Solo eliminando l’arroganza è possibile ottenere una parvenza umana

18 Marzo 2021

di Zhenxin, Stati Uniti

La mia storia ha inizio nel marzo del 2017. Ho iniziato a lavorare come grafica per la Chiesa. Mi occupavo prevalentemente di locandine dei film e miniature dei video. All’inizio, non ero molto ferrata nella tecnica, quindi imparavo continuamente i principi e le competenze relative. Con modestia, chiedevo aiuto agli altri e tenevo conto dei loro consigli nel mio lavoro. Dopo un po’, ho iniziato a saper padroneggiare le abilità tecniche necessarie nel mio dovere. Le mie miniature venivano messe online e avevo una buona percentuale di visualizzazioni. Una locandina in particolare, per un documentario, era stata elogiata da molti fratelli e sorelle. Altri si consultavano con me su tanti problemi tecnici in cui incappavano, perciò mi sembrava di avere davvero del talento in quell’ambito della grafica. Senza accorgermene, sono diventata arrogante.

In seguito, quando progettavo miniature che erano più semplici delle locandine dei film, sentivo di possedere finalmente le capacità sufficienti per portarle a termine molto velocemente. Pertanto, le eseguivo in base alle abilità che avevo, senza pensarci più di tanto né cercare i princìpi. Di conseguenza, il riscontro che ho ricevuto criticava sia l’illuminazione che i colori scelti, giudicati fuori tema. Non ho badato a quei commenti, né ho cercato di accettarli. Anzi, ho pensato: “Non avete il minimo gusto. Questa è creatività audace. Avevo già pensato a tutto ciò e non è un problema. I vostri suggerimenti sono frutto dell’ignoranza”. Non ho affatto cambiato idea e mi sono ancor di più infiammata. Mi rifiutavo di apportare modifiche. Perciò, alcune delle mie miniature sono state rifiutate per via di problemi con le immagini. Poi, ho saputo che una sorella si sentiva davvero limitata da me e temeva di darmi altri suggerimenti. Questo mi ha causato un dispiacere, ma non riflettevo su me stessa alla luce di quanto era accaduto.

In seguito, ho iniziato a lavorare alla locandina di un altro film sulla storia di una credente ingannata e controllata dai pastori e dagli anziani, oltre che limitata dalle nozioni religiose, per cui non voleva accettare l’opera nuova di Dio. Alla fine, dopo aver cercato la verità, accoglieva l’opera di Dio degli ultimi giorni e giungeva a vivere nella Sua luce. Ho riflettuto sull’argomento e ho pensato tra me e me che la luce dovesse in qualche modo mostrare una dissolvenza: non c’era un’idea migliore. Ci ho messo tantissimo a cercare un’immagine simile come riferimento. Teminata la locandina, ho pensato che fosse molto bella: sembrava quella di un kolossal. Mi congratulavo con me stessa. Poi, una sorella l’ha vista e mi ha dato la sua opinione: era troppo buia da una parte e, inoltre, non c’erano dettagli, risultava piatta. E, poi, un’altra ha aggiunto: “In generale, è troppo buia, non è chiara. Sembra tetra. Questo film reca testimonianza a Dio, quindi l’immagine non dovrebbe essere troppo scura”. Non accettavo affatto le loro idee, mi opponevo a quello che dicevano. Ai miei occhi, era bellissima. Che ne sapevano loro di sfumature? Venivano a dire a me come fare? Cercavano il pelo nell’uovo! Ho detto: “Ma non è questa la sfumatura esatta? Ci deve essere uno stacco tra luce e buio. E poi, è la locandina di un film, quindi tutto ruota attorno alla sfumatura. È così che sono fatte le altre locandine. Va bene così”. Ho mandato loro una copia della locandina che avevo preso come riferimento. Con mia sorpresa, hanno detto che, nella mia, c’era troppo spazio scuro e non era bella come l’altra. Ero davvero infastidita da quelle parole: eppure stavano sempre a chiedermi consigli sulle sfumature. Lo avevano dimenticato? Non avevano nemmeno una competenza basilare in materia e stavano lì a dirmi come fare. Pretendevano di insegnare a un pesce come si fa a nuotare? Per dimostrare loro che avevo ragione, ho inviato l’immagine che avevo creato ad altri fratelli e sorelle, ma anche secondo loro era troppo scura. Dovevo ingoiare il boccone amaro e modificarla. Continuavo a pensare che fosse l’idea giusta, però, e che avevo lavorato bene, quindi ho apportato solo piccole modifiche, che non sono state accettate. Di conseguenza, ho lavorato per quasi un mese su un’immagine che avrebbe dovuto impegnarmi per una settimana. Alla fine, è stata scartata per problemi di progettazione. È stato come un pugno in pieno viso. Mi sentivo davvero demoralizzata e avvilita e non volevo aprirmi con gli altri durante le condivisioni. Soffrivo molto, mi sentivo cupa. Poi, il capo squadra mi ha ricordato che nessuno dei miei ultimi progetti aveva riscontrato successo e che dovevo immediatamente riflettere su me stessa dinanzi a Dio. Solo allora mi sono presentata al Suo cospetto per riflettere e ho trovato alcune Sue parole pertinenti.

