83. Insegnamenti tratti da un fallimento

di Giovanna, Corea del Sud

Mentre prestavo servizio come leader della chiesa, Wang Hua supervisionava il mio lavoro. Parlava spesso di come gestiva il lavoro della chiesa, dicendomi che non era solamente responsabile del lavoro della sua chiesa, ma che seguiva anche il lavoro di molte altre, e che i leader superiori la lodavano perché era saggia, di buona levatura e abile nel lavoro. Affermava che il motivo del successo nel suo lavoro era soprattutto perché si concentrava sul suo ingresso personale nella vita. Diceva anche che durante gli anni della scuola le piaceva fare componimenti e sapeva scrivere bene; questo implicava che la sua corrispondenza scritta con i leader e i collaboratori raramente richiedeva una revisione, e riusciva a comunicare questioni complicate con una prosa chiara. Diceva che Dio le aveva donato queste capacità e che ora lei ne stava facendo buon uso Ero piuttosto invidiosa nel sentirglielo dire, e ammiravo la sua buona levatura, il suo ottimo rendimento lavorativo e la sua ricerca della verità.

Tuttavia, dopo aver lavorato con lei per due mesi, ho notato che spesso rimaneva a casa invece di partecipare alle riunioni. Le ho chiesto: “Perché non vieni alle riunioni?” Mi ha risposto: “Mi nutro delle parole di Dio e mi munisco della verità a casa, in modo da poter condividere meglio sulle parole di Dio con gli altri e risolvere i loro problemi”. Ho pensato tra me e me: “Ora è il momento di diffondere il Vangelo, e l’evangelizzazione è la tua principale responsabilità. Eppure, in un momento così impegnativo, te ne stai a casa. Non stai trascurando di svolgere lavoro reale e godendo avidamente dei vantaggi del tuo prestigio?” Ma poi ho pensato: “Ha una così buona levatura, è una leader da così tanto tempo. Persino i leader superiori parlano della sua buona levatura, saggezza e capacità lavorativa. Che importa se si crogiola un po’ nei vantaggi del prestigio? Tutti siamo corrotti; è del tutto normale rivelarlo di tanto in tanto. Dovrei smetterla con queste ipotesi infondate”. Così, ho lasciato cadere la questione e non ci ho pensato più. In quel periodo, io e alcuni collaboratori organizzavamo delle riunioni quotidianamente con ogni gruppo per offrire comunione e risolvere problemi e difficoltà nel lavoro di evangelizzazione. Più tenevamo condivisione, maggiore diventava la nostra comprensione e scoprivamo percorsi di pratica. Abbiamo raccontato a Wang Hua dei risultati ottenuti nelle riunioni. Tuttavia, con nostra sorpresa, non è parsa impressionata e, con un sorriso forzato, ha detto: “In realtà non dovreste concentrarvi sulla condivisione nel lavoro di evangelizzazione e risolvere questi trascurabili dettagli. Questo è compito di coloro che diffondono il Vangelo, un gioco da ragazzi. Nelle riunioni, dovreste concentrarvi sul condividere come ricercare la verità e come ricercare l’ingresso nella vita. Allora il buon esito dell’evangelizzazione ne sarà una naturale conseguenza”. Ascoltando le sue parole, non ho osato difendere la mia opinione. Ero combattuta e indecisa: se non avessi fatto come diceva lei e una deviazione avesse compromesso l’evangelizzazione, i fratelli e le sorelle avrebbero incolpato me. Intralciare e ostacolare l’evangelizzazione è una malefatta. Essere sostituita sarebbe stata una punizione leggera; in circostanze più gravi, potevo essere espulsa. “Lascia perdere”, ho pensato, “farò come dice lei!”

Il giorno dopo, in una riunione, gli altri hanno sollevato difficoltà e problemi reali che avevano incontrato nel diffondere il Vangelo. Stavolta, però, non li ho aiutati ad analizzare i loro problemi e a cercare modi per risolverli in base alle situazioni reali che avevano affrontato. Invece, ho semplicemente sorvolato sui loro problemi e difficoltà, e ho chiesto loro cosa avessero imparato su sé stessi affrontando tali questioni. Ho anche detto che solo concentrandoci sul nostro ingresso nella vita possiamo ottenere risultati nei doveri. Alle mie parole, i fratelli e le sorelle si sono scambiati delle occhiate, smarriti. Nessuno ha detto nulla. Nei giorni successivi, le riunioni sono proseguite così. Più condividevo in quel modo, più mi stancavo. La mia comunione era monotona e noiosa, non avevo molto da dire e mi mancava una direzione nel guidare le riunioni. Mi faceva stare malissimo. Sembrava che riunirsi in quel modo fosse improduttivo, che non stesse risolvendo i loro problemi. I miei collaboratori avevano la stessa sensazione. Abbiamo cercato Wang Hua per condividere con lei e le abbiamo chiesto se stessimo sbagliando nel lavorare così. Ma Wang Hua ha ribadito che non dovevamo risolvere problemi reali: purché condividessimo sull’ingresso nella vita, l’evangelizzazione sarebbe stata efficace. Ha anche detto che eravamo inesperti e privi di comprensione, ci concentravamo solo sul nostro lavoro e non cercavamo la verità. Dopo queste sue parole, di nuovo non sapevo come comportarmi. Ho pensato: “Ha buona levatura, supervisiona molti progetti diversi e i leader superiori hanno un’alta opinione di lei, quindi dovrei fare come dice lei! Dopotutto, ho scarsa levatura, manco di esperienza e comprensione, e sono inferiore a lei in ogni aspetto”. Così, alla fine, ho continuato a seguire i suoi ordini.

