88. Perché ho paura di essere superata?
Nel giugno 2019, ho accolto la nuova opera di Dio, e dopo un po’ ho iniziato a irrigare i neofiti. Alcuni nuovi arrivati mi hanno ringraziato molto dopo che li ho aiutati, perciò ero davvero orgogliosa e sentivo di essere adatta al lavoro di irrigazione. In seguito, ho preso in carico una nuova arrivata e, all’inizio, l’ho irrigata e sostenuta diligentemente. Ho scoperto che capiva bene le cose e progrediva molto rapidamente, e che la comprensione esperienziale su cui condivideva nelle riunioni era buona. Credevo che mi avrebbe superata in fretta, e a quel punto la leader avrebbe chiesto a lei di irrigare tutti gli altri fratelli e sorelle, e io non sarei più stata necessaria. Quando mi è venuto in mente questo, non volevo più irrigarla a dovere, così mi limitavo a discutere con lei di cose esteriori. Una volta, la leader mi ha chiesto di lei, dicendo: “Ci servono subito altri irrigatori, pensi che lei sia adatta alla coltivazione?” Non volevo affatto che fosse coltivata, perché la sua levatura era davvero buona, e temevo che in futuro sarebbe diventata una leader della chiesa e avrebbe occupato una posizione più elevata della mia. Perciò ho detto alla leader: “Mi manca il discernimento in materia. Forse tu puoi esaminare meglio la situazione”. Quando ho saputo che la leader era andata a parlare con lei, ho provato molta invidia e paura. Spesso pensavo tra me e me: “Magari lei verrà coltivata e promossa, e prenderà addirittura il mio posto”. In quel periodo, la chiesa è stata divisa, così io e lei eravamo in chiese diverse. Qualche mese dopo, ho saputo che era diventata una leader della chiesa. Anche se mi sono congratulata con lei e le ho detto che ero felice per lei, nel profondo ero invidiosa. Ho pensato: “Come ha fatto a diventare una leader così rapidamente, mentre io sono ancora una irrigatrice?” Ero molto turbata e ho iniziato a impegnarmi tantissimo nell’rrigare i neofiti, perché volevo dimostrare alla mia leader che anch’io ero adatta a diventare una leader della chiesa.
In seguito, sono stata eletta anch’io leader della chiesa, però ero ancora invidiosa quando vedevo che altri erano migliori di me. Una volta, stavo discutendo su come sostenere e aiutare i nuovi arrivati con altri leader e diaconi, e il diacono del Vangelo ha condiviso i suoi pensieri al riguardo. La leader superiore pensava che le sue idee fossero buone, e lo stesso hanno fatto i capigruppo, così abbiamo cercato di sostenere e irrigare i nuovi arrivati secondo i suoi suggerimenti. Si è rivelato molto efficace e i nuovi arrivati erano tutti realmente disposti a venire alle riunioni e ad assumere dei doveri. Questo mi ha resa un po’ invidiosa, e ho pensato: “Il diacono del Vangelo è migliore di me. Devo migliorare e imparare di più”. In seguito, le ho chiesto da quanti anni svolgesse il suo dovere, e sono rimasta davvero scioccata quando mi ha risposto che lo faceva solo da sei mesi. Mi sono vergognata molto: erano due anni che avevo accettato l’opera di Dio Onnipotente, ed ero una credente da più tempo di tutti i membri del gruppo, ma ero ancora come una principiante a cui mancavano le idee. Successivamente, ho sempre fatto paragoni tra me e lei. Quando ho notato che era competente nel suo lavoro, che aveva sempre buoni metodi e percorsi per svolgere vari tipi di lavoro della chiesa, l’ho invidiata ancora di più. Mi dicevo: “Se continua a ottenere questi ottimi risultati nel suo lavoro e propone sempre buone idee durante le discussioni di lavoro, la leader superiore vedrà che è competente e che ha buona levatura e la formerà per diventare un leader della chiesa. Questo non significa che prenderà il mio posto?” Una volta non è venuta a una riunione perché era impegnata in altri lavori, e dopo mi ha chiesto cosa avevamo imparato durante la riunione. Non volevo proprio dirglielo, perciò ho risposto semplicemente che l’avevo dimenticato. In seguito, ho notato che la leader superiore condivideva spesso con lei, ma raramente con me, e questo mi ha fatta arrabbiare molto. Mi sono detta: “Se non parli con me, allora mi rifiuto di fare il mio dovere!” A quel tempo, volevo passare a un dovere in cui potessi essere ammirata dagli altri. Pensavo che, se fossi riuscita a predicare il Vangelo