Il secondo aspetto del significato dell’incarnazione
Qual è il significato dell’ordinarietà e della normalità di Dio incarnato? Sono solo cose che esistono perché Egli possa operare? Servono a dimostrare che Egli è Cristo? Alcuni dicono: “Dio incarnato deve essere sicuramente fatto di carne ordinaria e normale”. Significa solo questo? Dicendo “se Egli è Cristo, allora deve essere sicuramente fatto di carne ordinaria e normale”, non si delimita forse Dio? Che cosa si intende con “sicuramente”? Alcuni dicono: “Il fine è esprimere le parole di Dio, in modo che l’uomo possa facilmente entrare in contatto con Lui”. È questo l’unico scopo? Valutando la questione in termini di essenza di Cristo, l’essenza di Cristo è Dio Stesso, pienamente e completamente. Tutto ciò che Dio fa ha un significato. Un corpo di carne appositamente creato, che ha un aspetto appositamente creato, una famiglia appositamente creata, un ambiente di vita appositamente creato: tutte queste cose che Dio fa hanno un significato. Alcuni chiedono: “Come mai non riesco a capire il grande significato del fatto che Dio Si rivesta di carne ordinaria e normale? La Sua carne non è forse solo un involucro esterno? Una volta che Dio avrà terminato la Sua opera, questo involucro esterno non diventerà inutile?” Secondo la loro immaginazione e la loro consapevolezza, le persone pensano che l’involucro esterno di questa carne ordinaria e normale non abbia una grande utilità, che non serva a molto nell’opera di Dio o nel Suo piano di gestione, e che esista solamente per portare a termine questa fase dell’opera. La gente crede che questo involucro esista perché si possa entrare facilmente in contatto con Lui e ascoltare le Sue parole, per poterLo vedere e percepire, e che non abbia altri scopi. In passato, questa era la comprensione che avevano le persone del significato dell’incarnazione. Ma in realtà, durante l’opera della carne ordinaria e normale e durante il tempo dell’incarnazione, oltre a farSi carico della Propria opera Egli intraprende anche un lavoro che nessuno ha ancora considerato. Di che tipo di lavoro si tratta? Oltre a svolgere l’opera di Dio Stesso, Egli viene anche a sperimentare la sofferenza dell’uomo. In passato, le persone non ne erano consapevoli.
In precedenza, le persone non comprendevano perché Dio incarnato Si ammala sempre o a cosa serve questa sofferenza. Alcuni dicevano: “Dio è umile e nascosto, Dio subisce questa sofferenza per salvare l’uomo, Dio ama l’uomo!” Questa è la spiegazione confusa che danno. È assolutamente necessario che Egli subisca queste cose per salvare l’umanità? Se Dio incarnato non Si sottoponesse a questa sofferenza, potrebbe Dio Stesso salvare l’uomo? Sì, potrebbe farlo. Alcuni dicono: “Nell’Età della Grazia basta pregare Dio e qualsiasi malattia può essere curata non appena si manifesta. Non abbiamo mai preso medicine, e alcuni hanno pregato e addirittura sono guariti dal cancro. Allora perché Dio incarnato è continuamente tormentato dalla malattia? Perché non gode mai di buona salute? Perché Dio incarnato non ha ottenuto la stessa grazia dell’uomo?” Questo è sempre stato un mistero per l’umanità. È un nodo nel cuore dell’uomo, eppure le persone non trattano la questione con molta serietà. Al contrario, forniscono spiegazioni confuse, dicendo che Dio ama l’uomo, che Dio soffre per l’umanità. Ancora oggi, non lo capiscono correttamente. Sperimentare la sofferenza del mondo è una responsabilità di Dio incarnato. A cosa serve sperimentare la sofferenza del mondo? Questa è un’altra questione. Dio viene a sperimentare la sofferenza del mondo, cosa che lo Spirito non può assolutamente fare. Solo Dio incarnato, che è totalmente fatto di carne ordinaria e normale e Si è fatto interamente uomo, può sperimentare completamente la sofferenza del mondo. Se fosse lo Spirito a compiere quest’opera, non sarebbe assolutamente in grado di sperimentare