Lavorare sodo è sufficiente per entrare nel Regno dei Cieli?
Sono nata in una famiglia cattolica. Il prete ci raccomandava di seguire i comandamenti, amarci l’un l’altro, andare a messa e fare buone azioni. Secondo lui, solo chi si comportava così era un cristiano devoto, che sarebbe stato condotto nel Regno dei Cieli all’arrivo del Signore. Mi ripetevo sempre: “Devo obbedire a Dio, seguire le regole della Chiesa e fare tante buone azioni, affinché il Signore mi ami e mi benedica al Suo ritorno, conducendomi nel Regno”.
Entrata all’università, ho interrotto gli studi per avere più tempo da dedicare alla Chiesa. I parrocchiani sembravano tanto devoti, pregavano e andavano a messa, ma fuori di lì fumavano, bevevano e bagordavano. Era ripugnante. Pensavo: “Il Signore ci insegna ad amarLo, ad aiutare i bisognosi e a rifuggire dalle tentazioni mondane. Quelli sono credenti solo di facciata ma, in realtà, non alzano un dito per il Signore. Ricercano cose materiali e piaceri terreni. Non è contro i Suoi insegnamenti? Io sarò diversa. Compirò opere buone e, quando giungerà l’ora, potrò entrare nel Regno dei Cieli”.
Tuttavia, col tempo, ho scoperto di trasgredire i comandamenti anche nella vita quotidiana. Quando vedevo quei fedeli vivere in tale dissolutezza, liberi e felici, mentre io ero in difficoltà, tendevo a biasimare Dio. Il Signore ci insegna ad amare gli altri come noi stessi, ma io provavo sempre invidia e disprezzo. In famiglia, mi rimproveravano ogni errore, mentre io trovavo scuse e me la prendevo con loro. Il Signore ci insegna l’umiltà e il perdono, ma io non facevo mie queste cose. Mi sentivo in colpa, una credente solo di fatto. Ho iniziato a riflettere: “Perché non supero mai i miei peccati? Anche se ogni volta mi confesso con il sacerdote e rimedio con le buone azioni, ricado comunque nello stesso peccato. Una fede così può ricevere la benedizione di Dio?” Poi, però, mi venivano in mente le parole del prete: chi si confessa dopo aver peccato verrà perdonato; basta servire il Signore e compiere buone azioni per riacquistare la Sua misericordia ed entrare nel Regno. Nella Bibbia è scritto: “Ho combattuto una buona lotta, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Quanto al resto, c’è una corona di giustizia messa da parte per me” (2 Timoteo 4:7-8). Erano parole consolanti. Per me, era sufficiente andare a messa, confessarmi e spendermi per il Signore per poter accedere al Suo Regno. Così, mi sono dedicata alla filantropia. Andavo a trovare malati e detenuti, facevo volontariato in un orfanotrofio.
Un giorno, nel 2017, stavo dando la solita occhiata alle novità su Facebook, quando ho visto un passo postato da una sorella di nome Betty. “Sebbene molte persone credano in Dio, poche capiscono cosa significhi avere fede in Lui e cosa debbano fare per conformarsi alla Sua volontà. […] ‘Fede in Dio’ significa credere che ci sia un Dio; questo è il concetto più semplice per quanto riguarda il credere in Dio. Inoltre, credere che ci sia un Dio non equivale a credere veramente in Lui; piuttosto, è una sorta di fede semplice con forti connotazioni religiose. La vera fede in Dio significa quanto segue: sulla base della convinzione che Egli ha la sovranità su tutte le cose, si sperimentano le Sue parole e la Sua opera, si purifica la propria indole corrotta, si soddisfa la volontà di Dio e si arriva a conoscerLo. Solo mediante un percorso siffatto puoi affermare di credere in Dio. Tuttavia la gente vede spesso la fede in Dio come qualcosa di semplice e superficiale. Le persone che credono in Dio in questo modo hanno perso il significato del credere in Dio, e per quanto continuino a credere sino alla fine, non otterranno mai l’approvazione di Dio perché percorrono la strada sbagliata. Oggi, c’è ancora chi crede in Dio in base al significato letterale e nella vuota dottrina. Questi individui sono ignari del fatto che la loro fede in Dio non ha sostanza e che non possono avere la Sua approvazione. Eppure pregano