in modo efficace, forse i fratelli e le sorelle avrebbero avuto un’alta considerazione di me, perciò ho iniziato a predicare il Vangelo e ho messo da parte il lavoro di irrigazione dei nuovi arrivati. La leader superiore mi ha ricordato che dovevo capire e risolvere prontamente le difficoltà dei nuovi arrivati, e io ho risposto: “Certo, parlerò con loro più tardi”. Ma a me interessava solo predicare il Vangelo e non ho contattato affatto i neofiti. I loro problemi non sono stati risolti in tempo, e hanno smesso di riunirsi regolarmente. Ben presto, la leader superiore mi ha mandato un messaggio: voleva sapere perché i nuovi arrivati non si riunivano e se avessi incontrato qualche difficoltà, e io le ho riferito della mia situazione. Lei ha condiviso con me: “Tu sei la leader della chiesa e sei responsabile di tutto il lavoro della chiesa, soprattutto di irrigare i nuovi arrivati. Questo lavoro è molto importante. Non puoi essere superficiale o farlo alla bell’e meglio”. Ho pianto dopo aver sentito le sue parole. Sentivo di aver subito un grave torto perché non aveva notato affatto i miei sforzi nel predicare il Vangelo.
In seguito, ho iniziato a riflettere sull’atteggiamento che avevo nei confronti del mio dovere. Per tutto il tempo, non avevo fatto che preoccuparmi che i nuovi arrivati fossero migliori di me, e non volevo che mi superassero. Per mantenere il mio prestigio, non avevo irrigato adeguatamente i neofiti, specialmente quelli con buona levatura. Inoltre, non li avevo incoraggiati a fare i loro doveri. Non stavo affatto adempiendo le mie responsabilità. Ho pensato alle parole di Dio: “Alcuni hanno sempre paura che gli altri siano migliori o al di sopra di loro, che gli altri siano riconosciuti mentre loro vengono trascurati, e ciò li induce ad attaccare e a escludere gli altri. Questo non è un esempio di invidia nei confronti delle persone con talento? Non è egoista e spregevole? Che razza di indole è questa? È malignità! Coloro che pensano solo ai propri interessi, che soddisfano soltanto i propri desideri egoistici senza pensare agli altri né considerare gli interessi della casa di Dio hanno una cattiva indole e Dio non prova alcun amore per loro” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). “In questo momento, tutti voi svolgete il vostro dovere a tempo pieno. Non siete limitati né vincolati da famiglia, matrimonio o ricchezze. Siete già emersi da queste cose. Tuttavia le nozioni, le fantasie, la conoscenza e gli intenti e i desideri personali che vi riempiono la testa restano completamente intatti. Quindi, quando si tratta di qualcosa che riguarda la reputazione, il prestigio o un’opportunità di eccellere. Per esempio quando sentite che la casa di Dio ha in programma di nutrire vari tipi di individui di talento, ognuno di voi ha un tuffo al cuore alla sola idea, ognuno di voi vuole sempre farsi un nome e mettersi sotto i riflettori. Volete tutti lottare per il prestigio e la reputazione. Ve ne vergognate, ma vi sentite male se non lo fate. Provate invidia e odio e vi lamentate ogni volta che vedete qualcuno distinguersi e pensate che non è giusto: ‘Perché io non riesco a emergere? Perché sono sempre gli altri a rubare la scena? Perché non è mai il mio turno?’ E, dopo aver provato risentimento, cercate di reprimerlo, ma non ci riuscite. Pregate Dio e vi sentite meglio per un po’ ma, quando vi ricapita questo tipo di situazione, di nuovo non riuscite a superarla. Questa non è forse una manifestazione di una statura immatura? Quando si è in preda a questi stati, non si è forse caduti nella trappola di Satana? Queste sono le catene della natura corrotta di Satana che legano gli esseri umani” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). La parola di Dio ha rivelato con precisione il mio stato. Odiavo quando gli altri erano migliori di me o mi superavano. Quando conoscevo dei nuovi arrivati che capivano bene le cose e avevano buona levatura, temevo che mi superassero e prendessero il mio posto, così non volevo irrigarli adeguatamente o che la leader li coltivasse. In particolare, quando lavoravo con il diacono del Vangelo e vedevo che la sua predicazione era efficace, che dava sempre buoni suggerimenti e che la leader superiore andava sempre da lei per discutere