24. Dopo che tutti sono stati promossi tranne me
Nel gennaio 2021, il progetto di cui ero responsabile stava per concludersi. Fratelli e sorelle sono stati gradualmente trasferiti ad altri doveri finché non siamo rimasti solo io e alcuni collaboratori a terminare il lavoro. All’epoca pensavo che, anche se non c’era molto lavoro da fare, dovevo portarlo a termine con coscienza. Sorprendentemente, un giorno ho saputo che una mia collaboratrice era stata promossa a responsabile dell’opera evangelica. Questo mi ha sconvolta e mi ha fatto provare amarezza. “Perché non sono stata promossa? Non potrei essere anch’io un supervisore?” Ma poi ho pensato: “Forse i leader credono che lei sia una lavoratrice più capace ed è per questo che è stata promossa per prima. Comunque, il mio lavoro qui non è ancora finito, una volta ultimato il lavoro, probabilmente ci verranno assegnati nuovi doveri”. Ma dopo poco tempo diversi altri collaboratori sono stati gradualmente promossi a supervisori e alcuni di loro sono stati addirittura eletti leader. Apprendere questa notizia mi ha messa ancora di più a disagio. “Sono diventati tutti leader, lavoratori o supervisori, ma io non mi sono affatto mossa. Devo persino prendere in mano tutto ciò su cui stavano lavorando, e sembra che sarò responsabile di tutto questo fino alla conclusione. Abbiamo fatto tutti lo stesso lavoro, allora perché loro sono stati tutti promossi e io no? Sono davvero così male? Ora, io sono la peggiore di tutti loro. I miei leader pensano che non valga la pena coltivarmi? Hanno qualche pregiudizio nei miei confronti? Non ho proprio voglia di occuparmi del loro lavoro, più incarichi assumo, meno sarò in grado di svolgere altri tipi di lavoro. Quando avrò terminato questo compito, i miei collaboratori conosceranno già il loro lavoro e avranno già assimilato alcuni principi. Se in seguito sarò mandata a predicare il Vangelo o a irrigare i nuovi arrivati, e il mio precedente collaboratore diventa il mio supervisore, un divario così grande sarà davvero imbarazzante!” Più ci pensavo, più mi sentivo offesa. Quando fratelli e sorelle mi hanno chiesto di subentrare nei loro compiti, ero molto contraria. Dentro di me c’era della rabbia repressa e non volevo farlo. Per più di due giorni non ho provato a imparare a svolgere i compiti che mi avevano assegnato. Non mi importava molto del mio lavoro, ho rimandato la prosecuzione dell’attività e non ho pensato a quali problemi andavano risolti o a come fare bene le cose. Il lavoro pertanto procedeva molto lentamente. Sebbene sapessi che avrei dovuto sottomettermi alle disposizioni della chiesa, mi sentivo apatica, avvilita e scoraggiata. Ero sempre demotivata a svolgere il mio dovere. Mi sono resa conto che il mio stato era sbagliato, così mi sono presentata davanti a Dio per pregare, chiedendo la Sua rivelazione e la Sua illuminazione affinché io potessi arrivare a conoscere me stessa.
Dopo aver pregato, ho letto un brano delle parole di Dio che mi ha dato una certa conoscenza del mio stato. Le parole di Dio affermano: “In questo momento, tutti voi svolgete il vostro dovere a tempo pieno. Non siete limitati né vincolati da famiglia, matrimonio o ricchezze. Siete già emersi da queste cose. Tuttavia le nozioni, le fantasie, la conoscenza e gli intenti e i desideri personali che vi riempiono la testa restano completamente intatti. Quindi, quando si tratta di qualcosa che riguarda la reputazione, il prestigio o un’opportunità di eccellere. Per esempio quando sentite che la casa di Dio ha in programma di nutrire vari tipi di individui di talento, ognuno di voi ha un tuffo al cuore alla sola idea, ognuno di voi vuole sempre farsi un nome e mettersi sotto i riflettori. Volete tutti lottare per il prestigio e la reputazione. Ve ne vergognate, ma vi sentite male se non lo fate. Provate invidia e odio e vi lamentate ogni volta che vedete qualcuno distinguersi e pensate che non è giusto: ‘Perché io non riesco a emergere? Perché sono sempre gli altri a rubare la scena? Perché non è mai il mio turno?’ E, dopo aver provato risentimento, cercate di reprimerlo, ma non ci riuscite. Pregate Dio e vi sentite meglio per un po’ ma, quando vi ricapita questo tipo di situazione, di nuovo non riuscite a superarla. Questa non è forse una manifestazione di una statura immatura? Quando si è in preda a questi stati, non si è forse caduti nella trappola di Satana? Queste sono le catene della natura corrotta di Satana che legano gli esseri umani. […] più lotti, più il tuo cuore diventerà tenebroso e maggiori saranno l’invidia e l’odio che proverai, e il tuo desiderio di ottenere queste cose non potrà che crescere. Più forte è il tuo desiderio di ottenerle meno ci riuscirai e, quando ciò accadrà, il tuo odio aumenterà. All’aumentare del tuo odio, crescerà l’oscurità nel tuo animo. Più sarai tenebroso interiormente, peggiore sarà il tuo rendimento nello svolgere il dovere; peggiore sarà il tuo rendimento nello svolgere il dovere, meno utile diventerai per la casa di Dio. Questo è un circolo vizioso concatenato. Se non svolgi mai bene il tuo dovere, finirai per essere gradualmente eliminato” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). La parola di Dio ha esposto il mio stato. Opponevo resistenza e mi sentivo così riluttante in quei giorni perché il mio desiderio di prestigio non era stato soddisfatto. Quando ho visto che i miei collaboratori venivano promossi, il mio cuore si è agitato. Speravo anche io di essere promossa, così da ottenere prestigio e grande stima della gente. Quando ho capito che i miei leader non avevano intenzione di promuovermi e mi hanno fatto subentrare nel lavoro dei miei collaboratori, ero gelosa e ho sospettato che i leader avessero dei pregiudizi nei miei confronti, o addirittura mi disprezzassero. Quando ho pensato di essere la peggiore agli occhi dei miei leader e che molti dei miei collaboratori erano stati promossi a leader o a supervisori, mentre io non ricoprivo nessuna posizione, ero infelice e sprezzante. Ho persino sfogato la mia rabbia sul mio dovere. Non ho mostrato alcuna preoccupazione verso i compiti che mi erano stati assegnati e non ho messo il cuore nel mio lavoro. Dio era veramente disgustato nel vedermi vivere in questo stato di ribellione! Ho ricordato come in precedenza avessi giurato di svolgere bene il mio dovere; ora, non appena avevo visto che gli altri venivano promossi e il mio desiderio di prestigio non era stato soddisfatto, ero diventata negativa e avevo perso interesse nel mio dovere. Il mio desiderio di prestigio era troppo forte! Ho dovuto cercare rapidamente la verità per eliminare il mio stato.
Dopo, ho letto alcune delle parole di Dio su come considerare la promozione e la cultura che mi hanno permesso di cambiare il mio stato. Le parole di Dio affermano: “Se ti ritieni adatto a essere un leader, in possesso del talento, della levatura e dell’umanità necessari al ruolo, eppure la casa di Dio non ti ha promosso e i fratelli e le sorelle non ti hanno eletto, come dovresti trattare la questione? Qui c’è un percorso di pratica che puoi seguire. Devi conoscere a fondo te stesso. Cerca di capire se il punto è che hai un problema con la tua umanità, o che la rivelazione di qualche aspetto della tua indole corrotta ripugna alle persone, o se è che sei privo della verità realtà e gli altri non ti trovano convincente, o che lo svolgimento del tuo dovere non all’altezza degli standard. Devi riflettere su tutto questo e vedere in cosa esattamente sei carente. Dopo aver riflettuto per un certo periodo di tempo e aver individuato il tuo problema, devi tempestivamente ricercare la verità per risolverlo, entrare nella verità realtà e sforzarti di ottenere un cambiamento e di crescere, in modo che, quando chi ti sta intorno lo vedrà, dirà: ‘In questi giorni è migliorato molto rispetto a prima. Lavora con solidità, prende sul serio la sua professione e presta particolare attenzione alle verità principi. Non agisce in modo impetuoso, né in modo superficiale, ed è più coscienzioso e responsabile nel suo lavoro. Di solito gli piaceva parlare in modo grandioso e si esibiva in continuazione, mentre ora tiene un profilo molto più basso e non più prepotente. Anche se è