Dio per ottenere benedizioni di salvezza e grazia sufficiente. Fermiamoci, plachiamo i nostri cuori e chiediamo a noi stessi: possibile che credere in Dio sia realmente la cosa più semplice del mondo? Possibile che credere in Dio non sia altro che ricevere più grazia da Lui? Le persone che credono in Dio senza conoscerLo, o credono in Lui ma Gli si oppongono, sono davvero in grado di soddisfare la volontà di Dio?” (Prefazione a “La Parola appare nella carne”). Che ventata di freschezza. Parole che mi hanno catturata. In particolare, non avevo mai riflettuto sulle domande finali. Le trovavo bellissime e mi chiedevo di chi fossero. Un passo così breve rivelava in pieno il significato della fede in Dio e ciò che vogliamo ricavarne. Ci ho rimuginato. Era la prima volta che soppesavo la mia fede con serietà e cuore pacato. Ho ripensato agli anni da credente. Seguivo varie attività e cerimonie in chiesa, ero attiva nella comunità e facevo volontariato locale. Soffrivo un po’, ne pagavo il prezzo. Però, io agivo così perché Dio benedicesse e proteggesse me e la mia famiglia e, soprattutto, per entrare nel Suo Regno. Mi sembrava giusto perseguire tali cose. Con la mia fede, pensavo di compiacere Dio e di ricevere le Sue promesse e benedizioni. Ma, dopo quella lettura, mi è parso di percepirvi qualcosa di più profondo. Il volontariato e l’abnegazione erano solo rivolti a ottenere le benedizioni del Regno e questo non è vero amore per Dio. Egli approverebbe mai una fede così? Allora, ho pensato ai vent’anni da credente, all’impegno nella chiesa. Tutte le sofferenze e i sacrifici erano stati vani? Più riflettevo su quelle parole, più volevo leggere gli altri post di sorella Betty in modo da chiarirmi le idee. L’ho contattata e ci siamo riunite online.
Le ho raccontato ciò che avevo provato: “Quel tuo post è meraviglioso. Mi ha fatto capire che la mia fede è mirata alle benedizioni e non è vero amore per il Signore. Però, una cosa non mi torna. La Bibbia dice: ‘Ho combattuto una buona lotta, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Quanto al resto, c’è una corona di giustizia messa da parte per me’ (2 Timoteo 4:7-8). Il prete ci ripete che bastano buone opere e buone azioni per ottenere la benedizione del Signore e venire condotti nel Suo Regno. In questi anni di fede, non ho fatto altro. Davvero il Signore non lo ricorderà e mi lascerà fuori dal Regno?”
Allora, sorella Betty ha tenuto questa condivisione: “Il Signore è compiaciuto dalle fatiche, dai sacrifici e dalle buone azioni in nome Suo e, al Suo ritorno, ci porterà nel Suo Regno. Queste sono parole di Paolo. Il Signore Gesù non disse niente del genere e nemmeno lo Spirito Santo. Si tratta del punto di vista di Paolo, non di quanto intendeva il Signore. Verità non è ciò che dice l’uomo, ma solo quello che dice Dio. Su una questione seria come l’accesso al Regno, contano le Sue parole. Chi si basa su quelle dell’uomo rischia di sviare dal cammino del Signore! Dunque, chi potrà entrare nel Regno dei Cieli? Il Signore Gesù è stato chiaro: ‘Non chiunque Mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre Mio che è ne’ cieli’ (Matteo 7:21). Ciò dimostra che Dio lascerà accedere al Regno non chi si è sacrificato, ma chi ha saputo fare la Sua volontà. In altre parole, bisogna liberarsi della propria natura peccaminosa ed essere purificati; bisogna attenersi alle Sue parole, obbedirGli, amarLo e adorarLo. Se fatichiamo, lavoriamo tanto e ci sacrifichiamo ma ignoriamo le Sue parole e pecchiamo spesso, opponendoci a Lui, allora siamo malvagi. Persone così sono escluse dal Regno. Quei farisei ebrei che resistettero al Signore servirono Dio anno dopo anno, nel tempio, diffondendo il Suo Vangelo in lungo e in largo. Soffrirono molto e ne pagarono lo scotto. In apparenza, sembravano devoti a Dio ma in realtà avevano a cuore solo gli aspetti rituali. Custodivano e predicavano tradizioni e dottrine umane, scartando le leggi e i comandamenti di Dio. Non servivano secondo