8. Pratica la verità anche se offende gli altri
Nel maggio 2020, ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Ricercavo con entusiasmo e svolgevo attivamente i miei doveri. Dieci mesi dopo, sono stata eletta leader della chiesa. In quel periodo percepivo molta pressione. Mi sentivo ancora giovane e ritenevo la mia comprensione della verità superficiale, quindi temevo di non essere all’altezza di un simile dovere. Così ho pregato Dio. Poi, ho ripensato a un passo della Sua parola: “Devi credere che tutto è nelle mani di Dio e che le persone stanno solo collaborando. Se sei sincero, Dio lo vedrà e ti aprirà una via d’uscita in ogni situazione. Nessuna difficoltà è insormontabile; devi avere questa fede. Pertanto, quando adempi ai tuoi doveri, non è necessario avere dubbi. A patto che tu dia il massimo con tutto il cuore, Dio non ti metterà in difficoltà né ti darà da fare più di quanto sai gestire” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Nel credere in Dio, la cosa più importante è mettere in pratica e sperimentare le Sue parole”). La parola di Dio mi ha dato fede e ho capito che Egli scruta nel cuore delle persone. Fintanto che avessi sinceramente avuto a cuore la volontà di Dio e fatto del mio meglio, Egli mi avrebbe guidata. Con questa consapevolezza, ho smesso di sentirmi vincolata e ho iniziato a dedicarmi al mio dovere con tutta me stessa.
In seguito, è capitato che la chiesa avesse urgente bisogno di formare due diaconi del Vangelo. Ho constatato che fratello Kevin possedeva buona levatura, partecipava attivamente alle riunioni e afferrava i principi della diffusione del Vangelo. E poi c’era sorella Janelle, che era attiva e produttiva nei suoi doveri. Rispetto agli altri, loro due sembravano adatti a quel dovere, e la mia leader era d’accordo con me. Così li ho nominati entrambi diaconi del Vangelo. Dopo un po’ di tempo, hanno acquisito familiarità con l’incarico, così li ho autorizzati a svolgere i loro doveri in modo autonomo e ho dedicato tutta la mia energia al lavoro di irrigazione. Dopo qualche settimana, sono venuta a sapere che alcuni di coloro che avevano da poco accolto il Vangelo avevano lasciato il gruppo di riunione, mentre altri tra quelli che diffondevano il Vangelo avevano nei loro doveri delle difficoltà che non riuscivano a risolvere. Vedendo tutti questi problemi emergere nel lavoro di evangelizzazione, ho cominciato a chiedermi: “Questi due diaconi del Vangelo stanno svolgendo del lavoro concreto?” Così, ho esaminato il loro lavoro in dettaglio. Ho scoperto che si limitavano a organizzare le cose, ma non eseguivano il lavoro in prima persona, non lo monitoravano, e nelle riunioni non risolvevano i problemi pratici, limitandosi invece ad ammonire ed esortare gli altri fratelli e sorelle a compiere il loro dovere in maniera adeguata. Questo faceva sì che i problemi dei fratelli e delle sorelle rimanessero irrisolti. Venire a sapere di questa situazione mi ha molto delusa. Mi sono chiesta: “In quanto diaconi della chiesa, non manifestano negligenza non risolvendo i problemi pratici?” Ho inoltre appurato che fratello Kevin, invece di svolgere un lavoro adeguato, amava molto lo svago, mentre sorella Janelle era stata piuttosto pigra e irresponsabile nei suoi doveri per tutto quel periodo. All’inizio volevo tenere condivisione con loro ed evidenziare le carenze nei loro doveri; ma, dal momento che eravamo sempre andati molto d’accordo, temevo che questo potesse compromettere il nostro rapporto. Se avessi messo in rilievo i loro problemi, cosa avrebbero pensato di me? Non avrebbero forse affermato che non vedevo i loro sforzi, che mi concentravo solo sulle loro mancanze e che ero priva di cuore? Speravo che i fratelli e le sorelle mi ritenessero una brava persona, comprensiva e premurosa. Non volevo rovinare la mia reputazione a causa di quell’inconveniente. Se quei due diaconi non lo avessero saputo accettare e fossero diventati negativi e maldisposti verso l’adempimento dei loro doveri, i miei fratelli e le mie sorelle non mi avrebbero ritenuta incapace di svolgere il lavoro di leader? Non mi avrebbero reputata una pessima leader? Se la mia leader fosse venuta a saperlo, avrebbe anche potuto trattarmi. Ma mi sono detta che, avendo in carico il lavoro della chiesa, era mia responsabilità far notare i loro problemi in modo che potessero riflettere e acquisire una qualche conoscenza. Ero combattuta, e alla fine non sono riuscita a parlare. Ho invece inviato loro alcune parole di Dio come incoraggiamento e conforto e tenuto una blanda condivisione in merito a come svolgere bene il proprio dovere. Dopo averlo fatto, sono stata assalita dal senso di colpa. Mi sentivo ipocrita e falsa.
