Gli alti e bassi di un soldato nel cammino di diffusione del Vangelo

14 Agosto 2024

di Ayden, Birmania

Nel 2021, poco dopo aver accettato il Vangelo di Dio degli ultimi giorni, ho iniziato a diffondere il Vangelo. Una volta ho invitato più di 20 commilitoni ad ascoltare un sermone. Tramite la mia lettura delle parole di Dio Onnipotente, e la mia condivisione sulla Sua opera degli ultimi giorni e testimonianza della stessa, alla fine tutti hanno accettato Dio Onnipotente. Ero estremamente felice e avevo la fede per continuare a diffondere il Vangelo.

Non molto tempo dopo aver iniziato a diffondere il Vangelo, il mio capo plotone ha iniziato a perseguitarmi. Ha detto che avevo esagerato con la mia fede in Dio, e inoltre ha dichiarato davanti alle truppe: “Stavo pensando di coltivarti per farti diventare capo unità, ma ora che credi in Dio e non mi ascolti, te ne pentirai! In futuro, non ti permetterò di congedarti neanche se ti moriranno i genitori”. Dopo aver sentito le parole del capo plotone, alcuni commilitoni mi hanno anche deriso: “Tutti noi crediamo in Buddha; credendo in Dio, tu insulti la nostra fede”. Di fronte allo scherno e all’umiliazione da parte di così tante persone, ho iniziato a sentirmi un po’ debole e me ne sono andato in fretta. Ho trovato un posto tranquillo, mi sono inginocchiato e ho pregato Dio: “Dio, il capo plotone mi ha rimproverato e umiliato, e i miei commilitoni mi hanno deriso. Sono così debole; Ti chiedo di darmi fede e forza. So che questo è un test, e non posso permettere che ciò mi influenzi o interferisca con il mio dovere”. Poco tempo dopo, le prime linee sono entrate in battaglia e le truppe sorvegliavano strettamente le stanze. Una sera, mi stavo preparando per andare a irrigare i nuovi credenti, ma mi è venuto in mente che ultimamente la sorveglianza era severa e quelli che fossero stati sorpresi a sgattaiolare fuori sarebbero stati puniti. Sarebbero stati picchiati e rimproverati o legati all’addiaccio per una notte. Ero preoccupato: se il capo plotone avesse saputo che uscivo spesso, mi avrebbe sicuramente rimproverato, picchiato e umiliato di nuovo. A questo pensiero, non ho trovato il coraggio di uscire a irrigare i neofiti. Ho condiviso i miei pensieri con Carter, con cui collaboravo. Lui mi ha detto: “Tieni così tanto alla tua reputazione. Dio ha disposto un ambiente del genere per vedere come ne facciamo esperienza, per vedere se sappiamo trarne qualche insegnamento. Devi pregare di più Dio e riflettere di più su te stesso. Se sei governato dalla tua vanità e dal tuo amor proprio e abbandoni il tuo dovere perché non riesci a sopportare lo scherno da parte degli altri, che tipo di problema è? Se non vai a irrigare tutti i nuovi arrivati nel villaggio, non stai forse trattando il tuo dovere con leggerezza e non sei irresponsabile?” Mi ha anche inviato un passo delle parole di Dio: “Il modo in cui consideri gli incarichi affidati da Dio è davvero importante, è una questione molto seria! Se non sei in grado di portare a termine ciò che Dio affida alle persone, allora non sei degno di vivere alla Sua presenza e meriti di essere punito. È perfettamente naturale e giustificato che gli uomini dovrebbero portare a termine qualsivoglia incarico Dio affidi loro. Questa è la loro responsabilità più elevata, non meno importante della loro stessa vita. Se non prendi sul serio gli incarichi affidati da Dio, allora Lo tradisci nel modo più grave. Facendo ciò, sei più deprecabile di Giuda e meriti di essere maledetto. Le persone devono acquisire una comprensione approfondita di come considerare ciò che Dio affida loro e, come minimo, devono capire che gli incarichi che Dio affida all’umanità sono un’esaltazione e una grazia speciale da parte Sua, sono le cose più gloriose. Ogni altra cosa può essere tralasciata. Se anche occorre sacrificare la propria vita, si deve comunque adempiere l’incarico affidato da Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). Leggendo questo passo delle parole di Dio, ho capito che l’atteggiamento di farsi carico della responsabilità di compiere il proprio dovere è molto importante. Dio mi aveva elevato e dato l’opportunità di svolgere il mio dovere, quindi dovevo tenervi fede e fare del mio meglio per portarlo a termine. Sono un essere creato, e mi ero nutrito di così tante parole di Dio e avevo capito le Sue intenzioni e le Sue richieste, eppure ora abbandonavo il mio dovere di fronte alla prima difficoltà. Avevo tradito Dio. Ho pensato alle persone comuni, lì, che rischiavano di affrontare la guerra in qualsiasi momento e vivevano nell’ansia ogni giorno. Dio mi aveva messo in quell’ambiente per permettermi di diffondere senza indugi il Vangelo a quelle persone, di irrigare adeguatamente quei nuovi credenti, in modo che potessero gettare le fondamenta sulla vera via, ottenere la salvezza e ricevere la protezione di Dio nel disastro. Dio sperava di vedere la mia lealtà e che io riuscissi ad avere fede e a rimanere saldo nella mia testimonianza, e non voleva vedere che mi tiravo indietro nel fare il mio dovere, ma io non ero capace di sopportare l’umiliazione e ho trattato il mio dovere con leggerezza, eludendo la responsabilità. Questo è un tradimento nei confronti di Dio, più grave di quello di Giuda, e meritavo di essere maledetto. Leggendo le parole di Dio, ho capito che in qualunque situazione, per quanto io soffra o venga umiliato, e anche se mi costa la vita, devo portare a termine tutto ciò che Dio mi ha affidato. Questi sono la responsabilità e il dovere che dovrei adempiere. In seguito, ho collaborato con due miei fratelli per diffondere il Vangelo e irrigare i nuovi arrivati. In un mese hanno accettato il Vangelo 27 persone, che in seguito sono passate alla chiesa. Ero molto grato a Dio per la Sua guida e provavo pace nel cuore.

