Le parole di Dio mi hanno dato fede in tempi difficili
Anche altre sorelle sono state condannate con me alla “rieducazione attraverso il lavoro”. Dovevamo lavorare a oltranza, almeno 13 ore al giorno. Se le guardie non erano soddisfatte, ci colpivano con manganelli elettrici o ci prendevano a pugni e calci. Trascorrevamo ogni giorno nella tensione, e dovevamo seguire sedute di lavaggio del cervello e scrivere relazioni ideologiche. Un tormento ripetuto davvero insopportabile: desideravo profondamente il sostegno della parola di Dio. In quel periodo, potevamo contare solo su frammenti e inni che ricordavamo a memoria per supportarci e aiutarci a vicenda. Ricordo che una volta il vice-capo delle guardie mi ha detto che, se avessi lavorato duramente, la mia pena sarebbe stata ridotta di un mese. Francamente non volevo stare in quel campo di lavoro neanche un giorno. Così ho lavorato disperatamente. Bevevo poca acqua, per paura che le pause per il bagno mi facessero perdere tempo. Per il mio lavoro manuale dovevo stringere in mano delle pinze ogni giorno e col tempo il pollice ha cominciato a farmi molto male, ma potevo solo prendere degli antidolorifici. Ma per quanto lavorassi duramente, il mio nome non compariva mai nella lista di riduzione della pena. Poi mi è venuta la tenosinovite alla mano, non riuscivo nemmeno a lavare i vestiti. Non solo le condizioni di vita nel campo di lavoro erano pessime, ho avuto anche l’enterite e i reumatismi. Ma dovevo comunque lavorare, altrimenti sari stata ammonita e non avrebbero ridotto la mia pena. Era veramente terribile. Poi, le mie sorelle hanno saputo che ero malata, e hanno trovato il modo di aiutarmi e sostenermi. Ricordo che una volta, mentre nessuno guardava, sorella Li ha recitato un passo della parola di Dio per me a bassa voce. “Ogni cosa, dall’ambiente che ci circonda alle persone, gli affari e le cose, tutto esiste in virtù del permesso del trono di Dio. Non lasciate a nessun costo che nel vostro cuore insorgano dei rancori, o Dio non vi elargirà la Sua grazia. Quando la malattia colpisce, si tratta dell’amore di Dio, e sicuramente in essa sono riposte le Sue benevole intenzioni. Se anche il vostro corpo si trovasse nelle condizioni di soffrire un po’, non accarezzate le idee di Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Le parole di Dio mi hanno come risvegliata. È vero, Dio aveva permesso che mi ammalassi. Scoraggiarmi e deprimermi a causa della malattia non era affatto obbedienza a Dio. Ho riflettuto su quanto duramente avevo lavorato durante quel periodo, e a come tutto quello che volevo fare era andarmene di lì, ma in realtà mi avevano arrestata con il permesso di Dio, quindi dovevo affrontarlo. Solo Dio avrebbe deciso quando potevo andarmene, e invece io avevo sempre esigenze e progetti personali che mi hanno permesso di essere usata da Satana come suo strumento. Il gran dragone rosso inganna e danneggia sempre così le persone. Come ho potuto credere alle sue bugie? Una volta capito questo, non ho più cercato di fare a modo mio, ho rinunciato ai miei piani ed esigenze, e ho lasciato decidere a Dio quando sarei uscita.
È stato perché a quel tempo ricordavamo a memoria così poche parole di Dio e, dopo tanto tempo in un ambiente così misero e deprimente senza il sostegno della parola di Dio, mi sentivo particolarmente affranta e debole. Pensavo spesso che, prima dell’arresto, potevo leggere le parole di Dio in qualsiasi momento, capire la verità attraverso di esse, trovare una via per la pratica e luce e sollievo nel mio cuore. Invece, in quella prigione, non solo ero sprovvista della parola di Dio, ma affrontavo anche mille torture, e non sapevo come avrei potuto sopportare quei tre anni di reclusione. In quel periodo, le mie sorelle erano tutte nella stessa condizione. Ricordo che una sera, subito dopo aver finito il nostro lavoro, una di loro mi ha detto: “Stare qui è terribile e non so come affrontarlo. Sarebbe meraviglioso poter leggere le parole di Dio! Mi pento davvero di non averne lette di più, in passato. Vorrei aver memorizzato anche solo un paragrafo in più”. Sentendomi come lei, ho cominciato a pensare che sarebbe stato meraviglioso poter leggere di nuovo la parola di Dio. Allora molte delle mie sorelle erano in cattive condizioni di salute. Una aveva la pressione alta e aveva difficoltà persino a camminare, un’altra aveva una brutta malattia cardiaca, e sorella Zhao doveva lavorare ogni giorno anche se gravemente diabetica. Speravo davvero che tutte noi potessimo avere la parola di Dio, perché solo la parola di Dio può dare fiducia e forza alle persone e guidarci attraverso le difficoltà. Una notte, mentre pregavo a letto, mi è venuto in mente che due sorelle lavoravano nella sala visite. Avevano spesso contatti con persone dall’esterno e probabilmente avevano la parola di Dio. Tuttavia, non sapevo come contattarle. Inaspettatamente, poco dopo Dio mi ha dischiuso una via.
