Torture nella stanza degli interrogatori

04 Novembre 2019

di Xiao Min, Cina

Nel 2012, mentre predicavo il Vangelo, sono stata arrestata dal Partito Comunista Cinese. Verso la sera del 13 settembre, sono ritornata a casa e, come facevo sempre, ho parcheggiato il mio scooter elettrico all’esterno e ho suonato il campanello. Con mia sorpresa, appena ho aperto la porta, quattro uomini corpulenti si sono avventati su di me come lupi. Mi hanno piegato le braccia dietro la schiena e mi hanno ammanettata, poi mi hanno spinta su una sedia tenendomi bloccata lì. Diversi poliziotti hanno subito cominciato a rovistare nella mia borsa… Di fronte a questa improvvisa e feroce manifestazione di forza, ero ammutolita dallo spavento e mi sentivo come un povero agnello catturato da lupi feroci, senza la minima forza per resistere. Quindi, mi hanno portata fuori e mi hanno fatta salire sul sedile posteriore di una berlina nera. Dentro l’auto, il comandante della polizia, dall’aria di un ometto patetico inebriato del proprio successo, si è voltato verso di me sorridendo sornione e dicendo: “Ah! Lo sai come ti abbiamo presa?” Temendo che potessi scappare, due poliziotti mi tenevano su entrambi i lati, come fossi stata una pericolosa criminale. Mi sentivo contemporaneamente in collera e in preda al panico, e non riuscivo a immaginare come i poliziotti mi avrebbero tormentata. Temevo fortemente di non poter resistere alla tortura e di diventare un Giuda e tradire Dio. Ma poi ho pensato alle parole di Dio: “Se pregate e supplicate di frequente davanti a Me, vi donerò tutta la fede. Coloro che sono al potere potranno sembrare malvagi dall’esterno, ma non abbiate timore, questo avviene perché avete poca fede. Purché la vostra fede cresca, nulla sarà troppo difficile(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 75”). Le parole di Dio Onnipotente mi hanno trasmesso fede e forza e, a poco a poco, mi hanno aiutata a calmarmi. “Sì”, ho pensato. “Per quanto brutali e feroci siano questi malvagi poliziotti, sono soltanto delle pedine nelle mani di Dio e fanno parte delle Sue orchestrazioni. Se io prego e invoco Dio con cuore sincero, Egli sarà con me e non avrò nulla di cui preoccuparmi. Se questi malvagi poliziotti mi torturano e mi picchiano crudelmente, sarà soltanto perché Dio vuole mettere alla prova la mia fede. Per quanto possano tormentarmi la carne, non potranno mai impedire al mio cuore di volgere lo sguardo verso Dio e invocarLo. Anche se uccidono la mia carne, non possono uccidermi l’anima, poiché tutto ciò che io sono è nelle mani di Dio”. Pensato questo, non temevo più il diavolo Satana e mi sono decisa a rimanere salda nel testimoniare Dio. Pertanto, nel mio cuore, ho invocato: “O Dio Onnipotente! Qualunque cosa mi facciano oggi, sono disposta ad affrontare tutto. Anche se la mia carne è debole, desidero vivere affidandomi a Te e non offrire a Satana nemmeno una possibilità di sfruttarmi. Ti prego di proteggermi, di fare in modo che io non Ti tradisca e non diventi un Giuda vergognoso”. Mentre procedevamo in auto, io continuavo a cantare nella mente un inno della Chiesa: “Tramite il Suo piano santo e la Sua sovranità, affronto prove destinate a me. Come potrei arrendermi o cercare di nascondermi? La gloria di Dio viene per prima. Nelle avversità, le parole di Dio mi guidano, la mia fede è perfezionata. Sono completamente, del tutto devoto, devoto a Dio, e non temo la morte. La Sua volontà è sempre sopra a tutto” (“Chiedo solo che Dio sia soddisfatto” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Mentre cantavo in silenzio, il cuore mi si colmava di forza, e mi sono decisa ad affidarmi a Dio per renderGli testimonianza e umiliare Satana.