In seguito, le nostre truppe sono state trasferite e mi hanno spostato altrove. Alcuni nuovi arrivati non sapevano che il capo plotone perseguitava i credenti in Dio, così hanno tentato di diffondere il Vangelo a lui, e lui ha iniziato a indagare su chi diffondesse il Vangelo agli abitanti del villaggio. Ero spaventato: “La mia diffusione del Vangelo agli abitanti del villaggio sarebbe stata esposta? Il capo plotone mi avrebbe arrestato e mandato in prigione? Allora certamente avrei affrontato soffrerenza e umiliazione. Sarebbe stato meglio aspettare un po’, fino a quando non avessimo avuto più libertà, per riprendere a diffondere il Vangelo. In questo modo, non sarei stato scoperto; non volevo essere umiliato di nuovo”. Così, non sono uscito a diffondere il Vangelo per tre giorni. Partecipavo alle riunioni online ogni sera, ma mi sentivo vuoto dentro. Non mi sentivo a mio agio come quando facevo il mio dovere prima.

In seguito, una delle mie sorelle ha saputo del mio stato e mi ha inviato un passo delle parole di Dio: “Voi vi credete in possesso della massima sincerità e lealtà nei Miei confronti. Pensate di essere tanto di buon cuore, tanto compassionevoli, e di avere dedicato tanto a Me. Pensate di aver fatto più che abbastanza per Me. Ma avete mai confrontato queste convinzioni con le vostre azioni? Io dico che siete notevolmente arroganti, avidi, superficiali; i trucchi con cui Mi raggirate sono assai abili, e voi possedete un gran numero di intenzioni disprezzabili e di metodi disprezzabili. La vostra lealtà è troppo scarsa, la vostra serietà è troppo esigua, e la vostra coscienza è ancora più insufficiente. […] Quando svolgi il tuo dovere, pensi ai tuoi interessi, alla tua sicurezza personale, ai tuoi familiari. Che cosa hai mai fatto che fosse per Me? Quando mai hai pensato a Me? Quando mai ti sei dedicato, a ogni costo, a Me e alla Mia opera? Dove sono le prove del tuo essere in armonia con Me? Dov’è la realtà della tua lealtà nei Miei confronti? Dov’è la realtà della tua sottomissione a Me?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Devi ricercare la via per essere in armonia con Cristo”). Ho letto le parole di Dio e poi ho riflettuto su me stesso. Prima ero convinto di dedicarmi e spendermi abbastanza per Dio. Dopo aver iniziato a credere in Dio, diffondevo sempre il Vangelo e lo facevo anche se ero in prima linea. Una volta stavo tornando dall’irrigazione dei nuovi arrivati e il mio comandante, pensando che fossi un nemico, stava per spararmi. Per fortuna, uno dei miei fratelli si è accorto in tempo che ero io e ha evitato che premesse il grilletto. Credevo che diffondere il Vangelo e spendermi per Dio in quel modo, e soffrire molto guadagnando anche alcune persone, bastasse a dimostrare che ero leale a Dio, e che Lui dovesse essere soddisfatto. Ma in realtà non ero affatto leale. Quando facevo il mio dovere, la prima cosa a cui pensavo erano la mia reputazione e i miei interessi. Temevo che il capo plotone mi avrebbe picchiato, rimproverato e umiliato se mi avesse sorpreso a uscire per diffondere il Vangelo; avevo paura di perdere la faccia. Così ho smesso di fare il mio dovere e non ho più diffuso il Vangelo né irrigato i neofiti. Il capo plotone indagava su chi diffondesse il Vangelo agli abitanti del villaggio, e io ho temuto che avrebbe scoperto che ero io e che mi avrebbero arrestato e incarcerato, così ho smesso ancora una volta di fare il mio dovere. Quando mi trovavo