Agire in modo arbitrario mi ha danneggiata
Alla fine del 2012, sono stata nominata leader della chiesa. Ho notato che tutti i progetti della chiesa procedevano a rilento e che solo alcuni membri sapevano svolgere bene il loro dovere. Sapendo che ero una credente da poco tempo e non avevo una buona conoscenza di come selezionare i lavoratori, spesso presentavo le mie difficoltà a Dio in preghiera e ricercavo i principi pertinenti. Se non capivo qualcosa, ricercavo e condividevo con i miei collaboratori. Gradualmente, il mio giudizio sulle persone e sulle situazioni ha cominciato a migliorare, sapevo distribuire i doveri alle persone in base ai loro punti di forza e abbiamo iniziato a vedere dei progressi nel lavoro della chiesa.
Ricordo che una volta, discutendo del lavoro, ho suggerito di coltivare sorella Li Zhi come capogruppo, ma molti collaboratori non erano d’accordo con me, sostenendo che Li Zhi era limitata dalla sua famiglia e non era responsabile nel suo dovere. Non irrigava i nuovi arrivati in modo tempestivo, e anche dopo ripetute condivisioni non era ancora migliorata. Dato il suo atteggiamento nei confronti del dovere, non era adatta come capogruppo. Ho pensato tra me e me: “Li Zhi ha acquisito la fede da poco e le limitazioni della sua famiglia sono solo una debolezza temporanea. Non dovremmo delimitarla come inadatta alla coltivazione solo in base a una situazione temporanea, ma sostenerla e aiutarla con amore”. Da allora, spesso offrivo il mio sostegno a Li Zhi, e le parlavo delle intenzioni di Dio e del significato che ha compiere il proprio dovere. A poco a poco, lo stato di Li Zhi ha iniziato a migliorare: non era più limitata dalla famiglia e ha cominciato a compiere regolarmente il suo dovere. C’era poi un fratello che aveva buona levatura, condivideva sulla verità in modo chiaro e lucido ed era responsabile nel compiere il suo dovere; così ho suggerito di formarlo come supervisore del lavoro di irrigazione. Ma la mia collaboratrice aveva dei dubbi. Pensava che l’indole arrogante di quel fratello avrebbe limitato gli altri e che quindi per ora non fosse adatto alla formazione. Ho rammentato che uno dei principi affermava: “Coloro che hanno un’indole arrogante ma sanno accogliere la verità e inoltre hanno una buona levatura e sono dotati vanno promossi e coltivati. Non devono assolutamente essere esclusi” (170 principi per praticare la verità, “I principi per trattare coloro che hanno un’indole arrogante di vario tipo”). Quel fratello aveva un’indole arrogante, ma accettava la verità e, quando gli altri gli facevano notare i suoi problemi, accettava le critiche e cambiava. Quindi, nel complesso, soddisfaceva i principi per essere promosso e coltivato. Ho spiegato il mio ragionamento riferendomi a questo principio e diversi collaboratori si sono detti d’accordo con me. Dopo che quel fratello è stato assegnato all’irrigazione, ha ottenuto ottimi risultati nel suo lavoro e si è dimostrato molto capace. In breve tempo, è stato promosso. Ero piuttosto soddisfatta di me stessa, e pensavo: “Avrò anche fede da poco tempo, ma ho buona levatura e sono in grado di giudicare le persone e le situazioni meglio degli altri collaboratori. Se la chiesa non avesse un’intenditrice come me, chi avrebbe individuato e coltivato questi nuovi talenti?”. Avevo saggiamente distribuito ogni progetto della chiesa, sostituendo i membri che non erano adatti alle loro mansioni e, ben presto, il lavoro della chiesa aveva iniziato a decollare. Quando i fratelli e le sorelle avevano dei problemi, venivano tutti da me a chiedere la mia opinione. Alcuni mi lodavano persino apertamente, dicendomi: “I precedenti leader della chiesa erano credenti di lunga data, ma non erano in grado di far funzionare bene la chiesa. Tu credi da poco tempo, ma appena sei arrivata il lavoro ha cominciato a decollare. Devi essere una leader di talento e di buona levatura”. Questo mi ha resa ancora più soddisfatta di me stessa, e mi ritenevo un talento davvero raro nella chiesa.
