Svolgere un dovere esige la verità
Nel maggio 2021, ho assunto il ruolo di responsabile del lavoro di diverse Chiese. Dovevo davvero sacrificarmi e svolgere bene il mio dovere, o Dio avrebbe disapprovato. Così mi impegnavo nel lavoro della Chiesa ogni giorno, investendo molto tempo ed energia per condividere con i leader delle Chiese, discutendo su come evangelizzare e irrigare i nuovi arrivati, e nel tempo libero monitoravo i neofiti. Mi ci dedicavo davvero molto. La mia agenda era ogni giorno così piena che a volte mi mancava il tempo per mangiare, e sono arrivata al punto di non averne neppure per i devozionali. Pensavo di dover solo impegnarmi e sacrificarmi per ottenere risultati, e che così avrei avuto l’approvazione e le benedizioni di Dio e una buona destinazione.
Per il mio dovere, ho rinunciato alla carne e ho dato tutta me stessa, persino dedicando le mie pause pranzo a contattare i neofiti o a pianificare le riunioni, noncurante della stanchezza. Una Chiesa stava organizzando un gruppo di evangelizzazione, così ho subito cercato dei buoni candidati e considerato chi formare. Vedendo i nuovi arrivati privi di entusiasmo, mi affrettavo a trovare parole di Dio da condividere con loro affinché trovassero un senso al loro dovere. Dopo un periodo di duro lavoro, finalmente il gruppo era stabilito. Ma non ero soddisfatta. Sentivo che dovevo impegnarmi di più, svolgere più lavoro concreto, e guidare i fratelli e le sorelle a ottenere più neofiti, così avrei contribuito di più, Dio avrebbe approvato e avrei ottenuto una buona destinazione. Ma, di fronte a qualsiasi difficoltà, mi sentivo negativa e debole. Per esempio, quando vedevo i leader della Chiesa confusi nel loro lavoro o i neofiti non entusiasti del loro dovere, o quando le cose non erano ben organizzate, mi sentivo incompetente in quel dovere. Senza ottenere dei risultati, come avrei avuto una buona destinazione? Questo pensiero mi stressava sempre molto e mi sentivo stanca, depressa e preoccupata. Non ero consapevole del mio problema, e leggevo le parole di Dio solo quando ero in cattivo stato. La maggior parte del tempo ero occupata con il mio dovere. Sentivo che nutrirmi delle parole di Dio e rifletterci su non mi avrebbe lasciato abbastanza tempo per il mio dovere, così rimandavo. A volte aspettavo fino a sera, ma a quel punto ero stanca per la giornata di lavoro e assonnata. Quindi non lo facevo. Non lavoravo al mio ingresso nella vita, mi impegnavo solo in superficie, e svolgere il mio dovere in quello stato mi sfiniva. Un giorno mi sono chiesta se compierlo in quel modo fosse in linea con la volontà di Dio, se Lui l’avrebbe approvato. Sentivo che qualcosa non andava, e ho capito che si trattava del mio atteggiamento. Non facevo che lavorare e trascuravo il mio ingresso nella vita. Non avevo mai pensato veramente a come Dio avrebbe voluto che svolgessi il mio dovere. Ho pregato davanti a Lui: “Dio, temo di fallire nel mio dovere, e che Tu disapproverai e il mio futuro ne risentirà. Dio, se sono sulla strada sbagliata, Ti prego di illuminarmi e di mostrarmi i miei errori. O Dio, desidero che Tu sia soddisfatto, ma non so cosa fare. Ho bisogno della Tua guida”.
