92. Crescere attraverso i fallimenti e le battute d’arresto
Ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni nel dicembre 2020. Pochi mesi dopo sono stata eletta leader della chiesa. C’erano molte cose da fare e tante questioni da risolvere nella chiesa. Mi ci sono dedicata con entusiasmo. Col tempo, ho acquisito un po’ di familiarità con il lavoro della chiesa, ma mi imbattevo ancora in molti problemi. Parecchi neofiti non partecipavano regolarmente alle riunioni. Alcuni erano influenzati da dicerie diffuse online, altri non avevano compreso bene le verità delle visioni e avevano nozioni religiose irrisolte, altri ancora non potevano partecipare regolarmente alle riunioni perché troppo occupati con il lavoro. Di fronte a questi problemi, mi ero impegnata a condividere con loro sulle intenzioni di Dio per aiutarli a risolvere le loro difficoltà, ma ciò nonostante continuavano ad avere problemi. Mi sentivo demoralizzata. Mi chiedevo continuamente perché tutto il mio duro lavoro non avesse ancora dato risultati. Perché Dio non stava benedicendo la nostra chiesa? I fratelli e le sorelle avevano così tanti problemi e le mie ripetute comunioni con loro erano state un fallimento dopo l’altro. Forse non ero adatta al ruolo di leader? Non potevo fare a meno che incolpare me stessa: ero io la causa di tutto questo. Se mi fossi assunta la responsabilità e mi fossi dimessa, qualcun altro avrebbe potuto diventare leader, e il lavoro sarebbe stato più produttivo. Ho cominciato a sentirmi negativa e sono diventata passiva nel mio dovere; aspettavo solo di essere sostituita. Ho persino pensato che Dio stesse creando quelle difficoltà per smascherarmi, per portarmi a fallire, e che probabilmente mi avesse già scartata. Questo pensiero mi spaventava. Davvero Dio mi aveva abbandonata? Pregavo e ricercavo, ma ancora non capivo l’intenzione di Dio. Il pensiero che mi avesse abbandonata continuava ad affiorare di tanto in tanto. Mi sentivo sempre negativa, stanca e debole. Ero molto spaventata e sentivo di non avere più l’opera dello Spirito Santo.
In quel periodo la chiesa aveva bisogno di nuovi capigruppo, così il supervisore mi ha raccomandato alcuni neofiti e io li ho nominati direttamente, senza approfondire. All’inizio, tutti dicevano di voler assumere un dovere; ma poi, quando hanno iniziato ufficialmente, uno ha detto di non potere perché era occupato con il lavoro, e un altro che sarebbe arrivato in ritardo alle riunioni per questioni familiari e non sarebbe stato in grado di svolgere il compito. Alla fine, ho deciso che per il momento non erano adatti a essere coltivati come capigruppo e non ho potuto fare altro che selezionare altre persone perché svolgessero quei compiti. Mi sono impegnata molto per risolvere le difficoltà che incontravo nel lavoro, ma per un po’ non ho ottenuto alcun risultato. In quel momento, non ero capace di sopportare tutti quei fallimenti. Mi sentivo negativa e avevo persino paura di affrontare l’arrivo di ogni nuovo giorno. Non volevo più svolgere il lavoro della chiesa, perché mi ero data molto da fare ma senza ottenere nulla. Pensavo di dover affrontare quella situazione perché Dio voleva smascherarmi in quanto incompetente, ma non volevo concedermi di sprofondare in quello stato. Non volevo essere smascherata ed eliminata perché non stavo ottenendo risultati nel mio dovere.
Una volta, nelle mie pratiche devozionali, mi sono imbattuta in uno degli articoli contenuti in “65. I principi per ammettere le responsabilità e dimettersi”, da “170 principi per praticare la verità”. “Falsi leader e lavoratori che non accolgano la verità, non sappiano svolgere lavoro effettivo e da tempo siano privi dell’opera dello Spirito Santo devono ammettere le loro responsabilità e dimettersi”. Leggere questo mi ha fatta sentire ancora più negativa. Che cosa dovevo fare? Non avevo risolto nessuno dei problemi della chiesa, quindi ero una falsa leader. Dovevo ammettere la mia responsabilità e dimettermi affinché venisse eletto un leader competente? Lavoravo nella chiesa già da tre mesi, ma non avevo ancora risolto i problemi che esistevano al suo interno. Per di più, in quell’ambiente non avevo ancora capito l’intenzione di Dio né fatto alcun progresso. Stavo addirittura fraintendendo Dio. Temevo che gli altri mi ritenessero troppo negativa e che mi rimproverassero perché avevo pensato di dimettermi.
