63. La ricompensa di una segnalazione

di Cristina, Stati Uniti

Nell’estate del 2019, ho saputo che sorella Giuliana, una leader della chiesa, aveva nominato fratello Elio come supervisore del lavoro di irrigazione, affermando che aveva un’ottima levatura e che la sua comunione nelle riunioni era illuminante. La notizia mi ha un po’ spiazzata. In passato avevo lavorato con lui nel mio dovere, quindi un po’ lo conoscevo. Era vero che era un buon oratore e che parlava ininterrottamente durante le sue condivisioni nelle riunioni, ma ciò che aveva da dire erano soprattutto parole e dottrine e non risolveva veramente dei problemi reali. Era anche piuttosto arrogante, tendeva a fare le cose a modo suo e prendeva le decisioni di lavoro da solo, senza discutere con gli altri. Questo aveva portato ad alcuni problemi che avevano danneggiato il lavoro della chiesa. Io e una sorella gli abbiamo fatto notare quei problemi diverse volte, ma lui continuava a controbattere, non lo accettava, non rifletteva su sé stesso e alla fine non è mai cambiato. Dopo un po’ di tempo, mi sono resa conto che era una persona che riversava sempre parole e dottrine, ma non era in grado di accettare la verità. Uno dei princìpi per l’elezione dei leader e dei lavoratori della chiesa è che il candidato deve avere una comprensione pura della verità e saperla accettare, e possedere senso di responsabilità e una buona levatura. Inoltre, il supervisore del lavoro di irrigazione deve essere bravo a risolvere i problemi attraverso la comunione sulla verità e deve essere in grado di svolgere un lavoro reale. Giuliana ha nominato Elio come supervisore del lavoro di irrigazione solo perché aveva una minima levatura ed era eloquente. Questo non era in linea con i princìpi. Più ci pensavo, più mi sentivo a disagio e volevo condividere i miei pensieri con Giuliana, ma esitavo. Mi dicevo: “Sono da poco stata sollevata dal mio dovere di supervisore del lavoro di irrigazione. Se mi opponessi alla persona che è stata appena scelta dalla leader, che figura ci farei? Gli altri non direbbero forse che sono appena stata rimossa da quello stesso dovere, che sono invidiosa della persona che ha ottenuto il posto e che sto facendo di tutto per trovare in lei dei difetti? E se mi dicessero che sto intralciando il lavoro della chiesa? Non importa, è meglio che non complichi le cose e non mi crei dei problemi”. Così, mi sono morsa la lingua proprio quando ero sul punto di parlare. In seguito, ho saputo che anche alcuni fratelli e sorelle avevano lavorato con Elio in precedenza e ritenevano che non si fosse mai fatto carico di alcun fardello nel suo dovere e che non fosse adatto al ruolo di supervisore. Questo mi ha convinta ancora di più di avere ragione su di lui e ho pensato: “Dovrei parlare con Giuliana il prima possibile, in modo che il lavoro della chiesa non venga ritardato per aver assegnato il ruolo alla persona sbagliata. Ma è stata lei a nominare Elio; quindi, se gliene parlo, non sarà come accusarla apertamente di aver sbagliato? Quando ho lavorato con lei in passato, l’ho trovata piuttosto arrogante, presuntuosa e prepotente. Le ho fatto notare queste cose e non solo si è rifiutata di accettarle, ma mi ha anche dato una vera e propria strigliata. Quindi, se ora le parlo di un problema manifestato dalla persona che ha promosso, potrebbe pensare che la sto ostacolando e che sto cercando di metterle i bastoni tra le ruote. E poi cosa farei se lei mi rendesse le cose difficili? Ricordo che qualche anno fa, quando io e una sorella abbiamo fato notare a un leader alcuni suoi difetti, lui ci ha accusate di esserci coalizzate nell’attaccarlo. Ho perso il mio dovere per questo. Anche se quel leader è stato poi smascherato come anticristo ed espulso, per molto tempo non ho avuto un dovere perché quell’anticristo mi osteggiava. Ho paura che Giuliana non accetti il problema che intendo sollevare e che trovi una scusa per togliermi il mio dovere. Cosa farei allora? Questo è il momento più cruciale per compiere un dovere. Se in un momento come questo non posso svolgerne alcuno né preparare delle buone azioni, temo di perdere la mia possibilità di salvezza. E allora non perderò tutto?” A questo pensiero, mi sono tolta dalla testa l’idea di parlare della questione.

