Arrivo a distinguere chiaramente l’amore dall’odio subendo la durezza della persecuzione
Mi chiamo Zhao Zhi e ho compiuto 52 anni quest’anno. Sono un seguace di Dio Onnipotente da 14 anni. Prima di guadagnare la mia fede, ero in affari; ero spesso occupato a intrattenere le persone, mandar loro regali e fare vita sociale. Ero costantemente in giro per locali, in posti come le sale karaoke e quelle da gioco. Per questo motivo discutevo di continuo con mia moglie, e lei alla fine arrivò a minacciarmi di divorziare e andarsene di casa. All’epoca ero completamente immerso in quel pantano e non ero in grado di liberarmi, e anche se facevo del mio meglio per prendermi cura della mia famiglia, proprio non ci riuscivo. Avevo la sensazione che la vita fosse davvero dura; ero sfinito. Nel giugno del 1999, la grazia della salvezza di Dio Onnipotente discese su di noi, e attraverso la lettura delle parole di Dio e la condivisione con i fratelli e le sorelle, mia moglie si rese conto che l’oscurità che c’è nel mondo e la corruzione umana sono interamente dovute a Satana, che ci fa del male e ci usa come suoi giocattoli. Mia moglie fu comprensiva nei confronti della mia situazione e aprì il suo cuore in comunione con me. Attraverso la guida delle parole di Dio, capii anche che stavo sguazzando in un calderone di peccato, cosa che Dio odiava e da cui era disgustato. Ma, ancora di più, capii che non mi ero affatto comportato da essere umano. Mi sentivo in colpa e colmo di rimorso, così decisi dinanzi a Dio di diventare un uomo nuovo. Da quel momento in poi, io e mia moglie pregammo e leggemmo le parole di Dio ogni giorno, e spesso ci riunivamo con i fratelli e le sorelle per entrare in comunione con loro. Prima ancora che ce ne rendessimo conto, i conflitti tra di noi e l’angoscia che avevamo provato si dissiparono come una nuvola di fumo, e le nostre vite si colmarono di gioia e di pace. Ero profondamente consapevole che Dio Onnipotente aveva salvato la nostra famiglia quando era sull’orlo del baratro e ci aveva donato delle vite completamente nuove. Oltre a sentirmi incredibilmente riconoscente, decisi anche nel mio intimo di offrire tutto il mio essere per ripagare la grazia di Dio. Dopodiché iniziai a dedicarmi anima e corpo ai miei doveri e alla condivisione del Vangelo, così che anche altre persone potessero guadagnare la salvezza che Dio ci ha portato negli ultimi giorni. Tuttavia, il governo del Partito Comunista Cinese è ateo e non permette alle persone di adorare Dio o di intraprendere la retta via, e in particolare non permette loro di diffondere il Vangelo e di rendere testimonianza a Dio. Poiché io credevo in Dio e diffondevo il Vangelo, subii l’arresto e la persecuzione da parte del governo del PCC.
Era un giorno di primavera del 2002. Mentre condividevamo il Vangelo in un villaggio, io e un fratello fummo denunciati alla polizia da una persona malvagia. I poliziotti accorsero immediatamente e, senza minimamente verificare la situazione, mi ammanettarono, mi trascinarono in una delle loro auto e mi portarono alla stazione di polizia. Appena fummo nella stanza degli interrogatori, prima ancora che avessi la possibilità di reagire un agente si fiondò su di me, mi afferrò per il colletto e mi schiaffeggiò più volte con violenza. Cominciai subito ad avere le vertigini e a vedere le stelle, e non riuscii a evitare di inciampare e cadere a terra a faccia in giù. Sanguinavo dalla bocca e dal naso e il viso mi bruciava di dolore. Quando lo vide, quello spietato poliziotto mi prese a calci con violenza e disse rabbiosamente: “Non fingere con me, pezzo di merda! In piedi!” Altri due agenti ci raggiunsero, mi tirarono per le braccia e mi gettarono da un lato; poi tutti e tre insieme