4. Un leader della chiesa non è un funzionario
Ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni tre anni fa. Sono stato eletto leader della chiesa nell’ottobre 2020. Mi sono reso conto che era una grande responsabilità ed ero un po’ stressato, ma anche molto orgoglioso. Credevo di essere stato eletto per quell’importante dovere perché avevo una levatura migliore degli altri. Ho preso il mio dovere molto seriamente, facendo del mio meglio per comunicare con i fratelli e le sorelle e aiutarli nei problemi e nelle difficoltà in cui si imbattevano. Volevo dimostrare a tutti di essere un leader eccellente e di saper svolgere del lavoro concreto.
Poi un malfattore ha iniziato a spargere voci nella chiesa. Diffondeva le bugie del Partito Comunista Cinese calunniando e bestemmiando Dio nei gruppi di riunione, distorcendo i fatti e capovolgendo le cose, e giudicando il lavoro della casa di Dio. Voleva fuorviare i novizi convincendoli ad abbandonare la chiesa e tradire Dio. Per questo motivo ho intensificato il più possibile riunioni e condivisioni con i fratelli e le sorelle, sentendomi come un comandante militare che guida le truppe contro l’esercito nemico. Volevo dimostrarmi capace di proteggere i fratelli e le sorelle, far vedere loro che sapevo assumermi un pesante fardello ed ero responsabile. Ma in realtà mi sentivo proprio debole. Io stesso non sapevo come confutare alcune di quelle falsità, che disturbavano anche me. Ma non volevo rivelare la mia debolezza agli altri. Ero convinto, in quanto leader della chiesa, di dover essere forte, come un presidente o un comandante militare. Non potevo permettere a nessuno di vedere la mia debolezza! Così non mi aprivo mai ai fratelli e alle sorelle riguardo al mio stato. Non solo dissimulavo la mia difficoltà ma, quando si discuteva della comprensione delle parole di Dio nelle riunioni, mi piaceva parlare delle comprensioni profonde, in modo che gli altri pensassero che le avevo colte molto bene, sorvolando invece sui miei errori e la mia corruzione, virando subito sulle cose che facevo bene. Ad esempio, se mi addormentavo durante una riunione non lo ammettevo, e quando davvero mi trovavo in difficoltà lo nascondevo anziché condividerlo con gli altri.
Sorella Marinette, che lavorava con me, mi stimava molto perché la aiutavo sempre condividendo parole di Dio pertinenti al suo stato. Sapevo che un po’ mi stimava ed ero proprio contento e soddisfatto quando esprimeva la sua ammirazione. Anche i fratelli e le sorelle addetti all’irrigazione dei neofiti mi ammiravano molto. Una volta una sorella mi aveva detto che la mia condivisione e il mio aiuto l’avevano aiutata a imparare. Ero proprio compiaciuto di ricevere l’approvazione degli altri. Durante le riunioni c’erano fratelli e sorelle che pronunciavano un convinto “Amen” non appena terminavo le mie condivisioni, e c’erano addirittura persone che dicevano “È proprio come dice fratello Matthew”. Mi sembrava che mi parlassero in tono di adorazione e avevo l’impressione di occupare un posto importante nel loro cuore. Sapevo che non avrei dovuto, ma quella sensazione di essere stimato mi piaceva. Poi un giorno ho visto il video di una testimonianza dal titolo “Il danno che provoca mettersi in mostra” che mi ha particolarmente colpito. Una sorella, anche lei leader, si ergeva sempre su un piedistallo e si vantava nel suo dovere. Aveva offeso l’indole di Dio ed era stata disciplinata con una malattia. Il punto chiave della questione era che il suo comportamento disgustava Dio. Dopo aver visto quel video, ho compreso che mettendomi in mostra e vantandomi per guadagnare l’ammirazione degli altri stavo sfidando Dio e mi stavo opponendo a Lui. Ero sul cammino di un anticristo. Non mi ero mai reso conto che mettersi sul piedistallo e in mostra potesse essere un problema così grave. Mi sentivo davvero spaventato e non sapevo cosa fare.
