Basta compiacere gli altri!
A proposito di compiacere gli altri, prima di credere in Dio, pensavo fosse grandioso. Avere un’indole mite, non arrabbiarsi mai con nessuno, piacere a tutti e non offendere nessuno. Aspiravo a essere quel tipo di persona. È perché, da quando sono piccola, la mia istruzione e la società mi hanno inondata di cose come “L’armonia è un tesoro, la pazienza è una virtù”, “Anche se vedi l’errore, è meglio dire poco”, “Il saggio si protegge col non farsi coinvolgere”, “Non prendere mai nulla troppo sul serio”, “Se l’ignoranza è una gioia, essere saggi è sciocco”, e “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia”. Ho usato queste idee come fossero miei principi di vita. Non importava se si trattasse di familiari e amici o semplici conoscenti, non offendevo nessuno e non mi opponevo mai a quello che volevano gli altri. Tutti si complimentavano con me perché ero buona con le persone ed era facile andare d’accordo con me. Sentivo, poi, che per sopravvivere in questa società oscura e malvagia bisogna forgiare buoni rapporti con le persone che ci circondano, perché è l’unico modo per trovare una propria collocazione. Solo più avanti, dopo aver accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni, aver sperimentato il giudizio e il castigo delle parole di Dio e compreso una parte della verità ho finalmente capito che questi principi di sopravvivenza sono filosofie sataniche, veleni satanici e non principi a cui bisognerebbe rimanere attaccati. Ho compreso che, vivendo in questo modo, sono diventata sempre più corrotta, disonesta, egoista e deprecabile, che non avevo una normale parvenza di umanità. Infine, ho iniziato a detestarmi e mi sono pentita dinanzi a Dio.
Nel 2018, sono stata eletta come capo del quartiere. All’inizio, non sapevo molto sul lavoro della Chiesa. La sorella con cui facevo coppia, sorella Liu, svolgeva questo dovere da oltre un anno e comprendeva le varie sfaccettature del lavoro di chiesa, quindi le facevo domande sui problemi o le difficoltà che avevo e lei mi aiutava tanto. In seguito, più volte ho sentito sorella Liu dire che il capo di una chiesa per cui era responsabile, sorella Zhang, da qualche tempo eseguiva i propri doveri in maniera meccanica, senza svolgere un lavoro concreto, declamando luoghi comuni e dottrine durante le riunioni, ed era arrogante, ipocrita e si rifiutava di accettare i suggerimenti o l’aiuto degli altri. All’epoca, pensavo che tutte queste cose potessero essere segnali di un falso capo che non svolge un lavoro concreto e, siccome sorella Liu ne era a conoscenza, mi chiedevo perché non cambiasse qualcosa e non rimuovesse sorella Zhang. Volevo dirle qualcosa, ma poi mi è venuto da pensare che avevo appena iniziato a svolgere questo compito e non conoscevo benissimo sorella Zhang. Se avessi detto qualcosa direttamente, sorella Liu mi avrebbe forse criticata perché ero stata precipitosa e non avevo trattato gli altri amorevolmente. A tal fine, ho condiviso i miei pensieri con sorella Liu in maniera indiretta, ma lei non vi ha dato grande peso e mi ha chiesto di aiutare sorella Zhang con amore. Ho pensato: “Sorella Liu deve conoscere i principi in base a cui è possibile rimpiazzare i capi perciò, se ne faccio di nuovo parola, non penserà che io stia dicendo che non fa un lavoro concreto? E senza dubbio penserà che do troppi problemi ed è difficile andare d’accordo con me. Se questo sarà causa di conflitto tra noi, come faremo a lavorare in coppia ai nostri doveri futuri?” A quel punto, ho deciso di non dire nient’altro.
