Le parole di Dio operano miracoli nella vita
Mia madre è morta quando io ero bambina, e così fin da una tenera età ho dovuto sopportare il pesante fardello delle responsabilità domestiche. Quando mi sono sposata, le responsabilità si sono fatte tanto gravose che sotto quel peso a malapena riuscivo a respirare. Avendone abbastanza delle difficoltà e delle sofferenze della vita, col tempo sono diventata depressa e abbattuta, taciturna e riservata, e buttavo via un giorno dopo l’altro. Nel 2002, quando alcuni fratelli e sorelle hanno condiviso con me il Vangelo di Dio Onnipotente negli ultimi giorni, l’ho accolto con gioia e poi ho condotto anche mio marito e i miei figli al cospetto di Dio. Da allora in poi fratelli e sorelle sono venuti spesso a casa nostra per le riunioni in cui condividevamo la parola di Dio, cantavamo, danzavamo e lodavamo Dio; da tutto questo traevo una gioia incredibile e non mi sentivo più depressa né preoccupata. I miei figli dicevano che sembravo sempre più giovane e allegra. Spesso leggevamo assieme, tutta la famiglia, le parole di Dio e attraverso tali parole giungevamo a capire molte verità, nonché la volontà impellente di Dio di salvare l’umanità. Me ne andavo in giro dappertutto a diffondere il Vangelo e a testimoniare Dio per ripagare il Suo amore e consentire a quanti, come me, avevano subìto il tormento di Satana, di presentarsi al cospetto di Dio ed essere da Lui salvati quanto prima. Non avrei mai immaginato che per questo motivo sarei diventata un bersaglio della crudele persecuzione del governo del Partito Comunista Cinese.
Il 23 novembre 2005, verso le 19, mentre ero in riunione con due sorelle, all’improvviso ho udito un violento picchiare alla porta e, capendo che potesse essere la polizia, mi sono affrettata a raccogliere tutti i libri delle parole di Dio. Proprio come mi aspettavo, subito dopo la porta d’ingresso è stata sfondata; cinque agenti di polizia hanno fatto irruzione e ci hanno circondate. Il capo ha urlato: “Non ci sono vie di fuga! Perquisite la casa!” In un attimo, tutto il contenuto dell’abitazione è stato messo sottosopra, in un caos terribile. Poi ci hanno sequestrato tutte le borse e un libro di inni e ci hanno quindi ammanettate e scortate al posto di polizia. Io ero spaventatissima di fronte a questa manifestazione di forza e disperatamente invocavo Dio perché mi proteggesse. In quel momento mi è venuto in mente un brano delle parole di Dio: “Sai che ogni cosa nell’ambiente che ti circonda è lì perché Io l’ho permesso, Io l’ho disposto. Vedi con chiarezza e appaga il Mio cuore nell’ambiente che ti ho dato. Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro scudo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 26”). Le parole di Dio mi hanno trasmesso una forza e una fede immense, mi hanno liberata della timidezza e mi hanno infuso compostezza e solidità. Proprio così! Tutti gli avvenimenti e tutte le cose sono nelle mani di Dio, e anche la polizia rientra nella portata e nelle orchestrazioni di Dio. Contando sul Suo forte sostegno, non avevo nulla da temere. Dovevo soltanto concentrarmi sulla ricerca della volontà di Dio e affidarmi a Lui, per rimanere salda nella testimonianza in qualsiasi situazione mi fossi trovata.
Al posto di polizia, dieci agenti dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza municipale e del locale posto di polizia si sono alternati nell’interrogarci a due per volta. Ci hanno chiesto i nostri nomi e indirizzi e chi fossero i capi della nostra Chiesa. Poiché non fornivamo risposte, dalla frustrazione sono passati alla collera e ci hanno ammanettate a panche di ferro per la tortura. Vedere l’aria feroce sul volto di quei poliziotti mi ha infuso nel cuore un po’ di paura; mi domandavo che genere di tattica malvagia avrebbero usato su di noi e non ero sicura di poter reggere. Vedendo che non parlavo, un agente mi ha detto con tono mellifluo: “Si sta facendo tardi. Se ci dici il nome e l’indirizzo, ti mandiamo subito a casa”. Avevo la mente lucida perché avevo la protezione di Dio e ho pensato: “Questo è uno dei trucchi di Satana. Se do loro nome e indirizzo, di sicuro vanno a perquisirmi la casa, e questo sarebbe un danno enorme per la Chiesa”. Perciò, comunque mi avessero interrogata quei terribili poliziotti, non avrei rivelato niente, ma avrei solo pregato Dio di indicarmi le parole giuste da dire. Il giorno dopo sono tornati a pormi le stesse domande e di nuovo non ho detto nulla. Quella sera è entrata una poliziotta con un abbigliamento piuttosto sconveniente, mi ha fissata e mi ha domandato con ferocia: “Come ti chiami? Dove abiti?” Non le ho risposto e così mi ha urlato con rabbia: “Voialtri mangiate a sazietà e andate in giro senza far niente e non vi preoccupate di andare a guadagnare dei soldi. Perché diavolo volete credere in un Dio?” Al che mi si è avvicinata a grandi passi e ha preso a scalciarmi le gambe e i piedi con le scarpe col tacco alto mentre urlava: “In culo la vostra fede! Se non mi dai una risposta sincera, ti faccio ammazzare!” Le gambe e i piedi mi dolevano in maniera insopportabile e nel cuore ero sopraffatta da un’ondata di debolezza, non sapendo che cosa mi sarebbe toccato dopo. Mi sono affrettata a supplicare Dio, chiedendoGli di proteggere il mio cuore. Conclusa la preghiera, la paura mi si è placata. Poiché l’interrogatorio non aveva prodotto risposte, la polizia ci ha mandate tutte e tre a un centro di detenzione.