In seguito, ho sentito alcuni fratelli e sorelle dire che, da quando Elio era diventato supervisore del lavoro di irrigazione, nelle riunioni si limitava a riversare parole e dottrine, a parlare a vanvera, senza affatto aiutare le persone con i loro problemi reali. Nemmeno si assumeva la responsabilità del suo dovere e, tra i nuovi arrivati di cui era responsabile, molti avevano smesso di andare alle riunioni perché erano stati ingannati dalle voci del Partito Comunista. Lui non aveva offerto loro comunione e sostegno in tempo, così alcuni di loro avevano abbandonato la fede. Quando l’ho saputo, mi sono resa conto della gravità del problema. Se avesse continuato a prestare servizio come supervisore, avrebbe danneggiato ancora di più il lavoro della chiesa; sapevo di doverlo riferire subito a Giuliana. Ma avevo paura di offenderla e di mettermi nei guai, quindi ero molto combattuta: “Dovrei segnalarlo o no? Se lo faccio, ho paura delle conseguenze che questo avrà su di me, ma se non lo faccio mi sentirò in colpa. Mi chiedo come poter parlarne in modo da proteggermi e garantire che nulla vada storto”. Mi sono incagliata in questi pensieri come in una ragnatela, e sono caduta in preda al disagio e all’agitazione.

Una volta, durante una riunione, il nostro capogruppo ci ha chiesto se avessimo delle opinioni sulla promozione di Elio e, in caso affermativo, di inviargli un messaggio. Ero davvero entusiasta di sentirlo, e mi sono detta: “È una grande opportunità. Sarà lui a metterci la faccia e a raccogliere le nostre opinioni per condividerle con la leader, la quale poi non saprà chi ha scritto cosa. E se la leader tenterà davvero di andare a fondo, il capogruppo farà da scudo”. Ho quindi scritto i problemi che avevo riscontrato e ho consegnato il rapporto al capogruppo. La mattina dopo, con mia grande sorpresa, lui mi ha riferito che aveva già inoltrato la mia segnalazione alla leader. Sapere che non aveva condiviso le segnalazioni con la leader come rapporto generale del nostro gruppo mi ha gettata nell’agitazione. Gli ho chiesto: “Perché hai inoltrato il mio messaggio direttamente a Giuliana?” Di fronte alla mia forte reazione, mi ha risposto: “I pensieri di ciascuno sono stati trasmessi alla leader e tutti dovremmo essere onesti riguardo alle nostre opinioni. Di cosa ti preoccupi?” Non sapevo cosa rispondere. Ero sorpresa e un po’ imbarazzata; pensavo: “È vero: perché avevo troppa paura per parlare apertamente del problema?” Mi sono presentata davanti a Dio in preghiera, chiedendoGli di guidarmi e riflettendo su me stessa.

