73. Scegliere tra lo studio e il dovere
Da che ho memoria, i miei genitori non sono mai andati d’accordo. Litigare faceva parte della loro routine, e a volte mio padre picchiava mia madre. Mia madre ha dovuto sopportare questa vita per anni per il bene mio e di mio fratello. Ha passato metà della sua vita a crescerci, quindi sentivo che il suo amore per noi era davvero grande e che quando sarei cresciuta avrei dovuto onorarla. Poi, mia madre ha accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni e ha condiviso il Vangelo con me e mio fratello. Spesso ci riunivamo per danzare e cantare inni di lode a Dio e io ero felicissima. Ma mia madre non perseguiva molto la verità e ha iniziato a riunirsi e a leggere la parola di Dio sempre meno. Negli anni successivi, i litigi tra i miei sono rimasti frequenti e mio padre ha continuato a picchiarla, finché alla fine hanno divorziato. Dopo il divorzio, mia madre ha dovuto lavorare per pagare l’affitto e la mia istruzione, e questo mi pesava sul cuore. Mi sono ripromessa di studiare duramente, trovare un buon lavoro, comprare una casa a mia madre e farle vivere il resto della sua vita più felicemente. Sentivo che questo era il mio dovere di figlia. Così, mi riunivo e leggevo la parola di Dio molto meno per potermi concentrare sugli studi. Dedicavo tutto il tempo e le energie ai compiti.
Nel settembre del 2019, sono stata ammessa a un istituto professionale in un’altra provincia. Studiavo duramente ogni giorno, sperando di passare all’università e alla scuola di specializzazione, in modo da poter dare a mia madre una vita migliore. Ma la vita del campus mi ha molto delusa. Chi era bravo a leccare i piedi agli insegnanti si guadagnava il loro favore, e quindi otteneva sempre i voti più alti agli esami, mentre chi era davvero capace ma non era un leccapiedi non otteneva voti altrettanto alti. Compagni di corso che in apparenza andavano d’accordo, chiacchierando, scherzando e sorridendosi, si tradivano a vicenda e si trasformavano in persone diverse quando si voltavano le spalle. Alcuni di loro avevano persino delle relazioni alla luce del sole, senza alcun pudore. La vita del campus mi deprimeva molto e non avrei voluto restare un solo giorno di più, ma quando pensavo a come avessi promesso a mia madre di studiare duramente, di distinguermi in questo mondo e di non deluderla, non avevo altra scelta che resistere.
Poi, quando sono tornata a casa per le vacanze invernali del 2020, mia zia ha condiviso con me in merito alla parola di Dio e mi ha fatto vedere un video intitolato “Colui che ha sovranità su tutte le cose”. Quel video mi ha scossa nel profondo! Mi ha fatto percepire la sovranità onnipotente di Dio, e il fatto che Egli è il Signore del destino degli uomini e che ha sempre guidato la crescita dell’umanità. Ho pensato all’aggravarsi dei disastri e alla pandemia, e al fatto che l’opera di Dio era quasi conclusa; ma io, per via dello studio, non stavo compiendo un dovere e non potevo nemmeno partecipare alla vita della chiesa. Alla fine non avrei acquisito la verità, sarei perita nei disastri e sarei stata punita. La comunione di mia zia sulla parola di Dio mi ha aiutata e sostenuta e mi ha scaldato il cuore. Ho capito che Dio era sempre stato con me, e volevo partecipare a più riunioni e svolgere il mio dovere nella chiesa.