Quella sera nevicava forte e faceva un freddo gelido. Quei folli poliziotti ci avevano confiscato tutti gli abiti invernali che avevamo nelle borse, costringendoci a portare un unico strato di indumenti leggeri e lasciandoci tremanti di freddo per l’intero tragitto. Quando siamo arrivati al centro di detenzione, ci hanno portate in un reparto sotterraneo del carcere, buio e terrificante. Di quando in quando scendevano fin lì le imprecazioni e le urla di altri detenuti, facendomi rizzare i capelli: mi sembrava di essere entrata in una sorta di inferno in terra. Noi tre siamo state spinte in una cella con una ventina di altre detenute, da cui giungevano ondate di fetore rancido. Sui due lati della cella vi erano piattaforme di cemento per dormire, e tutte le detenute sedevano attorno a un lungo tavolo, infilando lampadine. Non appena siamo entrate, l’agente ha detto alla detenuta responsabile: “Vedi di dar loro un bel benvenuto!” La responsabile, detenuta per droga, non aveva nemmeno trent’anni; appena ha sentito gli ordini dell’agente, mi ha scaraventata a terra con un calcio brutale prima ancora che avessi il tempo di orientarmi. Mi ha fatto così male che mi sono rotolata a terra urlando. Dopo di che ci hanno strappato via gli indumenti, ci hanno trascinate nel bagno e ci hanno costrette a fare una doccia fredda. Quell’acqua gelida che penetrava fino alle ossa mi ha fatto venire convulsioni in tutto il corpo, e battevo i denti ininterrottamente. Provavo un dolore insopportabile in tutto il corpo come se fossi stata presa a coltellate, e di lì a poco ho perso conoscenza. Quando sono rinvenuta, mi sono resa conto di essere stata trascinata di nuovo nella cella. Quando la responsabile ha visto che ero sveglia, non ha smesso affatto di tormentarmi, ma ha continuato a darmi calci e pugni. Solo quando si è stancata mi ha scaraventato via. Le due sorelle sono venute a stringersi a me, e le loro lacrime mi scendevano sul viso. Sentendomi molto debole nel cuore, ho pensato: “Perché Dio non mi fa morire e basta? Quando morirò, sarò libera, ma se continuo a vivere, chissà come mi picchieranno e mi tortureranno questi demoni e se sarò in grado di resistere a tutto”. Più ci pensavo e più mi sentivo afflitta, e le lacrime mi rigavano il viso. Nel pieno della mia sofferenza, Dio mi ha illuminata inducendomi a pensare a un inno delle Sue parole: “Sotto la guida della luce di Dio spezzerete certamente la stretta mortale delle forze dell’oscurità. Nel mezzo delle tenebre, sicuramente non perderete la luce che vi guida. […] Rimarrete senza dubbio saldi e incrollabili nella terra di Sinim. Per le sofferenze che sopportate, erediterete le benedizioni di Dio e irradierete la Sua gloria nell’intero universo” (“Canzone dei vincitori” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Il cuore mi si è subito inondato di calore: la promessa di Dio e il Suo amore mi hanno commossa profondamente, facendomi capire che, sebbene Satana mi infliggesse la sua crudeltà, se mi fossi sinceramente affidata a Dio e avessi alzato lo sguardo verso di Lui, di sicuro Egli mi avrebbe guidata a superare l’oppressione delle forze delle tenebre per arrivare così alla luce. La sofferenza a cui andavo incontro era preziosa e significativa; era una benedizione di Dio ed era una sofferenza che dovevo subire per ricercare la verità e ottenere la salvezza offerta da Dio. Era anche una forte testimonianza della sconfitta di Satana a opera di Dio. Satana mi tormentava e mi torturava nel tentativo di farmi rinnegare e tradire Dio; solo rimanendo forte nella mia devozione a Dio, sopportando tutte le sofferenze che dovevo sopportare e rimanendo salda nel testimoniare Dio potevo reagire alla subdola macchinazione di Satana, umiliare Satana e apportare gloria a Dio. Dopo avere riflettuto su tutto questo, ho espresso a Dio profondo pentimento e ho preso una decisione: “O Dio Onnipotente! Tu hai sofferto più di quanto ogni persona comune potrebbe sopportare per offrire la salvezza a noi, persone così profondamente corrotte. Ti sei dato tutta questa pena per noi, e il Tuo amore per noi è davvero grandissimo! Devo ripagare il Tuo amore, ma oggi, dovendo affrontare una prova, quando avrei dovuto rendere testimonianza davanti a Satana, ho scelto di sottrarmene. Dopo appena una minima sofferenza della carne, ho assunto un atteggiamento negativo e ho opposto resistenza, desiderando più di ogni altra cosa di morire perché tutto finisse. Come sono codarda e priva di coscienza! D’ora in poi, per quanto io debba affrontare circostanze avverse, giuro che rimarrò salda nel renderTi testimonianza”. In quel momento ho sentito in me rafforzarsi la fede e ho stretto forte la mano della sorella, con l’intenzione di continuare a vivere per testimoniare Dio.
