51. Addio alla competizione sfrenata

di Rosalia, Corea del Sud

Ho iniziato a irrigare i nuovi arrivati nella chiesa circa due anni fa. Sapevo che si trattava di un dovere molto importante, così ho giurato che mi sarei impegnata di più nel perseguire la verità, nell’irrigare bene i nuovi arrivati e nell’aiutarli a intraprendere rapidamente la vera via. Di solito leggevo le parole di Dio ogni volta che ne avevo il tempo per munirmi delle verità sulle visioni. Durante le riunioni, riflettevo seriamente sui problemi e sulle difficoltà dei nuovi arrivati, e guardavo alle parole di Dio per condividere e risolvere le questioni. Quando non riuscivo a capire o a risolvere qualcosa, ricercavo con altri fratelli e sorelle. Col tempo, i fratelli e le sorelle che erano nuovi alla fede hanno iniziato a cercarmi per la condivisione quando affrontavano problemi o difficoltà. Mi sentivo davvero felice e, anche se svolgevo quel dovere da poco tempo, tutti mi guardavano con ammirazione. Sembrava che non me la stessi cavando male, quindi avevo ancora più entusiasmo nel compiere il mio dovere.

In seguito, la leader ha incaricato sorella Natalia di lavorare al mio fianco. Dopo un po’ di tempo ho notato che si assumeva molte responsabilità nel suo dovere e che era bravissima a rilevare i problemi e le deviazioni nel nostro lavoro, e che riusciva a risolvere alcuni problemi. Piaceva davvero a tutti e di solito le chiedevano una comunione quando avevano dei problemi. Vedere tutto questo mi ha fatta preoccupare: “Natalia è una nuova arrivata, ma gli altri hanno già un’ottima opinione di lei. Quando avranno problemi, inizieranno a cercare solo lei e non me? Penseranno che non sono alla sua altezza? No. Devo impegnarmi di più affinché tutti vedano che Natalia non è migliore di me. È l’unico modo per mantenere il mio posto nel cuore di ognuno”. Da allora, prima di ogni riunione, mi impegnavo innanzitutto a capire gli stati e le difficoltà dei fratelli e delle sorelle, poi mi adoperavo per trovare le parole di Dio e prendere appunti su di esse. Durante le riunioni, mi preoccupavo di come fornire una condivisione migliore di quella di Natalia, in modo che tutti pensassero che fossi più capace di lei. Con mia grande sorpresa, un giorno la leader ci ha detto che la maggioranza dei fratelli e delle sorelle aveva accettato che Natalia prestasse servizio come capogruppo e si assumesse e responsabilità del lavoro del gruppo. Sono rimasta sbalordita e ho pensato: “Ho sentito male? Natalia è stata eletta capogruppo? Io faccio questo lavoro da più tempo di lei, ma non sono stata eletta. Cosa penseranno i fratelli e le sorelle quando lo scopriranno? Penseranno che lei sia migliore di me? Come potrò presentarmi di nuovo a loro?” Non riuscivo proprio ad accettarlo e mi sentivo estremamente angosciata. Sapevo che non avrei dovuto pensarci in quei termini. Ma vivevo perseguendo fama e prestigio e non riuscivo a controllarmi. Tutto quello che potevo fare era cercare di confortarmi: “Va bene anche così, devo solo compiere bene il mio dovere e non preoccuparmi più di tanto”. A quel tempo, non cercavo realmente la verità, né riflettevo su me stessa al riguardo.