Poi ho letto questo passo delle parole di Dio che mi ha permesso di capire la mia corruzione. Le parole di Dio dicono: “Esaltarsi e rendere testimonianza a se stessi, mettersi in mostra, provare a indurre le persone ad avere un’alta opinione di loro e adorarli: gli esseri umani corrotti sono capaci di queste cose. È così che le persone reagiscono istintivamente quando sono dominate dalla loro natura satanica, e questa è una caratteristica comune a tutta l’umanità corrotta. Di solito, come fanno le persone a esaltarsi e a rendere testimonianza a se stesse? Come raggiungono l’obiettivo di far sì che si abbia di loro un’alta opinione e che le si adori? Dichiarano quanto lavoro abbiano svolto, quanto abbiano sofferto, quanto si siano adoperate e quale sia il prezzo che hanno pagato. Usano tali cose come un capitale per esaltarsi, che dà loro un posto più alto, saldo e sicuro nella mente degli uomini, affinché più persone le stimino, le ammirino, le rispettino e addirittura le adorino, le idolatrino e le seguano. Per raggiungere questo obiettivo, le persone fanno molte cose che all’apparenza testimoniano Dio, ma sostanzialmente esaltano e rendono testimonianza a sé stesse. È ragionevole agire in questo modo? Sono al di là dell’ambito della razionalità. Queste persone non hanno alcuna vergogna: dichiarano spudoratamente ciò che hanno fatto per Dio e quanto abbiano sofferto per Lui. Ostentano persino le loro doti, i loro talenti, la loro esperienza, le loro competenze speciali, le loro abili tecniche di condotta, i mezzi che usano per giocare con le persone, e così via. Il loro metodo di esaltarsi e rendere testimonianza a se stesse consiste nel mettersi in mostra e nello sminuire gli altri. Tendono anche a fingere e a camuffarsi, nascondendo debolezze, difetti e mancanze alle persone, affinché gli altri vedano soltanto la loro genialità. Non osano neppure dire agli altri quando si sentono negative; non hanno il coraggio di aprirsi e di condividere con loro e, quando commettono un errore, fanno il possibile per nasconderlo e insabbiarlo. Non menzionano mai i danni che hanno causato al lavoro della chiesa mentre compivano il loro dovere. Quando hanno dato un contributo secondario o ottenuto un piccolo successo, tuttavia, si affrettano a ostentarlo. Non vedono l’ora di far sapere a tutto il mondo quanto siano capaci, quanto sia alta la loro levatura, quanto siano eccezionali e quanto siano migliori delle persone comuni. Questo non è forse un modo per esaltarsi e rendere testimonianza a se stessi? Esaltarsi e rendere testimonianza a se stessa è forse qualcosa che farebbe una persona dotata di coscienza e ragionevolezza? No. Dunque, quando le persone fanno questo, quale indole si rivela di solito? L’arroganza è una delle principali, seguita dalla falsità, che implica di fare tutto il possibile per indurre gli altri a tenere questi individui in grande stima. Le loro storie sono totalmente inconfutabili; le loro parole contengono chiaramente motivazioni e macchinazioni, si stanno mettendo in mostra, eppure vogliono nascondere questo fatto. Il risultato di ciò che dicono è che gli uomini sono indotti a credere che siano migliori degli altri, che nessuno li uguagli, che tutti gli altri siano a loro inferiori. E questo risultato non si raggiunge forse con mezzi subdoli? Quale indole si cela dietro simili mezzi? E ci sono elementi di malvagità? (Sì, ci sono.) Questo è un tipo di indole malvagia” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4 – Esaltano e testimoniano sé stessi”). Leggere le parole di Dio mi ha colpito dritto al