alcuna sofferenza. Potrebbe solo vedere e comprendere. Vedere, comprendere e sperimentare sono la stessa cosa? No, non lo sono. In passato, Dio ha detto: “Conosco il vuoto del mondo e le avversità che esistono nella vita dell’uomo. Ho camminato in diversi luoghi del mondo e ho visto la rovina più assoluta. Ho visto le avversità, la miseria e il vuoto nella vita degli uomini”. Ma, per quanto riguarda la domanda se Egli ne abbia fatta esperienza, la questione è completamente diversa. Consideriamo, per esempio, una famiglia che fatica a tirare avanti. Tu lo vedi accadere e ne hai una certa comprensione, ma hai vissuto in prima persona la stessa situazione? Hai vissuto le difficoltà e le sofferenze di quella famiglia, provato gli stessi sentimenti o fatto la stessa esperienza? No. In altre parole, vedere e sperimentare sono due cose diverse. Si può affermare che questa cosa, quest’opera, deve essere compiuta necessariamente da Dio incarnato. In tali questioni lo Spirito non può assolutamente nulla. Questo è un altro aspetto del significato dell’incarnazione: Dio viene a sperimentare la sofferenza del mondo e la sofferenza dell’uomo. Quale sofferenza sperimenta? Sperimenta le difficoltà che esistono nella vita umana, le disgrazie familiari, gli inganni, l’abbandono e la persecuzione perpetrati dagli uomini, così come le malattie del corpo: tutto ciò rientra nella sofferenza del mondo. Le afflizioni della malattia, gli attacchi delle persone, degli eventi e delle cose circostanti, le disgrazie familiari, l’abbandono, le bestemmie, le calunnie, l’opposizione, la ribellione, gli insulti e le incomprensioni da parte della gente, e così via: Dio incarnato sperimenta tutto questo come un attacco, così come è un attacco anche per coloro che lo subiscono. Che si tratti di persone eccelse, straordinarie o di larghe vedute, questa sofferenza, queste cose, sono un attacco nei loro confronti. Dio subisce la persecuzione da parte del mondo, non ha dove posare il capo, non ha un posto dove stare, non ha un confidente… Tutte queste cose sono dolorose e, se anche non costituiscono la massima sofferenza possibile, Egli le sperimenta comunque tutte. Alcuni si chiedevano: “Dio non può estirpare queste malattie dall’opera del Dio incarnato? Per permetterGli di svolgere la Sua opera con facilità e per impedire alle persone di opporGlisi o ribellarGlisi, non potrebbe farlo? Se punisse le persone, esse non oserebbero opporGlisi. Dio ha l’autorità, quindi perché dovrebbe permettere a Sé Stesso di ammalarSi? Se qualcuno ha una malattia, basta che preghi e verrà guarito, ma allora perché Dio Stesso Si ammala?” Lo fa per sperimentare la sofferenza del mondo. Dalla carne che assume come incarnazione, Egli non elimina le avversità né le afflizioni delle malattie, e neppure gli abbandoni subiti per mano dell’uomo. Semplicemente, Egli cresce e opera in modo naturale in questo ambiente ostile, così da sperimentare la sofferenza del mondo. Se non esistesse nulla di tutto ciò, Egli non assaporerebbe questa sofferenza. Se non fosse afflitto da malattie, o se non soffrisse dei disturbi che affliggono le persone normali, la Sua sofferenza non sarebbe forse minore? Si potrebbe disporre in modo che, a differenza degli altri, Egli non soffrisse mai di mal di testa né provasse stanchezza dopo aver pensato troppo? Sì, si potrebbe; ma questa volta le cose vengono fatte in modo diverso. Nell’età in cui ha operato, Gesù è riuscito a restare senza cibo né acqua per 40 giorni e 40 notti e non avvertire la fame. Nell’età attuale, invece, Dio incarnato Si sente affamato anche se salta un solo pasto. Alcuni dicono: “Dio non è forse onnipotente? Per come la vedo io, non lo è. Non è nemmeno capace di una cosa tanto insignificante come questa. Dal modo in cui parla ci rendiamo conto che è Dio, quindi perché non è in grado di fare queste cose?” Non è che Dio non ne sia in grado, quanto piuttosto