Un giorno, nei devozionali, ho letto questo: “Quando incontri dei problemi, non devi essere presuntuoso, pensando: ‘Io capisco i principi e ho l’ultima parola. Voi non siete qualificati a parlare. Cosa sapete? Voi non comprendete, io sì!’ Questo è essere presuntuosi. Essere presuntuoso è un’indole satanica e corrotta; non è qualcosa all’interno della normale umanità”. “Se sei sempre presuntuoso e persisti nei tuoi modi, dicendo: ‘Non darò ascolto a nessuno. Anche se ascolto, fingerò di farlo e non cambierò. Farò le cose a modo mio; sento di aver ragione e di essere completamente nel giusto’, cosa succederà? Può darsi che tu sia nel giusto e che non ci sia alcun difetto in ciò che fai; può darsi che tu non abbia commesso alcun errore e abbia una maggiore comprensione rispetto agli altri dell’aspetto tecnico di un problema; eppure, se ti comporti e pratichi in questo modo, gli altri lo vedranno e diranno: ‘L’indole di questa persona non è buona! Quando incontra dei problemi, non accetta nulla di ciò che chiunque altro abbia da dire, giusto o sbagliato che sia. Si oppone e basta. Questa persona non accetta la verità’. E se le persone dicono che non accetti la verità, cosa deve pensare Dio? Dio è in grado di vedere queste tue espressioni? Dio può vederle tutte fin troppo bene. Dio non solo scruta nel profondo del cuore dell’uomo, ma osserva anche tutto quel che dici e fai in ogni momento e in ogni luogo. E, quando Egli vede questi comportamenti, cosa fa? Dice: ‘Ti sei indurito. Sei così in situazioni in cui hai ragione, e sei così anche in situazioni in cui hai torto. In ogni situazione in cui ti trovi, tutto ciò che riveli ed esprimi è disaccordo e opposizione. Non accetti alcuna delle idee o dei suggerimenti altrui. Nel tuo cuore, tutto è contraddizione, chiusura e rifiuto. Sei molto difficile!’(“Se non sei in grado di vivere costantemente davanti a Dio sei un miscredente” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dio vede nel nostro cuore e nella nostra mente. Queste parole hanno messo completamente a nudo la mia condizione. Avevo rivelato l’indole satanica di arroganza. Quando le mie locandine venivano approvate ed elogiate dagli altri fratelli, pensavo che fosse per via della mia abilità e che nessuno potesse eguagliarmi in progettazione e conoscenze. Quando gli altri mi davano consigli, io mi rifiutavo di accettarli: pensavo che non capissero. Perfino quando più persone mi davano lo stesso suggerimento, continuavo a essere testarda. Fingevo di accettare le loro parole, ma in realtà mi arroccavo nel mio pensiero. Apportavo solo le modifiche su cui mi trovavo d’accordo, rifiutandomi di cambiare il resto. Trovavo ogni tipo di pretesto per discutere con gli altri. Ho represso una sorella per questo motivo. Ho capito che ero arrogante oltre ogni ragionevolezza. Che sconsiderata! La mia arroganza e ipocrisia erano tali da indurmi a ignorare il parere altrui. Non solo dovevo continuamente apportare modifiche, rallentando il lavoro, ma io stessa ero in uno stato sempre peggiore. Se non avessi fallito in quel modo, non mi sarei mai presentata dinanzi a Dio per riflettere e conoscere me stessa. Se non avessi invertito la rotta, continuando a vivere secondo la mia indole arrogante, gli altri mi avrebbero rifiutata e Dio avrebbe provato disgusto per me. Ero tanto pentita e avevo paura. Mi sono subito presentata dinanzi a Dio per pregare e pentirmi.