di fronte a circostanze simili, pensavo solo alla mia reputazione. Ogni volta che qualcosa coinvolgeva la mia reputazione o qualche umiliazione, trascuravo il mio dovere e smettevo di svolgerlo. Mi sono reso conto che, anche se ero disposto a spendermi per Dio, ogni volta che erano coinvolti i miei interessi, sceglievo di tutelare me stesso e non difendevo affatto il lavoro della chiesa. Non ero responsabile nell’assolvimento del mio dovere, non avevo coscienza né ragione. Ora finalmente mi rendevo conto che non ero leale, che non ero abbastanza sincero nei confronti di Dio e che ero troppo egoista e spregevole!

Allora, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha molto ispirato. “Diffondere il Vangelo è responsabilità e obbligo di tutti. In ogni momento, qualunque cosa ascoltiamo o vediamo o a qualunque trattamento andiamo incontro, dobbiamo sempre assumerci la responsabilità di diffondere il Vangelo. In nessun caso dobbiamo rinunciare a questo dovere a causa di negatività o debolezza. Il dovere di diffondere il Vangelo non procede senza intoppi, anzi è disseminato di pericoli. Quando diffondete il Vangelo, non vi trovate di fronte angeli o extraterrestri o robot. Vi trovate davanti soltanto l’umanità malvagia e corrotta, demoni viventi, bestie: sono tutti esseri umani che sopravvivono in questo spazio malvagio, questo mondo malvagio, che sono stati corrotti in profondità da Satana e si oppongono a Dio. Pertanto, mentre si diffonde il Vangelo, vi sono certamente pericoli di ogni sorta, per non parlare di calunnie meschine, irrisioni e incomprensioni, che sono eventi comuni. Se davvero consideri una responsabilità, un obbligo e un dovere diffondere il Vangelo, allora potrai avere una corretta opinione di queste cose e saprai anche gestirle correttamente. Non rinuncerai alla tua responsabilità e al tuo obbligo, né per via di queste cose ti allontanerai dalla tua intenzione originaria di diffondere il Vangelo e testimoniare Dio, e non accantonerai mai questa responsabilità, poiché questo è il tuo dovere. Come va inteso questo dovere? È il valore e l’obbligo principale della vita umana. Diffondere la buona novella dell’opera di Dio negli ultimi giorni e il Vangelo dell’opera di Dio costituisce il valore della vita umana(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che diffondere il Vangelo non è una passeggiata. Poiché abbiamo a che fare con un’umanità corrotta, incontreremo sicuramente diversi pericoli nel diffondere il Vangelo, come essere picchiati e biasimati, umiliati, derisi e calunniati – è inevitabile. Diffondere il Vangelo è un dovere irrinunciabile per tutti coloro che credono in Dio. Da qualsiasi persecuzione si venga colpiti e comunque si venga umiliati o derisi dagli altri, non si può abbandonare il proprio dovere, e quando arriva il momento critico si può essere ricordati da Dio solo se si svolge bene il proprio dovere. Il dovere e la responsabilità che Dio mi aveva affidato erano della massima importanza; avrei dovuto abbandonare la mia vanità e il mio amor proprio e continuare a diffondere il Vangelo e a testimoniare Dio, portando più persone davanti a Lui per adempiere alla mia responsabilità. Questo è il modo migliore per testimoniare Dio e umiliare Satana. Anche se il capo plotone mi rimproverava o umiliava, se i miei commilitoni mi deridevano, e anche se mi avessero legato a un albero e impiccato, dovevo comunque diffondere il Vangelo e testimoniare Dio.