Una volta, in una riunione, ho letto queste parole di Dio: “Tu sei una persona comune. Devi sopportare molti fallimenti, molti periodi di sconcerto, molti errori di giudizio e molte deviazioni. Questo può rivelare pienamente la tua indole corrotta, le tue debolezze e mancanze, la tua ignoranza e stupidità, consentendoti di riesaminare e conoscere te stesso e di avere conoscenza dell’onnipotenza e della totale saggezza di Dio e della Sua indole. Otterrai da Lui cose positive, arriverai a comprendere la verità ed entrerai nella realtà. Nella tua esperienza ci saranno molte cose che non andranno come vorresti e di fronte alle quali ti sentirai impotente. Di fronte a queste cose, dovrai ricercare e aspettare; dovrai ottenere da Dio la risposta a ogni questione e capire dalle Sue parole l’essenza sottesa a ogni questione e l’essenza di ogni tipo di persona. È così che si comporta una persona comune, normale” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Fare tesoro delle parole di Dio è il fondamento della fede in Dio”). Dio è incredibilmente saggio. Ho acquisito una nuova comprensione di come Egli opera. Ho imparato che tutti devono passare attraverso fallimenti e battute d’arresto nel loro dovere, e l’intenzione di Dio era che in tutto questo io cercassi la verità per eliminare la mia indole corrotta. Avevo sperimentato fallimenti e difficoltà nel mio dovere, ma non avevo cercato la verità né l’intenzione di Dio. Non facevo che pensare di dimettermi perché sentivo di non aver ottenuto alcun risultato nel mio dovere e di non aver fatto ciò che spetterebbe a un leader. Non osavo nemmeno parlare agli altri della situazione in cui mi trovavo. Ero davvero ignorante. Non capivo l’intenzione di Dio né perché Egli permetteva che mi accadesse una cosa del genere. Dalle parole di Dio, ho capito che ero solo una persona ordinaria, quindi era normale che affrontassi difficoltà e fallimenti nel mio dovere. Questo celava l’intenzione di Dio. Quindi, mi sono aperta con i miei fratelli e sorelle sulla mia situazione e ho cercato il loro aiuto. Ho anche detto loro che avevo pensato di ammettere la mia responsabilità e dimettermi. Loro non mi hanno guardata dall’alto in basso, anzi mi hanno aiutata e incoraggiata e hanno condiviso sulle parole di Dio. Ero davvero commossa.
Mi hanno letto alcune parole di Dio Onnipotente. Dio dice: “Nel fare esperienza dell’opera di Dio, non importa quante volte hai fallito, sei caduto, sei stato potato o rivelato: non sono cose negative. Indipendentemente da come sei stato potato, o se è avvenuto da parte dei leader, dei lavoratori o dei tuoi fratelli o sorelle, è comunque una cosa positiva. Devi ricordare questo: non importa quanto tu soffra, in realtà ne stai traendo beneficio. Chiunque abbia esperienza può confermarlo. A prescindere da tutto, essere potato o rivelato è sempre una buona cosa. Non è una condanna. È la salvezza di Dio e la migliore opportunità per arrivare a conoscere te stesso. Può portare un cambiamento radicale nella tua esperienza di vita. Senza, non avrai l’opportunità, le condizioni né il contesto per riuscire a comprendere la verità della tua corruzione. Se comprendi realmente la verità e sei in grado di portare alla luce le cose corrotte nascoste nelle profondità del tuo cuore, se sai distinguerle chiaramente, allora questo è un bene e ha risolto un notevole problema di accesso alla vita, ed è di grande beneficio per il cambiamento d’indole. Acquisire la capacità di conoscere davvero te stesso è la tua migliore opportunità per correggere le tue abitudini e diventare una persona nuova; per te è la migliore opportunità per ottenere una vita nuova. Una volta che avrai conosciuto veramente te stesso, riuscirai a capire che quando la verità diventa la vita di una persona è davvero una cosa preziosa, e avrai sete di verità, la praticherai ed entrerai nella realtà. È una cosa davvero magnifica! Se riesci a cogliere questa opportunità e a riflettere seriamente su te stesso, acquisendo un’autentica