58. Ho imparato a trattare le persone in modo corretto
Nel 2023, svolgevo il dovere di leader della chiesa e collaboravo con sorella He Li. In precedenza, He Li era diventata una leader e aveva una certa padronanza dei principi dei vari compiti. Dopo che ci siamo divise il lavoro, non dovevo preoccuparmi troppo della parte di cui era responsabile lei. A volte, quando incontravo difficoltà sul lavoro, He Li sapeva aiutarmi. Anche se il carico di lavoro era elevato, collaborando con lei mi sentivo rilassata. A luglio, He Li è stata scelta come predicatrice e ha assunto la responsabilità di diverse chiese. Allora il lavoro della nostra chiesa è rimasto solo in mano mia, e speravo di avere al più presto un aiuto con cui dividere il carico di lavoro. In seguito, anche Zhao Xin è stata eletta come leader della chiesa e nominata mia collaboratrice. Ero molto felice. Zhao Xin aveva prestato servizio come diacono dell’irrigazione e capiva parte del lavoro della chiesa. Avrebbe dovuto essere in grado di imparare in fretta. Ora che c’era una persona a condividere con me il lavoro, potevo alleggerire un po’ la pressione. Ho comunicato a Zhao Xin i compiti che doveva svolgere, ma, siccome lei aveva qualche anno più di me, all’inizio non riusciva ad afferrare le cose e svolgevo comunque io la maggior parte del lavoro. Provavo un po’ di risentimento nel cuore. Ora non solo eseguivo il mio lavoro, ma dovevo anche fare da guida a Zhao Xin, il che rendeva il carico di lavoro ancora più elevato di prima. Tuttavia, ho pensato che forse sorella Zhao avrebbe preso più confidenza con il lavoro dopo qualche giorno di pratica.
Un giorno, dopo la riunione, mi sono resa conto che il lavoro di irrigazione non era stato seguito. Allora pensavo che Zhao Xin avesse più dimestichezza con il lavoro di irrigazione e che quindi lo avrebbe seguito. Quando sono tornata a casa, ho chiesto subito a Zhao Xin se avesse seguito il lavoro di irrigazione. Lei ha risposto che non aveva ancora avuto una riunione, quindi non sapeva nulla. In un attimo, la rabbia mi è salita dentro. Ho pensato: “Se tu potessi fare una parte del lavoro, non alleggeriresti la mia pressione? Che differenza c’è tra due persone che si dividono il lavoro e me che lo svolgo da sola?” Le ho detto in tono di rimprovero: “Se tu potessi fare una parte del lavoro, l’efficienza non aumenterebbe? Pensa a quale indole corrotta ti impedisce di farlo!” Per un momento, Zhao Xin non ha detto nulla, e in quell’istante mi sono resa conto che parlarle in quel modo l’avrebbe fatta sentire vincolata e che forse era inopportuno che la trattassi così, soprattutto perché in quel periodo aveva avuto problemi sentimentali. Questo pensiero mi ha fatta sentire un po’ in colpa nel cuore.
