27. Cosa ho guadagnato dall’accettare la potatura

di Viola, Italia

Ero incaricata della supervisione della produzione video nella chiesa. Ogni giorno ero un fascio di nervi a causa del pesante carico di lavoro. Ero impegnata a risolvere problemi di ogni tipo e a seguire il lavoro degli altri. Non riuscivo a rilassarmi. Dopo un po’ di tempo Sorella Jennifer aveva preso a criticare spesso i nostri video, dicendo che i problemi erano tutti dovuti alla nostra mancanza di impegno nei nostri doveri. Ho provato molta resistenza nel leggere questi suoi messaggi. Stavamo già facendo del nostro meglio per ridurre al minimo gli errori, e già ottenere quei risultati nel lavoro non era da poco. Non stava forse rendendo il processo troppo lungo cavillando sui dettagli? Non ho mai fatto tesoro dei suoi suggerimenti, pensando che stesse sollevando un polverone per nulla e che stesse ritardando il nostro lavoro. Un giorno, ho preso un appuntamento con lei per parlarle. Ho integrato alcuni principi alla condivisione riguardo a come la sua pignoleria stesse avendo un effetto negativo sul nostro lavoro. Sono rimasta sorpresa quando, subito dopo la condivisione, ha detto in tono duro: “Questo è un aspetto del principio della questione. Ma permettimi di farti presente una cosa: non pensare che i principi siano una scusa per un comportamento superficiale e irresponsabile nel tuo dovere. Sono due cose diverse. Non confonderle”. A queste sue parole, anche se non ho detto nulla, dentro di me ero risentita. Ho pensato: “Vuoi forse dire che sono superficiale e irresponsabile nel mio dovere? È evidente che stai cavillando e rallentando le cose, eppure critichi me! Qual è il problema se c’è qualche piccolo difetto? Non influisce affatto sulla qualità dei video, e il risultato che abbiamo ottenuto è già piuttosto buono. Non hai idea del carico di lavoro che abbiamo, ma cavilli sui dettagli e poi mi poti in questo modo. Sei così arrogante!” Da quel momento, mi sono rifiutata di interagire con Jennifer. Se si trattava di un problema segnalato da lei mi opponevo e consentivo alle mie emozioni di entrare in gioco quando gestivo le cose.

Da allora, circa alla metà di ogni mese, Jennifer preparava per noi un riassunto della valutazione sui problemi di lavoro. Una volta lo ha persino condiviso con la leader. Quando l’ho saputo mi sono infuriata e ho pensato: “Abbiamo commesso alcuni errori ma, con un carico di lavoro così pesante ogni mese, non era normale che ci fossero dei piccoli difetti? Era proprio necessario dirlo alla leader? Sei ossessionata dai dettagli, hai standard troppo alti. Tratti noi fratelli e sorelle come macchine? Non possiamo mai sbagliare?” Più ci pensavo e più mi arrabbiavo. Quando la leader è venuta a parlarmi, ho puntato il dito direttamente contro Jennifer dicendo che era estremamente arrogante, che non aveva conoscenza di sé ma sottolineava solo i nostri problemi. La leader ha visto che non avevo consapevolezza di me stessa, e in condivisione mi ha detto che avrei dovuto trattare adeguatamente Jennifer, di riflettere su me stessa e di imparare la lezione. Ma le sue parole sono cadute nel vuoto. Ho tardato a risolvere i problemi menzionati da Jennifer nella sua valutazione, e non ho fatto alcuno sforzo per pensare a come evitarne di simili in futuro. Ero vagamente consapevole di essere in uno stato sbagliato così ho cercato Dio nella preghiera, chiedendoGli di guidarmi a imparare la lezione e ad acquisire consapevolezza di me stessa in quella situazione.

