32. Resta fedele alla verità, non all’affetto
Un giorno di luglio 2017 ho ricevuto una lettera dalla leader della mia chiesa che affermava che la chiesa stava allontanando i miscredenti e mi chiedeva di scrivere una valutazione sul comportamento di mio fratello. Ero sorpreso e un po’ nervoso. La chiesa stava per allontanare mio fratello? Altrimenti perché mi avrebbero fatto scrivere sul suo comportamento? Sapevo che non leggeva la parola di Dio né partecipava alle riunioni nel suo tempo libero, ma invece era sempre fuori a divertirsi con i suoi amici, seguiva le tendenze mondane e non mostrava alcun interesse per le questioni di fede. Mi aveva detto addirittura di non concentrarmi troppo sulla fede, ma di uscire di più nel mondo, come lui. Ho cercato di condividere con lui sulla parola di Dio, ma non voleva ascoltare e addirittura si irritava, dicendo: “Basta così! Non ha senso che tu mi dica tutte queste cose. Non mi interessa!” Poi se ne andava a letto. I fratelli e le sorelle gli hanno offerto molte volte la condivisione, consigliandogli di leggere la parola di Dio e di andare alle riunioni, ma lui non l’accettava. Ha detto che credere in Dio era molto restrittivo, che doveva sempre trovare il tempo per partecipare alle riunioni e che fin dall’inizio unirsi alla chiesa non era stata nemmeno una sua scelta, lo aveva fatto solo per compiacere nostra madre. Era sempre stato così. A giudicare da ciò, era davvero un miscredente e il suo allontanamento dalla chiesa sarebbe stato in linea con i principi. Tuttavia, eravamo sempre stati uniti. Fin da piccoli, mi metteva sempre da parte del cibo in più, quando aveva qualcosa di buono da mangiare, e mi dava la metà di tutti i soldi che riceveva. Una volta, un insegnante mi ha messo in punizione dopo la scuola e mio fratello si è alterato così tanto che ha pianto. La maggior parte dei fratelli del nostro villaggio non era unita come noi. Pensando a tutto questo, non potevo sopportare di scrivere dei suoi problemi; non volevo rompere il nostro legame. Se fossi stato onesto riguardo al suo comportamento e la chiesa avesse finito per allontanarlo, allora non avrebbe avuto alcuna possibilità di salvezza? Non sarebbe stato crudele e spietato da parte mia? E se avesse scoperto cosa avevo scritto su di lui e non mi avesse più parlato? Ho deciso di scrivere qualcosa di più positivo, dicendo che a volte leggeva la parola di Dio e che, anche se non andava alle riunioni, nel suo cuore credeva ancora in Lui. Ciò gli avrebbe dato un certo margine. Dopo aver letto, la leader avrebbe potuto condividere di più con lui e forse non lo avrebbe allontanato. Eppure, se non fossi stato onesto riguardo al suo comportamento, ciò sarebbe equivalso a mentire e a nascondere la verità, avrebbe ingannato i nostri fratelli e sorelle e intralciato il lavoro della chiesa. Da una parte c’era il lavoro della chiesa, dall’altra mio fratello. Non sapevo da che parte stare. Ero davvero turbata e non riuscivo a calmarmi abbastanza da poter svolgere il mio dovere. Il pensiero di mettere la penna sulla carta e scrivere del suo comportamento mi faceva svuotare la mente; non sapevo da dove cominciare. Più ci pensavo, più mi sentivo perso, così pregavo in silenzio: “Dio, voglio essere imparziale nella valutazione di mio fratello, ma sono vincolato dall’affetto, quindi non posso farlo. Per favore, guidami per non lasciarmi governare dall’affetto nel mio approccio, ma per seguire invece la Tua parola”.
