotenza e la sovranità di Dio e di constatare che Dio era sempre lì per me, al mio fianco, a vigilare su di me e proteggermi, pronto a provvedere a me e ad aiutarmi in ogni momento. Per quanto grandi possano essere la persecuzione e le tribolazioni da affrontare in futuro, sono determinato a seguire Dio!