la Sua volontà e si allontanarono dalla Sua via. Quando il Signore Gesù venne a compiere l’opera, i farisei Gli si opposero apertamente per proteggere il proprio prestigio e sostentamento. Nella loro follia, con la condanna e la calunnia, ostacolarono i Suoi seguaci. Alla fine, si coalizzarono con i romani per crocifiggerLo, tanto che offesero l’indole di Dio e subirono la Sua punizione. Ci fa capire che le persone possono anche lavorare sodo e sacrificarsi, ma ciò non equivale a fare la volontà di Dio. Finché non sono purificate, peccano e resistono a Dio anche quando si spendono per Lui. Poi ci siamo noi. All’apparenza lavoriamo sodo, siamo gentili e generosi, aiutiamo gli altri fedeli, ma miriamo solo alle benedizioni e all’accesso nel Regno. Quando ci benedice, Gli rendiamo grazie e Lo lodiamo. Nella malattia o nella disgrazia, Lo biasimiamo e fraintendiamo, a volte persino Lo tradiamo. Cerchiamo sempre di far fruttare i sacrifici e le buone opere, ostentiamo sofferenza e impegno in nome di Dio, per ottenere ammirazione e adorazione, che ci danno prestigio e profitto. Ci infuriamo se qualcuno o qualcosa non ci aggrada, trascuriamo le Sue parole e così via. È evidente che non lo facciamo per amore verso Dio o per soddisfarLo, ma per patteggiare con Lui. Lo sfruttiamo e imbrogliamo per soddisfare ambizioni e desideri personali. Dunque, noi faremmo la volontà del Padre Celeste? La Bibbia dice: ‘Siate santi, perché Io son santo’ (1 Pietro 1:16). Se Dio è santo, potrebbe mai condurre persone luride come noi nel Regno dei Cieli? Solo se ci liberiamo della nostra natura peccaminosa, purificandoci e smettendo di opporci a Dio, riceveremo le Sue lodi e saremo degni di entrare nel Regno”.
Mentre l’ascoltavo, pensavo: “Credevo che le buone opere mi garantissero di entrarci, ma, a questo punto, pare che la mia fede non rispetti la volontà di Dio. L’entrata nel Regno avviene solo diventando santi, ma io non so come farlo”. Ne ho parlato con sorella Betty.
Che mi ha letto alcune parole di Dio Onnipotente pertinenti al problema. “Un peccatore come voi, che è stato redento ma non cambiato o perfezionato da Dio, è in grado di soddisfare il cuore di Dio? Per te, che sei ancora dominato dal tuo vecchio io, è vero che sei stato salvato da Gesù e non sei considerato un peccatore grazie alla salvezza di Dio, ma questo non dimostra che tu non sia peccaminoso e non sia impuro. Come puoi essere santo, se non sei stato trasformato? Dentro di te sei assediato dall’impurità, dall’egoismo e dalla meschinità, eppure vuoi ancora discendere con Gesù – saresti davvero fortunato! Hai saltato un passaggio della tua fede in Dio: sei stato solo redento, non sei stato trasformato. Perché tu possa soddisfare il cuore di Dio, l’opera di trasformazione e di purificazione deve essere compiuta personalmente da Lui; se sei solo redento, non sarai in grado di raggiungere la santità. Di conseguenza, non sarai degno di essere partecipe delle sante benedizioni di Dio, perché hai saltato un passaggio nell’opera di Dio per la gestione dell’uomo, ossia il passaggio principale per la trasformazione e la perfezione. Tu, un peccatore che è stato solo redento, non puoi pertanto ricevere direttamente l’eredità di Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Riguardo agli appellativi e all’identità”). “Benché Gesù abbia compiuto molte opere tra gli uomini, ha soltanto completato la redenzione di tutta l’umanità e ne è diventato il sacrificio espiatorio; Egli, però, non ha liberato l’uomo da tutta la sua indole corrotta. Salvare pienamente l’uomo dall’influenza di Satana ha richiesto non solo che Gesù diventasse il sacrificio espiatorio e Si facesse carico dei peccati dell’uomo, ma ha anche richiesto che Dio compisse un’opera ancora maggiore per liberare completamente l’uomo dalla sua indole diabolicamente corrotta. E così, dopo che all’uomo sono stati perdonati i peccati, Dio Si è fatto di nuovo carne per condurlo verso l’età nuova, e ha iniziato l’opera di