Dopo i patimenti che ho sopportato, il mio amore per Dio è ancora più forte
Mi chiamo Zhou Rui e sono un cristiano della Chiesa di Dio Onnipotente. Fin da quando ho cominciato a capire le cose, ho sempre visto i miei genitori lavorare sodo nei campi da mattina a sera per guadagnarsi da vivere. Malgrado il loro impegno intenso, riuscivano a malapena a guadagnare dei soldi anno dopo anno, perciò la nostra famiglia ha vissuto sempre in estrema povertà. Quando vedevo le persone potenti e influenti vivere comodamente senza dover faticare, provavo invidia nei loro confronti, e così presi una ferma decisione: da grande avrei avuto sicuramente una carriera di successo o mi sarei conquistato una posizione governativa per ovviare alla povertà e all’arretratezza della mia famiglia, in modo che anche i miei genitori potessero vivere come i ricchi. Tuttavia, pur avendo lottato molti anni per questo ideale, non sono mai riuscito a ottenere ciò che desideravo; ho continuato a vivere in povertà. Spesso sospiravo per la preoccupazione di non avere tratto nessun risultato dal mio impegno, e a poco a poco ho perso fiducia nella vita. Proprio quando cominciavo a scoraggiarmi e a disperare della vita, sono venuto a conoscenza della salvezza offerta da Dio Onnipotente negli ultimi giorni. Nelle Sue parole ho colto alcune verità e sono giunto a conoscere la causa principale della sofferenza umana nel mondo. Inoltre ho capito come le persone debbano vivere perché la loro vita sia ricca di significato e degna di essere vissuta. Da allora in poi, per quanto fossi stato confuso e smarrito, ho trovato il mio orientamento nella vita. Lasciandomi alle spalle la depressione e lo sconforto, ho scoperto una nuova vitalità e nuove prospettive, e ho visto speranza per la mia vita. Dopo di che, per consentire anche a quanti ancora vivevano nella sofferenza e nello smarrimento di conseguire questa rarissima salvezza, ho cominciato ad andare di luogo in luogo, predicando energicamente la salvezza offerta da Dio negli ultimi giorni. Ciò che non mi aspettavo, però, era che durante la mia attività di diffusione del Vangelo sarei stato arrestato due volte dal governo cinese e avrei subito torture brutali e disumane… In questo buio abisso di mostruosità, Dio Onnipotente non mi ha mai abbandonato; le Sue parole mi hanno trasmesso fede e forza, conducendomi ripetutamente alla vittoria sulle forze oscure di Satana e rafforzando il mio amore per Dio.
Era un giorno di giugno del 2003; io e due fratelli eravamo andati in un villaggio a diffondere il Vangelo, quando siamo stati denunciati da una persona malvagia. Cinque o sei agenti con tre auto della polizia si sono avvicinati rapidamente a noi e ci hanno ammanettati senza farci nemmeno una domanda. A calci e spintoni, ci hanno costretti a salire in auto e ci hanno condotti all’Ufficio di Pubblica Sicurezza. In auto non ho avuto affatto paura. Avevo sempre ritenuto che lo scopo della diffusione del Vangelo fosse offrire la salvezza alle persone, perciò non avevamo fatto niente di male; una volta arrivati all’Ufficio, avrei spiegato la situazione e la polizia ci avrebbe rilasciati. Non potevo sapere, però, che i poliziotti del governo cinese fossero più crudeli ed efferati di qualsiasi canaglia o tiranno malvagio. Arrivati all’Ufficio, i poliziotti non ci hanno dato nemmeno la possibilità di dare spiegazioni prima di separarci e interrogarci singolarmente. Ero appena entrato nella stanza degli interrogatori quando un poliziotto mi ha urlato: “La politica del Partito Comunista è ‘clemenza per chi confessa, severità per chi resiste’. Lo sapevi?” Dopo di che ha chiesto i miei dati personali. Vedendo che le mie risposte non lo soddisfacevano, un altro poliziotto mi si è avvicinato e ha grugnito: “Bah. Non stai collaborando. Ti daremo una lezione, così forse ci dirai la verità”. Poi ha fatto un gesto con la mano dicendo: “Portate qui dei mattoni così possiamo punirlo!” Due poliziotti si sono avvicinati all’istante, mi hanno preso una mano e me l’hanno strattonata da sopra la spalla e dietro la schiena, mentre mi tiravano l’altra mano in alto, e poi me le hanno ammanettate a forza. Ho subito provato un dolore insopportabile, come se mi si stessero spezzando le braccia. Come poteva una persona così debole sopportare un simile tormento? Un attimo dopo sono crollato a terra. Al che i malvagi poliziotti mi hanno bruscamente sollevato le manette e mi hanno infilato due mattoni fra le mani e la schiena. Un dolore acuto, improvviso, mi è penetrato fino al cuore, come se migliaia di formiche mi stessero masticando le ossa. In preda alla sofferenza, ho usato tutte le forze rimanenti per implorare Dio: “Dio Onnipotente, salvami. Dio Onnipotente, salvami…” Anche se all’epoca avevo accolto la salvezza offerta da Dio negli ultimi giorni solo da circa tre mesi, non conoscevo ancora molte Sue parole e capivo soltanto poche verità, ciò nonostante, grazie alle mie continue suppliche, Dio mi ha concesso fede e forza e mi ha trasmesso una ferma convinzione: dovevo rimanere saldo nella