conoscenza di te ogni volta che fallisci o che cadi, sarai in grado di rialzarti nel mezzo del pessimismo e della debolezza. Una volta varcata questa soglia, riuscirai a fare un grande passo avanti e a entrare nella verità realtà” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per guadagnare la verità, si deve imparare dalle persone, dagli eventi e dalle cose vicini”). “La salvezza di Dio per l’umanità è salvezza per coloro che amano la verità, salvezza per la parte di loro con forza di volontà e determinazione, per la parte di loro che anela alla verità e alla giustizia nel loro cuore. La determinazione di una persona è la parte nel suo cuore che brama la giustizia, la bontà e la verità e che ha una coscienza. Dio salva questa parte delle persone e, attraverso di essa, cambia la loro indole corrotta, perché possano comprendere e ottenere la verità, perché la loro corruzione possa essere purificata e la loro indole di vita trasformata. Se non hai queste cose dentro di te, non puoi essere salvato. […] Perché Pietro viene definito un frutto? Perché in lui c’erano cose di valore, che meritavano di essere perfezionate. Egli ricercava la verità in tutte le cose, aveva determinazione e una ferma volontà; aveva ragionevolezza, era disposto a patire le avversità e amava la verità nel suo cuore; non lasciava correre gli eventi, e sapeva trarre insegnamento da ogni cosa. Questi sono tutti punti di forza. Se non hai nessuno di questi punti di forza, allora sei nei guai: non sarà facile per te acquisire la verità ed essere salvato. Se non sai fare esperienza o non hai esperienza, non sarai in grado di risolvere le difficoltà degli altri. Poiché non sei capace di mettere in pratica e sperimentare le parole di Dio, non hai idea di cosa fare quando ti accade qualcosa, ti agiti e scoppi in lacrime quando incontri dei problemi, diventi negativo e scappi al minimo contrattempo e sei incapace di reagire nel modo giusto. Per questo, dunque, non ti sarà possibile guadagnare l’ingresso nella vita” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto queste parole, una sorella ha condiviso con me: “Qualsiasi battuta d’arresto o fallimento affrontiamo, dobbiamo pregare e cercare l’intenzione di Dio, non rinunciare alla verità e al nostro dovere. Rinunciare al nostro dovere non è la strada per risolvere il problema. Solo attraverso le difficoltà e le battute d’arresto che incontriamo nel nostro dovere, la nostra corruzione e le nostre carenze vengono rivelate e possiamo conoscere veramente noi stessi. Senza queste esperienze, non c’è modo di vedere la nostra corruzione e le nostre mancanze. E allora come potremmo cambiare? Quindi, sperimentare fallimenti o inciampi non è una cosa negativa. È allora che dobbiamo cercare la verità e trarne una lezione: non possiamo fraintendere Dio. Se di fronte alle difficoltà abbandonassimo, se rinunciassimo al nostro dovere, come potremmo sperimentare l’opera di Dio e perseguire la salvezza? Che testimonianza avremmo? Dio non ci chiede molto. Se quando affrontiamo problemi e difficoltà siamo risoluti, preghiamo sinceramente e cerchiamo la verità, Dio ci guiderà e ci aiuterà”. Leggere le parole di Dio e poi ascoltare la comunione di quella sorella è stato davvero illuminante per me. Ho capito che i fallimenti e le battute d’arresto sono l’amore di Dio e rappresentano una buona occasione per cercare la verità e imparare una lezione. Ho pensato a Pietro, che nella sua vita sperimentò molti fallimenti, prove, affinamenti e battute d’arresto. A volte patì la debolezza della carne, ma non perse mai la fede in Dio. Continuò a perseguire la verità e a cercare l’intenzione di Dio, compensando le proprie carenze. Alla fine, comprese la verità e conobbe Dio, ottenendo sottomissione e amore per Lui. Dovrei essere forte e risoluta proprio come Pietro, pregando davanti a Dio e cercando la Sua intenzione quando affronto battute d’arresto e fallimenti, riflettendo su ciò che mi manca invece di fraintendere e incolpare Dio.
