Una scelta straziante
Nel 1999 ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni e dopo poco tempo sono stata eletta leader di una chiesa. Un giorno di dicembre del 2000, a mezzogiorno, ero a casa con i miei due figli quando cinque agenti hanno fatto irruzione e messo tutto a soqquadro, perquisendo ogni angolo pur non avendo un mandato. Allora mio figlio aveva solo sei anni; i miei due bambini mi si sono aggrappati ai vestiti per la paura, le mani tremanti. Infine i poliziotti hanno trovato una Bibbia e un diario di devozionali che avevo scritto. Strattonandomi, mi hanno caricata sulla volante. I bambini piangevano e gridavano: “Mamma! Non andare via!” È stato lì che all’improvviso mi sono sciolta in lacrime, non sapendo se sarei mai tornata, se li avrei mai più rivisti. Avevo il cuore colmo di dolore. Dopo, i poliziotti mi hanno condotta in una stanza degli interrogatori del DPS e mi hanno ammanettata a una sedia di metallo. C’erano diverse persone che mi fissavano truci. Terrorizzata, ho pregato Dio ininterrottamente chiedendoGli di darmi fede. Ho pensato alle parole di Dio: “Adesso è il momento di metterti alla prova: Mi offrirai la tua fedeltà? Puoi seguirMi fedelmente fino in fondo? Non avere paura: con il Mio sostegno, chi potrebbe mai sbarrare la strada?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 10”). Le parole di Dio mi hanno dato fede, il pensiero di avere il Suo sostegno ha alleviato la paura. Per quanta brutalità i poliziotti potessero usare, erano nelle mani di Dio. Ho giurato che non importava quanto mi torturassero: non avrei fatto come Giuda, non avrei tradito Dio. Ho messo in gioco la mia vita per testimoniare Dio!
Uno dei poliziotti ha iniziato l’interrogatorio: “Chi ti ha convertita a credere in Dio Onnipotente? Chi è il vostro leader? Dove tenete il denaro della chiesa?” Ho risposto: “Non so nulla”. Il direttore dell’Unità per la Sicurezza Nazionale ha detto: “Siamo venuti a prenderti a casa tua perché avevamo già prove della tua fede. Anche se non fiaterai possiamo farti condannare comunque, ma se ci dici quello che sai ti lasceremo subito andare a casa”. Non ho fiatato. Allora ha detto: “I tuoi figli sono così piccoli: sarebbe terribile per loro non avere la mamma che si prenda cura di loro. Verranno derisi e guardati dall’alto in basso se i loro insegnanti e i compagni di classe scopriranno che sei in prigione. Non sarebbe un danno terribile per la loro psiche? Riusciresti a sopportarlo? Non passeresti sopra ai tuoi figli per la tua religione, vero?” Le sue parole mi hanno subito ricordato gli sguardi terrorizzati dei miei bambini al momento del mio arresto, e mi si è serrato il cuore. Gli eventi di quella giornata avrebbero gravemente traumatizzato e danneggiato i miei figli! Se fossi stata condannata, chi si sarebbe occupato di loro? Specialmente il maschio, che era sempre stato soggetto a malattie, cosa avrebbe fatto senza le cure di sua mamma? Se i miei figli fossero stati oggetto di discriminazione e scherno da parte degli insegnanti e dei compagni di classe, l’avrebbero sopportato? Le lacrime scorrevano a questi pensieri, e subito ho rivolto una preghiera a Dio: “Dio! Sono preoccupata per i miei figli e mi sento distrutta. Ti prego, proteggi il mio cuore così che io possa essere calma, confidare in Te e recare testimonianza”. Dopo aver pregato mi sono venute in mente queste parole di Dio: “Benché tu sia dinanzi a Me, impegnato a fare delle cose per Me, in cuor tuo pensi ancora a tua moglie, ai tuoi figli e ai tuoi genitori, che sono a casa. Costoro sono forse una tua proprietà? Perché non li metti nelle Mie mani? Non hai abbastanza fede in Me? Oppure temi che Io prenda provvedimenti inopportuni per te? Perché ti preoccupi costantemente dei tuoi consanguinei? Sei sempre lì a struggerti per i tuoi cari! Occupo un po’ di spazio nel tuo cuore?