Riflettendo, ho letto un passo delle parole di Dio: “Che razza di persona è un individuo che manca di coscienza e che non ha la ragione dell’umanità normale? In generale, è una persona che manca di umanità, che possiede un’umanità estremamente scarsa. In dettaglio, quali manifestazioni di umanità carente mostra questa persona? Proviamo ad analizzare quali caratteristiche possiedono persone del genere e quali manifestazioni specifiche presentano. (Sono egoiste e spregevoli.) Le persone egoiste e spregevoli sono superficiali nelle loro azioni, e non si lasciano coinvolgere da nulla che non le interessi personalmente. Non tengono conto degli interessi della casa di Dio, né mostrano considerazione per le Sue intenzioni. Non si assumono mai il fardello di assolvere il loro dovere o testimoniare per Dio, e non hanno alcun senso di responsabilità. […] Vi sono persone che non si assumono alcuna responsabilità, indipendentemente dal dovere che svolgono. E non riferiscono tempestivamente ai loro superiori dei problemi che scoprono. Quando vedono gli altri essere d’intralcio e di disturbo, chiudono un occhio. Quando vedono qualcuno di malevolo compiere il male, non cercano di fermarlo. Non proteggono gli interessi della casa di Dio, né si preoccupano di sapere quale sia il loro dovere e la loro responsabilità. Nello svolgere il loro dovere, persone simili non fanno alcun lavoro reale; sono compiacenti e bramose di comodità; parlano e agiscono solo per la loro vanità, la loro reputazione, il loro prestigio e i loro interessi, e sono disposti a dedicare tempo e sforzi solo a cose che procurano loro un tornaconto. A tutti è chiaro come agiscano e che intenzioni abbiano persone del genere: spuntano fuori ovunque vi sia l’occasione di mostrare il loro volto o di ricevere qualche benedizione. Quando, però, non vi è occasione di mostrare il loro volto o non appena vi è un momento di sofferenza, scompaiono alla vista come una tartaruga che ritrae il capo. Una persona del genere possiede forse coscienza e ragione? (No.) Una persona priva di coscienza e di ragione che si comporta in questo modo prova riprovazione per se stessa? Simili persone non posseggono senso di riprovazione per sé stesse; la loro coscienza non serve ad alcuno scopo. Non hanno mai avvertito alcun rimprovero dalla loro coscienza. Allora, possono forse percepire la riprovazione e la disciplina dello Spirito Santo? No, non possono(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Le parole di Dio descrivevano esattamente lo stato in cui mi trovavo. Sapevo che la leader non nominava le persone secondo i princìpi, e vedevo che Elio, in quanto supervisore, non svolgeva lavoro reale e ostacolava l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. Avrei dovuto prendere posizione e segnalare il problema per salvaguardare il lavoro della chiesa. Questo è il mio dovere in quanto prescelta di Dio. Invece temevo di offendere Giuliana e di perdere il mio dovere, così ho chiuso un occhio sul problema. Anche se avevo condiviso la mia opinione con il capogruppo per iscritto, non volevo che Giuliana sapesse che ero stata io a scriverla e temevo che mi avrebbe causato dei problemi. Mi sono resa conto che in ogni cosa pensavo solo ai miei interessi personali e niente affatto a come salvaguardare quelli della chiesa. Ero davvero priva di coscienza e ragione. Avevo tratto molta irrigazione e tanto sostegno dalle parole di Dio, eppure quando il lavoro della chiesa subiva dei danni pensavo solo a proteggere me stessa. Non avevo alcuna lealtà verso Dio. Sputavo nel piatto in cui mangiavo. Ero del tutto priva di umanità. Più ci pensavo e più mi sentivo in colpa, e mi chiedevo: “Perché ero così spaventata, così agitata quando mi sono trovata di fronte a tale problema? Pronunciare una sola parola onesta mi risultava così faticoso: da quale tipo di indole ero controllata?”