Un giorno, una sorella mi ha detto che non sapeva come cercare la verità quando aveva dei problemi e non era sicura di come svolgere bene il suo dovere. Non capiva il suo stato, quindi voleva che la aiutassi a farlo e a comprendere cosa fare quando manifestava corruzione. Le ho risposto che, per capire il nostro stato, dobbiamo riflettere sulle nostre idee, e verificare se i nostri pensieri, prospettive, obiettivi e comportamenti seguono la volontà di Dio. Di rimando, lei mi ha chiesto come avessi analizzato il mio pensiero per riflettere e conoscere me stessa. Ero perplessa. La sua domanda è stata come una doccia fredda. Non praticavo quanto avevo detto, quindi come potevo aiutarla? Svolgevo molto lavoro, ma non cercavo la verità nel mio dovere. Ho affrontato molti problemi e manifestato molta corruzione, come mancare di pazienza e amore nel sostenere i neofiti, e criticare le prestazioni lavorative dei leader quando monitoravo il loro lavoro. Sentivo che niente andava mai come volevo, ma non riflettevo né imparavo su me stessa. Pensavo di dover solo compiere il mio dovere, e che, se avessi fatto di più, Dio avrebbe approvato e sarebbe bastato. Così ho messo completamente da parte l’ingresso nella vita e non leggevo neppure le parole di Dio. Mi sembrava che nutrirmene equivalesse a rubare del tempo al mio dovere. In apparenza ero sempre occupata, ma non mi sacrificavo per Dio sinceramente. Svolgevo gli incarichi e basta. Non riflettevo su me stessa e non cercavo la verità quando ero in cattivo stato. Ho trascurato il mio ingresso nella vita e non avevo un rapporto corretto con Dio. Svolgevo il mio dovere a modo mio, come volevo. A quel punto il mio stato mi preoccupava. Mi chiedevo come Dio mi vedesse, e se approvase la mia ricerca.
Data la mia situazione, ho detto a quella sorella: “Io ho lo stesso problema. Mi tengo impegnata con il lavoro, ma non comprendo il mio stato. Spesso mi rendo conto che non è quello corretto, ma lo ignoro. Non rifletto su me stessa e non possiedo l’ingresso nella vita”. Poi abbiamo letto insieme un passo delle parole di Dio. “Se desideri che il tuo cuore sia veramente in pace davanti a Dio, devi svolgere un’opera di collaborazione consapevole. Significa che ognuno di voi deve dedicare un certo lasso di tempo alle orazioni, un tempo in cui mettere da parte persone, fatti e cose, rasserenare il cuore e acquietarsi al cospetto di Dio. Ognuno deve tenere un taccuino di preghiera su cui annotare ciò che sa della parola di Dio e come viene toccato il suo spirito, indipendentemente dal fatto che abbia un’indole profonda o superficiale; ognuno deve acquietare in modo consapevole il proprio cuore davanti a Dio. Se riuscirai a dedicare un’ora o due ore ogni giorno alla vita spirituale autentica, quel giorno avrai la sensazione che la tua vita sia più ricca e il tuo cuore sarà luminoso e chiaro. Se vivrai quotidianamente una vita spirituale di questo tipo, Dio potrà tornare a possedere il tuo cuore, lo spirito si rafforzerà sempre più, la tua condizione migliorerà costantemente, diventerai più bravo a percorrere il cammino su cui lo Spirito Santo conduce gli uomini, e Dio ti elargirà più benedizioni. Lo scopo della vostra vita spirituale è guadagnare consapevolmente la presenza dello Spirito Santo. Non è osservare le regole o celebrare rituali religiosi, ma agire davvero di concerto con Dio, disciplinare davvero il proprio corpo: ecco cosa dovrebbe fare l’uomo: perciò, dovete sforzarvi al massimo in questo senso” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Una vita spirituale normale conduce sulla retta via”). Questo mi ha aiutata a vedere che ho bisogno di una corretta vita spirituale e di tempo per le parole di Dio, a prescindere dagli impegni, e devo considerare se penso e agisco in linea con la volontà di Dio o no. Invece non mi ero mai dedicata a leggere le parole di Dio o a rifletterci su. Addirittura, i miei devozionali mi sembravano tempo tolto al lavoro. Non cercavo la verità nel mio dovere né consideravo se stessi facendo o meno quanto richiesto da Dio. Non cercavo la verità di fronte ai problemi, pensavo solo al lavoro, tentando di svolgerlo con la mia sola capacità ed esperienza. A volte, quando ero ormai in un cattivo stato e non riuscivo a sentire l’opera dello Spirito, andavo comunque avanti, anche se a fatica. Sembravo molto occupata, ma il mio cuore era vuoto e buio, e non stavo imparando nulla. Dopo aver letto le parole di Dio, ho potuto vedere quanto sia importante nutrirsi delle Sue parole, eseguire i devozionali e riflettere su se stessi. Se non leggiamo le parole di Dio, non sapremo usarle per analizzare i nostri pensieri e comportamenti, e non conosceremo la corruzione che manifestiamo. Allora la nostra indole corrotta non cambierà mai e non otterremo mai l’approvazione di Dio. Capire tutto questo mi ha aperto gli occhi. Vedere gli stati in cui mi ero trovata mi ha spaventata, e non volevo continuare ad essere così: volevo curare la mia vita spirituale nel compiere il mio dovere, praticare le parole di Dio ed accedervi.