Quando mi hanno condotta nella stanza per gli interrogatori, sono rimasta sorpresa nel vedere che erano lì anche una sorella che svolgeva il mio stesso dovere per la Chiesa e un capo della Chiesa. Erano state prese anche loro! Un poliziotto mi ha vista guardare le mie sorelle della Chiesa, ha fissato lo sguardo su di me e mi ha rimproverata dicendo: “Cosa guardi come una sciocca? Entra!” Per evitare che ci parlassimo, i poliziotti ci hanno rinchiuse in differenti stanze per gli interrogatori. Mi hanno perquisita bruscamente, mi hanno allentato la cintura e mi hanno palpeggiata dappertutto. Mi è parso un insulto davvero grossolano e ho visto quanto siano realmente malvagi, spregevoli e meschini quei demoni subalterni del governo del PCC! Mi sentivo furiosa, ma ho dovuto soffocare la furia, poiché in quel covo di mostri non vi era spazio per la ragione. Dopo aver confiscato uno scooter elettrico nuovo che apparteneva alla Chiesa e oltre 600 yuan che avevo con me, hanno cominciato a interrogarmi. “Come ti chiami? Qual è la tua posizione nella Chiesa? Chi è il tuo capo? E dov’è adesso?” Io non ho risposto, perciò il poliziotto mi ha urlato: “Credi che non lo scopriamo se non ce lo dici? Non hai idea di quello che possiamo fare! Devi sapere che abbiamo arrestato anche i vostri capi di livello superiore!” Quindi, sono passati a elencare alcuni nomi e mi hanno domandato se conoscessi qualcuna di quelle persone, e hanno continuato a interrogarmi. “Dove è custodito tutto il denaro della vostra Chiesa? Diccelo!” Io ho negato tutto quello che dicevano, replicando: “Non conosco nessuno! Non so niente!” Quando hanno visto che il primo giro di domande non aveva avuto successo, hanno deciso di giocare il loro asso e hanno cominciato a interrogarmi e a tormentarmi a turno nel tentativo di logorarmi. Poiché il primo giorno i poliziotti non erano riusciti a ottenere da me le informazioni che volevano, si sono infuriati per la vergogna, e il loro capo mi ha detto ferocemente: “Io non mi arrendo davanti alla sua riluttanza. Torturatela!” I poliziotti mi hanno preso le mani, ancora ammanettate dietro la schiena, e le hanno appese a un tavolo rotto, poi mi hanno costretta a mantenere una posizione mezzo accovacciata. Mi guardavano con occhio ostile e mi incalzavano con le domande. “Dov’è il tuo capo? Dov’è tutto il denaro della Chiesa?” Non vedevano l’ora che io crollassi sotto la pressione di quella tortura e capitolassi davanti a loro. Dopo che quei malvagi poliziotti hanno protratto questo tormento per una mezz’ora, le gambe hanno cominciato a dolermi e a tremare. Il cuore mi batteva forte e anche le braccia mi facevano molto male. Ero al limite della sopportazione e mi sembrava di non poter durare un attimo di più, così ho invocato sollecitamente nel mio cuore: “O Dio Onnipotente! Ti prego di salvarmi. Non ce la faccio più. Non voglio tradirTi come un Giuda. Ti prego di darmi forza”. In quel momento, mi sono venute in mente queste parole di Dio: “Dietro ogni fase dell’opera che Dio compie in voi, vi è la scommessa di Satana con Dio; dietro ogni cosa vi è una battaglia. […] Quando Dio e Satana combattono nel regno dello spirito, in che modo dovresti soddisfare Dio e in che modo dovresti restare saldo nella tua testimonianza di fede verso di Lui? Devi sapere che tutto ciò che ti accade è una grande prova ed è quello il momento in cui Dio ha bisogno che tu dia testimonianza(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Le parole di Dio mi hanno destata e mi hanno consentito di capire che Satana mi tormentava in quel modo per indurmi a tradire Dio e rinunciare a ricercare la verità. Era una battaglia combattuta nel mondo spirituale: era Satana che cercava di tentarmi ed era anche il modo in cui Dio mi metteva alla prova. Quello era il momento in cui Dio aveva bisogno che io rendessi testimonianza. Dio aveva delle aspettative nei miei confronti e, in quel momento, tanti angeli mi osservavano, così come il diavolo Satana, e tutti