In seguito, ho presieduto al lavoro di alcune altre chiese. A volte, quando i leader superiori operavano delle selezioni, chiedevano il mio consiglio. Mi sono sempre più persuasa di avere le carte in regola per essere una leader: avevo buona levatura, ero brava a selezionare i talenti e sapevo risolvere i problemi secondo i principi. Ho acquisito sempre più fiducia in me stessa. In seguito, ogni volta che pensavo di aver fatto una valutazione accurata di una situazione, prendevo le decisioni da sola, senza consultare i miei collaboratori. Sentivo di capire i principi meglio di loro e di avere una comprensione migliore. Anche se avessi discusso con loro, avremmo sicuramente seguito il mio piano, quindi era inutile consultarli. Quando i collaboratori proponevano dei suggerimenti, non li reputavo validi quanto le mie idee, li bocciavo direttamente e procedevo con il mio piano.
Una volta, la chiesa aveva bisogno di un membro che conservasse i nostri libri, e ho suggerito di incaricare un nuovo arrivato, Zheng Ye, perché sapevo che aveva una buona umanità. Una collaboratrice mi ha richiamata: “Zheng Ye è nuovo nella fede e sua moglie è una miscredente. Se emergesse una situazione improvvisa e inaspettata, non so se sarebbe in grado di proteggere i libri”. Il mio suggerimento era stato respinto e mi sentivo un po’ a disagio. Ho pensato: “Sono io la leader: davvero sarei incapace di trovare qualcuno che custodisca i libri? Dopotutto, non stiamo selezionando un leader, quindi perché standard così elevati?”. Non ho ascoltato il consiglio e ho assegnato a Zheng Ye il compito di tenere i libri. Quando una delle sorelle lo ha saputo, mi ha trattata: “In base a quale principio hai incaricato Zheng Ye? Dobbiamo trovare una casa sicura in cui conservare i libri. Zheng Ye crede da poco tempo, non ha molte basi e sua moglie si oppone alla sua fede. Se dovesse accadere qualcosa, non danneggerebbe il lavoro della chiesa?”. Non ero d’accordo, e pensavo: “Secondo i principi, Zheng Ye potrà anche non essere adatto, ma ha una buona umanità ed è disponibile per questo dovere. Non state un po’ esagerando? È davvero così grave?”. Allora ho detto: “Ho già condiviso con lui: se riesci a trovare qualcuno di più adatto, allora seguiremo la tua proposta”. Vedendo che non accettavo minimamente la sua idea, lei non ha aggiunto altro. Non molto tempo dopo, Zheng Ye ha avuto un litigio con sua moglie e lei ha buttato via tutti i libri, alcuni dei quali sono stati danneggiati. Siamo stati costretti a fare le ore piccole per trasferire i libri in un altro luogo. In seguito, i miei collaboratori mi hanno trattata perché non avevo agito secondo i principi e avevo seguito le mie convinzioni, con il risultato che i libri erano stati danneggiati. Mi hanno detto che avrei dovuto riflettere a lungo su quanto era accaduto. Superficialmente l’ho accettato, ma in cuor mio pensavo: “È stato un semplice errore. Ho scelto quel fratello in base alla situazione concreta della chiesa in quel momento. Chi poteva immaginare che sarebbe successa una cosa del genere?”. E ho continuato a compiere il mio dovere a modo mio. Quando discutevamo del nostro lavoro, bocciavo direttamente i consigli dei miei collaboratori e facevo di testa mia. A poco a poco, loro hanno iniziato a sentirsi limitati da me e non osavano dare pareri su nulla per cui avessi già preso una decisione.
