Dopo l’espulsione di mio padre
Alcuni anni fa, svolgevo il mio dovere lontano da casa, quando ho improvvisamente saputo che mio padre era stato identificato come malfattore ed espulso dalla chiesa. Mi è stato riferito che non aveva svolto un ruolo positivo nella chiesa, diffondendo nozioni e negatività e frenando l’entusiasmo degli altri verso il loro dovere. Fratelli e sorelle hanno tenuto condivisioni con lui e lo hanno trattato molte volte, ma lui rifiutava ogni cosa, ed era ostile verso coloro che lo smascheravano e trattavano. La notizia mi ha presa davvero alla sprovvista. Sapevo che era volubile, ma sentivo che aveva una buona umanità, era affabile verso i fratelli e le sorelle, e li aiutava sempre con le difficoltà che avevano nella vita. Tutti i nostri vicini dicevano che era molto disponibile e amorevole, quindi perché improvvisamente sarebbe stato espulso per la sua malvagità? Da quando, nel 2001, aveva accolto l’opera di Dio degli ultimi giorni, aveva diffuso il Vangelo e svolto il suo dovere. Aveva dormito in mezzo a mucchi di legna da ardere e dentro ai cimiteri per sfuggire all’arresto da parte del PCC. Aveva sofferto molto e, sebbene non avesse compiuto nessun gesto eclatante, aveva lavorato sodo per anni. Come avevano potuto cacciarlo così, senza tanti complimenti? Mi chiedevo se il leader della chiesa avesse gestito male la cosa. Perché non gli aveva dato una possibilità di pentirsi? Per un po’, ogni volta che ci pensavo, era davvero un dolore, e mi sentivo male per lui.
Circa un anno dopo, sono tornata nella mia città natale per compiere il mio dovere. All’inizio, quando ho visto mio padre, stavo ancora molto male per lui e volevo fare tutto il possibile per aiutarlo. Anche lui era molto premuroso con me. Tuttavia, pian piano ho capito che c’era qualcosa di strano nel suo modo di parlare. Le cose che diceva erano sempre negative: c’era il rischio che qualcuno fraintendesse Dio e si allontanasse da Lui, e si sentisse depresso. Per esempio, mia madre. Era stata un leader della chiesa, ma era stata trasferita perché non aveva buona levatura e non svolgeva lavoro concreto, quindi per un po’ è stata preda di uno stato negativo. Mio padre non ha tenuto con lei condivisioni sulla volontà di Dio per aiutarla, anzi le ha detto: “Non c’è sicurezza nella casa di Dio, e tutti saranno rimossi un giorno. Dio non lo sapeva se avevi scarsa levatura o no? Ha appositamente predisposto questo per te, scegliendoti come leader e poi sollevandoti dall’incarico per farti soffrire. È stato Dio a decidere che tu avessi una scarsa levatura. Se Dio non ti fa dono di una buona levatura, non svolgerai mai bene il tuo dovere!” Le sue parole hanno peggiorato la condizione di mia madre. Ero proprio arrabbiata quando ho sentito quel discorso: l’ho trovato veramente irragionevole. Si trattava di un normale cambio di dovere all’interno della chiesa; e invece, secondo lui, Dio l’aveva fatta soffrire intenzionalmente. Non è esatto. La chiesa dispone e regola i doveri di ciascuno in base ai suoi punti di forza; da un lato, lo scopo è che il lavoro della chiesa proceda regolarmente e con maggiore efficacia, dall’altro, permettere alle persone di conoscere la loro levatura e statura, affinché trovino un dovere e un posto che si addica loro, facciano migliore uso delle loro forze e diano il loro contributo. Questa disposizione è del tutto in linea con i principi e giova al lavoro della chiesa e all’ingresso nella vita delle persone. Mia madre è stata trasferita dal suo ruolo di leader, ma stava svolgendo un lavoro che le si addiceva, e poteva approfittare di quel fallimento per conoscere sé stessa e trarne un insegnamento. Non era forse una buona cosa? Come poteva mio padre distorcere i fatti? C’era inoltre un fratello nella chiesa che aveva lasciato il lavoro per potersi dedicare al suo dovere a tempo pieno. Quando il suo dovere non era troppo impegnativo, trovava un lavoro secondario per fare un po’ di soldi. Era molto faticoso, e lui si guadagnava da vivere mentre svolgeva il suo dovere. Non aveva mai fatto niente di così fisicamente impegnativo, e quando era sfinito si sentiva davvero giù. Mio