Ho condiviso con sorella Zhang varie volte per mettere a nudo i suoi problemi e analizzarli. Non solo si rifiutava di accettarlo, ma discuteva con me. Di lì a poco, alcuni fratelli e sorelle hanno iniziato a segnalare che sorella Zhang non stava svolgendo un lavoro concreto. In quel momento ho capito che il problema di sorella Zhang era grave e che, se non lo avessimo affrontato per tempo, avrebbe rallentato il lavoro della chiesa e l’entrata nella vita dei nostri fratelli e sorelle. Pertanto, ho di nuovo sollevato con sorella Liu la questione di destituire sorella Zhang. Ma sorella Liu ha detto: “Queste segnalazioni sono state girate ai nostri superiori. Aspettiamo che vadano a fondo alla questione prima di rimuoverla dal suo incarico”. Ho pensato: “Attraverso le segnalazioni e verificando la situazione, possiamo vedere che sorella Zhang non ha eseguito un lavoro concreto, ha operato meccanicamente e si è limitata a parlare di luoghi comuni e dottrine per tanto tempo. Già sappiamo che è un falso capo quindi, secondo i principi, dovrebbe essere rimossa il prima possibile”. “Siamo capi di quartiere e nella chiesa è apparso un falso capo ma, invece di affrontare la questione prontamente, la stiamo dirottando ai nostri superiori. Ciò non è sabotaggio? Non significa concedere a un falso capo di continuare a danneggiare i nostri fratelli e sorelle? Questo è niente meno che stare dalla parte di Satana e andare contro Dio! È un problema gravissimo!” Volevo parlarne di nuovo con sorella Liu, ma ho pensato: “L’ultima volta che ne ho parlato, non ha voluto rimpiazzare sorella Zhang e mi ha detto di trattarla con amorevolezza. A quanto pare vanno molto d’accordo, perciò, se sollevassi di nuovo la questione di destituire sorella Zhang, sorella Liu potrebbe dire che sono troppo arrogante. Non penserebbe che sto solo cercando di mettermi in mostra, come nel detto secondo cui ‘Chi è nuovo in un lavoro deve dimostrare di avere coraggio’? Meglio non dire nulla. Quanto meno i nostri superiori stanno indagando e controllando i fatti. Un paio di giorni in più non potranno causare grandi danni”. E, quindi, mi sono trattenuta, con le parole sulla punta della lingua. Qualche giorno dopo, quando i nostri superiori avevano indagato sulla questione, ci hanno trattati duramente per non aver prontamente gestito un falso capo, dicendo che abbiamo interrotto e disturbato il lavoro della chiesa e ritardato l’entrata nella vita dei nostri fratelli e sorelle. Hanno detto che questo significava essere complici di Satana e danneggiare i nostri fratelli e sorelle. Sentire queste parole mi ha resa infelice. Ho capito che non avevo praticato la verità che chiaramente conoscevo e non ero rimasta salda sui principi. Avevo davvero protetto un falso capo. La stavo coprendo. Perciò, non ho perso tempo e l’ho rimossa dal suo incarico. Ma, in seguito, mi sentivo solo un po’ in colpa e a disagio e non ho colto l’opportunità per riflettere ulteriormente su me stessa. Più tardi, ho scoperto che sorella Liu parlava sempre per luoghi comuni e dottrine nelle riunioni e che non riusciva a risolvere i problemi e le difficoltà dei fratelli e sorelle. Quando segnalavo alcuni dei suoi problemi e mancanze, lei si rifiutava di accettarli e cercava di bisticciare e discutere con me. Non portava a nulla il lavoro che cadeva sotto la sua responsabilità e, quando i nostri superiori la potavano e la trattavano, lei si rifiutava di accettarlo. Diventava negativa e lasca nel suo lavoro, impantanata in lamentele e fraintendimenti. Allora, volevo mettere a nudo il suo stato, ma mi sono resa conto che, facendo coppia con lei, ero anch’io responsabile se il nostro lavoro non era fatto bene e, se avessi analizzato i suoi problemi, avrebbe detto che non ero comprensiva, quindi non ho osato. Invece, ho solo provato a consolarla e incoraggiarla a non essere negativa. Ma, in seguito, ho compreso