Una volta, sono andata in un’altra chiesa per destituire una leader di nome Zhang Fan. Prima di rimuoverla, avrei dovuto condividere e analizzare il suo rendimento complessivo nel dovere e solo allora destituirla. Ma poi ho pensato a come, quando avevo in precedenza condiviso con lei sul suo rendimento, non lo aveva accettato e aveva persino cavillato sui dettagli. Così, ho pensato che era inutile fare comunione con lei e che avrei dovuto rimuoverla direttamente. In seguito, ho convocato una riunione con Zhang Fan e alcuni altri diaconi in cui ho spiegato brevemente perché doveva essere destituita. Ma Zhang Fan non ha ceduto, ha continuato a discutere con me e mi ha persino apostrofata: “Parla chiaro con me: in base a quale principio mi hai rimossa?”. Mi sono detta: “Ho già spiegato i problemi relativi al tuo rendimento, ma tu continui ad assillarmi e a discutere, cercando di cogliermi in fallo. Non conosci affatto te stessa e non perderò tempo a condividere con te”. Mi sono limitata a ignorarla. Sorella Wang Chen mi ha richiamata, dicendo: “Zhang Fan sa essere molto pignola, ma dovresti comunque condividere con lei sui principi e chiarirle il motivo per cui è stata destituita”. Anche se sapevo che Wang Chen aveva ragione, ho considerato che, essendo una leader della chiesa, Zhang Fan conosceva bene quei principi, quindi non era necessario perdere tempo a condividerglieli. Così, le ho solo letto un passo delle parole di Dio su come trattare il lavoro dei leader, ma mentre lo leggevo mi sentivo un po’ in colpa. Stavo usando le parole di Dio per soffocarla, non stavo risolvendo il suo problema: non era giusto. Ma poi ho pensato che, se non gliele avessi lette, non sarei stata in grado di tenerla a freno. Alla fine della lettura, nella stanza regnava il silenzio assoluto e Zhang Fan se ne stava seduta in silenzio, in preda alla rabbia. Pensavo che la questione fosse chiusa ma, con mia sorpresa, durante una riunione Zhang Fan ha detto che alcuni leader e lavoratori non stavano seguendo i principi, e questo ha portato altri leader e lavoratori a sentirsi limitati e a intralciare il lavoro della chiesa. Ero un po’ spaventata. Tutto questo era la conseguenza del mio agire arbitrariamente e non seguire i principi, ma io mi limitavo a riconoscere che era sbagliato, senza riflettere seriamente sulla questione.
In seguito, neanche quando ho destituito un’altra leader ho spiegato a fratelli e sorelle le ragioni specifiche della sua rimozione. Alcuni fratelli e sorelle non avevano discernimento nei confronti di quella leader e spesso, durante le riunioni, sostenevano che non mi fossi attenuta ai principi nel rimuoverla. Questo ha scatenato un certo caos nella chiesa. Saputo della situazione, una sorella mi ha richiamata dicendo: “È meglio che tu condivida subito con loro, altrimenti nella chiesa aumenterà sempre più il caos”. Non ero d’accordo con lei, e pensavo: “I falsi leader vanno destituiti, non stavo cercando di punire nessuno: perché ne fanno un tale dramma?”. Poiché non agivo secondo i principi, non riflettevo su me stessa e non mi conoscevo, gradualmente trovavo il mio dovere sempre più faticoso. Non ricevevo più l’illuminazione e la guida da parte di Dio e, quando mi occupavo del lavoro della chiesa, ero spesso confusa. Non sapevo che cosa dire a Dio nella mia preghiera quotidiana e il lavoro delle chiese di cui ero responsabile non produceva buoni risultati. Ho iniziato a rendermi conto che forse non potevo più occuparmi di quel dovere.