che non le fa in questo modo. Lo scopo della Sua incarnazione non è fare ciò che la gente ritiene che Dio sia capace di fare. Egli sperimenta la sofferenza del mondo e questo ha un significato. Altri chiedono: “A che scopo, Dio, sperimenti la sofferenza del mondo? Puoi soffrire al posto dell’uomo? La gente non sta forse soffrendo ancora adesso?” Nulla di ciò che Dio fa è casuale. Egli non Se ne va una volta che ha patito le sofferenze del mondo, una volta che ha guardato e visto com’è il mondo. Al contrario, Egli viene per portare a termine fino in fondo tutta l’opera richiesta dalla Sua incarnazione. Alcuni pensano che Dio sia troppo abituato a godere di una vita comoda e confortevole, che voglia soffrire solo un minimo, che viva nella beatitudine e non conosca il sapore della sofferenza, e che perciò voglia soltanto assaporarla. Tutto questo è solo un prodotto dell’immaginazione della gente. Sperimentare ora la sofferenza del mondo è qualcosa che si può fare solo durante il periodo dell’incarnazione. Se l’opera di Dio incarnato è già stata completata del tutto e la fase successiva dell’opera è già iniziata, allora non ci dovrebbe essere più alcuna “esperienza della sofferenza del mondo”. Quindi, per quale motivo esattamente Dio sperimenta la sofferenza del mondo? Qualcuno lo sa? È stato profetizzato che l’uomo sarà libero dalle lacrime, dal pianto e dalla sofferenza e che nel mondo non ci saranno più malattie. Ora Dio incarnato sta sperimentando questa sofferenza e, quando avrà finito, condurrà l’umanità alla meravigliosa destinazione e tutte le sofferenze passate non esisteranno più. Perché non esisteranno più? Perché Dio Stesso incarnato avrà ormai sperimentato tutta questa sofferenza e l’avrà tolta all’umanità. È per questo scopo che Dio sperimenta la sofferenza dell’uomo.
Dio incarnato sperimenta la sofferenza del mondo per preparare meglio la destinazione futura dell’uomo, per renderla più bella e perfetta. Questo è l’aspetto più importante dell’incarnazione ed è una parte dell’opera dell’incarnazione. C’è poi un’altra questione. FacendoSi carne e sperimentando questa sofferenza, Dio in seguito toglierà questa sofferenza all’umanità. Ma se non avvenisse alcuna incarnazione ed Egli non facesse quest’esperienza, tale sofferenza potrebbe essere rimossa? Sì, potrebbe lo stesso essere rimossa. Nell’Età della Grazia, quando è stato crocifisso, Gesù era un uomo giusto che ha assunto le sembianze della carne peccaminosa e Si è fatto sacrificio espiatorio, redimendo così l’intera umanità e liberandola dal potere di Satana. Erano questi lo scopo e il significato della crocifissione di Gesù: con il Proprio sangue prezioso, Egli stava redimendo gli uomini in modo che i loro peccati fossero perdonati. Ora Dio sperimenta la sofferenza umana, il che significa che la sperimenta al posto dell’uomo e che, dopo, l’uomo non dovrà più soffrire. Non devi mai dimenticare che, in ogni fase della Sua opera, Dio è in guerra contro Satana, e che ogni fase della Sua opera è in qualche modo correlata a questa guerra. Nella fase dell’opera svolta durante l’Età della Grazia, tutti gli uomini hanno avuto i loro peccati perdonati e sono stati redenti attraverso la crocifissione. Se questo fatto della crocifissione non fosse avvenuto e, invece, il perdono dei peccati dell’uomo si fosse basato solo sulle parole, allora Satana non sarebbe stato persuaso e avrebbe detto: “Tu non hai patito alcuna sofferenza e non Ti sei fatto carico dei peccati dell’uomo. Con una sola parola vengono perdonati i peccati dell’umanità? Questo è inaccettabile! Tu hai creato l’umanità, quindi se Tu non Ti fai carico dei peccati degli uomini al posto loro non puoi perdonare i loro peccati”. Ora, nell’attuale fase dell’opera, tutte le persone salvate devono essere condotte alla meravigliosa destinazione, all’età successiva. L’umanità non deve più soffrire, non deve più essere afflitta