padre è venuto a saperlo e gli ha detto: “Prima la mia famiglia stava piuttosto bene economicamente ma, da quando crediamo in Dio, abbiamo fatto sacrifici di continuo. Ora non abbiamo quasi più soldi, e io devo anche fare lavori pesanti. Stai già facendo molte rinunce, ma un giorno potresti piangere per davvero…”. Ho trovato sconvolgente sentirgli dire una cosa del genere. Perché mai avrebbe condiviso con quel fratello in quel modo? Quando le persone rinunciano a tutto per spendersi per Dio, sebbene la loro vita materiale possa non essere molto agiata e vadano incontro a qualche sofferenza, ottengono la verità e la vita, una cosa che non può essere comprata da nessuna quantità di denaro. Le parole di mio padre non erano in linea con la verità. La nostra vita non era poi tanto più difficile di prima, e molte volte, quando mio padre aveva problemi a trovare lavoro o difficoltà nella vita, Dio gli apriva una strada, aiutandolo a trovare un’occupazione adeguata per continuare a guadagnarsi da vivere. Prima di acquisire la fede, fumava e beveva in continuazione e la sua salute era pessima. Gli tremavano le mani quando sollevava la sua ciotola di riso. Ha smesso di bere dopo aver iniziato a credere in Dio, e passava il tempo a svolgere il suo dovere e a fare comunione con i fratelli e le sorelle, così la sua salute migliorava continuamente. Tutti quelli che lo vedevano dicevano che aveva un aspetto fantastico, che sembrava un uomo nuovo. La nostra famiglia aveva ricevuto così tanta grazia da Dio, eppure mio padre non ne parlava mai, anzi distorceva le cose e si lamentava, portando deliberatamente gli altri a fraintendere e incolpare Dio, intralciando intenzionalmente il loro rapporto con Lui, e inducendoli ad allontanarsi da Dio e a tradirLo.
Si è comportato in questo modo molte volte. Dopo che ho abbandonato gli studi per svolgere il mio dovere a tempo pieno nella chiesa, mi ripeteva sempre: “Ti stai spendendo così tanto senza lasciarti una via d’uscita. Un giorno te ne pentirai”. Le sue parole mi sembravano inopportune. Per un essere creato, svolgere il proprio dovere nella chiesa era giusto e appropriato. Era la mia responsabilità e il mio obbligo. Ho rinunciato agli studi di mia spontanea volontà. Essere in grado di credere in Dio e di seguirLo, e svolgere il mio dovere nella chiesa, era una grazia da parte di Dio. E, in tutti quegli anni di adempimento del mio dovere nella chiesa, avevo compreso alcune verità e acquisito cose che non avrei mai ottenuto nel mondo esterno. So cosa le persone dovrebbero perseguire nella vita e capisco molto meglio tanti aspetti del mondo. Non seguo le empie tendenze secolari come i giovani non credenti. Sono cose assai reali che ho guadagnato e che non avrei potuto ottenere all’università. Ma mio padre faceva sembrare una cosa negativa il fatto di spendersi per Dio nel proprio dovere. Non stava forse diffondendo negatività e morte? Ho ribattuto: “Non me ne pentirò. È vero, da qualche anno non sto studiando per compiere invece il mio dovere, ma ho imparato numerose verità e guadagnato tanto. Non lo avrei mai ottenuto dai libri. Ciò che stai dicendo non è in linea con la verità”. A quel punto, si è infiammato e la cosa mi ha sconvolta; ha stretto il pugno con rabbia come se volesse colpirmi. Poi ho capito: mio padre non era la persona che credevo. L’avevo sempre giudicato basandomi sulle sue buone azioni esteriori, non sulle verità principi. Mi era sempre sembrato premuroso e affettuoso con me, esteriormente amorevole verso gli altri fratelli e sorelle, e una persona dotata di una buona umanità. Ma, dietro quel bel comportamento, qualcosa di malvagio si celava nel suo cuore. Nutriva enormi nozioni su Dio e sulla Sua opera. A parole sembrava ci confortasse e ci capisse, preoccupandosi del nostro futuro, ma di fatto stava diffondendo nozioni su Dio, inducendo le persone a fraintenderLo e a incolparLo. Se le avessimo accettate, avremmo sviluppato nozioni e malintesi su Dio, o addirittura avremmo desiderato di smettere di credere, di svolgere il nostro dovere e di spenderci per Dio, e saremmo tornati a vivere nel mondo esterno. Era davvero fuorviante!