Non molto tempo dopo, alcuni fratelli e sorelle hanno scritto una lettera di segnalazione in cui mi accusavano di agire in modo sconsiderato e di non accettare affatto la verità. Saputo della mia situazione, una leader superiore mi ha smascherata e trattata: “Come leader della chiesa, nell’occuparti di qualcosa di così importante come la selezione e la rimozione di personale, non ti sei consultata con i tuoi collaboratori e non hai cercato principi, agendo invece in modo arbitrario e seguendo i tuoi piani. Quando fratelli e sorelle ti hanno richiamata, non hai smesso. Sei troppo arrogante e presuntuosa. Quando hai fallito e sei stata smascherata, non hai riflettuto su te stessa e hai continuato a fare di testa tua. Il tuo comportamento arbitrario ha fatto precipitare la vita della chiesa nel caos e ha danneggiato quella dei fratelli e delle sorelle. In base al tuo comportamento, non sei più adatta a prestare servizio come leader. Quando rivesti questo ruolo, le perdite superano i guadagni”. Sentendo la leader smacherarmi e trattarmi così, ero affranta, stavo malissimo, e sono scoppiata a piangere. Mi sono chiesta: “Come ho fatto a danneggiare così tanto il lavoro della chiesa?”. Non solo avevo disatteso i miei doveri di leader, ma anche intralciato il lavoro della chiesa. Il mio unico desiderio era di scomparire. Mentre tornavo a casa, ero stordita. Avevo agito in modo arbitrario nel mio dovere, ero stata sconsiderata e avevo intralciato il lavoro della chiesa, quindi pensavo che Dio mi avrebbe certamente disprezzata. Dio avrebbe forse salvato una persona come me? Più ci pensavo, più mi sentivo male e non so nemmeno come ho fatto a tornare a casa. In ginocchio sul letto, ho pregato Dio: “Amato Dio! Non so come sono arrivata a questo punto. Non ho vera conoscenza di me stessa. O Dio! So che ci sono insegnamenti da trarre dall’essere stata destituita, ma sono troppo insensibile. Ti prego, illuminami e guidami a conoscere me stessa e a capire le Tue intenzioni”.
Durante i miei devozionali, ho pensato a un inno delle parole di Dio che cantavo spesso: “Tutto quello che ricevete sono castigo, giudizio e colpi senza pietà, ma sappiate che in questo duro accanimento non c’è la benché minima punizione, sappiate che, per quanto aspre siano le Mie parole, quelle che vi riguardano sono quelle poche che a voi sembrano particolarmente spietate, e sappiate che, per quanto grande sia la Mia ira, quelle che ricadono su di voi non sono che parole di insegnamento, e non c’è in Me alcuna intenzione di farvi del male, né di darvi la morte. Questo non è un dato di fatto?
Il giusto giudizio ha come scopo la purificazione dell’uomo mentre lo spietato raffinamento viene praticato al fine di mondare l’uomo; le dure parole e il castigo hanno entrambi il fine di purificare l’uomo e di condurlo alla salvezza. Che cosa avete da dire in merito a tale castigo e giudizio? Non avete sempre goduto della salvezza, dall’inizio alla fine? Avete visto il Dio incarnato e vi siete resi conto della Sua onnipotenza e sapienza; inoltre, avete sperimentato ripetutamente castigo e disciplina. Ma non avete ricevuto anche la grazia suprema?” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi, “Il giudizio e il castigo di Dio hanno lo scopo di salvare l’uomo”). Le parole di Dio mi hanno davvero commossa. Proprio così. L’opera di Dio degli ultimi giorni è fatta di giudizio e castigo. Che si tratti di castigare, disciplinare, trattare o smascherare, Egli fa tutto questo per purificare e salvare l’umanità. La mia rimozione poteva certo farmi stare male, ma era l’occasione perfetta per riflettere su me stessa e conoscermi. Era l’amore e la salvezza di Dio. Non potevo fraintendere le intenzioni di Dio. Capire tutto questo mi ha fatta sentire un po’ più in pace. Volevo solo cercare la verità, riflettere su me stessa, conoscermi, e pentirmi davvero e quanto prima.