Un giorno, durante le mie devozioni, ho letto due passi della parola di Dio. Dio Onnipotente dice: “Dal momento in cui vieni al mondo piangendo, inizi a compiere il tuo dovere. Per il piano di Dio e per il Suo ordinamento, tu svolgi il tuo ruolo e intraprendi il viaggio della tua vita. Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera. Dal giorno in cui l’uomo è stato creato, Dio ha sempre operato così, gestendo l’universo, dettando le regole del cambiamento per tutte le cose e la traiettoria del loro movimento. Come tutte le cose, l’uomo viene nutrito silenziosamente e inconsapevolmente dalla dolcezza, dalla pioggia e dalla rugiada provenienti da Dio; come tutte le cose, l’essere umano vive inconsapevolmente sotto l’orchestrazione della Sua mano” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). “Nemmeno uno di questi esseri umani di cui Dio Si prende cura giorno e notte si fa carico di adorarLo. Come da Lui pianificato, Dio continua soltanto a operare sull’uomo, verso il quale non ha alcuna aspettativa. Lo fa nella speranza che, un giorno, l’uomo si svegli dal suo sogno e improvvisamente comprenda il valore e il significato della vita, il prezzo che Dio ha pagato per tutto ciò che gli ha dato, e l’impaziente sollecitudine con cui attende che l’essere umano torni da Lui” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Riflettere sulla parola di Dio mi ha molto commossa. Ho pensato a come avevo accolto l’opera di Dio degli ultimi giorni con mia madre quando ero bambina, ma a causa dei miei studi avevo smesso di andare alle riunioni e di leggere la parola di Dio, allontanandomi sempre di più da Lui. Proprio quando pensavo che la mia vita sarebbe continuata così, mia zia si era improvvisamente avvicinata a me per leggermi la parola di Dio e farmi vedere un video evangelico. Mi era chiaro che fosse stato Dio a predisporre tutto ciò. Il mio destino è sempre stato nelle Sue mani. Fin dalla nascita, ho vissuto sotto il Suo governo e la Sua predestinazione. Anche se lungo il cammino mi sono allontanata da Lui, Dio ha predisposto persone e circostanze che risvegliassero il mio spirito e mi riportassero nella Sua casa. Ho visto l’amore e la protezione di Dio. Ho udito di nuovo le Sue parole e non potevo ribellarmi a Lui o ferirLo di nuovo. Volevo credere veramente in Dio e compiere il dovere di un essere creato.
Ma non riuscivo a smettere di chiedermi quale sia il vero valore e significato della vita. Potrebbe davvero essere perseguire attestati e lauree? Riflettendo su questa domanda, ho ricordato la parola di Dio. “Una volta impantanate nella fama e nel profitto, le persone non cercano più ciò che è luminoso, ciò che è giusto o le cose belle e buone. Questo perché il potere seduttivo che fama e profitto esercitano sulle persone è troppo grande, ed essi divengono obiettivi da perseguire nel corso della vita e persino per tutta l’eternità, senza fine. Non è vero? Alcune persone diranno che acquisire conoscenza non è altro che leggere libri o imparare un paio di cose che ancora non sanno, per restare al passo con i tempi e non essere lasciate indietro dal mondo. La conoscenza si apprende solo per mettere del cibo in tavola, per il futuro o per le necessità indispensabili. C’è qualcuno che sopporterebbe un decennio di studi impegnativi solo per le necessità indispensabili, solo per il bisogno di procurarsi il cibo? No, non ci sono persone così. Allora perché una persona sopporterebbe tanti sacrifici per tutti questi anni? Per la fama e il profitto: fama e profitto si intravedono in lontananza, esercitano il loro richiamo, e quella persona crede che solo tramite la propria diligenza, i propri disagi e le proprie battaglie sia possibile seguire la strada che la porterà a ottenere fama e profitto. Una persona siffatta deve patire tali disagi per il proprio cammino futuro, per il proprio godimento futuro e per ottenere una vita migliore. Cos’è mai questa conoscenza, sapete dirMelo? Non sono forse le regole e le filosofie di vita che Satana instilla nell’uomo, come ‘Ama il Partito, ama la patria e ama la tua religione’ e ‘Un uomo saggio si sottomette alle circostanze’? Non si tratta dei ‘nobili ideali’ di vita instillati nell’uomo da Satana? Prendiamo, ad esempio, le idee di grandi personaggi, l’integrità dei famosi o lo spirito coraggioso di figure eroiche, o la cavalleria e la gentilezza dei protagonisti e degli uomini d’arme dei romanzi di arti marziali – non sono forse tutti modi in cui Satana instilla questi ideali? Queste idee influenzano una generazione dopo l’altra, e le persone di ogni generazione sono