Dopo aver pregato, ho letto questo passaggio della parola di Dio: “Coloro che trascinano i loro figli e familiari totalmente non credenti in chiesa sono tutti estremamente egoisti e ostentano la loro sollecitudine. Tali persone si concentrano solo sull’essere amorevoli, senza considerare se credano o meno, e se quella sia l’intenzione di Dio. C’è chi porta la propria moglie davanti a Dio o trascina i propri genitori davanti a Dio e, indipendentemente dal fatto che lo Spirito Santo sia d’accordo o stia operando in loro, continua ciecamente a ‘reclutare persone di talento’ per Dio. Che beneficio si può mai ottenere dall’estendere la propria sollecitudine a questi non credenti? Seppure tali miscredenti, che sono privi della presenza dello Spirito Santo, si sforzassero di seguire Dio, non potrebbero comunque, contrariamente a quanto si creda, essere salvati. Coloro che possono ricevere la salvezza non sono di fatto così facili da trovare. Le persone che non sono state sottoposte all’opera e alle prove dello Spirito Santo, e non sono state perfezionate dal Dio incarnato, non possono affatto essere rese complete. Tali persone, pertanto, mancano della presenza dello Spirito Santo dal momento stesso in cui cominciano a seguire nominalmente Dio. Alla luce della loro condizione e del loro effettivo stato, semplicemente non possono essere rese complete. Così, lo Spirito Santo decide di non spendere molta energia su di loro, né fornisce loro illuminazione o guida in alcun modo; Egli permette loro semplicemente di seguirLo e alla fine rivela il loro esito – questo è tutto” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Leggendo la parola di Dio, ho capito che voler dire cose positive su mio fratello per lasciarlo nella chiesa e dargli una possibilità di salvezza era un mio pio desiderio. La parola di Dio ci dice molto chiaramente che coloro che non seguono veramente Dio, ma credono in Lui solo formalmente, non possono essere salvati. Dio salva solo coloro che amano e accettano la verità. Solo quel tipo di persona può ottenere la presenza e l’opera dello Spirito Santo, comprendere e ottenere la verità e alla fine essere salvato da Dio e sopravvivere ai disastri. In sostanza, i miscredenti provano avversione per la verità. Non potranno mai accettare la verità; a prescindere da quanto a lungo credano, le loro prospettive, la loro visione della vita e i loro valori non cambieranno mai. Sono proprio come i non credenti. Dio non li riconosce e non riceveranno mai l’illuminazione o la guida dello Spirito Santo. Possono seguire fino alla fine, ma non cambieranno mai la loro indole di vita: non possono essere salvati. Pensando al comportamento di mio fratello, lui non amava la verità, provava avversione per essa. Ha riposto i suoi valori nei piaceri mondani proprio come un non credente, non leggendo la parola di Dio o non andando alle riunioni, e sicuramente non svolgendo il suo dovere. Diceva spesso anche: “Credere in Dio è inutile. Non importa se ci credi o no”. Non voleva ascoltare la condivisione di nessuno, lo infastidiva troppo. A giudicare dal comportamento generale di mio fratello, era un miscredente e Dio non lo avrebbe riconosciuto affatto. Non avrebbe mai ottenuto l’opera dello Spirito Santo né avrebbe raggiunto la comprensione della verità. Non importa quanto bene scrivessi di lui per farlo restare nella chiesa, non sarebbe mai stato salvato. Poiché a questo punto avevo già stabilito che era un miscredente, se mi fossi lasciato prendere dall’affetto e lo avessi coperto per farlo restare nella chiesa, non avrei chiaramente violato i principi? Se non avessi scritto in modo corretto e accurato una valutazione su mio fratello basata sui fatti, ma invece avessi fuorviato i miei fratelli e sorelle per tenere nella chiesa una persona che avrebbe dovuto essere allontanata, non sarebbe stato forse ostacolare il lavoro della chiesa? Rendendomi conto di quanto gravi sarebbero state le conseguenze, sapevo di dover rinunciare al mio affetto, seguire i principi e fornire alla chiesa informazioni corrette su mio fratello: solo questo sarebbe stato in linea con le intenzioni di Dio. Consapevole di ciò, ho scritto la valutazione di mio fratello e l’ho consegnata alla leader, con la sensazione di aver finalmente fatto la cosa giusta. Alla fine, secondo i principi, la chiesa lo ha allontanato e sono riuscito ad accettare serenamente quell’esito. Grazie alla guida della parola di Dio, non ho agito secondo il mio affetto proteggendo mio fratello, ma invece l’ho valutato in modo imparziale e obiettivo. Ero molto grato a Dio.