Un giorno, il capo delle guardie è venuto a chiedermi se volessi diventare una “custode”. Le custodi sono al servizio delle guardie. Lavano i loro vestiti, cucinano, puliscono le loro stanze, e si occupano di qualsiasi altra mansione umile. Quindi all’inizio non volevo farlo, perché sarebbe stato più faticoso dei miei doveri manuali. Soprattutto quando si servono le guardie, si viene rimproverati se non lo si fa bene. Una volta, una delle mie sorelle ha visto che ero di cattivo umore e me ne ha parlato. Mi ha detto: “In ogni cosa ci sono le buone intenzioni di Dio, dovresti cercare la Sua volontà”. A quelle sue parole, ho pensato: “È vero. Perché ho a cuore solo i miei sentimenti e non ricerco la volontà di Dio? Come custode, potrei lavorare all’esterno, avendo così la possibilità di incontrare le sorelle in sala visite. Non è forse una via che Dio ha aperto per me? Come custode potrei anche muovermi liberamente. Potrei coprire le mie sorelle quando tengono condivisioni in cella, e tenere a bada le guardie se si presenta qualche imprevisto. Non è una buona cosa?” Inoltre, tra le oltre 200 prigioniere della mia sezione, solo quattro potevano essere scelte come custodi. Era una rara opportunità e una meravigliosa disposizione di Dio.
Ma, ancora prima che prendessi contatto con le due sorelle della sala visite, una di noi ha ricevuto la parola di Dio. Una notte, appena mi ero coricata, una giovane sorella si è inginocchiata e mi ha sussurrato che i fratelli e le sorelle ci avevano mandato una lettera dall’esterno e lei l’aveva messa nel laboratorio. Quella notte ero così felice da non riuscire ad addormentarmi. La mattina dopo, quando sono arrivata al laboratorio, quella giovane sorella ha tirato fuori la lettera di nascosto. Il foglio era circa di queste dimensioni. Quando ho letto la prima frase, “Fratelli e sorelle in prigione…”, ho subito iniziato a piangere. Erano parole così toccanti per me. Ho letto mentre mi asciugavo le lacrime dagli occhi. La lettera conteneva molti passi della parola di Dio, ma due mi hanno particolarmente colpita. Le parole di Dio dicono: “In questa fase dell’opera, ci viene richiesto il massimo grado di fede e amore. Una minima disattenzione può indurci a inciampare, perché questa fase dell’opera è diversa da tutte le precedenti: ciò che Dio sta perfezionando è la fede del genere umano, la quale è, al tempo stesso, invisibile e intangibile. Ciò che Dio compie è trasformare le parole in fede, amore e vita. Le persone devono raggiungere un punto in cui, dopo aver subito centinaia di affinamenti, possiedono una fede superiore a quella di Giobbe. Devono sopportare incredibili sofferenze e ogni genere di tortura senza mai abbandonare Dio. Quando si saranno mostrate obbedienti fino alla morte e avranno grande fede in Dio, allora la fase attuale dell’opera di Dio sarà pienamente compiuta” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (8)”). “Negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’amabilità di Dio”). Ero veramente commossa e ispirata in quel momento. Sentivo che Dio scrutava davvero nei nostri cuori, capiva a fondo il nostro stato e la nostra situazione, e usava quei fratelli per inviarci l’irrigazione e il sostegno della Sua parola. Era l’amore di Dio. Ho contemplato la parola di Dio e capito che testimoniare è rinunciare alla famiglia e alla carriera per predicare il Vangelo e compiere il nostro dovere, a prescindere dalla sofferenza. Anche essere tormentati e non tradire Dio è testimonianza. E avere ancora fede e seguire Dio dopo ripetute torture è una testimonianza ancora più potente. Avere la possibilità di testimoniare Dio davanti a Satana era l’esaltazione di Dio e la persecuzione per la giustizia. Una volta compresa la Sua volontà, ho pianto e pregato Dio, dicendo: “Dio, sarò all’altezza dell’amore che hai per me. Anche se questi tre anni saranno lunghissimi, per quanto la polizia mi torturerà e soffrirò, io resisterò, Ti testimonierò e umilierò Satana”. Anche loro ne hanno tratto profonda ispirazione. Ricordo che sorella Liu era sempre preoccupata per la sua pressione sanguigna troppo alta. Temeva, senza cure adeguate e tempestive, di poter morire nel campo di lavoro, quindi voleva uscire il più presto possibile. Dopo aver letto la parola di Dio, si è resa conto di non avere una fede sincera in Dio e nessuna testimonianza. Ha anche detto: “Vedo che ho troppa poca fede e sento di dovere molto a Dio. Anche se dovessi morire qui, in questo campo di lavoro, voglio comunque resistere e testimoniarLo”. C’era poi sorella Gao, che temeva che i suoi parenti e amici la deridessero e discriminassero perché era in prigione, e che avrebbero sparlato alle sue spalle. Dopo aver letto la parola di Dio, ha capito che essere arrestati perché si crede in Dio è una persecuzione per la giustizia, non c’è da vergognarsi, e soffrire per rimanere saldi e testimoniare Dio è prezioso e significativo.