cominciarono a prendermi a calci e pugni. Provavo un dolore insopportabile in tutto il corpo; caddi a terra, incapace di rialzarmi. Mi fissarono con sguardo omicida, scrutandomi come una tigre guarda la sua preda. Uno di loro latrò rivolto a me: “Come ti chiami? Da dove vieni? Perché eri in casa di quell’uomo? Se non parli, ti concerò per le feste!” Pregai Dio silenziosamente, chiedendoGli di proteggere il mio cuore affinché potessi restare quieto dinanzi a Lui, e di darmi fede e coraggio perché non mi lasciassi spaventare dalle minacce di quegli uomini. Vedendo che non parlavo, un agente dall’aspetto davvero crudele afferrò un manganello elettrico e lo agitò avanti e indietro davanti al mio viso, facendolo sfrigolare di proposito. Poi mi puntò un dito contro e disse minacciosamente: “Vuoi parlare o no? Se non lo fai, userò questo taser su di te fino a ucciderti”. Questo mi spaventò alquanto, e subito rivolsi a Dio una preghiera: “Oh, Dio! Ogni cosa è nelle Tue mani, inclusa questa banda di agenti malvagi. Comunque mi trattino, so che Tu lo autorizzi. Sono pronto a sottostare alle Tue direttive e alle Tue disposizioni. È solo che la mia levatura è troppo bassa e mi sento debole e atterrito. Ti prego di darmi fede e forza e di proteggermi, così che io non mi trasformi in un Giuda. Non farmi diventare uno spergiuro davanti a Satana”. Dopo aver pregato, un passo delle parole di Dio si affacciò alla mia mente: “Abbiamo in noi la vita risorta di Cristo. Innegabilmente manchiamo di fede alla presenza di Dio: se solo Dio infondesse in noi la fede autentica! Davvero dolce è la parola di Dio! La parola di Dio è una potente medicina! Svergogna i diavoli e Satana! Comprendere la parola di Dio ci dà sostegno. La Sua parola ha un’azione rapida nel salvare i nostri cuori! Dissipa tutto quanto e mette tutto in pace. La fede è come un ponte formato da un tronco di legno: coloro che si aggrappano alla vita in modo abietto avranno difficoltà ad attraversarlo, mentre coloro che sono pronti a sacrificare se stessi riusciranno ad attraversarlo con piede sicuro e senza preoccupazioni. Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi è perché Satana l’ha ingannato nel timore che attraversassimo il ponte della fede per entrare in Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). “È vero!” pensai. “Sono così spaventato perché sono caduto preda dell’inganno di Satana. A dispetto dell’aspetto feroce degli agenti, ogni cosa è nelle mani di Dio e Lui è il mio sostegno. Devo contare sulla mia fede e fare affidamento sulle parole di Dio per sconfiggere Satana!” Così tenni la bocca chiusa. Quando vide che non pronunciavo una sola parola, l’agente agitò il suo manganello verso di me e affondò il colpo. Chiusi gli occhi e strinsi i denti preparandomi al tormento di un dolore lancinante ma, con mia sorpresa, anche se i colpi di manganello furono molti, non sentii nulla. Tutti loro pensarono che fosse davvero strano e, sconcertati, dissero: “Come mai oggi quest’affare non funziona? Deve essere rotto: proviamone un altro”. Presero un altro taser da usare su di me, ma neanche quello funzionò. Nel profondo del cuore continuavo a gridare: “Oh, Dio, grazie! Hai ascoltato la mia preghiera e mi stai segretamente proteggendo. Sei così amorevole, così leale! Dio, qualunque tipo di crudele tortura dovrò affrontare in futuro, desidero fidarmi di Te con tutto me stesso. Sono determinato a rimanere saldo nel renderTi testimonianza!” Pur vedendo che il loro manganello non stava ottenendo alcun risultato con me, gli agenti non erano intenzionati ad arrendersi; allora mi misero manette e ceppi, mi trascinarono in un’auto della polizia e mi condussero in un edificio di due piani situato molto lontano dal villaggio.