In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha chiarito la questione. Dio Onnipotente dice: “Molti desiderano perseguire e mettere in pratica la verità, ma il più delle volte ne hanno soltanto la determinazione e il desiderio; la verità non è diventata la loro vita. Di conseguenza, quando si trovano ad affrontare forze malvagie, o incontrano persone malevole e cattive che commettono malefatte o falsi capi e anticristi che agiscono in modo tale da violare i principi – disturbando così l’opera della chiesa e danneggiando i prescelti di Dio – perdono il coraggio di reagire e di parlare francamente. Che cosa significa non avere il coraggio? Significa forse che sei timido o che hai difficoltà a esprimerti? Oppure che non capisci a fondo e pertanto non ti fidi a parlare francamente? Nessuna delle due; questa è principalmente la conseguenza dell’essere vincolato da un’indole corrotta. Uno degli aspetti che riveli è un’indole propensa all’inganno; quando ti succede qualcosa, il tuo primo pensiero va ai tuoi interessi, e la prima cosa che consideri sono le conseguenze, se saranno vantaggiose per te. Questa è un’indole propensa all’inganno, vero? Un altro degli aspetti che riveli è un’indole spregevole ed egoista. Pensi: ‘Cosa ha a che fare con me una perdita per gli interessi della casa di Dio? Non sono un leader, quindi perché dovrei preoccuparmene? Non ha nulla a che fare con me. Non è una mia responsabilità’. Tali pensieri e parole non sono qualcosa che pensi coscientemente, ma sono prodotti dal tuo subconscio; questa è l’indole corrotta che si rivela quando le persone affrontano un problema. Un’indole corrotta di questo tipo domina il tuo modo di pensare, ti lega mani e piedi, e controlla ciò che dici. In cuor tuo, desideri alzarti e parlare, ma hai dei timori e, anche quando parli, meni il can per l’aia e ti lasci un po’ di spazio di manovra, o altrimenti sei elusivo e non dici la verità. Le persone perspicaci riescono a capirlo; in verità, nel tuo cuore sai di non aver detto tutto quel che avresti dovuto, sai che ciò che hai detto non ha sortito alcun effetto, che stavi parlando tanto per farlo e che il problema non è stato risolto. Non hai adempiuto la tua responsabilità, eppure sostieni apertamente di averlo fatto, o che ciò che stava accadendo non ti era chiaro. Questo è vero? Ed è davvero ciò che pensi? Non sei dunque completamente dominato dalla tua indole satanica? Anche se parte di quel che dici è in linea con i fatti, su punti fondamentali e su questioni cruciali, tu menti e inganni le persone, il che dimostra che sei una persona che mente e che vive secondo la propria indole satanica. Tutto quel che dici e pensi è stato elaborato dal tuo cervello, portando ogni tua affermazione a essere falsa, vuota, una menzogna; in effetti, tutto quel che dici è contrario ai fatti, volto a giustificare te stesso e a tornare a tuo vantaggio, e quando hai fuorviato le persone e le hai convinte a crederti, senti di aver raggiunto i tuoi obiettivi. Tale è il tuo modo di parlare, e rappresenta anche la tua indole. Sei totalmente dominato dalla tua indole satanica. Non hai alcun potere su quanto dici e fai. Anche se volessi, non saresti in grado di dire la verità o ciò che pensi veramente; anche se volessi, non sapresti mettere in pratica la verità; anche se volessi, non saresti capace di adempiere alle tue responsabilità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Leggendo le parole di Dio, ho capito che non stavo praticando la verità né salvaguardando il lavoro della chiesa perché ero propensa all’inganno, egoista e spregevole per natura. Ho considerato il fatto che sapevo che Giuliana non si era attenuta ai princìpi nominando Elio e che lui stava compromettendo il lavoro della chiesa perché non svolgeva alcun lavoro reale. Tutto questo mi era chiaro come il sole e sapevo che avrei dovuto segnalarlo, che sarebbe stato utile al lavoro della chiesa e avrebbe giovato all’ingresso nella vita di tutti, eppure non trovavo mai il coraggio di prendere posizione e parlare. Poi, quando il mio capogruppo ha preso l’iniziativa, ho finalmente messo per iscritto il mio punto di vista, ma quando ho scoperto che l’aveva inoltrato direttamente alla leader mi sono sentita scontenta, come se mi avesse smascherata. Mi sono arrovellata il cervello, calcolando come proteggermi per non subire alcuna perdita. Seguivo le filosofie sataniche “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Lascia che le cose vadano avanti da sole se non ti riguardano personalmente”, “Chi è ragionevole sa proteggere sé stesso, e cerca solo di evitare di commettere errori” e “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito.” Queste cose controllavano i miei pensieri, mi tenevano vincolata con il loro incantesimo e mi rendevano astuta e propensa all’inganno. Anche se avevo fede e leggevo le parole di Dio, non avevo posto per Lui nel mio cuore. Non riuscivo a dire una sola parola onesta o a far luce su una situazione reale. Mi comportavo da lacchè di Satana e vivevo un’esistenza patetica. Ero egoista, spregevole e priva della minima umanità. Questo portava davvero Dio a detestarmi. In preda a un enorme rimorso, ho rivolto a Dio una preghiera silenziosa: “O Dio, sono così egoista e propensa all’inganno. Non mi sono assunta alcuna responsabilità quando ho rilevato un problema e non ho praticato la verità né protetto il lavoro della chiesa. Vivo in modo davvero patetico. Dio, non voglio più vivere così. Voglio mettere in pratica la verità e soddisfarTi”. Dopo aver pregato, mi sono sentita leggermente più fiduciosa e ho smesso di preoccuparmi di come Giuliana avrebbe potuto reagire dopo aver letto la mia segnalazione.