Pensando a come la leader mi aveva smascherata e trattata perché avevo agito in modo arbitrario e sconsiderato, ho cercato dei passi pertinenti delle parole di Dio di cui nutrirmi e su cui riflettere. Ho letto delle parole di Dio che dicono: “Ad alcuni piace fare le cose da soli, senza discuterne o informarne gli altri. Fanno semplicemente le cose come vengono, comunque le vedano gli altri. Pensano: ‘Io sono il leader, e voi siete i prescelti da Dio, quindi dovete attenervi a quel che faccio. Fate esattamente come dico: è così che dovrebbe essere’. Non avvisano gli altri quando agiscono; non c’è trasparenza nelle loro azioni. Lottano sempre in privato per qualcosa e agiscono di nascosto. Proprio come il gran dragone rosso, che mantiene il suo monopolio monopartitico sul potere, desiderano sempre raggirare e controllare gli altri, che considerano insignificanti e privi di valore. Vogliono sempre avere l’ultima parola nelle questioni, senza discuterne o comunicare con altri, e non chiedono mai opinioni ad altre persone. Cosa pensate di questo approccio? Possiede normale umanità? (No.) Non è forse la natura del gran dragone rosso? Il gran dragone rosso è dispotico e arbitrario. Coloro che hanno questo genere di indole corrotta non sono forse la progenie del gran dragone rosso?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sulla cooperazione armoniosa”). “Per l’adeguato compimento del tuo dovere non importa da quanti anni credi in Dio, quanto hai realizzato nel tuo dovere, né quanti contributi hai apportato alla casa di Dio, tanto meno importa quanta esperienza hai nel tuo dovere. La cosa principale a cui Dio guarda è la via che una persona prende. In altre parole, Egli guarda all’atteggiamento di una persona verso la verità e i principi, alla direzione, all’origine e allo slancio dietro le azioni di quella persona. Dio Si concentra su queste cose; esse sono ciò che determina la via che percorri. Se, mentre compi il tuo dovere, queste cose positive non si vedono affatto in te, e i principi, il cammino e il fondamento del tuo agire sono i tuoi pensieri, obiettivi e piani; se il tuo slancio è per tutelare i tuoi interessi e salvaguardare la tua reputazione e la tua posizione, se il tuo modus operandi è prendere decisioni e agire da solo e avere l’ultima parola, non discutendo mai le cose con gli altri né cooperando armoniosamente, non ascoltando mai consigli quando hai commesso un errore e tanto meno cercando la verità, come ti vedrà Dio? Non hai ancora raggiunto lo standard se compi così il tuo dovere; non hai intrapreso la via della ricerca della verità, perché, nello svolgere il tuo lavoro, non cerchi il principio della verità e agisci sempre come vuoi, facendo come ti piace. Questo è il motivo per cui la maggior parte delle persone non compie i propri doveri in modo soddisfacente” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato adempimento del proprio dovere?”). Le parole di Dio mi hanno davvero colpita mentre riflettevo su questi passi. Mettevano in luce come la natura del gran dragone rosso sia di arroganza, egoismo e arbitrarietà. I punti di vista di simili persone e le strade che percorrono sono in opposizione a Dio. La chiesa mi aveva dato l’opportunità di essere una leader, non una burocrate. Mi aveva affidato una responsabilità e voleva che seguissi la volontà di Dio, collaborassi in armonia con gli altri per svolgere bene il lavoro della chiesa e compissi il mio dovere. Io, invece, consideravo il lavoro della chiesa come un’attività privata. Quando ho iniziato a ottenere qualche risultato nel mio lavoro e ho acquisito un po’ di esperienza nella selezione dei talenti, pensavo di avere buona levatura, un’eccezionale capacità lavorativa e di saper giudicare bene situazioni e persone. Soprattutto dopo che fratelli e sorelle hanno iniziato a rivolgersi a me per le loro domande, mi sono messa su un piedistallo e credevo di capire la verità meglio di loro. Non riuscivo a scendere da quel piedistallo, e credevo che ogni progresso nel lavoro della chiesa fosse opera mia e che