In quel periodo, altre chiese stavano migliorando i loro risultati nella diffusione del Vangelo, e il numero dei loro nuovi credenti aumentava in maniera esponenziale. I risultati della nostra chiesa, invece, stavano a tutti gli effetti peggiorando. Questo mi faceva stare malissimo e non avevo idea di come procedere. Proprio in quel periodo, si è tenuta una riunione tra collaboratori e, quando i leader delle altre chiese hanno saputo perché la nostra chiesa non aveva ottenuto buoni risultati nella diffusione del Vangelo, hanno criticato Wang Hua perché si godeva i vantaggi della posizione e non svolgeva lavoro reale. Respingendo questa accusa, è scoppiata a piangere e ha tentato di difendersi. Ha detto che non era solo colpa sua se i risultati dell’evangelizzazione erano stati scarsi, ma anche degli altri collaboratori. Abbiamo cercato di condividere con lei e farla riflettere su sé stessa, ma non ha voluto sentire ragioni. Ha continuato a piangere e a protestare, e ha completamente intralciato la riunione. Di fronte alla sua reazione, ho pensato: “Abbiamo condiviso per risolvere i problemi del lavoro di evangelizzazione, ma tu hai continuato a ostacolarci dicendo che dovevamo concentrarci sull’ingresso nella vita. Hai trascurato di risolvere le difficoltà e i problemi reali dell’evangelizzazione, sostenendo che dovevamo ‘concentrarci sull’ingresso nella vita’. Non è forse questo che hai fatto? I termini della questione sono evidenti: invece di riconoscere le tue azioni, hai tentato di scaricare le responsabilità. Non stai forse rifiutando la verità?” Intendevo informare i leader superiori della sua situazione e lasciar giudicare a loro se fosse o meno una persona giusta. Ma poi mi è venuto in mente che forse negli ultimi tempi era solo in un cattivo stato. Per di più, essere potata doveva essere stato per lei un affronto diretto alla sua dignità e al suo prestigio. Ecco perché aveva avuto una reazione così esagerata. Se si trovava in un cattivo stato e io avessi segnalato la sua situazione ai leader superiori, non avrebbero pensato che mancassi di verità e discernimento e fossi incapace di trattare le persone in modo equo? E se Wang Hua lo avesse saputo, non avrebbe pensato che le stessi rendendo le cose difficili di proposito? Mi avrebbe isolata e mi sarebbe stata ostile? Avrebbe cercato di sostituirmi per questo motivo? Ho pensato che prima avrei dovuto fare comunione con lei. Fatto questo e acquisito adeguato discernimento su di lei, avrei potuto, se necessario, segnalarla.

Il secondo giorno della riunione dei collaboratori, mi è capitato di sentire Wang Hua esprimere un giudizio su una sorella davanti a un’altra, cosa che ha scatenato tra loro una disputa. L’ho richiamata: “Queste due sorelle hanno già avuto dei malintesi, e parlando così non fai che inasprire gli animi. Come potranno continuare a collaborare in seguito?” Non ha voluto accettare il mio richiamo e ha replicato: “Tutto quello che ho detto è vero, sono una persona onesta, dico le cose come stanno e ciò che penso”. Ho risposto: “Questo non è dire le cose come stanno. Il modo in cui hai descritto il comportamento di quella sorella non era fattuale né obiettivo: stavi esprimendo un giudizio. Non hai considerato che le tue parole potessero danneggiarla, o quale effetto avrebbero potuto avere sul lavoro della chiesa. Ciò che può derivarne è solo che il loro rapporto si deteriorerà e non saranno in grado di collaborare adeguatamente. Questo si chiama seminare discordia”. Con mia sorpresa, lei ha risposto: “Non sono come certe persone che non dicono quello che pensano, che sono sempre ambigue e non sono trasparenti nelle loro azioni, bensì propense all’inganno”. Avvertendo la malignità e l’aggressività nelle sue parole, ho capito che il suo problema era grave e volevo segnalarla alla leadership. Ma poi ho pensato: “Oggi le ho solo dato dei suggerimenti e lei mi ha attaccata seduta stante. Se scopre che ho segnalato i suoi problemi, si infurierà e cercherà di vendicarsi? Ha già detto che sono propensa all’inganno: e se mi condannasse e dicesse che non sono adatta come leader della chiesa e mi sostituisse? La polizia del PCC mi sta ancora cercando, non posso tornare a casa. Se venissi sostituita e non potessi comunque tornare alle riunioni nella mia città, dove altro potrei andare?” Quella notte sono stata malissimo. I miei pensieri erano incontrollati e non sono riuscita a chiudere occhio. Alla fine, ho deciso di non segnalarla. Poi, la mattina dopo, ho battuto la testa sulla colonna del letto a castello così forte da restare stordita e intontita. Mi sono rimasti per diversi giorni due grossi bernoccoli. Mi sono chiesta: “Dio mi sta disciplinando?” Ma in quel momento ero confusa e non ho riflettuto su me stessa. In quei due giorni, sono andata in giro come uno zombie e mi sembrava di aver perso l’opera dello Spirito Santo.