Poi, un giorno, ho saputo che sorella Sara era in cattivo stato e non stava partecipando alle riunioni. L’ho contattata, sperando di poter condividere con lei, ma mi ha detto che era in contatto con Natalie e che avevano già condiviso al riguardo. Sentirglielo dire mi ha un po’ turbata. “Sara si rivolgeva sempre a me per i suoi problemi, ma ora, invece, si rivolge direttamente a Natalia. Pensa che io non sia brava come lei? Se le cose andranno avanti così, si dimenticheranno tutti di me?” Questo pensiero mi ha molto demoralizzata e ho sviluppato un pregiudizio nei confronti di Natalia, credendo che mi stesse rubando la scena. Da quel momento non ho più voluto lavorare con lei. Quando mi cercava per discutere di lavoro, la respingevo con freddezza e a volte le rispondevo in modo superficiale. Una volta, durante una riunione online, Natalia ha condiviso in risposta a una domanda di una sorella, e io ero così preoccupata che mi mettesse in secondo piano che non sono riuscita a recepire nulla. Ho solo pensato continuamente a come superarla nella condivisione e a far vedere ai fratelli e alle sorelle che ero in grado di risolvere i problemi tanto bene quanto lei. Quando Natalia ha finito, la sorella che aveva posto la domanda ha detto che non aveva ancora capito bene lo specifico percorso di pratica. Sentendo questo, ho gongolato, pensando: “Hai fornito un bel po’ di condivisione senza risolvere il vero problema. Adesso sei in imbarazzo. Devo cogliere quest’occasione per fare una bella figura, in modo che tutti vedano che sono migliore di te e che la mia condivisione è migliore della tua”. Ho iniziato subito a condividere. Quando ho finito, è risultato evidente che non avevo capito affatto la domanda di quella sorella e che la mia risposta era completamente fuori strada. Lei mi ha anche mandato un messaggio per dirmi che la mia condivisione era fuori tema. In quel momento mi sono sentita un’idiota e volevo sprofondare sottoterra. Ho abbandonato la riunione proprio allora, perché era sopraggiunto qualcosa di urgente. Più tardi, ho visto che erano ancora riuniti online e mi è venuto in mente un pensiero malvagio: “Se Natalia continua a parlare in questo modo, chissà per quanto tempo andrà avanti. Se io non posso partecipare alla riunione, allora nessuno deve farlo, o Natalia sarà l’unica a occupare il centro della scena”. Così, senza pensarci troppo, ho inviato questo messaggio: “Il tempo per la riunione è finito, non c’è bisogno di tirare le cose per le lunghe. Possiamo discutere di eventuali problemi più tardi”. Pochi minuti dopo, la riunione era terminata. Sono rimasta seduta davanti al computer, molto turbata. Ero così imbarazzata per la condivisione che avevo fornito, e mi sentivo in colpa quando pensavo a come avevo gioito dell’incapacità di Natalia di risolvere il problema. Mi sono detta: “Cosa sto facendo? Invece di pensare a come lavorare con lei per compiere bene il nostro dovere, competo a causa della mia invidia, sia apertamente che segretamente, e cerco di sminuirla. E questo sarebbe svolgere il mio dovere?” Mi sono rivolta a Dio in preghiera: “Dio, sto vivendo in uno stato di lotta per la fama e il prestigio, competo con Natalia e mi paragono a lei costantemente e desidero l’ammirazione degli altri. So che questo stato è sbagliato, ma non riesco a uscirne. Dio, Ti prego, guidami a conoscere me stessa”.

Durante una riunione, ho letto queste parole di Dio: “Quando gli anticristi svolgono un dovere, a prescindere da quale esso sia e dal gruppo in cui si trovano, manifestano una palese forma di condotta; vale a dire che, in ogni cosa, vogliono sempre distinguersi e mettersi in mostra, tendono sempre a limitare le persone e a controllarle, vogliono sempre dirigere gli altri e prendere le decisioni, sempre venire alla ribalta, attirare sempre gli sguardi e l’attenzione altrui e ottenere l’ammirazione di tutti. Ogni volta che gli anticristi si uniscono a un gruppo, a prescindere da quanti o da chi siano i membri o da quale sia la loro professione o identità, gli anticristi fanno subito una sorta di inventario per vedere chi è straordinario ed eccezionale, chi è eloquente, chi si distingue, chi è qualificato o gode di fama. Calcolano chi sono in grado di battere e chi no, così come chi è superiore a loro e chi inferiore. Queste sono le prime cose a cui guardano. Dopo aver valutato rapidamente la situazione, si mettono in azione, escludendo e ignorando per il momento quelli che sono al di sotto di loro. Si rivolgono prima a chi ritengono superiore, a