Poi, mi sono aperta con le sorelle della mia squadra, ho parlato della corruzione che avevo mostrato e mi sono detta disposta ad accettare qualsiasi consiglio e a essere trattata. Da allora in poi, nel mio dovere, gli altri mi davano tanti suggerimenti e, all’inizio, facevo piuttosto fatica ad accettarli. Ma poi mi ricordavo dei miei ultimi fallimenti, e quindi pregavo e mettevo da parte me stessa per riflettere. Pensavo al perché mi avessero dato quel consiglio, cosa avrei ottenuto seguendolo e dove fosse il problema. Poi lo analizzavo in base al principio. Con questo nuovo approccio, era più facile capire e accettare i pareri degli altri e le modifiche che apportavo erano accolte da tutti con maggior favore. Ho capito anche quanto fosse meraviglioso praticare la verità. Ma la mia indole arrogante era radicata a fondo dentro di me, quindi una sola esperienza fallimentare non era sufficiente a sradicarla.

Non molto tempo dopo, sono di nuovo sprofondata nell’arroganza. Una volta, ho progettato una miniatura per gli inni della Chiesa. Siccome si trattava di fratelli e sorelle che elogiavano Dio dopo averNe sperimentato l’opera, ho pensato che dovesse trasmettere calore, romanticismo e bellezza. Ho riflettuto sulle teorie cromatiche che avevo imparato, secondo cui il viola rappresenta quelle sensazioni e ha un significato solenne. Sentivo che non avrei sbagliato a sceglierlo come colore primario. Finito il progetto, alcuni fratelli e sorelle mi hanno detto che la mia trovata era buona e i colori erano carini. Ero molto soddisfatta del mio operato e ho pensato di possedere davvero un certo calibro e capacità grafiche. Mi ha sorpresa ricevere il riscontro di una sorella che era nuova del mestiere e diceva: “Gli inni della Chiesa sono esperienze vere da cui i congregati hanno imparato qualcosa. Il color viola è troppo surreale e non è per niente adatto. Affatica la vista. Io suggerirei di cambiarlo”. Ho letto le sue parole, ma avvertivo una resistenza interna. Pensavo: “Ho studiato molti manuali in cui si diceva che il viola trasmette calore. Inoltre, ci sono tanti esempi del suo utilizzo in tal senso. Perché dici che affatica la vista? E poi, sei nuova del mestiere, non hai progettato quasi nulla per conto tuo, eppure dài consigli a me. Non vedi i tuoi limiti”. Tuttavia, non mi andava di confutarla completamente, quindi l’ho allontanata con una scusa, dicendo che avrei chiesto un altro parere. In realtà, non sono andata a chiedere consiglio a nessun altro, ho snobbato la questione e basta.

Qualche giorno dopo, un’altra sorella ha dato lo stesso riscontro: a suo avviso, il colore che avevo usato era molto deprimente e consigliava di cambiarlo. A quel punto, il caposquadra mi ha ricordato di non essere affatto testarda e di apportare modifiche per una successiva revisione. Non ho avuto l’ardire di impuntarmi sulla mia idea e ho cercato di cambiare qualcosa. Però non mi andava proprio di rinunciare alla grafica viola. Ho pensato che non potesse essere così male e, poi, ad alcuni era piaciuta davvero: perché dovevo modificarla? E così più ci pensavo, più trovavo difficoltà a cambiarla. Dopo un po’ di tentativi, il risultato non era ottimale. Poi, è comparso un errore in una delle modifiche da me apportate e non riuscivo a correggerlo, dopo ore e ore di lavoro. Ero davvero frustrata, non sapevo cosa fare e addirittura volevo mollare. Lavoravo su quell’immagine da un mese, l’avevo corretta sei volte, e gli altri mi avevano dati così tanti suggerimenti. Non avevo ancora finito e il lavoro non procedeva. Ero molto turbata. Ho ripensato a come avevo ostacolato il nostro lavoro perché ero arrogante e non accettavo opinioni altrui. Ora ero di nuovo arrogante e rifiutavo i pareri degli altri. Non era sempre il solito problema? Subito mi sono presentata dinanzi a Dio per pregare. “Oh Dio, la mia indole arrogante è davvero grave. Non riesco a sottomettermi in questa situazione. Ti prego, illuminami e guidami, per comprendere la Tua volontà, conoscere davvero me stessa e uscire da questa condizione”.

