Le contaminazioni nei miei sacrifici per Dio
Un giorno dello scorso aprile, improvvisamente ho sentito un male terribile sul lato destro della schiena. Pensavo fosse uno stiramento, quindi non ci ho dato troppo peso, covinta che un cerotto medicato sarebbe bastato. E invece non mi è stato di grande aiuto, il dolore è peggiorato ed è diventato lancinante, dal petto alla schiena, come se avessi un ago infilzato. Quando si acutizzava, sentivo come artigli che mi graffiavano la carne e le ossa. Le fitte erano così intense che non riesco a descriverle. Certe notti, addirittura non riuscivo a dormire. Sentivo di non poterlo più sopportare fisicamente e volevo rivolgermi a un medico, tuttavia, avevo appena organizzato una riunione per condividere il Vangelo con alcune persone. Dovermi recare a fare un controllo avrebbe sicuramente ritardato il tutto. Ho pensato di andarci più tardi, dopo l’incontro, e poi, era tutto nelle mani di Dio. Dovevo continuare a fare il mio dovere, e forse sarebbe migliorata dopo qualche giorno. Mi sono preparata a sopportare il dolore, e sono andata in ospedale dopo quella riunione. Il medico mi ha detto con fare assai severo: “Perché ha aspettato così tanto a venire? Non è una cosa da poco. Si tratta di herpes zoster causato da un virus, ed è di tipo interno. Ma è già visibile sulla pelle. Senza una cura immediata, il virus potrebbe penetrare nel midollo osseo e rivelarsi anche fatale”. Sono stata davvero presa alla sprovvista. Non avrei mai immaginato che fosse qualcosa di tanto serio, che potesse addirittura costarmi la vita. Pensavo: “Condivido con entusiasmo il Vangelo e svolgo il mio dovere da alcuni anni, come è potuto accadere a me? Ho anche messo da parte la mia casa e la carriera per fare il mio dovere, e ho sofferto e pagato un prezzo. Non ho mai tradito Dio, nemmeno quando sono stata arrestata e torturata dal Partito Comunista. Dopo il carcere, ho continuato a svolgere il mio dovere. Perché Dio non mi protegge?” Più ci pensavo, più mi arrabbiavo, lottavo per trattenere le lacrime e sentivo un vuoto nel cuore. Si tratta di una malattia cronica, quindi l’unico modo per tenerla a bada è con le medicine. Inoltre, in chiesa c’era molto da fare, quindi ho continuato a svolgere il mio dovere mentre facevo la cura. Quando ero in bicicletta, ogni dosso sulla strada mi procurava un dolore lancinante. A volte iniziavo a sudare, altre volte avevo fitte improvvise e non riuscivo a stare seduta. Finito di badare al mio compito, tornavo a casa e mi sdraiavo, sentivo di non avere più un briciolo di forza e non riuscivo nemmeno a parlare.
Sapevo che mi stava succedendo con il permesso di Dio. Pregavo e cercavo, e mi chiedevo se magari avessi fatto qualcosa che non era in linea con la volontà di Dio, eppure mi aggrappavo ancora a questo briciolo di speranza che se avessi individuato il mio errore e continuato a fare il mio dovere, Dio avrebbe potuto scegliere di guarirmi. Ma due mesi sono passati in un attimo, e non mi sentivo meglio. Ero preoccupata. Non stavo bene da così tanto tempo: e se non fossi migliorata? E non avevo mai smesso di svolgere il mio compito. Ho continuato a condividere il Vangelo anche quando ero malata: perché Dio non mi stava guarendo? Il pensiero mi turbava. Lo trovavo ingiusto. Se non fossi mai guarita, magari un giorno non avrei più potuto dedicarmi al mio dovere. Non avrei più potuto compiere buone azioni, e allora come avrei fatto a essere salvata? Mi chiedevo se tutto quello che avevo dato negli anni sarebbe stato vano. Ho pensato di risparmiare energie e vedere come andavano le cose. Da allora, nel mio dovere, non ho più messo il cuore come una volta. Nelle nostre riunioni di gruppo, chiedevo abitualmente dei potenziali obiettivi di evangelizzazione. Se il mio aiuto non era necessario, andavo a casa a riposare. Avevo paura di stancarmi troppo e di peggiorare. In quel periodo, ero preoccupata per la malattia e depressa. Non trovavo luce nelle parole di Dio e la mia condivisione durante le riunioni era arida. Mi sentivo molto distante da Dio. Nel dolore, pregavo Dio: “O Dio! Sono davvero infelice e mi sento così debole. Non ho stimoli nel mio dovere. Sono persino risentita verso di Te. Ti prego, guidami a capire la Tua volontà. Voglio sottomettermi, riflettere e imparare una lezione”.