chi ha reputazione e prestigio o doni e talenti. Queste sono le prime persone con cui si misurano. Se qualcuna di tali persone è stimata dai fratelli e dalle sorelle, oppure crede in Dio da molto tempo e gode di una buona reputazione, allora diventa oggetto dell’invidia dell’anticristo e naturalmente viene vista come un rivale. Poi gli anticristi si paragonano segretamente a queste persone che godono di fama, che hanno prestigio e che suscitano l’ammirazione di fratelli e sorelle. Iniziano a soppesarle, esaminando cosa sono in grado di fare e cosa padroneggiano, e perché certe persone le stimano. Guardando e osservando, gli anticristi si rendono conto che queste persone sono esperte in una certa professione, così come del fatto che tutti le tengono in grande considerazione perché credono in Dio da più tempo e sanno condividere delle testimonianze esperienziali. Gli anticristi considerano tali persone ‘prede’ e le riconoscono come avversari, dopo di che formulano un piano d’azione. Quale? Osservano gli aspetti in cui non sono alla stessa altezza dei loro avversari e cominciano a lavorarci su. Per esempio, se non sono capaci quanto loro in una data professione, la studiano leggendo un maggior numero di libri, cercando di più ogni tipo di informazioni e chiedendo umilmente più istruzioni ad altri. Prendono parte a ogni sorta di lavoro attinente a quella professione, accumulando gradualmente esperienza e coltivando il proprio potere. Poi, quando credono di possedere il capitale per competere con i loro avversari, si fanno spesso avanti per esprimere le proprie ‘opinioni brillanti’, e di frequente confutano e sminuiscono deliberatamente i loro avversari, per metterli in imbarazzo e infangarne il nome, evidenziando così quanto loro siano invece intelligenti e straordinari e surclassando l’avversario. Chi ha una visione lucida è in grado di rendersi conto di tutte queste cose; solo coloro che sono sciocchi, ignoranti e privi di discernimento non ne sono capaci. La maggior parte delle persone vede solo l’entusiasmo degli anticristi, il loro perseguimento, la loro sofferenza, il prezzo che pagano e i loro buoni comportamenti esteriori, ma la situazione reale è nascosta nel profondo del loro cuore. Qual è il loro obiettivo principale? È quello di guadagnare prestigio. L’obiettivo su cui si concentrano tutto il loro lavoro, tutta la loro fatica e tutti i prezzi che pagano è costituito da ciò che più adorano nel loro cuore: il prestigio e il potere(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Quando ho letto la Sua parola, ho percepito che Dio era in grado di scrutare a fondo i miei pensieri e i miei sentimenti. Ho riflettuto su come, da quando avevo assunto il lavoro di irrigazione, l’avevo trattato come un’occasione per mettermi in mostra. Volevo risolvere i problemi degli altri per ottenere la loro ammirazione e approvazione. Dopo che la leader aveva incaricato Natalia di lavorare con me, non avevo pensato a come compiere bene il nostro dovere insieme; al contrario, ero sempre in competizione con lei e mi paragonavo a lei. Ero ossessionata da chi i fratelli e le sorelle cercassero per chiedere aiuto, da chi di noi due godesse di più fama e più considerazione tra gli altri. Mi sono sentita messa da parte e minacciata quando ho visto che tutti ammiravano Natalia, così ho iniziato a considerarla come una persona contro cui competere. Volevo sconfiggerla e superarla con tutto ciò che dicevo e facevo, e ho fatto di tutto per convincere fratelli e sorelle che fossi migliore di lei. Apparentemente, svolgevo il mio dovere, ma non stavo affatto pensando a come compierlo bene, a come ottenere il massimo dalle riunioni, o se le difficoltà e i problemi dei miei fratelli e sorelle fossero stati risolti. Agivo sempre e solamente per la reputazione e il prestigio. Non è questa l’indole di un anticristo? Gli anticristi mettono il prestigio e la fama al di sopra di tutto. Invidiano, combattono e si paragonano a chiunque sia migliore di loro. Per amore del prestigio, non si fermano davanti a nulla: calpestano, sminuiscono e infangano chiunque, al fine di elevarsi e mettersi in mostra. In tutto ciò che facevo, i miei secondi fini non erano forse gli stessi di un anticristo? Svolgere il mio dovere con quel tipo di intenzione significava intraprendere il cammino di un anticristo e opporsi a Dio. Resamene conto, sono stata sopraffatta dal rimorso. Non volevo continuare a percorrere quella strada e desideravo cercare realmente la verità ed eliminare la mia indole corrotta.