Abbiamo letto alcune parole di Dio al riguardo. Dio Onnipotente dice: “Se vuoi essere lodato da Dio, devi in primo luogo sottrarti all’oscura influenza di Satana, aprire il cuore a Dio e volgerlo completamente a Lui. Dio loderebbe le cose che stai facendo ora? Hai volto il cuore a Dio? Le cose che hai fatto sono quelle che Dio ti ha richiesto? Sono conformi alla verità? Esamina te stesso in ogni momento, concentrati sul nutrirti delle parole di Dio, esponi il tuo cuore davanti a Lui, amaLo con sincerità e spenditi con devozione per Lui. Così facendo, otterrai di certo l’apprezzamento di Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Sfuggi all’influenza delle tenebre e sarai guadagnato da Dio”). “Se le persone vivono nelle parole di Dio, allora lo Spirito Santo sarà con loro e agirà su di loro; se gli uomini non vivono nelle parole di Dio, allora vivono nella schiavitù di Satana. Gli uomini che vivono con un’indole corrotta non hanno la presenza o l’opera dello Spirito Santo. Se vivi nella sfera delle parole di Dio, se vivi nella condizione richiesta da Dio, allora appartieni a Lui e la Sua opera sarà compiuta su di te; se non vivi nella sfera delle richieste di Dio ma vivi invece sotto il dominio di Satana, allora vivi di certo nella corruzione di Satana. Solo vivendo nell’ambito delle parole di Dio e dando il tuo cuore a Lui puoi soddisfare le Sue richieste; devi fare ciò che Dio dice, rendere le parole da Lui pronunciate il fondamento della tua esistenza e la realtà della tua vita; soltanto allora apparterrai a Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Sfuggi all’influenza delle tenebre e sarai guadagnato da Dio”). Ho riflettuto su me stessa alla luce delle parole di Dio. Ero entusiasta del mio dovere, ma facevo tutto secondo la mia personale visione. Mi sono allontanata dalle parole di Dio, non ho cercato la verità, pensavo solo al mio lavoro. Quella non era la volontà di Dio. Avevo sempre creduto che bastasse compiere il mio dovere con tutta me stessa e sacrificarmi di più perché Dio approvasse, ma non era così. Dio non guarda solo i contributi superficiali, ma anche i nostri cuori, sperando che obbediamo alle Sue parole, perseguiamo la verità nel nostro dovere, mettiamo in pratica le Sue parole e sfuggiamo ai vincoli della corruzione di Satana. Io invece volevo solo eseguire i compiti. Non cercavo la verità, non pensavo alla corruzione che manifestavo e non praticavo le parole di Dio. Allora ho visto che ero sulla strada sbagliata, e che continuare così sarebbe stato pericoloso: Dio non avrebbe mai approvato.
In seguito, ho ripensato a un passo delle parole di Dio che smascherava Paolo, e mi ha aiutata a capire i problemi della mia ricerca. Dio Onnipotente dice: “In questo momento, la maggior parte delle persone si trova in una condizione riflessa dal seguente pensiero: ‘Per poter ottenere delle benedizioni mi devo sacrificare per Dio e pagare un prezzo per Lui. Per poter ottenere delle benedizioni devo abbandonare tutto per Dio; devo portare a termine ciò che Lui mi ha affidato e compiere bene il mio dovere’. Questo pensiero è dominato dal desiderio di guadagnarsi benedizioni ed è un esempio di come alcuni si impegnino a fondo al solo scopo di ricevere ricompense da Dio e di ottenere una corona. Una persona che si comporta in questo modo non ha la verità dentro di sé e sicuramente la sua conoscenza è limitata ad alcune parole della dottrina, di cui fa sfoggio ovunque vada. Il suo cammino è quello di Paolo. La fede in Dio di un individuo di questo tipo è un atto di costante sforzo, ed egli è intimamente convinto che più fa, più dimostrerà la sua lealtà a Dio, che più fa, più Dio sarà sicuramente soddisfatto, e che più fa, più meriterà di essere incoronato davanti a Dio e più sarà certo di ricevere grandi benedizioni nella casa di Dio. Pensa che, se riuscirà a sopportare le sofferenze, a predicare e morire per Cristo, a sacrificare la propria vita e a portare a termine tutti i compiti che Dio gli ha affidato, allora sarà una delle persone più benedette da Dio, una di quelle che ottengono le benedizioni maggiori e che sicuramente riceverà una corona. Questo è precisamente ciò che Paolo si immaginava e perseguiva; è esattamente il cammino da lui percorso, e fu sotto la