In seguito, ne abbiamo discusso insieme, e abbiamo deciso di far avere quelle parole di Dio anche alle altre sorelle, in modo che anche loro potessero trarne sostegno. Le regole del campo erano molto severe. Non ci era permesso parlare con le prigioniere di altre sezioni né dar loro nulla. Non potevamo nemmeno avere contatti visivi. Anche se occasionalmente le incontravamo, era vietato avvicinarci troppo. Quindi, tentare di passare i fogli alle oltre 100 sorelle delle altre sette sezioni era molto pericoloso. Inoltre, le guardie eseguivano perquisizioni corporali e dei letti ogni settimana. Setacciavano ogni angolo. Un solo dettaglio in cui non fossimo state attente e, se fossimo state scoperte, l’indagine avrebbe ricondotto a me. Una delle guardie mi ha anche avvertita: “Se osi diffondere le parole del vostro Dio Onnipotente, ti darò altri tre anni e ti manderò in una prigione femminile”. Ricordo che una credente religiosa è stata scoperta a diffondere parole della Bibbia. Le guardie l’hanno portata via in manette. L’hanno trascinata a lungo sull’asfalto, strappandole gran parte dei vestiti sulla schiena ed escoriando la sua pelle a sangue. Un’altra persona per punizione è rimasta seduta su un pavimento di cemento senza muoversi per oltre dieci giorni. Mi sono detta: “Non è uno scherzo. Se mi scoprono, subirò anche di peggio”. Più ci pensavo, più mi sembrava difficile, e avevo un po’ di paura. Ma poi ho ricordato le parole di Dio: “La fede è come un ponte formato da un tronco di legno: coloro che si aggrappano alla vita in modo abietto avranno difficoltà ad attraversarlo, mentre coloro che sono pronti a sacrificare se stessi riusciranno ad attraversarlo con piede sicuro e senza preoccupazioni. Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi è perché Satana l’ha ingannato nel timore che attraversassimo il ponte della fede per entrare in Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Le parole di Dio mi hanno dato coraggio. Anche le guardie erano nelle mani di Dio, giusto? Dipendeva da Lui che fossi scoperta o no. Ne ero convinta: nulla è impossibile se ci affidiamo a Dio. La mia paura dipendeva dall’influenza di Satana. Poiché temevo di essere punita e torturata, Satana approfittava della mia debolezza per disturbarmi e ostacolarmi. Se mi fossi arresa per colpa di quel timore, non sarei caduta nella trappola di Satana? Nel frattempo, le mie sorelle erano in quell’ambiente di dolore, e avevano tutte bisogno dell’apporto delle parole di Dio, quindi era mio dovere trasmetterle a loro. Nel nostro lavoro abituale, era difficile avere contatti con le sorelle delle altre sezioni. L’unico momento in cui le vedevamo era quando mangiavamo insieme nella mensa. Così abbiamo programmato di passarci i fogli all’ora dei pasti. La sala mensa era piena di telecamere di sicurezza, e durante i pasti non ci era permesso parlare né camminare. Avevamo cinque minuti per mangiare. Quindi era molto difficile diffondere la parola di Dio. Ma, durante tutti i miei tentativi di riuscirci, ho davvero assistito alle azioni miracolose di Dio. Un giorno avevo programmato di passare i fogli alle sorelle delle sezioni 4 e 7. Mentre lavavo i piatti, mi sono voltata verso sorella Min, della sezione 4. Inaspettatamente, anche lei ha alzato la testa e guardato nella mia direzione. Con lo sguardo le ho fatto capire di venire a lavare i piatti. Temevo che non avrebbe intuito cosa intendevo, ma, grazie a Dio, l’ha colto subito. Ci siamo dirette insieme verso dove erano conservate le stoviglie, io ho velocemente estratto un biglietto e gliel’ho infilato in tasca. Sono bastati pochi secondi. In quel momento mi sono sentita così grata a Dio.