Un giorno, durante le mie devozioni, ho letto alcune Parole di Dio che mi hanno aiutata a prendere un po’ di coscienza del mio stato. La parola di Dio dice: “Quando le persone amano discutere di cosa giusto e cosa è sbagliato, cercano di chiarire se ogni singola cosa sia giusta o sbagliata, non si fermano finché la questione non è stata chiarita e non si è capito chi avesse ragione e chi torto, si fissano su queste cose per le quali non c’è risposta. Che senso ha agire in questo modo? In definitiva, è corretto discutere di giusto e sbagliato? (No.) Dov’è l’errore? Questo è in qualche modo correlato alla pratica della verità? (Non lo è in nessun modo.) Perché affermi che non lo è? Discutere di giusto e sbagliato non è aderire alle verità principi, non è parlare delle verità principi o condividere su di esse; invece, le persone parlano sempre di chi ha ragione e chi ha torto, di chi è nel giusto e chi in errore, di chi è stato ragionevole e chi no, di chi aveva valide ragioni e chi no, di chi ha espresso la dottrina più elevata; questo è ciò che esaminano. Quando Dio le pone nelle prove, le persone cercano sempre di discutere con Lui, avanzano sempre una ragione o un’altra. Dio discute di queste cose con te? Dio chiede qual è il contesto? Dio chiede quali sono le tue ragioni e le tue cause? No, non lo fa. Dio chiede se, quando ti mette alla prova, hai un atteggiamento di sottomissione oppure di opposizione. Dio chiede se comprendi o meno la verità, se sei sottomesso o no. Questo è tutto ciò che Dio chiede, nient’altro. Dio non ti chiede qual è il motivo della tua mancanza di sottomissione, non guarda se hai una buona ragione, non considera assolutamente queste cose. Dio guarda solo se sei sottomesso o meno. Indipendentemente dall’ambiente in cui vivi e dal contesto in cui ti trovi, Dio sottopone a scrutinio solo se c’è sottomissione nel tuo cuore, se hai un atteggiamento di sottomissione; Dio non discute con te su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, a Dio non interessa quali siano le tue ragioni. A Lui interessa solo se sei veramente sottomesso, questo è tutto ciò che Dio ti chiede. Questa non è forse una verità principio? Il tipo di persone che amano discutere su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che amano i battibecchi verbali, hanno in cuor loro le verità principi? (No.) Perché no? Hanno mai prestato attenzione alle verità principi? Le hanno mai perseguite? Le hanno mai ricercate? Non vi hanno mai prestato attenzione, né le hanno perseguite o ricercate; esse sono totalmente assenti nei loro cuori. Di conseguenza, costoro possono vivere solo secondo nozioni umane, tutto ciò che c’è nei loro cuori è giusto e sbagliato, corretto ed errato, pretesti, ragioni, sofismi e liti, subito dopo i quali si attaccano, giudicano e condannano a vicenda. L’indole di persone come queste è che amano discutere di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, amano giudicare e condannare gli altri. Persone come queste non amano e non accettano la verità, tendono a cercare di discutere con Dio, addirittura Lo giudicano e Gli oppongono resistenza. Alla fine, saranno punite(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (15)”). Tramite lo smascheramento delle parole di Dio, ho visto che le persone che parlano sempre di ciò che è giusto e sbagliato in una situazione, prima indagano a fondo: chi è nel giusto e chi è nel torto? Chi ha la ragione dalla propria parte? Se sanno usare giri di parole iniziano a sostenere la propria causa, fissano lo sguardo sugli altri, diventano ribelli, ostili, addirittura attaccano gli altri senza cercare la verità o riflettere sui propri problemi. Non si sottomettono alle situazioni che Dio predispone per loro. Ho pensato che mi comportavo in quel modo. Quando Jennifer ha evidenziato alcuni problemi nel nostro lavoro sapevo che era vero, ma ho trovato ragioni e scuse per giustificarmi, pensando che raggiungere quel tanto nel lavoro fosse già un grande risultato, considerando il nostro carico di lavoro, e che dei piccoli difetti fossero inevitabili. Ho persino cercato di confutarla con i principi per impedirle di evidenziare i problemi, pensando che le sue richieste fossero troppo alte e quei problemi irrilevanti, e che se anche non fossero stati risolti non sarebbe stato importante. Quando Jennifer mi ha criticata per la mia superficialità e mancanza di responsabilità, non solo non l’ho accettato da Dio, ma ho anche sviluppato un pregiudizio nei suoi confronti e ho pensato che fosse pignola. Quando ha parlato con severità e ferito il mio orgoglio con le sue parole, ho etichettato la sua indole come arrogante e l’ho addirittura giudicata di fronte alla leader, tramando affinché quest’ultima si schierasse dalla mia parte e vedesse Jennifer sotto una cattiva luce. Quando la leader mi ha aiutata, mi sono rifiutata di ascoltare. Non accettavo le situazioni predisposte da Dio e non riflettevo sui miei problemi. Piuttosto mi giustificavo, trovavo scuse e discutevo su chi avesse ragione e chi torto. Dimostravo solo di essere una testa calda, senza il minimo atteggiamento di sottomissione. Come potevo definirmi una credente? Mi comportavo da miscredente.