Una notte, non riuscivo a dormire perché continuavo a pensare: “Il lavoro di evangelizzazione non sta producendo risultati per colpa mia. Ho visto due diaconi del Vangelo dimostrarsi irresponsabili nei loro doveri, non risolvere i problemi pratici e far sì che fratelli e sorelle diventassero improduttivi. Alcuni di loro sono precipitati in uno stato negativo e dei neofiti hanno abbandonato il gruppo di riunione, eppure io non ho messo in evidenza i problemi dei due diaconi”. Mi sentivo profondamente in colpa e non sapevo cosa fare, così ho pregato sinceramente Dio, cercando la Sua illuminazione e chiedendoGli di guidarmi a risolvere quel problema. Dopo aver pregato, ho guardato il video di una testimonianza esperienziale, contenente delle parole di Dio che mi hanno dato grande ispirazione. Dio Onnipotente dice: “La coscienza e la ragione dovrebbero essere le componenti dell’umanità di una persona. Sono entrambe le cose più fondamentali e della massima importanza. Che razza di persona è un individuo che manca di coscienza e che non ha la ragione dell’umanità normale? In generale, è una persona che manca di umanità, che possiede un’umanità estremamente scarsa. In dettaglio, quali manifestazioni di umanità carente mostra questa persona? Proviamo ad analizzare quali caratteristiche possiedono persone del genere e quali manifestazioni specifiche presentano. (Sono egoiste e meschine.) Le persone egoiste e meschine sono superficiali nelle loro azioni, e non si lasciano coinvolgere da nulla che non le interessi personalmente. Non considerano gli interessi della casa di Dio, né mostrano rispetto per la Sua volontà. Non si assumono mai il fardello di assolvere il loro dovere o testimoniare per Dio, e non hanno alcun senso di responsabilità. […] Vi sono persone che non si assumono alcuna responsabilità, indipendentemente dal dovere che svolgono. E non riferiscono tempestivamente ai loro superiori dei problemi che scoprono. Quando vedono gli altri essere d’intralcio e di disturbo, chiudono un occhio. Quando vedono qualcuno di malvagio compiere il male, non cercano di fermarlo. Non proteggono gli interessi della casa di Dio, né si preoccupano di sapere quale sia il loro dovere e la loro responsabilità. Nel compiere il loro dovere, persone simili non svolgono alcun lavoro reale; sono compiacenti e bramose di comodità; parlano e agiscono solo per la loro vanità, la loro reputazione, il loro prestigio e i loro interessi, e sono disposti a dedicare tempo e sforzi solo a cose che procurano loro un tornaconto” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Lette le parole di Dio, mi sono sentita molto triste. In passato, ero sempre stata convinta di possedere una buona umanità, di aver aiutato pazientemente i miei fratelli e sorelle, e di aver agito sempre nel rispetto dei sentimenti degli altri, per non ferirli. Mi ritenevo rispettosa della volontà di Dio e una brava persona. Tuttavia, quando ho visto quei due diaconi comportarsi da irresponsabili nei loro doveri e rallentare il lavoro della chiesa, non ho salvaguardato gli interessi della chiesa e non ho evidenziato le loro mancanze. Al contrario, li ho assecondati perché avevo paura che mettere in rilievo i loro problemi potesse compromettere il nostro rapporto. Temevo inoltre che la mia leader mi avrebbe criticata se li avessi fatti sprofondare in uno stato negativo, e che i miei fratelli e sorelle avrebbero perso stima di me. Per difendere la mia immagine, il mio prestigio e i miei interessi personali, ho preferito rallentare il lavoro della chiesa. Questo non era affatto tener conto della volontà di Dio, e non ero una brava persona. Infatti, le persone dotate di