portate ad accettarle. Si sforzano costantemente di perseguire ‘nobili ideali’ per i quali darebbero persino la vita. Questo è il mezzo e l’approccio attraverso cui Satana si serve della conoscenza per corrompere le persone. Quindi, dopo che Satana le ha condotte su questo cammino, le persone sono in grado di obbedire a Dio e adorarLo? E sono in grado di accettare le parole di Dio e di perseguire la verità? Assolutamente no, poiché sono state fuorviate da Satana. Esaminiamo di nuovo la conoscenza, i pensieri e le opinioni instillati nelle persone da Satana: queste cose contengono le verità dell’obbedienza a Dio e dell’adorazione di Dio? Contengono le verità del temere Dio e dell’evitare il male? Contengono parole di Dio? Qualcosa in esse ha a che fare con la verità? Niente affatto: tutto questo è totalmente assente” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Dalla parola di Dio, ho capito che Satana inculca le sue idee nelle persone, portandole ad acquisire costantemente conoscenza e a desiderare di distinguersi e di onorare il nome della propria famiglia. Le convince che il loro destino è nelle loro stesse mani e che la conoscenza può aiutarle a cambiarlo. Vivendo la loro vita sulla base di queste idee, le persone sfidano Dio, allontanandosi sempre di più da Lui. Quando studiavamo, gli insegnanti ci dicevano spesso: “Se volete riuscire, avete bisogno di una laurea e di studi post-laurea. Solo questo dimostrerà le vostre capacità”. Dopo aver accettato queste idee, ho iniziato a pensare a come migliorare le mie abilità, partecipando a concorsi e studiando per esami di certificazione professionale. Credevo in quel modo di poter cambiare il mio destino. Ma, tra il mio cieco perseguimento accademico e la mia ferma intenzione di usare la mia istruzione e le mie conoscenze per emergere, il mio cuore si era lentamente allontanato da Dio. Avevo smesso di leggere la Sua parola e pregavo raramente. Non ero diversa da un non credente. Mi sono resa conto che non capivo la verità e che avevo sempre aspirato a distinguermi studiando e acquisendo conoscenza. Solo allora ho capito che la ricerca di conoscenza è il modo in cui Satana ci corrompe e ci inganna, e che più perseguiamo la conoscenza, più ci allontaniamo da Dio e ci opponiamo a Lui. Al pensiero di queste conseguenze, ho cominciato a rivalutare la strada che avevo intrapreso.
Un giorno, ho letto un passo della parola di Dio: “In quanto membri del genere umano e cristiani devoti, tutti noi abbiamo l’obbligo e la responsabilità di offrire la nostra mente e il nostro corpo allo svolgimento dell’incarico da parte di Dio, poiché il nostro intero essere è venuto da Dio ed esiste grazie alla Sua sovranità. Se le nostre menti e i nostri corpi non sono votati all’incarico da parte di Dio e alla giusta causa dell’umanità, le nostre anime si sentiranno indegne di coloro che hanno subito il martirio per via dell’incarico da parte di Dio, e ancor più indegne di Dio, che ci ha fornito ogni cosa” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 2: Dio sovrintende al destino dell’intera umanità”). Dopo aver letto la parola di Dio, sono stata pervasa da un forte senso di responsabilità. L’uomo è stato creato da Dio. Credere in Dio, adorarLo e svolgere il dovere di un essere creato sono cose giuste e naturali da fare, nonché onorevoli. La volontà di Dio è che diffondiamo il Suo Vangelo e portiamo più persone davanti a Lui affinché accettino la Sua salvezza. Avevo avuto la fortuna di ricevere per prima l’opera di Dio, e per questo avrei dovuto considerare la Sua volontà e assumermi quella responsabilità. Non adempiere al proprio dovere è un’autentica ribellione e rende indegni di vivere su questa terra. Solo compiendo il dovere di un essere creato si può essere definiti umani. In quel periodo, ho ascoltato un inno della parola di Dio, intitolato “Cosa devono perseguire i giovani”. Alcune frasi del testo dicono: “Ai giovani non dovrebbe mancare la determinazione per esercitare il discernimento nelle questioni e cercare la giustizia e la verità. Dovreste perseguire tutte le cose belle e buone, e ottenere la realtà di tutte le cose positive. Dovreste essere responsabili nei confronti della vostra vita, e non dovete prenderla alla leggera” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Le parole di Dio mi hanno fornito un percorso di pratica. Come persona, avrei dovuto perseguire la verità, compiere il dovere di un essere creato e vivere una vita significativa. Dovevo essere responsabile della mia vita. Non volevo continuare a studiare. Volevo svolgere il mio dovere nella chiesa.