Con mia sorpresa, subito dopo la riunione dei collaboratori, alcuni fratelli e sorelle inviati dai leader superiori sono venuti a indagare sulla situazione di Wang Hua, e così ho raccontato loro tutto quello che sapevo. Loro mi hanno potata con severità: “Sapevi chiaramente che c’era un problema, allora perché non hai segnalato quello che vedevi? Anche se non riuscivi a cogliere la sostanza della questione, potevi almeno riferire ai leader superiori ciò che avevi rilevato, ciò che sapevi, e i dettagli specifici del suo comportamento. Sapevi che avresti dovuto segnalare i suoi problemi ma, per proteggere te stessa, non hai messo in pratica la verità e non hai affatto salvaguardato il lavoro della chiesa. Sei veramente egoista e spregevole!” Ero davvero contrita e colma di rimorso dopo essere stata potata in quel modo. Ho pregato Dio: “Oh, Dio! So di non aver salvaguardato il lavoro della chiesa, ma non so quale sia la fonte del mio problema. Ti prego, illuminami e guidami a conoscere me stessa. Sono intenzionata a pentirmi”.

In seguito, mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Nel loro lavoro, i capi della chiesa e i collaboratori devono prestare attenzione a due principi: innanzitutto, devono svolgerlo seguendo esattamente i principi stabiliti dalle disposizioni lavorative, senza mai violare questi principi e senza basare il proprio lavoro su fantasie o idee personali. In tutto ciò che fanno, dovrebbero mostrare sollecitudine verso il lavoro della chiesa e mettere sempre al primo posto gli interessi della casa di Dio. Un’altra cosa, che è quella più importante, è che in tutto ciò che fanno, devono concentrarsi sul seguire la guida dello Spirito Santo e compiere ogni cosa nella stretta osservanza delle parole di Dio. Se sono ancora capaci di opporsi alla guida dello Spirito Santo, o se si ostinano a seguire le loro idee e a fare le cose in base alle loro personali fantasie, allora le loro azioni costituiranno una resistenza gravissima verso Dio. Voltare di frequente le spalle all’illuminazione e alla guida dello Spirito Santo li condurrà soltanto in un vicolo cieco. Se perdono l’opera dello Spirito Santo, allora non saranno in grado di lavorare e, anche se ci riescono, non realizzeranno nulla(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che Dio chiede ai leader e ai lavoratori di lavorare attenendosi strettamente alle disposizioni lavorative e di eseguire i loro doveri secondo i principi della casa di Dio. Se fanno di testa loro, violando i principi così come la guida dello Spirito Santo e ostinandosi a seguire le proprie idee nel lavoro, questo costituisce una grave resistenza a Dio. Solo allora ho capito perché avessi perso l’opera dello Spirito Santo e fossi sprofondata nelle tenebre. Avevo visto che Wang Hua non stava partecipando alle riunioni né condividendo sul lavoro di evangelizzazione. Inoltre, avevo capito che questo violava le disposizioni lavorative, e sapevo anche che fare come diceva lei non stava producendo risultati. Ma, poiché la ritenevo dotata di buona levatura ed era una lavoratrice capace, l’ho assecondata violando le disposizioni lavorative, e l’evangelizzazione ne ha fortemente risentito. Ho visto che Wang Hua, per quanto spesso fosse in torto, non rifletteva su sé stessa, e addirittura cambiava le carte in tavola e attaccava gli altri, senza accettare affatto la verità. Ma, poiché avevo paura di offenderla e di essere sostituita, non ho segnalato il suo problema. Ho violato le disposizioni lavorative e la guida e l’illuminazione dello Spirito Santo, e stavo ostinatamente resistendo a Dio. Come poteva Dio non detestarmi? Non avevo tratto illuminazione dalle parole di Dio, non avevo nulla da dire nella mia comunione, non avevo una via nei miei doveri ed ero sprofondata nelle tenebre. Era Dio che mi stava nascondendo il Suo volto.

