Scegliere nel pericolo
Un inverno di parecchi anni fa, una leader superiore mi ha detto che i leader e i lavoratori di una chiesa vicina erano stati arrestati dalla polizia. Alla chiesa occorreva chi gestisse la situazione e fratelli e sorelle non avevano nessuno che li sostenesse. Alcuni si sentivano intimoriti, negativi e deboli e non potevano partecipare alla vita della chiesa. Quando la leader mi ha chiesto se fossi disposto a presiedere al lavoro di quella chiesa, ero leggermente combattuto: alcuni fratelli e sorelle di quella chiesa erano appena stati arrestati. Se l’avessi presa in carico io, cosa mi sarebbe successo in caso fossi stato arrestato? Data la mia età avanzata, il mio corpo avrebbe potuto davvero sopportare le torture e le percosse del gran dragone rosso? Se non ce l’avessi fatta, diventando un giuda e tradendo Dio, tutti i miei anni di fede non sarebbero stati vani? Ma poi ho pensato che, data l’avversità delle circostanze attuali, al lavoro della chiesa occorreva qualcuno che si facesse avanti in quel momento critico; così, ho accettato con riluttanza.
Quando sono arrivato nella chiesa, sorella Wang Xinjing mi ha informato che alcuni leader, lavoratori, fratelli e sorelle erano stati arrestati e che era riuscita a contattare solo alcuni fratelli e sorelle dell’intera chiesa. Non riusciva a reperire la maggior parte di loro e quindi non potevano riunirsi. Saputo questo, mi sono detto: “Il gran dragone rosso sta usando i nostri vicini per sorvegliarci. E se, quando vado a sostenere questi fratelli e sorelle, i vicini se ne accorgono e mi denunciano? Inoltre, sono stati arrestati così tanti fratelli e sorelle… Se qualcuno di loro non ha resistito alle torture e ha venduto gli altri fratelli e sorelle, la polizia inizierà a sorvegliare anche loro. Quindi, se vado a trovare questi fratelli e sorelle, non cadrò nella loro trappola? Se vengo arrestato, non sopporto la tortura e divento un giuda, non avrò i giorni contati come credente? E certamente non otterrò la salvezza”. Più ci pensavo, più avevo paura e mi sembrava che svolgere il mio dovere lì fosse troppo pericoloso. Era come camminare in un campo minato: un passo falso e tutto sarebbe finito. In quel momento, mi sono davvero pentito di aver accettato di supervisionare il lavoro in quella chiesa e non trovavo la motivazione a compiere il mio dovere. Poi, ho pensato: “Xinjing è un membro di questa chiesa e conosce meglio la situazione generale, dunque sarebbe più opportuno che si recasse lei dai fratelli e dalle sorelle. Io sono appena arrivato e non sono ancora aggiornato. Posso chiedere a Xinjing di andare lei da fratelli e sorelle, così non dovrò rischiare personalmente”. Ma poi ho pensato: “Xinjing non ha una buona padronanza di molti principi e manca di esperienza. Può davvero in grado di gestire la situazione, alla luce di questo? Sarà in grado di risolvere i problemi dei fratelli e delle sorelle? Ma, se andassi personalmente, non mi metterei a rischio di un disastro?” Dopo aver riflettuto sulla questione, ho deciso di affidare il lavoro a Xinjing. Ma, dopo qualche giorno, non aveva ancora fatto progressi. A quel punto, ho capito che dovevo andare io a sostenere i fratelli e le sorelle. Altrimenti, i loro problemi non sarebbero stati risolti e il loro ingresso nella vita sarebbe stato danneggiato. Tuttavia, data l’insidiosità delle circostanze attuali, avrei rischiato di essere arrestato ogni volta che fossi entrato in contatto con i fratelli e le sorelle. Quindi non ho osato assumermi il lavoro personalmente. Di conseguenza, dopo un mese intero non avevamo fatto molti progressi nel lavoro della chiesa. Xinjing viveva in uno stato di negatività. Ne ero consapevole, ma in quei giorni ero in preda al timore e alla paura, quindi avevo paura di collaborare con lei nel lavoro.