in grado di fare alcune cose, non se ne vanta e, quando ha finito di fare qualcosa, ci riflette su più volte, per paura di sbagliare. Agisce in modo molto più cauto di prima, ha un cuore che teme Dio e, soprattutto, è in grado di condividere la verità per risolvere alcuni problemi. In effetti, è cresciuto’. Coloro che ti circondano e hanno interagito con te per un po’ di tempo si rendono conto di quanto sono evidenti il tuo cambiamento e la tua crescita; nella tua vita umana e nel comportamento e nella gestione delle questioni, nel tuo atteggiamento verso il lavoro e nel modo in cui tratti le verità principi, ti impegni molto più di prima e sei rigoroso nel parlare e nell’agire. I fratelli e le sorelle vedono tutto questo e lo hanno a cuore. Forse allora potrai candidarti alle prossime elezioni e avrai una speranza di essere eletto leader. Se riuscirai davvero a svolgere un dovere importante, otterrai la benedizione di Dio. Se hai un vero fardello, possiedi tale senso di responsabilità e desideri fartene carico, allora affrettati a formarti. Concentrati sulla pratica della verità e impara ad agire secondo principio. Quando avrai esperienza di vita e sarai capace di scrivere articoli di testimonianza, sarai davvero cresciuto. E, se sarai in grado di testimoniare Dio, allora potrai certamente ricevere l’opera dello Spirito Santo. Se lo Spirito Santo opera su di te, significa che Dio ti guarda con favore e, con lo Spirito Santo a guidarti, presto si presenterà la tua opportunità. Forse ora porti un fardello, ma la tua levatura è insufficiente e la tua esperienza di vita troppo superficiale, e quindi, anche se dovessi diventare un leader, saresti incline a inciampare. Devi perseguire l’ingresso nella vita, eliminare prima di tutto i tuoi desideri smodati, essere volontariamente un seguace e arrivare a sottometterti veramente a Dio, senza parole di lamentela per qualsiasi cosa Egli orchestri o disponga. Quando sarai in possesso di una simile statura, la tua opportunità giungerà. Il fatto che tu voglia assumerti un pesante fardello, che te ne faccia carico, è una cosa buona. Dimostra che possiedi un cuore proattivo che cerca di progredire e che desideri tenere in considerazione le intenzioni di Dio e seguire la Sua volontà. Non si tratta di un’ambizione, ma di un autentico fardello; è la responsabilità di coloro che perseguono la verità e l’oggetto del loro perseguimento. Non hai motivi egoistici e non lo fai per il tuo bene, ma per testimoniare Dio e soddisfarLo, questo è quanto di più benedetto da Dio, ed Egli prenderà per te le disposizioni adeguate. […] L’intenzione di Dio è quella di ottenere un maggior numero di persone capaci di renderGli testimonianza; è quella di perfezionare tutti coloro che Lo amano e di creare il prima possibile un gruppo di persone che abbiano un cuore e una mente con Dio. Pertanto, nella casa di Dio, tutti coloro che perseguono la verità hanno grandi prospettive, e le prospettive di coloro che amano Dio sinceramente sono illimitate. Tutti dovrebbero comprendere le Sue intenzioni. È in effetti positivo portare questo peso, ed è qualcosa che chi è dotato di coscienza e ragione dovrebbe possedere, ma non tutti saranno necessariamente in grado di assumersi un fardello pesante. Da dove deriva questa discrepanza? Per quali che siano i tuoi punti di forza o le tue capacità, e per quanto alto possa essere il tuo quoziente intellettivo, ciò che è fondamentale sono il tuo perseguimento e il cammino che percorri” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (6)”). Ho capito dalla parola di Dio che la promozione e la cultura dipendono dal nostro perseguimento e dal nostro cammino. Se perseguiamo la verità e sopportiamo sinceramente un fardello, dimostriamo una certa levatura e talento, la chiesa ci offrirà opportunità di promozione e di cultura e ci permetterà di supervisionare alcuni lavori. Ma se non perseguiamo la verità, e invece perseguiamo sempre fama e prestigio, percorrendo il cammino sbagliato, allora anche se diventassimo leader non dureremmo a lungo. Ho applicato la parola di Dio a me stessa e mi sono