attendevano che io dichiarassi la mia posizione. Non potevo proprio rinunciare e inchinarmi, e non potevo arrendermi a Satana; sapevo che, per soddisfare la volontà di Dio, dovevo consentire il compimento della Sua opera attraverso di me. Per un principio immutabile, questo era il dovere che dovevo compiere in quanto essere creato: era la mia vocazione. In quel frangente cruciale, il mio atteggiamento e il mio comportamento avrebbero avuto un impatto diretto sulla mia capacità di testimoniare Dio in maniera vittoriosa, e ancor più avrebbe avuto un impatto diretto sulla mia capacità di essere testimone della sconfitta di Satana a opera di Dio e della Sua conquista della gloria. Sapevo che non dovevo causare dolore a Dio né deluderLo e non potevo consentire che avessero successo le scaltre macchinazioni di Satana nei miei confronti. Con questi pensieri, all’improvviso ho sentito il cuore inondato di forza e ho detto con fermezza: “Potete picchiarmi fino alla morte, ma io comunque non so niente!” In quel momento, nella stanza è entrata una poliziotta. Mi ha vista e ha detto: “Svelti, tiratela giù. Che cosa volete fare, ucciderla? Se le succede qualcosa, siete voi i responsabili!” Nel mio cuore sapevo che Dio Onnipotente aveva ascoltato le mie preghiere e mi aveva evitato danni in quel momento di pericolo. Quando i malvagi poliziotti mi hanno tirata giù, mi sono subito accasciata a terra. Non riuscivo a stare in piedi e avevo perso ogni sensibilità a braccia e gambe. A malapena avevo la forza di respirare e non sentivo affatto i quattro arti. In quel momento, mi sentivo tanto spaventata e dagli occhi mi scendevano incessanti le lacrime. Ho pensato: “Resterò storpia?” Ciò nonostante, però, i malvagi poliziotti ancora non mi lasciavano andare. Mettendosi uno da una parte e uno dall’altra, mi hanno presa per le braccia, mi hanno trascinata come un cadavere fino a una sedia rotta e mi hanno messa a sedere lì sopra. Uno dei poliziotti ha detto brutalmente: “Se non parla, appendetela con la corda!” Subito, l’altro malvagio poliziotto ha tirato fuori una sottile corda di nylon e l’ha usata per appendermi le mani ammanettate a un tubo del riscaldamento. Ho sentito immediatamente tirarmi le braccia, e la schiena e le spalle hanno presto cominciato a farmi male. I malvagi poliziotti hanno continuato a interrogarmi, domandando: “Ci dici quello che vogliamo sapere?” Io continuavo a non rispondere. Si sono incolleriti al punto che mi hanno gettato in faccia un bicchiere d’acqua, dicendo che era per svegliarmi. Ormai ero stata torturata al punto che non mi restava neanche un briciolo di forza, e avevo gli occhi così stanchi che non riuscivo nemmeno ad aprirli. Vedendo che restavo in silenzio, uno dei malvagi poliziotti, meschino e spudorato, mi ha aperto a forza gli occhi con le mani, per prendersi gioco di me. In varie ore di interrogatori e torture, i malvagi poliziotti avevano sperimentato ogni trucco del loro armamentario, ma tutti i loro tentativi di farmi parlare si erano conclusi col fallimento.

Vedendo che con l’interrogatorio non riuscivano a ricavare niente da me, i malvagi poliziotti hanno deciso di ricorrere a una macchinazione diabolica: hanno fatto venire dalla città uno che si definiva “esperto di interrogatori”. Mi hanno portata in un’altra stanza e mi hanno ordinato di sedermi su una sedia metallica, poi mi hanno incatenato strettamente le caviglie alle gambe della sedia e le mani ai braccioli. Poco dopo, è entrato un uomo con gli occhiali, dall’aria raffinata, con una valigetta. Mi ha rivolto un ampio sorriso e, fingendo di essere gentile, mi ha tolto le catene che mi stringevano le mani e le caviglie, e mi ha fatto sedere su una branda posta su un lato della stanza. Poi mi ha offerto un bicchiere d’acqua e dei dolci. Mi si è avvicinato e, con simulata cordialità, mi ha detto: “Perché soffrire così? Hai sofferto molto, ma, in realtà, non è una faccenda così grossa. Dicci quello che vogliamo sapere e andrà tutto