Tutto per 300.000 yuan

12 Febbraio 2024

di Li Ming, Cina

Intorno alle 21 del 9 ottobre 2009, mentre io, mia moglie e mia figlia stavamo tenendo una riunione, abbiamo improvvisamente sentito bussare alla porta con insistenza. Mi sono precipitato a nascondere i nostri libri delle parole di Dio e, quando mia moglie ha aperto la porta, sono entrati sette agenti di polizia, uno dei quali ha gridato: “Siamo della Brigata di Sicurezza Nazionale. Ora tu vieni con noi!” Mi hanno costretto a salire su un veicolo della polizia e tre agenti sono rimasti per perquisire la nostra casa. Ho scoperto in seguito che, circa mezz’ora dopo di me, hanno preso in custodia anche mia moglie.

In macchina, mi hanno minacciato: “Il tuo leader è già stato arrestato. Se ci dirai tutto quello che sai, con te ci andremo leggeri”. Hanno anche pronunciato delle calunnie nei confronti della chiesa. Mi faceva così infuriare sentire tutte quelle bugie da parte loro, ma provavo anche un po’ di paura, non sapendo come mi avrebbero torturato. Ho pregato Dio nel mio cuore, chiedendoGli di vegliare su di me, in modo che, per quanto potessi soffrire, non diventassi un giuda e non tradissi Dio. Mi hanno portato alla Brigata di Sicurezza Nazionale, dove due agenti in borghese mi hanno trascinato in una stanza al piano superiore e poi spinto su un divano. Il capitano mi ha chiesto: “Quando sei diventato religioso? Dove vi riunite? Chi è il vostro leader? Quanti membri ha la tua chiesa?” Non ho detto nulla. Lui ha estratto da una tasca alcune foto e mi ha chiesto se riconoscessi le persone raffigurate, e gli ho risposto: “No”. Poi ha detto: “Il Dio Onnipotente in cui credi è espressamente proibito in Cina. Il Comitato Centrale ha decretato molto tempo fa che tutte le chiese clandestine devono essere spazzate via, quindi è meglio che inizi a parlare subito!” Ha continuato chiedendomi dove fossero 300.000 yuan (circa 45.000 dollari) di denaro della chiesa. Uno degli ufficiali ha colpito il tavolo e ha urlato, con gli occhi fuori dalle orbite: “Abbiamo le ricevute e sappiamo che avete 300.000 yuan. Dicci subito dove si trovano i soldi!” Vedendo quello sguardo feroce sul suo volto, mi sono arrabbiato e ho risposto: “Non sono soldi vostri. Perché li pretendete? Perché volete sequestrarli?” I due agenti si sono avventati su di me e hanno iniziato a colpirmi in pieno viso, e hanno continuato a picchiarmi ininterrottamente dalle 22 a mezzanotte. Avevo il viso e la testa completamente gonfi, mi fischiavano le orecchie e provavo dolore in tutto il corpo. Mi sono sdraiato sul pavimento, ho chiuso gli occhi e ho rivolto a Dio una preghiera silenziosa, chiedendoGli di darmi la forza e di vegliare sul mio cuore, in modo che, anche se fossi stato picchiato a morte, non rivelassi mai dove fosse il denaro della chiesa e non mi comportassi da giuda. Vedendo che da me non avrebbero ottenuto nulla, gli agenti mi hanno portato in un centro di detenzione e mi hanno lasciato ammanettato a una ringhiera di ferro per tutta la notte.