In seguito, ne ho parlato a mia madre. Era furiosa. Mi ha detto: “Ho speso così tanto per la tua istruzione nel corso degli anni, solo per darti un futuro più luminoso e per goderne di riflesso quando ti diplomerai e troverai un buon lavoro. Qualunque cosa tu dica, non ti permetterò di abbandonare la scuola. Penso solo a ciò che è meglio per te”. Queste sue parole mi hanno fatta arrabbiare moltissimo. Non mi aspettavo che reagisse così. Ma allo stesso tempo mi sentivo combattuta, non potendo dimenticare tutto quello che mi aveva dato. Se avessi scelto di compiere il mio dovere, avrei suscitato in lei disappunto e delusione; ma se avessi continuato a studiare, abbandonando la fede e il dovere, mi sarei sentita in colpa, e neanche quella era una vita che desideravo. Seppur esitante, ho comunque insistito per lasciare la scuola. Vedendo che ero decisa, mia madre ha acconsentito ad accompagnarmi per le procedure di ritiro, ma a scuola il mio supervisore mi ha detto: “Per favore, riflettici bene. Ti manca un anno al diploma, e una volta diplomata potrai fare tutto ciò che vuoi. Devi sapere che è molto più difficile trovare lavoro senza un diploma…” Vedendo che ero irremovibile, mia madre mi ha detto con sincerità: “Continua a studiare, per favore. Ho grandi speranze per te. Non dovrai preoccuparti dei soldi. Provvederò sempre io alla tua istruzione. Io e tuo padre abbiamo divorziato e mi resti solo tu. Sei la mia unica speranza…” Mentre mi diceva queste parole, piangeva. Vedere mia madre versare quelle lacrime di disperazione mi ha davvero colpita. Mi sono detta: “Manca solo un anno al diploma. Forse dovrei semplicemente prenderlo. Se inizierò a compiere un dovere una volta diplomata, mia madre non si opporrà”. Così sono scesa a compromessi e ho scelto di continuare a studiare, ma questo poi mi impediva di compiere il mio dovere e mi sentivo davvero in colpa. Così, ho pregato Dio: “Dio, sono molto debole e non so come percorrere il cammino che ho davanti. Ti prego, guidami”.