vergognata. Mi sono resa conto che stavo agendo in modo del tutto irragionevole e che non conoscevo affatto me stessa. Pensavo di essere particolarmente capace e brava, e che, se le sorelle con cui collaboravo venivano promosse, significava che anch’io meritavo di essere promossa. Non ho riflettuto su me stessa e non sono giunta a comprendere se fossi effettivamente una persona che perseguiva la verità, se la mia umanità fosse idonea e se fossi veramente in grado di sopportare il fardello del lavoro. Invece, mi sono confrontata ciecamente con gli altri e ho perseguito una promozione. Ho sempre voluto dimostrare di essere brava quanto chiunque altro e ottenere uno status elevato per mettermi in mostra davanti a più persone e farmi ammirare dagli altri. Ho sempre svolto il dovere secondo le mie ambizioni e i miei desideri, quindi, anche se fossi diventata una leader o una lavoratrice, avrei lavorato comunque per la fama e il prestigio, e sarebbe stato impossibile fare bene il mio dovere. Il fatto che non fossi una leader era per me una protezione. Ho pensato a come qualcuno con un motivo sincero sarebbe in grado di sottomettersi, riflettere e conoscere se stesso, e accontentarsi di svolgere bene il proprio dovere in questa situazione. Rifletterebbe anche sulle sue mancanze e inadeguatezze, cercherebbe la verità per eliminare i suoi problemi, e si impegnerebbe per progredire e cambiare. Riflettendo su me stessa basandomi sulla parola di Dio, mi sono resa conto che in realtà avevo una levatura media e non perseguivo la verità. Ero semplicemente soddisfatta di terminare i miei compiti quotidiani e non mi concentravo sulla comprensione e sull’eliminazione della mia indole corrotta. Dopo anni di fede in Dio, ero ancora molto competitiva. Per quanto riguarda la mia reputazione e il mio prestigio, ero sempre preoccupata di guadagnarli o perderli; quando non ottenevo prestigio, sfogavo addirittura la rabbia sul mio dovere e ignoravo il lavoro. In che senso possedevo una qualche verità realtà? Nonostante questo, volevo comunque essere promossa. Non avevo davvero la minima conoscenza di me stessa! Sapevo che non avrei più dovuto perseguire ciecamente reputazione e prestigio. Dovevo essere sottomessa e svolgere il mio attuale dovere con semplicità. Questa è l’umanità e la ragione che avrei dovuto possedere. Quando l’ho capito, non ho più sentito il disturbo e i vincoli di questa situazione, e ho iniziato a fare normali progressi nel lavoro da svolgere. Ho anche iniziato a pensare a come eseguire il lavoro conclusivo in modo più dettagliato e approfondito, così da poter terminare senza rimpianti. Praticando in questo modo mi sono sentita molto sicura.
Dopo un po’ di tempo, la chiesa mi ha incaricato di supervisionare i lavori di irrigazione di una chiesa. Quando ho sentito questa disposizione, ho provato sentimenti contrastanti. Mi sentivo imbarazzata e mi vergognavo: avevo frainteso e fatto supposizioni sui miei leader sul fatto che avessero dei pregiudizi nei miei confronti e non mi avessero deliberatamente promossa né coltivata. Ciò era interamente conseguenza del mio forte desiderio di prestigio. Nei giorni successivi, quando mi sono imbattuta in cose che non comprendevo, ho cercato le risposte con i miei collaboratori e ho passato quasi tutto il mio tempo nell’attività di irrigazione. Ma dopo un po’, il lavoro non era stato molto efficace. Solo allora mi sono accorta di avere molte carenze. Mi sono anche resa conto che, nonostante il prestigio, era impossibile lavorare bene se non conoscevo la verità. Perciò mi sono vergognata ancora di più della mia grande ambizione di diventare una leader. In quel periodo, ho smesso di pensare a come farmi ammirare dagli altri; pensavo solo al modo in cui eseguire bene il lavoro di irrigazione. Avevo un atteggiamento più concreto nei confronti del mio dovere, quindi ho creduto di essere cambiata un po’ e che avrei potuto svolgere il mio dovere con facilità e proseguire con il mio compito specifico. Ma quando mi sono trovata di fronte a un ambiente diverso, il mio desiderio di prestigio è stato nuovamente esposto.