tutti i fratelli e le sorelle fossero inferiori a me e non avessero il diritto di esprimere opinioni. Le mie opinioni dovevano avere la priorità in qualsiasi lavoro che richiedesse una discussione. Così, quando fratelli e sorelle mi facevano notare come avessi deviato nel mio lavoro, non prestavo loro attenzione e continuavo a fare le cose a modo mio. A volte, quando esprimevano opinioni diverse, le respingevo senza nemmeno considerarle. Insistevo perché seguissero il mio piano e a volte procedevo di testa mia senza prima consultarmi con i miei collaboratori. Ho insistito nel far tenere i libri a un fratello non rispondente ai principi e non ho ascoltato i richiami dei miei collaboratori a non farlo, con il risultato che i libri sono stati danneggiati. Nonostante ciò, non ho riflettuto su me stessa. Ho destituito Zhang Fan senza farle notare i suoi problemi e condividere al riguardo, e questo l’ha portata a risentirsi, a opporsi e a cercare di cogliermi in fallo, cosa che ha causato un grande disturbo e caos nella vita della chiesa. Nei miei doveri, non ho dato priorità alla ricerca della verità e non ho guidato gli altri a entrare nella realtà della verità. Al contrario, li ho condotti a violare i principi, ho costretto tutti a seguire i miei ordini, non permettevo loro di esprimere opinioni diverse e volevo avere l’ultima parola su tutto. Non mi stavo forse comportando da despota? Come leader della chiesa, capivo chiaramente che dovevamo lavorare secondo i principi, ma io li ignoravo, facendo di testa mia e volendo sempre avere l’ultima parola. Non mi stavo forse opponendo a Dio? Ogni mia azione rivelava la mia indole da anticristo. Riflettendoci su, ho visto che tutti i miei comportamenti erano ripugnanti agli occhi di Dio. Se non mi fossi pentita e non li avessi corretti, non avrei avuto lo stesso esito degli anticristi?
In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio che diceva: “Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti guidato dalla tua natura arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e il tuo orgoglio ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; priverebbero il tuo cuore del posto per Dio, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Grazie alle parole di Dio, ho capito che la causa principale del mio agire arbitrariamente e fare di testa mia era la mia natura troppo arrogante. Avevo un’eccessiva autostima, ero convinta di essere migliore degli altri, di giudicare meglio le persone e le situazioni. Non avevo rispetto per nessuno. Quando discutevo di lavoro con i miei collaboratori, pensavo sempre di avere ragione, e non ascoltavo mai chiunque fosse in disaccordo con me. Neanche quando ho creato disturbo e caos nella chiesa a causa della mia arroganza e della mia presunzione ho mostrato segni di umiltà, convinta che si trattasse solo di un errore occasionale. Quando quella sorella mi ha richiamata, non sono stata capace di riflettere su me stessa e di conoscermi, pensando che gli altri stessero facendo un dramma per niente. Mi sono resa conto di essere davvero arrogante. Dov’era la mia ragionevolezza? I risultati che avevo ottenuto nel lavoro e le buone scelte che avevo compiuto erano il risultato della guida di Dio e l’effetto che le Sue parole producevano in me. Senza l’illuminazione e la guida di Dio e i principi della Sua casa, non sarei stata capace di nulla. Eppure mi sono presa tutto il merito, e ho usato quei risultati come un capitale per via della mia arroganza e presunzione. Ero davvero spudorata. Se la mia leader non mi avesse duramente smascherata e poi rimossa, non avrei mai riflettuto su me stessa. Solo allora ho riconosciuto che lo smascheramento e la rimozione erano il modo in cui Dio mi proteggeva. Altrimenti, chissà quale altro male avrei perpetrato con la mia indole arrogante… Capire tutto ciò mi ha colmata di paura e vergogna e ho pregato Dio: “Amato Dio! Non voglio più vivere secondo la mia indole arrogante, né agire in modo arbitrario e sconsiderato. Ti prego, guidami a trovare un cammino di pratica”.