Una volta, nelle mie pratiche devozionali, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha aiutata a capire meglio la Sua intenzione. Dio Onnipotente dice: “Le persone devono imparare ad ascoltare le parole di Dio e a comprendere il Suo cuore. Non devono fraintenderLo. In effetti, in molti casi, la preoccupazione delle persone deriva dai loro interessi personali. Parlando in generale, è la paura di non ottenere nessun esito. Rimuginano sempre: ‘E se per caso Dio mi rivela, mi elimina e mi respinge?’ Questa è la tua interpretazione errata di Dio; queste sono solo le tue congetture unilaterali. Tu devi capire qual è l’intenzione di Dio. Quando Egli rivela le persone, non lo fa per eliminarle. Le persone vengono rivelate per esporre le loro mancanze, i loro errori e la loro natura essenza, per far sì che conoscano sé stesse e diventino capaci di autentico pentimento; per questo motivo, rivelarle serve a farle crescere nella vita. Senza una comprensione pura, le persone rischiano di fraintendere Dio e di diventare negative e deboli. Possono persino precipitare nella disperazione. In realtà, essere rivelati da Dio non significa che verrai necessariamente eliminato. Lo scopo è aiutarti a conoscere la tua corruzione e farti pentire. Spesso, poiché le persone sono ribelli e non cercano di trovare una soluzione nella verità quando la corruzione viene rivelata, Dio deve esercitare la disciplina. Così, a volte, rivela le persone, esponendo quanto siano abiette e miserabili, portandole a conoscere sé stesse, per aiutarle a crescere nella vita. Rivelare le persone ha due diverse implicazioni: per le persone malevole, essere rivelati significa essere eliminati. Per coloro che sono in grado di accettare la verità, si tratta di un richiamo e di un avvertimento, affinché riflettano su sé stessi, vedano il loro vero stato e smettano di essere ostinati e sconsiderati, perché continuare così sarebbe pericoloso. Rivelare le persone in questo modo significa richiamarle, nel timore che, nello svolgere il proprio dovere, crescano confusi e superficiali, non riescano a prendere le cose seriamente, si accontentino solo di pochi risultati, e pensino di aver compiuto il proprio dovere in modo accettabile, mentre in realtà, valutate in base alle richieste di Dio, sono ancora ben lontane, eppure restano comunque compiaciute, e credono di fare bene. In queste circostanze, Dio disciplina, ammonisce e richiama le persone. A volte, Dio rivela le loro brutture, e questo serve palesemente a richiamarle. In momenti simili, dovresti riflettere su te stesso: questo è un modo inadeguato di svolgere il tuo dovere, c’è ribellione dentro di te, ci sono troppi elementi negativi, tutto ciò che fai è superficiale e, se ancora non ti penti, di diritto dovresti essere punito. Di tanto in tanto, quando Dio ti disciplina o ti rivela, non significa necessariamente che sarai eliminato. La questione va affrontata in modo corretto. Anche se vieni eliminato, dovresti accettarlo e sottometterti, e affrettarti a riflettere e pentirti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo praticando la verità e sottomettendosi a Dio si può conseguire un cambiamento nell’indole”). Le parole di Dio mi hanno mostrato che il Suo scopo nello smascherare le persone non è quello di eliminarle, ma di indurle a riconoscere la loro corruzione e le loro mancanze, affinché perseguano la verità per risolvere i loro problemi e progrediscano più velocemente nella vita. Non ho potuto fare a meno di riflettere su me stessa. Di fronte a qualsiasi tipo di problema o difficoltà, non valutavo coscienziosamente né cercavo l’intenzione di Dio, e nemmeno riflettevo su me stessa per conoscere i miei problemi. Pensavo solo che Dio stesse usando quelle situazioni per smascherarmi ed eliminarmi, che non ero adatta al ruolo di leader e che avrei dovuto assumermi la responsabilità e dimettermi. Stavo fraintendendo Dio. Poi ho capito che