cuore. Ho potuto vedere ciò che si celava in profondità dentro di me. Avevo sempre voluto costruire un’immagine di me stesso di uomo forte, di persona perfetta. Mi piaceva parlare della statura della mia comprensione e dei mei successi, cosa che facevo per suscitare negli altri un’impressione positiva, mentre non parlavo quasi mai delle mie debolezze o difficoltà concrete. Se mi sentivo debole o negativo, se avevo dei problemi, e anche quando mi trovavo nel peggiore stato, mi limitavo ad agire come se tutto andasse a gonfie vele per tutelare il mio orgoglio e la mia reputazione, mentre in realtà ero attanagliato da un dolore profondo. Vedendo quanto gli altri mi ammirassero e adorassero ne ero in parte consapevole, e sapevo che non andava bene. Ma mi astenevo dal dire agli altri di non adorarmi, perché volevo l’ammirazione, l’adorazione e le lodi di tutti. Non ero forse arrogante come l’arcangelo? Non stavo portando gli altri davanti a Dio, ma al mio cospetto. Quando ho capito che forse stavo prendendo il posto di Dio nel cuore di fratelli e sorelle ho tremato di paura, e sapevo in cuor mio che Dio detestava il mio comportamento. Pieno di rimorso, Gli ho rivolto una preghiera: “Dio, mi sono messo in mostra per il desiderio che tutti mi ritenessero un buon leader, un gradino superiore a loro. Sto usurpando la Tua gloria. O Dio, voglio pentirmi davanti a Te”. Allora ho scritto una lettera di pentimento in cui rivelavo di essermi messo in mostra e su un piedistallo, spedendola a ogni gruppo di riunione. Ho anche raccomandato a tutti in modo inequivocabile di non adorarmi. Ad alcuni fratelli e sorelle che avevano un’adorazione particolare nei miei confronti ho inviato dei messaggi personali in cui mi sono messo a nudo. Qualche giorno dopo, sorella Marinette ha confessato con sincerità che in passato mi aveva adorato e avevo occupato un posto importante nel suo cuore. Mi sono proprio vergognato nel sentirglielo dire, l’ho percepita come una prova della mia malvagità. In quel momento ho visto quanto fossi detestabile e mi è sembrato di avere perso ogni ragionevolezza inducendo gli altri a venerarmi. Era questo che Dio aveva sperato quando mi aveva conferito quel dovere? Mi sono sentito davvero fuori posto e colmo di vergogna. Ma ancora non cercavo realmente la verità per risolvere la mia corruzione, per cui in breve tempo sono ricaduto nelle vecchie abitudini.
Un giorno mi sono recato a un incontro a cui partecipavano anche altri leader della chiesa. La condivisione dei fratelli e delle sorelle mi è sembrata semplicistica ed ero perplesso. Mi è sembrata una condivisione superficiale e ha suscitato il mio biasimo nei loro confronti. Volevo far vedere loro che la mia condivisione era più concreta della loro. Così mi sono preparato mentalmente un discorso. La mia intenzione era dire qualcosa di più illuminante, che mi distinguesse dalla massa, e tenere una condivisione di spessore. Ho pensato a quali parole mi convenisse usare per farla risaltare al meglio. Volevo davvero dare prova di una comprensione superiore, così gli altri avrebbero apprezzato la mia conoscenza. Durante la condivisione ho usato molti esempi, perché risultasse dettagliata e ricca. Quando ho finito, sono stato molto soddisfatto di sentire tutti dire “Amen”. Poi sono corso a controllare la finestra della chat per vedere se i fratelli e le sorelle avessero commentato positivamente la mia comunione. Avevamo quasi finito quando fratello Zen ha tenuto una breve condivisione. Invece di citare le parole di Dio e parlare di come si debba praticare ispirandosi ad