Dopo di che, mi hanno trasferito in una casa di detenzione. Nei giorni successivi, la polizia mi ha interrogato tre volte per sapere dove fossero custoditi i soldi della chiesa, ma io non ho detto nulla. Poco dopo le 8 del mattino del 17 ottobre, gli agenti mi hanno riportato alla Brigata di Sicurezza Nazionale, mi hanno ammanettato mani e piedi a una sedia di ferro in una stanza per gli interrogatori e mi hanno chiesto dove fosse il denaro. Ho continuato a tacere. Un ufficiale ha preso un doppio strato di bambù tagliato sottile e ha iniziato a frustarmi sulla testa e sulla parte superiore del corpo, usandolo per cercare di aprirmi la bocca. La mia testa veniva sbattuta avanti e indietro. Non riuscendo a farmi aprire la bocca, mi ha torto le orecchie con forza, tirandole violentemente verso l’alto e urlando: “Ti ho fatto una domanda, dannazione! Sei sordo o cosa? Pensi di ignorarmi? Ti picchio se fai il duro, e poi vedremo chi è il vero duro!” Così dicendo, mi ha tirato i capelli vicino alle orecchie e poi mi ha strattonato avanti e indietro quelli in cima alla testa. Sentivo il cuoio capelluto sul punto di venire strappato via e mi girava la testa. Mi hanno tormentato senza sosta fino alle 22 circa di quella sera e, visto che mi rifiutavo categoricamente di parlare, mi hanno detto con malignità: “Per oggi è tutto, ma è meglio che stanotte ci pensi bene su e che domani tu ci dia delle risposte!” Avevo segni su tutto il corpo a causa delle percosse e la schiena mi bruciava dal dolore. Non sapendo cosa avessero in serbo per me il giorno dopo, mi sentivo un po’ debole, così ho pregato in silenzio: “Dio Onnipotente! Ti prego, proteggimi e dammi la fede per non comportarmi da giuda e non tradirTi, anche a costo di morire”.

La sera dopo, è venuto a interrogarmi il capitano della Brigata di Sicurezza Nazionale. Fulminandomi con lo sguardo, ha urlato: “Le prove sono sotto i nostri occhi, ma tu non vuoi ammetterlo. Ti suggerisco di farti furbo e di sputare il rospo, altrimenti ne pagherai le conseguenze!” Vedendo che insistevo a tacere, si è infuriato così tanto da alzarsi in piedi e stringere i pugni con un’espressione demoniaca sul volto. Non sapevo proprio come avrei resistito se avesse iniziato a prendermi a pugni! Ho immediatamente detto una preghiera: “Dio Onnipotente! Ti prego, restami accanto e allontana la mia paura. Guidami a rendere testimonianza”. Dopo aver pregato, ho rammentato che Dio ha detto: “Coloro che sono al potere potranno sembrare malvagi dall’esterno, ma non abbiate timore, questo avviene perché avete poca fede. Purché la vostra fede cresca, nulla sarà troppo difficile(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 75”). Per quanto feroce possa essere, anche la polizia è nelle mani di Dio. Non possono farmi nulla senza il permesso di Dio, quindi sapevo di dovermi affidare a Dio per poter testimoniare. Questo pensiero ha rafforzato la mia fede e la paura si è dissipata. Proprio in quel momento, un ufficiale calvo mi ha fissato e ha gridato: “Abbiamo qualche asso nella manica se non parli! Ti porteremo all’ufficio provinciale e loro sapranno sicuramente aprirti la bocca”. Ma io ho continuato a non dire nulla, nonostante le minacce.