In seguito, ho letto un altro passo delle Parole di Dio che mi ha aiutata a capire meglio la Sua intenzione. Le Parole di Dio dicono: “Qualsiasi cosa facciano le persone riguarda la ricerca della verità e la sua messa in pratica; qualsiasi cosa riguardi la verità ha attinenza con la qualità dell’umanità delle persone e con il loro atteggiamento nel fare le cose. Per lo più, quando le persone compiono azioni senza principi, è perché non capiscono i principi che ne stanno alla base. Tuttavia, spesso le persone non solo non capiscono i principi, ma neanche vogliono capirli. Anche se li conoscono un po’, non vogliono comunque comportarsi meglio. Non hanno tale criterio nel cuore, e nemmeno tale requisito. Quindi risulta loro molto difficile fare le cose bene, farle in un modo che sia conforme alla verità e che soddisfi Dio. La chiave per capire se le persone siano in grado di compiere i loro doveri in modo accettabile dipende da ciò che si sforzano di ottenere e dal fatto che perseguano o meno la verità e amino o meno le cose positive. Se non amano le cose positive, non è facile per loro accettare la verità, e questo è un grave problema: anche se assolvono un dovere, sono semplice manodopera. Indipendentemente dal fatto che tu comprenda la verità e sia in grado di afferrare i principi oppure no, se svolgi il tuo dovere basandoti sulla tua coscienza, otterrai quanto meno dei risultati nella media. Solo questo è accettabile. Se poi sei capace di ricercare la verità e di agire secondo le verità principi, allora saprai raggiungere appieno i requisiti di Dio e sarai in sintonia con le Sue intenzioni. Quali sono i requisiti di Dio? (Svolgere bene i propri doveri mettendoci tutto il cuore e tutta la forza.) Come bisognerebbe interpretare l’espressione ‘con tutto il cuore e con tutta la forza’? Se le persone si dedicano con tutta la loro mente allo svolgimento dei loro doveri, allora ci stanno mettendo tutto il loro cuore. Se usano ogni grammo di forza per svolgere i loro doveri, ci stanno mettendo tutta la loro forza. È facile metterci tutto il cuore e la forza? No, se non si possiedono coscienza e ragione. Se una persona non ha un cuore, è intellettualmente carente e incapace di riflettere, e se, di fronte a un problema, non ricerca la verità e non ha modi né mezzi, potrà forse metterci tutto il cuore? Decisamente no(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’uomo è il maggior beneficiario del piano di gestione di Dio”). Dopo aver riflettuto sulle Parole di Dio, ho compreso la Sua intenzione. Dio non pretende che le persone raggiungano la perfezione nei loro doveri, guarda invece se hanno fatto del loro meglio e se il loro atteggiamento è quello di cercare di migliorare nel loro dovere. Dio scruta il cuore delle persone. Ho riflettuto in base alle Parole di Dio sul mio atteggiamento verso il dovere. Avevo sempre pensato di avere un carico di lavoro pesante, con molte cose da considerare e di cui occuparmi, e che fosse normale che nel lavoro sorgessero piccoli problemi. A volte, anche se sapevo che quei problemi potevano essere evitati, non volevo impegnarmi per migliorare le cose, il che portava a prolungare i problemi nel tempo e a non risolverli. Ma, in realtà, Dio non pretende che io non sbagli mai nel mio dovere. Semplicemente, Egli disprezza il mio atteggiamento superficiale e irresponsabile. Jennifer stava attirando la mia attenzione su un problema, facendomelo notare, per aiutarmi a risolverlo tempestivamente e a svolgere bene il mio dovere. Una volta capito questo, il mio stato è leggermente migliorato. In seguito, ho condiviso e riepilogato con gli altri e ho pensato a come cambiare. La volta successiva in cui qualcuno mi ha fatto notare un problema non sono stata così resistente e superficiale, ma l’ho risolto insieme a tutti gli altri.