Nella mia ricerca, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Prima di tutto, quando le persone iniziano a credere in Dio, chi tra loro non ha i suoi scopi, le sue motivazioni e le sue ambizioni? Anche se alcune persone credono nell’esistenza di Dio, e l’hanno percepita, la loro fede in Dio contiene ancora quelle motivazioni, e il loro scopo ultimo nel credere in Dio è quello di ricevere le Sue benedizioni e le cose che essi desiderano. […] Ogni persona costantemente, nel suo intimo, fa questi calcoli, e avanza a Dio richieste che recano le sue motivazioni, le sue ambizioni e una mentalità affaristica. Vale a dire, nel suo intimo l’uomo saggia continuamente Dio, escogitando continuamente piani a proposito di Dio, e dibattendo costantemente con Lui il caso riguardante il proprio fine personale, e tentando di estorcere a Dio una dichiarazione, per vedere se Egli può concedergli ciò che desidera oppure no. Nello stesso tempo in cui ricerca Dio, l’uomo non Lo tratta come Dio. L’uomo ha sempre tentato di concludere accordi con Lui, facendoGli richieste senza tregua, e anche sollecitandoLo a ogni passo, tentando di prendersi tutto il braccio dopo aver avuto la mano. Mentre sta cercando di concludere accordi con Dio, l’uomo dibatte con Lui, e c’è anche chi, nel momento in cui gli capitano delle prove o si trova in determinate situazioni, spesso diventa debole, passivo e fiacco nel suo lavoro, e pieno di lamentele riguardanti Dio. Dal primo momento in cui ha iniziato a credere in Dio, l’uomo Lo ha considerato un pozzo di San Patrizio, un ‘jolly’, e si è autoproclamato come il più grande creditore di Dio, come se tentare di ottenere benedizioni e promesse da Dio fosse un suo diritto e obbligo innato, mentre la responsabilità di Dio sarebbe quella di proteggere l’uomo, prenderSi cura di lui e provvedere all’uomo. Ecco l’interpretazione di base del concetto ‘fede in Dio’ da parte di tutti coloro che credono in Lui, e tale è la loro più profonda comprensione di questo concetto” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Mi sono sentita molto in colpa nel riflettere sulle parole di Dio. Semplicemente non Lo stavo trattando come Dio nella mia fede, ma volevo solo benedizioni da Lui. Lo vedevo come un forziere o una cornucopia, fin dall’inizio, pensando che, finché mi fossi spesa per Lui, sarei stata sana e salva, non avrei mai affrontato malattie o tragedie, e sarei scampata a disastri di ogni tipo. Alla fine, sarei stata salvata, premiata con una bella destinazione. Avevo accantonato famiglia e carriera per il mio dovere, avevo sofferto e dato molto, senza mai tirarmi indietro, nemmeno quando sono stata arrestata e torturata dal PCC. Però poi mi sono ammalata e ho visto che i miei problemi di salute si trascinavano, ho dato la colpa a Dio e ho cercato di ragionare con Lui. Calcolavo tutte le mie sofferenze, convinta che i miei sforzi fossero stati sprecati, e ho iniziato a battere la fiacca nel mio dovere. Ho visto che gli anni di fede non miravano a ottenere la verità e obbedire a Dio, ma a barattare le mie sofferenze e l’impegno con la grazia e le benedizioni di Dio. Volevo applicare a Dio una prospettiva transazionale umana. Non Lo stavo forse imbrogliando e usando? Ero così egoista e spregevole! Ho pensato a Dio che salva l’umanità. Ci ha dato tante parole per sostenerci, ha anche predisposto situazioni per farci sperimentare la Sua opera in modo che possiamo liberarci della nostra corruzione ed essere salvati. Non sapevo di dover ripagare l’amore di Dio. L’ho soltanto usato e ho sempre fatto calcoli. Quando Lui non faceva quello che volevo, iniziavo a svolgere il mio dovere in maniera meccanica e a fregarmene. Non ero affatto genuina verso di Lui. Non avevo davvero nessuna coscienza o ragionevolezza! Mi sono presentata davanti a Lui e ho pregato: “Dio, Ti ho usato e tradito nella mia fede. Sono così egoista e infima. Sono a malapena umana! Dio, voglio pentirmi. Ti prego, guidami”.