Qualche giorno dopo, mi hanno portato in un’altra stanza per gli interrogatori della Brigata di Sicurezza Nazionale. Tutte e quattro le pareti erano ricoperte di spugne molto spesse e al centro della stanza c’era una sedia di ferro. Un ufficiale mi ha fatto sedere sulla sedia, mi ha bloccato mani e piedi e poi ha continuato a interrogarmi su dove fossero i soldi della chiesa. Mi ha chiesto con ferocia: “Hai intenzione di consegnare quei 300.000 yuan o no? Pensi di cavartela se non dici nulla? Ho tutto il tempo del mondo per te!” Ha preso uno di quegli strati di bambù e ha cominciato a frustarmi con forza sulla parte superiore del corpo, mentre urlava: “Sei sordo o cosa? Mi hai sentito?” Poi mi ha strattonato con forza le orecchie verso l’alto e mi ha tirato violentemente i capelli sulle tempie. Mi ha afferrato le ciocche in cima alla testa e le ha scosse avanti e indietro più forte che poteva. Il dolore era insopportabile, come se il mio cuoio capelluto stesse per lacerarsi. Poi hanno ripreso a frustarmi con il bambù, provocandomi ematomi rigonfi e sanguinolenti su tutto il corpo. Il dolore era davvero difficile da tollerare. Odiavo profondamente quei poliziotti e mi sentivo anche piuttosto spaventato, non sapendo quanto a lungo avrebbero continuato a torturarmi o se sarei riuscito a sopportarlo. Ho pregato Dio: “O Dio, Satana mi sta torturando senza sosta, cercando di demolire la mia determinazione in modo che io Ti tradisca e loro possano rubare i soldi della chiesa. Dio, ho paura di non essere in grado di sopportarlo fisicamente. Ti prego, proteggimi e dammi la fede”. Dopo aver pregato, ho pensato a un inno delle parole di Dio, intitolato “Il dolore delle prove è una benedizione di Dio”: “Non essere avvilito, non essere debole, e Io chiarirò le cose per te. La strada verso il Regno non è così agevole, nulla è così semplice! Vuoi ottenere facilmente le benedizioni, giusto? Oggi tutti avranno prove amare da affrontare. Senza di esse, il cuore amoroso che avete per Me non si rafforzerà e voi non proverete per Me un amore autentico. Sebbene tali prove consistano solo in circostanze di scarso rilievo, tutti devono sperimentarle; è solo che la difficoltà delle prove sarà diversa a seconda delle persone. Le prove sono una benedizione da parte Mia, e quanti di voi vengono spesso innanzi a Me e implorano in ginocchio le Mie benedizioni? Pensate sempre che qualche parola favorevole conti come le Mie benedizioni, eppure non vi rendete conto che l’amarezza è una di esse(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 41”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che sperimentare l’oppressione e le avversità è il perfezionamento della nostra fede da parte di Dio. Dio sperava che io fossi capace di testimoniarLo davanti a Satana. Per quanto soffrissi a livello fisico, non potevo arrendermi a Satana: dovevo testimoniare Dio e soddisfarLo. Vedendola in questo modo, non mi sembrava troppo difficile, così ho stretto i denti e ho resistito alle loro torture. Quando hanno visto che continuavo a tacere dopo 10 o 15 minuti di percosse, mi hanno minacciato: “Non dici una parola: non hai paura della prigione? Se ti incarcerano, ti resterà una macchia a vita. I tuoi figli non potranno mai entrare nel servizio civile o iscriversi al Partito. Rovinerai il loro futuro!” Queste loro parole mi risultavano indifferenti, perché sapevo in cuor mio che il destino delle persone è interamente nelle mani di Dio. Il futuro dei miei figli era soggetto al dominio e alle disposizioni di Dio, e la polizia non aveva voce in capitolo. Proprio in quel momento, uno degli agenti ha telefonato a mia figlia, e ho sentito la sua voce all’altro capo: “Papà! Tu e la mamma state bene lì dentro?” Le ho risposto: “Stiamo bene, non preoccuparti. Resta a casa e prenditi cura di tuo fratello”. Quando hanno visto che quella tattica non aveva funzionato, gli agenti ne hanno tentata un’altra, e uno mi ha detto: “Sarò franco con te. Io e tuo cognato veniamo dalla stessa città e lavoriamo nella stessa unità. Ho anche prestato servizio nell’esercito insieme al segretario del tuo villaggio. Ho chiesto di te in giro e tutti dicono che sei una brava persona, quindi dicci quello che sai e ti lasceremo libero”. Certo che si trattasse di un tranello di Satana, ho pregato Dio in silenzio, chiedendoGli di custodire il mio cuore. Quando non ho risposto, l’agente ha proseguito: “Tua moglie ha già parlato, quindi dicci quello che vogliamo sapere e basta. Dove sono quei 300.000 yuan?” La mia risposta è stata: “Non ho nulla da dire”. Quando hanno visto che i loro allettamenti non funzionavano, hanno ripreso a torturarmi.