che sorella Liu non era comunque cambiata minimamente. Non aveva alcuna consapevolezza di sé! Se le cose fossero andate avanti in quel modo, avrebbero solo ritardato il lavoro della chiesa e danneggiato i nostri fratelli e sorelle. Mi sono resa conto che dovevo segnalare queste cose ai nostri superiori il prima possibile. In quel periodo la chiesa stava facendo un sondaggio sull’opinione generale e i nostri superiori mi hanno chiesto di stilare una valutazione su sorella Liu. Mi stavo apprestando a scriverla, ma mi sono ricordata che la maggior parte dei fratelli e sorelle non avevano discernimento nei suoi confronti e anzi la sostenevano. Quindi, se mi fossi esposta per segnalare i problemi di sorella Liu, avrebbero detto che stavo complottando e che volevo venisse destituita, così da avere carta bianca su tutto? Oltre a questo, eravamo una coppia nello svolgere i nostri doveri e lei aveva fatto molto per aiutarmi. Se fosse stata rimossa per davvero, non mi avrebbe odiata? Ci pensavo e ripensavo e, alla fine, ho deciso che avrei glissato sui particolari del fatto che non stava svolgendo un lavoro concreto né accettando la verità. Ma, dopo aver consegnato la mia valutazione, non riuscivo a sedare il disagio nel mio cuore. Sapevo che stavo nascondendo i fatti e ingannando Dio e avvertivo ancor più grandi le tenebre nel mio spirito. Mi appisolavo sempre quando leggevo le parole di Dio e non ricavano alcuna illuminazione o rivelazione dalla condivsione durante le riunioni. Non riuscivo a scoprire nessuno dei problemi che affliggevano i miei fratelli e sorelle. Trascorrevo le giornate nella confusione senza la minima energia e sentivo che Dio mi aveva abbandonata.
I nostri superiori hanno poi fatto le dovute indagini e sorella Liu è stata destituita in quanto falso capo che non svolgeva un lavoro concreto. Ho sentito grande vergogna e senso di colpa all’epoca, soprattutto quando pensavo alle parole di Dio: “Nella società, troverete tante brave persone che parlano in maniera assai nobile e, sebbene esteriormente non sembrino aver commesso atti malvagi gravi, nel profondo sono ingannevoli e infide. In particolare, sono in grado di capire che aria tira e sono melliflue e socievoli nella loro eloquenza. A Mio parere, una simile ‘brava persona’ è falsa, ipocrita; sta soltanto fingendo di essere una brava persona. Tutti coloro che perseguono il giusto mezzo sono i più sinistri. Cercano di non offendere nessuno, di compiacere gli altri, si adeguano alle cose, e nessuno riesce a comprenderne la vera natura. Una persona così è un Satana vivente!” (“Solo mettendo in pratica la verità ci si può liberare dei vincoli di un’indole corrotta” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Secondo le parole di Dio, compiacere sempre gli altri significa essere sinistri e astuti, dei satana viventi. Mi sono resa conto di essere proprio così. Da un po’ sapevo che sorella Liu era un falso capo ma, per proteggere il mio rapporto con lei e me stessa, ho scelto invece di offendere Dio e non ho praticato la verità. Avevo di nuovo coperto un falso capo, offeso l’indole di Dio e commesso una trasgressione. Sentivo di essere finita, che Dio non avrebbe salvato una persona come me. Ho vissuto nell’infelicità e nella negatività per qualche giorno. Non avevo più interesse nel fare qualsiasi cosa. In seguito, però, mi sono ricordata delle parole di Dio: “Indipendentemente da quanti errori tu abbia commesso, da quanto tu ti sia allontanato o da quanto tu abbia trasgredito in modo grave, non permettere che queste cose diventino un fardello o un ingombrante bagaglio da portare con te nella tua ricerca di comprendere Dio: continua ad avanzare marciando. In ogni momento Dio ha a cuore la salvezza dell’uomo; questo non muta mai. È la parte più preziosa dell’essenza di Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Ho meditato su queste parole ancora e ancora e sentivo che ogni parola e ogni verso contenevano misericordia e speranza per me. Anche se la mia malvagità aveva offeso l’indole di Dio, Egli ancora usava le Sue parole per darmi conforto, per incoraggiarmi e dirmi di continuare ad andare avanti. Ho provato una gratitudine immensa e mi sono detta che non potevo più essere negativa. Ovunque avessi fallito, dovevo risollevarmi da terra. Avrei dovuto riflettere, comprendere i miei problemi e cercare la verità per risolverli.