In seguito, ho letto alcune parole di Dio che facevano riferimento al suo comportamento. Dio Onnipotente dice: “Coloro tra i fratelli e le sorelle che esprimono costantemente la loro negatività sono lacchè di Satana e disturbano la chiesa. Queste persone un giorno dovranno essere espulse ed eliminate. Se le persone, nella loro fede in Dio, non hanno un cuore che Lo teme, se non hanno un cuore che Gli obbedisce, non solo saranno incapaci di svolgere qualsiasi lavoro per Dio, ma anzi diventeranno coloro che disturbano l’opera di Dio e Lo sfidano. La più grande disgrazia per un credente è quando, pur credendo in Dio, non Gli obbedisce e non Lo teme, ma invece Lo sfida. Se i credenti usano un linguaggio e un comportamento noncurante e smodato quanto quello dei non credenti, sono ancora più malvagi di questi ultimi; sono veri e propri demoni. […] Tutti coloro che sono stati corrotti da Satana hanno un’indole corrotta. Alcuni hanno solamente un’indole corrotta, mentre altri non si limitano a questo: oltre ad avere un’indole satanica corrotta, hanno anche una natura estremamente maligna. Quindi non solo le loro parole e azioni rivelano un’indole satanica corrotta, ma le persone stesse sono il vero diavolo Satana. Il loro comportamento intralcia e disturba l’opera di Dio, disturba l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle e nuoce alla normale vita della chiesa. Prima o poi questi lupi travestiti da agnelli devono essere eliminati, e nei loro confronti, in quanto lacchè di Satana, bisogna adottare un atteggiamento inflessibile di rifiuto. Solo in questo modo si sta dalla parte di Dio, e coloro che non riescono a farlo sguazzano nel fango di Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Un monito per coloro che non praticano la verità”). “Le persone che non si adoperano per progredire desiderano sempre che gli altri siano negativi e indolenti quanto loro. Quelli che non praticano la verità sono gelosi di quelli che invece si impegnano in tal senso, e cercano sempre di ingannare chi è confuso e privo di discernimento. Le cose che queste persone esprimono possono farti degenerare, scivolare in basso, sviluppare una condizione anormale e riempirti di oscurità interiore; ti allontanano da Dio, ti fanno amare la carne e non rinunciare a nulla. Coloro che non amano la verità e che sono sempre superficiali verso Dio non hanno consapevolezza di sé, e la loro indole induce altri a commettere peccati e sfidare Dio. Essi non praticano la verità, né permettono agli altri di farlo. Amano il peccato e non provano alcun disgusto per se stessi. Non si conoscono e impediscono ad altri di conoscere se stessi e di anelare alla verità. Le vittime dei loro inganni non riescono a vedere la luce. Precipitano nelle tenebre, non conoscono se stesse, sono confuse riguardo alla verità e si allontanano sempre più da Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Un monito per coloro che non praticano la verità”). Riflettendoci sopra, ho visto che coloro che diffondono continuamente nozioni e negatività tra i fratelli e le sorelle appartengono a Satana. Simili persone si comportano come lacchè di Satana, turbando e ingannando le persone, e impedendo loro di presentarsi davanti a Dio. Dicendo certe cose, e ripetendole in continuazione, mio padre non stava solo mostrando una corruzione, una negatività o una debolezza momentanee. La ragione era che odiava la verità e Dio a causa della sua natura essenza; perciò, quando succedeva qualcosa, dava voce a prospettive del tutto contrarie alle parole di Dio e alla verità, nient’altro che nozioni su Dio, allo scopo di indurre gli altri a fraintenderLo, incolparLo e tradirLo. Ho capito che non perseguiva affatto la verità. Svolgeva il suo dovere solamente per ottenere benedizioni e, quando non riceveva benedizioni materiali in cambio delle sue sofferenze e dei suoi sforzi, sentiva di aver subito un torto, ed era persino pieno di risentimento e ostilità verso Dio. Non era in grado di seguire il cammino della fede, e voleva convincere gli altri ad allontanarsi da Dio e a contrastarLo insieme a lui. Le sue parole erano intrise dei trucchi di Satana e il suo unico obiettivo era attaccare lo stimolo delle persone a svolgere il loro dovere e rovinare il loro rapporto con Dio. Non era altro che un tirapiedi di Satana, apparteneva al diavolo. Una persona normale dotata di buon cuore non avrebbe mai fatto una cosa del genere deliberatamente, per quanto negativa e debole si sentisse. Solo un demone satanico proverebbe un’ostilità tanto grande verso Dio. Cresceva la mia sensazione che mio padre fosse davvero temibile, e che non fosse una brava persona, ma un malfattore.
Ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Può essere che in tutti i tuoi anni di fede in Dio tu non abbia mai insultato nessuno né commesso alcuna cattiva azione, ma nella tua associazione con Cristo non sei capace di dire la verità, di agire onestamente né di obbedire alla Sua parola; in tal caso affermo che sei la persona più scellerata e malvagia del mondo. Puoi essere eccezionalmente cordiale e devoto con parenti, amici, moglie (o marito), figli e figlie e genitori, senza mai approfittare degli altri; ma, se non sei in grado di essere compatibile e in armonia con Cristo, anche se adoperassi tutto te stesso per aiutare il tuo prossimo o ti prendessi meticolosamente cura di tuo padre, di tua madre e dei membri della tua famiglia, direi che sei ancora malvagio e per di più pieno di trucchi subdoli” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che sono incompatibili con Cristo sono sicuramente avversari di Dio”). Questo passo mi ha aiutata a capire che non possiamo distinguere una persona buona da una malvagia in base a come tratta gli altri esteriormente, ma dobbiamo analizzare il suo atteggiamento verso Dio e la verità. Se qualcuno odia essenzialmente la verità e Dio, non importa quanto sia apparentemente gentile o cosa pensi di lui la gente: si tratta di un malfattore e di un nemico di Dio. Sebbene mio padre apparisse esteriormente di buon cuore, aiutasse i fratelli e le sorelle quando avevano bisogno di qualcosa, non fosse mai avaro e non badasse a spese per ospitare fratelli e sorelle, nonostante sembrasse una persona buona e generosa, nella sua natura essenza era disgustato dalla verità, la odiava. Sapeva bene che Dio aveva già smascherato le nostre prospettive errate su una fede mirata esclusivamente alla ricerca delle benedizioni, ma, quando Dio ha predisposto un ambiente in contrasto con le sue nozioni, questo non soddisfaceva il suo desiderio di benedizioni, e lui ha mostrato il suo orrido volto, era colmo di nozioni su Dio, Lo ha giudicato ed è arrivato persino a odiarLo. In tutti quegli anni, non aveva mai riflettuto su sé stesso o cercato la verità; anzi, aveva continuato a giudicare l’opera di Dio e a diffondere le proprie nozioni su di Lui. Le intenzioni nelle sue parole contenevano i trucchi di Satana, instillando nelle persone negatività e debolezza senza che se ne rendessero conto. Era davvero malvagio. Dio valuta le persone in base alla loro essenza, al loro atteggiamento verso Dio e la verità. Io, invece, stavo valutando mio padre basandomi sulle apparenze. Di fronte ai suoi bei comportamenti, credevo fosse una brava persona, e che la chiesa non avrebbe dovuto espellerlo, quindi volevo difenderlo. Non capivo la verità e non usavo le parole di Dio come criterio. Ero davvero sciocca. Quando me ne sono resa conto, ho sentito che la chiesa aveva fatto benissimo a espellere mio padre. Odiava Dio e la verità, quindi era lui l’unico responsabile della sua espulsione dalla chiesa. Ho smesso di provare dispiacere per lui. È stato liberatorio.
C’è stato poi un altro evento che mi ha chiarito ancora di più le idee su di lui. Mio padre ha saputo che una sorella che in passato lo aveva trattato era stata destituita dal suo dovere. Lui si è rallegrato della notizia, e con un luccichio d’odio negli occhi, a denti stretti, ha detto: “Ricordi il modo in cui mi hai trattato? Hai detto che non mi attenevo ai principi nel mio dovere, che non praticavo la verità. Adesso tocca a te!” Aveva uno sguardo davvero feroce e un’espressione spaventosa sul viso. Ho visto che non provava la minima compassione. Quando subiva un trattamento, non cercava la verità e non ne traeva insegnamento, anzi portava rancore per anni verso chi lo aveva trattato perché il suo orgoglio era stato ferito. Questo mi ha ulteriormente dimostrato che mio padre era in essenza una persona dal cuore malvagio, un malfattore che odiava la verità. Quel malfattore stava mostrando la sua vera natura, ed espellerlo dalla chiesa era stata sicuramente la cosa giusta da fare.