Una notte, non mi hanno lasciato né mangiare né dormire: non appena chiudevo gli occhi, iniziavano a colpirmi in testa con il bambù. Se la mia schiena era anche solo leggermente piegata, la colpivano molto forte. Era ottobre, quindi le notti erano molto fredde e io non indossavo altro che una camicia con un abito da lavoro. Nelle prime ore del mattino, avevo così freddo da tremare in tutto il corpo. Uno degli agenti ha gridato: “Non pensare di avere vita facile se non parli. La tua morte sarà straziante!” Queste sue parole mi hanno un po’ indebolito. Non sapevo per quanto tempo mi avrebbero torturato o se sarei stato in grado di continuare a sopportarlo. Pregavo Dio senza sosta, chiedendoGli di guidarmi e di vegliare su di me. Ho inoltre deciso che, qualunque cosa avessi dovuto affrontare, non avrei mai tradito Dio. Gli agenti di polizia in turno in quel momento indossavano vestiti molto caldi e si sono tutti raffreddati, mentre io, nonostante avessi solo la mia maglietta leggera e fossi stato torturato da loro per tutta la notte, stavo benissimo. Ho ringraziato Dio per la Sua protezione. Un ufficiale si è lamentato con me, tossendo: “Questo raffreddore che mi sono preso è tutta colpa tua!” Poi uno di loro si è avvicinato e mi ha colpito sul lato sinistro del viso così forte da farmi vedere le stelle. Tutta la stanza sembrava girarmi intorno. Un altro, che se ne stava in disparte e non faceva altro che ridere, mi ha raggiunto e mi ha colpito con violenza sul lato destro del viso, urlando: “Vuoi parlare o no? Dove sono i soldi? Ci siamo ammalati tutti per colpa di questo interrogatorio. Ora ti ammazziamo di botte e la facciamo finita!” Mentre diceva questo, mi ha premuto con forza le manette sui polsi, e poi ci ha assestato sopra diverse violente gomitate finché non si sono conficcate profondamente nella carne. Sentivo le mani sul punto di staccarsi. In breve tempo, sono diventate blu e nere: il dolore era lancinante, tremavo in tutto il corpo e sudavo copiosamente. È un tipo di dolore che non si può descrivere. In quel momento, sentivo di essere al limite della resistenza, così ho pregato ripetutamente Dio, chiedendoGli di proteggermi affinché rimanessi saldo. Vedendo il mio sguardo sofferente, un agente che se ne stava in piedi da un lato mi ha preso in giro: “Tu credi in Dio, e allora che venga il tuo Dio a salvarti!” Sapevo che Satana mi stava testando. Ho considerato che il Partito Comunista intendeva servirsi della tortura per indurmi a tradire e rinnegare Dio, ma più mi perseguitava, più vedevo chiaramente il suo volto malvagio di odio e opposizione a Dio, e più ero determinato ad avere fede e a seguire Dio. Allora, ho pregato: “Dio, la brutale tortura che il Partito Comunista oggi mi ha inflitto è qualcosa che Tu permetti affinché io possa vedere che è il diavolo Satana, che è il Tuo nemico. Sono pronto ad abbandonarlo e a ripudiarlo nel mio cuore, e sono fermamente deciso a seguirTi!”