Un giorno, ho sentito un dolore al ginocchio sinistro; nel giro di pochi giorni, si è gonfiato come un palloncino ed è diventato blu e nero. Mi faceva così male che riuscivo a malapena a camminare. In quel momento, mi sono reso conto che forse era Dio che mi stava disciplinando e così L’ho pregato, chiedendoGli di illuminarmi affinché capissi le Sue intenzioni. Dopo aver pregato, ho letto questo passo delle parole di Dio. “La causa del Suo dolore è l’umanità, per la quale Egli spera, ma che è piombata nelle tenebre, perché l’opera che Egli compie sull’uomo non è all’altezza delle Sue aspettative, e perché l’umanità che Egli ama non riesce a vivere tutta nella luce. Egli Si affligge per l’umanità innocente, per l’uomo onesto ma ignorante, e per l’uomo che è buono ma di scarse vedute. Il Suo dolore è un simbolo della Sua bontà e della Sua misericordia, un simbolo di bellezza e di gentilezza” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “È molto importante comprendere l’indole di Dio”). Le parole di Dio mi hanno profondamente colpito. Soprattutto quando ho letto questa parte: “La causa del Suo dolore è l’umanità, per la quale Egli spera, ma che è piombata nelle tenebre”, Mi sentivo molto in colpa. A causa degli arresti del gran dragone rosso, fratelli e sorelle non potevano vivere una normale vita di chiesa e così sono sprofondati nella depressione e nell’oscurità e la loro vita è stata danneggiata. Di fronte a questo, Dio provava ansia e angoscia e sperava urgentemente che qualcuno seguisse la Sua volontà e venisse presto in aiuto di fratelli e sorelle, affinché potessero vivere una normale vita di chiesa. Quanto a me, invece, ho scaricato il mio lavoro su Xinjing per evitare rischi e mi sono ritirato nel mio guscio, trascinandomi in un’esistenza ignobile. Sapevo benissimo che fratelli e sorelle non potevano vivere la loro normale vita di chiesa e che le loro vite erano state danneggiate, ma non sono intervenuto per risolvere il problema. Dov’era la mia umanità? Ero così egoista e spregevole! Ho pensato a come normalmente, quando non mi trovavo in una situazione di pericolo, mi ritenevo una persona che amava Dio ed era in grado di fare sacrifici e di spendersi. Spesso mi capitava anche di parlare con gli altri della necessità di amare e soddisfare Dio. Eppure, di fronte a quella situazione, riuscivo a pensare solo alla mia sicurezza. Non consideravo affatto la volontà di Dio né se la vita dei fratelli e delle sorelle sarebbe stata danneggiata. Mi sono reso conto che parlavo solamente di conoscenza dottrinale: stavo ingannando Dio e le persone. Dio lo trovava doloroso e ripugnante. Quando me ne sono reso conto, in preda al rimorso, ho pregato Dio: “Amato Dio, proteggo sempre i miei interessi e non ho considerato la Tua volontà. Sono veramente privo di coscienza e di ragione. Dio, sono pronto a considerare la Tua volontà e a fare del mio meglio per sostenere fratelli e sorelle”.