Poi, ho letto le seguenti parole di Dio: “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più tendono a resistere a Dio. Quanto è serio questo problema? Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio. Anche se dall’esterno potrebbe sembrare che alcuni credano in Dio e Lo seguano, non Lo trattano affatto come Dio. Sentono sempre di possedere la verità e hanno un’opinione smodata di se stessi. Questa è l’essenza e la radice dell’indole arrogante, e viene da Satana. Il problema dell’arroganza, pertanto, deve essere risolto. Sentirsi migliore di un altro è cosa da poco; il problema cruciale è che un’indole arrogante impedisce di sottomettersi a Dio, al Suo governo e alle Sue disposizioni. Chi ha tale indole si sente sempre portato a competere con Dio per avere potere sugli altri. Questo tipo di persona non riverisce minimamente Dio, e tanto meno Lo ama o si sottomette a Lui. Coloro che sono arroganti e presuntuosi, specialmente coloro che sono tanto arroganti da aver perduto il buonsenso, non sanno sottomettersi a Dio nella loro fede in Lui e addirittura si esaltano e rendono testimonianza a sé stessi. Simili persone sono quelle che più avversano Dio. Se desiderano giungere a venerare Dio, devono prima risolvere la loro indole arrogante. Più a fondo risolvi la tua indole arrogante, più avrai venerazione per Dio, e soltanto allora potrai sottometterti a Lui e sarai in grado di conseguire la verità e conoscere Dio(La condivisione di Dio). Mi hanno aiutata a capire che l’arroganza è la radice della resistenza a Dio. Schiava della mia indole arrogante, pensavo di aver sempre ragione, come se le mie prospettive fossero la verità, come se fossero una fonte di autorità. Non desideravo minimamente cercare la verità e sottomettermi a Dio. Mi rifiutavo di accogliere i consigli altrui. Soprattutto se provenivano da persone meno capaci di me o meno ferrate su certi aspetti tecnici, ma che si ostinavano a offrirmi il loro parere. Mi opponevo fortemente. Facevo finta di accettarlo ma, in realtà, non prendevo sul serio i loro suggerimenti. Più volte, attraverso gli altri, Dio mi ha ricordato di mettere da parte la mia volontà, di concentrarmi sul lavoro della Chiesa, di cercare e tentare di offrire la versione migliore. Ma ero incredibilmente testarda e presuntuosa. Per me, le mie idee ed esperienze erano la verità e puntavo i piedi quando i pareri altrui mi sembravano insensati. Così, ho turbato il lavoro della casa di Dio. Allora, finalmente, ho iniziato a capire queste Sue parole: “Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio”. “Più le persone sono arroganti, più tendono a resistere a Dio”. Queste parole di Dio mi hanno convinta completamente. Mi incutevano anche un certo timore. Mi ricordavano degli anticristi nella Chiesa. Erano davvero arroganti e dittatoriali e non davano mai ascolto agli altri. Addirittura inveivano contro le persone e le escludevano, turbando il lavoro della casa di Dio e offendendo la Sua indole. Sono stati tutti eliminati da Dio. Io non avevo commesso azioni malvagie paragonabili a quelle degli anticristi, ma la mia indole era forse diversa dalla loro? È stato allora che ho capito quanto sarebbero state gravi le conseguenze se non l’avessi rettificata. Mi sono immediatamente presentata dinanzi a Dio, pronta a pentirmi.