Poi, un agente ha calpestato con forza le mie manette con il tacco della sua scarpa diverse volte, facendole penetrare in profondità nella carne dei miei polsi. Il dolore era così intenso che non riuscivo nemmeno a respirare. Un’ora dopo, le mie mani hanno cominciato ad annerirsi e le vene a gonfiarsi in tutto il corpo. Mi sembrava che la testa stesse per scoppiarmi e mi faceva male persino il cuore. Provavo un dolore assolutamente indescrivibile diffuso in tutto il corpo. Temevo che, avanti di quel passo, avrei potuto perdere l’uso delle mani. Il mio pensiero è andato a mio padre, ormai anziano e bisognoso di assistenza, e a mia figlia e mio figlio, che stavamo ancora crescendo. Come avrei potuto occuparmi di loro, sia dei giovani che degli anziani, se avessi perso le mani? E se mi fossi limitato a confessare qualche dettaglio irrilevante? Ma sapevo che vendermi avrebbe significato diventare un peccatore per l’eternità. Tuttavia, non riuscivo più a sopportare quella tortura, e desideravo solo che la morte ponesse fine alle mie sofferenze e mi impedisse inoltre di tradire Dio. Volevo impalarmi sull’angolo del tavolo per morire e farla finita. In lacrime, ho rivolto a Dio la mia ultima preghiera: “Dio Onnipotente! È a causa della Tua grazia che ho potuto sperimentare la Tua opera degli ultimi giorni. Non voglio morire così presto, ma non riesco più a sopportare le torture di Satana e temo che finirò per tradirTi. Non voglio ferirTi”. Mentre pregavo, mi sono venute in mente queste parole di Dio: “Negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’amabilità di Dio”). Le parole di Dio hanno ravvivato la mia fede. Dio permetteva che subissi quel dolore per perfezionare la mia fede, ma io, non comprendendo la Sua volontà, non stavo pensando a come testimoniare Dio davanti a Satana. Pensavo solo a come fuggire da quella situazione. Che egoista! Sapevo che non potevo morire in quel modo: fintanto che mi restava anche un solo respiro, dovevo rendere testimonianza a Dio! Ho pregato: “Dio, la mia vita è nelle Tue mani e voglio sottomettermi ai piani che hai per me. Ti prego, dammi la fede e proteggimi in modo che io possa rimanere forte”. Gli agenti, vedendo che non avrebbero ottenuto nulla da me, mi hanno detto minacciosamente: “Riflettici bene su, stanotte; torneremo a interrogarti domani”.

A quel punto, avevo trascorso tre giorni e due notti senza dormire. Ero al limite dello sfinimento, mi faceva male il cuore e il dolore in tutto il corpo era insopportabile. Il pensiero che la polizia avrebbe ripreso a interrogarmi il giorno dopo mi ha tenuto sveglio per tutta la notte, in cui ho pregato Dio senza sosta: “O Dio! Temo che, se domani la polizia continuerà a torturarmi, non riuscirò a resistere fisicamente. Dio, Ti prego, proteggimi e dammi fede e forza. Voglio testimoniarTi e umiliare Satana”. Finito di pregare, ho rammentato alcune parole di Dio: “Quando affronti la sofferenza, devi essere in grado di mettere da parte la preoccupazione per la carne e di non esprimere lamentele verso Dio. Quando Dio Si nasconde a te, devi essere capace di avere la fede di seguirLo, di conservare il tuo amore di prima senza lasciare che vacilli o si estingua. Qualunque cosa Dio faccia, devi sottometterti al Suo disegno ed essere più disposto a maledire la tua carne che a lamentarti di Lui. Nell’affrontare le prove devi soddisfare Dio, per quanto tu possa piangere amaramente o sia riluttante a separarti da un oggetto amato. Solo questo è vero amore e fede autentica(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Ho riflettuto sulle parole di Dio e ho capito che Egli stava permettendo che tutto ciò mi accadesse per verificare se avessi o meno una fede autentica e per darmi la possibilità di renderGli testimonianza. Ho pensato a Giobbe, che fu testato da Satana, perse tutti i suoi beni e i suoi figli, e fu ricoperto di pustole su tutto il corpo. Nonostante questo, Giobbe non incolpò Dio, ma lodò invece il Suo nome, rendendoGli una risonante testimonianza. Anche Pietro venne perseguitato, e fu del tutto disposto a farsi crocifiggere a testa in giù per Dio, amando Dio e sottomettendosi a Lui fino a donare la vita. Mentre io, dopo qualche crudele tortura da parte di alcuni agenti di polizia, pensavo solo alla mia carne e volevo fuggire di fronte a una minima sofferenza. Non avevo autentica fede e obbedienza a Dio, e tanto meno alcuna testimonianza. Più ci pensavo e più mi vergognavo, così ho pregato: “Dio, la mia vita non vale nulla. Qualsiasi cosa mi farà la polizia e per quante sofferenze fisiche dovrò affrontare, non voglio più pensare solo a me stesso. Voglio mettermi nelle Tue mani e sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni”. Terminata questa preghiera, è successo qualcosa di incredibile: tutti quanti i miei dolori sono scomparsi e mi sono sentito improvvisamente molto più leggero. Ho ringraziato Dio dal profondo del cuore. Il giorno dopo, attorno alle 8 del mattino, la polizia è tornata a interrogarmi, chiedendomi dove fossero i soldi; ma io, per quante domande mi rivolgessero, rispondevo solamente che non lo sapevo. Mi hanno interrogato più e più volte e, quando non sono riusciti a ottenere da me nessuna informazione utile, mi hanno lasciato con questa stoccata finale: “Goditela, in prigione!” Mi sono detto che, se anche avessi dovuto restare in prigione fino alla fine dei miei giorni, non avrei mai tradito Dio.