tanti problemi e difficoltà nel mio lavoro rimanevano irrisolti soprattutto perché non mettevo il cuore nel mio dovere. Sentivo sempre di avere tantissime cose da fare, e non avevo alcuna direzione o obiettivo quando lavoravo. Facevo solo quello che mi veniva in mente senza cercare alcun risultato. Alcuni nuovi arrivati sono stati fuorviati da dicerie e io non ho cercato su quale aspetto della verità avrei dovuto condividere per risolvere le loro nozioni in modo che potessero discernere quelle dicerie e rimanere saldi sulla vera via. E, nel coltivare le persone, non ho cercato i principi pertinenti né ho avuto una chiara comprensione delle loro reali condizioni, ma mi sono limitata a farlo alla cieca. Di conseguenza, non ho ottenuto nulla nemmeno sotto quell’aspetto. Nell’irrigare i nuovi arrivati, non ho dato priorità a quali aspetti della verità avrei potuto condividere per risolvere i loro problemi, quindi neanche in quell’ambito ho ottenuto risultati concreti. Anche se in superficie sembrava che stessi lavorando sodo, non ero attenta e non riepilogavo i problemi del nostro lavoro in modo tempestivo, con la conseguenza che non si ottenevano risultati. Non solo non riflettevo e non capivo me stessa, ma non cercavo nemmeno le verità in cui dovevo entrare. Al contrario, ho ipotizzato che Dio mi stesse smascherando intenzionalmente e mettendo in cattiva luce. Ero sempre piena di lamentele e non volevo affrontare fallimenti e battute d’arresto, ma avere sempre vita facile, con tutto che filava liscio come l’olio. Fraintendevo e incolpavo Dio alla minima difficoltà. Come potevo sperimentare l’opera di Dio e compiere bene il mio dovere? Ero davvero irragionevole. Non è così che un essere creato dovrebbe agire. Resami conto di questo, in preda al rimorso, ho pregato Dio: “Dio, hai predisposto questa situazione per formarmi, per farmi crescere nella vita, ma non ho capito la Tua intenzione, Ti ho frainteso. Sono così ribelle. Ti prego, illuminami, guidami e aiutami a comprendere la mia indole corrotta”.
Poi, ho letto un passo delle parole di Dio Onnipotente che mi ha aiutata a capire me stessa. Dio dice: “Apprezzo coloro che non sospettano degli altri e Mi piacciono anche coloro che accettano prontamente la verità; ho grande riguardo per questi due tipi di persone, perché ai Miei occhi sono oneste. Se sei falso, sarai circospetto e sospettoso verso tutto e tutti, quindi la tua fede in Me sarà costruita su una base di sospetto. Non potrei riconoscere mai una fede così. Mancando di fede sincera, sei ancora più sprovvisto di amore vero. E se sei incline a dubitare di Dio e a fare congetture su di Lui a tuo piacimento, allora sei senza ombra di dubbio il più ingannevole degli uomini. Stai lì a chiederti se Dio possa essere come l’uomo: imperdonabilmente peccaminoso, di carattere meschino, sprovvisto di imparzialità e di ragionevolezza, privo di un senso di giustizia, incline a tattiche temibili, subdolo e astuto, compiaciuto della malvagità e delle tenebre, e così via. La ragione per cui le persone hanno simili pensieri non è forse perché non hanno la benché minima conoscenza di Dio? Questo tipo di fede è a dir poco peccato! Inoltre, alcuni credono persino che quanti Mi soddisfano siano proprio gli adulatori e i piaggiatori, e che quanti manchino di tali capacità non saranno ben accetti e perderanno il loro posto nella casa di Dio. È questa l’unica conoscenza che avete raggiunto dopo tutti questi anni? È questo ciò che avete ottenuto? E la vostra conoscenza di Me non si ferma a questi fraintendimenti; ancora peggiore è la vostra blasfemia contro lo Spirito di Dio e la denigrazione del Cielo. Ecco perché dico che una fede come la vostra vi porterà solo ad allontanarvi da Me e ad aumentare la vostra opposizione nei Miei confronti” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come conoscere il Dio sulla terra”). Di fronte alla rivelazione delle parole di Dio, mi sono