Un giorno, ho letto un passo della parola di Dio. “A causa del condizionamento della loro cultura tradizionale, i cinesi credono che si debba osservare la devozione filiale verso i propri genitori. Chi non osserva la devozione filiale non è un figlio devoto. Queste idee sono state inculcate nelle persone fin dall’infanzia e vengono insegnate praticamente in ogni famiglia, così come in ogni scuola e nella società in generale. Quando la testa di una persona è stata riempita di queste cose, lei pensa: ‘La devozione filiale è la cosa più importante in assoluto. Se non la osservassi, non sarei una brava persona, non sarei un figlio devoto e verrei rimproverato dalla società. Sarei una persona priva di coscienza’. È una visione corretta? Le persone hanno visto tutte le verità espresse da Dio: Egli ha forse preteso che si mostrasse devozione filiale verso i propri genitori? Questa è forse una delle verità che i credenti in Dio devono capire? No, non lo è. Dio ha solo condiviso su alcuni principi. Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà. Queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. Se i tuoi genitori non credono in Dio, se sanno benissimo che la fede in Dio è il giusto cammino in grado di condurre alla salvezza eppure rimangono chiusi, allora non vi è alcun dubbio che siano persone disgustate dalla verità, che odiano la verità, e non vi è alcun dubbio che sono coloro che resistono a Dio e Lo odiano; e Dio naturalmente li detesta e li disprezza. Potresti detestare genitori di questo tipo? Sono inclini a opporsi a Dio e a insultarLo: in questo caso, sono sicuramente demoni e Satana. Anche tu sapresti detestarli e maledirli? Sono tutte domande reali. Se i tuoi genitori ti impediscono di credere in Dio, in che modo dovresti trattarli? Come richiesto da Dio, dovresti amare ciò che Dio ama, e odiare ciò che Dio odia. Durante l’Età della Grazia, il Signore Gesù disse: ‘Chi è Mia madre, e chi sono i Miei fratelli?’ ‘Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre Mio, che è nei cieli, Mi è fratello, sorella e madre’. Queste parole esistevano già nell’Età della Grazia, e oggi le parole di Dio sono ancora più chiare: ‘Ama ciò che Dio ama, odia ciò che Dio odia’. Queste parole vanno dritte al punto, eppure spesso le persone sono incapaci di comprenderne il vero significato. Se una persona è qualcuno che nega e si oppone a Dio, che è maledetto da Dio, ma si tratta di un tuo genitore o parente, per quanto tu ne sappia non è un malfattore, e ti tratta bene, allora potresti essere incapace di odiarlo, e potresti persino rimanere in stretto contatto con lei, lasciando invariato il vostro rapporto. Sapere che Dio disprezza persone di questo tipo ti infastidirà, ma non sarai in grado di stare dalla parte di Dio e respingerla spietatamente. Sei costantemente controllato dalle emozioni, e non riesci a lasciar andare quella persona. Qual è la ragione? Questo accade perché hai eccessiva considerazione delle emozioni, e questo ti impedisce di praticare la verità. Quella persona è buona con te, quindi non puoi arrivare a odiarla. Potresti riuscirci solo se ti facesse del male. Questo odio sarebbe in linea con i principi della verità? Inoltre, sei schiavo delle nozioni tradizionali e pensi che, quando si tratta di un genitore o di un parente, se lo odiassi, saresti disprezzato dalla società e oltraggiato dall’opinione pubblica, e condannato in quanto ingrato verso i tuoi genitori, privo di coscienza e disumano. Pensi che subiresti la condanna e la punizione divina. Anche se vuoi odiare quella persona, la tua coscienza non te lo permette. Perché la tua coscienza si comporta così? È una mentalità che ti è stata inculcata dalla tua famiglia sin dall’infanzia, con la quale i tuoi genitori ti hanno istruito e in cui la cultura tradizionale ti ha immerso. È radicata molto