Poi, nel luglio del 2021, la leader della chiesa mi ha chiesto di scrivere una valutazione su mia madre. Ho pensato a come ultimamente non stesse diffondendo il Vangelo secondo i principi, cosa che aveva quasi portato all’arresto di alcuni fratelli e sorelle. Quando gli altri le avevano fatto notare il suo problema, lei non lo aveva accettato e aveva invece battibeccato incessantemente su cosa fosse realmente successo. I fratelli e le sorelle non avevano più osato menzionare nessuno dei suoi problemi, dopo quell’episodio. In realtà, non era né la prima né la seconda volta che mia madre creava problemi. Una volta, durante una riunione, una leader ha chiesto a un’altra sorella di leggere la parola di Dio al posto di mia madre. Mia madre ha cominciato a dire che la leader la stava opprimendo ed era una falsa leader. Una sorella ha notato che stava parlando a voce alta e le ha chiesto di abbassare la voce e di prestare attenzione all’ambiente circostante. Mia madre ha accusato la sorella di aver solo cercato di trovare difetti in lei e le ha detto di non tornare più la volta successiva. Battibeccava all’infinito per ogni piccola cosa ed era una piantagrane durante le riunioni. Era diventata un elemento di disturbo per la vita della chiesa. I fratelli e le sorelle hanno condiviso con lei e l’hanno sfrondata molte volte, sperando che riflettesse e si pentisse, ma lei non lo accettava. Ha persino distorto i fatti, dicendo che aveva detto solo una piccola cosa sbagliata e che la gente ne stava facendo un dramma. Non voleva accettare la verità. Secondo i principi, una persona con un tale comportamento dovrebbe essere isolata per riflettere su sé stessa e per impedire che disturbi e influenzi negativamente le riunioni dei fratelli e delle sorelle. Sapevo di dover scrivere il prima possibile con precisione alla chiesa riguardo al suo comportamento, ma poi ho pensato a quanto odiasse perdere la faccia e a quanto fosse esplosivo il suo carattere. Tendeva a trattare con freddezza chiunque la criticasse. Se avesse saputo che avevo scritto dei suoi problemi, sarebbe stata in grado di sopportarlo? Non sarebbe stato umiliante per lei, se avesse saputo che avevo detto quelle cose sul suo conto? Sarebbe diventata negativa e avrebbe rinunciato alla sua fede? Più ci pensavo, più mi arrabbiavo e continuavo a pensare a tutti i modi in cui mi aveva dimostrato amore e premura in passato. Una volta, quando ero piccolo e avevo la febbre alta nel cuore della notte, lei mi aveva portata in spalle dal medico in un villaggio vicino. La mia febbre era così alta che il medico aveva troppa paura a visitarmi, così quella stessa notte mia madre mi aveva portato ancora più lontano, all’ospedale della città. Mi ha sempre aiutato in tutto nella mia vita, pensando a ogni piccolo dettaglio. Lei mi ha dato alla luce e mi ha cresciuto, ha condiviso con me il Vangelo, mi ha portato davanti a Dio e mi ha sostenuto nel mio dovere. Era così buona con me; se l’avessi esposta non sarebbe stato crudele? Non sarebbe stato doloroso per lei? Se gli altri avessero saputo che avevo personalmente esposto l’intralcio che creava nella vita della chiesa, mi avrebbero criticato per essere stato troppo spietato e freddo nei confronti di mia madre? Avrebbero detto che ero un figlio ingrato e miserabile? Sapevo che mia madre non era una persona che accettava la verità, ma era stata molto premurosa nei miei confronti. Dopotutto, era mia madre. Quindi, nonostante la leader continuasse a insistere affinché scrivessi la sua valutazione, ho continuato a rimandare. In passato eravamo una famiglia di credenti. Cantavamo inni e pregavamo insieme, leggevamo la parola di Dio e parlavamo dei nostri sentimenti. Era un periodo davvero felice e a volte quei ricordi riaffioravano nella mia mente. Ma ora mio fratello era stato allontanato e mia madre rischiava di essere isolata per potersi dedicare alla riflessione su sé stessa. Ero infelice e non sapevo come affrontare la situazione. Non ero dell’umore giusto per svolgere il mio dovere, e non sentivo il fardello di cercare la verità per aiutare fratelli e sorelle con i loro problemi. Mi limitavo a seguire in modo superficiale le riunioni, distratto e incapace di condividere su qualsiasi cosa. Trascorrevo le giornate cavandomela alla meno peggio, soffrendo davvero. Sapevo che il mio stato non era buono, così mi sono presentato davanti a Dio e ho pregato chiedendoGli di guidarmi fuori dalla mia negatività, così da non lasciarmi limitare dall’affetto.