In seguito, le nostre truppe sono state trasferite ancora una volta altrove e lì non avevo modo di andare a diffondere il Vangelo, così lo facevo online con alcuni dei miei fratelli membri dell’esercito. Ho creato un gruppo sul mio telefono e ho aggiunto quei fratelli. Inaspettatamente, il capo plotone mi ha preso il telefono mentre non stavo prestando attenzione e mi ha detto: “Se attesti di non credere in Dio con una dichiarazione scritta, ti restituirò il telefono”. Gli ho risposto: “Non ho fatto nulla di male, quindi perché mi ha requisito il telefono?” Il capo plotone ha detto: “Ti sei spinto troppo oltre con la tua fede in Dio. Il popolo Wa ha fede nel suo partito: credere in Dio è illegale!” Mentre lo diceva, ha preso una pala e mi ha colpito. Il giorno dopo, il capo plotone ha trovato nel mio telefono la cronologia delle chat tra me e i miei fratelli e anche le parole di Dio, insieme ai film e ai video della chiesa. Lo ha riferito ai suoi superiori al quartier generale. Il comandante mi ha chiesto: “Dove hai accettato Dio Onnipotente? Qual è la tua posizione nella chiesa? A chi hai diffuso il Vangelo? Quanti credenti ci sono nelle nostre truppe?” Queste domande mi hanno spaventato e tremavo un po’. Ho pensato: “Se dico la verità, tradirò Dio come fece Giuda, ma se non lo faccio il comandante e gli altri andranno a chiedere a quei fratelli chi ha diffuso loro il Vangelo, e se diranno che sono stato io la mia sorte sarà certamente ancora peggiore”. Ho pregato Dio ripetutamente nel mio cuore, chiedendoGli di guidarmi e di darmi la forza di rimanere saldo nella mia testimonianza, in modo che, per quanto venissi umiliato o soffrissi, non vendessi i miei fratelli e sorelle e non mi comportassi come Giuda. Allora ho detto: “La mia fede in Dio Onnipotente consiste nel riunirsi e adorare Dio”. Dopo di che, non ho risposo a nessuna delle loro domande.

Alla fine mi hanno rimandato indietro e messo in reclusione. Hanno incatenato me e altre tre persone per i piedi. Quando mangiavamo, dormivamo e andavamo in bagno, lo facevamo tutti e quattro insieme, e avevamo difficoltà anche a camminare. Il mio cuore si è un po’ indebolito: “mi hanno messo in reclusione e sono ammanettato e incatenato. Se i miei commilitoni non credenti mi avessero visto, cosa avrebbero pensato? Avrebbero detto anche loro che avevo esagerato con la mia fede in Dio?” Quando pensavo a queste cose, provavo imbarazzo e sentivo che la mia reputazione era rovinata. Ero sull’orlo di un crollo mentale. Volevo che Dio mi aiutasse a liberarmi da quell’ambiente e non volevo più essere umiliato in quel modo. Quando andavo a mangiare dovevo indossare le manette e gli altri soldati mi schernivano: “Perché non chiedi al tuo Dio di togliertele?” Mangiavo a testa bassa, senza osare alzare lo sguardo, e pregavo in silenzio nel mio cuore: “Dio, sto soffrendo. La mia statura è troppo scarsa. Ti prego di guidarmi e di darmi fede e forza, così che io riesca ad affrontare questa umiliazione”. Dopo aver pregato, mi sono sentito più forte; ho pensato a un inno intitolato “Una scelta priva di rimpianti”:

1  Quando gli arresti e la persecuzione dei cristiani da parte di Satana diventano sempre più feroci, quando la città è piena di oscuro terrore, e io fuggo ovunque posso, quando i diritti umani vengono arbitrariamente calpestati e limitati, quando la mia unica compagnia è una lunga notte di dolore, non vacillerò nella mia fede in Dio né tradirò il Creatore, l’unico vero Dio. Vero Dio Onnipotente, il mio cuore appartiene a Te. La prigione può solo controllare il mio corpo, ma non può impedirmi di seguire le Tue orme Dolorosa sofferenza, una strada accidentata; con la guida delle Tue parole, il mio cuore non teme nulla; in compagnia del Tuo amore, il mio cuore è sazio.

2  Quando la rovinosa tortura dei diavoli di Satana diventa sempre più pesante, quando il dolore lancinante mi sferza senza sosta, quando l’agonia della carne sta per raggiungere il limite, quando la vita mi sta per essere tolta nel momento finale, non mi arrenderò mai al gran dragone rosso, non sarò mai un Giuda, un marchio di vergogna per Dio. Vero Dio Onnipotente, Ti sarò leale fino alla morte. Satana può solo torturare e distruggere il mio corpo, ma non può distruggere la fede e l’amore che ho per Te. La vita e la morte saranno per sempre sotto la Tua sovranità e le Tue disposizioni. Rinuncerò a tutto per renderTi testimonianza. Se posso renderTi testimonianza e gettare la vergogna su Satana, morirò senza un lamento.

Quanto sono onorato di seguire Cristo e perseguire l’amore per Dio in questa vita! Con il cuore e lo spirito, dovrei ripagare l’amore di Dio; sono disposto a rinunciare a tutto per rendere testimonianza a Dio. Finché vivrò, donare tutto il mio essere a Dio è una scelta di cui non mi pentirò mai.

(Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi)

L’inno mi ha dato fede. Comunque gli altri mi trattassero, non potevo tradire Dio. Seguire Dio è una scelta di cui non mi pentirò mai in tutta la vita. Dovevo abbandonare la mia reputazione e rischiare tutto per rimanere saldo nel testimoniare Dio.