Quando fummo dentro, un agente sorrise con freddezza e mi disse minacciosamente: “Come puoi vedere siamo nel bel mezzo del nulla, nessuno troverà mai questo posto. Ora che sei qui, se continuerai a non parlare per te sarà la fine. Ti seppelliremo qui, e nessuno lo saprà mai. Pensaci bene: se sei intelligente ci dirai ciò che abbiamo bisogno di sapere”. Al sentire quelle parole il cuore mi balzò in gola. Non riuscivo davvero a immaginare cosa mi avrebbe fatto quella ‘Polizia del Popolo’ che sembrava assetata di sangue e si comportava come una banda di criminali dei bassifondi. Nel profondo del mio cuore, mi rivolsi immediatamente a Dio, chiedendoGli di darmi la forza e la determinazione di resistere alla sofferenza, così che potessi sopportare la crudele tortura che mi aspettava. Vedendo che continuavo a rifiutarmi di parlare, due agenti si lanciarono con violenza su di me e mi strapparono via tutti i vestiti; poi mi fecero mettere in piedi da un lato. Uno di loro indicò il mio naso e mi schernì: “Guardati: sei davvero spudorato”. Un altro cominciò a rovistare tra i miei vestiti come un cane affamato in cerca di cibo. Trovò appena 30 yuan, poi girò la testa verso di me e sputò fuori queste parole: “Non sei che un povero bastardo!” mentre s’intascava il denaro. Questo mi riempì di odio e di rabbia. Pensai: “In che modo questi poliziotti starebbero ‘servendo il popolo’? Sono solo un branco di banditi e malviventi che opprimono il popolo e si approfittano delle persone comuni. Se oggi non lo avessi visto con i miei occhi, chissà per quanto tempo ancora avrei continuato a lasciarmi ingannare dalle menzogne del PCC!” Poi mi resi conto che dietro al mio arresto di quel giorno c’era la volontà di Dio; Dio non mi stava facendo soffrire di proposito, anzi: tutto stava accadendo perché io potessi vedere con chiarezza il lato malvagio del PCC. Dopo dieci minuti o giù di lì un altro agente, con un perfido sorriso stampato sul volto, venne dentro con due cavi elettrici; mi rivolse dei cenni minacciosi e disse: “Paura? Due anni fa c’era un altro criminale che non voleva parlare, ma non riusciva a sopportare la tortura per elettrocuzione. Finì col vuotare il sacco completamente. Sono sicuro che faremo aprire la bocca anche a te!” Vedendo che avevano intenzione di colpirmi con scariche elettriche, provai sia odio che paura. Se mi avessero torturato in quel modo abbastanza a lungo, sarei morto di sicuro. Rivolsi immediatamente una preghiera a Dio: “Dio, questi spietati agenti sono così violenti: ho paura che non riuscirò a superare anche questo. Ti prego di proteggermi e di darmi la forza affinché non diventi un Giuda e non Ti tradisca per via della debolezza della mia carne”. Dopo che ebbi pregato, Dio mi illuminò facendomi pensare a questo inno della Chiesa: “Potrò anche rompermi la testa e versare sangue, ma la tempra del popolo di Dio non può andare perduta. Il mio cuore ha accolto l’incarico di Dio; io decido di umiliare il diavolo Satana. Dolore e patimenti sono predestinati da Dio; io sopporterò le umiliazioni per esserGli fedele. Non indurrò mai più Dio a versare lacrime o a preoccuparSi” (“Desidero vedere il giorno della gloria di Dio” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). “È vero!” pensai. “Il popolo del Regno deve avere l’integrità e la forza d’animo che si addicono a chi appartiene al Regno: essere avidi di vita e temere la morte è da codardi. Satana pensa scioccamente di poter indurmi con la tortura a tradire Dio e così inficiare la mia possibilità di ottenere la salvezza. Non posso assolutamente consentire che il suo piano si realizzi, e non posso assolutamente permettere che il nome di Dio sia disonorato a causa mia”. Una volta che ebbi riflettuto su tutto questo, sentii dentro di me una scarica di energia e trovai il coraggio di affrontare la tortura.