guida di questi pensieri che egli lavorò per servire Dio. Tali pensieri e intenzioni non hanno forse origine da una natura satanica? Sono come quelli degli esseri umani terreni, i quali credono che, fintanto che sono al mondo, debbano ricercare la conoscenza e che solo dopo averla ottenuta possano distinguersi dalla massa, diventare funzionari e godere di una posizione di prestigio. Pensano che, una volta ottenuta tale posizione di prestigio, possano realizzare le loro ambizioni e portare la propria casata e la propria professione a determinati livelli. Tutti i non credenti non percorrono forse questo cammino? La fede di coloro che sono dominati da questa natura satanica può solo essere come quella di Paolo. Il loro pensiero è: ‘Devo abbandonare ogni cosa al fine di dedicarmi a Dio, devo essere fedele nei confronti di Dio e alla fine riceverò senz’altro la corona più maestosa e le benedizioni più grandi’. È lo stesso atteggiamento delle persone terrene che perseguono cose terrene; esse non sono affatto diverse e sono soggette alla stessa natura. Quando gli esseri umani hanno una natura satanica di questa sorta, nel mondo perseguono la conoscenza, il prestigio, l’erudizione, e cercano di distinguersi dalla massa; se credono in Dio, essi cercheranno di ottenere la corona e le grandi benedizioni. Se non perseguono la verità nella loro fede in Dio, sicuramente intraprenderanno questa strada; è un fatto immutabile, una legge naturale” (“Come percorrere il cammino di Pietro” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Ero sempre stata convinta che l’obiettivo del mio dovere fosse soddisfare Dio, ma attraverso le parole di Dio ho visto che in realtà mi sbagliavo. Sembravo entusiasta del mio dovere, ma non stavo cercando di acquisire la verità né di soddisfare Dio. Volevo essere benedetta da Dio e avere una buona destinazione. Credevo che se facevo il mio lavoro e mi sacrificavo, se lavoravo duramente e soffrivo di più, Dio avrebbe approvato e avrei avuto una buona destinazione. Per le benedizioni di Dio, saltavo i pasti e dormivo meno, e trascuravo i devozionali e la lettura delle Sue parole per risparmiare tempo. Volevo una buona destinazione futura in cambio del mio impegno, come un impiegato che lavora per il capo. Era come percepire uno stipendio dal datore di lavoro. Contrattavo con Dio nel mio dovere, Lo ingannavo. Dio vuole che siamo sinceri, e non che trattiamo e accampiamo pretese, mentre io volevo mercanteggiare con Lui, scambiare i miei sacrifici con l’accesso al Cielo. Paolo ricercava allo stesso modo. Lui pensava solo al lavoro, voleva essere incoronato, ricompensato, ma non perseguiva la verità né prendeva sul serio le parole di Dio, e tanto meno cercava di cambiare se stesso. Era su un cammino avverso a Dio. Io ero come lui: mi impegnavo molto, sperando in ulteriori benedizioni da parte di Dio per ottenere una destinazione migliore. Ho visto che non perseguivo la verità, né amavo veramente Dio, quindi come potevo ottenere la Sua approvazione? Senza leggere le parole di Dio, non mi accorgevo della mia corruzione né di aver voltato le spalle alla via di Dio. Poi, ho considerato le conseguenze di quando un leader intraprende la via sbagliata e ho letto questo passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Qual è la causa dell’emergere della categoria di persone dei leader e dei lavoratori? E come sono emersi? Su grande scala, sono richiesti per l’opera di Dio; su scala minore, sono richiesti per il lavoro della Chiesa, sono richiesti dai prescelti di Dio. […] La differenza tra il loro dovere e quello delle altre persone ha a che fare con una loro caratteristica speciale. Di quale caratteristica speciale si tratta? L’aspetto su cui si pone maggiore accento è la funzione di leadership. Per esempio, a prescindere da quanti membri una Chiesa abbia, il leader è il capo. Quindi, che ruolo ha il leader tra i membri? (Assume il comando.) Guida tutti i prescelti della Chiesa. E, dunque, che influenza ha sull’intera Chiesa? Se il leader prende la strada sbagliata, ciò avrà un impatto enorme su tutti i prescelti della Chiesa: tutti loro lo seguiranno sul cammino sbagliato. Proprio come Paolo, che guidava tutte le Chiese che aveva fondato e le persone a cui aveva diffuso il