testimonianza a Dio; non dovevo assolutamente arrendermi a Satana! Perciò ho stretto i denti e mi sono rifiutato categoricamente di dire altro. Innervositi ed esasperati, i malvagi poliziotti hanno escogitato un altro brutale stratagemma nel tentativo di soggiogarmi: hanno collocato per terra due mattoni e mi hanno costretto a inginocchiarmici sopra; allo stesso tempo mi strattonavano con forza le manette. Ho provato subito un dolore così lancinante alle braccia che mi sembrava si fossero spezzate. Mi sono sforzato di rimanere lì inginocchiato per qualche minuto prima di ricadere a terra inerte, al che i poliziotti mi hanno di nuovo sollevato violentemente per le manette e mi hanno costretto a stare ancora in ginocchio. Mi hanno torturato ripetutamente in questo modo. Era piena estate, perciò il caldo acuiva la mia sofferenza; dal viso mi colavano continue gocce di sudore. Facevo tanta fatica a tenermi su che non riuscivo a respirare e sono quasi svenuto. Ciò nonostante, questa banda di poliziotti malvagi non faceva che godere della mia disgrazia. “Ti senti bene?” mi ha detto uno. “Se continui a rifiutarti di parlare, abbiamo tanti altri metodi per convincerti!” Vedendo che non rispondevo, erano furenti per la frustrazione e mi hanno detto: “Allora non ne hai avuto abbastanza? Ancora!” … Dopo due o tre ore di questo tormento, ero dolorante dalla testa ai piedi e non mi restavano più forze. Sono caduto a terra senza riuscire a muovermi e ho perso anche il controllo della vescica e dell’intestino. Di fronte alla tortura spietata di questi malvagi poliziotti, ho odiato me stesso per essere stato così cieco e ignorante; ingenuamente, avevo dato per scontato che l’Ufficio di Pubblica Sicurezza fosse un luogo in cui poter ragionare e che i poliziotti avrebbero difeso la giustizia e mi avrebbero rilasciato. Non mi sarei mai aspettato che fossero tanto malevoli e crudeli da voler estorcere una confessione con le sevizie senza un briciolo di prove, torturandomi fin quasi alla morte. Sono davvero la massima espressione del male! Ero steso a terra come fatto a pezzi, e non mi sarei potuto muovere nemmeno se l’avessi voluto. Non sapevo in che modo intendessero ancora torturarmi, né quanto sarei riuscito a resistere. Nella mia sofferenza e nel mio smarrimento, non potevo far altro che implorare continuamente Dio di darmi la forza di sopportare ancora. Dio ha ascoltato le mie suppliche e ha avuto pietà di me, facendomi rammentare uno dei suoi discorsi: “Questo è un momento cruciale. Fa’ in modo di non demoralizzarti o scoraggiarti. Devi guardare avanti in ogni cosa, e non voltarti indietro. […] Finché avrai fiato dovrai perseverare, fino all’ultimo; solo in questo modo diventerai degno di lode” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 20”). Le parole di Dio mi hanno trasmesso fede e forza in gran quantità. Erano così vere! Poiché stavo percorrendo il cammino della luce e della giustizia, dovevo avere la fede per andare avanti; fossi anche giunto al mio ultimo respiro, dovevo comunque perseverare sino alla fine! Le parole di Dio pulsavano di forza vitale e mi hanno dato la fede e il coraggio per combattere sino alla fine questi demoni malvagi, e così lentamente ho riacquistato anche un po’ di forza fisica. Dopo di che, i malvagi poliziotti hanno continuato a interrogarmi, pestandomi spietatamente i piedi fino a schiacciarmeli e a straziarmeli. Tuttavia non provavo più dolore. Sapevo che tutto questo era dovuto agli atti meravigliosi di Dio; avendo avuto pietà di me e mostrato sollecitudine per la mia debolezza, mi alleviava la sofferenza. In seguito i malvagi poliziotti ci hanno trattenuti con l’accusa di “turbamento dell’ordine pubblico”. Quella sera hanno ammanettato ciascuno di noi a un blocco di cemento di 150-200 chili, a cui siamo rimasti incatenati fino alla sera dopo, quando ci hanno trasferiti al locale centro di detenzione.
Entrare nel centro di detenzione è stato come precipitare in una sorta di inferno. Gli agenti penitenziari mi costringevano a infilare insieme lampadine colorate. Inizialmente dovevo infilarne seimila al giorno, ma poi la quantità è aumentata ogni giorno fino ad arrivare a dodicimila. In conseguenza di questo eccessivo carico di lavoro quotidiano, le dita mi si erano assottigliate fino all’osso, eppure non riuscivo comunque a portare a termine il mio compito. Non avevo altra scelta che continuare a infilarle per tutta la notte. Talvolta non ce la facevo proprio più e volevo fare un pisolino, ma non appena se ne accorgevano mi bastonavano brutalmente. Gli agenti penitenziari incitavano perfino i bulli del carcere dicendo ad alta voce: “Se questi detenuti non fanno il lavoro o non lo fanno bene, dategli un paio di dosi di ‘penicillina’”. Ciò che intendevano con una dose di “penicillina” era affibbiare al detenuto una ginocchiata all’inguine, poi una forte gomitata a metà schiena mentre lui si piegava per il dolore e quindi col tallone pestargli il piede. Questo metodo brutale talvolta faceva svenire lì per lì il detenuto e poteva perfino