Proprio mentre pensavo a tutto ciò, due agenti si mossero in fretta verso di me, mi costrinsero a giacere prono sul pavimento e poi premettero una sedia sopra di me. Altri due si aggiunsero, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra: ognuno dei due mi schiacciò una mano con un piede. Avevo la sensazione che le mie mani fossero state inchiodate al pavimento: non riuscivo minimamente a muovermi. Il poliziotto che aveva i cavi ne prese due dal quadro elettrico e ne collegò uno a un dito della mia mano sinistra e l’altro a un dito della mia mano destra; poi accese la corrente dal quadro. Una scarica di elettricità attraversò all’istante ogni mio nervo; mi provocò allo stesso tempo intorpidimento e dolore, e non potei trattenere gli spasmi in ogni parte del corpo. Era così doloroso da farmi urlare. Gli spietati poliziotti mi infilarono in bocca una ciabatta di gommapiuma. Mi somministrarono ripetute scariche elettriche, provocandomi così tanto dolore che mi ritrovai zuppo di sudore; molto presto si infradiciarono anche i miei vestiti, come se fossi stato immerso nell’acqua. Mentre si occupava delle scariche elettriche, l’agente continuava a gridarmi: “Hai intenzione di parlare o cosa? Ti folgorerò se non lo fai! Ecco cosa si ottiene quando ci si rifiuta di parlare!” Serrai forte i denti e mi costrinsi a sopportare il dolore senza emettere suono. Quando lo videro, gli agenti cominciarono a protrarre la durata delle scariche elettriche. Alla fine sentii di non farcela più: volevo solo morire. Utilizzai fino all’ultimo briciolo di forza che avevo in corpo per spingere via i due agenti che premevano la sedia sopra di me e poi sbattei con violenza la testa contro il pavimento. Ma, stranamente, quel duro pavimento di cemento tutt’a un tratto sembrava morbido come cotone e, per quanto forte lo colpissi con la testa, non sentivo nulla. Proprio allora, d’improvviso mi vennero in mente con chiarezza un paio di versi delle parole di Dio che erano spesso emersi in precedenza durante la condivisione: “La sofferenza di alcune persone raggiunge un livello estremo e i loro pensieri si rivolgono alla morte. Questo non è vero amore per Dio; questa gente è vigliacca, non ha la perseveranza, è debole e incapace!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’amabilità di Dio”). “Sebbene la vostra carne soffra, avete la parola di Dio e la Sua benedizione. Non puoi morire nemmeno se lo volessi: puoi forse rassegnarti al fatto di non conoscere Dio e di non ottenere la verità se muori?” (“Come conoscere la natura umana” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio furono un dolce promemoria per me: volevo morire perché ero incapace di sopportare la sofferenza, e questo non sarebbe stato rendere testimonianza a Dio, bensì disonorarLo e tradirLo. Sarebbe stato codardo, vile, e non avrebbe affatto gettato Satana nella vergogna. L’illuminazione di Dio mi consentì di rendermi conto che se il pavimento d’un tratto sembrava morbido era perché Dio mi stava silenziosamente fermando, mi stava proteggendo, e mi stava impedendo di morire, nella speranza che io restassi saldo nel rendere testimonianza in quella terribile situazione, e così facendo gettassi vergogna su Satana e glorificassi Dio. Vedere l’amore e la protezione di Dio mi fu di enorme ispirazione, e dentro di me presi una decisione: “Non importa come questi malvagi poliziotti mi tortureranno, io andrò avanti e, anche se mi rimanesse un solo, ultimo respiro, ne farò buon uso, renderò testimonianza a Dio e non Lo deluderò nella maniera più assoluta”. Un’ondata di forza sorse in tutto il mio corpo: strinsi i denti e mi preparai a ricevere una ancor più brutale tortura per elettrocuzione.
Vedendo che continuavo a non cedere, gli agenti si arrabbiarono tanto che si gonfiarono loro le vene. Avevano sguardi spietati, digrignavano i denti e stringevano i pugni: sembrava che avessero una gran voglia di divorarmi. Uno di loro, profondamente esasperato, si avventò su di me, afferrò una ciocca dei miei capelli e mi strattonò la testa con violenza, si chinò sul mio viso e mi gridò con espressione diabolica: “Pezzo di merda, vuoi parlare o no? Se non lo fai, ti scuoierò e ti lascerò in fin di vita. Ecco cosa si ottiene quando ci si rifiuta di parlare!” Poi mi lasciò andare i capelli e gridò come un forsennato a un altro malvagio poliziotto: “Somministrategli una scarica elettrica a voltaggio letale!” Incapace di resistere a un voltaggio più alto, persi i sensi. Mi schizzarono addosso acqua fredda per farmi rinvenire, poi continuarono a torturarmi. Dopo diverse altre scosse provavo un dolore insopportabile in tutto il corpo. Davvero non ce la facevo più, sentivo di poter morire da un momento all’altro. In quel momento di crisi, Dio mi fece pensare a questo inno della Chiesa: “Nelle avversità, la guida delle parole di Dio rafforza il mio cuore; non posso fermarmi e guardare indietro. È così raro essere capaci di accettare l’addestramento del Regno e io