Circa due settimane dopo, Liu Wen è stata eletta leader e nostra collaboratrice. Liu Wen svolgeva i suoi doveri in modo coscienzioso e attento ma, essendo nuova, non afferrava bene i principi dei vari compiti. Durante il suo lavoro sorgevano sempre dei problemi e lei era piuttosto lenta e di scarse capacità lavorative, quindi spesso aveva bisogno del mio aiuto per compensare. Inizialmente, pensavo che avere due sorelle come collaboratrici potesse aiutare a dividerci il carico di lavoro, ma invece di ridurlo ha aumentato il mio fardello. Mi sentivo molto sotto pressione, e svolgere quel dovere era troppo difficile e faticoso. In cuor mio, non potevo fare a meno di provare un certo disprezzo per quelle due sorelle e non volevo parlare molto con loro. Quando mi facevano domande mi spazientivo, e loro si sentivano limitate e non osavano chiedere oltre. Di conseguenza, alcuni compiti sono stati ritardati a causa della loro incapacità di eseguirli. In quel periodo, erano entrambe molto negative, sentivano di non aver ottenuto nulla e di non essere all’altezza dell’assolvimento dei loro doveri, e io continuavo a lamentarmi che non erano efficienti. Ora che avevo delle collaboratrici, mi pareva di essere ancora più stanca di quando non c’erano. Era un lavoro per tre persone, ma alla fine facevo quasi tutto io e mi sentivo molto penalizzata. Se non lo avessi eseguito io, temevo di ritardare il lavoro e di dovermene assumere la responsabilità. Mentre ci pensavo, non ho potuto trattenere le lacrime, come se avessi subito un grave torto. Non sapevo come affrontare quell’ambiente; ogni giorno sospiravo e mi sentivo profondamente angosciata. Pensavo: “Se solo potessi lasciare questa chiesa”, ma poi ho capito che fuggire non era la soluzione al problema. Così mi sono presentata davanti a Dio in preghiera, dicendo: “Dio, so di aver rivelato molte forme di indole corrotta, ma non so da dove cominciare a comprenderle. Ti prego, illuminami e guidami, affinché possa conoscerle”. Nella mia ricerca, ho letto queste parole di Dio: “L’indole innata dell’uomo appartiene all’irruenza. Quando viene arrecato un danno agli interessi, alla vanagloria o all’orgoglio di qualcuno, se questa persona non comprende la verità o non possiede la verità realtà lascerà che sia la sua indole corrotta a dettare il modo di trattare quel danno, e dunque sarà impulsiva e agirà in modo avventato. L’irruenza è ciò che quell’individuo manifesta e rivela. Essere irruenti è una cosa positiva o negativa? È evidente che è una cosa negativa. Per una persona, vivere in modo irruento non è un bene: rischia di provocare disastri. Un individuo che in seguito a un accadimento rivela irruenza e corruzione è qualcuno che ricerca la verità e si sottomette a Dio? Ovviamente è certo che una persona del genere non è sottomessa a Dio. Per quanto riguarda le varie persone, gli eventi, le cose e gli ambienti che Dio predispone per gli individui, se qualcuno non riesce ad accettarli da Dio ma li affronta e li risolve in modo umano, cosa ne risulterà alla fine? (Dio sdegnerà quella persona.) Dio la detesterà, dunque questo sarà edificante per gli esseri umani? (No.) Non solo avranno da perdere nella loro vita personale, ma non saranno di nessuna utilità per gli altri, e per di più umilieranno Dio, che li sdegnerà. Una persona del genere ha perso la sua testimonianza e ovunque si rechi non è benvenuta. Se sei un membro della casa di Dio ma sei sempre irruento nelle tue azioni, manifesti sempre ciò che è naturale in te e riveli sempre la tua indole corrotta, agendo con mezzi umani e secondo un’indole corrotta e satanica, la conseguenza finale sarà compiere il male e opporti a Dio; e se per tutto il tempo rimani impenitente e non sei in grado di percorrere la via del perseguimento della verità, dovrai essere rivelato ed eliminato. Il problema di vivere facendo affidamento su un’indole satanica e non ricercare la verità per risolverlo non è forse grave? Un aspetto del problema è che la persona in questione non cresce e non cambia nella propria vita; per di più influenza negativamente gli altri. Non serve a nulla nella chiesa e, col tempo, porterà grandi problemi alla chiesa e al popolo eletto di Dio, come una mosca puzzolente che svolazza sopra un tavolo da pranzo, provocando disgusto e avversione. Volete essere questo genere di persona? (No.)” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo accettando la verità si può eliminare un’indole corrotta”). Quanto esposto da Dio era la mia situazione attuale. Perché ero sempre infastidita e addirittura manifestavo irruenza e mi scagliavo contro le sorelle mie collaboratrici? Perché non rispondevano alle mie aspettative dopo essere state scelte come leader. Invece di condividere direttamente il carico di lavoro e alleviare la mia pressione, mi richiedevano più energia per condividere con loro e aiutarle ad affrontare le loro manchevolezze nel lavoro. Sentivo che stavano sprecando il mio tempo e provocando disagio alla mia carne, motivo per cui nel mio cuore mi opponevo. Non cercavo la verità e vivevo secondo la mia indole corrotta, disprezzandole, scagliandomi contro di loro e manifestando irruenza. Questo le rendeva negative e le faceva sentire limitate, influenzando il nostro lavoro. Ero davvero priva di umanità!