da malattie. Ma su quale base l’uomo non dovrà più essere afflitto da malattie? Su quale base non ci sarà più sofferenza nel mondo? È ragionevole affermare che, poiché gli uomini hanno un’indole corrotta e sono capaci di opporsi a Dio, devono subire questa sofferenza. Come si può risolvere questo problema? Quindi, anche questa volta Dio incarnato fa qualcosa di molto significativo, ossia prende il posto degli uomini e patisce tutto il loro dolore. Questa “esperienza” di Dio che Si fa carne e sperimenta il dolore umano consiste nel fatto che Egli soffre al posto degli uomini. Alcuni dicono: “Ora che Dio soffre al posto degli uomini, perché allora noi soffriamo ancora?” Al momento stai sperimentando l’opera di Dio. Non sei ancora stato perfezionato del tutto, non sei ancora entrato completamente nell’età successiva, e la tua indole è ancora corrotta. L’opera di Dio non ha ancora raggiunto la sua apoteosi ed è tuttora in corso. Quindi, non ci si deve lamentare della propria sofferenza; Dio incarnato sta ancora soffrendo, figuriamoci l’uomo. Il fatto che Dio sperimenti la sofferenza umana non è forse ricco di significato? Dio incarnato non è venuto per compiere piccole porzioni dell’opera e poi andarSene. Le persone hanno una comprensione troppo superficiale: credono che Dio incarnato sia venuto per compiere l’opera di Dio Stesso, che questa carne sia venuta solo per esprimere la parola di Dio e operare per Suo conto. Alcuni pensano addirittura che questa carne sia solamente una forma esteriore, ma questa è una visione completamente sbagliata ed è una pura bestemmia contro Dio incarnato. L’opera della carne significa che Dio Stesso è venuto e Si è fatto carne per sperimentare la sofferenza umana; significa che Dio Si è fatto uomo per sperimentare la sofferenza umana. È corretto credere che la forma esteriore della carne di Dio sia venuta per sperimentare questa sofferenza e che il Suo Spirito non stia soffrendo interiormente? Lo Spirito di Dio soffre come soffre la carne. Quando Gesù stava per essere crocifisso, ha pregato: “Padre Mio, se è possibile, passi oltre da Me questo calice! Ma pure, non come voglio Io, ma come Tu vuoi” (Matteo 26:39). Lo desiderava perché, così come soffriva la Sua carne, anche il Suo Spirito soffriva nella carne. Se affermi che a soffrire è solo l’involucro esteriore della carne, che Dio nella Sua divinità non soffre affatto e non subisce alcun tormento, allora ti sbagli. Se questa è la tua comprensione, ciò dimostra che non hai visto l’aspetto dell’essenza di Dio incarnato. Perché si dice che Dio è ora materializzato in un corpo di carne? Egli potrebbe andare e tornare quando vuole, ma non lo fa. Si è fatto uomo per subire questa sofferenza reale, tangibile, in modo che la gente possa vederlo e percepirlo accadere. Egli può sentire la sofferenza che subisce, la sperimenta personalmente. Non c’è una sola volta in cui la Sua carne senta una parte di sofferenza o di tormento che il Suo Spirito non senta: la Sua carne e il Suo Spirito sono un tutt’uno nel percepire e nel sopportare la sofferenza. Questo è facile da capire? Non lo è. Non lo è perché l’uomo vede solo la carne e non può vedere che lo Spirito soffre proprio come la carne. Credi nel fatto che, quando qualcuno soffre, soffre anche la sua anima? Perché le persone dicono di provare questo o quel sentimento nel profondo del cuore? Perché la carne e lo spirito dell’uomo sono una cosa sola. Lo spirito e la carne di ogni persona sono un tutt’uno, soffrono allo stesso modo e provano gioia allo stesso modo. Non c’è persona che, quando patisce un autentico dolore, lo percepisca solo nella carne anche se il suo cuore gioisce; né alcuno dichiarerebbe che la sua carne non soffre affatto nonostante stia soffrendo il suo cuore. Le cose che suscitano sentimenti o dolore nel cuore, o le cose che possono essere sperimentate nel cuore, le può percepire anche la carne.