Ho letto un passo tratto da “Solo nella lettura frequente delle parole di Dio e nella riflessione sulla verità si trova un cammino da percorrere”: “In molti casi le prove sono oneri che Dio assegna agli esseri umani. Per quanto grande sia l’onere che Dio ti ha assegnato, questo è il fardello che devi assumere, poiché Dio ti capisce e sa che potrai sopportarlo. L’onere assegnatoti da Dio non eccederà la tua levatura o i limiti della tua resistenza, perciò senza dubbio potrai sopportarlo. Qualunque onere Dio ti assegni, qualunque prova, devi rammentare una cosa: che tu capisca o no la volontà di Dio e che dopo aver pregato tu riceva o no l’illuminazione e la rivelazione da parte dello Spirito Santo, e che questa prova sia per te una disciplina o un avvertimento da parte di Dio, non ha importanza se non capisci. Se non rallenti l’adempimento del tuo dovere e sai attenerti fedelmente a tale dovere, Dio sarà compiaciuto e tu rimarrai saldo nella tua testimonianza. […] Nella tua fede in Dio e nella tua ricerca della verità, se sei in grado di dire: ‘Qualunque malattia o evento sgradevole Dio permetta che mi colpisca (qualunque cosa Egli faccia), io devo obbedire e rimanere al mio posto di essere creato. Prima di ogni altra cosa devo mettere in pratica questo aspetto della verità (l’obbedienza), devo attuarlo, e vivere la realtà dell’obbedienza a Dio. Inoltre non devo accantonare ciò che Dio mi ha incaricato di fare e il dovere che devo svolgere. Perfino al mio ultimo respiro devo attenermi al mio dovere’, non significa forse rendere testimonianza? Quando hai questa determinazione e questa condizione, sei ancora in grado di lamentarti di Dio? No” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni). Meditando sulle parole di Dio, ho capito la Sua volontà. Non importa che tipo di difficoltà incontro, avviene tutto con il permesso di Dio, che mi sta dando una croce da portare. Dovrei accettare e obbedire, e testimoniare. Ho pensato a Pietro, che fu capace di obbedire a Dio qualunque cosa accadesse: si ammalò e visse privazioni, eppure fu sempre devoto a Dio e non si lamentò mai. Dovevo prendere il posto di un essere creato come Pietro, sottomettermi a qualsiasi disposizione di Dio, e imparare davvero una lezione. Ho continuato a prendere le medicine mentre mi dedicavo anche al mio compito, non mi sentivo così limitata dalla mia salute. Dopo alcuni mesi di recupero graduale, la malattia è scomparsa. Ero così grata a Dio.