In seguito ho letto la parola di Dio: “Quali questioni sono correlate ai sentimenti? La prima è il modo in cui valuti i tuoi familiari e come tratti le cose che fanno. ‘Le cose che fanno’ qui includono naturalmente intralciare e disturbare il lavoro della chiesa, giudicare le persone alle loro spalle, impegnarsi in alcune delle pratiche dei miscredenti, e così via. Riesci a trattare queste cose in modo imparziale? Quando è necessario che tu rediga una valutazione sui tuoi familiari, riesci a farlo in modo oggettivo e imparziale, mettendo da parte i tuoi sentimenti? Ciò è correlato al modo in cui tratti i tuoi familiari. Inoltre, nutri sentimenti nei confronti di coloro con cui vai d’accordo o che in precedenza ti hanno aiutato? Sei in grado di considerare le loro azioni e i loro comportamenti in modo obiettivo, imparziale e preciso? Se intralciano e disturbano il lavoro della chiesa, sarai in grado di segnalarli o esporli prontamente dopo averlo scoperto?” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (2)”). “Diciamo, per esempio, che i tuoi parenti o i tuoi genitori siano dei credenti in Dio e, a causa di azioni malvagie, della creazione di disturbi o della loro totale mancanza di accettazione della verità, vengano espulsi. Tuttavia non hai discernimento verso di loro, non conosci il motivo per cui sono stati espulsi, sei estremamente turbato e ti lamenti sempre che la casa di Dio non ha amore e non è giusta con le persone. Dovresti pregare Dio e cercare la verità, poi valutare in base alle parole di Dio che tipo di persone i tuoi parenti siano. Se veramente capisci la verità, sarai in grado di definirli con precisione, e vedrai che tutto ciò che Dio fa è giusto, che Egli è un Dio giusto. Allora, non avrai di che lamentarti, sarai in grado di sottometterti alle disposizioni di Dio, e non cercherai di difendere i tuoi parenti o i tuoi genitori. Qui il punto non è troncare i vostri legami di parentela; è solo determinare che tipo di persone siano e fare in modo che tu abbia discernimento nei loro confronti e sappia perché sono stati eliminati. Se queste cose sono veramente chiare nel tuo cuore, e le tue opinioni sono corrette e in linea con la verità, allora sarai in grado di stare dalla stessa parte di Dio e le tue opinioni sulla questione saranno pienamente compatibili con le parole di Dio. Se non riesci ad accettare la verità o di vedere le persone secondo le parole di Dio, e ancora ti schieri a favore dei legami e delle prospettive della carne quando consideri gli individui, allora non sarai mai in grado di liberarti di questo rapporto di carne e tratterai ancora queste persone come parenti, più intimi anche dei fratelli e delle sorelle nella chiesa, e in tal caso ci sarà una contraddizione, o addirittura un conflitto, tra le parole di Dio e le tue opinioni sulla tua famiglia in tale questione, e in simili circostanze sarebbe impossibile per te stare dalla parte di Dio, e avresti nozioni e fraintendimenti riguardo a Dio. Quindi, per poter raggiungere l’armonia con Dio, le persone devono innanzitutto avere opinioni sulle cose in linea con le parole di Dio; devono essere in grado di guardare le persone e le cose sulla base delle parole di Dio, di accettare il fatto che le parole di Dio sono la verità, e di accantonare le nozioni umane tradizionali. Indipendentemente da quale persona o questione ti troverai ad affrontare, devi essere in grado di mantenere le stesse prospettive e opinioni che ha Dio, e le tue prospettive e opinioni devono essere in armonia con la verità. Così il tuo punto di vista e il modo in cui ti approcci alle persone non saranno ostili a Dio, e saprai sottometterti a Dio ed essere in armonia con Lui. Una persona di questo tipo non potrà mai più opporsi a Dio; sono proprio queste le persone che Dio vuole guadagnare” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come individuare la natura essenza di Paolo”). La parola di Dio mi ha aiutato a comprendere che non possiamo valutare le cose o le persone da una prospettiva emotiva. Dobbiamo attenerci alla verità della parola di Dio per discernere la natura essenza di una persona e capire di che tipo di individuo si tratta. Questo è il modo corretto di valutare qualcuno, assicurandoci di non diventare vittime dell’affetto. Ho sempre analizzato la situazione con mia madre da una prospettiva emotiva, pensando al fatto che mi avesse dato alla luce e a come mi amasse e si fosse presa cura di me. Ciò ha reso per me troppo difficile prendere in mano la penna e scrivere una valutazione veritiera. Ma Dio dice che abbiamo bisogno di discernimento sulle persone in base alla loro natura essenza; essere in grado di discernere la loro natura essenza è l’unico modo per liberarci dall’affetto e trattarle in modo equo e secondo i principi. Che tipo di persona era veramente mia madre? Era entusiasta e premurosa verso gli altri nella