lasciarlo storpio per tutta la vita. In quel carcere diabolico io svolgevo ogni giorno un lavoro durissimo e per di più dovevo subire pestaggi crudeli. Come se non bastasse, i tre pasti che ci fornivano ogni giorno non erano adatti nemmeno ai cani o ai maiali: le pietanze che mangiavamo erano foglie di ravanello e spinaci d’acqua senza condimento (spesso mescolati a foglie e radici marce, sabbia e fango), oltre a circa 150 grammi di riso e un bicchiere dell’acqua che era stata usata per lavare il riso. Tutto il giorno avevo così fame che lo stomaco mi brontolava di continuo. In un ambiente del genere potevo affidarmi soltanto a Dio Onnipotente; ogni volta che subivo un pestaggio, pregavo con fervore, implorando Dio di darmi fede e forza per poter vincere le tentazioni di Satana. Dopo oltre venti giorni di angherie e tormenti, il mio corpo era così emaciato da essere irriconoscibile: non avevo forza nelle braccia e nelle gambe, non riuscivo a stare in piedi dritto e non avevo nemmeno la forza di stendere le braccia. Ciò nonostante, quelle guardie squilibrate non solo erano indifferenti alla mia situazione, ma si impadronivano anche delle poche centinaia di yuan che mi inviavano i miei familiari. Col passare del tempo le mie condizioni fisiche sono peggiorate sempre più; mi sono indebolito al punto che non ho potuto fare a meno di lamentarmi fra me: “Perché, in questo Paese, una persona che crede in Dio deve subire tante sofferenze? Il motivo per cui diffondo il Vangelo non è forse portare le persone al cospetto di Dio perché ricevano la Sua salvezza? E non ho nemmeno commesso alcun reato…” Più pensavo così, più mi era difficile sopportare e più mi sentivo trattato ingiustamente. Non potevo fare altro che pregare continuamente Dio e implorarLo di avere pietà di me e salvarmi. Nel pieno della mia disperazione e del mio smarrimento, Dio mi ha fatto ricordare un inno dei Suoi discorsi: “[…] 2. Forse ricordate tutti queste parole: ‘Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria’. Dio porterà a compimento queste parole negli ultimi giorni e le porterà a compimento in coloro che sono stati brutalmente perseguitati dal gran dragone rosso, nella terra in cui esso giace arrotolato su sé stesso. Il gran dragone rosso è nemico di Dio e Gli si accanisce contro e per questo motivo, in questa terra, coloro che credono in Dio sono sottoposti a umiliazione e oppressione. Ecco perché queste parole troveranno la loro realizzazione nel vostro gruppo di persone. 3. È estremamente arduo per Dio portare a termine la Sua opera nella terra del gran dragone rosso, ma è attraverso tale difficoltà che Dio compie una fase della Sua opera, rendendo così manifesta la Sua saggezza e le Sue meravigliose opere, e avendo così l’opportunità di rendere completo questo gruppo di persone. È proprio per mezzo della sofferenza delle persone, della loro levatura e di tutta l’indole satanica di chi vive in questa terra immonda, che Dio svolge la Sua opera di purificazione e di conquista, in modo che ciò gli consenta di ottenere la gloria e di guadagnare coloro che testimonieranno le Sue opere. Questo è il significato globale di tutti i sacrifici che Dio ha fatto per questo gruppo di persone” (“Voi siete coloro che riceveranno l’eredità di Dio” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Le parole di Dio mi hanno trasmesso grande conforto e incoraggiamento e mi hanno consentito di capire la Sua volontà. Poiché noi crediamo in Dio in un Paese ateo, siamo destinati a subire la coercizione e la persecuzione del demone Satana; però il fatto che noi subiamo questo tormento è permesso da Dio, perciò questa sofferenza ha un valore e un significato. È proprio tramite questa persecuzione e questa sofferenza che Dio semina in noi la verità, rendendoci in tal modo meritevoli di ricevere la Sua promessa. Questa “sofferenza” è una benedizione di Dio, e riuscire a rimanerGli fedeli durante tale sofferenza è una testimonianza della vittoria di Dio su Satana ed è anche una prova convincente del fatto che io sia stato conquistato da Dio. “Oggi”, ho pensato, “poiché seguo Dio, subisco questa persecuzione per mano dei demoni del Partito Comunista Cinese, e questo è Dio che mi dimostra uno speciale favore, perciò dovrei sottomettermi alla Sua orchestrazione e affrontarla e accoglierla felicemente con ferma tranquillità d’animo”. Mi sono rammentato un altro discorso di Dio, pronunciato nell’Età della Grazia: “Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il Regno dei Cieli” (Matteo 5:10). In quel momento ho trovato fede e forza in misura ancora maggiore: per quanto Satana e i suoi demoni potessero torturarmi, io ero deciso a non cedere, e ho giurato che sarei rimasto saldo nella testimonianza e avrei soddisfatto Dio! Dotate di autorità e potenza, le parole di Dio avevano dissipato la desolazione e lo smarrimento che provavo dentro di me e alleviato la rovinosa sofferenza fisica a cui ero assoggettato. Mi hanno consentito di vedere la luce nel buio, e il mio spirito si è fatto più forte e ostinato.