Dopo essere stata incarcerata nel centro di detenzione per 21 giorni, sono stata scortata dalla polizia all’Ufficio di Pubblica Sicurezza della contea. Mi hanno legata a una panca per la tortura e mi hanno interrogata. Poiché mi rifiutavo di pronunciare anche una sola parola, quella sera mi hanno ammanettata con manette provviste di borchie e mi hanno appesa alla grata di ferro di una finestra, lasciandomi col corpo penzolante in aria, tanto che riuscivo appena a toccare terra con la punta dei piedi. Un agente mi ha parlato con arroganza, dicendo: “Se c’è una cosa che ho è la pazienza. Farò in modo che tu mi implori e mi dica spontaneamente chi è il tuo capo!” Al che è uscito dalla stanza sbattendo la porta. Ben presto ho provato ai polsi un dolore lancinante che mi causava una sofferenza indescrivibile. In quel momento mi è venuto in mente all’improvviso un inno delle parole di Dio: “Avete mai accettato le benedizioni che vi sono state date? Avete mai ricercato le promesse che vi sono state fatte? Sotto la guida della Mia luce spezzerete certamente la stretta mortale delle forze dell’oscurità. Nel mezzo delle tenebre, sicuramente non perderete la luce che vi guida. Dominerete di certo tutto il creato. Sarete senz’altro vittoriosi davanti a Satana. Alla caduta del regno del gran dragone rosso, sicuramente vi leverete tra le innumerevoli moltitudini per testimoniare la Mia vittoria. Rimarrete senza dubbio saldi e incrollabili nella terra di Sinim. Per le sofferenze che sopportate, erediterete le benedizioni di Dio e irradierete la Sua gloria nell’intero universo” (“Canzone dei vincitori” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Con le lacrime agli occhi, ho cantato ripetutamente quell’inno. Più cantavo, più acquistavo energie e sentivo la potente forza vitale delle parole di Dio fortificarmi il cuore e trasmettermi la certezza a incrollabile che Dio certamente mi avrebbe guidata a superare l’oppressione delle forze delle tenebre e mi avrebbe aiutata a sopportare tutta questa crudele tortura e a rimanere salda nella mia testimonianza. Con l’incoraggiamento delle parole di Dio, il dolore fisico si è dissipato e io mi sono sentita in realtà più vicina a Dio e intima con Lui. Mi sembrava di avere Dio proprio al mio fianco, ad accompagnarmi. Le Sue parole mi hanno commosso il cuore e ho deciso che sarei rimasta salda nella testimonianza per soddisfare Dio e assolutamente non avrei mai capitolato davanti a Satana!
Quindi sono stata condotta nella stanza degli interrogatori, dove come prima cosa si vedeva tutta una serie di strumenti di tortura: alla parete era appesa una fila di manganelli, grandi e piccoli, e accanto alla parete vi erano bastoni di cuoio, fruste di cuoio e una panca per la tortura. Alcuni agenti erano impegnati a picchiare con manganelli elettrici e fruste di cuoio un detenuto di poco più di vent’anni, che era pieno di tagli e lividi ed era malridotto fin quasi a essere irriconoscibile. Proprio allora è entrata una poliziotta che senza dire una parola si è messa a prendermi a calci ripetutamente e poi mi ha sbattuto la testa contro il muro, provocando un terribile tonfo sordo. Mi girava la testa, mi sentivo stordita e la testa mi doleva tanto che mi sembrava sul punto di spaccarsi. Mentre mi picchiava, la poliziotta ringhiava: “Se non confessi oggi, vedrò di non farti vivere un giorno di più!” Si sono uniti altri due poliziotti, minacciandomi: “Abbiamo chiamato qui agenti di tutti i posti di polizia del circondario. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per interrogarti, un mese, due mesi… Tutto il tempo che ci vuole per ottenere da te le risposte che ci servono”. Sentendomi dire queste cose e pensando alla tattica crudele che questi individui abietti avevano usato in precedenza su di me, nonché alla scena appena svoltasi con quel detenuto, ho sentito il cuore battermi all’impazzata e ho percepito ondate su ondate di paura e terrore. Non potevo far altro che pregare Dio con insistenza. In quel momento mi hanno guidata le parole di Dio: “Quando gli esseri umani sono pronti a sacrificare la propria vita, tutto diventa insignificante e nessuno può avere la meglio su di loro. Che cosa potrebbe essere più importante della vita? Perciò Satana diviene incapace di agire ulteriormente negli esseri umani, non c’è più nulla che possa fare all’uomo. Sebbene, nella definizione di ‘carne’, venga detto che la carne è corrotta da Satana, se gli esseri umani veramente donano sé stessi e non vengono guidati da Satana, nessuno può avere la meglio su di loro, e in questo momento la carne svolgerà un’altra funzione e comincerà a ricevere formalmente la guida dello Spirito di Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 36”). Le parole di Dio mi hanno indicato una via per la pratica. Ho pensato: “In effetti Satana ha approfittato di questa mia debolezza, della mia paura della morte, per indurmi a tradire Dio, e Dio sta usando questa situazione per mettere alla prova la sincerità della mia fede in Lui. Se ci penso bene, la mia vita è nelle mani di Dio, e allora perché devo temere Satana? Questo è il momento in cui devo testimoniare Dio; solo offrendo la mia vita e non facendomi vincolare dalla morte posso liberarmi dell’influsso di Satana e testimoniare Dio”. Dopo avere riflettuto in questo modo, non temevo più la morte e ho deciso di offrire in sacrificio la mia vita per soddisfare Dio. Quando uno di quei malvagi poliziotti ha visto che non avevo paura, si è messo a urlare di collera: “Se non ti diamo una lezione adesso, penserai che non sappiamo che fare di te!” E subito mi hanno di nuovo legata con le manette provviste di borchie, appendendomi in alto alla grata di ferro della finestra, e hanno cominciato a picchiarmi con un manganello elettrico. Tutto il mio corpo è stato investito da una forte corrente elettrica, causandomi tremito e convulsioni. Più mi agitavo e più le manette mi stringevano i polsi; era così doloroso che mi sembrava che le mani mi si staccassero, e avevo l’intero corpo devastato da un dolore lancinante. Quei due malvagi poliziotti facevano a turno nel torturarmi con i manganelli che emettevano un crepitio continuo. Ogni volta che venivo colpita da una scarica elettrica, avevo spasmi e tremiti in tutto il corpo e lentamente mi intorpidivo. A poco a poco ho cominciato