Vangelo e che aveva convertito; quando Paolo si smarrì, alle Chiese e alle persone che guidava accadde lo stesso. Quando i leader si smarriscono, non sono loro gli unici a subirne delle conseguenze; ne risentono anche tutti i fratelli e le sorelle che rientrano nell’ambito della loro leadership” (“Cercano di conquistare le persone” in “Smascherare gli anticristi”). Le parole di Dio mi hanno mostrato che il mio percorso, in quanto leader, era davvero importante. Il mio atteggiamento verso la verità, la via che percorrevo e come svolgevo il mio dovere influivano direttamente sull’ingresso degli altri. Se avessi preso la strada sbagliata, gli altri mi avrebbero seguita. Come leader, ero responsabile di guidare i fratelli e le sorelle nella loro ricerca della verità, e invece io pensavo al lavoro, non alla ricerca della verità. Ho messo da parte la lettura delle parole di Dio e la ricerca della verità, allontanandomi da Dio. Non ero concentrata sul mio ingresso nella vita, quindi come potevo guidare i fratelli e le sorelle a perseguire la verità? Li avrei semplicemente guidati sulla stessa strada di Paolo e, se fossero stati eliminati perché non stavano perseguendo la verità, sarei stata io responsabile di quel male, privandoli della possibilità di essere salvati. Una cosa simile non sarebbe fare del bene, ma compiere il male e opporsi a Dio! Ho anche capito quanto sia pericoloso condurre gli altri a lavorare esteriormente, ma allontanare noi stessi da Dio e dalla verità. Le parole di Dio hanno rivelato la mia corruzione e mi hanno mostrato il giusto percorso di ricerca e la responsabilità di un leader. Sapevo di dover concentrarmi di più sulla lettura delle parole di Dio, cercare la verità e risolvere la mia corruzione. Allora non avrei intrapreso una strada sbagliata.
Poi, ho letto altri due passi. Dio Onnipotente dice: “Le destinazioni di Paolo e di Pietro furono calcolate in base alla loro capacità di svolgere il loro dovere di creature di Dio e non secondo l’entità del loro contributo; le loro destinazioni furono determinate in base a ciò che cercarono fin dal principio, non secondo la quantità di lavoro che svolsero o l’opinione che gli altri ebbero di loro. Così, cercare di svolgere attivamente il proprio dovere di creatura di Dio è la strada verso il successo; cercare la strada del vero amore per Dio è la via più corretta; cercare i cambiamenti della propria vecchia indole e cercare l’amore puro per Dio è la strada verso il successo. Quest’ultima è il percorso del recupero del dovere e dell’aspetto originali di una creatura di Dio. È la strada del recupero e anche l’obiettivo di tutta l’opera di Dio dal principio alla fine. Se la ricerca dell’uomo è viziata da eccessive richieste personali e desideri irrazionali, l’effetto che si ottiene non sarà rappresentato da un cambiamento della sua indole. Ciò è in contrasto con il lavoro di recupero. Senza dubbio non è un’opera compiuta dallo Spirito Santo, dunque ciò dimostra che una ricerca di questo tipo non è approvata da Dio. Quale peso ha una ricerca non approvata da Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre”). “Io decido la destinazione di ciascuna persona non in base all’età, all’anzianità, alla quantità di sofferenza, né men che meno, al grado in cui suscita compassione, ma in base al fatto che possieda la verità. Non c’è altro criterio di scelta che questo. Dovete rendervi conto che anche tutti coloro che non fanno la volontà di Dio saranno puniti. Questo è un dato di fatto immutabile. Pertanto, tutti coloro che vengono puniti, sono puniti in tal modo a motivo della giustizia di Dio e come retribuzione delle loro numerose malvagie azioni” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione”). Questo mi ha aiutata a capire che Dio non determina il nostro esito in base all’entità dei nostri contributi, a quanto lavoriamo o soffriamo. Egli non ha mai affermato che ci benedirà in base a quanto lavoriamo o che la nostra fatica ci garantirà una buona destinazione. Invece io ero convinta che, se avessi lavorato duramente, svolto il mio dovere e contribuito di più, avrei ottenuto l’approvazione di Dio e una buona destinazione. Quindi ero davvero entusiasta del lavoro della Chiesa e di risolvere i problemi degli altri, ed