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Quando si tratta di svolgere alcuni doveri speciali o più impegnativi e faticosi, da un lato le persone devono sempre riflettere su come svolgerli, su quali difficoltà dovrebbero sopportare e su come dovrebbero sostenere i loro doveri e sottomettersi. Dall’altro, devono anche esaminare quali contraffazioni ci siano nelle loro intenzioni e come ostacolino lo svolgimento dei doveri. Gli uomini nascono con un’avversione nei confronti delle difficoltà: non esiste un solo individuo che tragga maggiore entusiasmo o gioia dal fatto di sopportarne un numero maggiore. Tali persone non esistono. È la natura della carne dell’uomo a far sì che una persona si preoccupi e si affligga non appena la sua carne affronta le difficoltà. Ma quante avversità dovete sopportare ora nel dovere che svolgete? Dovete solo sopportare che la vostra carne si senta un po’ stanca e si affatichi un po’. Se non riesci a sopportare nemmeno questa piccola difficoltà, ti si può forse considerare una persona determinata? Si può forse ritenere che credi sinceramente in Dio? (No.) Questo non va bene. […] Sopportare avversità nello svolgimento del proprio dovere non è facile, né è facile svolgere bene un particolare tipo di lavoro. È certo che la verità contenuta nelle parole di Dio è all’opera nelle persone che riescono a fare queste cose. Non significa che esse siano nate senza paura delle difficoltà e della fatica. Dove si potrebbe trovare una persona del genere? Tutti costoro hanno un po’ di motivazione e hanno come fondamento parte della verità delle parole di Dio. Quando accettano i loro doveri, le loro opinioni e i loro punti di vista cambiano: svolgere i loro doveri diventa più facile e sopportare qualche difficoltà della carne e un po’ di fatica comincia ad apparirgli insignificante. Coloro che non comprendono la verità e le cui opinioni sulle cose non sono cambiate vivono secondo idee, nozioni, desideri egoistici e preferenze personali, e perciò sono riluttanti e non disposti a svolgere i loro doveri. Per esempio, quando si tratta di fare un lavoro sporco e faticoso, c’è chi dichiara: ‘Obbedirò alle disposizioni della casa di Dio. Qualunque sia il dovere che la chiesa dispone per me, lo svolgerò, indipendentemente dal fatto che sia sporco o faticoso, importante o trascurabile. Non ho alcuna pretesa e lo accetterò in quanto mio dovere. Questo è l’incarico che Dio mi ha affidato, e un po’ di sporco e di fatica sono le difficoltà che dovrò sopportare’. Di conseguenza, quando sono impegnati nel loro lavoro, non hanno la sensazione di stare sopportando alcuna difficoltà. Per gli altri potrà anche essere sporco e faticoso, ma loro lo trovano semplice, perché hanno un cuore sereno e tranquillo. Lo stanno compiendo per Dio, perciò non lo ritengono difficile. Taluni pensano che svolgere un lavoro sporco, faticoso o mediocre rappresenti un insulto al loro prestigio e al loro carattere. Si sentono come se gli altri non li rispettassero, li maltrattassero o li guardassero dall’alto in basso. Di conseguenza, anche quando si trovano ad affrontare gli stessi compiti e lo stesso carico di lavoro, trovano tutto gravoso. Qualsiasi cosa facciano, covano nel cuore un senso di risentimento e avvertono che le cose non sono come vorrebbero o che sono insoddisfacenti. Interiormente, sono pieni di negatività e opposizione. Perché questi individui sono negativi e oppongono resistenza? Cosa vi è alla radice di ciò? Il più delle volte, il motivo è che svolgendo i loro doveri non ricevono uno stipendio; hanno l’impressione di lavorare gratis. Se ci fossero delle ricompense, troverebbero la cosa accettabile, ma non sanno se le otterranno o meno. Pertanto, costoro ritengono che non valga la pena svolgere i doveri, in quanto ciò equivale a lavorare in cambio di niente, e quindi diventano spesso negativi e oppongono resistenza quando si tratta di svolgere dei doveri. Non è così? In tutta onestà, queste persone non sono disposte a svolgere i propri doveri” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalle parole di Dio, ho capito che coloro che non praticano la verità e tengono conto della carne pensano solo ai propri interessi fisici. Non prendono i loro