Pensavo che, dopo aver letto le nostre segnalazioni in merito ai problemi che manifestava, Giuliana si sarebbe resa conto di aver violato i princìpi nominando Elio, e invece lei non ha riflettuto su sé stessa e non lo ha tempestivamente destituito. Inoltre, ho scoperto che non affrontava veramente i problemi dei progetti che andavano a rilento o erano improduttivi. Mi sono detta: “Non è in grado di accettare la verità né di svolgere un vero lavoro, quindi, in base ai princìpi secondo cui discernere i falsi leader, sembra molto probabile che lei rientri nella categoria”. Volevo riferirlo ai superiori, ma ancora una volta ho esitato, pensando: “E se lo scoprisse? Cosa penserebbe di me? Se non venisse rimossa e mantenesse invece il ruolo di leader, cercherebbe delle scuse per opprimermi? Lasciamo stare. Il rifiuto di cambiare o di svolgere lavoro reale è un problema suo; io dovrei limitarmi a compiere bene il mio dovere e a vedere come vanno le cose”. Così ho lasciato correre.

Poco tempo dopo, ho saputo che in un’altra chiesa un leader era stato smascherato come anticristo e scacciato. Aveva compiuto molto male nel periodo in cui era stato leader e tutti se ne rendevano conto, ma nessuno aveva osato parlare. Non una sola persona in tutta la chiesa lo aveva segnalato, e non hanno portato alla luce le sue malefatte neanche dopo che è stato smascherato e scacciato. Si sono limitati a scaricare la colpa con la scusa di essere ignari della situazione. Tutti hanno coperto quell’anticristo e si sono schierati dalla sua parte, opponendosi a Dio e agendo come complici di Satana, cosa che costituiva una grave offesa all’indole di Dio. Di conseguenza, l’intera chiesa è stata isolata affinché tutti riflettessero su sé stessi. Questo mi ha molto colpita e mi ha ricordato alcune parole di Dio: “Se all’interno di una chiesa non c’è nessuno disposto a praticare la verità, nessuno che rimanga saldo nella testimonianza a Dio, tale chiesa andrebbe allora completamente isolata e i suoi legami con le altre chiese dovranno essere troncati. Questo è ciò che viene chiamato ‘seppellire la morte’; questo è quel che significa respingere Satana. Se in una chiesa sono presenti diversi bulli locali, nonché alcuni ‘moscerini’ che li seguono e non hanno il benché minimo discernimento, e se coloro che sono in tale chiesa, anche dopo aver visto la verità, sono ancora incapaci di affrancarsi dai legami e dalla manipolazione di questi bulli, allora quegli stolti saranno alla fine eliminati. Forse questi moscerini non avranno fatto niente di terribile, ma sono ancora più subdoli, ancora più scaltri ed elusivi, e chiunque è così verrà eliminato. Non ne resterà neanche uno! Coloro che appartengono a Satana saranno restituiti a Satana, mentre coloro che appartengono a Dio andranno sicuramente in cerca della verità; ciò è determinato dalle rispettive nature. Periscano tutti coloro che seguono Satana! Nessuna pietà verrà mostrata a costoro. Lasciamo che coloro che cercano la verità se ne approvvigionino e possano godere della parola di Dio a piacimento. Dio è giusto, Egli non mostrerebbe favoritismi per nessuno. Se sei un diavolo, sarai incapace di praticare la verità. Se sei uno che cerca la verità, di certo non sarai fatto prigioniero da Satana: questo è fuori di dubbio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Un monito per coloro che non praticano la verità”). Dalle parole di Dio, ho percepito la Sua indole maestosa e giusta, che non tollera offesa, e la Sua ira verso coloro che non mettono in pratica la verità. Anche se in superficie sembrava non avessero fatto nulla di veramente malvagio, sono rimasti a guardare mentre un anticristo compiva il