Nel giugno del 2021, la chiesa mi ha assegnato un altro progetto con un carico di lavoro maggiore e una scadenza ravvicinata. Nonostante le numerose difficoltà, grazie all’impegno congiunto, dopo qualche mese il nostro lavoro ha cominciato a diventare più efficace e alla fine abbiamo completato il doppio del lavoro rispetto all’anno precedente. Ero molto orgogliosa, e ho sentito di aver ricoperto un ruolo nel raggiungimento di questi risultati; se i leader avessero voluto promuovere qualcuno, probabilmente avrebbero pensato a me. Nei giorni successivi ho sentito molte volte che i leader discutevano di promuovere e coltivare le persone, e di tanto in tanto sentivo i nomi dei fratelli e delle sorelle che conoscevo. La mia mente ha ricominciato ad agitarsi: “Prima sono stata una leader e una lavoratrice e ultimamente sono stata efficace nel mio dovere, allora perché i leader non hanno preso in considerazione l’idea di promuovermi? I leader mi hanno capita a fondo e hanno deciso che non sono una persona che persegue la verità? Pensano che io sia una persona che sa gestire solo cose esterne? Se questo è quello che pensano, avrò mai la possibilità di essere promossa e coltivata?” Pensare questo mi faceva presagire un futuro cupo. Sentivo che, per quanto perseguissi, sarebbe sempre stato così: non avrei mai avuto alcuna speranza di essere promossa. Ho iniziato persino ad avere dei pregiudizi nei confronti dei leader. A volte, quando i leader mi parlavano, semplicemente li ignoravo. Dicevo il meno possibile e non mi piaceva nemmeno vedere le sorelle intorno a me. Avevo sempre un aspetto scontroso, non avevo molta voglia di parlare e volevo passare tutto il tempo da sola. Inconsciamente avevo smesso di sopportare un fardello nel mio dovere. Sentivo che, indipendentemente da quanto bene agissi, i leader non riuscivano a vedere i miei sforzi e il mio spendermi, allora perché dovevo lavorare così duramente? Avrei fatto solo il minimo indispensabile per sopravvivere.
Un giorno ho letto un passaggio della parola di Dio: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. […] Si può dire che, in cuor loro, gli anticristi credono che il perseguimento della verità nella loro fede in Dio coincida con il perseguimento della reputazione e del prestigio; che il perseguimento della reputazione e del prestigio sia anche il perseguimento della verità, e che ottenere reputazione e prestigio equivalga a ottenere la verità e la vita. Se sentono di non possedere reputazione, guadagni o prestigio, se sentono che nessuno li ammira, o li stima, o li segue, allora ne sono molto delusi, ritengono che credere in Dio non abbia senso, nessun valore, e si dicono: ‘Una simile fede in dio non è un fallimento? Non è forse vana?’ Spesso ponderano queste cose nei loro cuori, riflettono su come poter ritagliarsi un posto nella casa di Dio, su come poter acquisire un’elevata reputazione all’interno della chiesa, in modo che gli altri li ascoltino quando parlano, li sostengano quando agiscono e li seguano ovunque essi vadano; in modo da avere l’ultima parola nella chiesa e godere di fama, guadagno e prestigio: si concentrano davvero su queste cose in cuor loro. È questo che simili persone perseguono. Perché pensano sempre a cose di questo tipo? Dopo aver letto le parole di Dio, dopo aver ascoltato i sermoni, davvero non capiscono tutto ciò, davvero non sono in grado di discernerlo? Le parole di Dio e la verità non sono realmente in grado di cambiare le loro nozioni, idee e opinioni? No, nella maniera più assoluta. Il problema risiede in loro, tutto dipende dal fatto che non amano la verità, dal fatto che, nei loro cuori, provano avversione per la verità, e di conseguenza sono assolutamente refrattari alla verità, cosa che è determinata dalla loro natura essenza” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dalla parola di Dio ho capito che gli anticristi adorano particolarmente la fama e il prestigio e li considerano più importanti di qualsiasi altra cosa. Quando non ottengono prestigio, trovano noiosa la fede in Dio. Non hanno sincerità nella loro fede in Dio o nei doveri, e ancor meno agiscono per comprendere la verità. Al contrario, operano per ottenere fama e prestigio e per farsi ammirare e stimare da più persone. L’indole degli anticristi è particolarmente malvagia. Ho pensato a me stessa: ho sempre perseguito la volontà di essere promossa e coltivata, e quando le mie ambizioni e i miei desideri non sono stati soddisfatti sono diventata negativa e demotivata. Il mio perseguimento di fama e prestigio era già fuori dal mio controllo; avevo rivelato la stessa indole di un anticristo. Ho pensato a come, a scuola, assumevo i veleni satanici di “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso” e “Un soldato che non vuole essere un generale non è un buon soldato” come leggi della sopravvivenza, così ho cercato di ottenere i voti migliori. Se non fossi arrivata prima, avrei dovuto almeno essere una studentessa modello e guadagnarmi gli elogi e il rispetto dei miei compagni di classe e degli insegnanti. Dopo aver creduto in Dio, ho perseguito il prestigio come mio obiettivo, pensando che, se avessi avuto uno status elevato, avrei potuto ottenere un posto nella chiesa, avrei potuto far conoscere la mia presenza, far sì che più persone mi ammirassero, far sentire la mia voce. Quindi, quando il lavoro della chiesa ha richiesto urgentemente persone e i leader non mi hanno promossa, sono diventata negativa e infelice, non avevo più la spinta per svolgere il mio dovere, e sentivo persino che non c’era alcuna direzione o obiettivo da perseguire nella mia fede in Dio. Solo allora ho capito chiaramente che la ricerca della fama e del prestigio era diventata la mia natura. Non importa in quale gruppo di persone mi trovassi, desideravo sempre essere elogiata e ammirata dagli altri e odiavo essere lasciata indietro. Quando i leader mi hanno apprezzata e mi hanno promossa per svolgere un lavoro importante, ero molto soddisfatta e svolgevo il mio dovere in modo energico; senza il loro apprezzamento e la loro promozione, sono diventata negativa e ostile, me la sono cavata alla bell’e meglio nei miei doveri, sono andata alla deriva e ho persino voluto mollare tutto. Mi sono improvvisamente resa conto che se avessi continuato in quel modo sarei stata in serio pericolo!