sua vita quotidiana, ma questo significa solo che era una persona di buon cuore. Si è presa molta cura di me, ma questo significa solo che ha assolto ai suoi doveri di madre. Per natura, tuttavia, era arrogante e non accettava la verità. Diventava severa e opponeva resistenza verso chiunque le facesse notare i suoi problemi o la sfrondasse, si irritava per questo. Quando le cose andavano male, entrava persino in conflitto con gli altri e li tormentava senza sosta, e per loro era limitante. In base al suo comportamento, se avesse continuato a riunirsi con fratelli e sorelle, certamente avrebbe intralciato la vita della chiesa e ostacolato l’ingresso nella vita degli altri. Se fosse stata isolata per riflettere su sé stessa secondo i principi, tutti avrebbero potuto di nuovo avere dei veri e propri incontri, e questa disposizione sarebbe stata per lei un avvertimento. Se avesse davvero riflettuto e imparato a conoscere sé stessa, ciò le sarebbe stato utile nella vita. Ma se avesse opposto resistenza e rifiuto, o se addirittura avesse abbandonato la fede, sarebbe stata smascherata ed eliminata. Allora avrei visto più chiaramente la sua natura, che fosse erbaccia o grano sarebbe stato subito evidente e non avrei avuto motivo di cercare di farla restare nella chiesa. A quel punto ho capito l’intenzione di Dio. Dio ha creato questa situazione sperando che acquisissi discernimento e imparassi a vedere la natura essenza delle persone secondo la Sua parola, così avrei potuto mettere da parte l’affetto nelle mie azioni e trattare le persone secondo i principi.
Dopo questo episodio, ho letto un altro passaggio della parola di Dio: “Chi è Satana, chi sono i demoni e chi sono i nemici di Dio se non quelli che oppongono resistenza a Dio, i quali non credono in Lui? Non sono forse quelle persone che si ribellano a Dio? Non sono forse coloro che dichiarano di avere fede, eppure mancano della verità? Non sono coloro che cercano unicamente di ottenere le benedizioni, ma sono incapaci di rendere testimonianza a Dio? Puoi ancora mescolarti a questi demoni oggi e trattarli con coscienza e amore, ma così facendo non stai forse offrendo a Satana delle buone intenzioni? Questo non è allearsi ai demoni? Se le persone sono arrivate a questo punto e sono ancora incapaci di distinguere tra bene e male e continuano a essere ciecamente amorevoli e misericordiose, senza alcun desiderio di cercare le intenzioni di Dio o alcuna capacità di far proprie, in qualche modo, le intenzioni di Dio come se fossero le loro, allora avranno una fine tanto più misera. Chiunque non creda nel Dio fatto carne è nemico di Dio. Se puoi avere coscienza e amore nei confronti di un nemico, non manchi forse di senso di giustizia? Se sei in armonia con coloro che Io detesto e con i quali non concordo, e nutri ancora amore o coinvolgimento personale nei loro confronti, non sei ribelle? Non stai intenzionalmente resistendo a Dio? Una persona simile possiede forse la verità? Se le persone hanno coscienza verso i nemici, amore per i demoni e misericordia verso Satana, non stanno forse intralciando intenzionalmente l’opera di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). La parola di Dio mi ha rivelato il mio stato preciso. Sapevo che mia madre credeva in Dio da anni ma che non accettava la verità, e che, quando gli altri cercavano di aiutarla con i suoi problemi, di sfrondarla, lei non riusciva ad accettarlo da Dio. Stava sempre lì a cavillare su ogni piccola cosa e a intralciare la vita della chiesa, fungendo da serva di Satana. Ma non mi sono fatto avanti per smascherarla, ho continuato a nascondere le cose e a proteggerla. Ho pensato che non smascherarla o non scrivere una valutazione veritiera fosse la cosa più coscienziosa da fare. In realtà, stavo dimostrando amore e coscienza per Satana, senza minimamente considerare l’opera della chiesa o i possibili danni all’ingresso nella vita di fratelli e sorelle. Stavo prendendo le parti di Satana e parlando a suo nome. Non era questo ciò che Dio definiva “resistere intenzionalmente a Dio”? Il mio amore era senza principi e non sapevo distinguere il bene dal male: era un amore confuso. Stavo proteggendo mia madre, consentendole di continuare a intralciare la vita della chiesa. Avevo un ruolo nella sua malvagità. Agendo in questo modo, non stavo facendo del male agli altri e a me stessa? Ero accecato dall’affetto, mi paralizzava. La leader mi ha esortata più volte a scrivere una valutazione su mia madre, ma ho continuato a rimandare e a ritardare il lavoro della chiesa. Quando me ne sono reso conto, il mio cuore è stato consumato dal senso di colpa. Non sapevo perché non potevo fare a meno di sentirmi vincolata dall’affetto mentre affrontavo questa situazione. Qual era il vero problema? Sono venuto davanti a Dio per pregare e cercare, chiedendoGli di guidarmi per comprendere i miei problemi.