bene…” Di fronte a quella nuova situazione non sapevo cosa fare, perciò nel mio cuore mi sono affrettata a pregare Dio e a invocarLo perché mi illuminasse e mi guidasse. In quel momento, ho pensato alle parole di Dio Onnipotente: “Dovete essere continuamente vigili e in attesa, e intensificare la preghiera al Mio cospetto. Dovete riconoscere i vari complotti e gli astuti intrighi di Satana, riconoscere gli spiriti, conoscere gli uomini, e saper distinguere tutti i tipi di persone, di eventi e di cose(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 17”). Le parole di Dio mi hanno indicato la via della pratica e mi hanno aiutata a capire che un diavolo è sempre un diavolo, e non può mai mutare la sua essenza demoniaca di resistenza e di odio nei confronti di Dio. Che usi tattiche dure o morbide, il suo obiettivo è sempre indurmi a tradire Dio e abbandonare la retta via. Grazie all’avvertimento delle parole di Dio, sono giunta ad avere un certo discernimento riguardo alle scaltre macchinazioni di Satana, la mente mi si è fatta lucida e io sono stata in grado di prendere una posizione ferma. L’esperto di interrogatori, quindi, mi ha detto: “Il governo del PCC proibisce di credere in Dio. Se tu continui a credere in Dio Onnipotente, sarà coinvolta tutta la tua famiglia e questo influenzerà il futuro, le prospettive di lavoro e di impiego nella pubblica amministrazione per i tuoi figli. Ti conviene pensarci bene…” Quando mi ha detto così, in me ha preso a infuriare una battaglia e mi sono sentita doppiamente turbata. Proprio quando mi sentivo perduta, all’improvviso, ho pensato alle esperienze di Pietro quando riuscì a rimanere saldo nella sua testimonianza davanti a Satana; Pietro cercò sempre di capire Dio attraverso ogni scaltra macchinazione di Satana nei suoi confronti. E così, nel profondo del mio cuore, ho rivolto il mio sguardo verso Dio e ho affidato tutto a Lui, ricercando la Sua volontà. Senza che me ne rendessi conto, mi sono venute in mente le parole di Dio Onnipotente: “Dio ha creato questo mondo, ha creato il genere umano ed è stato, inoltre, l’architetto dell’antica cultura greca e della civiltà umana. Solo Dio consola questa umanità, e solo Dio Si prende cura di questa umanità notte e giorno. Lo sviluppo e il progresso umano non sono separabili dalla sovranità di Dio, e la storia e il futuro dell’umanità sono inestricabilmente vincolati ai disegni di Dio. Se sei un autentico cristiano, allora sicuramente crederai che il sorgere e il tramontare di ogni paese o nazione avvengano conformemente ai disegni di Dio. Dio solo conosce il destino di un paese o di una nazione e Dio solo controlla il corso dell’intera umanità(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 2: Dio sovrintende al destino dell’intera umanità”). Le parole di Dio mi hanno colmata di luce. “Sì!” ho pensato. “Dio è il Creatore, e il nostro destino come umanità è nelle mani di Dio. Il diavolo Satana appartiene al genere che si oppone a Dio. Se non riesce nemmeno a modificare il proprio destino di essere condannato all’inferno, come potrebbe governare il destino dell’uomo? Il destino dell’uomo è prestabilito da Dio e, a prescindere dal lavoro che svolgeranno i miei figli in futuro e dalle loro prospettive, tutto questo è dovuto a Dio; Satana non ha alcun dominio su queste cose”. Pensando così, sono riuscita a vedere ancora più chiaramente quanto siano spregevoli e spudorati Satana e i suoi demoni. Per costringermi a rinnegare e respingere Dio, adottavano tattiche insidiose e vili – quei “giochi psicologici” – per allettarmi e ingannarmi. Se non fosse stato per la tempestiva illuminazione e guida di Dio Onnipotente, sarei già stata sconfitta e presa prigioniera da Satana. Avendo capito quanto Satana fosse spregevole e malvagio, si è rafforzata in me la certezza di non arrendermi alle sue scaltre macchinazioni. Alla fine, quel malvagio poliziotto era perplesso e non sapeva più che altro fare, perciò se n’è andato demoralizzato.