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 59”). Le parole di Dio mi hanno immediatamente illuminato il cuore. Egli è il Creatore e domina e governa il destino di tutti. Qualsiasi cosa accadesse in futuro ai miei due figli era nelle Sue mani, ed era inutile che mi preoccupassi. Dovevo avere fede in Dio e affidarli alle Sue mani. Queste riflessioni mi hanno calmata e hanno alleviato molto la mia preoccupazione per loro. Avevo capito che la polizia stava usando i miei figli per ricattarmi e indurmi a tradire la chiesa. Era la polizia che mi aveva arrestata violando la legge e distruggendo la mia vita familiare, e ora sostenevano che la mia fede mi avesse impedito di prendermi cura dei miei bambini. Quello non era forse travisare i fatti e capovolgere le cose? Non appena l’ho pensato, ho ribattuto senza esitazione: “È per colpa della mia fede o è perché mi avete rinchiusa qui dentro? Coloro che credono in Dio leggono le parole di Dio e cercano di essere brave persone, non fanno nulla di illegale. Perché continuate ad arrestare gli uomini di fede?” Per tutta risposta sono scoppiati in una risata fragorosa, e un agente ha detto: “Come sei ingenua. Se tutti credessero in Dio, chi ascolterebbe il PCC? Il Partito non avrebbe seguito. Ecco perché non possiamo permettere che abbiate la fede, e se ce l’avete vi arrestiamo!” Ero furiosa, e questo scambio mi ha ricordato una cosa che Dio ha detto: “In una società di tenebra come questa, dove i demoni sono spietati e disumani, come potrebbe il re dei demoni, che uccide gli uomini senza battere ciglio, tollerare l’esistenza di un Dio che è amabile, gentile e anche santo? Come potrebbe applaudire e festeggiare l’avvento di Dio? Sono dei leccapiedi! Ripagano la gentilezza con l’odio, da lungo tempo hanno iniziato a trattare Dio come un nemico, Lo offendono, sono feroci oltre ogni limite, non hanno il minimo riguardo per Dio, devastano e saccheggiano, hanno perso del tutto la coscienza, contrastano ogni forma di coscienza e con la tentazione inducono gli innocenti all’insensatezza. Antenati dei tempi antichi? Amati condottieri? Si oppongono tutti a Dio! La loro intromissione ha lasciato tutto ciò che è sotto il cielo in uno stato di tenebra e caos! Libertà religiosa? I diritti e interessi legittimi dei cittadini? Sono tutti trucchi per coprire il peccato!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). Attraverso le parole di Dio, ho visto l’essenza del PCC. È gente perversa che agisce contro il Cielo. È stato Dio a creare tutte le cose, a creare questa umanità, ed è Lui che la nutre e la sostiene. Sebbene l’adorazione di Dio sia predisposta dal Cielo e riconosciuta dalla terra, il Partito Comunista non permette alle persone di credere in Lui e di seguirLo, e per ingannarle sostiene l’ateismo e l’evoluzione, affermando addirittura spudoratamente che “non vi è alcun Dio nel mondo”, e che “la felicità del popolo deriva solo ed esclusivamente dal Partito”. Il PCC vuole che il popolo sia profondamente grato, che lo ascolti e gli obbedisca: il PCC è incredibilmente malvagio e spregevole! Negli ultimi giorni Dio è venuto in persona sulla terra per salvare l’umanità, esprimendo milioni di parole. Ciò che il PCC teme di più è che la gente legga la parola di Dio, si renda conto della verità e capisca qual è la vera natura del Partito, sfugga al suo controllo e si rivolga a Dio. Ecco perché il PCC fa tutto ciò che è in suo potere per arrestare i cristiani, nella vana speranza di sopprimere l’opera di Dio e raggiungere l’obiettivo di controllare definitivamente l’umanità. Nel momento in cui ho sperimentato personalmente la persecuzione del PCC, ho avuto modo di vedere la sua essenza demoniaca, ossia odiare la verità ed essere il nemico di Dio, e ho disprezzato dal profondo del mio cuore questo branco di demoni malefici che Lo contrastano. Ho deciso di seguire risolutamente Dio e di esserGli testimone, a costo di qualsiasi sofferenza.