Dopo di che, ho ricercato in merito al mio problema e ho trovato questo passo delle parole di Dio: “Come risolvi, allora, la tua arbitrarietà e sconsideratezza? Supponiamo, per esempio, che ti succeda qualcosa e tu abbia le tue idee e i tuoi piani; prima di stabilire cosa fare, devi ricercare la verità, e dovresti come minimo condividere con tutti gli altri in merito a ciò che pensi e credi al riguardo, chiedendo loro di dirti se i tuoi pensieri e i tuoi piani siano corretti e in linea con la verità, chiedendo che facciano per te le verifiche finali. Questo è il metodo migliore per risolvere l’arbitrarietà e la sconsideratezza. Prima di tutto, puoi far luce sul tuo modo di vedere le cose e puoi cercare la verità; questo è il primo passo che devi praticare per risolvere questa arbitrarietà e sconsideratezza. Il secondo passo avviene quando altre persone danno voce a opinioni diverse: a quale pratica puoi ricorrere per evitare di essere arbitrario e sconsiderato? Per prima cosa, devi avere un atteggiamento di umiltà, mettere da parte ciò che credi sia giusto e far sì che tutti comunichino. Anche se pensi che il tuo modo sia giusto, non dovresti continuare a insistervi. Questo è un passo avanti; mostra un atteggiamento di ricerca della verità, di negazione di te stesso e di soddisfazione della volontà di Dio. Acquisito questo atteggiamento e, contemporaneamente, non attenendoti alla tua opinione, dovresti pregare, ricercare la verità da parte di Dio, e poi cercare una base nelle parole di Dio: decidere come agire sulla base delle parole di Dio. Questa è la pratica più adeguata e accurata. Quando le persone cercano la verità e sollevano un problema affinché tutti condividano insieme e cerchino una risposta, in quel momento lo Spirito Santo fornisce loro illuminazione. Dio illumina le persone secondo principio, Egli fa il punto sul tuo atteggiamento. Se rimani ostinatamente sulle tue posizioni, indipendentemente dal fatto che il tuo punto di vista sia giusto o sbagliato, Dio ti volterà le spalle e ti ignorerà; ti farà arrivare a un punto morto, ti smaschererà e metterà a nudo il tuo stato spregevole. Se invece il tuo atteggiamento è giusto, e non sei insistente a modo tuo, né presuntuoso, né arbitrario e sconsiderato, ma hai un atteggiamento con cui ricerchi e accogli la verità, allora, se tieni condivisione al riguardo con tutti gli altri, lo Spirito Santo si metterà all’opera fra di voi, e forse ti guiderà a capire tramite le parole di qualcun altro. Talvolta, quando lo Spirito Santo ti illumina, ti porta a capire il punto cruciale di una questione con poche parole o frasi, o fornendotene il significato. In quel momento, ti rendi conto che qualunque cosa a cui ti stessi aggrappando era erronea e, allo stesso tempo, comprendi qual è il modo di agire più opportuno. Dopo aver raggiunto un simile livello, hai forse evitato efficacemente di fare il male e di subire le conseguenze di un errore? Come si consegue un simile risultato? Lo si consegue solo quando si ha un cuore che teme Dio e quando si ricerca la verità con un cuore obbediente. Quando avrai ricevuto l’illuminazione dello Spirito Santo e determinato i principi per la pratica, la tua pratica sarà in linea con la verità, e tu sarai in grado di soddisfare la volontà di Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio mi hanno indicato un percorso di pratica. Per eliminare la propria arroganza, presunzione e sconsideratezza, la cosa più importante è avere timore di Dio nel cuore, un atteggiamento di ricerca della verità e la volontà