Successivamente ho letto nella parola di Dio: “A Dio piacciono le persone che perseguono la verità, mentre le persone che Egli detesta di più sono quelle che perseguono la fama, il guadagno e il prestigio. Alcuni hanno davvero a cuore il prestigio e la reputazione, provano per essi un profondo attaccamento e non sopportano di rinunciarvi. Costoro ritengono sempre che senza prestigio e reputazione non vi siano gioia e speranza nella vita, che vi sia speranza in questa vita solo quando vivono per il prestigio e la reputazione e, anche se possiedono un minimo di fama, continueranno a lottare e non smetteranno mai. Se la tua mentalità e la tua visione sono queste, se il tuo cuore è colmo di tali cose, allora sei incapace di amare e perseguire la verità, non hai la giusta direzione e i giusti obiettivi nella tua fede in Dio, e non sei in grado di perseguire la conoscenza di te stesso, di eliminare la corruzione e di vivere un’immagine umana; nello svolgimento del tuo dovere tendi a lasciar correre, sei privo di senso di responsabilità e ti accontenti solo di non commettere il male, di non causare disturbo, di non essere allontanato. Potrebbero mai simili persone svolgere il loro dovere in modo accettabile? E potrebbero mai essere salvate da Dio? Impossibile. Quando agisci per la fama e il prestigio, pensi addirittura: ‘Fintanto che ciò che faccio non è un’azione malvagia e non provoca disturbo, allora, anche se le mie motivazioni sono sbagliate, nessuno può rendersene conto né condannarmi’. Non sai che Dio sottopone tutto a scrutinio. Se non accetti la verità o non la metti in pratica e vieni sdegnato da Dio, per te è finita. Tutti coloro che non hanno un cuore che teme Dio si credono intelligenti; in realtà, non si rendono nemmeno conto di quando Lo hanno offeso. Alcune persone non vedono chiaramente queste cose; pensano: ‘Perseguo la fama e il prestigio solamente per fare di più, per assumermi maggiori responsabilità. Non provoco intralcio né disturbo al lavoro della chiesa, e certamente non danneggio gli interessi della casa di Dio. Non è un problema grave. Semplicemente, amo il mio prestigio e lo difendo, ma non è un atto malvagio’. In apparenza, tale perseguimento può non sembrare un atto malvagio, ma alla fine a cosa porta? Simili persone acquisiranno forse la verità? Otterranno la salvezza? Assolutamente no. Pertanto, perseguire la reputazione e il prestigio non è la strada giusta: va esattamente nella direzione opposta al perseguimento della verità. In sintesi, indipendentemente dalla direzione o dall’obiettivo del tuo perseguimento, se non rifletti sul tuo perseguimento di prestigio e reputazione, e se trovi molto difficile rinunciare a queste cose, allora esse influenzeranno il tuo ingresso nella vita. Fintanto che il prestigio avrà un posto nel tuo cuore, esso controllerà e influenzerà completamente la tua direzione di vita e gli obiettivi che perseguirai, e in tal caso ti risulterà molto difficile entrare nella verità realtà, per non parlare di ottenere un cambiamento d’indole; se alla fine sarai o no in grado di essere approvato da Dio, ovviamente, è superfluo dirlo. Per di più, se non sei mai in grado di mettere da parte il perseguimento del prestigio, questo influenzerà la tua capacità di svolgere adeguatamente il tuo dovere, cosa che ti renderà molto difficile diventare un essere creato accettabile. Perché dico così? Non c’è nulla che Dio detesti più del perseguimento del prestigio, perché è un’indole satanica, è un cammino errato, nasce dalla corruzione da parte di Satana, è qualcosa che Dio condanna, ed è esattamente ciò che Dio giudica e purifica. Non c’è nulla che Dio detesti più del perseguimento del prestigio da parte della gente, eppure tu