Da allora, ho iniziato ad aiutare e a sostenere i fratelli e le sorelle e a risolvere i loro problemi. Un giorno, ho sentito una sorella dire: “Due anni fa, più di dieci fratelli e sorelle di questa chiesa sono stati arrestati. Ancora oggi, alcuni di loro non sono stati rilasciati. La polizia ha persino minacciato di radere al suolo la nostra chiesa”. Saperlo mi ha fatto infuriare: quei demoni erano così arroganti e tirannici! Ma senza rendermene conto avevo anche paura: dopo solo due anni, erano venuti e avevano arrestato molti altri membri. E minacciavano di radere al suolo la chiesa. Se la polizia avesse scoperto che ero il leader della chiesa, non sarei diventato il loro obiettivo principale? Pensare a come fratelli e sorelle erano stati torturati dopo l’arresto mi faceva tremare di paura. Se davvero fossi stato arrestato, sarei stato in grado di resistere alle loro torture? Se fossi stato picchiato a morte o fossi diventato un giuda, per me non sarebbe stata la fine? Quando ho sentito che altri fratelli e sorelle erano stati arrestati, mi sembrava proprio troppo pericoloso compiere il mio dovere in un ambiente di quel tipo. Pensavo che avrei potuto essere arrestato dalla polizia da un momento all’altro e mi sentivo incredibilmente intimorito e spaventato. Un giorno, ho letto questo passo delle parole di Dio. “Per quanto ‘potente’ sia Satana, per quanto sia audace e ambizioso, per quanto grande sia la sua capacità di infliggere danni, per quanto di ampia portata siano le tecniche con cui corrompe e alletta l’uomo, per quanto astuti siano i trucchi e le macchinazioni con cui intimidisce l’uomo, per quanto mutevole sia la forma in cui esiste, non è mai stato in grado di creare un unico essere vivente, non è mai stato in grado di stabilire leggi o regole per l’esistenza di tutte le cose e non è mai stato in grado di governare e dominare qualsivoglia oggetto, animato o inanimato. Nel cosmo e nel firmamento non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia nato da Satana o che esista per causa sua; non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia governato o controllato da Satana. Al contrario, Satana non solo deve vivere sotto il dominio di Dio, ma deve anche obbedire a tutti i Suoi ordini e comandi. Senza il permesso di Dio, è difficile che Satana tocchi anche una goccia d’acqua o un granello di sabbia sulla terra; senza il permesso di Dio, Satana non è nemmeno libero di spostare le formiche qua e là sulla terra, e tanto meno l’umanità, che è stata creata da Dio. Agli occhi di Dio, Satana è inferiore ai gigli della montagna, agli uccelli che volano in aria, ai pesci del mare e ai vermi della terra. Il suo ruolo in mezzo a tutte le cose è servirle, e lavorare per l’umanità e servire l’opera di Dio e il Suo piano di gestione” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che tutte le cose sono sotto il controllo di Dio. Per quanto selvaggio sia, Satana è pur sempre dominato da Dio. Senza il consenso di Dio, Satana non oserebbe fare nessuna mossa falsa. Ho ricordato quando Giobbe fu messo alla prova: senza il consenso di Dio, Satana potè solo ferire la sua carne, ma non riuscì a privare Giobbe della sua vita. Nella situazione in cui mi trovavo, non dipendeva solo da Dio che fossi arrestato o meno? Per quanto Satana fosse selvaggio e feroce, senza il consenso di Dio non avrebbe avuto la meglio, neanche se il gran dragone rosso avesse cercato di catturarmi. Se invece Dio avesse acconsentito, non sarei riuscito a fuggire nemmeno tentando. La mia vita era nelle mani di Dio e Satana non aveva voce in capitolo. Riflettendo sulle parole di Dio, ho acquisito una certa conoscenza della Sua autorità e sovranità e mi sono sentito meno spaventato e molto più libero. Volevo fare in modo che i fratelli e le sorelle ricominciassero subito a vivere la loro vita di chiesa. In quel periodo, Xinjing e io abbiamo pregato e ci siamo affidati a Dio. Abbiamo preso contatto con i fratelli e le sorelle e abbiamo fornito loro sostegno. Di conseguenza, hanno man mano iniziato a frequentare le riunioni, a vivere la loro vita di chiesa e a svolgere i loro doveri al meglio delle loro capacità.