Per una fortunata coincidenza, una sorella che conoscevo di quella sezione sedeva nella mia fila, a meno di un metro dal mio posto. La regola del campo di lavoro era di aspettare che i sorveglianti di ogni sezione ci ordinassero di alzarci prima di uscire. In quel momento ero molto preoccupata: se le nostre due sezioni non si fossero alzate nello stesso momento, non sarei stata in grado di avvicinarla. Così ho pregato continuamente Dio nel mio cuore. I sorveglianti delle nostre sezioni hanno dato l’ordine quasi contemporaneamente. Dopo essermi alzata, ho rapidamente infilato un biglietto nella mano della mia sorella. È stato un gesto fulmineo, e le guardie non se ne sono accorte. Lode a Dio! Con l’aiuto delle mie sorelle, le sorelle nelle altre sezioni hanno tutte ricevuto la parola di Dio. Non mi aspettavo proprio di riuscire a fargliela avere così facilmente. Ho visto davvero che nulla è difficile con Dio. Attraverso questa trasmissione della parola di Dio, le mie sorelle hanno acquisito più fede.
Neanche due settimane dopo questi episodi, il campo di lavoro ha richiesto a tutti i credenti in Dio Onnipotente di scrivere una lettera di rinuncia. Dovevamo promettere che avremmo smesso di credere in Dio Onnipotente. Le sorelle avevano letto la parola di Dio da appena qualche giorno, quindi avevano tutte la fede per rimanere salde e testimoniare Dio. Ci siamo date consigli e incoraggiamenti a vicenda per non cedere mai a Satana. Ma, una settimana dopo, ho saputo delle sorelle di altre sezioni che non avevano scritto la lettera di rinuncia. Alcune sono state torturate, altre costrette a stare piegate in minuscole gabbie, e ad alcune è stata anche prolungata la sentenza. In quel periodo, l’atmosfera era più opprimente che mai nel campo di lavoro, che era pervaso da un senso di terrore, come se una catastrofe imminente stesse sempre per abbattersi. La ragione era che non sapevamo quando sarebbe finita o in che modo le guardie ci avrebbero torturate. Quindi in quel periodo eravamo tutte particolarmente infelici e depresse. Potevamo solo continuare a pregare Dio e chiederGli di aprirci una via. Tutte le sorelle erano dello stesso parere: non potevamo scrivere una lettera di rinuncia, a prescindere, e dovevamo rimanere salde e testimoniare Dio. Per un paio di settimane siamo rimaste in stallo con la nostra guardia, la quale poi, vedendo che i loro metodi non funzionavano, è scesa a compromessi. Per poter eseguire i suoi ordini, ci ha permesso di scrivere qualsiasi cosa, qualsiasi. Sapevamo tutte che Dio ci aveva aperto una strada, e Gli eravamo tutte così riconoscenti.