doveri come responsabilità. Quando fanno di più, hanno la sensazione di perderci, quindi si lamentano e oppongono resistenza. Questo non è fare il proprio dovere. Quanto a me, dato che le sorelle mie collaboratrici erano nuove e incapaci di svolgere autonomamente i loro doveri, e avevano bisogno di più condivisione e assistenza da parte mia, allora ero piena di lamentele, pensando che mi facessero sprecare il mio tempo di riposo. Mi scagliavo contro di loro e manifestavo irruenza, e non volevo parlare con loro né interessarmi del lavoro di cui erano responsabili. Non consideravo mai il lavoro della chiesa come un dovere né pensavo a come aiutare loro ad assumersi presto le loro responsabilità per evitare perdite nel lavoro della chiesa. Non ero nemmeno disposta a parlare di più o a investire più tempo ed energie. Come poteva il mio comportamento considerarsi come un assolvimento fedele dei miei doveri? Una persona con coscienza e ragione non considera gli interessi personali in nessun ambiente. Rimane leale a Dio e svolge bene i propri doveri, indipendentemente da quanto soffra e sia stanca. Io invece pensavo sempre a indulgere nell’agio fisico e nella comodità. Quando le cose si sono fatte un po’ difficili, mi sono sentita offesa, mi è parsa una perdita, e volevo fuggire da quell’ambiente. Tutto questo era causato dalla mia indole corrotta di brama della carne e di egoismo e viltà. Vivevo secondo la mia indole corrotta, danneggiando moltissimo le sorelle mie collaboratrici. Ogni giorno osservavano la mia espressione prima di parlare. A volte avevano chiaramente delle opinioni, ma avevano paura di dire qualcosa di sbagliato, sapendo che avrei potuto reagire con rabbia. Di conseguenza, non riuscivano a compiere i loro doveri come invece avrebbero potuto all’inizio. Questo come si poteva considerare svolgere il mio dovere? Nel concreto era fare del male e causare intralcio! Ora che ci penso, il mio comportamento è stato davvero brutto.
In seguito, ho ricercato il perché bramassi sempre la comodità e considerassi i miei interessi fisici. Ho letto le parole di Dio che dicono: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Dalle parole di Dio, ho capito che stavo vivendo secondo il veleno di Satana: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”. Agivo solo per me stessa, convinta che chiunque non pensasse a sé stesso fosse sciocco. Pertanto, nel fare il mio dovere, tutti i miei pensieri e le mie azioni erano motivati dall’interesse personale. Dopo che He Li se n’è andata, speravo di avere presto qualcuno che condividesse il carico di lavoro per alleggerire il mio fardello, in modo da poter soffrire e stancarmi meno. Vedendo Zhao Xin lenta a familiarizzare col lavoro e incapace di aiutare molto, ho provato sdegno e volevo un’altra collaboratrice. Ma Liu Wen, come leader, non afferrava bene i principi, e il suo lavoro aveva spesso bisogno di revisioni. Ho manifestato irruenza e mi sono scagliata contro di loro, sentendo che non solo non aiutavano a dividere il carico di lavoro, ma rendevano necessario anche che mi impegnassi di più nel condividere con loro. Questo mi lasciava ancora meno tempo per riposare, ed ero molto risentita nei loro confronti. Quando incontravano difficoltà nel loro lavoro, non volevo essere coinvolta, e questo ha portato a problemi irrisolti e a ritardi nel lavoro. Se fossi stata disposta a sacrificarmi di più e ad aiutarle pazientemente, pur finendo per stancarmi fisicamente, se avessimo collaborato, allora il lavoro della chiesa sarebbe potuto procedere senza intoppi. Invece pensavo solo ai miei interessi fisici. Vivendo secondo il veleno di Satana “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, sono diventata sempre più egoista, vile e priva di umanità, arrecando persino ritardi al lavoro. Se non fossi cambiata, alla fine sarei stata respinta e scacciata da Dio! Mi sono presentata davanti a Dio e ho pregato: “Dio, ultimamente ho vissuto secondo il veleno di Satana ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ e questo mi ha resa indicibilmente infelice. Quando non do la colpa agli altri, allora la do a Te. Non voglio continuare a vivere così. Ti prego, guidami a liberarmi dal vincolo dei veleni satanici”.