In seguito, una sorella che era stata arrestata e poi rilasciata mi ha scritto una lettera, informandomi che una sorella mi aveva venduto. La polizia sapeva già che ero un leader e in quale villaggio vivevo, e aveva anche detto che avrebbe chiesto all’Ufficio di Sicurezza di emettere un mandato a mio nome. Per localizzarmi, hanno persino portato la sorella nel villaggio in cui vivevo così che mi identificasse, ma i filmati di sorveglianza sono andati perduti e il loro piano è fallito. Quando l’ho saputo, avevo il cuore in gola, ed ero in preda all’ansia e alla paura. Dato che la polizia aveva già molte informazioni su di me, avrei pouto essere arrestato da un momento all’altro. E, se fosse accaduto, sarei stato certamente torturato e tormentato. Più ci pensavo, più la mia paura aumentava, e ho temporaneamente ceduto alla debolezza. Credere in Dio nella terra del gran dragone rosso sembrava come camminare sul ghiaccio sottile, con il rischio di morte ad attendermi a ogni passo. In quel momento, ho pensato: “Magari potrei nascondermi a casa dei miei parenti per un po’. Quando qui le acque si saranno calmate, potrò riprendere a svolgere il mio dovere”. Ma poi ho rammentato che alcuni fratelli e sorelle si sentivano spaventati, negativi e deboli e avevano un estremo bisogno di essere irrigati e sostenuti. Se avessi abbandonato il mio posto in quel momento critico, non mi sarei ribellato a Dio e non avrei ferito i Suoi sentimenti? In preda all’angoscia e al tormento, non sapevo cosa fare, così ho pregato Dio, chiedendoGli di darmi forza e fede per continuare a compiere il mio dovere. Dopo aver pregato, ho letto questo passo delle Sue parole. “Nella Cina continentale, il gran dragone rosso continua la sua oppressione brutale, gli arresti e le persecuzioni ai danni dei credenti in Dio, che spesso si trovano ad affrontare determinate circostanze pericolose. Per esempio il governo, sotto varie spoglie, compie ricerche di persone di fede. Quando trova una zona in cui vive un anticristo, qual è la prima cosa a cui l’anticristo pensa? Non pensa a organizzare adeguatamente il lavoro della chiesa; pensa piuttosto a come sfuggire a questa situazione di pericolo. Quando la chiesa si trova ad affrontare l’oppressione o gli arresti, un anticristo non lavora mai per riparare i danni subiti. Non pianifica l’attività delle risorse importanti o del personale della chiesa, ma piuttosto accampa ogni sorta di pretesti e scuse per trovare un posto sicuro per sé e, una volta sistematosi lì, per lui la faccenda è chiusa. […] Nel profondo del cuore di un anticristo, la sua sicurezza personale è di estrema importanza e costituisce la questione fondamentale che ricorda costantemente a se stesso di tenere in considerazione. L’anticristo pensa tra sé e sé: ‘Non devo assolutamente permettere che mi accada nulla. Non posso essere arrestato, anche se ciò accade ad altri. Devo continuare a vivere. Sto ancora aspettando la gloria che otterrò con Dio quando la Sua opera sarà compiuta. Se mi prendono sarò un giuda, e se sarò un giuda sarò finito; non avrò un esito e sarò punito come merito’. […] Una volta che un anticristo si è assicurato una sistemazione sicura e sente che non gli accadrà nulla di male, che non è minacciato, solo allora esegue del lavoro superficiale. Un anticristo organizza le cose con molta attenzione, ma dipende dalle persone per cui sta lavorando. Se il lavoro gli procura un vantaggio vi dedicherà molta attenzione ma, quando si tratta del lavoro della chiesa o di qualsiasi cosa che abbia a che fare con il suo dovere, l’anticristo manifesta il suo egoismo e la sua bassezza, la sua irresponsabilità, e non ha un briciolo di coscienza o di ragione. È a causa di questo comportamento che viene identificato come anticristo” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte seconda”). Dio ha rivelato come gli anticristi siano estremamente egoisti e privi di umanità. Si preoccupano solo dei loro interessi e del loro benessere e non mostrano alcuna preoccupazione per il lavoro della chiesa. Nei periodi di calma, danno agli altri la falsa impressione di essere ferventi nei loro doveri, ma al minimo segnale di pericolo, o in qualsiasi situazione possa mettere a rischio la loro sicurezza personale, si ritirano nel loro guscio, abbandonando i loro doveri. Qualunque danno ciò arrechi al lavoro della chiesa e a fratelli e sorelle, agli anticristi non interessa nulla. Mi