a perdere conoscenza e alla fine sono svenuta. Più tardi, non so quanto tempo dopo, mi sono svegliata per il freddo. Quel branco di malvagi agenti, vedendo che indossavo solo un sottile strato di indumenti, aveva intenzionalmente aperto tutte le finestre per farmi congelare. Dalla finestra penetrava di continuo un vento gelido; avevo tanto freddo che il corpo mi si era irrigidito e sentivo che stavo per perdere di nuovo conoscenza, ma allora ho avuto questo pensiero lucido: “Non posso crollare. Devo rimanere salda nel testimoniare Dio anche a costo di morire!” Proprio allora mi sono immaginata il Signore Gesù che Si faceva crocifiggere per salvare l’umanità: il Signore Gesù Si era lasciato frustare a sangue e poi inchiodare alla croce per portare a termine l’opera di redenzione dell’umanità. Se Dio poteva rinunciare alla Sua vita per salvare l’umanità, perché io non potevo ripagare in minima parte l’amore di Dio? L’amore di Dio mi incoraggiava e ho pregato Dio: “O Dio! Tu mi hai dato questo respiro, perciò, se Tu desideri togliermelo, io mi sottometto di buon grado. Morire per Te sarebbe per me il massimo dell’orgoglio e dell’onore!” Quindi ho gradatamente riacquistato conoscenza. Pensando a come Pietro, Stefano e altri discepoli fossero morti nel martirio, non ho potuto che cantare silenziosamente questo inno della Chiesa che conoscevo bene: “O Dio! Tu mi hai dato questo respiro, perciò, se Tu desideri togliermelo, io mi sottometto di buon grado. Morire per Te sarebbe per me il massimo dell’orgoglio e dell’onore!” Quindi ho gradatamente riacquistato conoscenza. Pensando a come Pietro, Stefano e altri discepoli fossero morti nel martirio, non ho potuto che cantare silenziosamente questo inno della Chiesa che conoscevo bene: “Tramite il Suo piano santo e la Sua sovranità, affronto prove destinate a me. Come potrei arrendermi o cercare di nascondermi? La gloria di Dio viene per prima. Il giudizio, il castigo, la disciplina hanno risvegliato il mio cuore intorpidito. Nelle avversità, le parole di Dio mi guidano, la mia fede è perfezionata. Sono completamente, del tutto devoto, devoto a Dio, e non temo la morte. La Sua volontà è sempre sopra a tutto. Prometto di ripagare l’amore di Dio. Lo lodo incessantemente nel mio cuore. Ho visto il Sole della giustizia, la verità controlla tutto sulla terra. L’indole di Dio è giusta (e merita le lodi dell’umanità). Il mio cuore amerà per sempre Dio Onnipotente e io innalzerò il Suo nome. Incurante del mio futuro, non penso a guadagni o perdite: voglio solo che Dio sia soddisfatto. Porto risonante testimonianza e faccio vergognare Satana per la gloria di Dio” (“Chiedo solo che Dio sia soddisfatto” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Più cantavo, più mi sentivo commossa e incoraggiata, e la voce mi si soffocava per le lacrime. Sentivo Dio al mio fianco, intento ad ascoltarmi attentamente mentre confidavo in Lui. Provavo nel cuore una sensazione di calore e sapevo che Dio mi aveva sostenuta tutto il tempo con la Sua mano potente, in modo che io non temessi il freddo e non avessi paura della mia stessa morte. Nel mio cuore ho preso questa decisione: qualunque tipo di tortura e di sofferenza mi attenda, giuro sulla mia vita di rimanere leale fino alla fine e di rimanere salda nella testimonianza per ripagare l’amore di Dio!
Il mattino seguente un poliziotto mi ha minacciata con tono aggressivo, dicendo: “Sei fortunata a non essere morta congelata la notte scorsa, ma se oggi non parli farò in modo che il tuo Dio non possa salvarti!” Ho ridacchiato fra me, impassibile. Ho pensato: “Dio è il Creatore del cielo e della terra e di tutte le cose, governa su tutto, è onnipotente e colmo di autorità. ‘Poiché Egli parlò, e la cosa fu; Egli comandò, e la cosa apparve’. Anche la mia vita è nelle mani di Dio; se Egli volesse salvarmi adesso, non sarebbe forse per Lui una cosa di estrema facilità? Ma Dio vuole utilizzare te, demonio, e farti svolgere un servizio per Lui”. Proprio in quel momento il malvagio poliziotto mi ha di nuovo picchiata col manganello e una forte corrente elettrica mi ha investito l’intero corpo, provocandomi un dolore lancinante che mi ha fatto contorcere e urlare involontariamente. Il poliziotto è scoppiato in una risata fragorosa e ha detto: “Avanti, urla! Invoca il tuo Dio che ti salvi! Se implori me di salvarti, prometto che ti lascio andare!” Udire la mostruosa audacia delle parole di quell’agente mi ha colmata di un estremo astio e in silenzio ho pregato Dio: “O Dio! Quanto è brutale il diavolo Satana! Ti calunnia e Ti bestemmia, è il Tuo nemico inconciliabile ed è in particolare il mio nemico giurato. Per quanto Satana mi torturi, io non Ti tradirò. Desidero soltanto che il mio cuore sia conquistato da Te. Questi demoni possono ferirmi la carne, ma non potranno mai distruggere la mia determinazione a soddisfarTi. Vorrei che Tu mi donassi forza”. Quel poliziotto spietato e folle mi picchiava implacabilmente col manganello; quando al primo manganello si sono scaricate le batterie, l’agente è passato a un altro e ha continuato a infliggermi scariche elettriche. Ho perso il conto di quanti manganelli abbia usato in tutto. Sentivo che la morte si avvicinava e che non vi era speranza di sopravvivenza. In preda alla negatività e alla disperazione, potevo solo invocare insistentemente Dio, supplicandoLo di proteggermi e di salvarmi. In quel momento mi è venuto in mente un brano della parola di Dio: “La forza vitale di Dio può prevalere su ogni potenza; inoltre, è superiore a ogni potenza. La Sua vita è eterna, la Sua potenza è straordinaria, e la Sua forza vitale non può essere sopraffatta da alcun essere creato né da alcuna forza nemica. La forza vitale di Dio esiste e irradia il suo splendore luminoso, indipendentemente dal tempo e dal luogo. Cielo e terra possono subire grandi cambiamenti, ma la vita di Dio rimane per sempre la stessa. Tutte le cose passano, ma la vita di Dio rimarrà per sempre, poiché Egli è la fonte e la radice dell’esistenza di tutte le cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo il Cristo degli ultimi giorni può offrire all’uomo la via della vita eterna”). Le parole di Dio mi hanno infuso forza illimitata e subito mi hanno trasmesso una fede incredibilmente forte nel pieno della mia debolezza. Ho pensato: “Sì, credo nell’unico e solo Dio Onnipotente. La vita di Dio è eterna e soprannaturale, e la forza vitale di Dio trascende tutto e prevale su ogni cosa. Tutto ciò che è nasce tramite la parola di Dio. Tutti gli aspetti dell’uomo, comprese la vita e la morte, sono soggetti all’arbitrio di Dio. La mia vita, ancor più, è nelle mani di Dio e allora come potrebbe mai Satana esercitare un dominio sulla mia mortalità? Prendiamo per esempio il modo in cui il Signore Gesù chiamò Lazzaro, il cui corpo aveva già cominciato a marcire nella tomba, dicendo: ‘Lazzaro, vieni fuori!’ (Giovanni 11:43) e Lazzaro uscì dalla tomba, risuscitato. Le parole di Dio possiedono autorità e potenza, Egli ha creato il mondo con le Sue parole e usa le Sue parole per guidare ogni epoca. Oggi Dio usa le Sue parole per salvarci e perfezionarci. Io non devo più interpretare le cose secondo i miei concetti e le mie fantasie, ma devo vivere secondo le parole di Dio. Oggi, se Dio non mi permette di morire, Satana, per quanto brutalmente agisca, non potrà togliermi la vita. Se io riesco ad apportare onore a Dio, morirò felice e di buon grado”. Quando ho cominciato a vivere secondo le parole di Dio e ho smesso di preoccuparmi della mia mortalità, è avvenuto un miracolo: per quanto quel malvagio poliziotto mi infliggesse scariche elettriche, non provavo più sofferenza o dolore e avevo la mente lucidissima. Ero certa che tutto questo fosse dovuto alla protezione e alla cura di Dio: era la mano potente di Dio che mi sosteneva. Ho davvero sperimentato direttamente la tremenda potenza delle parole di Dio, nonché la natura soprannaturale e straordinaria della forza vitale di Dio. Le parole di Dio sono la verità e la realtà della vita. La Sua forza vitale non può essere soppressa da alcuna forza delle tenebre. Per quanto i poliziotti mi infliggessero ogni sorta di tortura e di crudeltà, facendo a turno nel punirmi con ferocia, sono riuscita a sopportare tutto questo. Non è stata una mia capacità: era dovuta interamente alla potenza e all’autorità di Dio. Se non fosse stato per le parole di Dio che mi hanno trasmesso forza e fede, sarei crollata molto presto. Sentivo nel profondo che, quando la mia carne ha raggiunto il culmine della debolezza e io sono sprofondata nella sofferenza, Dio è stato sempre al mio fianco, a sostenermi con le Sue forti e potenti parole di vita e a proteggermi in ogni momento, perciò in me la fede si è rafforzata e la determinazione si è fatta più forte.
Quella sera hanno usato su di me una diversa tecnica di tortura. Mi hanno ammanettata davanti alla finestra, esponendomi all’aria gelida esterna, e poi a turno mi hanno sorvegliata per fare in modo che non mi addormentassi. Non appena mi si chiudevano gli occhi, mi davano uno schiaffo in viso. Da due giorni non bevevo un goccio d’acqua né mangiavo un boccone di cibo, avevo l’intero corpo privo di forze e gli occhi così gonfi che a malapena riuscivo ad aprirli. Mi sentivo inondata da una sorta di infelicità inesprimibile e mi domandavo quando sarebbe proseguita ancora quella tortura. Il freddo mi investiva continuamente e mi penetrava nelle ossa e io tremavo di continuo. I poliziotti, che indossavano giacche a vento lunghe fino al ginocchio, se ne stavano adagiati a gambe incrociate sulle sedie davanti a me, aspettando la mia resa. In quel momento era come se davanti a me si svolgesse una scena di demoni intenti a torturare qualcuno nell’Ade, e non sono riuscita a reprimere la mia collera: l’uomo è stato creato da Dio ed è naturale e giusto adorarLo, ma il meschino, spudorato governo del Partito Comunista Cinese non permette di adorare il vero Dio. Per creare una zona di ateismo nel mondo e conseguire il suo diabolico fine di dominare in perpetuo la popolazione e obbligarla a seguire e adorare il governo, si oppone aggressivamente, sconvolge e distrugge l’opera di Dio, usando ogni metodo spregevole a sua disposizione per perseguitare crudelmente i seguaci di Dio Onnipotente. Quel vecchio demonio ha perpetrato il più mostruoso dei crimini: che sia maledetto e dannato! All’improvviso mi è venuto in mente un inno delle parole di Dio: “Da migliaia di anni questa è terra del sudiciume: è insopportabilmente sporca, la disperazione abbonda, i fantasmi scorrazzano in ogni dove, illudendo e ingannando, muovendo accuse prive di fondamento, rozzi e crudeli, mentre calpestano questa città fantasma disseminandola di cadaveri; il puzzo di putrefazione copre la terra e pervade l’aria, e la sorveglianza è strettissima. Chi riesce a vedere il mondo al di là del cielo? Come può la popolazione di una città fantasma come questa aver mai visto Dio? Hanno mai goduto dell’amabilità e dell’amorevolezza di Dio? […] Perché frapporre un insuperabile ostacolo come questo all’opera di Dio? Perché mettere in atto trucchi vari per ingannare il popolo di Dio? Dove sono l’autentica libertà e i legittimi diritti e interessi? Dov’è l’equità? Dov’è la comodità? Dov’è il calore? Perché usare macchinazioni ingannevoli per imbrogliare il popolo di Dio? Perché usare la forza per sopprimere la venuta di Dio? Perché dare la caccia a Dio finché non abbia dove andare a posare il capo? Come può una cosa del genere non suscitare ira? Migliaia di anni di odio sono concentrati nel cuore, che reca impressi millenni di peccaminosità: come può questo non ispirare avversione? Vendicate Dio, estinguete del tutto il Suo nemico. Adesso è il momento: l’uomo da tempo ha chiamato a raccolta tutte le sue forze, ha dedicato tutti i suoi sforzi, pagato il prezzo più alto per questo, per fare a brandelli l’odioso volto di questo demone e permettere che la gente accecata e assoggettata a ogni genere di sofferenza e avversità si risollevi dalle sofferenze e volga le spalle a questo vecchio diavolo malvagio” (“Quelli nell’oscurità dovrebbero risollevarsi” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Nel mio cuore ho cantato ripetutamente questo inno. Mentre cantavo, il sangue mi ribolliva nelle vene e dentro di me sgorgava un furore feroce; ho giurato sulla mia vita di rinunciare a Satana, quel vecchio demonio, e nel mio cuore ho urlato: “Demonio! Se pensi che io tradisca Dio e abbandoni la vera via, ti sbagli di grosso!” Sapevo chiaramente che era stato Dio a trasmettermi quella forza, che erano state le parole di Dio Onnipotente a sorreggermi lo spirito.