Riflettendo su tutto ciò, mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “C’è confusione quando non riesci a capire a fondo una questione, non sai come giudicare o discernere in modo accurato o conforme ai principi. Anche se riesci a capire in qualche modo a fondo, non sei sicuro che il tuo punto di vista sia corretto, non sai come gestire o risolvere la questione ed è difficile per te arrivare a una conclusione al riguardo. In breve, sei incerto in merito e incapace di decidere. Se non capisci nemmeno un po’ della verità e nessun altro risolve il problema, esso diventa irresolubile. Non è forse affrontare una sfida difficile? Quando si trovano di fronte a simili problemi, leader e lavoratori dovrebbero riferirli al Supremo e chiederGli di risolverli più rapidamente. Vi trovate spesso di fronte a confusioni? (Sì.) Affrontare regolarmente le confusioni è di per sé un problema. Supponiamo che ti trovi di fronte a una questione e non sai quale sia il modo appropriato per gestirla. Qualcuno propone una soluzione che trovi ragionevole, mentre un’altra persona ne propone una diversa che ritieni altrettanto ragionevole, e se non riesci a vedere chiaramente quale soluzione sia più appropriata, è inevitabile che compaiano degli errori, con le opinioni di ciascuno che variano e nessuno che coglie la causa principale o l’essenza del problema. Quindi, per trovare una soluzione, è importante e fondamentale determinare la causa principale e l’essenza del problema. Se leader e lavoratori non sono perspicaci e non riescono a cogliere questa essenza e a giungere alla conclusione corretta, devono riferire tempestivamente il problema al Supremo e ricercare una soluzione da lui; questo è necessario e non si tratta di una reazione eccessiva. I problemi irrisolti possono portare a gravi conseguenze e avere un impatto sul lavoro della chiesa: questo deve essere compreso a fondo(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (7)”). Leggendo le parole di Dio, ho capito che, quando incontriamo un problema nei nostri doveri, come un conflitto tra collaboratori che non sappiamo come risolvere, o se abbiamo rilevato un problema con qualcuno ma non riusciamo a renderci pienamente conto della situazione e non sappiamo come gestirla, dobbiamo segnalarlo tempestivamente ai leader superiori e cercare soluzione. Segnalare i problemi non significa evidenziare i difetti delle persone, né far la spia su di loro, e nemmeno sollevare un polverone per un nonnulla; il punto è risolvere i problemi che le persone non riescono a capire da sole, così da evitare ritardi nel lavoro e nell’ingresso nella vita. Quanto a me, per quanti problemi affrontassi o per quanto gravi fossero, preferivo ritardare il lavoro e danneggiare l’ingresso nella vita dei miei fratelli e sorelle piuttosto che segnalare la questione, se ciò minacciava i miei interessi o le mie prospettive future. Quando ho visto Wang Hua non rispettare le disposizioni lavorative e non supervisionare il lavoro di evangelizzazione, pur non comprendendo del tutto la questione, ho percepito qualcosa di sbagliato e che lei si stava comportando male. Era allora che avrei dovuto segnalare prontamente la sua situazione ai leader superiori. Invece temevo che, se non avessi eseguito i suoi ordini, sarei stata ritenuta responsabile, e così l’ho assecondata. Quando Wang Hua ha scatenato quell’irragionevole putiferio dopo essere stata potata, non ero sicura se fosse solo in un cattivo stato o se fosse una persona che rifiuta e odia la verità nella sua stessa essenza. Tuttavia, avrei potuto segnalarlo subito, così che i leader superiori mandassero qualcuno a indagare e discernere per evitare che l’impiego della persona sbagliata ritardasse il lavoro della chiesa. Ma temevo che, se l’avessi segnalata ingiustamente, i leader superiori avrebbero pensato che avessi scarsa capacità di giudizio. Parimenti, temevo che Wang Hua mi avrebbe poi stroncata, così ho continuato a rimandare la segnalazione. Se fossi stata una persona responsabile, una che avesse salvaguardato il lavoro della chiesa, allora, che cogliessi o meno l’essenza del problema e capissi la verità, non mi sarei fatta condizionare da nulla. Avrei trovato un modo per tutelare gli interessi della chiesa. Invece, per proteggere me stessa, sono rimasta a guardare, e mi sono giustificata dicendo che avrei fatto la segnalazione quando avessi avuto adeguato discernimento. Ma se avessi aspettato fino a quel momento, non sarebbe stato troppo tardi? L’evangelizzazione non sarebbe stata ancora più compromessa? È stato allora che ho capito quanto sia importante cercare la verità quando ci troviamo di fronte alle difficoltà e siamo confusi. Impegnarsi per salvaguardare il lavoro della chiesa è davvero importante!