In seguito, ho riflettuto su me stessa. Perché ero così ostile ai suggerimenti di Jennifer? Poi ho letto un altro passo delle Parole di Dio e ho acquisito un po’ più di consapevolezza di me stessa. Dio dice: “L’atteggiamento archetipico degli anticristi verso la potatura consiste nel rifiutarsi con ferocia di accettarla o di ammetterla. Per quanto male compiano o per quanto danneggino il lavoro della casa di Dio e l’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio, non provano il minimo rimorso né pensano di essere in debito. Da questo punto di vista, gli anticristi hanno umanità? Assolutamente no. Causano danni di ogni tipo ai prescelti di Dio e compromettono gravemente il lavoro della chiesa: questo è chiaro come il sole agli occhi dei prescelti di Dio, che riescono a vedere il susseguirsi delle azioni malvagie degli anticristi. Eppure gli anticristi non accettano né riconoscono tale fatto; si ostinano a rifiutarsi di ammettere di essere in errore o di essere responsabili. Questo non è forse un segno del fatto che provano avversione per la verità? Tale è il grado di avversione degli anticristi per la verità. A prescindere da quanta malvagità commettano, si rifiutano di riconoscerlo, e rimangono irremovibili fino alla fine. Questo basta a dimostrare che gli anticristi non prendono mai sul serio il lavoro della casa di Dio né accettano la verità. Non sono arrivati a credere in Dio; sono servi di Satana, venuti a intralciare e disturbare il lavoro della casa di Dio. Nei cuori degli anticristi c’è posto solamente per la reputazione e il prestigio. Credono che, se riconoscessero il loro errore, allora dovrebbero assumersi la responsabilità, e a quel punto il loro prestigio e la loro reputazione verrebbero gravemente compromessi. Di conseguenza, si oppongono con un atteggiamento di ‘negazione fino alla morte’. Comunque gli altri li smascherino o analizzino, gli anticristi fanno di tutto per rifiutarlo. A prescindere dal fatto che il loro rifiuto sia intenzionale oppure no, in breve, da un certo punto di vista questi comportamenti rivelano la loro natura essenza di avversione e odio nei confronti della verità. Da un altro punto di vista, questo dimostra quanto gli anticristi abbiano a cuore il proprio prestigio, la propria reputazione e i propri interessi. A tale proposito, qual è il loro atteggiamento nei confronti del lavoro e degli interessi della chiesa? Un atteggiamento di disprezzo e di irresponsabilità. Sono del tutto privi di coscienza e ragionevolezza. Il loro sottrarsi alla responsabilità non dimostra questi aspetti? Da una parte, il sottrarsi alla responsabilità dimostra la loro natura essenza di avversione e di odio nei confronti della verità; mentre, dall’altra, dimostra la loro mancanza di coscienza, ragionevolezza e umanità. A prescindere da quanto l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle venga danneggiato a causa del loro disturbo e delle loro malefatte, non provano alcun rimprovero e non potrebbero esserne mai turbati. Che razza di creature sono queste? Anche una parziale ammissione di errore da parte loro basterebbe a considerarli dotati di un briciolo di coscienza e ragionevolezza, ma gli anticristi non hanno neppure questa minima dose di umanità. Dunque come li definireste? Gli anticristi sono, in essenza, dei diavoli(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Le parole di Dio espongono che gli anticristi non accettano la verità: per natura provano per essa avversione e odio. Quando vengono potati e smascherati cominciano ad accampare scuse, e non provano alcun rimorso anche se causano gravi danni al lavoro. Non riescono nemmeno ad ammettere i propri errori e sono estremamente ostinati. Dopo essermi valutata in base alle Parole di Dio, ho riflettuto. Era chiaro che ero stata superficiale nel mio dovere e c’erano state molte sviste e problemi, ma non provavo senso di colpa né rimorso. Rifiutavo di essere potata e richiamata. Trovavo sempre dei motivi per giustificarmi e tirarmene fuori. Non ero disposta ad ammettere i miei errori. Pensavo che farlo mi avrebbe messa in cattiva luce e avrebbe danneggiato la mia reputazione, il mio prestigio e la mia immagine, inducendo gli altri a disprezzarmi. Ero totalmente irragionevole. Stavo manifestando un’indole di avversione per la verità. Gli altri mi davano suggerimenti per aiutarmi a vedere le mie carenze nel dovere, affinché correggessi i problemi in modo tempestivo e svolgessi meglio il mio dovere. Ma io non l’ho mai accettato da Dio, né ho riflettuto su me stessa. Così, non avevo mai eliminato il problema di essere superficiale nel mio dovere e non ho mai adempiuto al mio ruolo di supervisore, portando anche gli altri a essere superficiali nel loro dovere e a commettere spesso errori. Allora, ho finalmente capito che non aver eliminato quell’indole satanica di avversione per la verità mi rendeva difficile accettare la verità e i suggerimenti degli altri. Se avessi continuato a non pentirmi e a non eliminare quell’indole corrotta, i problemi e gli errori nel mio dovere sarebbero aumentati e alla fine avrei compiuto il male, mi sarei opposta a Dio e Lui mi avrebbe disprezzata ed eliminata. Rendermene conto mi ha davvero sconvolta e, pentita, ho pregato Dio, intenzionata in futuro a praticare la verità nel mio dovere e a non vivere nella corruzione.