In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Nel campo di Satana, che sia nella società o negli ambienti ufficiali, qual è l’atmosfera prevalente? Quali pratiche sono diffuse? Dovreste averne una certa comprensione. Quali sono i principi e le linee guida per le loro azioni? Ciascuno segue la sua legge; ciascuno va per la sua strada. Le persone agiscono nei loro interessi e fanno come preferiscono. Chiunque abbia autorità ha l’ultima parola. Non rivolgono nemmeno un pensiero fugace agli altri. Fanno solo quel che vogliono, lottando per la fama, il guadagno e il prestigio, e agendo esclusivamente in base alle loro preferenze. Non appena ricevono potere, si affrettano a esercitarlo su altri. Se le offendi, vogliono metterti sotto torchio, e tu non puoi fare altro che offrire loro doni. Sono velenose come scorpioni, disposte a violare le leggi, i regolamenti governativi, e persino a commettere crimini. Tutte cose di cui sono capaci. Ecco come l’oscurità e il male regnano nel campo di Satana. Ora Dio è venuto per salvare l’umanità, per consentire alle persone di accettare e comprendere la verità, e di liberarsi dalla schiavitù e dal potere di Satana. Se non accettate la verità e non la praticate, non state ancora vivendo sotto il potere di Satana? In tal caso, qual è la differenza tra il vostro stato attuale e quello dei diavoli e di Satana? Competereste nello stesso modo in cui competono i non credenti. Lottereste nello stesso modo in cui lottano i non credenti. Dalla mattina alla sera sareste impegnati a complottare e tramare, a provare invidia e a discutere. Cosa c’è alla radice di questo problema? C’è il fatto che le persone hanno un’indole corrotta e vivono conformemente a essa. Il regno dell’indole corrotta è il regno di Satana; l’umanità corrotta risiede all’interno di un’indole satanica, e nessuno fa eccezione. Quindi, non dovresti pensare di essere troppo buono, troppo mite o troppo onesto per impegnarti in lotte per il potere e il guadagno. Se non comprendi la verità e non sei guidato da Dio, non fai di certo eccezione, e non avrai mai modo, a causa della tua ingenuità o gentilezza, o a causa della tua giovinezza, di astenerti dal lottare per la fama e il guadagno. In effetti, anche tu cercherai la fama, il guadagno e il prestigio finché ne avrai l’opportunità e le circostanze lo permetteranno. Correre dietro alla fama e al guadagno è il comportamento distintivo degli esseri umani, che hanno la natura malvagia di Satana. Nessuno fa eccezione. L’intera umanità corrotta vive per la fama, il guadagno e il prestigio, e pagherà qualsiasi prezzo nella loro lotta per ottenere queste cose. Così è per tutti quelli che vivono sotto il potere di Satana. Pertanto, chi non accetta o non comprende la verità e non sa agire in conformità ai principi vive in un’indole satanica. Un’indole satanica è già arrivata a dominare i tuoi pensieri e a controllare il tuo comportamento; Satana ti ha posto sotto il suo controllo, sei suo prigioniero: non gli sfuggirai mai se non accetti la verità e non ti ribelli a lui(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito perché non riuscivo a smettere di lottare per la fama e il guadagno personale. Era perché ero stata imbevuta di opinioni e veleni satanici e ne ero stata corrotta. Fin da quando ero piccola, a casa e a scuola mi erano state insegnate e inculcate idee come: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso” e “Devi sopportare grandi sofferenze per diventare il più grande tra gli uomini”. Perciò volevo l’ammirazione degli altri, a prescindere dal gruppo in cui mi trovavo, e gioivo nel sentirmi ammirata e approvata. Pensavo che fosse l’unico modo di condurre una vita dignitosa e di valore. Mentre svolgevo il mio dovere nella chiesa, vivevo ancora secondo queste idee e prospettive sataniche. Nel perseguire l’ammirazione degli altri, avevo trattato Natalia come un’avversaria; ero ossessionata da come superarla. Avevo persino fatto ricorso ad azioni spietate, usando mezzi subdoli per intralciare la sua condivisione nella riunione. Avevo sempre pensato che fare carriera ed essere ammirata fosse l’unico modo dignitoso di vivere. I fatti mi hanno dimostrato che, quando vivevo secondo quei veleni satanici, la mia ambizione e i miei desideri continuavano a crescere mentre diventavo sempre più ottusa, fino a rendere il mio comportamento spregevole ed estremamente disgustoso agli occhi di Dio. Non c’era un briciolo di dignità nel vivere in questo modo. Finalmente mi sono resa conto di quanto fossi stata profondamente corrotta da Satana. Non riuscivo a distinguere le cose positive da quelle negative, avevo perso la coscienza e la ragione. Se non fosse stato per il giudizio e la rivelazione della parola di Dio, non avrei riflettuto su me stessa e non sarei giunta a conoscermi, né avrei visto chiaramente le conseguenze e il pericolo della ricerca di fama e prestigio. Avrei solo continuato a vivere secondo dei veleni satanici e chissà che tipo di male avrei compiuto. Dal profondo del mio cuore, ho ringraziato Dio per la Sua guida e per avermi fornito una certa conoscenza di me stessa.