In seguito, la casa di Dio ha incaricato le chiese di controllare se qualcuno fosse stato scacciato o espulso ingiustamente, o se qualcuno tra coloro che erano stati scacciati ed espulsi si fosse veramente pentito. La chiesa poteva considerare di reintegrare tali individui in linea con i principi. La nuova leader non conosceva la situazione di mio padre. Ha visto che con apparente entusiasmo e disponibilità ospitava fratelli e sorelle, li aiutava a trovare lavoro, era molto premuroso, e aveva fatto delle offerte. La nuova leader pensava dunque che potesse essere stato espulso ingiustamente e intendeva riammetterlo nella chiesa. Sentirglielo dire mi ha sconvolta, perché in cuor mio sapevo che l’espulsione di mio padre era del tutto in linea con i principi, che non era stato un errore. Le ho subito risposto: “Mio padre non può essere riammesso”. Ma lei non lo conosceva, quindi ha condiviso con me su come le persone abbiano bisogno di occasioni per pentirsi. All’inizio, volevo parlare dei comportamenti specifici di mio padre, però ho esitato e non ho detto nulla. Pensavo che dopotutto era mio padre, mi aveva cresciuta per tutti quegli anni. Venire a sapere che avevo ostacolato il suo reinserimento lo avrebbe ferito così tanto, e si sarebbe infuriato con me! Perciò ho tenuto la bocca chiusa, pur sentendomi davvero in colpa una volta che la leader se n’è andata. Soltanto io e mia madre conoscevamo bene la situazione di mio padre, e non parlare apertamente in un momento così critico sarebbe stato come mettere a rischio il lavoro della chiesa. Quella notte, mi rigiravo nel letto, e pensavo a un passo delle parole di Dio: “Chi è Satana, chi sono i demoni e chi sono i nemici di Dio se non quelli che oppongono resistenza a Dio, i quali non credono in Lui? Non sono forse quelle persone che disobbediscono a Dio? Non sono forse coloro che dichiarano di avere fede, eppure mancano della verità? Non sono coloro che cercano unicamente di ottenere le benedizioni, ma sono incapaci di rendere testimonianza a Dio? Puoi ancora mescolarti a questi demoni oggi e avere coscienza e provare amore verso di loro, ma così facendo non stai forse offrendo a Satana delle buone intenzioni? Questo non è allearsi ai demoni? Se oggi le persone sono ancora incapaci di distinguere tra bene e male e continuano a essere ciecamente amorevoli e misericordiose, senza alcuna intenzione di cercare la volontà di Dio o alcuna capacità di far proprie, in qualche modo, le intenzioni di Dio come se fossero le loro, allora avranno una fine tanto più misera. Chiunque non creda nel Dio fatto carne è nemico di Dio. Se puoi avere coscienza e amore nei confronti di un nemico, non manchi forse di senso di giustizia? Se sei in armonia con coloro che Io detesto e con i quali non concordo, e nutri ancora amore o coinvolgimento personale nei loro confronti, non sei disobbediente? Non stai intenzionalmente resistendo a Dio? Una persona simile possiede forse la verità? Se le persone hanno coscienza verso i nemici, amore per i demoni e misericordia verso Satana, non stanno forse intralciando intenzionalmente l’opera di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Riflettere sulle parole di Dio mi ha fatta stare malissimo. Sapevo molto bene che mio padre odiava la verità e resisteva a Dio, e che era in essenza un malfattore. Non soddisfaceva i principi in base a cui la chiesa riammette le persone. Ma volevo comunque coprirlo e proteggerlo, e non ero capace di smascherare il suo comportamento malvagio. Ero troppo emotiva. Ero influenzata da filosofie sataniche come “Il sangue non è acqua” e “L’uomo non è inanimato; come può essere privo di emozioni?” In fin dei conti, era mio padre, perciò non potevo essere troppo spietata, dovevo essere gentile. Temevo che mi avrebbe odiata se avesse scoperto che avevo parlato dei suoi problemi, che avrebbe detto che ero un’ingrata e che per tutti quegli anni mi aveva cresciuta invano. Non stavo guardando le cose secondo le parole di Dio. Stavo proteggendo mio padre sulla base dell’emotività invece che tutelare il lavoro della chiesa. Stavo resistendo a Dio e Lo stavo tradendo con ogni mia azione. Mio padre possedeva l’essenza di un malfattore e, se fosse tornato nella chiesa, ne avrebbe solo intralciata la vita e avrebbe ostacolato l’ingresso nella vita di fratelli e sorelle. Questo non mi rendeva forse una sua complice nel compiere il male? Più ci pensavo, più il mio stato peggiorava. Vivendo secondo le mie emozioni, non distinguevo il bene dal male, e avevo perso di vista i principi di un essere umano.