A settembre. Un giorno sono tornata a casa dopo aver condiviso il Vangelo, aveva quello sguardo, come di chi porta un fardello. Il giorno prima era andato a fare un normale controllo, e il medico gli aveva detto di tornare l’indomani per fare una risonanza magnetica. Quella notizia è stata davvero sconvolgente per me, perché non si tratta di un esame di routine. Mi sono chiesta se avesse qualcosa di grave. Quella notte mi giravo e rigiravo. Non riuscivo a dormire. Ho cercato di consolarmi, pensando che probabilmente non era nulla di serio. Anche lui era un credente, e io svolgevo un compito che mi portava lontana da casa, quindi Dio avrebbe dovuto proteggerlo. Mi sono recata in ospedale con lui il giorno dopo. Inaspettatamente, si è scoperto che aveva un cancro al pancreas. Ero assolutamente sbalordita quando ho ricevuto la notizia. Mi sconvolgeva il fatto che fosse un cancro, e addirittura al pancreas. Avevo sentito che è molto difficile da curare e che si sviluppa assai rapidamente. Ha anche un alto tasso di mortalità, e alcuni non durano più di qualche mese. Sembrava pieno di vita, mentre forse gli restava poco da vivere. Pareva che il cielo mi crollasse addosso. Ho pensato: “Mi sono appena ripresa e ora mio marito ha il cancro. Perché Dio non ci protegge?” Ogni volta che pensavo alla malattia di mio marito, piangevo senza sosta. Ho pregato Dio nel mio dolore, chiedendoGli di proteggere il mio cuore, e di guidarmi a capire la Sua volontà.
Dopo ho letto un passo nelle parole di Dio: “Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove. Quali che siano gli aspetti in cui non sei purificato e riveli corruzione, questi sono gli aspetti nei quali devi essere affinato: questa è la disposizione di Dio. Dio crea per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui preferiresti morire e abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio. Pertanto, se le persone non subiscono diversi anni di affinamento, se non sopportano una certa dose di sofferenza, non potranno liberarsi dalla schiavitù della corruzione della carne nei loro pensieri e nel loro cuore. Quali che siano gli aspetti in cui le persone sono ancora soggette alla schiavitù di Satana, e quali che siano gli aspetti in cui hanno ancora i loro desideri e le loro esigenze, questi sono gli aspetti nei quali devono soffrire. Solo dalla sofferenza si possono trarre lezioni, il che significa essere in grado di acquisire la verità e capire la volontà di Dio. In realtà, molte verità vengono capite sperimentando prove dolorose. Nessuno può intendere la volontà di Dio, riconoscere la Sua onnipotenza e la Sua sapienza o apprezzare l’indole giusta di Dio quando si trova in un ambiente facile e confortevole o quando le circostanze sono favorevoli. Sarebbe impossibile!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Ho riflettuto su me stessa alla luce di questo passo. Quando ero malata, attraverso il giudizio delle parole di Dio, avevo capito di aver avuto una prospettiva sbagliata: inseguivo le benedizioni. Allora ero pronta a sottomettermi, sia che stessi meglio o meno. Pensavo di aver accantonato lo stimolo a perseguire le benedizioni, ma quando mio marito ha avuto il cancro, ho inevitabilmente incolpato e frainteso Dio. Ero convinta che dovesse proteggerci, visto che siamo credenti. Ho compreso quanto fosse radicata la mia spinta a ottenere le benedizioni. Non me ne sarei mai resa conto se Dio non mi avesse smascherata in quel modo. Poi ho capito che dovevo imparare qualcosa dalla malattia di mio marito, e dovevo smettere di incolpare Dio. Ho riflettuto con calma sul perché non potevo fare a meno di lamentarmi e di fraintendere Dio in quella circostanza, perché continuavo a perseguire benedizioni e grazia.