In seguito, ho riflettuto: “Come dovrei trattare le persone secondo i principi?” Ho pensato a queste parole di Dio: “Prima di tutto, devi comprendere la verità. Una volta compresa la verità, sarà facile per te capire le intenzioni di Dio e conoscerai i principi in base ai quali Dio chiede alle persone di trattare gli altri. Saprai come trattare le persone e sarai in grado di farlo in linea con le intenzioni di Dio. Se non comprendi la verità, di certo non saprai capire le intenzioni di Dio e non tratterai gli altri secondo i principi. Le parole di Dio mostrano o suggeriscono chiaramente come devi trattare gli altri; l’atteggiamento con cui Egli tratta l’umanità è quello che gli uomini dovrebbero adottare l’uno verso l’altro. In che modo Dio tratta ogni singola persona? Alcune sono di statura acerba o sono giovani, o credono in Dio solo da poco tempo, oppure non sono cattive per natura essenza, né maligne, ma solo un po’ ignoranti o mancano di levatura. Oppure sono soggette a troppe limitazioni e devono ancora comprendere la verità, devono ancora avere accesso alla vita, perciò è difficile per loro astenersi dal fare cose stupide o dal commettere atti di ignoranza. Ma Dio non Si fissa sulla stupidità passeggera delle persone; Egli guarda solo ai loro cuori. Se sono determinate a perseguire la verità, allora sono corrette, e se questo è il loro obiettivo, allora Dio le osserva, le aspetta e concede loro tempo e opportunità che consentono loro l’ingresso. Dio non le depennerà per una singola trasgressione. Alle persone succede spesso di compierne, ma Dio non le tratta mai così. Se Dio non tratta le persone in quel modo, allora perché le persone trattano gli altri così? Ciò non dimostra forse la loro indole corrotta? Questa è esattamente la loro indole corrotta. Devi guardare come Dio tratta gli ignoranti e gli stolti, coloro che hanno una statura acerba, le normali rivelazioni dell’indole corrotta dell’umanità e coloro che sono malevoli. Dio tratta le diverse persone in modi differenti e ha anche vari modi di gestire le loro innumerevoli condizioni. Devi comprendere queste verità. Una volta capite queste verità, allora saprai come sperimentare le questioni e come trattare le persone secondo principio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per guadagnare la verità, si deve imparare dalle persone, dagli eventi e dalle cose vicini”). Dalle Sue parole, ho capito che Dio ha dei principi nel trattare con le persone. È tollerante e paziente con chi ha scarsa statura, e gli dà l’opportunità di crescere. Io invece non consideravo le reali difficoltà che le altre affrontavano e avevo aspettative troppo alte. Zhao Xin era più grande e nuova in quel lavoro, quindi era normale che all’inizio non avesse familiarità con esso. Invece di comprendere le sue difficoltà e di fornirle sostegno amorevole, ho preteso che si assumesse immediatamente il lavoro, visto che stava svolgendo il suo dovere. Liu Wen era lenta e tendeva a confondersi quando c’era molto lavoro, ma era salda e seria nell’assolvere i suoi doveri e sapeva gestire dei compiti reali. Ma io non le ho aiutate a familiarizzare rapidamente con il lavoro e avevo aspettative troppo alte. Quando non riuscivano a soddisfare queste aspettative, mostravo loro insoddisfazione, facendole sentire limitate. Se penso a quando ho svolto per la prima volta i miei doveri come leader, all’epoca non sapevo nulla. È stato grazie all’aiuto costante di fratelli e sorelle che ho afferrato alcuni principi. E invece allora pretendevo troppo dalle sorelle mie collaboratrici, rendendo loro le cose difficili. Ero davvero priva di umanità! Questo pensiero mi ha colmata di vergogna.