Ho letto un passo della parola di Dio: “Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà; queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. Se i tuoi genitori non credono in Dio, se sanno benissimo che la fede in Dio è il giusto cammino in grado di condurre alla salvezza eppure rimangono chiusi, allora non vi è alcun dubbio che siano persone disgustate dalla verità e che la odiano, e non vi è alcun dubbio che sono coloro che resistono a Dio e Lo odiano; e Dio naturalmente li detesta e li disprezza. Potresti detestare genitori di questo tipo? Si oppongono a Dio e Lo insultano: in questo caso, sono sicuramente demoni e Satana. Anche tu sapresti detestarli e maledirli? Sono tutte domande reali. Se i tuoi genitori ti impediscono di credere in Dio, in che modo dovresti trattarli? Come richiesto da Dio, dovresti amare ciò che Dio ama, e odiare ciò che Dio odia. Durante l’Età della Grazia, il Signore Gesù disse: ‘Chi è Mia madre, e chi sono i Miei fratelli?’ ‘Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre Mio, che è nei cieli, Mi è fratello, sorella e madre’. Queste parole esistevano già nell’Età della Grazia, e oggi le parole di Dio sono ancora più chiare: ‘Ama ciò che Dio ama, odia ciò che Dio odia’. Queste parole vanno dritte al punto, eppure spesso le persone sono incapaci di comprenderne il vero significato” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee fuorviate ci si può realmente trasformare”). Le parole di Dio mi hanno fornito i principi che dovevo applicare a mio padre. Era mio padre, ma era malvagio nella sua natura essenza. Odiava la verità ed era nemico di Dio. Non avrebbe fatto altro che causare intralcio alla chiesa e danneggiare fratelli e sorelle. Dio odia le persone di questo tipo, ne è disgustato, e non salva i malfattori. Basarmi solo sull’affetto e sull’amore che nutrivo per mio padre sarebbe stato crudele verso i fratelli e le sorelle, avrebbe danneggiato la chiesa, e avrebbe significato schierarmi dalla parte di un malfattore, opponendomi a Dio e diventando Sua nemica!
In seguito, io e mia madre abbiamo condiviso al riguardo ed entrambe abbiamo sentito che Dio ci stava mettendo alla prova, che dovevamo praticare la verità e difendere gli interessi della chiesa. Se avessimo coperto e protetto mio padre e non avessimo portato alla luce il suo comportamento malvagio, avremmo preso parte al suo male, e saremmo state anche noi dannate e punite da Dio. Mio padre non era stato ancora reintegrato ma, quando fratelli e sorelle ci facevano visita, continuava a diffondere parole di negatività e morte che li turbavano. Se fosse stato riammesso, ogni gruppo con cui fosse entrato in contatto ne sarebbe stato danneggiato, e ogni chiesa, allo stesso modo, sarebbe stata una chiesa piena di vittime! Se avessi ignorato la mia coscienza e avessi taciuto, avrei danneggiato i fratelli e le sorelle e disturbato il lavoro della chiesa! La mia paura è aumentata e ho capito che, in quel momento critico, la posizione che avrei preso poteva equivalere a proteggere il lavoro della chiesa oppure a coprire un malfattore. La leader della chiesa non conosceva mio padre, a lei sembrava in apparenza una brava persona, e stava considerando se dovesse o no avere un’altra possibilità di venire riammesso nella chiesa. Ma noi lo conoscevamo, quindi dovevamo mettere in pratica la verità ed essere oneste, e denunciare con sincerità il suo comportamento malvagio alla nostra leader. Qualche giorno dopo, la leader è venuta a casa nostra per una riunione. Io e mia madre ci siamo aperte sul comportamento malvagio di mio padre, e alla fine lui non è stato riammesso. Praticare in questo modo mi ha fatta sentire davvero in pace.
All’inizio, ero stata ingannata dai comportamenti esteriori di mio padre e non avevo alcun discernimento su di lui. Non riuscivo a distinguere una persona buona da una cattiva. Grazie all’espulsione di mio padre, ho imparato alcune verità e acquisito un po’ di discernimento, e ho visto chiaramente la sua essenza di malfattore. Ho superato i vincoli del sentimentalismo e l’ho trattato sulla base delle verità principi. È stata la protezione e la salvezza che Dio mi donava! Sia lodato Dio Onnipotente!
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