buona umanità sono oneste, sanno mettere in pratica la verità e proteggere gli interessi della chiesa, e, quando gli altri manifestano delle carenze, hanno il coraggio di condividere con loro e di metterli a nudo, aiutandoli a cambiare. Trattano i loro fratelli e sorelle con cuore sincero. Invece io, quando ho visto i problemi di quei diaconi, non ho detto nulla e non li ho evidenziati, permettendo che il lavoro della chiesa ne risentisse per salvaguardare i miei interessi personali. La mia umanità era davvero scarsa. Mi vergognavo della mia mancanza di coscienza e di normale umanità.
In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha fornito una maggiore comprensione di me stessa. Dio Onnipotente dice: “Alcuni leader della chiesa, nel vedere i fratelli o le sorelle compiere il loro dovere in modo negligente e frettoloso, non li rimproverano anche se dovrebbero farlo. Quando vedono qualcosa che è chiaramente dannoso per gli interessi della casa di Dio, fanno finta di niente e non effettuano indagini per non recare la minima offesa agli altri. In realtà, non dimostrano di tenere in considerazione le debolezze delle persone; il loro intento è invece quello di conquistare la gente. Ne sono pienamente consapevoli, e pensano: ‘Se continuo così e non reco offesa a nessuno, penseranno che sia un bravo leader. Avranno una buona e alta opinione di me. Mi apprezzeranno e ameranno’. A prescindere dai danni arrecati agli interessi della casa di Dio, e da quanto gravemente i Suoi eletti siano ostacolati nell’ingresso nella vita, o da quanto sia disturbata la loro vita nella chiesa, i leader di questo tipo persistono nella loro filosofia satanica e non recano offesa a nessuno. Non c’è mai un senso di rimorso nel loro cuore. Vedendo una persona provocare intralcio e disturbo, tutt’al più potrebbero di sfuggita menzionare con noncuranza la questione, e poi accantonarla. Non condividono sulla verità, non evidenziano l’essenza del problema di tale persona, e tantomeno ne analizzano lo stato. Non comunicano mai qual è la volontà di Dio. I falsi leader non espongono né analizzano mai il tipo di errori che le persone spesso commettono o l’indole corrotta che spesso rivelano. Non risolvono alcun problema reale; anzi, tollerano sempre la cattiva condotta e le manifestazioni di corruzione delle persone e, per quanto le persone siano negative o deboli, rimangono indifferenti, limitandosi a predicare alcune parole e dottrine, a fare qualche esortazione sommaria, cercando di evitare i conflitti. Di conseguenza, i prescelti di Dio non riflettono su se stessi e non cercano di conoscersi, non apprendono come risolvere la rivelazione della propria indole corrotta, e vivono tra parole, dottrine, nozioni e fantasie, senza alcun ingresso nella vita. Nel loro cuore, credono persino questo: ‘Il nostro leader mostra addirittura più comprensione per le nostre debolezze di quanto faccia Dio. Forse la nostra statura è troppo piccola per soddisfare le richieste di Dio, ma ci basta soddisfare i requisiti del nostro leader; se obbediamo al nostro leader, stiamo obbedendo a Dio. Se un giorno il Supremo sostituirà il nostro leader, allora ci faremo sentire; per mantenere il nostro leader e impedire che il Supremo lo sostituisca, negozieremo con il Supremo e lo costringeremo ad accontentare le nostre richieste. In questo modo ci comporteremo bene con il nostro leader’. Quando le persone hanno simili pensieri nel cuore, quando hanno un tale rapporto con il leader e nel loro cuore provano dipendenza, ammirazione e venerazione nei suoi confronti, allora arrivano ad avere una fiducia sempre maggiore in questo leader, vogliono ascoltare le sue parole