Durante quei tre anni abbiamo diffuso la parola di Dio più di una volta.La prima volta ne abbiamo ricevuti solo pochi frammenti, così, col passare del tempo, i nostri cuori ne avevano di nuovo fame. Specie in quell’ambiente orribile e deprimente, dove poteva accadere di tutto, avevamo ancor più bisogno del sostegno della parola di Dio. Ricordo che una volta una sorella più giovane è venuta da me piangendo a dirmi che suo padre voleva che lei scontasse la sua pena fuori dalla prigione, ma per la polizia i credenti in Dio Onnipotente non ne avevano i requisiti. Mi ha raccontato che aveva solo 23 anni e sarebbe dovuta rimanere nel campo di lavoro per oltre mille giorni, e non sapeva come potercela fare. Non desiderava altro che andarsene. Dopo aver sentito le sue parole, ero triste anche per lei, così le ho recitato un passo della parola di Dio. Le parole di Dio dicono: “Forse ricordate tutti queste parole: ‘Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria’. Tutti voi avete udito questa frase, ma nessuno ne aveva capito il vero significato prima. Oggi, invece, siete pienamente consci del loro significato reale: Dio porterà a compimento queste parole negli ultimi giorni e le porterà a compimento in coloro che sono stati brutalmente perseguitati dal gran dragone rosso, nella terra in cui esso giace arrotolato su sé stesso. Il gran dragone rosso è nemico di Dio e Gli si accanisce contro e per questo motivo, in questa terra, coloro che credono in Dio sono sottoposti a umiliazione e oppressione. Ecco perché queste parole troveranno la loro realizzazione nel vostro gruppo di persone” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Ascoltate le parole di Dio, lei ha capito il significato della sofferenza, ha trovato la fede e non ha più pensato a come fuggire da lì. Un’altra volta, nel giorno di visita, ho visto i familiari di altre detenute e ho sentito molto la mancanza della mia famiglia. Ho pensato ai miei genitori anziani, non sapevo come stavano. Durante quel periodo, ricordavo spesso casa mia, e con il passare del tempo questo mi deprimeva. Quando una sorella nella mia stessa cella lo ha notato, mi ha sussurrato all’orecchio un passo della parola di Dio. “Il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. Tu non sei in grado di controllarti: sebbene l’uomo non faccia altro che affannarsi e cercare da solo il modo di tenersi occupato, egli rimane incapace di controllarsi. Se potessi conoscere le tue prospettive e controllare il tuo destino, saresti ancora un essere creato? In breve, a prescindere da come Dio operi, la Sua opera è per il bene dell’uomo. Considera, per esempio, il cielo e la terra e tutte le cose che Dio ha creato per servire l’uomo: la luna, il sole e le stelle; gli animali e le piante, la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno e così via, sono tutte fatte per l’esistenza dell’uomo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Ristabilire la vita normale dell’uomo e condurlo a una destinazione meravigliosa”). Ho meditato sulla parola di Dio e capito che il destino di tutti è nelle Sue mani, quindi se la mia famiglia sta bene dipende interamente dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio. Avendo affidato la mia famiglia a Dio, di cosa dovevo preoccuparmi? Non era una cosa per cui darsi alcun pensiero. La parola di Dio mi ha liberata dalla negatività e mi ha dato forza, e ho capito veramente che non possiamo stare senza la guida della Sua parola. Così ho pregato Dio per poter ricevere altre Sue parole e la Sua guida in quello che sarebbe successo. Allora mi sono ricordata delle due sorelle della sala visite. Se fossi riuscita a contattarle, c’era la possibilità di far entrare nel campo altre parole di Dio. Ho pregato Dio a questo proposito e Gli ho chiesto di fornirci le opportunità adatte.