esse, come era solito fare, ha citato la mia condivisione. Mi sono accorto che mi stavo di nuovo esaltando e mettendo in mostra. Mi sono sentito davvero furente con me stesso. Durante la riunione avevamo solo condiviso alcune delle parole di Dio con tutti, affermando la necessità di parlare col cuore. Come avevo potuto vantarmi e mettermi in mostra? Non osavo neppure credere di essermi comportato in quel modo. Ho consultato i passi delle parole di Dio che avevamo letto durante la riunione per potere riflettere attentamente su di essi. Dio dice: “Se i fratelli e le sorelle devono essere in grado di fare affidamento reciproco, aiutarsi e provvedere gli uni agli altri, allora ognuno deve parlare delle proprie esperienze reali. Se non dici nulla delle tue vere esperienze, se ti limiti a predicare le parole e le dottrine comprensibili agli uomini, se predichi soltanto un po’ di dottrina in merito alla fede in Dio, sciorini delle banalità e non ti apri su ciò che hai nel cuore, allora non sei una persona onesta, né sei capace di esserlo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La pratica fondamentale per essere una persona onesta”). “Quando rendete testimonianza a Dio, dovreste soprattutto parlare di come Egli giudica e castiga le persone, e di quali prove usa per affinarle e cambiarne l’indole. Dovreste parlare anche di quanta corruzione è stata rivelata nella vostra esperienza, di quanto avete sofferto, di quante cose avete fatto per opporvi a Dio e di come Egli vi ha infine conquistati. Parlate di quanta vera conoscenza avete dell’opera di Dio e di come dovete rendere testimonianza per Lui e ripagarLo del Suo amore. Dovete parlare questo tipo di linguaggio in modo più pratico, esprimendovi contemporaneamente in maniera semplice. Non parlate di teorie vuote. Parlate in modo più concreto; parlate con il cuore. È così che dovreste sperimentare le cose. Non armatevi di teorie vuote, apparentemente profonde, solo per mettervi in mostra; questo comportamento vi fa apparire molto arroganti e irragionevoli. Dovreste parlare maggiormente delle cose reali tratte dalle vostre esperienze effettive, e parlare di più dal cuore; questa è la cosa che reca maggiore beneficio agli altri ed è quanto di più adeguato possano vedere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Ho visto dalle parole di Dio che devo aprire il cuore con i fratelli e sorelle, parlare di ciò che ho nel cuore, condividere la mia vera esperienza e evitare di mettermi in mostra con parole vuote. Quanto a me, non avevo fatto altro che parlare di vuote teorie, mettermi in mostra e ottenere l’ammirazione altrui. Le conseguenze erano molto chiare. Gli altri mi guardavano con ammirazione e invece di rendere testimonianza alle parole di Dio citavano le mie condivisioni. Nelle riunioni sentivo spesso gente dire cose come: “Grazie alla condivisione di fratello Matthew” o “Proprio come ha detto fratello Matthew”. Ho pensato a Paolo, che si metteva sempre sul piedistallo facendo sfoggio di sé e non rendeva testimonianza alle parole del Signore Gesù. In questo modo, i fedeli erano stati portati ad adorare Paolo e testimoniare le sue parole per 2.000 anni. Non stavo forse facendo la stessa cosa? Non ero forse sullo stesso cammino di un anticristo che si oppone a Dio? Avevo molta paura e odiavo me stesso. Ho recitato una preghiera: “O Dio, sto ripetendo di nuovo lo stesso errore. Le Tue parole mi hanno mostrato la via ma sto ancora seguendo Satana, appagando la mia vanità. Sto recitando di nuovo la parte di Satana. Dio, ho bisogno del Tuo aiuto. Ti prego, salvami!”