In passato, avevo sempre pensato che essere perseguitato in quanto credente in Dio fosse un’umiliazione, ma in seguito ho rammentato di un passo delle parole di Dio che ha ribaltato il mio punto di vista. Dio Onnipotente dice: “Sei un essere creato, pertanto sarebbe naturale per te adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Se non adori Dio e vivi nella sozzura della carne, allora non sei forse solo una bestia dalle sembianze umane? Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti decisamente accettare di buon grado la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. In questo mondo, l’uomo indossa i panni del diavolo, mangia il cibo dato dal diavolo e opera e serve sotto il controllo del diavolo, lasciandosi del tutto calpestare nella sua lordura. Se non cogli il significato della vita o non ottieni la vera via, allora che significato vi è nel vivere in questo modo? Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che cercano il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nella nazione del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). Attraverso le parole di Dio, sono arrivato a capire che i diavoli che arrestavano e perseguitavano i cristiani erano nemici di Dio, e che i governi dittatoriali non permettevano alle persone di credere in Dio e di seguirLo, ma solo di adorare Buddha e il presidente e di credere nel Partito Unitario dello Stato di Wa. Portavano le persone a fare affidamento solo su sé stesse per crearsi un buon futuro e cambiare il loro destino studiando e guadagnando denaro. Diffondere il Vangelo di Dio in un luogo come quello porta a subire persecuzioni e ostacoli. Lì, coloro che credono in Dio e diffondono il Vangelo vengono perseguitati, derisi, picchiati e biasimati, e persino imprigionati. Ma questa è una persecuzione per la giustizia, è una sofferenza che ha un significato. Se quando sono sottoposto a torture, schernito e umiliato, sento di aver perso la faccia e di non poter guardare nessuno negli occhi, allora il mio punto di vista sulle cose non è corretto. Sono un essere creato, e credere in Dio e adorarLo è qualcosa di perfettamente naturale e giustificato. Diffondere il Vangelo e rendere testimonianza a Dio sono la missione e la responsabilità che ci ha affidato il Creatore, nonché la cosa più giusta in tutta l’umanità. Subire persecuzioni per aver diffuso il Vangelo non è un’umiliazione, è essere perseguitati per la giustizia. Come accadde a Giobbe e Pietro. Quando Giobbe affrontò le prove, i beni della sua famiglia furono rubati dai banditi, i suoi figli morirono e a lui si ricoprì il corpo di pustole. I non credenti lo derisero, dicendo che il Dio in cui credeva era falso, e persino sua moglie gli disse di abbandonare Dio e di morire, ma lui non smise mai di pregare Dio, esaltandoNe il nome e rimanendo saldo nel testimoniarLo. Anche Pietro fu sottoposto a persecuzioni per aver diffuso il Vangelo e, alla fine, fu crocifisso a testa in giù, ma non la percepì come un’umiliazione. Al contrario, considerò di far parte dell’umanità corrotta e di non essere degno di essere crocifisso come il Signore Gesù, così scelse di essere crocifisso a testa in giù, rendendo a Dio una testimonianza forte e chiara. Le loro vite sono state le più significative; essere definiti giusti da Dio è l’onore più grande. Anch’io ho capito l’intenzione di Dio. Tenevo troppo alla mia reputazione e non avevo il coraggio di fare il mio dovere per paura di essere umiliato. Disponendo per me quel tipo di ambiente, Dio mi ha permesso di riconoscere ed eliminare la mia indole corrotta e il mio punto di vista errato su ciò che c’era all’interno di quegli ambienti. Questo era volto a perfezionarmi e salvarmi, e mi ha anche mostrato che il governo del popolo Wa era un demone che odiava la verità e si opponeva a Dio, e che, per quanto mi perseguitassero e mi ostacolassero, non potevo cedere a loro. Dio è a capo di questo mondo e dell’umanità, e il mio destino è nelle Sue mani. Il governo di nessun Paese può cambiare il mio destino o il mio futuro. Non devo preoccuparmi. Per quanto difficile sia, seguirò sempre Dio e resterò saldo nel testimoniarLo. Una volta riconosciuto questo, ho percepito che la fede in Dio e tutta la sofferenza valevano la pena. Non avevo più paura che gli altri mi schernissero e umiliassero, e quando andavo a mangiare non mi vergognavo di guardarli. Pregavo spesso Dio e sentivo che era al mio fianco, e ogni giorno ero più felice del precedente.