male e non hanno fatto nulla per segnalarlo o smascherarlo. Senza muovere un dito, hanno permesso che si scatenasse e danneggiasse il lavoro della chiesa. Stavano coprendo un anticristo ed erano complici di Satana. Questo significava prendere parte al male compiuto dall’anticristo e costituiva una grave offesa all’indole di Dio. Non ero forse anch’io così? Avevo letto molto della parola di Dio e avevo acquisito un certo discernimento. Vedevo che la leader non seguiva i princìpi nella selezione del personale, che non era capace di accettare la verità e, per di più, che non svolgeva un lavoro reale, cose che erano già di ostacolo al lavoro della chiesa. Vedevo che era una falsa leader, ma avevo paura di offenderla e che lei mi avrebbe oppressa, così ho lasciato correre perché la cosa non mi riguardava personalmente. Che lei cambiasse o meno mi pareva affar suo, qualcosa che non avesse nulla a che fare con me. Avevo goduto di tanto nutrimento da parte di Dio, eppure continuavo a sputare nel piatto in cui mangiavo e a schierarmi dalla parte di Satana. Vedevo gli interessi della chiesa compromessi, eppure non facevo nulla. Non ero forse come Satana? Anche se stavo compiendo un dovere, Dio scrutava ogni mia singola azione. Sapevo che, se non mi fossi pentita, Egli mi avrebbe detestata ed eliminata. Questo pensiero mi terrorizzava. Ho subito pregato e mi sono pentita davanti a Dio: “Dio, ho visto una falsa leader agire in violazione dei princìpi e intralciare il lavoro della chiesa, ma non l’ho smascherata né segnalata solamente per proteggere me stessa. Ho agito da complice di Satana. Sono davvero ribelle e detestabile. Dio, voglio pentirmi davanti a Te”.

In seguito, mi sono chiesta: “Perché mi spaventava tanto segnalare i problemi della leader? Di cosa avevo veramente paura?” Pregando e ricercando, ho letto due passi delle parole di Dio che mi hanno aiutata a capire meglio la questione. Le parole di Dio dicono: “Quale atteggiamento si dovrebbe tenere in merito a come trattare un leader o un lavoratore? Se quello che un leader o un lavoratore fanno è giusto e in linea con la verità, allora puoi obbedire loro; se quello che fanno è sbagliato e non è in linea con la verità, allora non dovresti farlo e puoi smascherarli, contrastarli ed esprimere un parere diverso. Se sono incapaci di svolgere lavoro reale o compiono azioni malevole che causano disturbo al lavoro della chiesa e si rivelano essere un falso leader, un falso lavoratore o un anticristo, allora puoi discernerli, smascherarli e segnalarli. Eppure ci sono alcuni eletti di Dio che non comprendono la verità e sono particolarmente codardi; costoro temono di essere soffocati e tormentati da falsi leader e anticristi, perciò non osano sostenere i principi. Dicono: ‘Se il leader mi butta fuori, sono finito; se fa in modo che tutti mi smascherino o mi abbandonino non potrò più credere in Dio. Se vengo espulso dalla chiesa, Dio non mi vorrà e non mi salverà. La mia fede non sarà stata inutile?’ Tale modo di pensare non è ridicolo? Queste persone hanno vera fede in Dio? Un falso leader o un anticristo che ti espelle rappresenterebbe Dio? Quando un falso leader o un anticristo ti tormenta e ti espelle, questa è opera di Satana e non ha nulla a che fare con Dio; quando le persone vengono epurate o espulse dalla chiesa, questo è in linea con le intenzioni di Dio solo quando vi è una decisione comune tra la chiesa e tutto il popolo eletto di Dio, e quando l’epurazione o espulsione è interamente in linea con le disposizioni lavorative della casa di Dio e le verità principi delle parole di Dio. In che modo il fatto di essere espulso da un falso leader o un anticristo potrebbe implicare