Una sera, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Sapete qual è il più grande tabù nel servizio che l’uomo rende a Dio? Alcuni leader e lavoratori desiderano sempre essere diversi, essere una spanna sopra agli altri, mettersi in mostra e trovare nuovi trucchi, così che Dio possa vedere quanto siano veramente capaci. Tuttavia, non si focalizzano sul comprendere la verità e sull’entrare nella realtà delle parole di Dio. Questo è il comportamento più sciocco che ci sia. Non è proprio questa la manifestazione di un’indole arrogante? […] Nel servire Dio, la gente vuole fare passi da gigante, compiere grandi cose, pronunciare parole fantastiche, svolgere lavori grandiosi, tenere grandi riunioni ed essere eccellenti leader. Se hai sempre ambizioni grandiose, allora violerai i decreti amministrativi di Dio; persone che fanno questo moriranno rapidamente. Se non ti comporti bene, non sei devoto e prudente nel servire Dio, prima o poi offenderai la Sua indole” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Leggere queste parole pronunciate da Dio mi ha lasciato tremante di paura. Attraverso questa rivelazione delle parole di Dio ho visto la mia folle ambizione e la mia aspirazione a grandiosi traguardi. Volevo presiedere le riunioni e sfoggiare la mia eloquenza. Amavo mettermi in mostra durante le riunioni e volevo l’adorazione di fratelli e sorelle, con la speranza che mi ritenessero una persona di buona levatura e profonda conoscenza. Spinto da questi desideri, volevo predicare e mettermi in mostra a ogni incontro a cui partecipavo, sperando che gli altri mi ammirassero. Amavo quel tipo di ruolo. Ma quando avevo letto “Se hai sempre ambizioni grandiose, allora violerai i decreti amministrativi di Dio; persone che fanno questo moriranno rapidamente”, il mio cuore aveva tremato e avevo provato un senso di paura nel profondo. Credevo di aver soddisfatto Dio in passato, ma mi rendevo conto di averLo disgustato. Desideravo solo ottenere grandi risultati, tenere incontri eccezionali, predicare nobili parole. Non stavo rendendo testimonianza a Dio né mettendo in pratica la verità, e non mi stavo assumendo un fardello per la vita dei fratelli e delle sorelle. Era tutto al fine di esaltare me stesso e avere un posto speciale nei cuori dei miei fratelli e sorelle. Questo avrebbe offeso l’indole di Dio. Nei “I dieci decreti amministrativi cui gli eletti di Dio devono obbedire nell’Età del Regno”, è scritto:
1. L’uomo non dovrebbe magnificare né esaltare sé stesso. Dovrebbe invece adorare ed esaltare Dio.
…………
8. Le persone che credono in Dio dovrebbero obbedire a Dio e adorarLo. Non esaltare né prendere ad esempio alcuna persona; non dare il primo posto a Dio, il secondo alle persone che ammiri e il terzo a te stesso. Nessuno dovrebbe occupare un posto nel tuo cuore, e non dovresti considerare le persone – in particolare quelle che ammiri – alla pari con Dio o Sue eguali. Ciò è intollerabile per Dio.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio
Dopo aver letto le parole di Dio, in cuor mio soffrivo terribilmente, e ho pensato che Dio non avrebbe mai potuto perdonarmi per aver offeso la Sua indole. Ho pregato: “Dio! Soffro moltissimo e provo tanto dolore. Non sapevo di star suscitando la Tua ira, e desidero pentirmi. O Dio! Cerco la Tua illuminazione per comprendere la Tua volontà”.
In preda alla paura, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Oggi Dio vi giudica, vi castiga e vi condanna, ma sappi che la ragione della tua condanna è che tu possa conoscere te stesso. Dio ti condanna, ti maledice, ti giudica e ti castiga affinché tu possa conoscere te stesso, affinché la tua indole possa cambiare e anche affinché tu possa conoscere quanto vali. Lo fa perché tu possa vedere che tutte le azioni di Dio sono giuste, che sono in accordo con la Sua indole e con le necessità della Sua opera, che Egli opera in conformità con il Suo piano di salvezza dell’uomo, e che Egli è il Dio giusto che ama, salva, giudica e castiga l’uomo. Se tu sapessi solo di essere di infimo livello, corrotto e disobbediente, ma non sapessi che Dio desidera rendere esplicita la Sua salvezza attraverso il giudizio e il castigo che Egli compie su di te oggi, allora non avresti modo fare esperienza e ancor meno saresti in grado di procedere oltre. Dio non è venuto per uccidere o per distruggere, bensì per giudicare, maledire, castigare e salvare. Prima della conclusione del Suo piano di gestione di seimila anni, prima che Egli renda manifesto l’esito di ogni categoria umana, l’opera di Dio sulla terra sarà compiuta ai fini della salvezza; sarà puramente destinata a rendere completi, da cima a fondo, coloro che Lo amano e a indurli a sottomettersi alla Sua autorità” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dovreste mettere da parte i benefici della posizione e comprendere la volontà di Dio di dare la salvezza all’uomo”). Leggendolo sono stato pervaso da un senso di pace. Pensavo di aver offeso Dio in un modo imperdonabile, ma non era così. Sebbene Dio stesse usando le Sue parole per giudicarmi e smascherarmi, non mi odiava né mi condannava. Voleva che mi pentissi e cambiassi. Sono riuscito a vedere l’indole giusta di Dio, e anche la Sua tolleranza e misericordia. Sapevo che questa volta dovevo cercare la verità ed eliminare la mia indole corrotta.