e smettono di cercare la verità in quelle di Dio. Un tale leader ha quasi preso il posto di Dio nel cuore delle persone. Se un leader è intenzionato a mantenere un simile rapporto con il popolo eletto di Dio, se ne trae un sentimento di godimento nel suo cuore, se crede che gli eletti di Dio debbano trattarlo così, allora non c’è alcuna differenza tra lui e Paolo, e ha già intrapreso il cammino di un anticristo. Il popolo eletto di Dio è già stato ingannato dagli anticristi ed è privo di discernimento. […] Gli anticristi non svolgono un vero lavoro, non condividono la verità e non risolvono i problemi, non guidano le persone a nutrirsi delle parole di Dio e a entrare nella verità realtà. Si adoperano solo per il prestigio e la fama, si preoccupano solo di affermare se stessi, di proteggere il posto che occupano nel cuore delle persone e di indurre tutti ad adorarli, a venerarli e a seguirli: questi sono gli obiettivi che vogliono raggiungere. È così che gli anticristi cercano di conquistare le persone e di controllare i prescelti di Dio. Tale modo di operare non è forse malvagio? È ripugnante!” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 1 – Cercano di conquistare le persone”). Dopo aver letto questo passo, sono stata assalita da una violenta ondata di imbarazzo, perché le parole di Dio avevano rivelato precisamente il mio stato. Vedevo chiaramente che i due diaconi non stavano svolgendo un lavoro pratico, e che la questione era grave. Avrei dovuto tenere condivisione con loro utilizzando le parole di Dio in cui si giudica e si rivela l’indole corrotta delle persone, in modo che potessero tempestivamente conoscere i loro problemi e cambiare il loro atteggiamento verso il dovere, risparmiando così continui ritardi al lavoro della chiesa. Invece, per fare buona impressione su di loro e convincerli che fossi una leader valida, non ho esposto l’essenza dei loro problemi, mi sono limitata a delle parole di Dio confortanti per incoraggiarli, con il risultato che i loro problemi non sono stati risolti in modo tempestivo. Questo ha influito sul lavoro della chiesa e ha persino portato alcuni tra coloro che avevano appena accolto il Vangelo ad abbandonare il gruppo di riunione. Mi sono resa conto di essere io la principale responsabile di quanto accaduto. Il dovere di un leader è quello di supervisionare e monitorare il lavoro dei diaconi della chiesa e dei capigruppo, e di risolvere rapidamente i problemi. Dobbiamo conoscere le situazioni dei nostri fratelli e sorelle e, quando scopriamo che qualcuno nell’adempimento del suo dovere viola i principi o compromette il lavoro della chiesa, dovremmo condividere e aiutarlo amorevolmente. Se la nostra comunione ripetuta non bastasse a cambiare le cose, dovremmo potarlo, trattarlo o rimuoverlo. È questo l’unico modo per tutelare il lavoro della chiesa. In quanto leader della chiesa, non ero stata affatto responsabile nel mio dovere, e non avevo agito come un leader. Che differenza c’era tra me e i falsi leader che non svolgevano alcun lavoro reale? Provavo vergogna e tristezza. Se avessi fatto comunione ed esposto i loro problemi, non avrei causato quelle perdite al lavoro della chiesa. I problemi attuali erano stati provocati della mia negligenza. Non avevo aiutato i miei fratelli e sorelle a capire la verità e non avevo saputo condurli davanti a Dio. Mi interessava solamente che mi approvassero e mi proteggessero, così da creare una buona immagine di me nei loro cuori e guadagnare prestigio. Stavo percorrendo il cammino di un anticristo, opponendomi a Dio. Senza il giudizio e il castigo della parola di Dio, non so quanto altro male avrei potuto commettere.