Una mattina, il capo delle guardie mi ha chiamata: “Vieni con me, serve che tu pulisca la sala visite”. Quando ho sentito quelle parole, il mio cuore si è illuminato. Era la mia opportunità. È stata l’unica volta nei miei tre anni lì dentro in cui sono andata in sala visite, quindi ero certa che fosse un’opportunità predisposta per me da Dio. Una volta lì, il capo delle guardie è andato a chiacchierare con le colleghe. Sono corsa verso la cucina sul retro. Le mie due sorelle stavano cucinando, così ho chiesto in fretta se ci fosse qualcosa da mangiare. Hano capito subito a cosa mi riferissi, e hanno risposto: “Sì, c’è”. Poi, una di loro ha preso una palla di carta da un sacchetto di tela e me l’ha data. Ho capito che finalmente avevo la tanto attesa parola di Dio, e non saprei davvero descrivere cosa ho provato. Ma ero anche un po’ preoccupata, perché la palla di carta scritta a mano era più grossa di un uovo d’oca. L’ho nascosta sotto gli abiti, ma si notava troppo. Nella tasca dei pantaloni non entrava e cadeva fuori. Non trovando un modo di nascondermela addosso, sono stata presa dal panico. Ho alzato lo sguardo e ho visto telecamere di sicurezza ovunque, l’ansia mi ha attanagliata. Se mi avessero scoperta, sarebbe stata la fine. Le conseguenze sarebbero state terribili. Ma, allo stesso tempo, ho pensato che, se avessi perso quell’occasione, avrei potuto non averne un’altra per ricevere le parole di Dio. Ne avevamo un tale bisogno, non potevo sopportare di restituirle. In quel momento ero così nervosa che non sapevo cosa fare. Di colpo, una frase della parola di Dio mi è tornata in mente con perfetta chiarezza: “Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro scudo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 26”). È vero. Dio ha la sovranità su tutte le cose, quindi che venissi scoperta o meno era nelle Sue mani. Con Dio al mio fianco, cosa avevo da temere? Resamene conto, ho riacquistato la calma. Ho pensato ai fratelli e alle sorelle che trasportavano libri della parola di Dio. Anche sotto lo stretto controllo del gran dragone rosso, sono stati in grado di consegnare così tanti libri della parola di Dio a fratelli e sorelle. Non si sono anche loro affidati a Dio per affrontare il loro ambiente? Allora mi sono detta: “Se mi affido a Dio, Egli aprirà una via anche per me”. Una volta pensato questo, non ho esitato oltre, e ho deciso di tenere con me la parola di Dio. Così, ho infilato di nuovo la palla di carta sotto i vestiti, con le mani ho sollevato la maglia dal petto e piegato leggermente la vita, così la sporgenza non era più così evidente. Mi sono detta: “Devo prima portare la parola di Dio in laboratorio e poi tornare a pulire”. Ricordo che la porta che dava sul laboratorio era sorvegliata dal capo sezione Zhang. A volte facevo dei lavoretti per lei, quindi eravamo in confidenza. In quel momento ho capito chiaramente che quella era la via che Dio aveva aperto per me. Così sono andata direttamente nell’ufficio del capo sezione Zhang e le ho detto a bassa voce: “Capo Zhang, ho il ciclo. Avrei bisogno di tornare un attimo di sopra”. Al sentire che volevo tornare al piano di sopra da sola, la sua faccia si è oscurata. Mi ha detto: “No, fatti riaccompagnare dalla guardia che ti ha portata qui. Dov’è la vostra guardia?” Si è guardata intorno per cercarla. Sentivo che stava per succedere qualcosa di brutto, ero nervosa. Se la guardia veniva a riportarmi su, sarebe stata la fine. La nostra guardia era particolarmente severa con le prigioniere. Se avesse saputo che volevo tornare su, non solo non sarebbe stata d’accordo, ma avrebbe controllato che avessi davvero il ciclo. Se avesse trovato la parola di Dio, mi avrebbe picchiata fin quasi a uccidermi. Mi sembrava di avere il cuore in gola. Non riuscivo a smettere di piangere e pregare Dio. Proprio in quel momento, ho ricordato di colpo che avevo cucito delle borse di stoffa per il capo sezione Zhang qualche giorno prima. Le ho subito chiesto: “Capo Zhang, è contenta delle borse di stoffa che le ho fatto? La prego, chieda a me se ha bisogno di altro”. Non appena mi ha sentito dire questo, si è subito addolcita. Ho capito che Dio mi stava aprendo una strada. Ho continuato: “Capo Zhang, non si preoccupi, ci metterò meno di un minuto”. Non ha detto nulla, così sono corsa al piano di sopra. Lungo il tragitto ho ricordato di colpo che dovevo oltrepassare una porta di metallo per raggiungere il laboratorio. Secondo il