Ho letto un passaggio della parola di Dio che mi ha aiutato a comprendere meglio me stessa. La parola di Dio dice: “Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà; queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. […] Se un individuo è qualcuno che nega Dio e Gli si oppone, che è maledetto da Dio, ma si tratta di un tuo genitore o parente e, per quanto tu ne sappia, non sembra essere un individuo malevolo e ti tratta bene, allora potresti essere incapace di odiarlo, e potresti persino rimanere in stretto contatto con lui, lasciando invariato il vostro rapporto. Sapere che Dio odia persone di questo tipo ti infastidirà, ma non sarai in grado di stare dalla parte di Dio e respingerla spietatamente. Sei costantemente limitato dai sentimenti, e non riesci a lasciar del tutto andare quella persona. Qual è la ragione? Questo accade perché i tuoi sentimenti sono troppo forti e ti impediscono di praticare la verità. Quella persona è buona con te, quindi non puoi arrivare a odiarla. Potresti riuscirci solo se ti facesse del male. Questo odio sarebbe in linea con le verità principi? Inoltre, sei schiavo delle nozioni tradizionali e pensi che, quando si tratta di un genitore o di un parente, se lo odiassi, saresti disprezzato dalla società e oltraggiato dall’opinione pubblica, e condannato in quanto manchi di devozione verso i tuoi genitori, privo di coscienza e disumano. Pensi che subiresti la condanna e la punizione divina. Anche se vuoi odiare quella persona, la tua coscienza non te lo permette. Perché la tua coscienza si comporta così? Perché una determinata mentalità ti è stata inculcata sin dall’infanzia, attraverso il tuo retaggio familiare, l’educazione impartita dai tuoi genitori e l’indottrinamento da parte della cultura tradizionale. Questa mentalità è radicata molto profondamente nel tuo cuore, e ti porta a credere erroneamente che la pietà filiale sia perfettamente naturale e giustificata e che qualunque cosa venga ereditata dai tuoi antenati sia sempre positiva. L’hai appresa nei primissimi anni di vita e resta quella dominante, costituisce un’enorme pietra d’inciampo e un disturbo alla tua fede e all’accettazione della verità, e ti rende incapace di mettere in pratica le parole di Dio, e di amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia. Tu sai in cuor tuo che la tua vita proviene da Dio, non dai tuoi genitori, e sai anche che i tuoi genitori non solo non credono in Dio, ma Gli si oppongono, che Dio li odia ed è a Lui che dovresti sottometterti, dovresti schierarti al Suo fianco, e invece non riesci proprio a odiarli, neanche se lo vuoi. Non riesci a compiere questo passo, a dominare il tuo cuore, e a praticare la verità. Qual è la radice di ciò? Satana si serve di questo tipo di cultura tradizionale e di nozioni morali per controllare i tuoi pensieri, la tua mente e il tuo cuore, rendendoti incapace di accettare le parole di Dio; queste cose sataniche ti controllano e ti hanno reso incapace di accettare le parole di Dio. Quando vuoi mettere in pratica le parole di Dio, queste cose causano disturbo dentro di te, ti inducono a opporti alla verità e ai requisiti di Dio, e ti privano della forza di liberarti dal giogo della cultura tradizionale. Dopo aver lottato per un po’, giungi a un compromesso: preferisci credere che le nozioni della morale tradizionale siano corrette e in linea con la verità, e così rifiuti o abbandoni le parole di Dio. Non accogli le parole di Dio come verità e non attribuisci alcun valore alla salvezza, sentendo che tu vivi ancora in questo mondo e puoi sopravvivere solo facendo affidamento su queste persone. Incapace di sopportare le recriminazioni della società, piuttosto rinunceresti alla verità e alle parole di Dio, abbandonandoti alle nozioni della morale tradizionale e all’influenza di Satana, preferendo offendere Dio e non mettere in pratica la verità. L’uomo non è forse miserabile? Non ha forse bisogno della salvezza di Dio?