Una volta riconosciuto questo, mi sono pentita delle mie azioni, quindi ho pregato Dio sinceramente: “Dio, non mi ero resa conto che il mio egoismo potesse arrecare un tale danno al lavoro della chiesa e mettere in pericolo la vita dei miei fratelli e sorelle. Sono indegna di un lavoro così importante. Dio, desidero pentirmi, Ti prego di guidarmi nella riflessione affinché conosca me stessa. Non voglio ripetere gli stessi errori”. Dopo aver pregato, il mio stato è leggermente migliorato, ma provavo ancora un profondo senso di colpa. Mi sentivo una peccatrice, come se tutto quello che facevo rappresentasse Satana, e non potessi essere salvata e per me non ci fosse speranza. In quel momento, una sorella ha inviato un passo delle parole di Dio nella chat di gruppo. La parola di Dio dice: “Si può dire che le tue numerose esperienze di fallimento, di debolezza e i tuoi momenti di negatività siano tutte prove di Dio. Il motivo è che tutto viene da Dio, e tutte le cose e gli eventi sono nelle Sue mani. Se fallisci o sei debole e inciampi, tutto dipende da Dio ed è sotto il Suo dominio. Dal punto di vista di Dio, questo è un metterti alla prova, e se tu non te ne rendi conto, diverrà tentazione. Ci sono due stati che gli uomini dovrebbero riconoscere: uno viene dallo Spirito Santo, e la probabile fonte dell’altro è Satana. Uno è uno stato in cui lo Spirito Santo ti illumina e ti permette di conoscerti, di detestare e provare rimorso per te stesso e di essere capace di un autentico amore per Dio, di dedicare il tuo cuore a soddisfarLo. L’altro è uno stato in cui pur conoscendoti sei negativo e debole. Si potrebbe dire che questo stato sia contemporaneamente il raffinamento di Dio e la tentazione di Satana. Se riconosci che questa è la salvezza operata da Dio in te e senti di esserGli profondamente debitore; se ti riprometti d’ora in poi di ripagarLo senza più cadere in un tale livello di depravazione, di sforzarti di nutrirti delle Sue parole, se ti consideri sempre manchevole e hai un cuore colmo di desiderio, si tratta allora della prova di Dio. Dopo che la sofferenza sarà finita e tu avrai ricominciato il cammino Dio ti guiderà, ti rischiarerà, ti illuminerà e ti nutrirà ancora. Ma se non lo riconoscerai e sarai negativo abbandonandoti semplicemente alla disperazione, se la penserai in questo modo, sarà scesa su di te la tentazione di Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Dopo aver letto questo passo delle parole di Dio, mi sono sentita confortata, e avevo una via di pratica. Quando in precedenza avevo letto le severe parole di Dio, in cui veniva messa a nudo la mia indole corrotta, mi ero sentita come se fossi stata condannata e non avessi speranza di essere salvata, per questo ero diventata negativa e debole. Invece, quando ho letto questo passo, ho compreso la volontà di Dio. Se le persone nei loro doveri non difendono gli interessi della chiesa e vengono smascherate e trattate, è normale che si sentano negative e deboli. Se fossi stata in grado di cercare la verità nel mio fallimento e riflettere su me stessa, avrei avuto la possibilità di apprendere una lezione. Se invece fossi diventata negativa, mi fossi isolata, mi fossi arresa alla disperazione o mi fossi rassegnata, sarei caduta nell’inganno di Satana e avrei ceduto alla tentazione. Le parole di Dio di giudizio e rivelazione hanno lo scopo di purificare e salvare le persone. Dio voleva che conoscessi me stessa, che imparassi dai miei fallimenti e che non fossi dominata da un’indole satanica. Era per me un bene, un’opportunità di crescita nella vita. Dopo essermene resa conto, ho smesso di essere negativa e di fraintendere Dio. Ero bendisposta a svolgere il mio dovere secondo la parola e i principi di Dio. Non avrei più difeso la mia fama, la mia reputazione e il mio prestigio.