Per proteggermi, ho continuato a rimandare la segnalazione dei problemi di Wang Hua, e questo ha causato un grave danno all’evangelizzazione. Ero sopraffatta dal rimorso. In seguito, mi sono imbattuta nelle parole di Dio che smascherano gli anticristi: “In che modo si manifestano l’egoismo e la viltà degli anticristi? In ogni situazione vantaggiosa per il loro prestigio o per la loro reputazione, si sforzano di fare o dire qualsiasi cosa sia necessaria, e sopportano volentieri qualunque sofferenza. Quando invece si tratta di un lavoro ordinato dalla casa di Dio o che giova alla crescita nella vita del popolo eletto di Dio, lo ignorano completamente. Anche quando persone malevole intralciano, disturbano e commettono ogni tipo di male, e di conseguenza influenzano gravemente il lavoro della chiesa, essi rimangono impassibili e non se ne preoccupano, come se questo non avesse nulla a che fare con loro. E se qualcuno scopre e riferisce le malvagità compiute da una persona malevola, affermano di non aver visto nulla e fingono ignoranza(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Quarto excursus: Riepilogo sul carattere degli anticristi e sulla loro indole essenza (Parte prima)”). “Alcuni non capiscono molte verità. Non comprendono i principi in nessuna delle cose che fanno e, quando affrontano dei problemi, non sanno come gestirli adeguatamente. In che modo dovrebbero praticare in una situazione di questo tipo? Il criterio più basilare è agire secondo coscienza, questo è il limite. In che modo dovresti agire secondo coscienza? Agisci con sincerità, e sii degno della grazia di Dio, della vita che Dio ti ha dato in dono, e dell’opportunità che Egli ti offre di ottenere la salvezza. Questo è l’effetto della tua coscienza? Quando avrai soddisfatto questo criterio minimo, avrai ottenuto protezione e non commetterai errori gravi. Non farai tanto facilmente qualcosa per ribellarti a Dio o scansare le tue responsabilità, né tenderai tanto ad agire in maniera superficiale. Inoltre non sarai tanto incline a ordire macchinazioni a beneficio del tuo prestigio, della tua fama, del tuo profitto, del tuo futuro. Questo è il ruolo svolto dalla coscienza. La coscienza e la ragione dovrebbero essere le componenti dell’umanità di una persona. Sono entrambe le cose più fondamentali e della massima importanza. Che razza di persona è un individuo che manca di coscienza e che non ha la ragione dell’umanità normale? In generale, è una persona che manca di umanità, che possiede un’umanità estremamente scarsa. In dettaglio, quali manifestazioni di umanità carente mostra questa persona? Proviamo ad analizzare quali caratteristiche possiedono persone del genere e quali manifestazioni specifiche presentano. (Sono egoiste e spregevoli.) Le persone egoiste e spregevoli sono superficiali nelle loro azioni, e non si lasciano coinvolgere da nulla che non le interessi personalmente. Non tengono conto degli interessi della casa di Dio, né mostrano considerazione per le Sue intenzioni. Non si assumono mai il fardello di assolvere il loro dovere o testimoniare per Dio, e non hanno alcun senso di responsabilità. […] Vi sono persone che non si assumono alcuna responsabilità, indipendentemente dal dovere che svolgono. E non riferiscono tempestivamente ai loro superiori dei problemi che scoprono. Quando vedono gli altri essere d’intralcio e di disturbo, chiudono un occhio. Quando vedono qualcuno di malevolo compiere il male, non cercano di fermarlo. Non proteggono gli interessi della casa di Dio, né si preoccupano di sapere quale sia il loro dovere e la loro responsabilità. Nello svolgere il loro dovere, persone simili non fanno alcun lavoro reale; sono compiacenti e bramose di comodità; parlano e agiscono solo per la loro vanità, la loro reputazione, il loro prestigio e i loro interessi, e sono disposti a dedicare tempo e sforzi solo a cose che procurano loro un tornaconto(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Leggendo le parole di Dio, ho capito che, nei nostri doveri, spesso affronteremo questioni che non comprenderemo a pieno e non sapremo come risolvere, ma coloro che hanno umanità salvaguardano gli interessi della chiesa in buona coscienza. Chi è privo di coscienza e ragione, considera solo la propria dignità, il proprio prestigio e tornaconto. Non segnala i problemi che rileva ed è estremamente egoista e spregevole. Io ero esattamente così. Per la mia reputazione, il mio prestigio, le mie prospettive future e la mia destinazione, avevo rimandato di segnalare l’intralcio provocato da Wang Hua al lavoro della chiesa. Vivevo secondo veleni satanici come: “Chi è ragionevole sa proteggere sé stesso, e cerca solo di evitare di commettere errori” e “Se sai che qualcosa è sbagliato, meno parli e meglio è”. Temevo che, se avessi denunciato i problemi di Wang Hua, sarei stata stroncata o sostituita, così ho accampato scuse come: “Tutti sono comunque corrotti”, “Forse è solo in un cattivo stato” e “Riferirò il problema quando avrò una migliore comprensione”. Potevano sembrare scuse giuste, ma in realtà stavo solo cercando di proteggermi e di sottrarmi alle responsabilità. Mi preoccupavo solo di reputazione, prestigio, prospettive future, e destinazione personali. Non avevo considerato il lavoro della chiesa, né avevo salvaguardato i suoi interessi. Ero stata egoista, spregevole e disumana. Stavo davvero sputando nel piatto in cui mangiavo!