In seguito, mio marito è riuscito a pagare qualcuno perché mi facesse uscire su cauzione. Il giorno del mio rilascio, un poliziotto ha commentato: “Visto il tuo atteggiamento, sicuramente non abbandonerai la fede. Ti terremo d’occhio e non appena ti troveremo in una riunione o a condividere il Vangelo ti riporteremo qui!” Per poter continuare a credere e a svolgere normalmente il mio dovere sono stata costretta a cambiare casa diverse volte. Mio marito, che all’epoca era un vice-capo dell’amministrazione cittadina, da quando ero stata arrestata a causa della mia fede aveva perso ogni prospettiva di essere promosso. Poi, una sera di aprile del 2007, è tornato a casa e ha detto: “Presto in città alcuni quadri saranno promossi e le ultime volte che si è presentata questa possibilità non ho superato i controlli politici a causa della tua fede. Ho detto al mio capo che stavolta voglio scendere in campo, e lui ha risposto che mi raccomanderà a patto che tu rinunci alla tua religione”. Poi ha aggiunto: “Basta che tu smetta di credere e potremo avere una buona vita, e dare ai nostri figli una dimora stabile. Se insisterai nella tua fede sarò costretto a chiedere il divorzio. Non voglio più essere trascinato in questa storia. Riflettici!” Le sue parole mi hanno fatto molto male. Un divorzio avrebbe fatto soffrire terribilmente i nostri figli! Lui era sempre stato buono con me, e i bambini erano obbedienti. Lui aveva un impiego, io gestivo un’attività, e la nostra vita era davvero felice. Per colpa della persecuzione del governo cinese, la nostra meravigliosa famiglia stava andando in pezzi. Quel pensiero mi faceva star male, come se il cuore fosse stato smembrato. Ho pregato Dio: “Dio, non posso lasciarTi, ma non posso abbandonare mio marito e i miei figli. Non so cosa fare. Ti prego, illuminami, affinché possa capire la Tua volontà”. Poi ho pensato alla parola di Dio: “Non c’è relazione tra un marito credente e una moglie non credente, come non c’è alcuna relazione tra figli credenti e genitori non credenti; questi due tipi di persone sono totalmente incompatibili. Prima di entrare nel riposo, si possiedono parenti fisici, ma una volta entrati nel riposo, non si ha più alcun parente fisico di qualche importanza” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Riflettendo a fondo sulle parole di Dio ho capito che gli uomini di fede e quelli senza fede sono persone con un’essenza diversa. Hanno una visione della vita e valori differenti. Io ero sul giusto percorso di vita della fede, quello che consiste nel ricercare la verità. Mio marito era sul percorso di una carriera ufficiale, una strada che porta alla scalata sociale e alla ricchezza. Pur di ottenere una promozione passava sopra ad anni di matrimonio e ai sentimenti dei nostri figli, scegliendo il divorzio. Questo perché nel suo cuore il prestigio e il suo futuro erano diventati più importanti di me e dei figli. Sebbene sostenesse di voler dare loro una dimora stabile e avere una vita felice, era solo un’illusione. In passato era stato buono con me perché non avevo influito negativamente sui suoi interessi personali, mentre adesso la mia fede e il mio arresto stavano influendo negativamente sulla sua carriera ufficiale ed erano diventati un ostacolo alla promozione e ai suoi guadagni, perciò voleva divorziare. Quel pensiero era agghiacciante. Ho capito che non c’è vero amore tra gli esseri umani, solo inganno e sfruttamento. Mio marito sapeva molto bene che il Partito Comunista era un partito malvagio, eppure continuava a prendere le sue parti, dicendomi di rinunciare alla mia fede e addirittura facendomi pressione con la minaccia del divorzio. Avevamo una visione diversa, eravamo su strade differenti, e non saremmo stati felici nemmeno rimanendo insieme. Nel momento in cui l’ho capito, mi è stato chiaro cosa fare.