regolamento, questa porta di solito doveva essere chiusa a chiave, ma a quel punto non avevo l’energia mentale per pensarci, e non avevo neanche molta paura, perché per tutto il tempo ho visto chiaramente che Dio era con me e mi guidava passo dopo passo. Raggiunta la porta di metallo, con sorpresa l’ho trovata aperta, e non c’erano guardie nel corridoio dall’altro lato. Ho ringraziato Dio più volte nel mio cuore. Mi sono affrettata verso il laboratorio e ho dato la parola di Dio a una sorella: è stato come liberarmi del peso di un enorme macigno. Ho pensato a ciò che Jahvè Dio disse a Giosuè: “Sii forte e fatti animo; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché Jahvè, il tuo Dio, sarà teco dovunque andrai” (Giosuè 1:9). È vero, Dio è il Creatore, tutto è nelle Sue mani, e ogni persona, questione e cosa sono al servizio della Sua opera. Questa esperienza mi ha permesso di assistere alle azioni miracolose di Dio e di vedere che la Sua autorità è veramente al di sopra di tutto. Se ci ripenso, ho visto come Dio ha organizzato abilmente tutto a ogni passo. Per esempio, è molto difficile per le prigioniere avere contatti con il capo sezione Zhang. Tra più di mille prigioniere, ha chiesto solo a me di lavorare per lei. È una cosa che Dio ha predisposto per me. Il capo che sorvegliava sempre il nostro lavoro quella volta non mi stava guardando, e anche la porta di metallo che di solito era chiusa a chiave invece era aperta. Tutto era così insolito. È proprio come dice la Bibbia: “Il cuore del re, nella mano di Jahvè, è come un corso d’acqua; Egli lo volge dovunque Gli piace” (Proverbi 21:1). Queste parole sono più che vere! Non ho potuto fare a meno di lodare la potenza di Dio. Lode a Dio! Sì, tre nuovi capitoli: “Dovete prendere in considerazione le vostre azioni”, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo” e “Il sospiro dell’Onnipotente”, e centinaia di inni. In un simile ambiente, eravamo spiritualmente assetate, quindi qualsiasi parola di Dio era meravigliosa, ma leggere questo passo è stato particolarmente bello: “Ogni cosa di questo mondo muta rapidamente con i pensieri dell’Onnipotente e sotto i Suoi occhi. Cose di cui l’umanità non ha mai sentito parlare arrivano all’improvviso, mentre le cose che essa possiede da tempo scivolano via senza che se ne accorga. Nessuno riesce a capire dove sia l’Onnipotente, né tantomeno a cogliere la trascendenza e la grandezza della Sua forza vitale. Egli è trascendente nel senso che può percepire ciò che gli esseri umani non possono. È grande nel senso che è Colui che è stato abbandonato dall’umanità, eppure la salva. Conosce il significato della vita e della morte e, inoltre, sa quali leggi dell’esistenza dovrebbe seguire l’umanità che ha creato. È il fondamento dell’esistenza umana e il Redentore che resuscita di nuovo il genere umano. Appesantisce i cuori felici con il dolore e risolleva i cuori addolorati con la felicità, tutto per il bene della Sua opera e del Suo piano. […] L’Onnipotente ha pietà di questi uomini che hanno sofferto profondamente; allo stesso tempo è stanco di queste persone prive di coscienza, perché ha dovuto aspettare troppo a lungo una risposta dall’umanità. Desidera cercare, cercare il tuo cuore e il tuo spirito, portarti acqua e cibo e svegliarti, affinché tu possa non avere più sete e fame. Quando sei stanco e inizi a sentire la cupa desolazione di questo mondo, non essere smarrito, non piangere. Dio Onnipotente, l’Osservatore, accetterà il tuo arrivo in qualunque momento. Vigila al tuo fianco, aspettando che torni indietro. Attende il giorno in cui, d’un tratto, recupererai la memoria: quando ti renderai conto che sei venuto da Dio, che in un momento imprecisato hai smarrito la strada, che in un momento imprecisato hai perso conoscenza lungo il cammino e che in un momento imprecisato hai acquisito un ‘padre’; quando ti renderai conto, inoltre, che l’Onnipotente ha sempre vigilato, aspettando il tuo ritorno per un periodo molto, molto lungo. Egli vigila con una brama disperata, aspettando una reazione senza alcuna risposta. Il Suo vigilare e attendere è inestimabile ed è per il bene del cuore e dello spirito umani. Forse questo vigilare e attendere è indefinito, e forse sta volgendo al termine, ma dovresti sapere esattamente dove sono il tuo cuore e il tuo spirito in questo momento” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il sospiro dell’Onnipotente”). Dopo aver letto le parole di Dio, molte sorelle