sono reso conto che le mie azioni non erano diverse da quelle di un anticristo. Quando non c’era pericolo, esteriormente sembravo capace di soffrire e spendermi nel mio dovere; ma, quando il rischio diventava reale, mi tiravo indietro, pensando solo a proteggere me stesso e a scaricare i doveri rischiosi sulla mia sorella. Me ne stavo passivamente a guardare mentre il lavoro della chiesa non progrediva e i fratelli e le sorelle erano privi di una vita di chiesa. Non sono stato all’altezza della situazione e non ho svolto il lavoro della chiesa, e ho aperto gli occhi solo quando sono stato punito. Una volta saputo che ero stato denunciato e che la polizia mi stava cercando, volevo abbandonare il mio posto e non ho minimamente considerato il lavoro della chiesa. Ero davvero egoista e spregevole e non mi comportavo affatto come un credente. Dov’era la mia autentica fede in Dio? La realtà di quella situazione rivelava che ero egoista come un anticristo e non avevo la minima coscienza o ragione. Ogni volta che mi sentivo in pericolo, volevo abbandonare il mio dovere e trovare un modo di garantirmi la mia sicurezza. Non avevo la minima lealtà verso Dio e questo ai Suoi occhi era ripugnante. Capire questo di me stesso mi ha provocato rimorso e senso di colpa. Ho letto un passo delle parole di Dio. “Forse ricordate tutti queste parole: ‘Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria’. Tutti voi avete udito questa frase, ma nessuno ne aveva capito il vero significato prima. Oggi, invece, siete pienamente consci del loro significato reale: Dio porterà a compimento queste parole negli ultimi giorni e le porterà a compimento in coloro che sono stati brutalmente perseguitati dal gran dragone rosso, nella terra in cui esso giace arrotolato su sé stesso. Il gran dragone rosso è nemico di Dio e Gli si accanisce contro e per questo motivo, in questa terra, coloro che credono in Dio sono sottoposti a umiliazione e oppressione. Ecco perché queste parole troveranno la loro realizzazione nel vostro gruppo di persone. Dal momento che tutta l’opera di Dio viene intrapresa in una terra che Gli si oppone, essa incontra ostacoli enormi e occorre tempo perché molte delle Sue parole si realizzino; così, tramite le parole di Dio, la gente subisce un raffinamento e questo è un altro elemento di sofferenza. È estremamente arduo per Dio portare a termine la Sua opera nella terra del gran dragone rosso, ma è attraverso tale difficoltà che Dio compie una fase della Sua opera, rendendo così manifesta la Sua saggezza e le Sue meravigliose opere, e avendo così l’opportunità di rendere completo questo gruppo di persone. È proprio per mezzo della sofferenza delle persone, della loro levatura e di tutta l’indole satanica di chi vive in questa terra immonda, che Dio svolge la Sua opera di purificazione e di conquista, in modo che ciò gli consenta di ottenere la gloria e di guadagnare coloro che testimonieranno le Sue opere. Questo è il significato globale di tutti i sacrifici che Dio ha fatto per questo gruppo di persone” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho percepito le Sue intenzioni. Era inevitabile e anche prestabilito da Dio che noi credenti che viviamo sotto il dominio del PCC avremmo subito persecuzioni e avversità. Dio Si stava servendo della persecuzione del gran dragone rosso per perfezionare la nostra fede e il nostro amore. Ma io, quando mi trovavo in una situazione pericolosa, non ricercavo la volontà di Dio e, intimorito e spaventato, mi preoccupavo solo della mia incolumità e non volevo nemmeno svolgere il mio dovere. Ho visto che la mia fede era veramente debole, e invece di testimoniare al cospetto di Dio ero diventato lo zimbello di Satana. Rendermene conto mi ha fatto sentire in colpa e in debito, e non volevo più abbandonare il mio posto e vivere un’esistenza ignobile. Ero pronto a sottomettermi e a mettermi nelle mani di Dio. Ero felice di lasciare che fosse Dio a decidere se sarei stato arrestato e se sarei morto o no. Se fossi stato arrestato dal gran dragone rosso, sarebbe stato con il consenso di Dio, e io Lo avrei testimoniato anche a costo della mia vita. Se non mi avessero arrestato, sarebbe stato grazie alla misericordia e alla protezione di Dio e io avrei avuto ancora più motivazione a compiere il mio dovere. Dopo aver capito questo, mi sono sentito un po’ più in pace e l’ansia e lo spavento di prima si sono dissipati.