Poi, malgrado la totale assenza di prove, il governo cinese mi ha inflitto una sentenza di un anno di rieducazione attraverso il lavoro. Quando la polizia mi ha trasportato al campo di lavoro, le guardie carcerarie hanno visto che ero ormai ridotto pelle e ossa e quasi non avevo più nemmeno un aspetto umano. Temendo che morissi, non hanno osato accettarmi, così i poliziotti non hanno avuto altra scelta che riportarmi al centro di detenzione. Ormai ero stato torturato da quei malvagi poliziotti al punto che non riuscivo più a mangiare, eppure non mi hanno prestato cure mediche, dicendo perfino che stavo fingendo. Quando hanno visto che non riuscivo a inghiottire il cibo, hanno incaricato qualcuno di aprirmi la bocca e di ficcarmelo dentro a forza, e poiché avevo difficoltà a deglutire, mi hanno picchiato. Sono stato alimentato a forza e picchiato come una bambola di pezza tre volte in tutto. Una volta constatato che non riuscivano più ad alimentarmi, non hanno avuto altra scelta che portarmi all’ospedale. Dagli esami è risultato che le vene mi si erano indurite; il sangue era diventato pastoso e nero e non circolava adeguatamente. Il medico ha detto: “Se quest’uomo rimane ancora in carcere, di sicuro morirà”. Ciò nonostante quei poliziotti odiosi e malvagi non volevano lasciarmi andare. Poi, con la mia vita appesa a un filo, ho sentito gli altri detenuti dire che ero senza speranza e ormai finito. A quel punto ho provato un’angoscia estrema; a mio parere, essendo ancora così giovane e avendo accolto solo di recente l’opera di Dio degli ultimi giorni, avevo ancora tanto di cui gioire e ancora non avevo visto il giorno della gloria di Dio. Davvero non ero rassegnato a essere torturato a morte dal governo cinese. Disprezzavo totalmente questo branco di poliziotti malvagi e spietati, e provavo un odio ancora maggiore per questo regime perverso, satanico, malvagio e opposto al Cielo che è il governo cinese. Mi aveva privato della libertà di seguire il vero Dio, mi aveva condotto sull’orlo della morte e non mi consentiva di adorare il vero Dio. Il Partito Comunista si oppone con tutte le forze a Dio, perseguita crudelmente i cristiani e intende sterminare tutti coloro che credono in Dio, per fare della Cina un Paese ateo. Questo malvagio demone Satana è effettivamente il nemico che si oppone a Dio in maniera inconciliabile e, per di più, è il nemico che io non potrò mai perdonare. Ho giurato che, se anche fossi stato torturato a morte quel giorno stesso, assolutamente non sarei sceso a compromessi e non mi sarei arreso a Satana! In preda al dolore e all’indignazione, mi sono rammentato una cosa che aveva detto Dio: “Migliaia di anni di odio sono concentrati nel cuore, che reca impressi millenni di peccaminosità: come può questo non ispirare avversione? Vendicate Dio, estinguete del tutto il Suo nemico, non permettetegli più di scorrazzare liberamente, né di seminare guai a piacimento! Adesso è il momento: l’uomo da tempo ha chiamato a raccolta tutte le sue forze, ha dedicato tutti i suoi sforzi, pagato il prezzo più alto per questo, per fare a brandelli l’odioso volto di questo demone e permettere che la gente accecata e assoggettata a ogni genere di sofferenza e avversità si risollevi dalle sofferenze e volga le spalle a questo vecchio diavolo malvagio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). Dopo avere riflettuto sulle parole di Dio, ho visto ancora più chiaramente il volto malvagio e demoniaco del governo cinese e ho constatato che proprio in quel momento stavo affrontando una battaglia spirituale fra la vita e la morte, fra il bene e il male. Lo scopo del governo cinese nel distruggermi in questo modo era costringermi ad abbandonare Dio e a tradirLo, ma Dio mi aveva rammentato e incoraggiato a rimanere forte, a liberarmi della presa che aveva su di me la morte e a renderGli una testimonianza vittoriosa. Non potevo ritirarmi nella negatività; dovevo collaborare diligentemente con Dio e sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Come Pietro, dovevo sottomettermi fino alla morte e, nel mio ultimo momento di vita, rendere a Dio una testimonianza salda e risonante e confortare il Suo cuore. La mia vita era nelle mani di Dio e, sebbene Satana potesse ferirmi e massacrarmi il corpo fisico, non poteva distruggermi l’anima, tanto meno fare qualcosa per ostacolare la mia determinazione a credere in Dio e a ricercare la verità. Che sopravvivessi o no quel giorno, il mio unico desiderio era affidare la mia vita a Dio e accettare le Sue orchestrazioni; anche se fossi stato menomato fino a morirne, assolutamente non mi sarei arreso a Satana! Quando mi sono detto disposto a sacrificare la vita e ho deciso di rendere testimonianza a Dio, Egli mi ha dischiuso una via d’uscita inducendo gli altri detenuti a farmi mangiare. Quando è successo questo, mi sono sentito colmo di entusiasmo; nel profondo sapevo che Dio era al mio fianco ed era stato sempre con me. Per tutto il tempo aveva vegliato su di me e mi aveva protetto, avendo compassione per la mia debolezza e predisponendo tutto per me. In quel tenebroso covo di diavoli, anche se il mio corpo era distrutto, nel cuore non provavo più tanto dolore e tanta disperazione. Dopo quel momento, i malvagi poliziotti mi hanno tenuto in carcere ancora per quindici giorni, ma vedendo che la mia vita era appesa a un filo e che potevo morire da un momento all’altro, alla fine non hanno avuto altra scelta che scarcerarmi. In origine pesavo più di 50 chili, ma nei quasi due mesi di carcere sono stato tormentato fino a ridurmi pelle e ossa: pesavo appena 25 o 30 chili ed ero in pericolo di vita. Ciò nonostante, questo branco di mostri voleva ancora multarmi di diecimila yuan. Alla fine, vedendo che la mia famiglia non aveva alcun modo di reperire una simile somma di denaro, hanno chiesto seicento yuan per pagare le spese per la mia alimentazione, e solo quando l’importo è stato versato mi hanno lasciato andare.
Subire questa tortura disumana e questo trattamento crudele per mano del governo cinese mi ha lasciato la sensazione di essere sfuggito per un pelo alle porte dell’inferno. Che ne fossi uscito vivo era dovuto unicamente alla cura e alla protezione di Dio; Egli mi stava mostrando la Sua grandiosa salvezza. Pensando all’amore di Dio, mi sono sentito doppiamente commosso, e ho imparato ad apprezzare ancora più a fondo la preziosità delle Sue parole. Così, ho preso a leggere ogni giorno avidamente i Suoi discorsi e pregavo spesso Dio. A poco a poco ho capito sempre meglio l’opera che Dio stava compiendo per salvare l’umanità negli ultimi giorni. Dopo un po’, con la cura di Dio, il mio corpo si è ripreso a poco a poco e io ho ricominciato a diffondere il Vangelo e a testimoniare l’opera di Dio degli ultimi giorni. Eppure, finché quel regime satanico rimarrà in piedi, non smetterà mai di cercare di sconvolgere e distruggere l’opera di Dio. In seguito ho di nuovo subìto una caccia frenetica e un arresto da parte della polizia del governo cinese.