La mattina dopo siamo andati all’Ufficio degli Affari Civili per sbrigare le pratiche del divorzio, e lungo il tragitto mi ha detto: “Sai, non voglio divorziare, ma non c’è altra scelta. Abbi cura di te”. A quel punto, sono scoppiata a piangere. In preda al dolore, ho pensato a tutte le difficoltà e alle prese in giro altrui che avrei dovuto affrontare dopo quel passo. Ho subito rivolto una preghiera a Dio, chiedendoGli di proteggere il mio cuore. Ho riflettuto sulle Sue parole: “Devi patire privazioni per la verità, dare te stesso alla verità, sopportare umiliazioni per la verità e, per ottenerne di più, devi subire ulteriori sofferenze. Questo è ciò che dovresti fare. Non devi gettare via la verità per una vita pacifica in famiglia, e non devi perdere la dignità e l’integrità della tua vita per un momentaneo godimento. Dovresti perseguire tutto ciò che è bello e buono, e cercare un cammino di vita che sia più significativo. Se conduci un’esistenza così mediocre e non persegui alcun obiettivo, non stai sprecando la tua vita? Che cosa puoi guadagnare da una vita del genere? Dovresti rinunciare a tutti i piaceri della carne per il bene di una verità, e non dovresti gettare via tutte le verità per il bene di un po’ di divertimento. Persone simili non hanno alcuna integrità né dignità; non vi è alcun significato nella loro esistenza!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Ho visto dalle parole di Dio che non importa quanto sia buona la vita di una persona nella carne, quanto sia invidiata e ammirata, niente di tutto ciò ha importanza. Solo perseguendo la verità e svolgendo il dovere di un essere creato è possibile ottenere l’approvazione di Dio. Solo questa è una vita di integrità e dignità, e la più significativa e di valore. Questo pensiero è stato davvero liberatorio e ho affrontato il divorzio senza timori.
Nel maggio del 2011, mentre ero a una riunione, sono stata arrestata di nuovo. Erano gli stessi agenti di dieci anni prima. Hanno trovato la mia carta d’identità e hanno pronunciato il mio nome a voce alta dicendo: “In questi dieci anni siamo stati a casa tua un sacco di volte, senza trovarti, e ora abbiamo fatto centro. Stavolta non ti lasceremo andare!” Mentre parlavano, mi hanno ammanettata e portata via su una volante. Lì ho pensato a tre sorelle che erano state arrestate e torturate brutalmente dalla polizia per un mese intero. Una di loro aveva subito danni permanenti al braccio sinistro perché era stata lasciata sospesa troppo a lungo. A quel pensiero il mio cuore ha cominciato a battere forte. Avevo paura di essere picchiata fino a rimanere invalida o morire. Subito in cuor mio ho invocato Dio: “Dio! Ti prego, proteggimi e guidami in questo ambiente. Anche se mi picchieranno a morte non sarò mai un giuda”. Dopo la preghiera, ho pensato alle parole di Dio: “Sai che ogni cosa nell’ambiente che ti circonda è lì perché Io l’ho permesso, Io l’ho disposto. Vedi con chiarezza e appaga il Mio cuore nell’ambiente che ti ho dato. Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro scudo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 26”). La mia vita e la mia morte erano interamente nelle mani di Dio, e senza che Dio lo permettesse non potevano togliermi la vita. Ho pensato a ciò che era successo a Giobbe durante le prove. Dato che Dio non aveva permesso a Satana di danneggiare la vita di Giobbe, Satana non aveva potuto opporsi a ciò che Dio aveva decretato. Questo ha portato un po’ di pace nel mio cuore e mi ha dato la fede per affrontare ciò che mi aspettava.
Poi sono stata interrogata dal capo dell’Unità per la Sicurezza Nazionale. Ha detto: “Questo è un momento critico per la nostra città. Sei stata arrestata dieci anni fa e nel 2009 qualcuno ha segnalato che stavi diffondendo il Vangelo. Diversi tentativi di arrestarti sono andati a vuoto. Questa volta ti abbiamo presa mentre partecipavi a una riunione, quindi anche se non dici niente possiamo trattenerti dai sette ai dieci anni. Dopo che sarai stata condannata, i tuoi due figli non saranno ammessi all’università e non otterranno mai un lavoro nella pubblica amministrazione. E saranno discriminati da tutti per avere una madre come te. Sarai tu ad aver rovinato il loro futuro. Non smetteranno mai di odiarti! Anche se non ti importa di te stessa, pensa al futuro dei tuoi figli. Se collabori con noi, ci fai il nome del tuo superiore e ci dai i soldi della chiesa, ti lasceremo andare”. Alle sue parole ho provato un disgusto incredibile. Il Partito Comunista non si ferma davanti a nulla per perseguitare i cristiani; avevano persino fatto leva sul futuro dei miei figli per minacciarmi e costringermi a vendere la chiesa e a tradire Dio, per poi sostenere che era la mia fede a rovinare il loro futuro. Un travisamento bell’e buono dei fatti!