Poi, ho riflettuto sul perché continuassi a rimandare la segnalazione dei problemi di Wang Hua e mi sono resa conto che una delle ragioni era che non avevo discernimento su di lei. Attraverso lo smascheramento da parte delle parole di Dio, ho acquisito comprensione e discernimento sul comportamento di Wang Hua. Dio dice: “Il loro metodo di esaltare e testimoniare sé stesse consiste nel mettersi in mostra e nello sminuire gli altri. Tendono anche a camuffare e imbellettare sé stesse, nascondendo debolezze, difetti e mancanze alle persone, affinché gli altri vedano soltanto la loro genialità. Non osano neppure dire agli altri quando si sentono negative; non hanno il coraggio di aprirsi e di condividere con loro e, quando commettono un errore, fanno il possibile per nasconderlo e insabbiarlo. Non menzionano mai i danni che hanno causato al lavoro della chiesa mentre svolgevano il loro dovere. Quando hanno dato un contributo secondario o ottenuto un piccolo successo, tuttavia, si affrettano a ostentarlo. Non vedono l’ora di far sapere a tutto il mondo quanto siano capaci, quanto sia alta la loro levatura, quanto siano eccezionali e quanto siano migliori delle persone comuni. Questo non è forse un modo per esaltare e testimoniare sé stessi? Esaltare e testimoniare sé stessa è forse qualcosa che farebbe una persona dotata di coscienza e ragionevolezza? No. Dunque, quando le persone fanno questo, quale indole si rivela di solito? L’arroganza. Questa è una delle principali, seguita dalla propensione all’inganno, che implica di fare tutto il possibile per indurre gli altri a tenere questi individui in grande stima. Le loro parole sono totalmente inconfutabili e contengono chiaramente motivazioni e macchinazioni, si stanno mettendo in mostra, eppure vogliono nascondere questo fatto. Il risultato di ciò che dicono è che gli uomini sono indotti a credere che siano migliori degli altri, che nessuno li uguagli, che tutti gli altri siano a loro inferiori. E questo risultato non si raggiunge forse con mezzi subdoli? Quale indole si cela dietro simili mezzi? E ci sono elementi di malvagità? (Sì, ci sono.) Questo è un tipo di indole malvagia. Si può vedere che i mezzi usati da queste persone sono governati da un’indole propensa all’inganno. Dunque perché dico che è malvagia? Quale legame ha con la malvagità? Secondo voi, queste persone sanno essere aperte riguardo agli obiettivi per cui esaltano e testimoniano sé stesse? Non sanno esserlo. Al contrario, c’è sempre un desiderio nel profondo del loro cuore, e ciò che dicono e fanno è a sostegno di quel desiderio, e gli obiettivi e le motivazioni di ciò che dicono e fanno vengono tenuti assolutamente segreti. Queste persone, per esempio, ricorreranno a indicazioni sbagliate o a qualche tattica equivoca per raggiungere questi obiettivi. Una tale riservatezza non ha forse una natura subdola? Questo essere subdoli non può essere definito essere malvagi? (Sì.) Può assolutamente definito così, ed ha radici più profonde della propensione all’inganno. Costoro utilizzano un certo modo o metodo per raggiungere i loro obiettivi. Si tratta di un’indole propensa all’inganno. Tuttavia, l’ambizione e il desiderio che hanno nel profondo del cuore di volere sempre persone che li seguano, li ammirino e li adorino, spesso li inducono a esaltare e testimoniare sé stessi, e lo fanno senza scrupolo né vergogna. Di che indole si tratta? Di un’indole che raggiunge il livello della malvagità(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). Attraverso le parole di Dio, ho visto che gli anticristi hanno un’indole arrogante e malvagia. Per realizzare il loro obiettivo di irretire e controllare le persone, usano ogni tipo di metodo per esaltare e testimoniare sé stessi, inducendo gli altri ad ammirarli e adorarli inconsapevolmente, e sentire che nessun altro può reggere il confronto con loro. Le parole di Dio mi hanno fornito discernimento sui metodi e sulle intenzioni di Wang Hua. Ripensando alle mie interazioni con lei, si vantava spesso di come gestiva il lavoro e degli elogi che riceveva dai leader superiori. Tutto ciò serviva a lasciar intendere agli altri che lei attribuiva grande importanza all’ingresso nella vita ed era una persona che cercava la verità. Inoltre, faceva sfoggio dei suoi doni e talenti, dichiarando di scrivere lettere con una prosa elegante e scorrevole che raramente occorreva revisionare. Questo faceva sentire gli altri inferiori a lei sotto ogni aspetto, incapaci di reggere il confronto. Wang Hua ricorreva a ogni tipo di metodo per mettersi in mostra e far sfoggio di sé, ma non smascherava mai la propria corruzione. Anzi, distorceva i fatti e copriva le proprie mancanze, camuffandosi del tutto, in modo che nessuno potesse vedere le sue debolezze, le sue carenze o le sue intenzioni subdole. In effetti, i leader superiori l’avevano smascherata e potata più volte perché non selezionava o utilizzava le persone secondo i principi ed era sconsiderata nei suoi doveri, ma lei non lo menzionava mai. Parlava solo di come i leader superiori la lodassero e la stimassero, e mostrava agli altri solo i lati migliori di sé. Spesso rimaneva a casa invece di svolgere lavoro reale. Questo, sosteneva, era munirsi della verità al fine di condividere meglio sulle parole di Dio e risolvere i problemi degli altri. In realtà, però, stava solo godendo dei vantaggi del suo prestigio. Non risolveva alcuna difficoltà reale presente nel lavoro di evangelizzazione; anzi, diffondeva la falsa credenza che, risolvendo i problemi dell’evangelizzazione durante le riunioni, si desse importanza solo al lavoro e non all’ingresso nella vita. Inoltre, attaccava e denigrava sempre gli altri, definendo il loro lavoro reale come un gioco da ragazzi. Seminava discordia, sminuiva segretamente gli altri e distruggeva i rapporti tra fratelli e sorelle, eppure dichiarava di essere diretta, di parlare apertamente e sinceramente. Tutte le parole e le azioni di Wang Hua erano incredibilmente subdole e astute. Senza lo smascheramento da parte di Dio, sarebbe stato facile essere fuorviati e ammirarla e adorarla. Dopo aver capito tutto questo, sono finalmente rinsavita, e ho acquisito discernimento sull’essenza da anticristo di Wang Hua.