del lavoro, la invidiavo e mi mettevo segretamente a confronto con lei, e volevo che la leader superiore mi apprezzasse per la predicazione del Vangelo. Pensavo soltanto al mio prestigio e all’alta opinione altrui. Non stavo affatto adempiendo le mie responsabilità di leader. Ho provato una grande vergogna. Avrei dovuto irrigare adeguatamente quei neofiti in modo che potessero gettare rapidamente le fondamenta sulla vera via, ma non aveva minimamente considerato le intenzioni di Dio. Avevo solo pensato alla mia reputazione e al mio prestigio, e non avevo irrigato e sostenuto diligentemente i nuovi arrivati, il che li ha portati a non partecipare regolarmente alle riunioni. Stavo compiendo il male! Ho cominciato a riflettere su quale obiettivo stessi perseguendo nel mio dovere. Lo facevo per soddisfare Dio o per i miei interessi? Se avessi pensato al lavoro della chiesa e cercato di soddisfare Dio, allora avrei voluto formare più persone per assolvere i doveri. Ma non l’avevo fatto. Anzi, avevo invidiato e represso le persone di talento, sperando che la leader non si accorgesse di loro. Mi sono resa conto che facevo il mio dovere solo per la mia posizione e i miei interessi. Ero così egoista!
Poi, una sorella ha saputo del mio stato e allora mi ha mandato un passo della parola di Dio: “Alcuni credono in Dio ma non perseguono la verità. Vivono sempre seguendo la carne, bramando i piaceri della carne, soddisfacendo sempre i loro desideri egoistici. A prescindere da quanti anni credano in Dio, non entreranno mai nella verità realtà. Questo è il segno dell’aver gettato vergogna su Dio. Dici: ‘Non ho fatto niente per oppormi a Dio. In che modo avrei gettato vergogna su di Lui?’ Tutte le tue idee e tutti i tuoi pensieri sono malvagi. Gli intenti, gli obiettivi e le motivazioni dietro a ciò che fai e le conseguenze delle tue azioni soddisfano sempre Satana, ti rendono il suo zimbello e gli permettono di trovare prove contro di te. Non hai reso nemmeno un po’ della testimonianza che dovresti come cristiano. Appartieni a Satana. Getti vergogna sul nome di Dio in tutte le cose e non possiedi una testimonianza autentica. Egli ricorderà forse quello che hai fatto? Alla fine, quale conclusione trarrà su ogni tua azione, su ogni tuo comportamento e su ogni dovere che hai svolto? Non deve derivare qualcosa da questo, una sorta di dichiarazione? Nella Bibbia, il Signore Gesù dice: ‘Molti Mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome Tuo e in nome Tuo cacciato demoni e fatto in nome Tuo molte opere potenti?” Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da Me, malfattori!”’ (Matteo 7:22-23). Perché il Signore Gesù ha detto questo? Come mai tanti di coloro che hanno predicato, cacciato demoni e compiuto molti miracoli in nome del Signore sono diventati dei malfattori? È perché non hanno accettato le verità espresse dal Signore Gesù, non hanno osservato i Suoi comandamenti e non hanno avuto amore per la verità nei loro cuori. Volevano solo barattare il lavoro che avevano svolto, le sofferenze che avevano patito e i sacrifici che avevano fatto per il Signore con le benedizioni del Regno dei Cieli. Così facendo cercavano di raggiungere un accordo con Dio, di usare Dio e ingannarLo, perciò il Signore Gesù ha provato disgusto per loro, li ha odiati e li ha condannati come malfattori. Oggi le persone stanno accettando il giudizio e castigo delle parole di Dio, ma alcuni perseguono ancora la reputazione e il prestigio e desiderano sempre distinguersi, volendo sempre essere leader e lavoratori e ottenere reputazione e prestigio. Sebbene tutti costoro affermino di credere in Dio e di seguirLo, di rinunciare e di spendersi per Lui, essi svolgono i loro doveri per guadagnare fama, profitto e prestigio, e hanno sempre i loro intrallazzi personali. Non sono sottomessi o fedeli a Dio, possono essere fuori controllo facendo del male senza riflettere affatto su sé stessi, e così diventano dei malfattori. Dio detesta questi individui malevoli e non li salva” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). La lettura di questo passo della parola di Dio mi ha toccato profondamente. I malfattori di cui parla Dio non sono non credenti. Sono persone che credono in Dio, che Lo seguono e si spendono per