profondamente nel tuo cuore, e ti porta a credere erroneamente che la pietà filiale sia ordinata dal Cielo e riconosciuta dalla terra, che si tratti di qualcosa che hai ereditato dai tuoi antenati e sia sempre positiva. L’hai appresa nei primissimi anni di vita e resta quella dominante, costituisce un’enorme pietra d’inciampo e un intralcio alla tua fede e all’accettazione della verità, e ti rende incapace di mettere in pratica le parole di Dio, e di amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia. […] L’uomo non è forse miserabile? Non ha forse bisogno della salvezza di Dio? Alcune persone credono in Dio da molti anni, ma non hanno ancora acquisito alcuna comprensione in merito alla devozione filiale. Non capiscono davvero la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee fuorviate ci si può realmente trasformare”). Dalla parola di Dio ho capito che, sotto l’influenza massiccia della cultura tradizionale, “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra” era diventato il mio codice di condotta. Credevo che la devozione filiale fosse la cosa più importante e che non osservarla mi avrebbe resa disumana. Ripensando alla mia infanzia, ho constatato che mia madre aveva sofferto molto e non doveva essere stato facile per lei, così mi ero ripromessa di darle ascolto e di non ferirla. Mia madre aveva sofferto così tanto per crescermi: se non avessi saputo onorarla o obbedirle, allora sarei stata ingrata e senza cuore. Così, fin dall’infanzia, ho deciso di studiare duramente e di avere successo, affinché mia madre potesse vivere bene. Ho fatto tutto quello che mi diceva per non ferirla. Dopo aver accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, ho capito che compiere un dovere e perseguire la verità era degno e significativo, ma quando mia madre mi ha pregata piangendo di continuare a studiare sono scesa a compromessi. Per soddisfare le sue speranze, non ho svolto il mio dovere, pur volendo soddisfare Dio. Ero schiava dell’idea per cui “la devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra”. Dio ci chiede di amare ciò che Egli ama e di odiare ciò che Egli odia. Queste sono le richieste di Dio nei nostri confronti e i princìpi a cui dovrei attenermi. Se i miei genitori credono veramente in Dio, dovrei amarli e trattarli come fratelli e sorelle. Se invece non credono in Dio, mi perseguitano o ostacolano la mia fede, allora disprezzano e odiano la verità e si oppongono a Dio, e io non dovrei seguire ciecamente quello che dicono. Mia madre credeva in Dio ma non perseguiva la verità e mi impediva di svolgere un dovere. Ho capito che era una miscredente e una nemica di Dio. In passato non avevo discernimento, e pensavo che, come loro figlia, avrei dovuto onorare i miei genitori e ascoltarli sempre, che questo significasse possedere umanità e coscienza. Solo allora ho capito che questa visione sbagliata non era conforme alla verità. Si devono onorare i propri genitori in linea con i princìpi, non limitarsi a un’obbedienza cieca. Questo è il principio di pratica.
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Ora dovresti essere in grado di vedere chiaramente il preciso cammino intrapreso da Pietro. Se riesci a vedere il cammino di Pietro con chiarezza, allora sarai certo del lavoro odierno e non ti lamenterai né sarai passivo, in attesa di qualcosa. Dovresti provare lo stesso stato d’animo di Pietro a quel tempo: sconvolto dal dolore; non più desideroso di un futuro né di alcuna benedizione. Non ambiva profitto, felicità, fama o fortuna nel mondo, e cercò solo di vivere una vita piena di significato, che doveva ripagare l’amore di Dio e offrirGli quanto di più prezioso egli possedesse. Solo allora sarebbe stato soddisfatto in cuor suo. […] Durante l’agonia di questa prova, Gesù gli apparve nuovamente e disse: ‘Pietro, voglio renderti perfetto, così che tu divenga un frutto, una cristallizzazione del Mio renderti perfetto, per cui Io possa provare gioia. Sei davvero in grado di renderMi testimonianza? Hai fatto ciò che ti chiedo di fare? Hai vissuto le parole da Me pronunciate? Un tempo Mi amavi, ma sebbene Mi amassi, Mi hai mai vissuto? Che cosa hai fatto per Me? Riconosci di essere indegno del Mio amore, ma che cosa hai fatto per Me?’ Pietro si accorse di non aver fatto nulla per Gesù e ricordò il suo precedente proposito di dare la propria vita per Dio. Così, smise di lamentarsi e le sue preghiere, da quel momento in poi, migliorarono sensibilmente” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come Pietro arrivò a conoscere Gesù”). Questo è ciò che il Signore Gesù chiese a Pietro, ma mi sembrava che Dio stesse chiedendo la stessa cosa a me. Mi sono domandata: “Che cosa ho fatto per Dio? Pietro amava così tanto Dio da essere capace di rinunciare a tutto per seguire il Signore. E invece io? Dio mi ha donato la vita, ma cosa ho fatto io per Lui? Assolutamente nulla. Ho pensato solo ai miei genitori e al mio futuro. Sono persino disposta a investire tutto il tempo e le energie per studiare e guadagnare soldi così da ripagare la loro gentilezza. Se non riuscirò a essere all’altezza delle loro aspettative, sentirò di averli delusi e cadrò in preda al senso di colpa; tuttavia, pur non avendo compiuto il mio dovere di essere creato, non sento di deludere Dio. Sono priva di coscienza”. Ho pensato all’esperienza di Pietro: nonostante i suoi genitori lo ostacolassero, non si curò della loro opposizione e rinunciò a tutto per seguire il Signore Gesù. Era davvero dotato di coscienza e ragione. Siamo stati creati da Dio, quindi è giusto e naturale che crediamo in Lui e Lo adoriamo. Dio mi ha scelta e mi ha portata davanti a Lui, dandomi la possibilità di essere salvata. L’amore di Dio è davvero grande! Dovevo ricambiare l’amore di Dio e rinunciare a tutto per seguire Dio, proprio come Pietro. Poi, ho letto altri due passi della parola di Dio che mi hanno ulteriormente ispirata. “Svegliatevi, fratelli! Svegliatevi, sorelle! Il Mio giorno non tarderà; il tempo è vita e riappropriarsi del tempo significa avere salva la vita! Il tempo non è lontano! Se non superate l’esame d’ammissione all’università potete studiare e sostenerlo nuovamente quante volte volete. Il Mio giorno, invece, non tollererà ulteriori ritardi. Ricordate! Ricordate! Vi esorto con queste buone parole. La fine del mondo si dispiega davanti ai vostri occhi e enormi disastri si stanno approssimando a gran velocità. Cosa conta di più? La vostra vita o il sonno, il cibo, le bevande e gli abiti? È giunto il momento di soppesare queste cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 30”). “Vegliate! Vegliate! Il tempo perduto non tornerà mai, ricordatelo! Non c’è medicamento al mondo che sia in grado di guarire dal rimpianto! Dunque, in che modo devo rivolgerMi a voi? La Mia parola non è forse degna della vostra attenta e ripetuta considerazione?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 30”). Ogni parola di Dio si rivolgeva al mio intimo più profondo. Non resta molto tempo. I disastri si stanno aggravando e i Paesi del mondo sono nel caos. Giorno dopo giorno, la fine si avvicina, e ricercare la verità è fondamentale. Se non mi fossi tenuta al passo con l’opera di Dio e avessi perseguito le brame materiali, concentrandomi su cose come gli studi, il futuro e la famiglia, allora sarebbe stato troppo tardi perseguire la verità al concludersi dell’opera di Dio. Senza la verità, sarei perita nelle catastrofi e sarei stata punita, e sarebbe stato troppo tardi per pentirmi. La salvezza di Dio mi veniva offerta ancora una volta e dovevo cogliere quell’opportunità, perseguire la verità e compiere il dovere di un essere creato per ripagare l’amore di Dio.