Riflettendo, mi sono resa conto che una delle ragioni per cui mancavo di discernimento su di lei era che non sapevo distinguere un caso isolato di corruzione da una natura essenza corrotta. In seguito, ho trovato alcune parole di Dio: “Tutti coloro che sono stati corrotti da Satana hanno un’indole corrotta. Alcuni hanno solamente un’indole corrotta, mentre altri non si limitano a questo: oltre ad avere un’indole satanica corrotta, hanno anche una natura estremamente maligna. Quindi non solo le loro parole e azioni rivelano un’indole satanica corrotta, ma le persone stesse sono i veri diavoli e Satana(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Un monito per coloro che non praticano la verità”). “In che modo Dio caratterizza gli anticristi? Come coloro che odiano la verità e si oppongono a Dio: sono nemici di Dio! Opporsi alla verità, odiare Dio e odiare tutte le cose positive: non si tratta di una debolezza o di una stoltezza temporanea che si riscontra nelle persone comuni, né della rivelazione di pensieri e punti di vista errati che derivano da una comprensione distorta del momento; non è questo il problema. Il problema è che sono anticristi, nemici di Dio, e odiano ogni cosa positiva e tutta la verità; sono personaggi che odiano Dio e Gli si oppongono. In che modo Dio valuta simili personaggi? Dio non li salva! Costoro disprezzano e odiano la verità, hanno la natura essenza degli anticristi. Lo capite? Qui si espongono la malvagità, la malignità e l’odio per la verità. Questa è la più grave delle forme di indole satanica tra tutti i tipi di indole corrotta, e rappresenta le caratteristiche più tipiche ed essenziali di Satana, non le forme di indole corrotta rivelate dalla comune umanità corrotta. Gli anticristi sono una forza nemica di Dio. Sono in grado di disturbare e di controllare la chiesa e hanno la capacità di distruggere e intralciare l’opera di gestione di Dio. Non è una cosa che possono fare persone comuni con un’indole corrotta; solo gli anticristi sono capaci di tali azioni. Non sottovalutate la questione(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”). Le parole di Dio mi hanno aiutata a capire che, mentre tutti coloro che sono stati corrotti da Satana hanno un’indole corrotta, alcuni possiedono umanità, coscienza e ragione e sanno accettare la verità. Se ci sono mancanze o deviazioni nel loro dovere e glielo si fa notare, vengono smascherati e potati, in un primo tempo potranno provare vergogna e resistenza e discolparsi. Dopo, però, sono in grado di riflettere su sé stessi e arrivano a disprezzare la loro natura corrotta e i loro metodi errati. Quando si rendono conto di come hanno ritardato e ostacolato il lavoro della chiesa, provano rimorso, si odiano, si pentono e arrivano a cambiare. Tuttavia, alcuni non solo hanno l’indole corrotta di Satana, ma anche una natura malvagia, non sanno accettare affatto la verità e addirittura la disprezzano. Per quanto male compiano o per quanto grande sia il danno che arrechino al lavoro della chiesa, non soffrono minimamente e non riflettono affatto su sé stessi. Non provano il minimo senso di colpa. A prescindere da quanto vengano potati, smascherati o analizzati, non riconoscono mai i loro torti e non accettano mai la realtà dei fatti così come viene rivelata. Disprezzano il fatto di essere potati, giudicati e castigati. In base al loro atteggiamento verso la verità e le cose positive, sono chiaramente ostili a Dio, Suoi nemici giurati. Era proprio così che si comportava Wang Hua. Non svolgeva lavoro reale, era arrogante, portava avanti le proprie convinzioni e l’impedimento al lavoro di evangelizzazione. Quando gli altri leader l’hanno smascherata e potata, non solo l’ha rifiutato, ma ha scatenato un putiferio e tentato di scaricare la colpa, intralciando così l’intera riunione. Quando le ho fatto notare che stava giudicando gli altri e seminando discordia tra le due sorelle, non solo non lo ha accettato, ma ha cambiato le carte in tavola, attaccandomi e condannandomi. Parlava sempre di concentrarsi sull’ingresso nella vita, dando l’idea che stesse davvero cercando la verità. Tuttavia, in realtà era estremamente disgustata dai requisiti di Dio e vi si opponeva, così come alle disposizioni lavorative della casa di Dio. Non si è minimamente sottomessa quando è stata smascherata e potata; anzi, si è sentita offesa e respinta. Per quanti errori commettesse o per quanto danneggiasse il lavoro della chiesa, non lo riconosceva mai, non provava rimorso né si sentiva in debito, ed era del tutto priva di coscienza. Si preoccupava solo dei propri interessi: se si diceva qualcosa che minacciava il suo prestigio, si infuriava e muoveva di rimando accuse infondate. Non accettava affatto la verità né le cose positive, e considerava un nemico chiunque cercasse di condividere con lei o di correggerla. Attaccava chiunque cercasse di smascherarla. Dato che odiava veramente la verità, disprezzava coloro che praticavano la verità e odiava coloro che la smascheravano per senso di giustizia, non si stava rendendo nemica di Dio? Proprio come dicono le parole di Dio: “Non si tratta di una debolezza o di una stoltezza temporanea che si riscontra nelle persone comuni, né della rivelazione di pensieri e punti di vista errati che derivano da una comprensione distorta del momento; non è questo il problema. Il problema è che sono anticristi, nemici di Dio, e odiano ogni cosa positiva e tutta la verità; sono personaggi che odiano Dio e Gli si oppongono(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”). Dopo che è stata sostituita, Wang Hua non è riuscita assolutamente ad accettarlo né a riconoscere le sue malefatte. Ha persino detto: “Io agisco davanti a Dio e non mi interessa cosa pensano gli altri”. Non sembrava affatto pentirsi né riflettere su sé stessa. La sua natura era maligna e di odio per la verità: non era forse un tipico anticristo? Simili persone non fanno altro che distruggere e disturbare il lavoro della chiesa.