Un giorno di novembre del 2004, soffiava un vento gelido e nell’aria turbinavano grossi fiocchi di neve. Durante la nostra opera di diffusione del Vangelo, io e alcuni fratelli e sorelle siamo stati seguiti di nascosto dalla polizia del PCC. Alle otto di sera eravamo nel bel mezzo di una riunione quando abbiamo udito un improvviso picchiare e gridare alla porta: “Aprite! Aprite la porta! Siamo dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza! Se non aprite subito questa porta, la sfondiamo!” Senza aver tempo di pensare, ci siamo affrettati a nascondere i lettori VCD, i libri e altro materiale. Un attimo dopo, cinque o sei poliziotti hanno sfondato la porta, irrompendo come un branco di banditi o rapinatori. Uno di loro ha gridato: “Fermi tutti! Mettete le mani sulla testa e accovacciatevi accanto al muro!” Immediatamente alcuni poliziotti sono entrati in ogni stanza mettendo a soqquadro l’intera l’abitazione. Hanno confiscato quattro lettori VCD portatili e alcuni libri sulla fede in Dio. Subito dopo ci hanno costretti a salire nelle auto della polizia e ci hanno condotti alla stazione di polizia locale. Durante il tragitto mi sono tornate alla memoria una dopo l’altra le scene delle orrende torture inflittemi l’anno prima da quei malvagi poliziotti e inevitabilmente mi sono sentito piuttosto nervoso, non sapendo che altro avrebbero potuto inventarsi questa volta per tormentarmi. Temendo di non riuscire a sopportare la loro crudeltà e di finire col tradire Dio, in silenzio ho pregato Dio con fervore. All’improvviso mi sono rammentato alcune Sue parole che avevamo letto durante una riunione alcuni giorni prima: “Io sono colmo di speranza per i Miei fratelli e le Mie sorelle. Confido nel fatto che non vi demoralizzerete né vi scoraggerete e che, a prescindere da ciò che Dio compie, voi sarete come un braciere acceso: mai tiepidi, e persistenti sino in fondo, finché l’opera di Dio non sarà stata pienamente rivelata […]” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (8)”). “E possiamo tutti promettere solennemente dinanzi a Dio di impegnarci insieme! Di essere leali sino alla fine! Di non separarci mai e restare sempre insieme! Spero che tutti i fratelli e le sorelle possano fare questa promessa dinanzi a Dio, così che i nostri cuori non cambino mai e la nostra determinazione non vacilli!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (5)”). Le parole di Dio mi hanno scosso nel profondo. Ho pensato a come Dio fosse disceso dal cielo in terra e avesse subìto tante prove e tribolazioni durante la Sua opera per offrire salvezza all’umanità. La Sua speranza è che le persone rimangano saldamente fedeli a Lui sino alla fine, per quanto grave sia la loro situazione. Essendo stato prescelto da Dio e avendo gioito del nutrimento dei Suoi discorsi, era giusto che mi offrissi interamente a Lui. “Per quanto io possa soffrire o essere tormentato”, ho pensato, “il mio cuore deve rimanere colmo di fede; i miei sentimenti verso Dio non devono mutare, la mia volontà non deve vacillare. Devo rendere a Dio una testimonianza risonante e non devo assolutamente arrendermi né cedere a Satana. Inoltre non devo tradirLo per andare poi a trascinare avanti un’esistenza ignobile e priva di significato. Dio è Colui dal quale io dipendo e, oltre a questo, è il mio sostegno fidato. Purché io collabori sinceramente con Lui, di certo Egli mi guiderà alla vittoria su Satana”. Così in silenzio ho comunicato la mia decisione a Dio: “O Dio! Anche se devo sacrificare la vita, Ti renderò testimonianza. Qualunque sofferenza io debba sopportare, mi atterrò alla vera via. Mi rifiuto assolutamente di arrendermi a Satana!” Rinvigorita dalle parole di Dio, la mia fede è sbocciata cento volte di più e io ho trovato la fede e la determinazione per sacrificare tutto allo scopo di rimanere saldo nella testimonianza a Dio.