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Tutti voi sostenete che siete rispettosi del fardello di Dio e che difenderete la testimonianza della Chiesa, ma chi tra voi è stato davvero rispettoso del fardello di Dio? Domandati: sei uno che ha mostrato rispetto per il fardello di Dio? Sai praticare la giustizia per Dio? Sai alzarti e parlare a Mio nome? Sai mettere fermamente in pratica la verità? Sei abbastanza coraggioso da combattere contro tutti gli atti di Satana? Saresti capace di mettere da parte le tue emozioni e smascherare Satana a beneficio della Mia verità? Sai consentire che la Mia volontà sia attuata in te? Hai offerto il tuo cuore nel più cruciale dei momenti? Sei uno che fa la Mia volontà? Domandatelo e pensaci spesso” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 13”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho provato un’agonia che mi ha trafitto il cuore. Ho compreso che ero solo una persona preoccupata di compiacere gli altri, sfuggente e astuta. Posta di fronte a un problema, ho fatto tutto ciò che potevo per proteggere me stessa e non ho considerato gli interessi della casa di Dio e non ho avuto alcun senso di responsabilità né onere nei miei doveri. Avrei dovuto gestire la situazione con prontezza quando si sono palesati i falsi capi ma, invece, per proteggere me stessa e per paura di offendere sorella Liu, ho avuto troppa paura di praticare la verità o metterla a nudo e segnalarla. Ho intenzionalmente nascosto la verità e l’ho mascherata per proteggere sorella Liu. Di conseguenza, ogni il lavoro della chiesa ne ha risentito in ciascuna sua sfaccettatura e ai miei fratelli e sorelle mancava una vita di Chiesa normale. La casa di Dio mi ha affidato un dovere così importante ma, quando nella chiesa sono apparsi falsi capi, ho tradito i principi della verità per proteggere i miei interessi personali, ripetutamente mi sono schierata dalla parte di Satana e li ho protetti. Ero ben consapevole che il lavoro della chiesa ne avrebbe risentito, ma non ho praticato la verità né ho sostenuto la giustizia. Ogni volta che si verificava la possibilità di offendere forse qualcuno, ho abbandonato i principi della verità. Agivo egoisticamente, nel mio interesse personale. Fare queste cose non significava disturbare e interrompere il lavoro della casa di Dio e agire come complice di Satana? Non osavo praticare la verità o sostenere i principi; ero priva di senso di giustizia. Come potevo essere adatta a essere capo di una chiesa? Ero egoista, deprecabile, sfuggente, ingannevole e meschina! Questa considerazione mi feriva specialmente quando riflettevo su quanto dicono le parole di Dio: Dio detesta e disprezza chi cerca sempre di compiacere gli altri e non li salva e i sermoni più volte ripetono che la casa di Dio si rifiuta fermamente di accettare certe persone come capi, perché hanno cuori malvagi e possono solo danneggiare la casa di Dio e i propri fratelli e sorelle. Facendo da scudo e coprendo i falsi capi, avevo già offeso Dio, avevo offeso la Sua indole, pertanto mi sono recata dinanzi a Dio e L’ho pregato: “Dio, più volte ho trasgredito la Tua volontà. Conoscevo chiaramente la verità ma non l’ho praticata e, così facendo, ho danneggiato il lavoro della chiesa. Sono disposta ad accettare le Tue maledizioni e la Tua punizione. Non importa come mi tratterai in futuro, sono disposta a obbedirTi e pentirmi al Tuo cospetto”.