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Dalla parola di Dio, ho capito che Egli richiede che amiamo ciò che Lui ama e odiamo ciò che Lui odia. Il Signore Gesù una volta ha anche detto: “Chi è Mia madre, e chi sono i Miei fratelli? […] chiunque avrà seguito la volontà del Padre Mio che è ne’ cieli, esso Mi è fratello e sorella e madre” (Matteo 12:48, 50). Dio ama coloro che ricercano la verità e sono capaci di accettarla. Queste sono le uniche persone che dovrei chiamare fratelli e sorelle; gli unici che dovrei amare e aiutare per amore. Coloro che provano avversione per la verità e non la praticano mai sono tutti miscredenti, non fratelli e sorelle. Anche se si tratta dei nostri genitori o parenti, dobbiamo discernerli e smascherarli secondo le verità principi. Ciò non significa che non dovremmo essere filiali nei confronti dei nostri genitori o che non ci prenderemo cura di loro in futuro, ma significa che dobbiamo trattarli in modo razionale ed equo, secondo la loro natura essenza. Eppure “Il sangue non è acqua” e “L’uomo non è inanimato; come può essere privo di emozioni?” erano veleni satanici in cui ero immerso. Non avevo principi nel modo in cui trattavo le persone, e ho sempre protetto e mi sono sempre schierata dalla parte della mia famiglia basandomi sull’affetto. Quando ho scritto la valutazione su mio fratello, sapevo che si era già rivelato un miscredente e che avrebbe dovuto essere allontanato dalla chiesa, ma ero concentrato sui miei affetti e non volevo scrivere la verità. Volevo nascondere i fatti e ingannare fratelli e sorelle. Quando la leader mi ha chiesto di scrivere la valutazione su mia madre, sapevo che lei era un elemento di disturbo per la vita della chiesa e che dovevo scrivere una valutazione accurata e oggettiva per aiutare la leader a smascherarla e limitarla. Ma pensando a lei come a mia madre, e a quanto fosse buona con me, avevo paura che, se avessi scritto onestamente del suo comportamento, mi sarei sentito sempre in colpa e non sarei riuscita a conviverci. Avevo anche paura che gli altri potessero ritenermi spietato e crudele. Pieno di dubbi e timori, continuavo a rimandare. Ho capito che questi veleni satanici erano profondamente radicati nel mio cuore e mi inchiodavano ai miei affetti. Mi avevano reso privo di scrupoli nei rapporti con gli altri e mi avevano impedito di sostenere l’opera della chiesa. Stavo dalla parte di Satana, ribellandomi e opponendo resistenza a Dio. Il fatto era che mia madre e mio fratello erano entrambi miscredenti, e denunciare il loro comportamento era la cosa giusta da fare. Si trattava di proteggere l’opera della chiesa e di seguire le richieste di Dio. Si trattava di amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia, era una testimonianza di pratica della verità. Ma consideravo praticare la verità e smascherare Satana come qualcosa di negativo; lo consideravo spietato, sconsiderato e sleale. Quanto ero confuso! Confondevo il nero con il bianco, il bene con il male. Ero legato ai miei affetti e consumato dalla negatività a causa loro, senza alcuna motivazione a fare il mio dovere. Senza la tempestiva illuminazione e la guida di Dio, i miei affetti mi avrebbero distrutto. Vivere solo con i miei affetti è stata quasi la fine per me. Stavo davvero giocando col fuoco.