Quel giorno mi hanno interrogata senza mai smettere fino alle due del mattino. Visto che non parlavo, mi hanno trasferita alla casa circondariale. Un agente ha detto: “Stavolta sarai condannata e sconterai una pena!” La cella era buia e umida. I miei reumatismi e la mia malattia reumatica cardiaca peggioravano e mi dolevano tutte le articolazioni. Dovevo stare di guardia due ore per notte e dopo un po’ che ero in piedi avevo le palpitazioni e una costrizione al petto. Era terribile. Ho pensato a quanto aveva detto quell’agente sul fatto che avrei subito una condanna da sette a dieci anni, e mi sono messa a calcolare quanti giorni ci fossero in sette anni e quanti in dieci. Sarebbero state migliaia di giorni e di notti. Come avrei fatto a resistere? Ne sarei uscita viva? A quel pensiero non sono riuscita a trattenere le lacrime e ho sentito l’oscurità prendere il sopravvento sul mio cuore. Mi sono resa conto di non essere nello stato giusto, e così mi sono affrettata a recitare una preghiera, chiedendo a Dio di proteggere il mio cuore e darmi la fede per sopportare quella situazione. Mi sono ricordata delle parole di Dio: “In questo sterminato mondo, chi è stato esaminato personalmente da Me? Chi ha udito personalmente le parole del Mio Spirito? Quanti procedono cercando a tentoni nel buio; quanti pregano tra le avversità; quanti affamati e infreddoliti guardano speranzosi; e quanti sono prigionieri di Satana. Quanti invece non sanno dove voltarsi, quanti Mi tradiscono al culmine della felicità, quanti sono ingrati, e quanti sono fedeli alle macchinazioni ingannevoli di Satana. Chi fra voi è Giobbe? Chi è Pietro? Perché ho menzionato ripetutamente Giobbe? Perché ho citato tante volte Pietro? Avete mai constatato quali fossero le Mie speranze per voi? Dovreste dedicare più tempo a riflettere su queste cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 8”). Dopo aver riflettuto su queste parole, ho capito che Dio aveva approvato Giobbe e Pietro perché nutrivano una fede sincera e si erano sottomessi. Giobbe era stato sottoposto a diverse prove, gli erano state tolte le ricchezze e i figli ed ebbe il corpo interamente coperto di pustole, eppure era riuscito a lodare il nome di Dio dicendo “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21) e umiliando Satana. E Pietro era stato crocifisso a testa in giù per Dio, obbediente fino alla morte, recando una risonante testimonianza. Quanto a me, sebbene avessi ricevuto tanta irrigazione e tanto nutrimento dalle parole di Dio, avevo provato il desiderio di fuggire appena mi ero trovata di fronte a una piccola sofferenza. Dov’era la mia fede? Dov’era la mia obbedienza? Ero ben lontana da ciò che Dio richiede. Mi aggrappavo così forte alla mia vita, come potevo offrire testimonianza per Dio? Mi sono sentita sinceramente pentita e colpevole e ho pregato Dio: “Dio! Sono pronta a mettermi nelle Tue mani. Non importa quanti anni di carcere dovrò fare o quanto soffrirò, voglio farmi Tua testimone e umiliare Satana”. Con mia sorpresa, una volta offerto tutto e quando ero pronta a farmi testimone, sono stata rilasciata. Ho scoperto più tardi che il mio ex-marito, temendo che la mia permanenza in carcere avrebbe influito sull’ammissione all’università dei nostri figli, aveva corrotto qualcuno per assicurarsi la mia scarcerazione.