In seguito, ricercando, ho letto queste parole di Dio: “Nell’interagire tra loro, fratelli e sorelle devono attenersi a dei principi. Non concentrarti sempre sulle colpe degli altri, devi invece riflettere spesso su te stesso, e poi ammettere in modo propositivo davanti agli altri ciò che hai fatto e che ha causato loro un’interferenza o un danno, e impara ad aprirti e a fare comunione. In questo modo, puoi ottenere la comprensione reciproca. Inoltre, a prescindere da ciò che ti accade, dovresti valutare le cose in base alle parole di Dio. Se le persone sono in grado di comprendere i principi della verità e di trovare un percorso di pratica, diventeranno un unico cuore e un’unica mente, il rapporto tra i fratelli e le sorelle sarà normale, non saranno indifferenti, freddi e spietati come i non credenti, e quindi si libereranno della loro mentalità di sospetto e diffidenza reciproci. Fratelli e sorelle diventeranno più intimi tra loro; saranno in grado di sostenersi e di amarsi l’un l’altro; avranno cuori colmi di benevolenza e saranno capaci di tolleranza e compassione reciproca, e si sosterranno e aiuteranno a vicenda invece di allontanarsi l’un l’altro, di essere invidiosi l’uno dell’altro, di paragonarsi reciprocamente, di competere e di sfidarsi a vicenda in segreto. […] Quando le persone vivono secondo la loro indole corrotta, risulta loro molto arduo essere in pace dinanzi a Dio; per loro è molto difficile mettere in pratica la verità e vivere secondo le parole di Dio. Per vivere dinanzi a Dio, devi innanzitutto imparare a riflettere su te stesso e a conoscerti, a pregare veramente Dio, e poi devi imparare ad andare d’accordo con i fratelli e le sorelle. Dovete essere tolleranti l’uno con l’altro, indulgenti l’uno con l’altro, essere in grado di vedere cosa c’è di eccezionale negli altri, quali sono i loro meriti e punti di forza, e dovete imparare ad accettare le opinioni degli altri e ciò che è giusto” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio ci dicono chiaramente che nelle nostre interazioni con i fratelli e le sorelle non dovremmo sempre concentrarci sulle loro manchevolezze, bensì vederne i punti di forza e i meriti. Occorre tolleranza reciproca e ognuno deve compensare le debolezze altrui con i propri punti di forza. Zhao Xin era più brava a condividere sulla verità per risolvere i problemi; a volte, quando non riuscivo a vedere con chiarezza i problemi di fratelli e sorelle, lei sapeva trovare le parole di Dio più pertinenti per condividere e risolverli. Mentre Liu Wen, sebbene fosse lenta, rifletteva attentamente sui problemi e svolgeva i suoi doveri in modo serio e responsabile. Quando avevo molto lavoro, tendevo a essere superficiale, ma Liu Wen di tanto in tanto mi richiamava, cosa che mi era d’aiuto e compensava le mie mancanze. Lavorando tutte e tre insieme in armonia e compensando ognuna le debolezze dell’altra con i propri punti di forza, avremmo sicuramente fatto progredire il nostro lavoro. In seguito, mi sono aperta con loro riguardo al mio stato e abbiamo evidenziato ognuna i problemi dell’altra. Attraverso la condivisione, abbiamo trovato il percorso e la direzione per collaborare, e io mi sono sentita particolarmente a mio agio nel cuore. Vedere che l’ambiente disposto da Dio è stato benefico per la mia crescita nella vita mi ha fatto provare estrema gratitudine per Dio.