Poi, ho letto questo passo tratto dalle Sue parole: “Guardando ora alla questione, è difficile compiere il proprio dovere in modo adeguato? No, in effetti; le persone devono solo essere in grado di adottare un atteggiamento di umiltà, avere un po’ di ragionevolezza e assumere una posizione appropriata. Non importa quanto istruito pensi di essere, quali premi tu abbia vinto, o quanto tu abbia ottenuto, e non importa quanto elevati ritieni possano essere la tua levatura e il tuo rango; devi cominciare sbarazzandoti di tutte queste cose, perché non contano niente. Per quanto grandi e buone siano, nella casa di Dio non possono essere più elevate della verità; non sono la verità e non possono prendere il suo posto. Ecco perché dico che devi avere ciò che si chiama ragionevolezza. Se dici ‘Ho molto talento, ho una mente molta acuta, ho i riflessi pronti, imparo in fretta e ho un’ottima memoria’ e se dai sempre primaria importanza all’uso di queste cose, allora ciò ti causerà problemi. Se vedi queste cose come la verità, o più elevate della verità, sarà difficile per te accettare la verità e metterla in pratica. Le persone superbe e arroganti che si comportano sempre come se fossero superiori hanno grosse difficoltà ad accettare la verità e sono le più inclini a cadere. Se si riesce a porre rimedio al problema dell’arroganza, diviene facile mettere in pratica la verità. Pertanto, devi prima di tutto abbandonare e rinnegare quelle cose che in superficie sembrano essere belle e nobili e che suscitano l’invidia altrui. Quelle cose non sono la verità; anzi, ti possono bloccare l’accesso alla verità(“Qual è l’adeguato adempimento del proprio dovere?” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). A quel punto, ho compreso che avevo messo da parte e rinnegato me stessa per eliminare la mia indole arrogante. Capacità umane, abilità, esperienza e doni non sono la verità, per quanto possano essere meravigliosi. Sono solo strumenti che ci aiutano nello svolgimento del nostro dovere. Non dovremmo capitalizzare su di essi. Tentare di cercare la verità, agire secondo principio, lavorare bene con gli altri e imparare da loro sono tutte cose molto importanti. Solo così possiamo svolgere bene il nostro dovere. Poi, sono andata a guardare tra le locandine migliori che avevo progettato fino ad allora e ho notato che c’erano problemi evidenti: ad esempio, di tipo concettuale o nelle sfumature, nei colori e nella composizione, ed erano tutti presenti nelle mie immagini originali. Ma, dopo averle editate in base al riscontro dei fratelli e delle sorelle, erano migliorate sensibilmente, alcune erano state completamente trasformate. Ho provato un forte imbarazzo in quel momento. Credevo di avere un certo successo nel mio lavoro e di aver ricevuto gli elogi degli altri, perché ero tecnicamente più capace di loro e avevo maggiore esperienza. Questo era il mio capitale e mi rifiutavo di ascoltare chiunque. Ma, in realtà, i miei progetti erano ben accolti, perché seguivo i principi della verità e accettavo le opinioni altrui, formulate sotto la guida e illuminazione di Dio e attraverso una cooperazione armoniosa e umile con gli altri fratelli. Quando mi limitavo ad affidarmi alle mie capacità tecniche, senza cercare i principi della verità né accettare i pareri altrui, le mie immagini non erano affatto buone e così ho ostacolato il lavoro della Chiesa. Mi vergognavo tanto quando ripensavo alla mia arroganza e ipocrisia nel mio approccio. Evidentemente non ero niente di speciale. Nel mio campo, ero appena una dilettante, ben lungi dall’essere una vera professionista. Ma ero così sicura di me e talmente arrogante. Che impudenza! Quando me ne sono resa conto, ho recitato una preghiera e mi sono liberata dalle mie convinzioni. Ho seguito i consigli degli altri e ho davvero riflettuto su come apportare modifiche per ottenere risultati migliori. Non solo il problema è stato risolto, ma ho anche trovato un colore migliore da usare. Ho editato l’immagine molto velocemente e i fratelli e le sorelle hanno detto che era molto più bella, dopo tutte quelle variazioni. In quel momento, mi sono vergognata così tanto. Quell’immagine era stata riveduta molteplici volte solo per colpa della mia arroganza, sprecando così tanto tempo prezioso e causando disturbo agli altri. Ho davvero turbato il lavoro della casa di Dio. Non solo le mie abilità ristagnavano, ma il mio ingresso nella vita ha subìto una battuta d’arresto. Ho capito che vivere secondo la mia indole arrogante ha causato solo male. Mi pentivo così tanto e, nel silenzio del mio cuore, ho deciso: indipendentemente dal parere che gli altri mi avrebbero dato in futuro, avrei imparato a mettere da parte me stessa, cercare la verità e porre al primo posto gli interessi della casa di Dio. Non potevo continuare a vivere nell’arroganza.