di cooperare armoniosamente con gli altri. Quando si affrontano dei problemi, bisogna discutere con gli altri e raggiungere un accordo prima di procedere. Se gli altri esprimono opinioni diverse, bisogna imparare a essere umili e ricercare la verità e i principi insieme agli altri. Nessuno è perfetto, e nessuno dei progetti della chiesa può essere portato a termine da una sola persona: tutti richiedono collaborazione e discussione per essere svolti adeguatamente. Questo fallimento mi ha permesso di capire l’importanza di ricercare la verità e lavorare secondo i principi nel proprio dovere. Lavorare in questo modo mi avrebbe permesso di evitare di causare interruzioni e intralci. Se si è arroganti, presuntuosi, arbitrari e sconsiderati, per quanto si possa essere intelligenti, non si otterranno comunque buoni risultati e si causeranno solo interruzioni e intralci al lavoro della chiesa. Tempo dopo, fratelli e sorelle hanno visto che mi ero pentita ed ero leggermente cambiata nel compiere il mio dovere, così mi hanno rieletta leader della chiesa. Pensando a come in passato volevo sempre l’ultima parola nel mio dovere, e che questo era stato alquanto dannoso per gli altri e mi aveva colmata di rimorso, ho promesso a Dio che non sarei stata arbitraria, non avrei costretto gli altri a sottomettersi a me e avrei collaborato armoniosamente con loro.
Una volta, discutevo con i collaboratori del lavoro di irrigazione di una certa chiesa; Wang Chen mi sembrava responsabile e talentuosa nel suo lavoro, e secondo me andava coltivata come diacono dell’irrigazione. Ma due collaboratori non erano d’accordo: ritenevano che, nonostante Wang Chen fosse piuttosto responsabile e talentuosa, non avesse molta esperienza di vita e non desse priorità alla ricerca dei principi della verità di fronte ai problemi, e quindi non fosse adatta a supervisionare l’irrigazione. Queste loro parole mi hanno fatta infuriare: “Sono io la leader qui: vi reputate migliori di me nel giudicare le persone?”. Proprio mentre stavo per ribadire il mio punto di vista, di colpo mi sono resa conto che stavo ancora una volta manifestando la mia indole arrogante e volevo agire in modo arbitrario. Ricordando il mio fallimento passato, ho pregato Dio, chiedendoGli di aiutarmi a essere umili ed agire secondo i principi. Dopo aver pregato, mi sono resa conto che assegnare all’irrigazione la persona sbagliata avrebbe causato molti danni all’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle, quindi dovevo stare attenta. Dopo di che, ho ricercato con gli altri i principi per la promozione e la formazione delle persone e, dopo aver incontrato Wang Chen e aver condiviso con lei, ho scoperto che le mancava davvero esperienza di vita, non rifletteva su sé stessa e non si conosceva di fronte ai problemi, e non ricercava la verità per risolverli; dunque non era adatta al lavoro di irrigazione. Alla fine, ero d’accordo con le opinioni degli altri. Praticare in questo modo mi ha fatta sentire molto più a mio agio. Ripensando alla mia esperienza, subire le conseguenze del mio comportamento arbitrario mi ha provocato molto dolore emotivo, rimpianto e odio per me stessa. Ma mi ha permesso di riconoscere la mia indole arrogante e di rendermi conto che nel mio dovere non devo agire basandomi solo sulle mie idee, che devo ricercare di più le intenzioni di Dio, lavorare secondo i principi ed esaltare Dio sopra ogni cosa. Solo così posso ricevere la guida di Dio e non incorrere in deviazioni. Lode a Dio!
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