Sì, ho deciso di abbandonare gli studi. Così, ho detto a mia madre: “Mamma, smetterò di studiare. Non mi interessa quello che dicono gli altri: sto scegliendo la mia strada e spero che tu possa rispettarmi”. Mi ha risposto: “Tua zia ha già detto che una volta che ti sarai diplomata e conseguirai una laurea, ti troverà un lavoro. In seguito, potremo trovarti un buon marito e potrai vivere una vita felice”. Ma le parole di mia madre non riuscivano più a convincermi, perché ora capivo che il modo in cui mi trattava non era vero amore. Stava solo considerando i miei interessi immediati, non la mia vita o la mia destinazione futura. Allora ho ricordato un passo della parola di Dio. “DiteMi: da chi ha origine tutto ciò che riguarda le persone? Chi porta il fardello più pesante per la vita umana? (Dio.) Solo Dio ama le persone più di ogni altra cosa. I loro genitori e parenti le amano davvero? L’amore che danno loro è vero amore? Può esso salvare le persone dall’influenza di Satana? No. Le persone sono insensibili e ottuse, incapaci di discernere queste cose, e non fanno che ripetere: ‘Come mi ama Dio? Io non lo sento. E comunque sono mia madre e mio padre ad amarmi di più. Mi pagano gli studi e mi consentono di apprendere abilità tecniche, in modo che da adulto possa riuscire, avere successo, diventare una star, una celebrità. I miei genitori spendono tanti soldi per educarmi e darmi un’istruzione, risparmiando ed economizzando sul cibo. Quanto è grande un amore così? Non potrò mai ripagarli!’ Pensate che questo sia amore? Quali sono le conseguenze del fatto che i tuoi genitori ti consentano di avere successo, di diventare una celebrità, di avere un buon lavoro e di integrarti nel mondo? Ti fanno perseguire il successo, portare onore alla tua famiglia e conformare alle tendenze malvagie del mondo senza sosta; di conseguenza, alla fine precipiti nel vortice del peccato, patisci la perdizione e perisci, per poi essere divorato da Satana. Questo è forse amore? Questo non è amarti; questo è danneggiarti e distruggerti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per guadagnare la verità, si deve imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose vicine”). Anche se in apparenza mia madre agiva solo per il mio bene, risparmiando su cibo e vestiti e lavorando fino allo sfinimento per la mia istruzione, non si rendeva conto che ciò che stavo imparando conteneva falsità e veleni satanici che mi avrebbero portata ad allontanarmi ancora di più da Dio e a negare la Sua esistenza. Le idee atee insegnate agli studenti, come “Non c’è mai stato alcun Salvatore”, “L’uomo può crearsi una patria accogliente con le proprie mani”, “Nessun dolore, nessun guadagno” e “Distinguiti sugli altri e reca onore ai tuoi antenati”, ci spingono a lottare per i nostri ideali e a cercare di distinguerci dalla massa per superare gli altri. Le persone vivono in base a queste idee e opinioni, cercando di sottrarsi al governo di Dio e di cambiare il proprio destino con le proprie mani. Alla fine, si oppongono a Dio e Lo rinnegano sempre di più, perdendo la possibilità di essere salvate. Questo è il cammino malvagio di Satana. Perseguire queste cose non poteva che condurmi lontano da Dio e nella corruzione di Satana. Mi avrebbe spinta verso l’inferno! A quel punto, ho capito che l’amore dei miei genitori non era vero amore e che solo l’amore di Dio lo è. Cercare di distinguersi e di onorare il nome della propria famiglia non è la retta via nella vita. Solo perseguendo la verità e compiendo il dovere di un essere creato si otterrà la protezione di Dio. Quando ho capito tutto questo, ho deciso di lasciare la scuola e di dedicarmi a compiere un dovere per Dio. Così ho detto a mia madre: “Mamma, tu vuoi che continui a studiare, che trovi un buon lavoro e un buon marito e abbia successo, ma puoi garantirmi che ciò mi renderà felice? Che avrò un buon destino? Non puoi; nessuno può! Mamma, la cosa migliore che hai fatto nella tua vita è stata predicarci il Vangelo di Dio Onnipotente e condurmi sulla retta via. È stato del tutto corretto”. Mia madre è rimasta in silenzio per un momento e poi ha detto: “Abbi cura di te. Teniamoci in contatto”. Dopo di che, ho sbrigato le procedure di ritiro dalla scuola. Appena messo piede fuori dalla scuola, ero veramente libera. Non ero più vincolata dagli studi o dalla famiglia e potevo finalmente svolgere il mio dovere nella chiesa.
Tutto questo è successo diversi anni fa, ma ogni volta ripensarci mi riempie di gioia. È stata la guida di Dio, passo dopo passo, a permettermi di scegliere correttamente tra il mio dovere e i miei studi, e di percorrere la retta via nella vita. Ho davvero percepito l’amore e le serie intenzioni di Dio. Ora sono in grado di compiere il dovere di un essere creato e la mia vita non è vana. Sono veramente felice.