In seguito, ho riflettuto: perché di fronte al pericolo pensavo solo ai miei interessi, invece di considerare la volontà di Dio? Un giorno, mi sono imbattuto in un passo delle parole di Dio. “Tutti gli esseri umani corrotti vivono per sé stessi. Ognuno per sé e che gli altri si arrangino: questo è il riassunto della natura umana. Le persone credono in Dio per il proprio interesse; quando rinunciano alle cose e si spendono per Dio, lo fanno per essere benedette e, quando Gli sono fedeli, è per essere ricompensate. Insomma, agiscono solo al fine di essere benedette e ricompensate ed entrare nel Regno dei Cieli. Nella società lavorano per il proprio vantaggio personale, mentre nella casa di Dio compiono un dovere per essere benedette. È al fine di ottenere benedizioni che le persone rinunciano a tutto e riescono a sopportare grandi sofferenze: non vi è prova migliore della natura satanica dell’uomo. Coloro la cui indole si è trasformata sono diversi, sentono che il significato deriva dal vivere secondo la verità, che sottomettersi a Dio, temerLo e rifuggire il male sono alla base dell’essere umani, che accettare l’incarico di Dio è una responsabilità decretata dal cielo e riconosciuta in terra, che solo le persone che compiono i doveri di una creatura di Dio sono degne di essere chiamate umane, e che se loro non sono in grado di amare Dio e ripagare il Suo amore, allora non sono degni di essere chiamati umani; per loro, vivere per se stessi è vuoto e privo di significato. Sentono che le persone dovrebbero vivere per soddisfare Dio, per eseguire bene i propri doveri e per vivere vite piene di significato, in modo che, anche quando arriverà l’ora della morte, esse si sentiranno appagate e non avranno il benché minimo rimorso, e sentiranno di non aver vissuto invano” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Attraverso le parole di Dio, ho visto che mi proteggevo continuamente in situazioni pericolose, desiderando di abbandonare il mio dovere, perché il mio modo di pensare era dominato dalle filosofie di Satana, come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Lascia che le cose vadano avanti da sole se non ti riguardano personalmente”, “Non fate nulla senza un tornaconto” e così via. Queste filosofie sono diventate parte della mia natura e io agivo sempre per interesse personale, a prescindere da tutto. Tradivo Dio ogni volta che erano in gioco i miei interessi. Ho considerato che, da quando ero andato in quella chiesa, se mi trovavo in una situazione pericolosa pensavo solo alla mia sicurezza. Nonostante sapessi che dovevo sostenere quei fratelli e sorelle quanto prima, in modo che potessero vivere una normale vita di chiesa, mi sono comunque nascosto per paura di essere arrestato e torturato, e ho scaricato il mio lavoro alla mia sorella senza tenere minimamente conto della sua sicurezza o del lavoro della chiesa. Neanche vedendo che lavorare da sola stava diventando troppo impegnativo per lei, e che gli altri non potevano vivere la loro vita di chiesa, mi sono fatto avanti e ho svolto il mio dovere. Vivevo secondo la filosofia di Satana. Agivo in modo egoistico e spregevole e non avevo alcuna umanità, coscienza o ragione. Dio salva coloro che Gli sono leali e obbedienti, coloro che abbandonano i loro interessi personali e salvaguardano il lavoro della chiesa nei momenti critici; solo queste persone ottengono la lode di Dio. Io, invece, nei momenti critici ho abbandonato la nave e non ho