In seguito, ho letto un altro passo delle Parole di Dio che mi ha fornito un percorso per eliminare la mia indole di avversione per la verità. La parola di Dio dice: “Se quando non capisci la verità qualcuno ti dà un suggerimento e ti dice come agire in linea con la verità, dovresti innanzitutto accettarlo e permettere a tutti di condividere al riguardo, e vedere se quel percorso è corretto o meno e se è conforme alle verità principi oppure no. Se confermi che è in linea con la verità, allora pratica in quel modo; se invece determini che non è in linea con la verità, non farlo. È così semplice. Quando ricerchi la verità, dovresti chiedere a molte persone. Se qualcuno ha qualcosa da dire, dovresti ascoltarlo e prendere sul serio tutte le sue parole. Non ignorarlo e non snobbarlo, poiché si tratta di questioni che rientrano nell’ambito del tuo dovere e che devi trattare con serietà. Questi sono l’atteggiamento e lo stato giusti. Quando sei nello stato giusto e non riveli un’indole che prova avversione e odio nei confronti della verità, praticare in questo modo soppianterà la tua indole corrotta. Questo è mettere in pratica la verità. Praticare la verità in questa maniera quali frutti porterà? (Riceveremo la guida dello Spirito Santo.) Ricevere la guida dello Spirito Santo è un aspetto. A volte la questione è molto semplice e puoi risolverla riflettendoci da te; dopo che gli altri avranno finito di darti i loro suggerimenti e tu avrai capito, saprai correggere le cose e agire in linea con i principi. La gente potrà anche pensare che questa sia una questione di poco conto, ma per Dio è di grande rilevanza. Perché dico questo? Perché, quando pratichi in questo modo, agli occhi di Dio sei una persona capace di mettere in pratica la verità, una persona che ama la verità e che non prova avversione per la verità: quando Dio scruta nel tuo cuore, vede anche la tua indole, e questo è di estrema importanza. In altre parole, quando svolgi il tuo dovere e agisci alla presenza di Dio, quelle che vivi e riveli sono tutte verità realtà che le persone dovrebbero possedere. Gli atteggiamenti, i pensieri e gli stati che possiedi in tutto ciò che fai sono le cose più importanti agli occhi di Dio, e sono ciò che Egli scruta(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo vivendo spesso dinanzi a Dio si può avere una normale relazione con Lui”). Le Parole di Dio mi hanno indicato un percorso di pratica. Di fronte a suggerimenti e potature di fratelli e sorelle, per prima cosa dovrei avere un atteggiamento di accettazione e di obbedienza. Quando non so come metterli in atto non devo disprezzarli né oppormi ma anzitutto accettarli, poi cercare la comunione di qualcuno che comprende la verità e infine metterla in pratica una volta acquisita una buona padronanza dei princìpi. Questo è compiere il mio dovere secondo l’intenzione di Dio. Ho considerato che, quando gli altri notano e sottolineano problemi o carenze nel mio lavoro, quando mi danno suggerimenti e mi potano, sono solamente responsabili verso il lavoro della chiesa: non mi prendono di mira né mi rendono le cose difficili. Dovrei accettarlo da Dio ed essere obbediente e riflettere sui miei problemi, cambiando e risolvendoli in modo tempestivo. È l’unico modo per migliorare un po’ alla volta il mio lavoro e per evitare che la mia indole corrotta sia di ostacolo al lavoro della chiesa.

Un giorno, Jennifer ci ha inviato un messaggio in cui segnalava alcuni problemi dei nostri video. Quando l’ho letto, per un attimo mi sono sentita contrariata. Avevo già discusso e affrontato quei problemi con gli altri: perché li stava sollevando di nuovo? Volevo dire qualcosa in mia difesa, ma poi mi sono fermata a riflettere: se le aveva evidenziate, dovevano esserci ancora delle sviste o delle mancanze nel nostro lavoro. Così, ho preso l’iniziativa di chiedere spiegazioni a Jennifer. Dopo un’approfondita comprensione, alla fine mi sono resa conto di soltanto essermi limitata a discutere di quei problemi con i fratelli e le sorelle senza poi dare seguito al loro lavoro in modo sollecito, motivo per cui quei problemi non erano stati risolti del tutto. Mi sono anche resa conto che non ero propositiva e responsabile nei confronti del mio lavoro, ma aspettavo passivamente che gli altri mi facessero notare i problemi prima di risolverli. Così, ho preso l’iniziativa di chiedere agli altri quali problemi ancora sussistessero nei nostri video, ho condiviso e li ho risolti tempestivamente. Con il tempo, i problemi sono andati palesemente via via diminuendo, e nel mio dovere mi sentivo in pace e sollevata. Ho inoltre percepito nel mio cuore che solo se so accettare i suggerimenti degli altri, cercare la verità e risolvere i miei problemi posso svolgere bene il mio dovere. Dio sia lodato!

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