Non appena siamo arrivati alla stazione di polizia, gli agenti sono corsi a riscaldarsi vicino alla stufa. Tutti mi fissavano, e con le sopracciglia aggrottate e gli occhi infuocati mi interrogavano con voce severa: “Parla! Come ti chiami? A quante persone hai comunicato il Vangelo? Con chi sei stato in contatto? Chi è il capo della tua Chiesa?” Vedendo che ero deciso a rimanere in silenzio, uno dei malvagi poliziotti ha rivelato la sua natura brutale avventandosi su di me e afferrandomi furiosamente per il collo. Mi ha poi sbattuto la testa contro il muro, ripetutamente, fino a stordirmi e a farmi fischiare le orecchie. Poi ha alzato il pugno e mi ha colpito ferocemente al viso e alla testa, gridando: “Sei tu il maledetto capo, vero? Parla! Se no ti appendo in cima all’edificio e ti faccio morire congelato!” Quei malvagi poliziotti mi hanno picchiato brutalmente per una buona mezz’ora o più, fino a farmi vedere le stelle, col sangue che mi colava dal naso. Vedendo che non ottenevano le risposte volute, mi hanno condotto all’Ufficio di Pubblica Sicurezza. Lungo la strada, pensavo al folle pestaggio che avevo appena subìto da parte di quei malvagi poliziotti e sono stato pervaso da un’involontaria ondata di paura. Ho pensato: “Visto che hanno avuto la mano pesante con me appena giunto alla stazione di polizia, a che genere di crudeltà si spingeranno i poliziotti dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza per torturarmi? Per me le cose si mettono male. Questa volta forse non ne uscirò vivo…” Mentre rimuginavo tutto questo, il cuore mi si colmava di un senso indescrivibile di disperazione e tristezza. Nel pieno dell’angoscia e dello smarrimento, all’improvviso mi sono ricordato di come Dio mi avesse consentito di sopravvivere miracolosamente l’anno prima, quando i malvagi poliziotti mi avevano torturato fino a pormi in pericolo di vita. Mi sono subito rasserenato, pensando: “Il fatto che io viva oppure muoia è nelle mani di Dio, no? Senza il permesso di Dio, Satana non può riuscire a uccidermi, per quanto ci provi. Ho visto nel passato gli atti meravigliosi di Dio, come posso essermene dimenticato? Come posso essere così privo di fede?” In quel momento ho visto che la mia levatura era ancora troppo immatura: di fronte alla prova della morte imminente, non ero ancora capace di rimanere accanto a Dio. Non ho potuto fare a meno di rammentare uno dei Suoi discorsi: “Ma vivere nella tua mente significa essere abbindolato da Satana, e questo è un vicolo cieco. È molto semplice: consideraMi con il tuo cuore e il tuo spirito si fortificherà all’istante. Avrai un cammino da praticare e Io guiderò ogni tuo passo. La Mia parola ti sarà rivelata in ogni momento e in ogni luogo. Non importa dove o quando, o quanto ostile sia l’ambiente: ti farò vedere chiaramente e il Mio cuore ti sarà rivelato se ti rivolgi a Me con il tuo. In questo modo percorrerai la strada di fronte a te e non la perderai mai” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 13”). Le parole di Dio erano un faro che indicava la via, fornendomi una sempre maggiore lucidità di mente. Mi sono reso conto che Dio voleva usare questo ambiente ostile per purificarmi, in modo che nei momenti di crisi io abbandonassi i concetti e le fantasie e le mie preoccupazioni riguardo alla carne e andassi avanti affidandomi unicamente a Dio e dipendendo dalle Sue parole. Questo era un momento cruciale in cui Dio mi guidava a sperimentare la Sua opera, e ho capito che assolutamente non dovevo tirarmi indietro. Dovevo mettere la mia vita e la mia morte interamente nelle mani di Dio e affidarmi solamente a Lui, lottando sino alla fine contro Satana!
Quando siamo arrivati all’Ufficio di Pubblica Sicurezza, di nuovo i poliziotti ci hanno separati e interrogati singolarmente. Mentre cercavano continuamente di costringermi a parlare di questioni concernenti la mia fede in Dio, uno dei malvagi poliziotti, vedendo che insistevo a tenere la bocca chiusa, si è infuriato: “Pensi davvero di cavartela facendo il muto con noi. Ho finito la pazienza!” Così dicendo, mi ha afferrato per il colletto con entrambe le mani e mi ha scaraventato a terra come un sacchetto di sabbia. Poi gli altri malvagi poliziotti sono accorsi e hanno cominciato a prendermi a calci e a pestarmi dappertutto, fino a farmi rotolare sul pavimento per il dolore. Dopo di che mi hanno messo i piedi sulla testa e hanno premuto forte, sfregando avanti e indietro… Ancora non mi ero del tutto ripreso dalle torture selvagge che avevo sopportato l’anno prima, così dopo essere stato picchiato tanto brutalmente ho provato subito stordimento e nausea. Dolorante dalla testa ai piedi, mi sono raggomitolato. Poi il malvagio poliziotto mi ha strappato via le scarpe e i calzini e mi ha costretto a stare in piedi scalzo. Faceva un tale freddo che involontariamente battevo i denti e i piedi mi si sono intorpiditi. Mi sembrava di non farcela più, di stare per crollare a terra da un momento all’altro. Di fronte ai tormenti crudeli di questi malevoli poliziotti, non ho potuto fare a meno di provare un ardente senso di collera e indignazione. Disprezzavo questi scagnozzi del demonio, di una malvagità assoluta, e aborrivo il vile e reazionario governo cinese, che si oppone al Cielo ed è nemico di Dio, e per costringermi a tradire Dio e a rifiutarLo mi stava devastando e torturando, deciso a tutti i costi a mettermi a morte. Di fronte alla brutalità e alla crudeltà di Satana, ho pensato ancor più all’amore di Dio, soffermandomi sul fatto che per portare la salvezza all’umanità, e a beneficio della nostra futura esistenza, Egli aveva sopportato un’umiliazione estrema quando è venuto di persona fra noi per compiere la Sua opera. Aveva dato la vita per noi e adesso esprimeva con pazienza e sollecitudine le Sue parole per condurci lungo il cammino della ricerca della verità allo scopo di conseguire la salvezza… Valutando quel prezzo scrupolosamente pagato da Dio per la salvezza dell’umanità, mi sono reso conto di come nessuno mi amasse più di Dio; Egli teneva alla mia vita più di chiunque altro. Satana poteva soltanto ferirmi, o divorarmi e uccidermi. In quel momento ho sentito sbocciare nel cuore ancora più affetto e adorazione per Dio e non ho potuto fare a meno di pregarLo in silenzio: “Dio, grazie perché mi guidi e mi salvi in questo modo. Per quanto Satana possa torturarmi oggi, io sicuramente mi impegnerò a fondo per collaborare con Te. Lo giuro, non mi arrenderò e non cederò al demonio!” Con l’incoraggiamento dell’amore di Dio, anche se il mio corpo fisico era debole e fiacco per il tormento, il mio cuore era saldo e forte e io non mi sono arreso nemmeno una volta a quei malvagi poliziotti. Hanno continuato a torturarmi fino all’una di notte, quando, vedendo che non riuscivano proprio a ottenere risposte da me, non hanno avuto altra scelta che condurmi al centro di detenzione.