avuto alcuna sincerità verso Dio. Alla luce di quanto ero egoista e spregevole, anche se fossi riuscito a eludere la polizia e a trascinarmi in un’esistenza ignobile, perché Dio avrebbe dovuto scegliere di salvarmi? Ho pensato a come, per salvare l’umanità, Dio Si è incarnato in Cina e ha sopportato umiliazioni e sofferenze incredibili, sfidando enormi pericoli per esprimere le Sue parole e compiere la Sua opera, costantemente braccato e perseguitato dal gran dragone rosso e respinto e calunniato del mondo religioso; eppure non ha mai rinunciato a salvarci. Dio ha messo tutto Sé Stesso nella Sua risoluta missione di salvezza dell’umanità. La sostanza di Dio è così generosa e gentile. Quanto a me, non avevo alcuna sincerità verso Dio e vivevo ancora secondo la filosofia di Satana, nell’egoismo, nella spregevolezza e nell’inganno. Nell’adempiere il mio dovere, pensavo solo alla mia sicurezza e non salvaguardavo affatto il lavoro della chiesa. Se non mi fossi pentito, Dio Si sarebbe stancato di me e mi avrebbe scacciato.
Durante le mie devozioni, mi sono imbattuto in questo passo. “Coloro che sono al servizio di Dio dovrebbero essere amici intimi per Lui, compiacerLo, e capaci della massima devozione verso di Lui. Che tu agisca pubblicamente o in privato, sarai capace di ottenere la gioia di Dio davanti a Lui, di rimanere saldo di fronte a Lui e, a prescindere da come verrai trattato dagli altri, percorrerai sempre il cammino che devi percorrere e ti prenderai cura del fardello di Dio. Solo persone di questo tipo sono in intimità con Lui. Il fatto che gli intimi di Dio siano in grado di servirLo personalmente è perché è stato affidato loro un grande incarico divino e il Suo fardello, sono capaci di far proprio il cuore di Dio così come il Suo fardello, e non considerano affatto le proprie prospettive future: anche quando non hanno prospettive e non guadagnano nulla, crederanno sempre in Dio con un cuore amorevole. E quindi questo tipo di persona è intimo con Lui. Coloro che sono in intimità con Dio sono anche i Suoi confidenti; solo i Suoi confidenti possono condividere la Sua irrequietezza e i Suoi pensieri e, sebbene la loro carne sia dolorante e debole, sono in grado di sopportare il dolore e di abbandonare ciò che amano pur di compiacerLo. Dio dà più fardelli a tali persone, e ciò che Egli desidera fare è avvalorato dalla loro testimonianza. Queste persone sono, dunque, gradite a Dio, sono servi di Dio secondo il Suo cuore, e solo persone siffatte possono governare insieme a Lui. Quando diventerai veramente intimo di Dio sarà il momento in cui regnerai assieme a Lui” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come servire Dio conformemente alla Sua volontà”). Attraverso le Sue parole, ho capito che Dio ama coloro che seguono la Sua volontà e portano i Suoi fardelli. Qualunque situazione si presenti, qualsiasi sofferenza sopportino, e anche se la strada da percorrere sembra desolata, resistono a qualsiasi tormento per soddisfare Dio e non pensano ai propri interessi. Sono solo queste le persone che alla fine Dio guadagnerà. In quel momento critico, con la chiesa che veniva perseguitata, sapevo che avrei dovuto seguire la volontà di Dio, condividere le Sue preoccupazioni, proteggere il lavoro della chiesa e adempiere alle mie responsabilità e ai miei doveri. Quando me ne sono reso conto, ho deciso: qualunque pericolo mi aspettasse, avrei svolto bene il mio dovere per confortare il cuore di Dio.