Il terzo giorno, il capo della Brigata della Polizia Criminale ha visto che da me non avevano ricavato alcuna informazione e si è infuriato, lamentando l’incompetenza dei suoi subalterni. È venuto da me e, con un sorriso beffardo sul volto, mi ha parlato in tono sarcastico, dicendo: “Perché ancora non hai confessato? Chi credi di essere, l’eroina della situazione? Pensi che ti abbiamo ormai fatto le cose peggiori e così non hai paura, eh? Perché il tuo Dio Onnipotente non viene a salvarti?” Mentre parlava, mi spaventava agitandomi davanti agli occhi un piccolo manganello elettrico che crepitava ed emetteva lampi di luce azzurra, poi ne ha indicato uno grande che in quel momento era in carica e mi ha minacciata dicendo: “Lo vedi quello? Questo manganello piccolo presto sarà scarico. Fra un attimo, userò quello grande e ben carico per infliggerti scariche elettriche, e allora vedremo se parli! So che allora comincerai a parlare!” Ho guardato il manganello grande e non ho potuto evitare di farmi prendere dal panico: “Questo malvagio poliziotto è davvero feroce e diabolico. Finirà con l’uccidermi? Riuscirò a sopportare questo tormento? Morirò folgorata?” In quel momento, la mia mente è stata inondata dalla debolezza, dalla codardia, dal dolore e dallo smarrimento che provavo. Mi sono affrettata a invocare Dio: “O Dio, Ti prego di proteggermi e di darmi fede e forza”. Allora mi sono venuti in mente vari versi di un inno tratto dalle parole di Dio: “La fede è come un ponte formato da un tronco di legno: coloro che si aggrappano alla vita in modo abietto avranno difficoltà ad attraversarlo, mentre coloro che sono pronti a sacrificare se stessi riusciranno ad attraversarlo con piede sicuro e senza preoccupazioni. Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi è perché Satana l’ha ingannato nel timore che attraversassimo il ponte della fede per entrare in Dio(“L’insorgenza della malattia è l’amore di Dio” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Mi sono venute in mente anche queste parole del Signore Gesù: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna(Matteo 10:28). Le parole di Dio mi hanno fatto versare copiose lacrime: mi sentivo straordinariamente commossa. La forza nel mio cuore era come un fuoco impetuoso. “Anche se muoio oggi”, ho pensato, “che cosa c’è da temere? Morire per Dio è una cosa gloriosa, e intendo rinunciare a tutto pur di combattere contro Satana fino alla morte!” In quel momento, mi sono venuti in mente dei versi di un altro inno tratto dalle parole di Dio: “In cammino verso Gerusalemme, Gesù era in agonia, come se il Suo cuore fosse stato trafitto da un coltello, e ciononostante non ebbe la minima intenzione di rimangiarSi la parola data; c’era sempre una forza potente che Lo obbligava ad andare avanti verso il luogo della Sua crocifissione. Infine, Egli venne inchiodato alla croce e assunse le sembianze della carne peccatrice, completando l’opera di redenzione del genere umano. Si liberò dalle catene della morte e degli inferi. Davanti a Lui la morte, l’inferno e l’Ade persero il loro potere e furono vinti(“Emulate il Signore Gesù” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Nel mio cuore ho cantato e ricantato, e le lacrime mi rigavano incessantemente le guance. Davanti agli occhi, mi compariva la scena del Signore Gesù Cristo che veniva crocifisso: il Signore Gesù fu deriso, insultato e calunniato dai farisei, il Suo aguzzino Lo percosse con una frusta dalle punte di piombo fino a ricoprirLo di tagli e lividi; e, alla fine, Egli fu crudelmente inchiodato alla croce, eppure non emise mai un gemito… Tutto ciò a cui andò incontro il Signore Gesù fu sofferto a causa del Suo amore per l’umanità, e questo amore superava l’amore per la Sua stessa vita. In quel momento, il mio cuore era ispirato e commosso dall’amore di Dio, e io mi sono colmata di forza e fede enormi. Non avevo paura di niente e sentivo che sarebbe stato glorioso morire per Dio, mentre essere un Giuda sarebbe stata la massima vergogna. Con mia sorpresa, quando ho deciso che sarei rimasta salda nel testimoniare Dio anche a costo della vita, un malvagio poliziotto è entrato di corsa nella stanza dicendo: “Ci sono sommosse nella piazza cittadina, dobbiamo mobilitare le forze di polizia per reprimerle e ristabilire l’ordine pubblico!” I malvagi poliziotti sono corsi via. Quando sono ritornati, era sera tardi e non avevano più