Più tardi, ho visto un video in cui venivano lette le parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Agli occhi degli anticristi, nella loro mente e nel modo in cui vedono le cose, ci devono essere dei benefici nel seguire Dio, essi non si scomoderanno in assenza di incentivi. Se non vi sono fama, guadagno o prestigio di cui godere, se nessuno dei lavori che svolgono o dei doveri che compiono procura loro l’approvazione da parte degli altri, allora reputano insensato credere in Dio e compiere i loro doveri. I primi benefici che una persona deve ottenere sono le promesse e le benedizioni di cui si parla nelle parole di Dio, e deve anche godere di fama, guadagno e prestigio all’interno della chiesa. I credenti in Dio devono distinguersi tra gli altri e devono essere speciali. I miscredenti non devono ricevere queste cose, e i fedeli devono gioirne; altrimenti è dubbio che questo Dio sia Dio. La logica degli anticristi non fa forse una verità delle parole: ‘Coloro che credono in Dio devono gioire delle benedizioni e della grazia di Dio’? Proviamo ad analizzare queste parole: sono la verità? Queste parole non sono la verità, sono falsità, sono la logica di Satana, non hanno alcun rapporto con la verità. Dio ha forse mai detto: ‘Se gli esseri umani credono in Me, di sicuro saranno benedetti, e non affronteranno mai alcuna avversità’? Quando mai Dio ha detto una cosa simile? Dio non ha mai detto né fatto questo.
In merito a benedizioni e avversità, c’è della verità che può essere ricercata. Quali sono le parole sagge a cui bisogna attenersi? Disse Giobbe: ‘Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo di accettare il male?’ (Giobbe 2:10). Queste parole sono la verità? Sono le parole di un uomo; non devono essere elevate ai vertici della verità, anche se in parte sono conformi alla verità. In che cosa sono conformi alla verità? Che gli esseri umani siano benedetti o subiscano avversità, tutto è nelle mani di Dio, tutto è sotto il Suo dominio. Questa è la verità. È ciò che credono gli anticristi? Non lo credono né lo riconoscono. Perché non credono in questo e non lo riconoscono? (Hanno fede in Dio allo scopo di essere benedetti; vogliono solo essere benedetti.) (Perché sono troppo egoisti e perseguono solamente gli interessi della carne.) In quanto credenti in Dio, gli anticristi desiderano soltanto essere benedetti ed evitare le avversità. Quando vedono qualcuno che è benedetto, che ha ricavato benefici, ha ricevuto la grazia, ha ottenuto grandi profitti, e ha ricevuto maggiori agi materiali, un migliore trattamento materiale e sta meglio dal punto di vista materiale, ritengono che questo sia dovuto a Dio; e, se non ricevono tali benedizioni materiali, allora queste non sono le azioni di Dio. L’implicazione è: ‘Se Tu sei Dio, puoi solo benedire gli esseri umani; non puoi infliggere loro catastrofi o sofferenze. Soltanto così ha valore e ha senso credere in Te. Se, dopo averTi seguito, gli esseri umani sono ancora afflitti da avversità, se continuano a soffrire, allora a che scopo credere in Te?’ Non ammettono che tutto sia nelle mani di Dio, che Dio stabilisca tutto. E perché non lo ammettono? Perché gli anticristi temono le avversità. Vogliono solo ricevere benefici, essere favoriti, essere benedetti; vorrebbero non accettare la sovranità e le disposizioni di Dio, ma solo ricevere da Lui dei benefici. Questo è il punto di vista egoistico e spregevole degli anticristi” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10 – Parte sesta”). “Tutti gli esseri umani corrotti vivono per sé stessi. Ognuno per sé e che gli altri si arrangino: questo è il riassunto della natura umana. Le persone credono in Dio per il proprio interesse; quando rinunciano alle cose e si spendono per Dio, lo fanno per essere benedette e, quando Gli sono fedeli, è per essere ricompensate. Insomma, agiscono solo al fine di essere benedette e ricompensate ed entrare nel Regno dei Cieli. Nella società lavorano per il proprio vantaggio personale, mentre nella casa di Dio compiono un dovere per essere benedette. È al fine di ottenere benedizioni che le persone rinunciano a tutto e riescono a sopportare grandi sofferenze: non vi è prova migliore della natura satanica dell’uomo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Rivelano la prospettiva degli anticristi sulle benedizioni e le disgrazie. Essi vanno a caccia di benedizioni