Ho iniziato a chiedermi: “Perché ho cercato di compiacere le persone e non sono riuscita a praticare la verità quando mi accadeva qualcosa? Cos’era che mi muoveva?” Poi ho letto un passo delle parole di Dio: “Satana corrompe gli individui attraverso l’istruzione e l’influenza dei governi nazionali e dei personaggi grandi e famosi. Le loro parole diaboliche sono diventate la vita e la natura dell’uomo. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ è un celebre detto satanico che è stato instillato nella gente ed è diventato la vita delle persone. Esistono altri detti analoghi ispirati a filosofie di vita. Satana usa la ricca cultura tradizionale di ciascuna nazione per istruire la gente, facendo sì che il genere umano sprofondi in un abisso sconfinato di distruzione e ne sia divorato, e alla fine le persone vengono distrutte da Dio perché Gli oppongono resistenza e servono Satana. […] Ci sono ancora molti veleni satanici nella vita delle persone, nella loro condotta e nel loro comportamento; la verità è quasi del tutto assente in loro. Per esempio, le loro filosofie di vita, i loro modi di fare le cose e le loro massime sono tutti pervasi dei veleni del gran dragone rosso, e procedono tutti da Satana. Pertanto, tutte le cose che scorrono nel sangue e nelle ossa della gente sono sataniche. Tutti quei funzionari, quelli che detengono il potere e si sono affermati nel mondo, hanno le loro vie e i loro segreti per conseguire il successo. Tali segreti non sono forse perfettamente rappresentativi della loro natura? Hanno compiuto cose talmente straordinarie in questo mondo e nessuno riesce a scorgere quali stratagemmi e intrighi abbiano alle spalle. Ciò dimostra quanto insidiosa e avvelenata sia la loro natura. L’umanità è stata profondamente corrotta da Satana. Il veleno di Satana scorre nel sangue di ogni persona ed è evidente che la natura umana è corrotta, malvagia e reazionaria, pervasa di filosofie sataniche e in esse immersa: in tutto e per tutto, si tratta di una natura che tradisce Dio. È per questo che le persone oppongono resistenza a Dio e Lo contrastano” (“Come conoscere la natura umana” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho trovato la causa che mi spingeva a compiacere gli altri. È perché, da quando ero piccola, ero stata istruita dal Partito Comunista Cinese ed ero colma di ogni genere di filosofie, logica e regole mondane, come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Gli uomini non sono santi; come possono essere liberi da ogni colpa?” “Anche se vedi l’errore, è meglio dire poco” e poi “Il saggio si protegge col non farsi coinvolgere”, “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” e così via. Queste cose erano radicate a fondo nel mio cuore ed erano insegnamenti di vita. Divenivo sempre più arrogante, ipocrita, egoista, deprecabile, sfuggente e ingannevole. Ho fatto di queste idee le mie massime esistenziali. Nell’andare d’accordo con le persone, osservavo attentamente ogni parola ed espressione degli altri e gestivo con cautela tutti i miei rapporti interpersonali. Compiacevo gli altri, percorrevo la strada della mediocrità, non offendevo nessuno, non osavo pronunciare la verità o sostenere la giustizia e vivevo senza un briciolo di dignità. Quando nella chiesa si sono palesati falsi capi, nel timore di offendere sorella Liu, ho abbandonato i miei principi, ho scelto di essere una codarda e ho permesso loro di danneggiare i miei fratelli e sorelle e ostacolare il lavoro della casa di Dio. Come potevo definirmi una buona persona? Ero malvagia, una “brava persona”, una deprecabile schiava di Satana. Non avevo il minimo senso del coraggio o della giustizia. Se avessi analizzato e aiutato sorella Liu prima, è probabile che non avrebbe compiuto così tante trasgressioni, il lavoro della casa di Dio e l’entrata nella vita dei fratelli e sorelle non sarebbe stato ostacolato e io non avrei offeso l’indole di Dio. Perciò, a quel punto ho finalmente compreso che vivere in base a queste filosofie sataniche mondane e compiacere gli altri poteva solo danneggiare le persone o rovinarle e avere lo stesso effetto su me stessa. Da quanto rivelavano i fatti, ho finalmente capito che queste filosofie mondane sataniche, questa logica e queste regole possono solo ingannare e corrompere le persone. Sono nemiche delle parole di Dio e della verità. Quando viviamo in base a queste filosofie sataniche, non importa quanto possiamo sembrare gentili, amabili o gradevoli, siamo comunque sfuggenti, ingannevoli, deprecabili e patetici. Se non pratichiamo la verità, non ci pentiamo e non cambiamo, senza dubbio verremo abbandonati ed eliminati da Dio.