castigo e giudizio, opera che ha introdotto l’uomo in un regno più elevato. Tutti coloro che si sottomettono al Suo dominio godranno di una verità superiore e riceveranno maggiori benedizioni. Vivranno realmente nella luce e otterranno la verità, la via e la vita” (Prefazione a “La Parola appare nella carne”). Poi, ha proseguito: “Nell’Età della Grazia, il Signore Gesù ha compiuto solo l’opera di redenzione. Una volta accettata la Sua salvezza, la confessione e il pentimento assicurano il perdono dei peccati; allora, potremo godere della Sua grazia e delle Sue benedizioni. Il Signore Gesù ci perdona i peccati senza assolverci dalla natura peccaminosa o dall’indole satanica. Da quando Satana ci ha corrotti, siamo resi schiavi da vari tipi di indole, come arroganza, inganno, falsità e rigidità, e non sappiamo evitare di peccare e opporci a Dio. È la nostra natura satanica a farci peccare: se non ce ne liberiamo, non smetteremo mai di opporci a Dio e saremo indegni di entrare nel Suo Regno. Ecco perché il Signore ha annunciato il Suo ritorno negli ultimi giorni, esprimendo verità per compiere l’opera di giudizio a partire dalla casa di Dio, per purificare e trasformare la nostra indole satanica. A quel punto, saremo liberati dal peccato, salvati e guadagnati da Dio. È proprio come profetizzò il Signore: ‘Chi mi respinge e non accetta le Mie parole ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata lo giudicherà nell’ultimo giorno’ (Giovanni 12:48). ‘Molte cose ho ancora da dirvi, ma ora non sono alla vostra portata. Ma quando sarà venuto Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di Suo, ma dirà qualsiasi cosa avrà sentito; e vi mostrerà le cose che devono avvenire’ (Giovanni 16:12-13). Solo accettando l’opera di giudizio del Signore ritornato negli ultimi giorni saremo purificati dalla corruzione. In quel modo, saremo degni delle Sue promesse ed entreremo nel Regno”.
Quella condivisione mi ha aperto gli occhi. In tanti anni, mi ero impegnata nel volontariato e avevo confessato tutti i peccati, eppure insistevo nel commetterli. Ormai, avevo capito: il Signore Gesù ha compiuto solo l’opera di redenzione e la fede ci garantisce il perdono dei peccati, ma non elimina la natura peccaminosa. Ecco spiegato quel circolo vizioso in cui mi trovavo. L’unico modo di purificarci dalla corruzione è accettare l’opera di giudizio compiuta negli ultimi giorni dal Signore ritornato. Allora, Lo ameremo e Gli obbediremo davvero, entrando nel Suo Regno. Questo pensiero mi ha riempita di gioia. C’era speranza di liberarmi dal peccato e di entrare nel Regno!
Il giorno dopo, sorella Betty mi ha fatto sentire “Il Salvatore è già ritornato su una ‘nuvola bianca’”. Che emozione incredibile. Erano parole tanto autorevoli. Mi ha detto, entusiasta: “Il Signore atteso con ansia è già tornato come Dio Onnipotente incarnato. Egli esprime molte verità e compie l’opera di giudizio a partire dalla casa di Dio. La lettura di ieri e la recitazione di oggi sono state tutte pronunciate da Dio Onnipotente in persona. Egli è venuto e ha aperto il rotolo, sciogliendo i sette sigilli. Ha rivelato tutti i misteri mai compresi prima e ha elargito le verità necessarie per la piena salvezza e purificazione. Si compie così la profezia dell’Apocalisse: ‘Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese’ (Apocalisse 3:6). Se oggi sentiamo la voce di Dio è tutto merito della Sua guida. Che benedizione!”
La notizia del ritorno del Signore mi riempiva di allegria. La recitazione e la lettura del giorno prima erano tutte parole di Dio. Ovvio che possedessero una tale autorità! Chi altri poteva rivelare il mistero del ritorno del Signore? Nessuno all’infuori di Dio ci riuscirebbe. Ormai ero convinta che quelle fossero parole Sue, che il Signore fosse tornato. È stata una grande emozione. Chi avrebbe immaginato di poterNe accogliere la venuta? Che fortuna! Mi rimaneva una domanda: “Come si compie l’opera di giudizio per purificare e salvare l’uomo?”