nella loro fede. Credono di doverne ricevere per via della loro fede. Se questo non accade, si convincono che la fede non abbia senso. Possono abbandonare Dio in qualsiasi momento, tradendoLo. Mi sono resa conto di avere quella stessa concezione della fede. Visti tutti i miei sacrifici, Dio avrebbe dovuto benedire me e la mia famiglia, donandoci la pace e la salute. Quindi, che fossi io o mio marito ad ammalarmi, finivo per incolpare Dio. Pregavo spinta da desideri e richieste irragionevoli come la guarigione di mio marito. Appena notavo qualcosa che non mi piaceva, non volevo più compiere il mio dovere. Ho compreso quanto fosse stata assurda la mia prospettiva sulla fede. In realtà, Dio non ha mai detto che ai credenti non accadranno cose brutte. Egli governa su tutto: ogni aspetto della vita è nelle Sue mani. I Suoi credenti non fanno eccezione. Dio ci dà benedizioni e disgrazie. Un dovere è il compito più elementare che un essere creato deve svolgere. Non è legato alle benedizioni e alle pene. Ero così corrotta da Satana. Cose come “Non fate nulla senza un tornaconto” oppure “Ognuno per sé” erano leggi sataniche su cui basavo la mia vita. Pensavo ai miei interessi, vedendo Dio come uno strumento a mio uso. Volevo benedizioni da Lui in cambio delle mie sofferenze e fatiche. Quando le cose non andavano a mio favore, ero piena di lamentele verso Dio. E cercavo persino di ragionare con Lui. Che tipo di credente ero? Ero una non credente, una persona egoista e meschina. Mi sono spaventata quando me ne sono resa conto. Ho capito che mi stavo concentrando solo sulle benedizioni e non cercavo la verità. Ero su un cammino di opposizione a Dio. Non avrei mai ottenuto la verità in quel modo, e la mia corruzione non se ne sarebbe mai andata. Alla fine, Dio mi avrebbe abbandonata! Allora, ho capito veramente che Dio stava usando quella situazione per giudicarmi e mettermi a nudo. Se non mi avesse smascherata, non avrei visto la mia corruzione e la contaminazione nella mia fede. Non avrei potuto essere purificata in alcun modo. Ho reso grazie a Dio per la Sua salvezza.
C’era un altro passo che ho letto, in “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”. “Potresti pensare che credere in Dio significhi soffrire o compiere ogni genere di azioni per Lui; potresti pensare che lo scopo di credere in Dio sia conseguire la pace della carne o fare in modo che tutto nella tua vita vada liscio, o che tu possa essere a tuo agio in tutto. Tuttavia, gli uomini non dovrebbero attribuire alla loro fede in Dio nessuno di questi scopi. Se credi per realizzare questi scopi, parti da un punto di vista sbagliato ed è semplicemente impossibile che tu sia perfezionato. Le azioni di Dio, l’indole giusta di Dio, la Sua saggezza, le Sue parole e la Sua prodigiosità e insondabilità sono tutte cose che gli uomini dovrebbero capire. Dopo averlo compreso, dovresti servirtene per liberare il cuore da tutte le pretese, le speranze e le nozioni personali. Solo eliminando queste cose puoi soddisfare le condizioni dettate da Dio, ed è solo così facendo che puoi avere vita e soddisfare Dio. Lo scopo di credere in Dio è soddisfarLo e vivere l’indole che Egli richiede, in modo che le Sue azioni e la Sua gloria possano manifestarsi attraverso questo gruppo di individui indegni. Questa è la giusta prospettiva per credere in Dio, e anche l’obiettivo che dovresti perseguire” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio). Le parole di Dio mi hanno mostrato cosa dovrei perseguire. Non dovrei inseguire benedizioni o benefici nella mia fede. Dovrei cercare di conoscere e soddisfare Dio, ed essere come Giobbe che non avanzava richieste a Lui. Credeva che tutto ciò che aveva gli era stato dato da Dio: se Dio dava o toglieva, se arrivavano benedizioni o disgrazie, Giobbe obbediva completamente a Dio e lodava la Sua giustizia. Così quando Satana lo mise alla prova, tutti i suoi beni furono rubati, i suoi figli morirono, si riempì di pustole dappertutto e, seduto su un cumulo di cenere, si grattava il corpo contro alcune tegole, non si lamentò con Dio, ma continuò a lodare il Suo nome. Qualunque cosa Dio facesse, Giobbe rimaneva un essere creato, adorando Dio e sottomettendosi a Lui. Quindi la sua fede merita la lode di Dio. Le parole di Dio mi hanno mostrato un percorso di pratica. Che mio marito guarisse o meno, dovevo sottomettermi a Lui senza lamentarmi.