energie per interrogarmi. Mi hanno detto brutalmente: “Visto che non vuoi parlare, ti mandiamo alla casa di detenzione!” La mattina del quarto giorno, i malvagi poliziotti mi hanno scattato una foto e mi hanno appeso al collo un grande cartello dove a pennello era scritto il mio nome. Ero come una criminale denunciata, che veniva derisa e ridicolizzata dai malvagi poliziotti. Mi sembrava di essere sottoposta alla peggiore umiliazione e interiormente mi sentivo molto debole. Mi sono resa conto che il mio stato d’animo non era quello giusto, così mi sono affrettata a invocare silenziosamente Dio nel mio cuore: “O Dio! Ti prego di proteggere il mio cuore e di consentirmi di capire la Tua volontà e di non cadere preda delle scaltre macchinazioni di Satana”. Dopo la preghiera, mi si è presentato in mente un brano delle parole di Dio: “Sei un essere creato, pertanto sarebbe naturale per te adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Se non adori Dio e vivi nella sozzura della carne, allora non sei forse solo una bestia dalle sembianze umane? Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti accettare di buon grado e con piena fiducia la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. […] Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che cercano il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nella nazione del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). Le parole di Dio mi hanno permesso di capire che poter ricercare la verità in quanto essere creato e poter vivere per adorare e soddisfare Dio era la vita più degna e ricca di significato. Poter essere, quel giorno, arrestata e detenuta per la mia fede in Dio, subire tutta quella umiliazione e quel dolore e poter condividere nelle tribolazioni di Cristo era una cosa non vergognosa, bensì gloriosa. Satana non adora Dio; al contrario, fa il possibile per ostacolare e intralciare l’opera di Dio, e questo è quanto vi sia di più vergognoso e spregevole. Pensando così, mi sono colmata di forza e di gioia. I malvagi poliziotti hanno visto il sorriso sul mio volto e mi hanno guardata con stupore, dicendo: “Di che cosa sei tanto contenta?” Ho risposto giustamente ed energicamente: “È del tutto giustificato credere in Dio e adorarLo. Non c’è proprio nulla di male in questo. Perché non dovrei essere contenta?” A queste parole non hanno risposto nulla. Sotto la guida delle parole di Dio, sono stata di nuovo in grado di affidarmi a Lui per sconfiggere Satana.

Successivamente, sono stata condotta alla casa di detenzione. Tutto in quel luogo era ancora più cupo e spaventoso, e mi sembrava di essere discesa in una sorta di inferno. A ogni pasto, mi veniva dato un pezzetto nero di pane cotto al vapore e una ciotola di minestra leggera su cui galleggiavano poche foglie di cavolo cinese. Ogni giorno e per tutto il giorno avevo fame, il mio stomaco invocava cibo. Ciò nonostante, però, dovevo comunque lavorare come una bestia da soma e, se non raggiungevo la mia quota, venivo picchiata o costretta per punizione a restare di guardia. Poiché questa crudele tortura da parte dei poliziotti malvagi è andata avanti per giorni e giorni, ero ormai coperta di lividi e ferite da capo a piedi, e mi era difficile perfino camminare, ma l’agente del centro mi costringeva comunque a trasportare pesanti carichi di filo di rame. Per via di questo lavoro pesante, la schiena danneggiata mi causava un dolore insopportabile e, alla fine della giornata, non potevo far altro che trascinarmi a letto. Nonostante ciò, di notte, il malvagio agente del centro mi costringeva anche a stare di guardia, e questo mi sfiniva. Una notte, mentre ero di guardia, ho approfittato dell’assenza di quel perfido agente e, di nascosto, mi sono accovacciata, sperando di riposarmi. Inaspettatamente, però, un malvagio agente mi ha vista dal monitor dalla sala di sorveglianza ed è corso verso di me urlando: “Chi ti ha dato il permesso di sederti?” Un’altra detenuta mi ha sussurrato: “Sbrigati a chiedergli scusa, altrimenti ti farà ‘dormire sul letto di legno’”. Con questo intendeva la tortura in cui nella cella del detenuto viene portato il pannello di una porta di legno, a cui vengono incatenati le gambe e i piedi e legati i polsi. Il detenuto, perciò, è legato al pannello e non può muoversi per due settimane. Nell’udire questa cosa, mi sono colmata di collera e di odio, ma sapevo di non poter mostrare neanche un