non posso assolutamente perdere l’occasione di essere perfezionato. Se deludessi Dio me ne pentirei per il resto della mia vita. Se Gli voltassi le spalle, sarei condannato dalla storia. […] Il mio cuore tiene soltanto alla verità ed è devoto a Dio, non mi ribellerò mai più e mai più arrecherò dolore a Dio. Sono deciso ad amare Dio e restarGli totalmente devoto e niente e nessuno possono impedirmelo. E rimarrò saldo nella testimonianza per glorificare Dio, non importa quanto dure saranno le prove e le tribolazioni. Vivrò una vita piena di significato ottenendo la verità e il perfezionamento di Dio” (“Deciso a rimanere totalmente devoto a Dio” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Pensai anche a queste parole di Dio: “Finché ti resterà anche solo un respiro, Dio non ti lascerà morire” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Guidato dalle parole di Dio, il mio cuore indebolito ritrovò le forze ancora una volta. Pensai tra me e me: “Non importa quanto selvaggi siate, branco di demoni: potete soltanto torturare la mia carne e rendere la mia vita peggiore della morte, ma non potrete mai e poi mai cambiare il mio desiderio di seguire Dio. Più mi tormentate, più chiaramente distinguo i vostri volti malvagi, e più salda si fa la mia determinazione a seguire Dio. Non osate neppure pensare di poter indurmi a vendere uno solo dei miei fratelli o delle mie sorelle: stavolta ho intenzione di soddisfare Dio, anche se comportasse dover morire oggi!” Una volta determinato a sacrificare la mia vita, ancora una volta vidi con i miei occhi l’onnipotenza di Dio insieme alla Sua misericordia e alla Sua cura nei miei confronti. Mi somministrarono l’elettricità molte altre volte; quando videro che violenti spasmi mi aggredivano tutto il corpo, non osarono continuare, per timore che morissi e la responsabilità ricadesse su di loro. Ma ancora non avevano intenzione di arrendersi: mi sollevarono di nuovo da terra, torcendomi con violenza le braccia dietro la schiena e legandole strette con una corda, così strette che i polsi furono assaliti dal dolore e ben presto le mani si fecero fredde e gonfie: si intorpidirono a tal punto che persero totalmente sensibilità. Quegli spietati poliziotti volevano appendermi per torturarmi ancora, ma ogni volta che tiravano la corda quella si scioglieva. Ci provarono molte volte, senza mai riuscirci. Dissero perplessi: “Che sta succedendo oggi? La corda è così difficile da maneggiare: è veramente strano! Forse è un segno che non dovremmo fare fuori questo tizio?” Un altro rispose: “Lascia stare! Per oggi può bastare. Si sta facendo tardi”. Il feroce agente che voleva legarmi appeso non poté fare altro che lasciar perdere; puntando il dito contro di me, disse minacciosamente: “Oggi sei stato davvero fortunato, ma aspetta di vedere cos’ho in serbo per te domani!” Sapevo che Dio mi aveva protetto ancora una volta, e Gli resi silenziosamente grazie più e più volte. Proprio allora, queste Sue parole si affacciarono alla mia mente: “L’universo e tutte le cose sono nelle Mie mani. Se lo dico, così sarà. Se lo stabilisco, così dovrà essere. Satana è sotto i Miei piedi; è nel pozzo senza fondo!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 15”). “Io sono il tuo sostegno, e tu devi avere lo spirito del figlio maschio! Satana sferra colpi agonizzante, ma non riuscirà ugualmente a sfuggire al Mio giudizio. Satana è sotto i Miei piedi e viene calpestato anche dai vostri. È un dato di fatto!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 17”). Quel giorno, vidi con i miei stessi occhi la portentosa protezione che Dio esercitava su di me, e feci esperienza in prima persona del fatto che davvero Dio è onnipotente ed è sovrano di tutte le cose, che veramente tutto in cielo e in terra è nelle Sue mani, e che tutte le cose, viventi e non, sono interamente sotto il Suo controllo. Vidi che quei malvagi agenti di polizia erano particolarmente sottomessi alle disposizioni di Dio e che, nonostante esternamente potessero sembrare selvaggi, non sarebbero stati in grado di torcermi un capello a meno che Dio non l’avesse permesso. Fintanto che avessi avuto fede in Dio e fossi stato pronto a rinunciare alla vita per soddisfarLo e restare saldo nel renderGli testimonianza, quei demoni sarebbero stati di certo disonorati e sconfitti. Quella era la materializzazione dell’onnipotenza di Dio e il Suo trionfo totale!