Dopo due settimane di reclusione, sono risultato positivo al COVID-19, così mi hanno trasferito per la quarantena al quartier generale della brigata. Durante il mio trasferimento, mi hanno trattato ancora peggio di un assassino. Mi hanno messo tre catene ai piedi. Il capo plotone e gli altri mi hanno deriso: “Ma tu non credi in Dio? Allora come hai potuto prenderti il COVID? Tu dici che c’è un Dio, ma in realtà non c’è alcun Dio nel mondo”. Ma queste parole non mi hanno fatto sentire troppo debole. Comunque il capo plotone e gli altri mi deridessero e comunque gli altri mi vedessero, ero disposto a sottomettermi. Poi, il capo plotone ha detto che mi avrebbe mandato in prigione nella sezione di sicurezza. Nel mio cuore si è insinuata la paura, perché la sezione di sicurezza era molto dura e temevo inoltre di essere umiliato in prigione. Per di più, se fossi andato in prigione, non sarei potuto tornare a casa. In quel periodo sono stato chiuso in una stanza. Non avevo il telefono e non potevo leggere le parole di Dio. C’era una chitarra e tutto ciò che potevo fare era suonarla e cantare inni. Volevo tanto leggere le parole di Dio; L’ho pregato, supplicandoLo di offrirmi una via d’uscita. Alcuni giorni dopo, ho preso in prestito il telefono di mio fratello Ivan e ho guardato un film intitolato “La mia storia, la nostra storia”. Nel film, dei fratelli venivano arrestati dal Partito Comunista Cinese perché credevano in Dio e diffondevano il Vangelo. Venivano duramente torturati e tormentati e molte persone li umiliavano. Venivano condannati al carcere e reclusi per diversi anni; alcuni per più di 10. Non avevano alcuna libertà e ogni giorno venivano sovraccaricati di lavoro, ma in carcere riuscivano comunque a pregare Dio e a passarsi le parole di Dio l’un l’altro. Avevano un atteggiamento di sottomissione a Dio e sapevano che stavano percorrendo il giusto cammino di vita. Tutti loro avevano fede e rimanevano saldi nel testimoniare Dio. Mi sono particolarmente commosso quando li ho sentiti leggere le parole di Dio. Li ho ammirati molto. Soffrivano così tanto, eppure riuscivano comunque a essere saldi nella loro fede, a seguire Dio e a non tirarsi mai indietro. Io invece, quando ho sperimentato l’umiliazione, le percosse e il biasimo degli altri, non ho saputo sopportarlo. Avevo paura di essere imprigionato, perdevo la mia forza di volontà non appena soffrivo un po’ e volevo che Dio mi aiutasse a liberarmi da un simile ambiente. Mi sentivo in debito con Dio e speravo che mi desse un’altra possibilità. Non importava per quanti anni sarei rimasto in prigione né quanto sarei stato umiliato: mi sarei sottomesso e l’avrei affrontato. Dopo essere stato in quarantena per oltre 10 giorni, è arrivato il momento per coloro che tornavano dal fronte di prendersi un mese di congedo programmato. Quello che non mi aspettavo è che l’esercito lo permettesse anche a me. Un commilitone non credente mi ha detto: “Senti, Ayden ha commesso un errore ed è ai lavori forzati, ma poi il suo congedo è arrivato addirittura prima del nostro”. Ero molto grato a Dio. Pensavo che sarei rimasto recluso per diversi anni, non mi aspettavo di poter andare in congedo e tornare a casa. Ho visto le opere meravigliose di Dio, e la Sua onnipotenza e il Suo governo. Prima che partissi, il comandante mi ha detto di non diffondere il Vangelo una volta a casa. Ho pensato: “Quando diffondevo il Vangelo nell’esercito, mi controllavate e mi picchiavate. Ora che sto tornando a casa, ho una opportunità così buona di testimoniare Dio: come potrei perderla? Investirò tutte le mie energie nella diffusione del Vangelo; non mi lascerò influenzare neppure dalla minima cosa che dici”. Tornato a casa, ho iniziato a radunare i miei fratelli e sorelle per andare in un villaggio a diffondere il Vangelo. In quel periodo, 6 persone hanno accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni. Più di 10 giorni dopo il mio rientro nell’esercito, il capo plotone mi ha trasferito a una posizione di guardia in un posto di blocco. Ero molto grato a Dio. Prima avevo davvero molto da fare nell’esercito e non avevo molto tempo per diffondere il Vangelo. Assunta la nuova posizione, l’impegno era minore e avevo più tempo per diffondere il Vangelo. Anche se la persecuzione da parte dell’esercito non si è mai arrestata, ho continuato a diffondere il Vangelo e a rendere testimonianza a Dio, e ho portato più persone davanti a Dio perché ottenessero la Sua salvezza.

Nel diffondere il Vangelo, sebbene abbia sofferto un po’, sia stato sottoposto a umiliazioni, percosse e rimproveri e sia anche stato messo in reclusione, ho visto la mia corruzione e le mie carenze, nonché l’amore di Dio. Qualunque circostanza affrontassi, ogni volta le parole di Dio erano lì per guidarmi, per farmi abbandonare la mia vanità e la mia reputazione e per darmi la fede e la forza di andare avanti. Attraverso queste esperienze, ho visto in prima persona che soffrire ed essere perseguitati in nome della diffusione del Vangelo è una cosa significativa. Seguire Dio, spendersi per Lui e compiere il proprio dovere è la vita più significativa che si possa vivere.

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