In seguito, la maggioranza dei fratelli e delle sorelle ha votato per espellere Wang Hua dalla chiesa. Dopo averla sostituita, abbiamo condiviso per risolvere i reali problemi nell’evangelizzazione, e i risultati sono notevolmente migliorati. In quel momento, mi sono sentita ancora più in debito, e mi odiavo per essere stata così egoista e spregevole e aver pensato solo a me stessa, senza tutelare il lavoro della chiesa, e aver tollerato le azioni malvagie di un anticristo che aveva intralciato e disturbato il lavoro di evangelizzazione della chiesa. Ho giurato a me stessa che, in futuro, ogni volta che avessi visto qualcuno intralciare e disturbare il lavoro della chiesa, avrei praticato la verità e salvaguardato il lavoro della chiesa. Quale che fosse il suo prestigio o la quantità di lavoro che svolgeva, o per quanto convincenti fossero i suoi discorsi sulla dottrina, se avesse intralciato e disturbato il lavoro della chiesa, mi sarei attenuta alle verità principi. Anche se gli altri mi avessero definita arrogante o condannata come malfattrice o anticristo, avrei salvaguardato il lavoro della chiesa. Se anche non avessi capito bene la situazione, avrei riferito fedelmente ai leader superiori ciò che avevo notato. Ho pregato Dio, dicendoGli che, se non avessi salvaguardato il lavoro della chiesa scoprendo un problema, ero disposta a essere punita e disciplinata da Lui.

Qualche mese dopo, alcuni hanno segnalato che Li Na, una leader proveniente da un’altra chiesa, non svolgeva lavoro reale, non aveva sostituito falsi leader e lavoratori e aveva persino promosso dei malfattori. Queste persone non stavano lavorando secondo i principi e le finanze della chiesa ne erano state danneggiate. Li Na era particolarmente incline a mettersi in mostra e a denigrare gli altri, e tutti i fratelli e le sorelle la ammiravano e la adoravano. I suoi collaboratori avevano condiviso con lei e le avevano fatto notare più volte questo problema, ma lei non lo accettava. Inoltre, giudicava anche i leader superiori, cosa che induceva i suoi collaboratori a sviluppare pregiudizi nei loro confronti. Quando i leader superiori mandavano qualcuno ad aiutare nel lavoro, lei lo escludeva. Non solo non collaborava, ma esprimeva giudizi e lo sminuiva: diceva che la persona inviata dai leader non sapeva risolvere i problemi, con il risultato che il lavoro non veniva portato a termine. Venuta a sapere di tutto questo, mi sono resa conto che Li Na poteva benissimo essere un anticristo, così ho parlato con i miei collaboratori di sostituirla subito. Tuttavia, quando ho saputo che Li Na era la sorella minore di una mia collaboratrice, ho esitato. Se l’avessi sostituita, cosa avrebbe pensato di me la mia collaboratrice? Avrebbe detto che me la prendevo con Li Na? Ci ho pensato e ripensato su; mi sentivo sempre più combattuta e non sapevo cosa fare. Allora, ho capito che il mio stato e le mie intenzioni erano scorrette. Stavo di nuovo cercando di proteggere i miei interessi. Ho ricordato che l’ultima volta, per essermi preoccupata troppo di proteggere me stessa, non avevo smascherato un anticristo in tempo e avevo danneggiato gravemente il lavoro della chiesa: una trasgressione a cui non avrei mai potuto riparare. Non potevo più proteggere i miei interessi. Dovevo praticare la verità e tutelare il lavoro della chiesa. Non importava cosa gli altri pensassero di me: era fondamentale soddisfare le intenzioni di Dio. Così, io e i miei collaboratori abbiamo rimosso Li Na secondo i principi. In seguito, dalle verifiche è emerso che Li Na non faceva che esaltare sé stessa e mettersi in mostra al fine di fuorviare e irretire gli altri, controllare la chiesa e instaurare un regno indipendente. Era un anticristo. La maggioranza dei membri della chiesa ha votato per espellerla. Ho sperimentato come ribellarmi alla mia carne, praticare la verità e agire secondo i principi mi portasse pace, soddisfazione e gioia. Ho anche capito che solo praticando la verità si può testimoniare Dio e umiliare Satana. Rendo grazie a Dio per la Sua guida!

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