vergognata moltissimo di me stessa. Quando affrontavo fallimenti e battute d’arresto, ero sospettosa verso Dio e Lo fraintendevo, pensando che fosse freddo e senza cuore come le persone. Ero convinta che, quando vuole impiegare una persona, Dio le permette di godere della Sua grazia, e che in caso contrario la elimina, la accantona e la ignora. Ho dubitato e sospettato di Dio basandomi su questo genere di pensieri. Ero così propensa all’inganno! Credevo da poco tempo, le verità che comprendevo erano limitate e avevo molti difetti, ma la chiesa mi ha comunque coltivata come leader, dandomi la possibilità di praticare in modo che potessi imparare la verità il più rapidamente possibile ed entrare nella verità realtà. Anche quando non ero attenta nel mio dovere e non producevo risultati, la chiesa non mi ha destituita. Gli altri mi hanno comunque aiutata e incoraggiata e hanno fatto comunione sulle parole di Dio, guidandomi a comprendere la Sua intenzione e a riconoscere la mia corruzione e le mie mancanze. Ma io ero in guardia contro Dio, ero sospettosa nei Suoi confronti. La mia era forse autentica fede in Dio? Ero stata profondamente corrotta da Satana, seguivo sempre le sue parole diaboliche, come “Non fidarti di nessuno perché persino la tua ombra ti lascerà nelle tenebre” e “Non nutrire mai l’intenzione di fare del male agli altri, ma guardati sempre dal male che gli altri potrebbero fare a te”. Stavo in guardia contro tutti, addirittura contro Dio. Questo mi ha mostrato la gravità della mia indole propensa all’inganno, e ho capito che era proprio da lì che provenivano i miei sospetti e le mie incomprensioni nei confronti di Dio. Davanti alle difficoltà, ho dubitato di Dio e L’ho frainteso, ma Egli mi ha comunque illuminata e guidata a comprendere la verità, consentendomi di vedere i miei problemi. Ho percepito l’amore di Dio e quanto fosse reale la Sua salvezza per me. Ho pregato al Suo cospetto, pronta a pentirmi e a smetterla di vivere secondo la mia indole propensa all’inganno, di sospettare di Dio e di fraintenderLo.
In seguito, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Anche se adesso svolgi di buon grado il tuo dovere e magari fai delle rinunce e ti spendi volentieri, se hai ancora fraintendimenti, congetture, dubbi e lamentele nei confronti di Dio, o perfino ribellione e opposizione contro di Lui, o se usi vari metodi e tecniche per opporti a Lui e rifiutare la Sua sovranità su di te, se non risolvi queste cose, allora sarà pressoché impossibile che la verità sia padrona della tua persona, e la tua vita sarà estenuante. Gli individui spesso lottano e sono tormentati in questi stati negativi, come se fossero sprofondati in un pantano, e sono sempre preoccupati dall’idea del giusto e sbagliato. Come possono scoprire e comprendere la verità? Per ricercare la verità, bisogna prima sottomettersi. Allora, dopo un periodo di esperienza, si sarà in grado di ottenere un po’ di illuminazione, e a quel punto è facile capire la verità. Se si cerca sempre di capire che cosa è giusto e che cosa è sbagliato e si rimane invischiati tra ciò che è vero e falso, non vi è modo di scoprire o capire la verità. E cosa ne verrà fuori se non si riesce mai a capire la verità? Non capire la verità dà origine a nozioni e fraintendimenti su Dio; chi ha fraintendimenti su di Lui probabilmente se Ne lamenterà. Quando tali lamentele prorompono, diventano opposizione; l’opposizione a Dio si trasforma in resistenza contro di Lui e in una grave trasgressione. Se qualcuno ha commesso molte trasgressioni, ciò significa che ha commesso svariate malvagità, e allora deve essere punito. Questo è il tipo di cosa che deriva dall’essere sempre incapace di comprendere la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si possono eliminare le proprie nozioni e i propri fraintendimenti nei confronti di Dio”). Leggere questo mi ha fatto provare una paura insistente. Se avessi