Dopo avermi trattenuto per un mese, alla fine mi hanno dato un anno di rieducazione attraverso i lavori forzati, accusandomi di “essermi servito di un’organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge”. Vedere l’odio del Partito Comunista nei confronti dei credenti mi ha ricordato queste parole di Dio: “Desta poca meraviglia, allora, che Dio incarnato rimanga completamente nascosto: in una società di tenebra come questa, dove i demoni sono spietati e disumani, come potrebbe il re dei demoni, che uccide gli uomini senza battere ciglio, tollerare l’esistenza di un Dio che è amabile, gentile e anche santo? Come potrebbe applaudire e festeggiare l’avvento di Dio? Sono dei leccapiedi! Ripagano la gentilezza con l’odio, da lungo tempo hanno iniziato a trattare Dio come un nemico, Lo offendono, sono feroci oltre ogni limite, non hanno il minimo riguardo per Dio, devastano e saccheggiano, hanno perso del tutto la coscienza, contrastano ogni forma di coscienza e con la tentazione inducono gli innocenti all’insensatezza. Antenati dei tempi antichi? Amati condottieri? Si oppongono tutti a Dio! La loro intromissione ha lasciato tutto ciò che è sotto il cielo in uno stato di tenebra e caos! Libertà religiosa? I diritti e interessi legittimi dei cittadini? Sono tutti trucchi per coprire il peccato! […] Perché frapporre un insuperabile ostacolo come questo all’opera di Dio? Perché mettere in atto trucchi vari per ingannare il popolo di Dio? Dove sono l’autentica libertà e i legittimi diritti e interessi? Dov’è l’equità? Dov’è la comodità? Dov’è il calore? Perché usare macchinazioni ingannevoli per imbrogliare il popolo di Dio? Perché usare la forza per sopprimere la venuta di Dio? Perché non permettere a Dio di muoverSi liberamente per la terra che Egli ha creato? Perché dare la caccia a Dio finché non abbia dove andare a posare il capo? Dov’è il calore tra gli uomini?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). Il Partito Comunista cerca di mostrarsi dotato di virtù e moralità, blaterando di libertà religiosa, mentre segretamente impiega tattiche per arrestare e perseguitare il popolo eletto di Dio, illudendosi di poter fare tabula rasa dei credenti. L’umanità è stata creata da Dio e, per noi, avere fede e adorare Dio è giusto e naturale; ma il Partito Comunista ci arresta e ci opprime ferocemente, cercando di indurci a rinnegare e tradire Dio. Ho capito che avere il Partito Comunista al potere significa avere Satana al potere: il Partito odia la verità e odia Dio. È, in sostanza, Satana il diavolo, ed è ostile a Dio. In passato, non ero mai riuscito a vedere l’essenza demoniaca del Partito Comunista, ma quell’arresto mi ha fornito un po’ di discernimento e sono stato in grado di abbandonarlo e di ripudiarlo nel mio cuore. Sono inoltre aumentate la mia risolutezza e sicurezza nel seguire Dio.