In seguito, ho letto un altro passo della parola di Dio e in esso ho trovato la via pratica per liberarmi dai vincoli della fama e del prestigio. La parola di Dio dice: “Quando Dio richiede alle persone di svolgere bene il loro dovere, non sta chiedendo loro di portare a termine un certo numero di compiti o di realizzare grandi progetti, e nemmeno ha bisogno che compiano grandi imprese. Ciò che Dio vuole è che le persone sappiano fare tutto ciò che possono in maniera concreta e vivano secondo le Sue parole. Dio non ha bisogno che tu sia grande o nobile, né che tu compia miracoli, e nemmeno vuole vedere in te piacevoli sorprese. Non Gli serve nulla di tutto questo. Dio ha solamente bisogno che tu pratichi seriamente secondo le Sue parole. Quando ascolti le parole di Dio, fa’ ciò che hai capito, esegui ciò che hai compreso, ricorda bene ciò che hai sentito e poi, quando arriva il momento di praticare, fallo in conformità alle parole di Dio. Lascia che diventino la tua vita, le tue realtà, ciò che vivi. In tal modo Dio sarà soddisfatto. Tu ricerchi sempre la grandezza, la nobiltà e il prestigio; cerchi sempre l’esaltazione. Che cosa pensa Dio quando vede queste cose? Le aborrisce e prenderà le distanze da te. Più tu persegui cose come la grandezza, la nobiltà e il fatto di essere superiore agli altri, di distinguerti, di essere eminente e degno di nota, più Dio ti trova disgustoso. Se non rifletti su te stesso e non ti penti, allora Dio ti detesterà e ti abbandonerà. Evita di diventare qualcuno che Dio trova disgustoso; sii una persona che Dio ama. Quindi, come si può ottenere l’amore di Dio? Accettando la verità con obbedienza, rimanendo nella posizione di un essere creato, agendo in conformità alla parola di Dio con i piedi per terra, svolgendo bene i propri doveri, essendo una persona onesta e vivendo una sembianza umana. È sufficiente questo, Dio ne sarà soddisfatto. Le persone devono assicurarsi di non avere ambizioni e di non nutrire sogni inutili, di non cercare fama, guadagno e prestigio e di distinguersi dalla massa. Ancor di più, non devono tentare di essere grandi persone o superuomini, individui superiori agli altri e che si fanno adorare da loro. Questo è il desiderio dell’umanità corrotta, ed è il cammino di Satana; Dio non salva simili persone. Se le persone perseguono ininterrottamente la fama, il guadagno e il prestigio senza pentirsi, allora non c’è cura per loro, e un solo esito: essere eliminate(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che Egli non chiede alle persone di essere famose o eccezionali. Non chiede loro di realizzare qualcosa di incredibile. Dio vuole solo che pratichiamo onestamente secondo le Sue parole e che adempiamo i doveri e le responsabilità di un essere creato. Una tale persona è veramente dignitosa agli occhi di Dio e Gli è gradita. L’uomo deve adorare e onorare Dio come grande. Invece io cercavo sempre un posto nel cuore delle persone, tentando di indurle ad ammirarmi e adorarmi. Così facendo, non andavo forse contro le richieste di Dio? Non percorrevo forse la strada dell’opposizione a Lui? Ero priva della verità realtà. C’erano molte cose che non riuscivo a capire o a risolvere, ed ero solo in grado di sciorinare alcune dottrine, eppure ho sempre avuto un’alta considerazione di me stessa. Desideravo sfacciatamente l’ammirazione e l’adorazione dagli altri e lottavo per ottenerle quando non le avevo. Non conoscevo affatto me stessa ed ero completamente spudorata! Dio è il Signore della creazione, Egli è supremo e grande. Si