che non sarai salvato? Questa è la persecuzione da parte di Satana e l’anticristo, e non significa che non sarai salvato da Dio. Che tu possa essere salvato o meno dipende da Dio. Nessun essere umano ha i requisiti per decidere se tu possa essere salvato da Dio. Questo deve esserti chiaro. E considerare l’essere espulso da un falso leader o un anticristo come essere espulso da Dio non è forse fraintendere Dio? Sì. Non è solo fraintendere Dio, ma anche ribellarti a Lui. È inoltre una sorta di blasfemia contro Dio. E fraintendere Dio in questo modo non è da ignoranti e da stolti? Quando un falso leader o un anticristo ti espelle, perché non ricerchi la verità? Perché non cerchi qualcuno che comprenda la verità così da acquisire un po’ di discernimento? E perché non segnali il fatto ai superiori? Questo dimostra che tu non credi sia la verità a regnare sovrana nella casa di Dio, dimostra che non hai vera fede in Dio, che non sei una persona che crede veramente in Dio. Se hai fiducia nell’onnipotenza di Dio, perché temi la ritorsione da parte di un falso leader o di un anticristo? Può un individuo così determinare il tuo destino? Se sei capace di discernimento e ti accorgi che le sue azioni sono in contrasto con la verità, perché non tieni condivisione con il popolo eletto di Dio che comprende la verità? Hai una bocca, quindi perché non hai il coraggio di parlare? Perché sei tanto spaventato da un falso leader o un anticristo? Questo dimostra che sei un vigliacco, un buono a nulla, un lacchè di Satana. Se, quando sei minacciato dai falsi leader o dagli anticristi, non hai il coraggio di denunciarli ai superiori, questo dimostra che sei già stato vincolato da Satana e che sei un solo cuore con loro; questo non equivale forse a seguire Satana? Come potrebbe una persona del genere far parte del popolo eletto di Dio? È feccia, pura e semplice(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 3: Escludono e attaccano coloro che perseguono la verità”). “Tutta l’opera di Dio o le Sue parole relative alla destinazione dell’umanità tratteranno le persone in modo opportuno secondo l’essenza di ciascun individuo; non vi sarà il benché minimo malinteso, e non un solo errore sarà commesso. È solo quando sono le persone a compiere il lavoro che intervengono i sentimenti o gli intenti umani. L’opera che Dio compie è veramente appropriata; Egli non avanzerà di certo false pretese nei confronti di nessun essere creato(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Dopo aver letto questo, ho capito che non osavo segnalare il problema della leader per via della mia prospettiva completamente fallace. Pensavo che un leader potesse determinare il mio futuro e il mio destino, e che quindi, se ne avessi offeso uno e questi mi avesse oppressa impedendomi di compiere un dovere, avrei perso ogni speranza di salvezza. Consideravo i leader superiori a Dio. E quello era essere una credente? Il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. Il mio esito finale e la mia possibilità di essere salvata dipendono esclusivamente da Dio. Non può stabilirli nessun essere umano. Anche se in passato sono stata maltrattata per aver segnalato dei problemi manifestati da un leader nel suo lavoro, i fratelli e le sorelle hanno poi capito che si trattava di un anticristo e lui è stato allontanato dalla chiesa. Non ho perso la mia possibilità di salvezza solo perché ho temporaneamente sofferto per l’ingiusta oppressione da parte di un anticristo; anzi, ho anche acquisito discernimento sugli anticristi e ne ho tratti diversi insegnamenti. Ci sono fratelli e sorelle che smascherano e segnalano i falsi leader e gli anticristi per proteggere il lavoro