Lui, che vanno a predicare il Vangelo e a lavorare in vari luoghi, patiscono qualche avversità, ma fanno i loro doveri per la propria posizione e il proprio prestigio, per essere ammirati dagli altri o per ottenere ricompense e una corona. Non sono capaci di essere fedeli a Dio, e non sanno praticare la verità e sottomettersi a Dio, così il Signore Gesù ha detto: “Allontanatevi da Me, malfattori!” (Matteo 7:23). Ho pensato che credevo in Dio da due anni, che avevo abbandonato gli studi per fare il mio dovere nella chiesa, avevo sofferto e pagato un prezzo, eppure la mia intenzione non era mai stata quella di soddisfare Dio. Volevo solo essere la migliore della chiesa, e far sì che i fratelli e le sorelle e la leader avessero un’alta considerazione di me. Ecco perché mi impegnavo tanto per distinguermi. Tutto quel che avevo fatto era stato per soddisfare i miei desideri personali, e avevo vissuto con un’indole satanica corrotta. Nessuna delle cose che avevo fatto era buona – erano cattive azioni. Avevo svolto il mio dovere con l’intento e la motivazione sbagliati, che avrebbero solo suscitato il disgusto e l’odio di Dio. Se avessi continuato in quel modo, sarei stata solo sdegnata da Dio. Quando sono arrivata a capire questo, ho avuto paura. Volevo pentirmi e non essere più invidiosa dei miei fratelli e sorelle, così ho pregato Dio per chiedere la Sua guida.
Un giorno, ho trovato il coraggio di parlare della mia corruzione alla leader. Invece di rimproverarmi, ha condiviso sulla sua esperienza personale per aiutarmi. Mi ha anche inviato un passo della parola di Dio: “In quanto leader della chiesa, non devi limitarti a imparare a usare la verità per risolvere i problemi, devi anche imparare a scoprire e a coltivare le persone di talento, che non devi assolutamente invidiare né reprimere. Praticare in questo modo porta vantaggi al lavoro della chiesa. Se riesci a coltivare alcuni di coloro che perseguono la verità così che collaborino con te e svolgano bene tutto il lavoro e alla fine avete tutti delle testimonianze esperienziali, allora sei un leader o un lavoratore qualificato. Se sei capace di gestire tutte le cose secondo i principi, allora stai dando prova della tua fedeltà. […] Se sei davvero in grado di mostrare considerazione per le intenzioni di Dio, saprai trattare gli altri in modo giusto. Se raccomandi una persona valida e le permetti di ricevere addestramento e di svolgere un dovere, aggiungendo così una persona di talento nella casa di Dio, questo non renderà il tuo lavoro più facile? Allora non avrai mostrato fedeltà nel tuo dovere? Quella è una buona azione davanti a Dio; è il minimo di coscienza e di ragione che chi è al servizio come leader dovrebbe possedere. Coloro che sono in grado di mettere in pratica la verità riescono ad accettare lo scrutinio di Dio nelle cose che fanno. Quando accetterai lo scrutinio di Dio, il tuo cuore sarà sulla strada giusta. Se fai le cose sempre e solo perché gli altri le vedano, vuoi sempre guadagnare lodi e ammirazione da parte degli altri e non accetti lo scrutinio di Dio, allora hai ancora Dio nel cuore? Le persone di questo tipo non hanno un cuore che teme Dio. Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato fedele, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose. Se ci pensi spesso e le comprendi, ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere. Se sei di scarsa levatura, se la tua esperienza è superficiale o se non sei competente nel tuo lavoro professionale potrebbero esserci alcuni errori o manchevolezze nel tuo lavoro e potresti non ottenere buoni risultati, ma avrai fatto del tuo meglio. Tu non soddisfi i tuoi desideri egoistici o le tue preferenze; prendi invece costantemente in considerazione il lavoro della chiesa e gli interessi della casa di Dio. Anche se tu non dovessi conseguire buoni risultati nel tuo dovere, il tuo cuore sarà stato messo sulla retta via; se, oltre a questo, sai ricercare la verità per risolvere i problemi nel tuo dovere, sarai all’altezza nello svolgimento del tuo dovere e al contempo sarai in grado di entrare nella verità realtà. Ecco cosa significa possedere testimonianza” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). La parola di Dio indica i principi di pratica con molta