Di recente, ho progettato una miniatura per il video di una lettura delle parole di Dio e, quando ho sottoposto la mia prima bozza ai fratelli e alle sorelle che le leggevano, hanno detto che l’immagine del globo era troppo grande e sembrava stipata nel centro, quindi il campo visivo non era abbastanza aperto. Mi hanno mandato alcune immagini di riferimento, per aiutarmi a migliorarla. Ho iniziato a pensare: “Il globo deve essere di quella dimensione per avere l’effetto giusto e voi non avete esperienza professionale in questo settore, né una formazione sul campo. Io sono più qualificata. Non posso ricavare nulla dai vostri suggerimenti”. Quindi, ne ho tenuto conto solo superficialmente e ho preso in considerazione solo la mia opinione. A quel punto, ho capito che stavo di nuovo mostrando la mia arroganza, che non avevo considerato i consigli altrui o il risultato finale. Davo giudizi alla cieca e questo era contrario alla volontà di Dio. Ho pregato immediatamente, chiedendo a Dio di acquietare il mio cuore, così che io potessi praticare la verità e abbandonare la carne. Poi, ho letto questo passo tratto dalle Sue parole: “Per prima cosa, devi avere un atteggiamento di umiltà, mettere da parte ciò che credi sia giusto e far sì che tutti comunichino. Anche se pensi che il tuo modo sia giusto, non dovresti continuare a insistervi. Questo è il primissimo tipo di passo avanti; mostra un atteggiamento di ricerca della verità, di negazione di te stesso e di soddisfazione della volontà di Dio. Acquisito questo atteggiamento e, contemporaneamente, non attenendoti alla tua opinione, tu preghi. Poiché non distingui ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, permetti a Dio di rivelare e dire qual è la cosa migliore da fare, la più consona. Mentre tutti si uniscono nella condivisione, lo Spirito Santo porta a ciascuno l’illuminazione. Dio illumina le persone secondo un procedimento che talvolta non fa che valutare il tuo atteggiamento. Se il tuo atteggiamento è di rigida auto-affermazione, Dio ti celerà il Suo volto e Si chiuderà nei tuoi confronti; ti metterà a nudo e ti farà arrivare a un punto morto. Se invece il tuo atteggiamento è giusto, e non sei insistente a modo tuo, né presuntuoso, né arbitrario e sconsiderato, ma hai un atteggiamento con cui ricerchi e accogli la verità, allora, quando tieni condivisioni col gruppo, e lo Spirito Santo si mette all’opera fra di voi, forse ti guiderà a capire tramite le parole di qualcun altro(La condivisione di Dio). Dopo di ciò, ho capito che, nel mio dovere, se incontravo idee diverse dalle mie, ciò accadeva per concessione di Dio. Egli osserva ogni nostro pensiero e ogni azione, quindi dovevo praticare la verità e accogliere il Suo attento esame. Non riuscivo ad accettare le cose per quello che erano e a giudicare il senso di professionalità degli altri. Anche se ero più esperta, non importa quanto reputassi ragionevole la mia idea, dovevo smettere di essere presuntuosa, mettere da parte i miei pensieri, cercare i princìpi della verità e fare qualsiasi cosa fosse più efficace. Seppure alla fine fosse risultato che avevo ragione io, quanto meno avrei cercato e praticato la verità, come Dio richiede. Questo non ha prezzo. Dio detestava la mia indole satanica che Gli era nemica, quindi mostrare la mia arroganza era peggio che commettere un errore. Ho ripensato a come la mia arroganza aveva davvero turbato il lavoro della casa di Dio, e non mi piaceva. Sentivo proprio di non poter essere così caparbia. Dovevo accogliere le proposte di revisione con calma e cercare di migliorare l’immagine. In seguito, ho iniziato a prendere sul serio i consigli altrui e ho trovato un’immagine di riferimento che era davvero di buon gusto e da cui potevo imparare. Stavolta ne ho discusso con gli altri membri della squadra e tutti erano d’accordo di apportare le modifiche come suggerito. Ho rielaborato il layout e alcuni altri aspetti e, in un batter d’occhio, era fatta. Sentivo che tutto ciò era accaduto grazie all’illuminazione e alla guida di Dio. Sebbene avessi ricevuto qualche altro suggerimento, ho gestito la cosa nella maniera giusta e non mi sono opposta così tanto. Ero felice di modificarla tutte le volte necessarie per portare testimonianza a Dio. Dopo qualche revisione, tutti hanno detto che andava benissimo e non avevano altri cambiamenti da suggerire. Ho capito quanto sia bello svolgere il mio dovere in quel modo.

Dopo essere stata disciplinata e leggendo le parole di Dio, ho finalmente compreso e odiato la mia indole satanica di arroganza. Ho capito quanto sia importante cercare e accettare la verità. Non sono più arrogante come una volta e so accettare i suggerimenti degli altri. Sono cambiata in questo modo solo grazie al giudizio, castigo e disciplinamento di Dio.

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