Dio incarnato è venuto a compiere la Sua opera, ossia sperimentare la sofferenza del mondo, per farSi carico di tutto il dolore dell’uomo. Una volta che ha sopportato questa sofferenza fino alla fine, tale opera non ha bisogno di essere ripetuta nella fase successiva. Al contrario, l’umanità può essere condotta alla meravigliosa destinazione. Poiché Egli ha patito questo dolore al posto dell’uomo, è quindi qualificato per condurre l’uomo alla meravigliosa destinazione: questo è il Suo piano. Alcune persone assurde dicono: “Perché non ho visto Dio incarnato subire tutte queste sofferenze? Non le ha sopportate tutte nella loro totalità. Dovrebbe sopportare ogni tipo di sofferenza e come minimo patire la crocifissione”. Il dolore della crocifissione è già stato sopportato in passato e non è necessario che sia subìto di nuovo. Inoltre, la gente non deve dire cose di questo tipo. Dio incarnato non ha forse sofferto molto in questi anni? Solo le persone assurde la pensano così. Nell’ambito delle sofferenze che possono essere sopportate da Dio incarnato, praticamente potrebbero colpirLo tutte quelle che affliggono l’umanità. Per quanto riguarda quelle eccessive, quelle che un solo uomo su mille può sopportare, Dio non ha bisogno di patirle, poiché tutte le Sue sofferenze sono già state esaustive. Dio può sperimentare questo tipo di sofferenza e ciò dimostra che non è diverso dalle persone normali, che non c’è distinzione né separazione tra Lui e le persone, e che Egli soffre proprio come gli uomini. Quando soffrono gli uomini, soffre anche Dio. Di tanto in tanto, le persone si ammalano e soffrono, e Dio lo sperimenta personalmente, ha assaporato tutta questa sofferenza. Questa volta, la sofferenza di Dio incarnato è diversa dalla precedente, di quando ha dovuto subire la morte sulla croce. Quella non è necessaria, poiché è già stata sperimentata. Questa volta si tratta soltanto di sperimentare la sofferenza umana e di farSi carico della sofferenza dell’uomo. In passato, Jahvè operava come Spirito, e da questo l’uomo poteva guadagnare alcune cose. L’opera di Dio incarnato, invece, può essere vista e percepita dalle persone, il che la rende per loro più conveniente e accessibile rispetto a quella dello Spirito. Questo è un aspetto. L’altro aspetto è che Dio incarnato può sperimentare la sofferenza del mondo. Questo non può assolutamente essere realizzato dall’opera dello Spirito; inevitabilmente, può essere realizzato solo dall’incarnazione. Se fosse lo Spirito a operare, lo Spirito direbbe ciò che deve dire e poi Se ne andrebbe. Anche quando è a contatto con le persone, lo Spirito non può comunque sperimentare la sofferenza del mondo. Qualcuno potrebbe aver voglia di chiedere: “Se Dio incarnato soffre, non soffre anche lo Spirito? Lo Spirito non può forse farne esperienza?” Non è assurda anche questa idea? Lo Spirito può sperimentare la sofferenza solo dopo esserSi rivestito di carne. Lo Spirito e la carne sono indivisibili; anche lo Spirito sperimenta la sofferenza della carne. Se lo Spirito non Si rivestisse di carne, non sarebbe in grado di fare questa esperienza. La carne percepisce la sofferenza in modo molto più dettagliato, reale e concreto. Questo lo Spirito non può farlo. Ci sono cose nel mondo fisico che l’opera dello Spirito non può sostituire. Questo è il significato più completo in assoluto dell’incarnazione.
Si è già detto che Cristo non ha preso parte alla felicità familiare del mondo. Alcuni dicono: “Cristo è stato accolto bene ovunque sia andato. Alcune persone Gli compravano persino delle belle cose, ed era dovunque molto apprezzato. Deve aver trovato tali cose piuttosto piacevoli e non ha sofferto poi molto, quindi come si può dichiarare che non vi abbia preso parte?” Cosa dire di questa affermazione? Affermare che non vi abbia preso parte non significa che non ha goduto di queste cose, quanto piuttosto che la Sua sofferenza non è affatto diminuita grazie a esse. Questo è ciò che si intende con “non vi ha preso parte”. Per esempio, supponiamo che tu abbia contratto una malattia e qualcuno ti regali dei bei vestiti. La sofferenza dovuta alla tua malattia ne verrebbe forse alleviata? No. Niente affatto. Devi comunque subire la sofferenza che ti spetta, e questo è ciò che si intende con “non prendervi parte”. Per esempio, la sofferenza che deriva da una malattia o dalle limitazioni del proprio ambiente non può essere alleviata dai piaceri del corpo, e Cristo non ha accettato queste cose per il Suo divertimento. Per questo si dice: “Non vi ha preso parte”. Alcune persone assurde pensano: “Se Dio non prende parte alla felicità familiare del mondo, allora non importa come Lo accogliamo, perché