Il quinto giorno avevo le mani congestionate di sangue, intorpidite e orrendamente gonfie per via delle manette. Mi sembrava che il corpo mi si stesse lacerando, che migliaia di insetti mi divorassero dentro e fuori. Non ci sono parole per descrivere il dolore e la sofferenza. Nel mio cuore pregavo ininterrottamente, implorando Dio di darmi la forza di superare la debolezza della carne. Il tempo passava con penosa lentezza e a poco a poco il cielo si oscurava. Avevo sete e fame, avevo freddo e tremavo tutta, ero stata privata di ogni ultimo grammo di energia: mi sembrava di non poter reggere ancora per molto. Se la cosa fosse andata avanti così, sarei certamente morta di fame o di sete. Soltanto allora ho capito che cosa intendesse il malvagio agente quando aveva detto: “Farò in modo che tu mi implori”. Cercava di usare questa tattica spregevole per costringermi a tradire Dio. Non potevo lasciarmi ingannare dai suoi trucchi; dovevo affidarmi a Dio. Perciò ho ripetutamente invocato Dio: “O Dio Onnipotente! Ti prego di infondermi forza, affinché io possa affidarmi a Te per superare la crudele punizione e la tortura di Satana. Anche a costo di morire, non devo tradirTi e diventare un Giuda”. In quel momento mi hanno illuminata le parole di Dio: “La vita dell’uomo trae origine da Dio, l’esistenza del cielo è opera di Dio, e l’esistenza della terra deriva dalla potenza della vita di Dio. Nessun oggetto dotato di vitalità può trascendere la sovranità di Dio, e nessun essere dotato di vigore può sottrarsi al dominio della Sua autorità” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo il Cristo degli ultimi giorni può offrire all’uomo la via della vita eterna”). Le parole autorevoli di Dio mi hanno trasmesso fede e forza. “È vero”, ho pensato, “Dio è la fonte della mia vita: finché Dio non mi toglie il respiro, per quanto Satana mi torturi e non mi permetta di mangiare e bere, non morirò. La mia vita è nelle mani di Dio, perciò che cosa posso temere?” In quel momento mi sono vergognata e mi sono sentita imbarazzata per la mia mancanza di fede in Dio e per la mia incapacità di capirLo. Inoltre mi sono resa conto che Dio stava usando questo ambiente difficile per infondermi la seguente verità: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). Perciò ho pregato Dio: “Dio Onnipotente, Sovrano di tutte le cose! La mia vita è nelle Tue mani e io sono disposta a sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni. Che io viva o muoia, accetterò tutte le Tue orchestrazioni”. Conclusa la preghiera, ho sentito il corpo infondersi di forza e non ho più provato fame e sete come prima. Solo alle 20 quella sera è ritornato uno di quei malvagi poliziotti. Mi ha pizzicato il mento e, con un sorriso sinistro, mi ha detto: “Allora come va, ti diverti? Sei pronta a implorarmi e a dirmi quello che voglio sapere? Se non parli, ho tanti metodi per sistemarti!” Ho chiuso gli occhi e l’ho ignorato, il che gli ha scatenato la collera; ha scagliato insulti e bestemmie contro di me, afferrandomi per il colletto con una mano e schiaffeggiandomi brutalmente entrambi i lati del viso con l’altra. Ho sentito il volto gonfiarsi all’istante e bruciarmi per il dolore. La brutalità del malvagio poliziotto mi ha consentito di percepire chiaramente la sua essenza demoniaca; l’ho odiato ancora di più e mi sono sentita ancor più motivata a non capitolare di fronte alla tirannia di Satana. Mi sono sentita ben salda nella mia determinazione a testimoniare e soddisfare Dio. In quel momento non mi importava più del dolore della carne, ma ho guardato con occhi furiosi il poliziotto, dicendo fra me: “Pensi di potermi costringere a tradire Dio? Neanche per sogno!” Con la guida di Dio, il cuore mi si è colmato di fede e di forza; per quanto l’agente mi picchiasse, non mi sono mai arresa. Alla fine, l’agente ha smesso solo quando era completamente sfinito.