Poi ho letto un altro passo delle Sue parole: “Per essere una persona onesta, devi innanzitutto mettere a nudo il tuo cuore in modo che tutti lo vedano, osservino ciò che pensi e guardino il tuo vero volto. Non devi provare a simulare o a mascherarti. Soltanto allora gli altri si fideranno di te e ti considereranno onesto. Questa è la pratica più fondamentale che ci sia, nonché un presupposto per essere una persona onesta. Se non fai che fingere, simulando santità, nobiltà, grandezza e un carattere elevato, se non permetti che le persone vedano la tua corruzione e i tuoi difetti, e se mostri loro un’immagine falsa, in modo che ti reputino dotato di integrità, grande, pieno di abnegazione, equo e altruista, questa non è forse disonestà e falsità? Con il tempo, le persone non saranno forse in grado di vederti per ciò che sei? Quindi non indossare un travestimento e non cercare di mascherarti. Al contrario, metti a nudo te stesso e il tuo cuore in modo che gli altri abbiano modo di vederli. Se sei in grado di mettere a nudo il tuo cuore, affinché gli altri possano vederlo, e tutti i tuoi pensieri e progetti, sia positivi che negativi, questa non è forse onestà? Se sai metterti a nudo affinché gli altri abbiano modo di vederti, allora anche Dio ti vedrà. Egli dirà: ‘Se ti sei messo a nudo affinché gli altri possano vederti, allora sei sicuramente onesto anche al Mio cospetto’. Se invece ti metti a nudo dinanzi a Dio soltanto quando sei nascosto alla vista degli altri, e quando sei in loro compagnia fingi sempre di essere grande e nobile, o altruista, che cosa penserà Dio di te? Che cosa dirà? Dirà: ‘Sei una persona davvero ingannevole. Sei un vero e proprio ipocrita e vile, e non sei affatto una persona onesta’. E di conseguenza ti condannerà. Se desideri essere una persona onesta, allora, a prescindere dal fatto che ti trovi al cospetto di Dio o degli altri, dovresti essere in grado di fornire un resoconto puro e aperto del tuo stato interiore e delle parole che hai nel cuore. È un risultato facile da ottenere? Richiede un periodo di addestramento, oltre a pregare spesso Dio e affidarsi a Lui. Devi addestrarti a dar voce a ciò che hai nel cuore con semplicità e onestà in tutte le questioni. Con questo tipo di addestramento, puoi fare progressi” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La pratica fondamentale per essere una persona onesta”). Leggere questo passo della parola di Dio mi ha aiutato a capire cosa Dio volesse da me. Desiderava che fossi una persona onesta. In altre parole, dovevo imparare a esporre la mia corruzione e i miei pensieri sinceri agli altri in modo che potessero vedere le mie debolezze e le mie carenze. Se avessi continuato a esaltarmi senza rivelare le mie debolezze e i miei fallimenti, avvalendomi invece delle condivisioni e delle riunioni per mettermi sempre in mostra, sarei stato estremamente disonesto. Avrebbe significato ingannare i miei fratelli e sorelle. Quel giorno ho capito che dovevo assolutamente essere una persona onesta. Ho anche acquisito una certa comprensione delle mie idee sbagliate. Pensavo che un leader dovesse essere una persona eroica e senza debolezze, come un dirigente nel mondo esterno, di un livello superiore agli altri, migliore degli altri. Ma non è questo il genere di leader che Dio vuole. Dio vuole persone semplici, oneste, persone in grado di aprirsi sulla loro corruzione e sui loro difetti, persone che amano e praticano la verità. Lo scopo della loro condivisione non è mettersi in mostra, bensì avvalersi della propria esperienza per aiutare fratelli e sorelle. Mi sono ricordato di ciò che ha detto il Signore Gesù: “Ma voi non vi fate chiamare ‘Rabbì’; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. […] Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra guida, il Cristo; ma il maggiore tra di voi sia vostro servitore. Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato” (Matteo 23:8-12). Mi sono reso conto che un leader svolge il ruolo di un servo, un servo con una forte responsabilità. Egli deve sempre tener conto di questa sua responsabilità in qualsiasi circostanza, e la responsabilità è quella di irrigare e sostenere i fratelli e le sorelle e cercare la verità per aiutarli a risolvere i problemi. Un leader non è un funzionario e non è al di sopra di nessuno. Io invece avevo finto sempre, sin da quando ero stato nominato leader, sperando che gli altri mi ammirassero e idolatrassero. Non era forse andare contro i requisiti di Dio? Dio è il Creatore, e tutti gli uomini, indipendentemente da quanto sia elevato o umile il loro rango, sono creature e devono adorare il Creatore. Conoscevo il mio ruolo e la mia responsabilità, sapevo di dovermene stare al posto di un essere creato e svolgere correttamente il mio dovere. Da quel momento in poi ho cambiato mentalità e ho iniziato a praticare consapevolmente l’onestà. Quando notavo che mi stavo esaltando e mettendo in mostra, mi aprivo e mettevo consapevolmente a nudo la mia corruzione e i miei difetti. A volte era doloroso, ma mi mostrava quanto in realtà fossi disonesto. Ho constatato che avevo davvero ingannato i fratelli e le sorelle. Più mi aprivo, più distinguevo il mio vero io e la mia vera levatura. Ho capito di non essere mai stato elevato e potente come avevo creduto. In passato, in ogni mia condivisione con fratelli e sorelle, mi ero sempre esaltato, incoraggiando e aiutando gli altri con la dottrina. Ora invece cominciavo a condividere il mio vero stato con fratelli e sorelle, ad aprire loro il cuore durante la condivisione. Comportandomi così, non mi sentivo più intelligente degli altri. Anzi, ero in grado di imparare dalle loro esperienze e di ottenere illuminazione dalle loro condivisioni. Prima non prestavo quasi mai attenzione alle condivisioni degli altri, nell’arrogante presunzione di essere io a fornire loro un’illuminazione. Ora che avevo conversazioni sentite con ognuno di loro, ero in grado di ascoltare davvero le esperienze e la conoscenza che comunicavano. Ero meno altezzoso e presuntuoso e riuscivo a rapportarmi con loro alla pari. La mia ragionevolezza stava diventando normale e nelle condivisioni fatte durante le riunioni riuscivo ad aprirmi col cuore. Sono così grato a Dio per questo cambiamento avvenuto in me.
Ancora oggi a volte mi ritrovo a far sfoggio di me e questo mi fa vedere fino a che punto Satana mi abbia corrotto, che non è solo una cosa passeggera: è nelle mie ossa e nel mio sangue. Devo leggere di più le parole di Dio, sperimentare il giudizio e le rivelazioni delle Sue parole, arrivare a conoscere la mia corruzione e i miei difetti, riuscire a liberarmi dalla mia indole satanica ed essere salvato da Dio. Sia lodato Dio Onnipotente!