della chiesa, e in risposta i falsi leader e gli anticristi li opprimono e si accaniscono contro di loro. Alcuni di questi fratelli vengono persino scacciati dalla chiesa; tuttavia, poiché hanno fede autentica e continuano a condividere il Vangelo e a compiere il loro dovere, ricevono comunque l’opera dello Spirito Santo e la guida di Dio. Possono lo stesso preparare delle buone azioni e ottenere la salvezza. Quando gli anticristi vengono smascherati e rimossi, allora loro potranno tornare nella chiesa. Questo mi ha mostrato che Dio è giusto e che nella Sua casa regna la verità. Dio governa su tutte le cose. Ho ripensato a quella chiesa in cui nessuno ha smascherato l’anticristo e tutti hanno chiuso un occhio sulle sue azioni malvagie, ignorando ciò che non li toccava personalmente, lasciando così all’anticristo la possibilità di intralciare la chiesa. Anche se non venivano oppressi e potevano continuare a svolgere il loro dovere nella chiesa, si stavano comunque schierando con un anticristo, opponendosi a Dio. Alla fine, Dio ha odiato e sdegnato l’intera chiesa. Riflettendoci, sono arrivata a convincermi che non segnalare i falsi leader e gli anticristi significa proteggere Satana e danneggiare il popolo eletto di Dio, e che non segnalarli quando disturbano il lavoro della chiesa offende l’indole di Dio. Provavo una certa paura e un profondo disprezzo per me stessa. Questo mi ha fornito la motivazione a mettere in pratica la verità.

Ho pensato a questo passo delle parole di Dio: “Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato fedele, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Le parole di Dio mi hanno mostrato un percorso di pratica. Nell’affrontare quel problema, dovevo mettere al primo posto gli interessi della chiesa, dovevo dare priorità a questo e ribellarmi consapevolmente alle mie motivazioni sbagliate. Dovevo smettere di mettere al primo posto i miei interessi personali. Così, ho scritto i problemi che avevo riscontrato ed ero pronta a riferirli a un leader superiore. Proprio in quel momento, alcune sorelle mi hanno detto di aver notato anche loro che Giuliana non svolgeva un lavoro reale, non risolveva i problemi da cui la chiesa era da molto tempo afflitta, promuoveva le persone a suo piacimento e, con la scusa di non riuscire a trovare dei candidati adatti, continuava a rifiutarsi di destituire alcuni che avevano scarsa levatura, erano incompetenti nel loro lavoro e da lungo tempo erano superficiali nel loro dovere. Questo aveva provocato gravi danni al lavoro della chiesa. Secondo i princìpi, Giuliana era una falsa leader. Così, abbiamo scritto insieme una lettera di segnalazione e l’abbiamo sottoposta a un leader.

In seguito, i leader superiori hanno esaminato la situazione e hanno appurato che Giuliana non svolgeva mai lavoro reale, aveva un approccio dispotico e usava il suo prestigio per limitare gli altri. È stata identificata come falsa leader e rimossa dalla sua posizione. Anche Elio è stato giudicato inadeguato al ruolo di supervisore del lavoro di irrigazione ed è stato assegnato a un altro dovere. Di fronte a quell’esito, sono stata invasa da sentimenti di ogni tipo. Ho visto che nella casa di Dio sono davvero Cristo e la verità a regnare, e la mia fiducia nel mettere in pratica la verità è aumentata. Ero colma di gratitudine verso Dio. Sono così riconoscente per l’illuminazione e la guida delle parole di Dio, che mi hanno permesso di liberarmi gradualmente dal controllo e dai vincoli di quelle filosofie sataniche e di trovare il coraggio di mettere in pratica la verità, di segnalare una falsa leader e di vivere con dignità!

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