minimo di resistenza: non potevo che mandar giù la mia collera. Trovavo difficile da sopportare queste prepotenze e questa tortura. Quella notte, sul mio gelido letto, ho pianto per l’ingiustizia di tutto questo, col cuore colmo di lamentele e richieste nei confronti di Dio, pensando: “Quando finirà tutto questo? Un solo giorno in questo luogo infernale è già troppo”. Poi ho pensato alle parole di Dio: “Se tu capisci il significato della vita umana e hai intrapreso il giusto cammino della vita umana, e se in futuro, comunque Dio ti tratti, ti sottometterai ai Suoi disegni senza lamentele né possibilità di scelta e non avrai richieste nei confronti di Dio, in tal modo sarai una persona di valore(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come devi percorrere l’ultimo tratto del cammino”). Le parole di Dio mi hanno fatta vergognare di me stessa. Ho pensato a come avessi sempre detto che avrei cercato di obbedire a Dio come faceva Pietro, per quanto intensi fossero stati il dolore e i patimenti, e che non avrei mai preso decisioni o avanzato richieste a mio beneficio. Quando, però, sono andata incontro a persecuzione e patimenti e ho dovuto soffrire e pagare il prezzo, ho cercato un modo per venirne fuori. Ero così disobbediente! Soltanto allora ho capito finalmente le Sue buone intenzioni: Dio consentiva che mi capitasse quella disgrazia per temprare la mia determinazione a sopportare la sofferenza e per consentirmi di imparare a obbedire nella mia sofferenza, in modo che potessi sottomettermi alle orchestrazioni di Dio e avere i requisiti per ricevere la Sua promessa. Tutto ciò che Dio mi faceva era per amore, per salvarmi. Al che il mio cuore si è liberato e io non mi sono più sentita trattata ingiustamente né addolorata. Desideravo soltanto sottomettermi alle orchestrazioni e disposizioni di Dio, renderGli testimonianza e umiliare Satana.

Un mese dopo, sono stata rilasciata. Tuttavia, mi hanno inflitto l’accusa di “turbamento dell’ordine pubblico e partecipazione a un’organizzazione xie jiao”, per limitare la mia libertà personale. Per un anno non mi sarebbe stato permesso di uscire dalla provincia né dalla città e sarei dovuta rimanere sempre a disposizione della polizia in qualunque momento mi avesse convocata. Solo al mio ritorno a casa ho scoperto che tutti i miei averi che tenevo lì erano stati depredati e confiscati dalla polizia. Inoltre, i malvagi poliziotti avevano saccheggiato la mia abitazione come briganti e avevano minacciato i miei familiari, dicendo che dovevano consegnare 25.000 yuan, altrimenti non mi avrebbero rilasciata. Mia suocera non ha resistito allo spavento e ha avuto un infarto, e si è ripresa solo dopo essere stata ricoverata in ospedale e avere ricevuto delle cure, con una spesa di oltre 2.000 yuan. Alla fine, i miei familiari sono stati costretti a chiedere del denaro a tutti i conoscenti per poter raccogliere 3.000 yuan per la polizia, e soltanto allora io sono stata rilasciata. A causa delle torture crudeli inflittemi dai malvagi poliziotti, il mio corpo ha subìto gravi conseguenze: le braccia e le gambe spesso mi diventano gonfie e doloranti per via del grave affaticamento a cui sono state sottoposte durante la detenzione; non riesco nemmeno a sollevare due chili e mezzo di verdure o a lavarmi gli indumenti, e ho perso completamente l’abilità al lavoro.

Quest’esperienza di essere arrestata e perseguitata mi ha fornito una chiara visione del Partito Comunista, del suo volto malvagio e demoniaco che odia la verità e odia Dio. Ha fatto crescere il mio disprezzo per Satana e per il demoniaco e perverso Partito Comunista Cinese, che si oppone completamente al Cielo. Ho anche avuto un’autentica e personale esperienza di quanto è pratica e saggia l’opera di Dio. Essere arrestata e perseguitata dal Partito Comunista ha sviluppato il mio discernimento; ha anche temprato la mia determinazione e perfezionato la mia fede, permettendomi di imparare a guardare a Dio e ad appoggiarmi a Lui. Ho inoltre avuto un assaggio del potere e dell’autorità delle parole di Dio, vedendo che possono essere una fonte di aiuto costantemente al nostro fianco. Ho capito che solo Dio ama l’uomo e solo Dio può salvare l’uomo. Mi sono avvicinata a Dio nel mio cuore. Ho raccolto tutte queste ricompense derivate dall’aver affrontato le difficoltà e le prove. Rendo grazie a Dio!

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