Più avanti, ho letto un altro passo della parola di Dio: “Dio possiede l’essenza della lealtà, perciò ci si può sempre fidare della Sua parola. Inoltre, le Sue azioni sono irreprensibili e indiscutibili. Ecco perché Dio apprezza coloro che sono del tutto sinceri con Lui” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Tre ammonimenti”). “Il fatto che Dio chieda alle persone di essere oneste dimostra che odia davvero i disonesti, e che non Gli piacciono le persone disoneste. Il fatto che Dio non le veda di buon occhio significa che ne disapprova le azioni, l’indole e le motivazioni; in altre parole, Egli non ama il modo in cui fanno le cose. Di conseguenza, se vogliamo compiacerLo, dobbiamo prima modificare le nostre azioni e il modo in cui viviamo” (“La pratica fondamentale per essere una persona onesta” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Quando hai fede e ti presenti davanti a Dio, ma stai ancora vivendo nello stesso modo di prima, la tua fede in Dio è forse significativa? È preziosa? Gli obiettivi e i principi della tua vita e il modo in cui vivi non sono cambiati, e l’unica cosa che ti pone al di sopra dei miscredenti è il tuo riconoscimento di Dio. Sembri seguire Dio, ma la tua indole della vita non è cambiata nemmeno un po’. Alla fine non sarai salvato. Stando così le cose, non è forse una fede vacua, una gioia vacua?” (“Solo mettendo in pratica la verità ci si può liberare dei vincoli di un’indole corrotta” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho compreso che Dio è fedele nella Sua essenza. Dio apprezza gli onesti e odia gli ingannatori. Quando vivevo in base a queste filosofie sataniche, la mia prospettiva sulle cose non cambiava affatto e nemmeno il modo di comportarmi. Ero proprio come i miscredenti. A prescindere da quanti anni ho creduto in Dio in quel modo, non avrei mai ottenuto la verità o la salvezza. Solo coloro che praticano la verità, che sono onesti e non conoscono inganno nel cuore, che hanno il coraggio di sostenere i principi della verità, hanno un senso della giustizia, stanno dalla parte di Dio in ogni cosa e sono rispettosi della volontà di Dio sono quelli che Egli ama e che possono essere salvati da Lui! Dopo aver compreso cosa Dio ci chiede, L’ho pregato e ho giurato che mi sarei pentita, avrei praticato la verità e sarei stata una persona onesta.