chiarezza. In veste di leader della chiesa, si deve mettere al primo posto il lavoro della chiesa. Quando si adotta l’atteggiamento giusto, è più facile fare bene il proprio dovere. Ho anche capito che avere fede in Dio significa considerare la Sua intenzione in ogni cosa, accettare l’esame di Dio e non tenere conto di quello che pensano gli altri. Se volevo soddisfare Dio e diventare una leader competente, dovevo rinunciare al mio prestigio, alla mia fama e ai miei interessi. Dovevo trovare nuovi talenti da coltivare tra i neofiti, e aiutarli a svolgere i loro doveri e a preparare buone azioni. Quello era l’unico modo che avevo per adempiere il mio dovere. Dio è giusto con tutti. Egli non bada alla nostra levatura o al nostro prestigio, ma guarda se siamo in grado di perseguire e praticare la verità. Se avessi eseguito il mio dovere secondo i requisiti di Dio e le verità principi, e avessi sempre pensato a come svolgere il mio lavoro in modo che andasse a beneficio del lavoro della chiesa, allora, pur avendo io scarsa levatura, Dio mi avrebbe comunque illuminata e guidata a compiere bene il mio dovere. Dopo aver compreso l’intenzione di Dio, ho pregato Dio per pentirmi e dire che ero disposta a ribellarmi alla carne, a praticare la verità e a compiere il mio dovere per soddisfarLo.
Dopo di che, sempre più neofiti hanno cominciato ad accettare l’opera di Dio degli ultimi giorni, e la leader mi ha chiesto di formare altri addetti all’irrigazione. Ho iniziato a preoccuparmi di nuovo che i nuovi arrivati che coltivavo potessero prendere il mio posto, e che la leader non mi avrebbe più apprezzata. Poi mi sono resa conto che non dovevo continuare a pensare al mio orgoglio e al mio prestigio, e che dovevo considerare il lavoro della chiesa. Ho pregato Dio e ho ricordato alcune delle Sue parole: “In quanto leader della chiesa, non devi limitarti a imparare a usare la verità per risolvere i problemi, devi anche imparare a scoprire e a coltivare le persone di talento, che non devi assolutamente invidiare né reprimere. Praticare in questo modo porta vantaggi al lavoro della chiesa. Se riesci a coltivare alcuni di coloro che perseguono la verità così che collaborino con te e svolgano bene tutto il lavoro e alla fine avete tutti delle testimonianze esperienziali, allora sei un leader o un lavoratore qualificato. Se sei capace di gestire tutte le cose secondo i principi, allora stai dando prova della tua fedeltà” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Come leader della chiesa, era mia responsabilità formare i nuovi arrivati a svolgere i loro doveri, ed era responsabilità e obbligo di ogni credente svolgere un dovere. Dovevo coltivare più neofiti perché diventassero irrigatori. Sempre più neofiti stavano arrivando ad accettare Dio Onnipotente, e se non avessi coltivato qualcuno perché li irrigasse, allora i neofiti non sarebbero stati irrigati prontamente, il loro ingresso nella vita ne avrebbe risentito e anche il lavoro della chiesa ne sarebbe stato influenzato. Così ho scelto quattro neofiti che comprendevano bene le cose, li ho preparati a fare i capigruppo e ho concesso loro di ospitare a turno le riunioni. Li ho anche esortati spesso e aiutati a irrigare gli altri nuovi arrivati. Collaborando in questo modo, non solo i neofiti venivano irrigati rapidamente, ma io avevo anche più tempo per concentrarmi sul lavoro complessivo della chiesa, e l’efficacia del lavoro è gradualmente migliorata. Ero molto felice di vedere i nuovi arrivati fare graduali progressi e cominciare a svolgere i loro doveri. Mi sono sentita a mio agio e ho acquisito una maggiore comprensione delle parole di Dio. È proprio come dice la parola di Dio: “Se raccomandi una persona valida e le permetti di ricevere addestramento e di svolgere un dovere, aggiungendo così una persona di talento nella casa di Dio, questo non renderà il tuo lavoro più facile? Allora non avrai mostrato fedeltà nel tuo dovere? Quella è una buona azione davanti a Dio; è il minimo di coscienza e di ragione che chi è al servizio come leader dovrebbe possedere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). È totalmente grazie alle parole di Dio se ho ottenuto questa comprensione e ho un po’ di pratica e di ingresso nel mio dovere. Dio sia lodato!