Quindi i poliziotti mi hanno tenuta sotto una sorveglianza ancora più stretta. Si davano i turni, tenendomi d’occhio di continuo, e se gli occhi appena mi si socchiudevano, mi tenevano sveglia colpendomi con una rivista arrotolata. Capivo bene che facevano così per fiaccare la mia determinazione e sfruttare il mio stato mentale compromesso per strapparmi di bocca informazioni sulla Chiesa. A quel punto ero già fisicamente debolissima e cominciavo a sentirmi stordita. L’insieme di freddo, fame e fatica mi sopraffaceva al punto che desideravo la morte. Mi sembrava di non riuscire a resistere ancora a lungo; temevo di non poter sopportare il dolore e involontariamente di tradire Dio. Con questo pensiero, bramavo la morte, pensando che, se fossi morta, almeno non avrei compromesso la Chiesa e tradito Dio. Così ho pregato Dio: “Caro Dio, non ce la faccio più. Temo di arrendermi e di tradirTi. Ti prego di proteggere il mio cuore. Preferisco morire che diventare un Giuda”. Dopo di che ho cominciato a perdere conoscenza e in quello stordimento ho sentito all’improvviso il corpo farsi leggerissimo, come se il vento freddo l’avesse prosciugato. Le manette sembravano allentarsi attorno ai polsi e io non sapevo dire se fossi viva o morta. Solo la mattina presto del sesto giorno sono stata fatta rinvenire bruscamente da un agente a forza di schiaffi; mi sono resa conto di essere ancora viva e appesa per le manette. Quel malvagio poliziotto mi ha urlato: “Ci hai stufato. Nessuno di noi è riuscito a farsi una bella dormita, perché ti abbiamo accompagnata nel tuo giochetto per tutto questo tempo. Se non apri la bocca oggi, farò in modo che tu non la apra mai più!” Poiché non desideravo altro che morire, gli ho replicato senza timore: “Se vuoi uccidermi o farmi a pezzi, fai pure!” Quel malvagio poliziotto però si è limitato a sogghignare e ha detto: “Allora vuoi morire? Non avrai questa fortuna! Sarebbe troppo facile per te! Ti torturerò per bene e lentamente fino a farti uscire di senno, così tutti sapranno che credere in Dio Onnipotente fa impazzire, e allora tutti abbandoneranno il tuo Dio!” Quando l’ho udito vomitare questa oscenità demoniaca, sono rimasta sbalordita e del tutto senza parole: questo diavolo era incredibilmente spietato e sinistro! Subito dopo, il malvagio poliziotto ha ordinato a un subalterno di andare a prendere una ciotola di liquido nero. Quando l’ho vista, il cuore mi è balzato in gola e ho pregato Dio con insistenza: “O Dio Onnipotente! Questo malvagio poliziotto sta per drogarmi in modo da farmi uscire di senno. Ti scongiuro di proteggermi. Preferisco morire avvelenata che essere resa pazza”. In quel momento mi sono affiorate alla mente le parole di Dio: “La Sua opera è ovunque, come lo sono il Suo potere, la Sua saggezza e la Sua autorità. […] Tutte le cose esistono sotto il Suo sguardo e, inoltre, tutte le cose vivono sotto la Sua sovranità. Le Sue opere e il Suo potere lasciano come unica scelta al genere umano quella di riconoscere il fatto che Egli esiste veramente e detiene la sovranità su tutte le cose. Nessun’altra cosa al di fuori di Lui può comandare l’universo, tantomeno può provvedere incessantemente al genere umano” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 3: L’uomo può essere salvato solamente nell’ambito della gestione di Dio”). Di nuovo le parole di Dio mi hanno infuso fede e forza. Ho capito che l’autorità, la potenza e gli atti di Dio sono onnipresenti. Egli presiede l’intero universo e per di più governa la proliferazione di tutte le creature dell’universo. Dio è il Sovrano eterno di tutte le cose e la potenza di cui fa uso per governare tutte le cose va al di là della comprensione di un semplice essere umano. La vita che Dio dona all’uomo non è vincolata da spazio e tempo. Il diavolo Satana può solo nuocere alla carne degli esseri umani, ma è completamente privo di dominio sulla nostra vita e sul nostro spirito. Nel mettere alla prova Giobbe, Satana poteva soltanto tormentarlo e nuocere alla sua carne, ma poiché Dio non permetteva che gli togliesse la vita, Satana era del tutto incapace di farlo. Ho pensato: “Oggi il diavolo Satana cerca di usare la sua tattica sinistra per distruggermi la carne e indurmi a tradire e abbandonare Dio. Spera vanamente di usare la droga per trasformarmi in una pazza delirante o in una mezza scema per svergognare il nome di Dio, ma che autorità ha Satana? Senza il permesso di Dio, ogni suo atto è inefficace: Satana è destinato a essere sconfitto per mano di Dio!” Rendermene conto mi ha trasmesso un senso di pace e di serenità. In quel momento il folle poliziotto mi ha preso la mandibola e mi ha versato in gola quella droga, amara e acida. Ha fatto effetto rapidamente; mi sembrava che gli organi interni mi si raggrinzissero, schiacciandosi l’uno contro l’altro, come se venissero lacerati. Quel dolore non ha paragoni. Ho cominciato ad avere difficoltà a respirare e facevo dei respiri profondi boccheggiando alla ricerca di aria. Non riuscivo a muovere gli occhi e ho cominciato a vedere doppio. Poco dopo ho perso conoscenza. Dopo un certo tempo, chissà quanto, finalmente sono rinvenuta e mi è sembrato di udire vagamente qualcuno che diceva: “Questa troia diventerà pazza oppure scema, dopo quella droga”. Udendo questo, ho capito di essere di nuovo sopravvissuta. Ero assai piacevolmente sorpresa di non essere affatto impazzita; invece avevo la mente ben lucida. Tutto questo era certamente dovuto all’onnipotenza e alla mirabile capacità di Dio. Percepivo che erano all’opera in me le parole di Dio Onnipotente e che ancora una volta Dio aveva teso la Sua mano onnipotente e mi aveva sottratta alle grinfie del diavolo, consentendomi di sopravvivere a questa situazione pericolosa. In quel momento ho sperimentato di persona la credibilità e l’autenticità delle parole di Dio e sono stata testimone della Sua potenza suprema e della Sua autorità. Per di più ho capito come Dio sia il Creatore di tutte le cose e l’unico e solo Dio Stesso, Sovrano di tutte le cose. Ho capito come la mia vita, tutta me stessa, fino all’ultimo nervo del mio corpo, fossero sotto il dominio di Dio. Senza il permesso di Dio, non mi cadrà nemmeno un capello dalla testa. Dio è il mio sostegno e la mia salvezza in ogni momento, in ogni luogo. Quel giorno, nel tenebroso covo del demonio, le parole di Dio Onnipotente hanno manifestato il loro tremendo potere, dimostrandomi come Dio operi ripetutamente i miracoli della vita, e mi hanno consentito di sfuggire alla morte. Ho cantato con fervore nel cuore le lodi a Dio Onnipotente e ho giurato di affidarmi a Lui per rimanere salda nella testimonianza durante tutta questa battaglia per la vita o per la morte.