Egli soffrirà indipendentemente da ciò che facciamo”. Questo modo di intendere è profondamente assurdo e dimostra che c’è malignità nel loro cuore. Le persone devono utilizzare il cuore e svolgere i loro doveri al meglio delle loro possibilità. Poi ci sono quelli che la intendono così: “Dio godeva di una beatitudine assoluta e ora è venuto a provare qualcosa di diverso: la sofferenza del mondo”. È forse così semplice? Devi capire perché Dio viene a sperimentare la sofferenza del mondo. Il significato di tutto ciò che Dio fa ha una profondità notevole. Considera, per esempio, la crocifissione di Gesù. Perché Gesù ha dovuto essere crocifisso? Non è stato forse per redimere tutta l’umanità? Allo stesso modo, anche l’attuale incarnazione di Dio e la Sua esperienza della sofferenza del mondo sono di estremo significato: il loro scopo è la meravigliosa destinazione dell’umanità. Nel compiere la Sua opera, Dio fa esattamente le cose più concrete in assoluto. Perché Dio vede l’uomo come privo di peccato e l’uomo può godere della fortuna di presentarsi davanti a Dio? La ragione è che Gesù è stato inchiodato alla croce, Si è fatto carico dei peccati degli uomini e ha redento l’umanità. Perché, dunque, l’umanità non soffrirà più, non proverà più dolore, non verserà più lacrime e non sospirerà più? Perché l’attuale incarnazione di Dio Si è fatta carico di tutta questa sofferenza, che sta ora sopportando per conto dell’uomo. È come una madre che vede il suo bambino ammalarsi e prega il Cielo, disposta a vivere meno se ciò volesse dire che suo figlio può essere curato. Anche Dio opera in questo modo, offrendo il Suo dolore in cambio della meravigliosa destinazione che seguirà per l’umanità. Non ci saranno più dolore né lacrime, né sospiri né sofferenza. Dio paga il prezzo, il costo, di sperimentare personalmente la sofferenza del mondo in cambio della meravigliosa destinazione che seguirà per l’umanità. Dire che lo fa “in cambio” di questa meravigliosa destinazione non significa che Dio non abbia il potere o l’autorità di concedere agli uomini una meravigliosa destinazione, quanto piuttosto che Egli desidera trovare una prova più concreta e potente per persuadere completamente le persone. Dio ha ormai sperimentato questa sofferenza, quindi ha i requisiti, il potere e ancor più l’autorità per condurre l’umanità alla sua meravigliosa destinazione, per farle dono di questa meravigliosa destinazione e promessa. Satana verrà persuaso fino in fondo, così come tutte le creature dell’universo. Alla fine, Dio permetterà all’uomo di ricevere la Sua promessa e il Suo amore. Tutto ciò che Dio fa è concreto, nulla di ciò che fa è vacuo, e di ogni cosa Egli fa esperienza personalmente. Dio paga il prezzo della Sua esperienza della sofferenza in cambio di una destinazione per l’umanità. Questa non è forse un’opera concreta? I genitori potrebbero pagare un caro prezzo per il bene dei figli, e questo dimostra l’amore che nutrono per loro. Così facendo, Dio incarnato è naturalmente davvero genuino e fedele nei confronti dell’umanità. L’essenza di Dio è fedele; Egli fa ciò che dice, e qualunque cosa faccia ha successo. Ogni cosa che Dio fa per gli uomini è genuina. Egli non Si limita a pronunciare parole: quando dice che pagherà un prezzo, lo paga davvero. Quando dice che Si farà carico della sofferenza dell’uomo e soffrirà al suo posto, Egli viene davvero a vivere tra la gente, subendo tali sofferenze e facendone esperienza personalmente. Dopo di che, ogni cosa nell’universo riconoscerà che tutto ciò che Dio fa è corretto e giusto, che tutto ciò che fa è realistico: questa è una prova potente. Inoltre, l’umanità avrà in futuro una splendida destinazione, e tutti coloro che rimarranno loderanno Dio, encomieranno il fatto che le Sue azioni sono state davvero compiute a motivo del Suo amore nei confronti dell’umanità. Dio viene fra gli uomini con umiltà, in veste di persona normale. Non Si limita a compiere una certa opera, a pronunciare alcune parole e poi ad andarSene; invece, Egli davvero parla e opera mentre sperimenta il dolore del mondo. Se ne andrà solo quando avrà terminato di sperimentare tale dolore. Ecco quanto l’opera di Dio è reale e concreta; tutti coloro che rimarranno Lo loderanno per questo e vedranno la Sua fedeltà nei confronti dell’uomo e la Sua benevolenza. L’essenza di bellezza e bontà di Dio si può vedere nel significato della Sua incarnazione. Ogni cosa che Egli fa è sincera, ogni cosa che dice è genuina e fedele. Tutto ciò che Egli intende compiere lo compie davvero; quando c’è un prezzo da pagare, Egli lo paga veramente; non Si limita a pronunciare parole. Dio è un Dio giusto; Dio è un Dio fedele.
Primavera 1997