Gli agenti mi torturarono in quel piccolo edificio a due piani ininterrottamente dalle 2 alle 6 del pomeriggio, prima di riportarmi alla stazione di polizia. Una volta tornati lì, mi rinchiusero in una gabbia di ferro senza darmi nulla da mangiare e da bere. Infreddolito, affamato e fiaccato nel corpo, mi appoggiai contro le sbarre della gabbia e riandai col pensiero a tutto quello che era accaduto quel giorno. Mi vennero in mente alcune parole di Dio: “Che banda di farabutti[1]! Scendono nel regno dei mortali per dedicarsi ai piaceri e sollevare disordini, gettando tanto scompiglio da rendere il mondo un luogo incostante e volubile e riempire il cuore dell’uomo di panico e disagio, e hanno giocato con l’uomo a tal punto che il suo aspetto è diventato quello di un disumano animale dei campi, di una bruttezza estrema, in cui si è persa ogni traccia del sant’uomo originale. E poi aspirano persino ad assumere il potere sovrano sulla terra. Impediscono lo svolgersi dell’opera di Dio a tal punto che può a stento avanzare, e isolano l’uomo, come tra pareti di rame e di acciaio. Dopo aver commesso tanti gravi peccati e causato così numerosi disastri, si aspettano ancora qualcosa di diverso dal castigo?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (7)”). Confrontando le parole di Dio con i fatti, finalmente mi resi conto chiaramente che gli agenti di polizia per cui in passato avevo nutrito ammirazione erano davvero incredibilmente selvaggi e violenti. Hanno un’aspetto molto dignitoso e non fanno altro che riempirsi la bocca di parole come dovere e integrità, assumendo un’espressione benevola da ‘servitori del popolo’, ma in realtà sono un branco di bestie feroci e spietate, demoni in grado di uccidere qualcuno senza battere ciglio. Cosa c’era di sbagliato nel mio avere fede? Cosa c’era di sbagliato nel mio adorare Dio? Quegli agenti malvagi mi vedevano come un mortale nemico e mi trattavano con una brutalità talmente disumana da spingermi sull’orlo della morte. Come può un uomo essere capace di simili atrocità? Non sono cose che solo un demone potrebbe fare? Solo allora mi resi conto che quegli agenti di polizia apparivano umani esteriormente, ma interiormente la loro essenza era quella di demoni e spiriti malvagi che disprezzano la verità e Dio, e che sono i nemici naturali di Dio. Sono venuti al mondo espressamente come spettri viventi per nuocere alle persone e divorarle. Ero colmo di odio nei loro confronti, ma allo stesso tempo arrivai ad avere una profonda percezione della gentilezza e dell’amabilità di Dio. Nonostante fossi caduto nella tana di un diavolo, Dio era sempre al mio fianco e mi proteggeva silenziosamente, infondendomi coraggio e conforto con le Sue parole, e donandomi fede e forza in modo che potessi resistere, volta dopo volta, alla tortura e alle violenze di quei demoni. Anche nelle molte occasioni in cui mi ritrovai in fin di vita, Dio mi protesse con il Suo grande potere, salvandomi dalla fine. L’amore di Dio nei miei confronti è così reale! Esortai me stesso in silenzio: “Non importa in che modo questi demoni mi tortureranno in futuro: resterò saldo nella testimonianza e soddisferò Dio”. L’illuminazione e la guida delle parole di Dio diedero conforto al mio cuore e il mio dolore fisico fu ridotto notevolmente. Accompagnato dall’amore di Dio, superai quella lunga notte.
Il giorno seguente, due degli agenti vennero a mettersi in piedi davanti alla mia gabbia dopo aver finito di fare colazione. Uno di loro sorrise subdolamente e disse: “Come te la passi? Hai avuto un po’ di tempo per riflettere la scorsa notte? Allora, hai intenzione di parlare o no?” Gli lanciai un’occhiata ma non risposi. Vedendo ciò, lui subito cambiò registro: infilò una mano nella gabbia, mi afferrò una ciocca di capelli e mi tirò fino a che fummo faccia a faccia. A quel punto mi provocò una bruciatura sul naso con la punta della sua sigaretta e, con sguardo selvaggio, mi disse: “Te lo assicuro, molti criminali passano di qui e neppure i più restii a parlare riescono a sfuggire alla mia presa. Anche se non morirai qui, intendo comunque scuoiarti vivo!” Non molto tempo dopo arrivarono altri due agenti, che aprirono la gabbia e mi trascinarono fuori. Ormai mi sentivo le gambe deboli, come fossero di gomma, e non riuscivo a stare in piedi. Crollai sul pavimento. Uno degli agenti pensò che stessi simulando, così venne verso di me e mi diede diversi calci molto violenti, urlando: “Hai intenzione di fingerti morto con me?” Altri due agenti mi tirarono su e agitarono i pugni verso di me, colpendomi il viso e la parte superiore del corpo. Dopo aver continuato così per un po’, videro che il mio corpo era cedevole quanto un cadavere; sanguinavo dal naso e dalla bocca e le percosse avevano ridotto il mio volto a una poltiglia sanguinolenta e inerte. Uno di loro disse: “Non importa, smettiamola. Non dà l’idea di poter resistere ancora per molto, e se muore per mano nostra ci causerà un mucchio di problemi”. Solo allora interruppero le loro violente aggressioni e mi spinsero da un lato. Potevo sentirli bisbigliare tra loro, e uno disse: “In tutto il tempo che ho passato nella polizia non ho mai visto nessuno tosto come lui. Si è rifiutato di dire anche una sola parola per tutto il tempo: davvero notevole!” Avevo la sensazione di poter udire Satana mettere fuori la testa e sospirare sconsolato alle loro parole; potevo vederlo fuggire in preda al panico di fronte al fallimento. Riuscivo a vedere anche Dio sorridere per aver ottenuto la gloria, e provai una gioia indescrivibile. In silenzio resi grazie a Dio e, nel profondo del mio cuore, non potei non cantare un inno della Chiesa, Il Regno: “Egli è il mio sostegno, che timore c’è? Offro la mia vita per combattere Satana. Dio ci eleva, lasciamo tutto alle spalle e lottiamo per render testimonianza a Cristo. Dio compirà la Sua volontà su tutta la terra. Preparerò il mio amore e la mia lealtà e li donerò a Dio. Accoglierò con gioia il ritorno di Dio quando discenderà nella gloria, Lo incontrerò di nuovo quando si realizzerà il Regno di Cristo. […] Dalle avversità giungono molti soldati vittoriosi: noi lo siamo con Dio e diventiamo i Suoi testimoni. Il giorno in cui Dio otterrà la gloria, essa giungerà con forza irresistibile. Tutti affluiscono a questa montagna, camminando nella luce di Dio. L’incomparabile splendore del Regno deve manifestarsi in tutto il mondo” (“Il Regno” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Più cantavo e più acquistavo energie. Sentivo che, nel seguire Dio, poter fare esperienza di quel tipo di oppressione e avversità fosse un vero onore per me. La mia fede crebbe esponenzialmente, e giurai di dare battaglia a Satana fino alla fine. Ecco come riuscii a sopravvivere per un altro giorno.