ero più che disposta a soffrire per il mio dovere. Ma le parole di Dio mi hanno fatto capire che la mia idea era sbagliata, che Egli determina il nostro esito a seconda che perseguiamo o no la verità e che ci trasformiamo o meno. Proprio come Paolo: si impegnò duramente, lavorò e soffrì molto, e fondò molte Chiese. Le persone reputano il suo contributo molto elevato, ma la sua motivazione era quella di essere ricompensato e incoronato, per questo tutto il suo impegno non ottenne l’approvazione di Dio. Paolo fu eliminato da Dio perché non cambiò mai d’indole. Invece Pietro, nonostante non abbia svolto molto lavoro, ricercava la verità e rifletteva su se stesso sulla base delle parole di Dio. Egli mise in pratica le parole di Dio e alla fine conseguì un cambiamento d’indole. La sua ricerca era in linea con la volontà di Dio. Non avevo mai capito il criterio secondo cui Dio determina l’esito delle persone, avevo le mie nozioni di fede. Pensavo che il duro lavoro mi avrebbe garantito il Regno di Dio, e volevo scambiare il mio misero sforzo con una bella destinazione. Questa ricerca non aveva nulla a che fare con Dio. Non stavo perseguendo la verità con cuore puro per soddisfare Dio, e ricercando in quel modo svuotavo la mia fede di significato. Per quanto sembrassi occupata, non stavo cambiando la mia indole corrotta. Ero ancora colma di arroganza, avidità, orgoglio, invidia e astuzia. Come poteva una persona come me, così piena di corruzione satanica, avere una buona destinazione? Inoltre, nel mio dovere, non riflettevo su me stessa né cercavo la volontà di Dio. Non facevo quanto richiesto da Dio, quindi come poteva il mio lavoro essere in linea con la Sua volontà? Il giudizio e il castigo delle parole di Dio mi hanno fornito una certa comprensione del mio approccio sbagliato alla ricerca. Senza, avrei continuato a faticare alla cieca, schiava della falsità e di una mentalità opportunista, e quella ricerca mi avrebbe solo portata a resistere a Dio ed essere punita. Dopo aver visto l’importanza di perseguire la verità, ho iniziato a correggere la mia ricerca: non volevo più vivere limitandomi a eseguire gli incarichi.
Da allora, per quanto impegnata fossi, ho trovato il tempo di nutrirmi delle parole di Dio ogni giorno e tentavo di sperimentarle nel mio dovere. Di fronte ai miei problemi, ricercavo i principi della verità, e facevo comunione sulla verità per aiutare gli altri con i loro. Mettendo in pratica le parole di Dio, ero meno confusa e più centrata nel mio dovere. In passato, quando c’era molto da fare, pensavo sempre a sbrigarmi, convinta che sbagliare avrebbe influito sulla mia destinazione, invece ora non provo più quell’ansia quando ho molto lavoro. Prima ricerco i principi della verità per capire cosa richiede Dio; quando collaboro con Lui in questo modo, posso vedere la Sua guida, e ora ottengo risultati sempre migliori. A un certo punto, ho notato che i fratelli e le sorelle erano un po’ passivi nel loro dovere e mi sono sentita frustrata e arrabbiata. Ho investito molto tempo nel condividere con loro, ma invano. Alcuni restavano svogliati e questo ostacolava il lavoro. Così, ho pregato davanti a Dio riguardo alle cause della mia rabbia e alle mie motivazioni. Leggendo le parole di Dio, ho visto che mi sentivo in quel modo perché pensavo che non ottenere buoni risultati mi avrebbe messa in cattiva luce e avrei potuto perdere la mia posizione. In quel momento ho capito che quella era la mia corruzione. Dovevo rinunciare alla carne per la verità. La reputazione e il prestigio non contavano nulla. Non importava cosa gli altri pensassero di me, o che fossi o no una leader: dovevo svolgere il mio dovere. Solo questo importava. Così, ho indagato sul motivo della passività dei miei fratelli e sul loro atteggiamento nei confronti del dovere. Abbiamo letto insieme le parole di Dio e, attraverso la condivisione, lo stato di tutti è gradualmente migliorato, e così i loro risultati. Questa esperienza mi ha mostrato che ricercare la verità è l’unica via per la vera fede, per seguire Dio. Non posso accontentarmi di eseguire gli incarichi: devo leggere le parole di Dio, sperimentare la Sua opera e trasformare la mia indole. Sia lodato Dio!
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