Il giorno del mio rilascio, il mio ex-marito è venuto a prendermi alla casa circondariale. Vedendo in che stato mi trovavo e com’ero dimagrita, mi ha detto: “Sei dimagrita tanto, dopo appena un mese, che non ce l’avresti fatta se fosse andata avanti per degli anni. Questa volta abbandonerai la tua fede, vero?” Vedendo che non rispondevo, ha insistito: “Allora, abbandonerai la tua fede?” Gli ho detto con molta calma: “Continuerò a credere! Avere fede è predisposto dal Cielo e riconosciuto dalla terra, e io crederò finché avrò vita”. Sentendomi pronunciare quelle parole, in preda alla rabbia ha sferrato un colpo al volante e poi, dopo aver sospirato scuotendo la testa, è sbottato: “Tutto per il tuo Dio! Il Partito fa di tutto per conquistare il cuore del popolo senza riuscirci, mentre voi credenti insistete ad avere fede senza riceverne alcun guadagno materiale, e subendo persino ripetuti arresti. Il vostro Dio è davvero incredibile!” Ho ringraziato Dio per avermi guidata a rendere testimonianza.
Qualche giorno dopo il mio ritorno a casa, quando è tornato da scuola mio figlio mi ha detto solennemente: “Mamma, oggi devi fare una scelta. Se vuoi tenermi come figlio, devi rinunciare alla tua fede. Se continuerai a professare la tua religione me ne andrò di casa e non mi rivedrai mai più”. Sono rimasta sbalordita. Mio figlio era sempre stato tanto legato a me e fino a quel momento non si era mai opposto alla mia fede. Perché mi diceva una cosa del genere proprio quel giorno? Ho provato un grande dolore, sentendo che questo cammino di fede era davvero pieno di avversità, di alti e bassi. A ogni passo comportava una scelta. Di fronte a quella decisione troppo difficile da prendere, ho pregato Dio chiedendoGli di guidarmi a capire la Sua volontà. Dopo la preghiera mi è venuto in mente un passo delle parole di Dio: “In ogni fase dell’opera che Dio compie negli uomini, da fuori sembra che ciò che accade sia dovuto a un’interazione tra individui, che venga da disposizioni o da disturbi umani. Ma dietro ciò che appare, dietro ogni fase dell’opera e dietro ogni cosa che accade vi è una scommessa che Satana fa con Dio e che richiede che le persone rimangano salde nel testimoniare Dio. Pensate a quando Giobbe fu messo alla prova, per esempio: dietro le quinte, Satana stava facendo una scommessa con Dio e ciò che accadde a Giobbe fu dovuto alle azioni e al disturbo degli uomini. Dietro ogni fase dell’opera che Dio compie in voi, vi è la scommessa di Satana con Dio; dietro ogni cosa vi è una battaglia” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Le parole di Dio mi hanno aiutata a capire che, sebbene in apparenza fosse mio a chiedermi di scegliere, in realtà era Satana che mi stava tentando e attaccando per vedere se avrei scelto la mia relazione familiare con mio figlio oppure Dio. Dovevo recare testimonianza per svergognare Satana. In seguito a questa riflessione, ho detto a mio figlio: “Non posso allontanarmi da Dio. Scegliere di lasciare Lui equivarrebbe alla tua decisione di lasciarmi che mi hai appena comunicato. Sarebbe inconcepibile e Lo deluderebbe. Non smetterò mai di seguire Dio. Questa è la mia scelta!” A queste parole se n’è andato in lacrime. Anch’io ero addolorata, ma sapevo di aver fatto la scelta giusta!
Circa mezz’ora dopo è tornato e si è aperto con me: “Mamma, ho sbagliato. Non avrei dovuto costringerti a quella scelta. Papà ha detto che se ti arresteranno un’altra volta non uscirai più di prigione. Avevo paura che ti catturassero, e ho voluto ricorrere a questa tattica per farti rinunciare alla fede”. La sua spiegazione mi ha riempita di disgusto verso il Partito Comunista, così avverso a Dio. Solo perché credevo in Dio, il Partito Comunista mi aveva arrestata e perseguitata, mandando in frantumi la mia famiglia e trascinando mio marito e i miei figli in questa faccenda. Più mi perseguita, più me ne allontanerò e seguirò Dio con ferrea volontà!
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