continui a competere ostinatamente per il prestigio, lo prediligi e lo difendi costantemente, e cerchi sempre di prenderlo per te. Per natura, tutto ciò non è forse antitetico rispetto a Dio? Il prestigio non è decretato da Dio per gli esseri umani; Dio agli esseri umani fornisce la verità, la via e la vita e in definitiva li rende esseri creati accettabili, esseri creati piccoli e insignificanti, non esseri dotati di fama e prestigio e adorati da migliaia di persone. E così, da qualunque punto di vista lo si osservi, il perseguimento di prestigio è un vicolo cieco. Per quanto sia ragionevole il tuo pretesto per perseguire il prestigio, questo cammino è comunque sbagliato e Dio non lo approva. Per quanto tu ti sforzi o per quanto grande sia il prezzo che paghi, se desideri prestigio, Dio non te lo concederà; se non te lo concederà Dio, non riuscirai a ottenerlo lottando, e se continuerai a lottare vi sarà un unico esito: sarai rivelato ed eliminato, e ti imbatterai in un vicolo cieco” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ero terrorizzata e ho sentito che Lui mi stava avvisando. Se apprezzavo ancora il prestigio e pensavo che la vita non avesse piacere o speranza, senza prestigio né ruoli importanti, un perseguimento di questo tipo rappresentava una lotta per il prestigio e un’opposizione contro Dio, e non mi comportavo né svolgevo il mio dovere dalla posizione di un essere creato. Continuando impenitente in questo modo, sarei stata mandata all’inferno e punita! Impaurita e tremante, ho letto questo brano della parola di Dio più volte di seguito, e dal profondo del mio cuore ho sentito che l’indole giusta di Dio non tollera alcuna offesa. Ero solita pensare che gli esseri umani hanno un’indole corrotta, quindi è del tutto normale perseguire fama e prestigio: chi non vorrebbe migliorare la propria posizione? Quindi, non ho preso sul serio le mie rivelazioni sulla corruzione in questo ambito; anche se a volte provavo negatività, mi sentivo meglio nel giro di un paio di giorni. Questo non avrebbe rallentato troppo il mio lavoro e io non avevo fatto nulla di inopportuno, quindi non pensavo fosse un grosso problema. Solo ora, riflettendo sulle parole di Dio, ho compreso qualcosa. Perseguire fama e prestigio è un’indole satanica, è in conflitto con Dio ed è il cammino per opporre resistenza a Lui. È un vicolo cieco! Ho pensato all’arcangelo, il cui prestigio era già abbastanza alto all’inizio, ma che ancora non era soddisfatto. Voleva essere su un piano di parità con Dio, e alla fine Dio lo ha lanciato in aria. Non mi comportavo anch’io così? Ero già responsabile di alcuni lavori nella chiesa e ancora non ero soddisfatta. Non mi sono sforzata di ottenere i migliori risultati nel mio dovere. Invece, mi sono sforzata con tutto il cuore di ottenere un maggiore prestigio, di svolgere un lavoro più grande per mettermi in mostra e farmi ammirare dalla gente. Se quel desiderio non veniva soddisfatto, diventavo negativa, rallentavo il mio lavoro e cominciavo a cavarmela alla bell’e meglio. A volte avrei addirittura voluto fare del tutto marcia indietro. Non mi importava affatto se il lavoro della chiesa subiva delle perdite. Le mie ambizioni e i miei desideri erano davvero irrefrenabili: dov’era il mio cuore che teme Dio? Avevo qualche sottomissione verso Dio di cui parlare? Perseguire sempre fama e prestigio, trascurando i miei doveri, non solo ha ritardato il mio ingresso nella vita, ma ha anche danneggiato il lavoro della chiesa. Stavo percorrendo il cammino dell’opposizione a Dio, quindi Lui come poteva non detestarmi? Pensando a questo, ho provato paura e rammarico. Ho pregato subito Dio per pentirmi, perché non volevo più perseguire fama e prestigio.