Un ufficiale di polizia venne attorno alle 9 di mattina del terzo giorno. Nel momento in cui entrò si presentò a me e disse di essere il capo della polizia di quella stazione. Rimase in piedi davanti a me e mi disse con gentilezza simulata: “Hai veramente sofferto. Negli ultimi due giorni sono stato nella prigione di contea per delle riunioni; sono appena tornato e ho saputo quello che ti è successo. Li ho rimproverati duramente: come hanno potuto picchiare qualcuno così arbitrariamente senza prima valutare la situazione? È stato davvero riprovevole”. Non potei che sentirmi confuso, di fronte a quella ‘gentilezza’ inaspettata da parte di un malvagio ufficiale di polizia, ma proprio in quel momento alcune parole di Dio mi fecero da promemoria: “In ogni momento, il Mio popolo dovrebbe restare in guardia contro le scaltre macchinazioni di Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 3”). Mi resi conto che quello era un trucco di Satana: quando vede che il bastone non sta funzionando, prova con la carota, nel tentativo di indurmi a tradire Dio e vendere la Chiesa. Il mio animo si rischiarò e provai una sensazione di profonda fiducia. Pensai: “La saggezza di Dio viene esercitata sulla base dei raggiri di Satana. Perciò non importa quanto furbo e astuto tu sia, vecchio diavolo: io ho le parole di Dio a guidarmi. Sei un illuso se credi che i tuoi trucchi avranno successo!” Non importa quante ‘belle parole’ Satana abbia detto per allettarmi: non lo degnerei della minima considerazione. E lui, vedendo che ogni suo tentativo era infruttuoso, alla fine non ha potuto far altro che andarsene. Dopodiché, vennero altri due agenti e si rivolsero a me gridando furiosamente: “Tu aspetta, stronzetto. Se non parli non uscirai mai di qui! Possiamo farti condannare anche in assenza di qualsiasi prova. Aspetta e vedrai!” Mi sentivo molto calmo di fronte alle loro minacce, e pensai tra me e me: “Io ho fede nel fatto che tutto sia nelle mani di Dio, così come lo è che io riceva una condanna oppure no. Non sono questi demoni ma Dio ad avere l’ultima parola. Non importa quel che accadrà: io ho fede nel fatto che ci sia un significato in tutto ciò che Dio fa e sono pronto a obbedire fino alla fine”.
La polizia non aveva alcuna prova per condannarmi, eppure non volevano lo stesso lasciarmi andare. Mi avevano negato acqua e cibo per molti giorni consecutivi. Quella sera ero così affamato da non avere più un briciolo di forza in corpo, e mi domandai se, perdurando quella situazione, non avrei finito col morire di fame. Proprio in quel momento pensai: “Il destino delle persone è nelle mani di Dio; per cui, se Dio non vuole che una persona muoia, allora non accadrà. Tutto ciò che devo fare è sottostare alle disposizioni e alle direttive di Dio”. Non molto tempo dopo, la polizia condusse dentro sei persone che erano state colte a giocare d’azzardo. I sei chiesero agli agenti di comprar loro all’incirca una libbra di ravioli, ma gli agenti ne riportarono sette libbre o giù di lì. Alla fine i sei pagarono una multa e vennero subito rilasciati; appena prima che se ne andassero, mi diedero gli avanzi dei loro ravioli all’insaputa dei poliziotti. Ancora una volta vidi come tutte le persone, gli avvenimenti e le cose siano nelle mani di Dio. I miei occhi si riempirono di lacrime: provavo una commozione che non saprei descrivere. Sentivo solamente quanto amorevole e meraviglioso fosse Dio! Anche se ero caduto nella tana dei demoni, Dio era rimasto al mio fianco per tutto il tempo, assistendomi e vegliando su di me, agendo come mia forza vitale interiore, sostenendomi perché potessi resistere alla tentazione di Satana ancora e ancora. Egli mostrò anche compassione nei confronti della mia debolezza, aiutandomi a superare quelle difficoltà. Dio è così concreto, e il Suo amore così reale!