In seguito ho riflettuto di più su me stesso e mi sono reso conto che la mia riluttanza a scrivere di mia madre derivava da un altro equivoco, ossia che smascherarla sarebbe stato crudele da parte mia poiché mi aveva cresciuto con tanta gentilezza. Ho letto un brano della parola di Dio che ha cambiato la mia prospettiva su questo argomento. La parola di Dio dice: “Dio ha creato questo mondo e vi ha introdotto l’uomo, un essere vivente cui ha concesso la vita. Poi l’uomo è arrivato ad avere genitori e parenti, e non è più stato solo. Fin da quando ha posato gli occhi sul mondo materiale, è stato destinato a esistere all’interno dell’ordinamento di Dio. Il Suo alito di vita sostiene ogni singolo essere vivente per tutta la crescita, fino all’età adulta. Durante questo processo, nessuno si accorge che l’uomo cresce sotto la cura di Dio; anzi, si crede che cresca sotto la cura amorevole dei suoi genitori e che sia l’istinto vitale a dettarne la crescita. Questo, perché l’uomo non sa chi gli abbia concesso la vita o da dove essa sia venuta, né tantomeno come l’istinto della vita crei miracoli. Sa soltanto che il cibo è la base su cui la vita continua, che la perseveranza è la sorgente della sua esistenza e che le convinzioni nella sua mente sono il capitale da cui dipende la sua sopravvivenza. Della grazia e della provvista di Dio, l’uomo è totalmente ignaro, perciò spreca la vita da Lui concessagli… Nemmeno uno di questi esseri umani di cui Dio Si prende cura giorno e notte si fa carico di adorarLo. Come da Lui pianificato, Dio continua soltanto a operare sull’uomo, verso il quale non ha alcuna aspettativa. Lo fa nella speranza che, un giorno, l’uomo si svegli dal suo sogno e improvvisamente comprenda il valore e il significato della vita, il prezzo che Dio ha pagato per tutto ciò che gli ha dato, e l’impaziente sollecitudine con cui attende che l’essere umano torni da Lui” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Dalla parola di Dio, ho imparato che dall’esterno sembra che mia madre mi abbia partorita e cresciuta e che sia stata lei a prendersi cura di me nella vita. In realtà, però, la fonte della vita umana è Dio, e tutto ciò di cui ho goduto mi è stato donato da Dio. Dio mi ha dato la vita e ha provveduto alla mia famiglia e alla mia casa. Era anche una disposizione di Dio il fatto che mi avesse permesso di sentire la Sua voce e di presentarmi a Lui. Dovrei ringraziare Dio e dovrei praticare la verità in ogni cosa che mi si presenta, per soddisfarLo e ripagare il Suo amore. Non dovrei schierarmi dalla parte della mia famiglia e agire per Satana, ostacolando il lavoro della chiesa. Quando me ne sono reso conto, per me è stata una chiamata d’allarme. Dovevo presentarmi a Dio per pentirmi e non potevo continuare a seguire i miei affetti. Dopodiché ho esposto con cura il comportamento di mia madre, che causava disturbo alla vita della chiesa.
Un mese dopo, sono stata eletta leader della chiesa. Ho scoperto che alcuni membri della chiesa non erano ancora stati in grado di discernere pienamente il comportamento di mia madre. Ho pensato: “Dovrei parlare con loro di come mia madre abbia intralciato la vita della chiesa, affinché possano imparare a discernerla e trattarla secondo le verità principi”. Ma proprio quando stavo per farlo, mi sono sentito in conflitto. Se durante la condivisione e l’analisi i fratelli e le sorelle avessero acquisito discernimento sul comportamento di mia madre l’avrebbero abbandonata? Questo avrebbe turbato mia madre? Sentivo che non riuscivo a dire nulla. Mi sono reso conto di essere di nuovo limitato dall’affetto e mi sono ricordato della parola di Dio che avevo letto in passato, ossia che io devo amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Egli odia. Mia madre ha causato problemi nella vita della chiesa, e questa è una cosa che Dio odia. Non potevo continuare a proteggerla per affetto. Era mia responsabilità esporre e analizzare la situazione, secondo le verità principi, affinché i fratelli e le sorelle potessero acquisire discernimento. Così, ho analizzato e condiviso sul modo in cui mia madre aveva intralciato la vita della chiesa, e gli altri hanno acquisito un po’ di discernimento e hanno appreso alcune lezioni. La maggior parte delle persone ha finito per concordare sul fatto che avrebbe dovuto essere isolata per riflettere su sé stessa. Dopo aver messo in pratica tutto questo, mi sono sentita rilassata e in pace. Ringrazio Dio dal profondo del cuore per la guida e l’illuminazione della Sua parola nell’aiutarmi a comprendere la verità, a trovare i principi da praticare, e a capire come trattare i miei familiari. Altrimenti, sarei ancora limitato dall’affetto e agirei per opporre resistenza a Dio. Queste esperienze mi hanno mostrato che nel trattare le persone e gestire le situazioni all’interno della chiesa, tutto deve essere fatto secondo le verità principi. Solo questo è in linea con la volontà di Dio. È l’unico modo per sentirsi liberi e raggiungere un senso di pace interiore. Dio sia lodato!