In seguito, ho trovato il modo per sfuggire alla fama e al prestigio nelle parole di Dio. Le parole di Dio affermano: “In quanto membro dell’umanità creata, l’individuo deve restare al suo posto e comportarsi con coscienza. Custodisci diligentemente ciò che ti viene affidato dal Creatore. Non agire fuori dagli schemi e non fare cose al di là della tua capacità o che siano detestabili per Dio. Non cercare di essere grande o di diventare un superman o qualcuno al di sopra degli altri, e non cercare di diventare Dio. Le persone non dovrebbero desiderare di essere così. Cercare di diventare grandi o un superman è assurdo. Cercare di diventare Dio è ancora più vergognoso; è disgustoso e spregevole. Ciò che è lodevole, e ciò a cui gli esseri creati dovrebbero attenersi più che a ogni altra cosa, è diventare un vero essere creato; questo è l’unico obiettivo che tutte le persone dovrebbero perseguire” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). La parola di Dio afferma chiaramente che il perseguimento del prestigio, il perseguimento dello stato di persona fantastica o superuomo, è qualcosa che Dio detesta. Il vero perseguimento che le persone dovrebbero avere è quello di essere degli esseri creati autentici. Dopo aver letto la parola di Dio, sapevo cosa avrei dovuto perseguire: io sono un essere creato, e Dio sa meglio di chiunque altro quale dovere posso svolgere e quale lavoro posso intraprendere. Non importa in quale posizione mi trovo, ciò che Dio vuole vedere è che io possa perseguire correttamente la verità e svolgere il dovere di un essere creato in modo concreto. Ho bisogno di rinunciare alle mie ambizioni e ai miei desideri, e non importa quale dovere svolgo, devo sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, adempiere sinceramente alle mie responsabilità e, attraverso ciò, svolgere efficacemente il mio dovere. Questo è ciò che dovrei fare come essere creato. Da quel momento in poi, non ho più considerato la possibilità di essere promossa o meno. Invece, ho riflettuto consapevolmente su come essere più efficiente per raggiungere i migliori risultati nel mio dovere, ho pregato Dio e ho cercato insieme ai miei fratelli e sorelle di risolvere le cose quando sorgevano delle difficoltà. Dopo un periodo di tempo, ho lavorato con i miei fratelli e sorelle per superare alcune difficoltà, e anche l’efficienza del nostro lavoro è migliorata.
Nei giorni successivi, ho ancora sentito di tanto in tanto che i miei precedenti collaboratori erano stati promossi a supervisori. Anche se ero ancora un po’ delusa, poiché sentivo che gli altri avrebbero potuto far conoscere la loro presenza venendo promossi, mentre io ero ancora bloccata nello stesso posto, mi sono resa subito conto che il mio desiderio di prestigio era di nuovo all’opera. Allora ho pregato subito Dio e mi sono ribellata a me stessa. Ho pensato alla parola di Dio: “Il prestigio non è decretato da Dio per gli esseri umani; Dio agli esseri umani fornisce la verità, la via e la vita e in definitiva li rende esseri creati accettabili, esseri creati piccoli e insignificanti, non esseri dotati di fama e prestigio e adorati da migliaia di persone” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Meditando sulle parole di Dio, i miei obiettivi erano chiari in cuor mio. Ho capito che il prestigio delle persone non è predestinato da Dio. Qualunque sia il nostro dovere, stiamo adempiendo alla nostra responsabilità. Significa anche utilizzare i nostri punti di forza e le nostre funzioni nelle posizioni giuste. In definitiva non ci sono posizioni più alte o più basse, ed essere un leader o un supervisore non significa avere prestigio o essere migliori degli altri. Ciò che Dio ci chiede è che diventiamo esseri creati qualificati e che ci sottomettiamo alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Solo questi sono perseguimenti corretti. Se non posso sottomettermi a Dio, se non posso attenermi ai miei doveri e cerco solo di fare carriera e ottenere prestigio, questo è vergognoso e sarò detestata e maledetta da Dio. Pregando e leggendo le parole di Dio, non ero più negativa e potevo trattare correttamente la questione e svolgere adeguatamente il mio dovere.
Dopo aver affrontato queste cose, ho capito le buone intenzioni di Dio. Non promuovendomi, mi stava proteggendo. Se io, con il mio amore per il prestigio, fossi diventata davvero una leader o una lavoratrice, senza volerlo avrei percorso il cammino di un anticristo e alla fine sarei stata destinata solo alla rovina. Ora posso essere sottomessa e svolgere il mio dovere con i piedi per terra. Questo è l’effetto delle parole di Dio!