continuato a vivere in uno stato di negatività, senza cercare la verità, senza aprirmi con i miei fratelli e sorelle, avrei continuato a vivere secondo la mia indole propensa all’inganno e a fraintendere Dio. Così, avrei potuto facilmente incolpare Lui e resisterGli, il che avrebbe costituito una trasgressione. Potevo persino compiere il male e osteggiare Dio. Ciò sarebbe stato troppo pericoloso! Nel periodo in cui fraintendevo Dio e dubitavo di Lui, ero praticamente dominata dal mio stato negativo. Vivevo nel costante timore di essere smascherata ed eliminata. Non provavo alcun senso di libertà: era davvero faticoso. Nel mio dovere non facevo altro che adoperarmi per eseguire i compiti. Non appena emergeva un problema nuovo, non riuscivo a non fraintendere Dio e volevo dimettermi. Sono state le parole di Dio a guidarmi ad aprirmi con gli altri, e a cercare la verità e a conoscere la mia indole corrotta. Altrimenti, avrei continuato a fraintendere Dio e avrei deciso di rinunciare al mio dovere. Le conseguenze sarebbero state spaventose.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio che mi ha fornito un cammino da praticare quando incontro problemi nel lavoro della chiesa. Dio dice: “Riguardo ai problemi che sorgono nella chiesa, non siate così colmi di timori. Durante la costruzione della chiesa è impossibile evitare gli errori, ma non lasciatevi cogliere dal panico quando incontrate delle difficoltà; piuttosto, siate calmi e controllati. Non ve l’ho già detto? Vieni spesso al Mio cospetto a pregare e ti mostrerò chiaramente le Mie intenzioni” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 41”). Dalle parole di Dio, ho imparato che è inevitabile incontrare varie difficoltà quando si svolge il lavoro della chiesa. È perfettamente normale e Dio permette che ciò accada. Quando incontriamo delle difficoltà, purché preghiamo sinceramente e ci affidiamo a Dio, Egli ci guiderà a superarle. Alcuni nuovi credenti che avevano appena accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni non comprendevano appieno le verità delle visioni e potevano ancora essere fuorviati dalle dicerie. Dovevo affidarmi di più a Dio e usare le Sue parole per smascherare i tranelli di Satana e aiutare i nuovi credenti a gettare le fondamenta lungo la vera via. Compresa l’intenzione di Dio, sono tornata a lavorare in chiesa; ho quindi riepilogato errori e problemi del nostro precedente lavoro. In risposta ai problemi che i nuovi credenti si trovavano ad affrontare, mi sono munita delle verità relative e poi li ho aiutati a risolverli attraverso la comunione. Quanto a coltivare le persone, per prima cosa ricercavo i principi pertinenti e pregavo con il cuore. Nelle riunioni, mi concentravo sull’osservare chi si adattava ai principi per la coltivazione. In questo modo, la selezione delle persone era più accurata.
A volte affronto ancora fallimenti e difficoltà nel mio dovere, ma ora guardo questi problemi da una prospettiva diversa. Mi chiedo: quale lezione Dio vuole che io impari da questa situazione? Prego con coscienza, leggo le parole di Dio e cerco un percorso di pratica. Ho anche imparato a chiedere aiuto a fratelli e sorelle. Se loro mi fanno notare alcuni problemi nel mio lavoro, io sono in grado di vedere i miei difetti e le mie mancanze. Non credo più che Dio stia cercando di mettermi in cattiva luce. Sento invece che è una buona occasione per riflettere su me stessa, comprendermi e crescere nella vita. Una volta, una sorella mi ha detto: “Ho notato che sei diventata più paziente nell’irrigare i nuovi credenti, e che quando affronti un problema sei più brava di prima a ricercare l’intenzione di Dio”. Le sue parole mi hanno commossa. Anche se si trattava solo di un piccolo cambiamento da parte mia, ho sinceramente sperimentato che l’amore e la salvezza di Dio per l’umanità sono reali. Dio mi guida sempre e io sono più decisa a compiere il mio dovere e a soddisfare Dio.