In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Dovete sapere che Dio ama coloro che sono onesti. In sostanza, Egli è leale, quindi ci si può sempre fidare delle Sue parole. Inoltre, le Sue azioni sono irreprensibili e indiscutibili: ecco perché Dio apprezza coloro che sono del tutto onesti con Lui. Onestà significa donare il vostro cuore a Dio, mai imbrogliarLo, essere sinceri con Lui in ogni cosa, aperti con Lui in ogni cosa, senza mai nascondere la verità, senza tentare di ingannare i superiori e i subordinati e senza fare le cose solo per ingraziarsi Dio. In breve, essere onesti vuol dire essere puri nelle vostre azioni e parole, e non ingannare né Dio né gli uomini” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Tre ammonimenti”). “Non fare sempre cose per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione la volontà di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato devoto, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso, e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Attraverso le Sue parole, ho capito che Dio odia i falsi e ama i sinceri. Le persone sincere sono capaci di proteggere gli interessi della chiesa, di assumersi la responsabilità della vita dei loro fratelli e sorelle e di svolgere adeguatamente il proprio dovere. Dovevo mettere da parte il mio orgoglio e il mio prestigio, dare priorità agli interessi della chiesa e praticare la verità nel condividere con quei due diaconi e smascherarli, per far sì che si rendessero conto della gravità dei loro problemi, si pentissero sinceramente e tornassero a comportarsi in modo responsabile. Se non fossero riusciti a cambiare neanche dopo le mie condivisioni, sarebbe stata mia responsabilità sostituirli e tutelare il lavoro della chiesa.
A quel punto, ho cominciato da fratello Kevin: ho selezionato delle parole di Dio e tenuto condivisione con lui, affinché sapesse che le cattive tendenze sociali sono tentazioni di Satana e che avrebbe dovuto abbandonare le sue inclinazioni carnali e dedicarsi al suo dovere con tutto sé stesso; solo questo sarebbe stato conforme alla volontà di Dio. Poi, ho condiviso con sorella Janelle, le ho fatto notare la sua mancanza di sollecitudine e di responsabilità nell’adempimento dei suoi doveri, e le ho suggerito di tenere in considerazione la volontà di Dio. Dopo la mia comunione, entrambi erano intenzionati a cambiare il loro atteggiamento verso il dovere. Col tempo, fratello Kevin ha operato alcuni cambiamenti; quando si è trovato di nuovo davanti alla tentazione, è riuscito a rinunciare consapevolmente alla propria carne. Anche sorella Janelle è diventata più solerte nel suo dovere. Di fronte a tali risultati, mi sono rimproverata per non aver evidenziato prima i loro problemi. Ho anche visto che la parola di Dio non rende le persone negative, e che chi sa accettare la verità sa anche conoscere sé stesso, pentirsi veramente e compiere meglio il proprio dovere. Sono molto felice di aver fatto questa esperienza. L’illuminazione e la guida delle parole di Dio mi hanno fornito una certa comprensione della mia corruzione. Ho anche sperimentato che le parole espresse da Dio Onnipotente sono la verità, e possono davvero cambiare e salvare le persone. Lode a Dio Onnipotente!