All’arrivo al centro di detenzione, di nuovo quei malvagi poliziotti hanno incitato i bulli del carcere a escogitare dei metodi per punirmi. Ormai ero stato tormentato a tal punto che avevo il corpo ricoperto di tagli e lividi; ero completamente stremato e appena entrato in cella sono crollato sul pavimento gelido. Vedendomi così, senza dire una parola, i bulli del carcere mi hanno tirato su e mi hanno preso a pugni in testa. Mi hanno picchiato fino a darmi le vertigini, e di nuovo sono caduto pesantemente a terra. Dopo di che i detenuti sono arrivati tutti a tormentarmi, costringendomi a premere una mano sul pavimento e l’altra sull’orecchio e poi a roteare in cerchio come una bussola. Vedendomi stordito a terra prima di avere portato a termine un paio di giri, mi hanno di nuovo preso a calci e picchiato. Uno dei detenuti mi ha perfino assestato un colpo feroce all’addome, facendomi perdere i sensi all’istante. Dopo di che gli agenti penitenziari hanno dato istruzioni ai detenuti di torturarmi e picchiarmi in maniera diversa ogni giorno e di farmi fare tutti i lavori sporchi quotidiani, come lavare i piatti, pulire le latrine e così via. Ero perfino costretto a fare docce fredde nelle giornate di neve. Inoltre, ogni volta che facevo la doccia, tutti mi costringevano a insaponarmi dalla testa ai piedi e poi mi facevano colare lentamente l’acqua gelida su tutto il corpo. Dopo quasi mezz’ora di doccia, avevo così freddo che ero viola dappertutto e tremavo. Di fronte a queste torture e crudeltà disumane, pregavo continuamente Dio, terrorizzato al pensiero che, se Lo avessi abbandonato, sarei diventato completamente prigioniero di Satana. Attraverso la preghiera, le parole di Dio risuonavano continuamente in me e mi guidavano: “Coloro che Dio definisce ‘vincitori’ sono quanti riescono comunque a recare testimonianza e mantenere la fiducia e la devozione a Lui quando sono sotto l’influsso di Satana e assediati da lui, ossia quando si trovano tra le forze delle tenebre. Se sei ancora in grado di mantenere un cuore puro al cospetto di Dio e un amore sincero per Dio a prescindere da tutto, significa che stai rendendo testimonianza dinanzi a Lui, ed è questo che Egli definisce essere ‘vincitori’” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dovresti mantenere la devozione a Dio”). Le parole di Dio erano una luce che mi illuminava e mi calmava i pensieri. Sapevo che proprio quando ero assediato da Satana era il momento in cui dovevo avere lealtà e amore per Dio. Anche se questo ambiente disgraziato aveva causato sofferenze e tormenti al mio corpo fisico, dietro tutto questo si celavano il grande amore e le benedizioni di Dio. Era Dio ad avermi dato l’occasione di renderGli testimonianza davanti a Satana e di umiliare totalmente e sconfiggere Satana. Pertanto, mentre subivo queste sofferenze, rammentavo a me stesso ripetutamente che dovevo essere paziente sino alla fine, rimanere saldo nella testimonianza a Dio affidandomi alla Sua guida in questo tenebroso covo di demoni e sforzarmi di essere un vincitore. Guidato dalle parole di Dio, il mio cuore si è fatto saldo e forte. Malgrado la debolezza e il tormento che mi devastavano il corpo fisico, ero fiducioso di poter sopportare tutto allo scopo di avviare una battaglia per la vita o per la morte contro Satana e, col mio ultimo respiro, testimoniare Dio.
Dopo oltre venti giorni di carcere, mi sono preso una grave infreddatura. Avevo tutti e quattro gli arti doloranti e flosci, ero completamente privo di forze e avevo la mente confusa. Col peggioramento delle mie condizioni e con gli spietati pestaggi e torture degli altri detenuti, mi sentivo incapace di resistere ancora. Nel cuore ero particolarmente debole e depresso e pensavo: “Quando finiranno questo tormento e questa crudeltà quotidiani? A quanto pare stavolta verrò condannato, perciò non vi è molta speranza per me di uscire vivo da qui…” Non appena ho pensato così, mi è sembrato che il cuore fosse precipitato in un abisso, e sono sprofondato in una disperazione e un dolore così profondi che non trovavo più la via d’uscita. Nel momento più disperato, mi sono rammentato un inno delle parole di Dio: “Io non voglio che tu sia capace di pronunciare molte parole toccanti, o di raccontare tante storie entusiasmanti; piuttosto, ti chiedo di essere in grado di renderMi una bella testimonianza, e di entrare pienamente e profondamente nella realtà. […] Non pensate più alle vostre prospettive, e agite come avete stabilito davanti a Me, di sottomettervi alle orchestrazioni di Dio in tutte le cose. Tutti quelli che si trovano nella Mia casa dovrebbero fare il possibile; tu dovresti offrire il lato migliore di te stesso all’ultima parte della Mia opera sulla terra. Sei realmente disposto a mettere in pratica queste cose?” (“Siete realmente disposti a sottomettervi alle orchestrazioni di Dio?” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Riga per riga, le parole di Dio mi hanno percosso il cuore, facendomi provare una profonda vergogna. Ho pensato a tutte le volte in cui avevo versato lacrime amare e mi sono deciso a dedicarmi a Dio in tutte le cose e sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Inoltre ho pensato a come, quando le parole di Dio mi avevano guidato mentre sopportavo sofferenze e torture, avessi giurato sulla mia vita davanti a Lui che sarei rimasto saldo nella testimonianza, ma poi, quando a Dio veramente serviva che io pagassi un prezzo per soddisfarLo, mi aggrappavo invece vilmente alla vita e temevo la morte, preoccupandomi soltanto di quel che sarebbe successo al mio corpo fisico. Avevo completamente ignorato la volontà di Dio e pensavo solo a sottrarmi alla mia situazione e a mettermi in salvo il più presto possibile. Ho capito quanto fossi meschino e indegno; non avevo sufficiente fede in Dio ed ero colmo di intenzioni ingannevoli. Non ero in grado di rivolgere a Dio una vera devozione e non avevo in corpo nemmeno un osso davvero obbediente. In quel momento ho capito che nell’opera di Dio degli ultimi giorni ciò che Egli vuole sono il vero amore e la vera lealtà da parte dell’umanità; queste sono le ultime richieste di Dio e gli ultimi compiti da Lui assegnati all’umanità. “In quanto persona che crede in Dio”, pensavo, “dovrei mettermi completamente nelle Sue mani. Poiché la vita mi è stata data da Dio, Egli ha l’ultima parola sul fatto che io viva o muoia. Dato che ho scelto Dio, devo offrirmi a Lui e sottomettermi alle Sue orchestrazioni; per quante sofferenze e umiliazioni io possa subire, devo dedicarmi a Dio con le mie azioni. Non devo avere scelte o esigenze mie; questo è il mio dovere, nonché il senno che dovrei avere. Il fatto che io potessi ancora respirare e fossi vivo era dovuto unicamente alla protezione e alla cura di Dio; questa era la Sua provvista di vita; altrimenti non sarei stato già da tempo distrutto e ucciso dal diavolo? Quando per la prima volta avevo subìto sofferenze e patimenti così intensi, Dio mi aveva guidato a superarli. Che motivo avevo adesso di perdere fiducia in Lui? Come potevo essere negativo e debole, ritirarmi e desiderare di fuggire?” Quando mi è venuto questo pensiero, in silenzio ho confessato a Dio la mia colpa: “Dio Onnipotente! Sono davvero egoista e avido; ho solo voluto gioire del Tuo amore e delle Tue benedizioni, ma non sono stato disposto a dedicarmi sinceramente a Te. Quando penso di dover sopportare la sofferenza di lunghi anni di carcere, desidero soltanto uscire di qui per evitarla. Ho davvero urtato terribilmente i tuoi sentimenti. O Dio! Non voglio continuare a sprofondare ancora; desidero soltanto sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni e accettare la Tua guida. Anche se muoio in carcere, voglio ugualmente renderTi salda testimonianza. Anche se sarò torturato a morte, Ti rimarrò fedele sino alla fine!” Dopo avere pregato, mi sono sentito doppiamente commosso. Anche se provavo dolore come prima, nel cuore sentivo di avere fede e determinazione a non arrendermi finché non avessi onorato il mio giuramento di soddisfare Dio. Non appena mi sono sentito deciso e fiducioso di poter restare saldo nella testimonianza a Dio fino alla morte, è successa una cosa miracolosa. Una mattina presto mi sono alzato dal letto e ho scoperto di non avere più la sensibilità ai piedi. Non riuscivo affatto a sostenermi, tanto meno a camminare. Inizialmente quei malvagi poliziotti non mi hanno creduto; supponendo che io fingessi, hanno cercato di costringermi a stare in piedi. Tuttavia, per quanto ci provassi, non ci riuscivo, Sono ritornati il giorno seguente a esaminarmi. Notando che avevo entrambi i piedi gelidi e del tutto privi di circolazione sanguigna, si sono convinti che ero davvero paralizzato. Dopo di che hanno comunicato ai miei familiari che potevano riportarmi a casa. Il giorno in cui sono arrivato a casa, miracolosamente mi è ritornata la sensibilità ai piedi e non ho avuto alcuna difficoltà a camminare! So nel profondo che tutto questo è dovuto a Dio Onnipotente, che ha mostrato compassione per la mia debolezza. Egli Stesso mi ha dischiuso una via d’uscita, consentendomi di andarmene libero e senza intoppi dal covo di Satana dopo essere stato detenuto illegalmente per un mese dal governo cinese.
Dopo essere stato due volte detenuto e sottoposto alle torture crudeli e disumane del governo cinese, anche se fisicamente avevo sofferto ed ero stato perfino prossimo alla morte, queste due esperienze straordinarie in realtà hanno costituito un solido fondamento per il mio cammino verso la fede in Dio. Nel pieno delle mie sofferenze e tribolazioni, Dio Onnipotente mi ha offerto la più concreta possibilità di dissetarmi con la verità e la Sua provvista di vita, non solo consentendomi di capire a fondo le intenzioni del governo cinese, il suo odio per la verità, la sua inimicizia verso Dio e il suo volto demoniaco, e di venire a conoscenza dei crimini efferati con cui si oppone a Dio e perseguita i Suoi fedeli, ma anche offrendomi la capacità di apprezzare la potenza e l’autorità delle parole di Dio. Il fatto che io sia riuscito a sottrarre per due volte la mia vita alle malvagie grinfie del Partito Comunista Cinese è stato unicamente il risultato della cura e della misericordia di Dio. Inoltre, in tal modo si è concretata e confermata la straordinaria forza vitale di Dio. Adesso mi rendo conto profondamente che in ogni momento e in ogni luogo Dio Onnipotente è sempre stato il mio unico sostegno e la mia salvezza! In questa vita, per quanti pericoli o patimenti io possa subire, sono deciso a perseverare nel mio impegno a seguire Dio Onnipotente, diffondendo attivamente la Sua parola e rendendo testimonianza al nome di Dio, ripagando il Suo amore con la mia autentica devozione!
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