Dopo sei giorni, i poliziotti non erano ancora in grado di trovare alcuna prova per incriminarmi, così finirono col multarmi per un ammontare di 200 yuan e mi lasciarono andare. Ero profondamente consapevole che Dio aveva il controllo di tutto ciò e che sapeva per certo quanta sofferenza io debba sopportare e quante strade io debba percorrere: Dio non permetterebbe che io soffrissi un solo giorno più del necessario. Sapevo che i poliziotti non avevano intenzione di rilasciarmi quel giorno, in quanto, a causa della loro natura malvagia e diabolica, non mi avrebbero mai lasciato andare con tanta facilità. Ma Dio non aveva permesso che mi trattenessero oltre, e così non avevano avuto alcuna voce in capitolo. Questo mi permise inoltre di rendermi conto che Satana e i suoi demoni sono al servizio di Dio mentre Egli perfeziona i Suoi prescelti e, per quanto essi possano apparire feroci, è Dio il sovrano di tutte le cose. Fintanto che ci affidiamo veramente a Dio e ci sottomettiamo a Lui, Egli ci proteggerà, in modo che possiamo sconfiggere tutte le forze demoniache e venir fuori sani e salvi dai pericoli.
Fui torturato per sei giorni interi alla stazione di polizia, e la straordinaria esperienza di quei sei giorni mi aiutò a vedere davvero lo spregevole volto del governo del PCC e la sua natura e la sua essenza malvagie e reazionarie. Constatai che il PCC è un demone, nemico di Dio, composto da una banda di criminali. Quel che mi accadde mi permise inoltre di comprendere l’onnipotenza, la sovranità, la magnificenza e la saggezza di Dio, e di fare esperienza in prima persona del Suo amore e della Sua salvezza; arrivai a capire che Dio è un Dio onnipotente, leale, grande e amorevole, e che Egli è l’Unico eternamente degno della fiducia e dell’adorazione dell’umanità. E, ancor di più, che Egli è degno dell’amore dell’umanità. Quell’esperienza divenne un punto di svolta nel mio cammino di fede, perché senza di essa non avrei mai sviluppato puro odio verso Satana, né avrei ottenuto vera comprensione di Dio. In quel caso la mia fede in Dio sarebbe stata davvero vuota e io non sarei stato in grado di ottenere la piena salvezza. Solo attraverso quella persecuzione e quell’oppressione brutali per mano del PCC arrivai a conoscere cosa siano Satana e i suoi demoni, cosa sia l’inferno in terra, e cosa siano le forze oscure e malvagie. E solamente attraverso quell’esperienza potei percepire quale smisurata grazia e compassione Dio stesse mostrandomi facendo sì che io, nato in Cina, in un Paese così oscuro, lurido e malvagio, potessi sfuggire alle grinfie di Satana e arrivare a percorrere il cammino della fede e cercare la luce nella vita! Vidi anche con i miei occhi l’onnipotenza e la sovranità di Dio e feci esperienza dell’autorità e del potere delle Sue parole. Le Sue parole possono davvero diventare la vita di una persona, e possono salvare la gente dall’influenza di Satana e aiutarla a sconfiggere la morsa della morte. Inoltre sperimentai genuinamente che solo Dio è capace di vero amore verso le persone, della loro vera salvezza, mentre tutto ciò che Satana e i suoi demoni sanno fare è tradirle, danneggiarle e divorarle. Rendo grazie a Dio per esserSi servito dell’oppressione del PCC per permettermi di discernere tra cosa è giusto e cos’è sbagliato, di distinguere con chiarezza il bene dal male. D’ora in avanti, desidero cercare di capire e ottenere ancor più verità per arrivare così a possedere vera conoscenza di Dio, e desidero diffondere attivamente il Vangelo di Dio e rendere testimonianza al Suo nome affinché anche altre persone possano venire dinanzi a Dio e adorarLo!
Note a piè di pagina:
1. “Farabutti” è sinonimo di “delinquenti”.
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