Qualche mese dopo, ho scoperto che fratello Li, con cui ora facevo coppia, parlava sempre per luoghi comuni e dottrine e si metteva in mostra durante le riunioni. Ho condiviso con lui sull’argomento varie volte, ma non vedevo alcun miglioramento, quindi ne ho parlato ai nostri superiori. Poi, però, mi hanno chiesto di esaminare e mettere a nudo i suoi comportamenti e ho iniziato a essere titubante. Sentivo non riuscire a parlare di queste cose, perché fratello Li eseguiva i suoi doveri lì da più tempo di chiunque altro. Era visto come una specie di anziano e mi aveva aiutata con il mio lavoro in passato. Se avessi messo a nudo il suo stato, cosa avrebbe pensato di me? Si sarebbe offeso? Allora, ho letto un passo delle parole di Dio: “Se hai le motivazioni e il punto di vista di una ‘persona accomodante’, cadrai e fallirai sempre in questioni del genere. Cosa dovresti fare, allora, in quelle situazioni? Quando sei di fronte a cose di questo tipo, devi pregare Dio. ChiediGli che ti conceda la forza e ti consenta di osservare il principio, fare ciò che dovresti fare, gestire le cose secondo il principio, mantenere la tua posizione e impedire che l’opera della casa di Dio subisca alcun danno. Se riesci ad abbandonare l’interesse personale, la reputazione e il punto di vista di una ‘persona accomodante’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, avrai sconfitto Satana e ottenuto questo aspetto della verità” (“Solo quando conosci te stesso riesci a cercare la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Leggere questo passo della parola di Dio ha reso chiaro dentro di me che questa cosa mi era capitata perché Dio mi stava mettendo alla prova e mi stava dando un’opportunità per pentirmi. Dio voleva vedere come avrei gestito la faccenda. Non potevo permettermi di proteggere i miei rapporti con gli altri come avevo fatto prima. Dovevo mettere al primo posto il lavoro della chiesa, praticare la verità e sostenere la giustizia. Se fratello Li fosse stato una persona che perseguiva la verità, avrebbe usato quella condivisione e analisi per riflettere e comprendere se stesso, cosa che avrebbe agevolato la sua entrata nella vita e poi avrebbe evitato di commettere ulteriori trasgressioni. E così sono andata a trovare fratello Li e ho messo a nudo ed esaminato i suoi stati e comportamenti uno per uno usando le parole di Dio. Con mia grande sorpresa, non solo non era infastidito da me, ma in realtà ha detto con fare pentito: “Se non mi avessi messo a nudo ed esaminato in questo modo, non sarei mai venuto a conoscenza dei miei problemi. Devo davvero riflettere su me stesso”. Sentirlo dire quelle parole è stato molto toccante per me. Avevo temuto che metterlo a nudo gli avrebbe causato risentimento nei miei confronti, ma invece era tutto solo frutto della mia immaginazione. In quel momento, ho davvero sperimentato che praticare la verità ed essere una persona onesta porta calma e pace mentale e ci avvicina sempre di più a Dio. Ho anche sperimentato sinceramente che l’unico modo per proteggere il lavoro della casa di Dio è praticare la verità e gestire le cose secondo i principi. Ed è anche la sola maniera in cui possiamo aiutare davvero i nostri fratelli e sorelle. Attraverso il giudizio e il castigo di Dio, alcune delle mie opinioni errate sono cambiate e la mia indole satanica sfuggente, astuta, era in parte mutata. Ora, quando vedo i miei fratelli e sorelle mostrare corruzione, o quando le cose vengono gestite in modi che tradiscono i principi della verità, non li maschero più né li nascondo o provo a proteggere i miei rapporti con le persone. Riesco a praticare consapevolmente la verità, a condividere, aiutare, segnalare le cose e metterle a nudo. Anche se a volte ancora esito e ho timore di offendere gli altri, riesco a pregare Dio, a rinunciare a me stessa, a praticare secondo i principi della verità e a non vivere più secondo le filosofie sataniche. Con questo tipo di pratica, sento molta più calma e stabilità. È una grande liberazione. Riuscire a cambiare in questo senso e ottenere tutto ciò è stato interamente risultato del giudizio e del castigo delle parole di Dio.
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