Più tardi, ho letto questo nelle Sue parole: “Dio ha già pianificato completamente la genesi, l’avvento, la durata della vita, la fine di tutte le Sue creature, nonché la loro missione nella vita e il ruolo che svolgono nell’intera umanità. Nessuno può modificare tali cose; questa è l’autorità del Creatore. L’avvento di ogni creatura, la sua missione nella vita, la durata della sua vita: tutte queste leggi sono state decretate da Dio molto tempo fa, così come Dio ha decretato l’orbita di ogni corpo celeste; quale orbita seguano tali corpi celesti, per quanti anni, in che modo orbitino, quali leggi seguano: tutto questo è stato decretato da Dio molto tempo fa e rimane immutato da migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di anni. Questo è decretato da Dio e questa è la Sua autorità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo ricercando la verità si possono conoscere le azioni di Dio”). Ho visto dalle parole di Dio che il nostro destino e la durata della nostra vita sono nelle mani del Creatore. Dio ordina quando moriamo e non possiamo sfuggire a questo. Fino ad allora, anche se abbiamo il cancro, non periremo prima del tempo. Ecco l’autorità di Dio. Nessuno può cambiare questa cosa. Capirlo mi ha aiutata a rilassarmi un po’. La salute di mio marito era nelle mani di Dio. Potevo solo obbedire a ciò che Egli disponeva e fare il mio dovere. Ha fatto la chemioterapia per un po’ in ospedale e, sorprendentemente, non aveva cellule cancerose nel sangue. Tutti gli indicatori erano normali. Inoltre, metà del tumore era sparito. Il medico ha detto che era un caso raro, così ben controllato. Nostro figlio ha detto che il padre di un suo amico aveva avuto il cancro. Ha fatto la chemio una volta e non l’ha sopportata, poi è morto dopo pochi mesi. Ero così grata a Dio quando ho sentito questa storia. Ciò che mi ha resa più felice era che mio marito credeva in Dio solo a parole, era sempre a caccia di soldi; e invece, dopo il cancro, ha acquisito una certa comprensione del potere di Dio, e poi ha testimoniato le gesta di Dio ad amici e parenti. Ho visto quanto sia pratica l’opera di Dio. Tutta questa esperienza è stata davvero dolorosa, però ho veramente imparato una lezione su me stessa e ho corretto la mia ricerca nella fede. Ecco l’amore e la benedizione di Dio! Ho appena pensato a un inno delle parole di Dio: “Dovresti cercare di provare vero amore per Dio”. “Oggi, è necessario seguire la giusta via se si vuole credere nel Dio concreto. Avere fede in Dio non vuol dire solo cercare le benedizioni, ma amarLo e conoscerLo. Attraverso l’illuminazione data da Dio e la propria ricerca individuale, si può nutrirsi della Sua parola, arrivare a comprenderLo realmente e provare per Lui un amore vero che proviene dal profondo del cuore. In altre parole, quando il tuo amore per Dio è del tutto sincero, al punto che nessuno può distruggerlo oppure ostacolarlo, sei sulla strada giusta della fede in Dio, dimostrando che appartieni a Dio, perché il tuo cuore già è Suo e non può quindi essere di nessun altro” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi).
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