sono scoppiate in lacrime. Nelle parole di Dio abbiamo sentito l’amore e la misericordia che Dio ha per l’uomo. Solo Dio Si preoccupa veramente per noi, per il nostro futuro e per il nostro destino. Chi altri ha un amore così grande? Ho tentato di farle avere a una sorella che era gravemente malata. Le sue condizioni erano molto gravi, ma lei dalle parole di Dio ha capito la Sua volontà e che lamentandosi della propria sofferenza non stava rendendo testimonianza, cosa che faceva soffrire il cuore di Dio. Si è pentita delle sue azioni, sperando di cercare la volontà di Dio nella sua malattia e di rendere testimonianza per confortarLo. Anch’io ero molto commossa in quel momento, specie quando ho letto questo brano: “Dal momento in cui vieni al mondo piangendo, inizi a compiere il tuo dovere. Per il piano di Dio e per il Suo ordinamento, tu svolgi il tuo ruolo e intraprendi il viaggio della tua vita. Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera. Dal giorno in cui l’uomo è stato creato, Dio ha sempre operato così, gestendo l’universo, dettando le regole del cambiamento per tutte le cose e la traiettoria del loro movimento. Come tutte le cose, l’uomo viene nutrito silenziosamente e inconsapevolmente dalla dolcezza, dalla pioggia e dalla rugiada provenienti da Dio; come tutte le cose, l’essere umano vive inconsapevolmente sotto l’orchestrazione della Sua mano. Il cuore e lo spirito dell’uomo vengono tenuti nella mano di Dio, ogni cosa della sua vita viene vista dagli occhi di Dio. Che tu ci creda oppure no, tutte le cose, siano esse vive o morte, si muoveranno, muteranno, si rinnoveranno e scompariranno secondo i Suoi pensieri. Questo è il modo in cui Egli sovrintende a tutte le cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Mentre contemplavo la parola di Dio, non riuscivo a fermare le lacrime che scorrevano sul mio viso. Ho pensato alla preferenza della mia famiglia per i figli maschi: sono cresciuta soffrendo la solitudine e la discriminazione. Ho poi superato due matrimoni falliti e tentato più volte il suicidio. Mi sono detta: “Nel vasto oceano dell’umanità, Dio ha scelto me perché entrassi nella Sua casa. Ora capisco che sono sopravvissuta perché Lui mi ha protetta. Ha un incarico per me, e io ho una missione nella vita e un ruolo da svolgere. Ho abbandonato la mia famiglia per predicare il Vangelo, sono stata arrestata e reclusa nel campo di lavoro, e poi sono diventata una custode, tutte cose permesse da Dio. Ho l’opportunità di diffondere la parola di Dio qui dentro e di aiutare e sostenere queste sorelle. Dio mi dà questo fardello e questa è la mia missione”. Pensare a queste cose mi scaldava il cuore. Avevo la fortuna di poter seguire Dio Onnipotente, svolgere i doveri di un essere creato, sperimentare l’opera di Dio e vedere le Sue azioni miracolose. Ero davvero benedetta! Sapevo che Dio era con me, al mio fianco. Dio è il sovrano del mio destino, quindi cos’altro potevo chiedere? Quano pensavo a questo, trovarmi nel campo di lavoro sembrava meno terribile, e non mi sentivo più sola.
Abbiamo condiviso tra noi in merito alla volontà di Dio, e il Suo amore ci ha fornito ispirazione. Abbiamo provato profonda gratitudine, e la nostra determinazione a testimoniarLo è cresciuta. In seguito, abbiamo rapidamente copiato la parola di Dio per farla avere ad altre sorelle. Grazie alle mie mansioni ho potuto fare da palo alle mie sorelle, in modo che potessero copiare la parola di Dio in tranquillità, e alcune di loro scrivevano fino a mezzanotte. L’altra prigioniera in servizio con me chiudeva un occhio. Faceva finta di non vedere nulla. Così, in tre giorni, abbiamo copiato la parola di Dio senza imprevisti, e subito l’abbiamo trasmessa a decine di altre sorelle. In quei giorni, mentre le sorelle condividevano sulla parola di Dio, ci siamo incoraggiate a vicenda e abbiamo trovato più fede per testimoniare Dio in quell’ambiente ostile.
Ripenso a ogni momento di quella diffusione della parola di Dio nel campo di lavoro, e so che non me ne dimenticherò mai. Attraverso queste esperienze pratiche, ho visto e vissuto personalmente le azioni miracolose di Dio, sono stata testimone dell’autorità, dell’onnipotenza e della saggezza di Dio, e ho sentito che è la parola di Dio a dare forza alle persone nella vita. Ogni volta che ripenso a queste cose, mi sento commossa e ispirata, e rendo grazie e lode Dio dal profondo del cuore!
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