è incarnato ed è venuto sulla terra per esprimere la verità e salvare l’umanità. Ha compiuto un’opera così straordinaria, ma comunque non Si mette in mostra e non Si pone come Dio. Egli resta nascosto e umile. Vedere quanto è adorabile l’essenza di Dio mi ha fatta vergognare e sentire in colpa ancora di più. Ho deciso di ribellarmi contro la mia carne e di praticare la verità. Mi sono rivolta a Dio e ho pregato: “O Dio, non faccio che competere con gli altri e paragonarmi a loro mentre compio il mio dovere, e perseguo il prestigio per essere ammirata. Questo Ti disgusta e non voglio più vivere in questo modo. Intendo abbandonare la fama e il prestigio e rimanere con i piedi per terra mentre compio il mio dovere. Ti prego, guidami”. In seguito, ho cercato Natalia e le ho parlato del mio stato e della mia corruzione. Abbiamo condiviso sull’importanza di una cooperazione armoniosa. In quel momento mi sono sentita davvero salda e in pace.

In seguito, lavorando con Natalia, ho di nuovo provato l’impulso di competere, ma quando questi pensieri sorgevano, dicevo subito una preghiera e mi ribellavo a me stessa. Ricordo che una volta, quando era il turno di Natalia di tenere una riunione, vedendo che era troppo occupata per prepararsi, ho trovato alcune parole di Dio pertinenti per affrontare i problemi degli altri. Ho pensato: “Sono stata io a trovare questi passi. Se la riunione va bene, i fratelli e le sorelle crederanno che sia stata Natalia a fare tutto il lavoro? Penseranno che si assuma un fardello maggiore del mio? Forse dovrei essere io a tenere questa riunione”. A questo pensiero, mi sono resa conto che stavo di nuovo lottando per la fama e il guadagno personale. Allora mi sono venute in mente queste parole di Dio: “Devi imparare a lasciar andare e mettere da parte queste cose, a raccomandare gli altri, a permettere loro di distinguersi. Non lottare, non affrettarti a trarre vantaggio dalle opportunità di emergere e di eccellere. Devi essere in grado di mettere da parte queste cose, ma devi anche non ritardare lo svolgimento del tuo dovere. Sii una persona che lavora in un tranquillo anonimato e non si mette in mostra davanti agli altri mentre assolvi fedelmente il tuo dovere. Più rinunci al tuo orgoglio e al tuo prestigio e più lasci andare i tuoi interessi, più ti sentirai in pace e più vi sarà luce nel tuo cuore, e più migliorerà il tuo stato. Più lotti e competi, più tenebroso diventerà il tuo stato. Se non Mi credi, prova e vedrai! Se vuoi invertire questo tipo di stato corrotto e non essere dominato da queste cose devi ricercare la verità, comprendere chiaramente l’essenza di queste cose e poi accantonarle e abbandonarle(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Le parole di Dio mi hanno fornito un percorso di pratica. Dobbiamo imparare a lasciar perdere, a rinunciare a qualsiasi opportunità di metterci in mostra, lasciando che altri occupino il centro della scena. Pensando a questo, ho inviato un messaggio a Natalia: “Conduci pure tu la riunione di domani, io ti aiuterò con la condivisione”. Il giorno seguente, durante la riunione, non ho pensato all’opinione degli altri, ma a come condividere sulle parole di Dio per aiutarli a risolvere i loro problemi. Natalia ed io abbiamo condiviso insieme, completandoci a vicenda. Alla fine, tutti hanno detto di aver trovato la riunione estremamente utile. Ho ringraziato Dio per questo e ho percepito la sicurezza e la pace derivanti dalla pratica della verità.

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