Il 9 novembre 2009, sono stato portato in un campo di lavoro dove la polizia ha incaricato altri due prigionieri di sorvegliarmi. Non si allontanavano mai da me e dovevo fare rapporto a loro anche solo per usare il bagno. Le guardie carcerarie non mi lasciavano parlare con nessuno, per paura che condividessi il Vangelo con qualcuno, e dovevo ripetere ad alta voce le regole della prigione ogni singolo giorno. Se nel farlo commettevo qualche errore, per punizione dovevo rimanere in piedi. Svolgevo lavori estremamente duri dalla mattina alla sera, giorno dopo giorno, e se non riuscivo a portare a termine i miei compiti venivo insultato, picchiato e costretto a stare in piedi come punizione. Il cibo che mi davano da mangiare era peggio del pastone per i maiali. Ogni pasto consisteva soltanto in un piccolo panino cotto al vapore e una zuppa acquosa contenente solamente un pezzo di carota grande quanto un dito mignolo. Lavoravo sempre a stomaco vuoto. Ogni volta che mi sentivo infelice e depresso, pregavo Dio oppure canticchiavo in silenzio alcuni inni delle Sue parole. È così che sono sopravvissuto a quell’anno di prigione.

Dopo essere uscito di prigione, la polizia mi ha avvertito: “Non puoi allontanarti da casa per un anno intero. Devi essere pronto a presentarti nel momento in cui ti convochiamo”. Tornato a casa, ho saputo che, dopo aver arrestato mia moglie, la polizia l’ha interrogata senza sosta su dove fossero custoditi i soldi della chiesa. Lei non ha detto nulla ed è stata rilasciata da una casa di detenzione dopo essere stata trattenuta per 23 giorni. Non essendo riusciti a ottenere alcuna informazione su dove fossero i soldi, gli agenti hanno perquisito casa nostra due volte, arrivando persino a scoperchiare i solai e a interrogare i nostri due figli in merito alla nostra fede. Sono persino andati a scuola di nostro figlio per tormentarlo. I nostri figli erano talmente spaventati da ritrovarsi a vivere nell’ansia e nell’insicurezza costanti. Vedere come quegli agenti non fossero disposti a lasciare in pace nemmeno due bambini solo per mettere le mani su dei soldi mi ha colmato di odio verso quei demoni del Partito Comunista. Dopo il mio rilascio, la sorveglianza della polizia mi impediva di leggere le parole di Dio e di partecipare alle riunioni. Non avevo altra scelta che spostarmi fuori città per condividere il Vangelo e compiere il mio dovere. Ancora oggi la polizia mi sta addosso, e continua a fare pressioni sui miei parenti e sui fratelli e le sorelle con cui ero in contatto per avere informazioni sui miei spostamenti.

Ho subito alcune sofferenze fisiche durante quelle persecuzioni e avversità, ma ho veramente sperimentato l’amore di Dio. Mentre venivo torturato, ogni volta che ero allo stremo, erano le parole di Dio a darmi fede e forza e a mostrarmi la strada per resistere. E sono state sempre le parole di Dio a permettermi di discernere i tranelli di Satana e a superare le tentazioni di Satana una dopo l’altra. Attraverso tutto questo, ho potuto vedere il potere e l’autorità delle parole di Dio, e il fatto che solo Dio può salvare l’umanità. La mia fede in Dio è cresciuta. Ho inoltre visto chiaramente il volto malvagio del Partito Comunista, che odia Dio e si oppone a Lui. Sono riuscito ad abbandonarlo e a ripudiarlo dal profondo del mio cuore. Per quante persecuzioni e avversità io possa subire in futuro, compirò senza alcun dubbio il mio dovere per soddisfare Dio!

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