I poliziotti mi hanno torturata per sei interi giorni e notti. Non avendo preso in tutto quel tempo né un boccone di cibo né un goccio d’acqua, ero completamente svuotata e, quando hanno visto che ero ormai prossima all’ultimo respiro, mi hanno rinchiusa in una cella del carcere. Quei sei giorni di tortura sono stati come un viaggio all’inferno, e il fatto che io sia stata in grado di sopravvivere è stato dovuto unicamente alla misericordia e alla protezione di Dio ed è stato un concretarsi della potenza e dell’autorità delle Sue parole. Dopo alcuni giorni, i poliziotti sono tornati a interrogarmi. Poiché in varie occasioni ero stata testimone degli atti mirabili di Dio, e inoltre avevo sperimentato direttamente come Dio fosse il mio sostegno e tutte le cose fossero nelle mani di Dio, mi sentivo calma e impavida di fronte a un altro interrogatorio. Nella stanza per gli interrogatori, ho appreso da un poliziotto che avevano già scoperto il mio nome e il mio indirizzo ed erano andati a perquisirmi la casa. Però, dato che mio marito da tempo aveva preso con sé i bambini e se n’era andato di casa, non avevano trovato niente. Poi il poliziotto di nuovo ha cercato di costringermi a rivelare informazioni sulla Chiesa, ma poiché continuavo a non dire niente si è incollerito e ha detto: “Tu sei un capo e per di più un osso duro! Per causa tua, da sei giorni non riesco a farmi una bella dormita e ancora non ci hai dato niente su cui lavorare”. Vedendo che da me non ricavava nulla, è sembrato poi perdere interesse e ha portato avanti l’interrogatorio in maniera frettolosa e meccanica, dopo di che non ha potuto far altro che rimandarmi in cella. Vedere che Dio aveva prevalso e Satana era stato sconfitto mi ha trasmesso un’euforia indescrivibile: ho ringraziato e lodato Dio. Sapevo che il motivo per cui ero stata in grado di rimanere salda nella testimonianza davanti a Satana era che Dio mi aveva guidata passo dopo passo e la parola di Dio mi aveva illuminata ripetutamente, infondendomi forza, donandomi sapienza e fornendomi la potenza per sconfiggere Satana e non capitolare davanti alla sua tirannia.
Dopo che sono rimasta rinchiusa nel centro di detenzione per quattro mesi, il regime del Partito Comunista Cinese si è inventato l’accusa secondo cui io sarei stata seguace di un xie jiao e mi ha condannata a un anno e mezzo di reclusione. Nel marzo del 2006 sono stata inviata a un carcere femminile per scontare la pena. In carcere, anche se venivo trattata come un animale e spesso vedevo altre detenute picchiate a morte senza apparente motivo, con la tutela e la protezione di Dio e con la guida delle Sue parole sono riuscita a sopravvivere a un anno e mezzo di tortura e a uscire viva da quel carcere infernale. Dopo il mio rilascio, quei malvagi poliziotti continuavano a inviare agenti a sorvegliarmi. Spesso venivano a casa mia a tormentarmi e di conseguenza nessuno della mia famiglia poteva praticare la fede o compiere il proprio dovere normalmente. In seguito, grazie alla cura e all’assistenza dei nostri fratelli e sorelle della Chiesa, siamo riusciti a lasciare la nostra casa trasferendoci in una nuova abitazione di cui era proprietaria una sorella. Affidandoci alla sapienza concessaci da Dio, di nuovo siamo stati in grado di compiere il nostro dovere.
Subire la crudele persecuzione del governo del Partito Comunista Cinese mi ha fatto capire fino in fondo l’essenza demoniaca di Satana, la sua perfidia sinistra, la sua folle opposizione a Dio. Per di più, ho sperimentato direttamente la vitalità soprannaturale e tremenda di Dio. Anche se quei malvagi poliziotti mi hanno sottoposta ripetutamente a pestaggi e torture implacabili, a punizioni e lesioni crudeli, cercando di privarmi della mia vita, le parole di Dio Onnipotente hanno rivelato la loro vitalità soprannaturale, consentendomi miracolosamente di sopravvivere. Nel pieno di tutte queste difficoltà e di questa persecuzione, ho sperimentato veramente come Dio sia la fonte della mia vita e come la grazia e il sostentamento di Dio siano alla radice della prosecuzione della mia vita. Senza la potente mano di Dio a sostenermi, sarei stata da tempo divorata da quei demoni. Dio mi ha accompagnata tutto il tempo, guidandomi a sconfiggere ripetutamente Satana e a rimanere salda nel testimoniare Dio! Sebbene io sia stata assoggettata ai tormenti disumani di quei demoni e la mia carne abbia sofferto notevolmente, tutto questo in realtà è stato assai benefico per la mia vita. Mi ha consentito di capire che Dio non solo è il sostentamento di vita dell’umanità, ma ci fornisce anche aiuto e sostegno costanti. Se noi viviamo secondo le parole di Dio, possiamo sconfiggere qualsiasi forza satanica e tenebrosa. Le parole di Dio sono realmente la verità, la via e la vita! Possiedono la massima autorità e una potenza maestosa e possono operare miracoli di vita! Possa tutta la gloria, l’onore e la lode essere rivolta al Dio della sapienza onnipotente!
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