Per rispondermi, sorella Betty mi ha letto questo estratto. “Cristo degli ultimi giorni utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzarne le parole e le azioni. Queste parole comprendono diverse verità, quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe esserGli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. Quando Dio comincia l’opera di giudizio, Egli non Si limita semplicemente a chiarire la natura dell’uomo con poche parole, ma compie la rivelazione, il trattamento e la potatura a lungo termine. Nessuno di questi diversi metodi, la rivelazione, il trattamento e la potatura, può essere sostituito con parole ordinarie, ma con la verità che l’uomo non possiede affatto. Solo tale metodo di lavoro viene considerato giudizio; solamente attraverso tale giudizio l’uomo può essere assoggettato, pienamente convinto a sottomettersi a Dio e inoltre può ottenere la vera conoscenza di Dio. Ciò che l’opera di giudizio realizza è la comprensione da parte dell’uomo del vero volto di Dio e la verità riguardo alla sua ribellione. L’opera di giudizio permette all’uomo di ottenere molta comprensione della volontà di Dio, dello scopo della Sua opera e dei misteri che per l’uomo sono incomprensibili. Inoltre, consente all’uomo di individuare e conoscere la sua sostanza corrotta e le radici della sua corruzione, come pure di scoprire la sua bruttezza. Questi effetti si realizzano tutti tramite l’opera di giudizio, perché la sua sostanza è di fatto l’opera di svelare la verità, la via e la vita di Dio a tutti coloro che hanno fede in Lui. Quest’opera è l’opera di giudizio svolta da Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità”). Dopo la lettura, ha aggiunto: “Negli ultimi giorni, Dio Onnipotente opera per giudicare e purificare l’umanità con le Sue parole. Egli giudica la ribellione e l’ingiustizia dell’uomo, ne smaschera la natura satanica di opposizione a Dio e l’indole corrotta, giudica e mette a nudo la brama di benedizioni e l’impurità della fede, le prospettive errate e varie nozioni su Dio. Ci indica anche come essere onesti e servire secondo la Sua volontà, come obbedirGli e amarLo veramente, come fare la Sua volontà eccetera. Sperimentando il giudizio e il castigo di Dio, capiamo che Satana ci corrompe e che tutto quanto viviamo ha origine dall'indole satanica: arroganza, inganno, malvagità... Emerge così l’indole di Dio, santa e giusta, che non tollera offese e noi cominciamo a detestarci, a provare rimorso e a praticare la verità. Ecco che la nostra indole della vita comincia a cambiare. Tutto ciò grazie alle parole di giudizio pronunciate da Dio”. Poi, sorella Betty ha parlato della sua esperienza. Prima, nella fede, riteneva sempre di amare il Signore perché si spendeva con zelo, perciò pregava spesso, chiedendoGli grazia e benedizioni. Credeva fermamente che la sua sofferenza per il Signore l’avrebbe ricompensata con l’accesso al Regno. Poi, ha accettato l’opera di Dio, è stata giudicata e messa a nudo dalle Sue parole e ha capito che le Sue prospettive sulla fede erano sbagliate e impure: non credeva per amore verso Dio o per svolgere il dovere di un essere creato, ma per soddisfare i propri desideri, chiedendo in cambio le benedizioni del Regno. Significa sfruttare Dio; è una compravendita. Era egoista, priva di ogni umanità o ragionevolezza, e se ne pentiva moltissimo, si detestava. Ha iniziato a perseguire la verità come richiesto da Dio, correggendo quelle prospettive distorte. Anche la sua indole satanica ingannevole si è trasformata. Ha capito che, se voleva conoscere se stessa e venire purificata dalla corruzione, doveva accettare il giudizio e il castigo delle parole di Dio.
Dalla sua condivisione, ho capito quanto sia concreta la verità espressa da Dio e la Sua opera di giudizio negli ultimi giorni, quanto riesca a mutare e purificare le persone e ho compreso anche quanto ne abbiamo bisogno. Ho trovato un cammino di liberazione dalla corruzione. Ero tanto emozionata. Nelle riunioni seguenti, sorella Betty mi ha raccontato del mistero dell’incarnazione di Dio, della corruzione satanica, di come Dio salva l’uomo un passo alla volta, i retroscena della Bibbia, i fini e i traguardi che ci attendono e tanto altro. Mi ha rivelato verità mai sentite prima in oltre 20 anni di fede. Più leggevo le parole di Dio Onnipotente, più le ritenevo la voce di Dio. Solo Dio incarnato poteva esprimere parole così autorevoli e potenti. Chi altri poteva mettere a nudo la verità della corruzione satanica? Chi poteva mostrarci gli errori nella fede e indicarci la retta via? Chi poteva rivelare i misteri del piano di 6.000 anni di Dio e rivelarci la fine e la meta che ci attendono? Mi sono convinta che Dio Onnipotente è il Signore ritornato, Cristo degli ultimi giorni! A quel punto, ho accettato con gioia la Sua opera. Gli rendo grazie per avermi scelta e salvata.
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