Un giorno, ho sentito che un leader di una chiesa vicina era stato arrestato. I libri della chiesa dovevano immediatamente essere trasferiti altrove, altrimenti sarebbero finiti nelle mani del gran dragone rosso. Così, ho contattato subito sorella Zhang Yi per aiutarla a trasportare i libri. Quando sono arrivato sul luogo dell’incontro, si è precipitata da me con un’espressione nervosa e mi ha detto che era stata seguita. Aveva faticato a far perdere le tracce e mi ha detto di trasferire i libri il più velocemente possibile. A qul punto, avevo il cuore in gola ed ero agitato e spaventato. Ho pensato: “La polizia si nasconde in segreto mentre noi siamo del tutto esposti. Se mi rintracciano e mi arrestano, quasi di sicuro mi picchieranno a morte”. Più ci pensavo, più la mia paura cresceva, e volevo incaricare qualcun altro di trasferire i libri. Ma poi ho rammentato che Zhang Yi aveva già fissato l’ora dell’incontro con il responsabile dei libri e non c’era tempo per trovare un sostituto. Inoltre, più ritardavamo il trasferimento, più alto sarebbe stato il rischio. Mentre continuavo a rimuginarci su, mi sono reso conto della mia pavidità e così ho ripetutamente invocato Dio affinché mi desse fede e forza. Proprio allora, ho ripensato a un altro passo delle parole di Dio. “Quando coloro che sono leali verso Dio sanno chiaramente che un ambiente è pericoloso, corrono comunque il rischio di farsi carico della riparazione dei danni subiti e riducono al minimo le perdite per la casa di Dio, prima di mettersi in salvo. Non danno la precedenza alla propria incolumità. DimMi: in questo malvagio paese del gran dragone rosso, chi potrebbe assicurare che non si corra nessun pericolo nel credere in Dio e nel compiere un dovere? Qualunque dovere una persona si assuma, esso comporta qualche rischio; tuttavia, l’adempimento del dovere è un incarico da parte di Dio e, nel seguire Lui, bisogna assumersi il rischio di svolgere il proprio dovere. Bisognerebbe esercitare la saggezza ed è necessario prendere delle misure per garantire la sicurezza, ma non si dovrebbe mettere al primo posto l’incolumità personale. Si dovrebbe tener conto della volontà di Dio, anteponendo a ogni altra cosa il lavoro della Sua casa e la diffusione del Vangelo. Portare a termine l’incarico che Dio ti ha affidato è la cosa che conta di più e viene prima di tutto il resto” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte seconda”). Coloro che sono leali a Dio sanno considerare la Sua volontà. Per quanto siano pericolose le circostanze, sono in grado di rischiare tutto per gestire la situazione e adempiere alle loro responsabilità. Ho pensato a come, nei miei anni da credente, avevo goduto così tanto dell’irrigazione e del rifornimento delle parole di Dio, quindi ora era giunto il momento di compiere il mio dovere: non potevo tradire la mia coscienza e stare a guardare mentre gli interessi della chiesa venivano compromessi. Per quanto pericolose fossero le circostanze, dovevo trovare un modo per trasferire quei libri fuori di lì. Non potevo permettere che finissero nelle mani del gran dragone rosso. Ho pensato alle parole del Signore Gesù che dicono: “Perché chi vorrà salvare la sua vita la perderà, ma chi avrà perduto la propria vita per causa Mia la salverà” (Luca 9:24). Anche se venissi arrestato e picchiato a morte mentre svolgo il mio dovere, sarebbe significativo e lodato da Dio. Ho pensato a Pietro, che fu crocifisso a testa in giù per Dio e non si preoccupò della propria vita, rendendo a Dio una testimonianza potente e clamorosa. Sapevo che avrei dovuto emulare Pietro, essere leale a Dio in qualsiasi situazione e compiere bene il mio dovere per confortare il Suo cuore. Dopo di che, ho collaborato con gli altri fratelli e sorelle, abbiamo usato il nostro ingegno per eludere il gran dragone rosso e, con la protezione di Dio, siamo riusciti a trasferire i libri senza problemi.
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