Le conseguenze del fidarsi ciecamente di qualcuno

26 Dicembre 2022

Nel novembre del 2020, alcuni fratelli hanno accusato la mia collaboratrice, sorella Wang, di non svolgere lavoro pratico e di essere una falsa leader. Il nostro superiore ha verificato, ha confermato che era vero e l’ha sostituita. In seguito, mi ha chiesto: “Eri la sua collaboratrice. Sapevi che sorella Wang non svolgeva lavoro pratico?” Ho esitato e non sono riuscita a fornire una spiegazione, così lui mi ha trattata per essermi concentrata solo sul mio lavoro nel mio dovere, trascurando il resto, e per essere stata egoista, spregevole e irresponsabile. In seguito, altri hanno dichiarato che proteggevo e coprivo sorella Wang. In un simile ambiente, sapevo che c’erano degli insegnamenti da trarre, così ho iniziato a riflettere su me stessa. Prima che sorella Wang fosse rimossa, avevo ricevuto un rapporto che la accusava. La lettera, scritta dai lavoratori del Vangelo, riferiva che non svolgeva lavoro pratico, non condivideva la verità per risolvere le difficoltà dei lavoratori del Vangelo, limitandosi a informarsi sull’andamento del lavoro. Inoltre, raramente chiedeva dello stato dei fratelli e delle sorelle che svolgevano i loro doveri e, quando lo faceva, era per pura formalità. Nelle riunioni, quando i fratelli le facevano una domanda, diceva solo qualche parola di circostanza e se ne andava, senza risolvere i problemi reali… Allora, non lo ritenevo vero. Come poteva sorella Wang non svolgere lavoro pratico? Non era responsabile solo del lavoro del Vangelo, ma anche della produzione video. Ho pensato che fosse impegnata a seguire la produzione video, e che non avesse tempo per risolvere i problemi dei fratelli addetti all’evangelizzazione. Sorella Wang era responsabile di molti aspetti del lavoro, quindi mi sembrava normale che non riuscisse a gestire bene tutto. Ogni volta che il nostro superiore si informava sul lavoro, lei rispondeva con scioltezza. Come avrebbe potuto padroneggiare quelle situazioni se non avesse svolto lavoro pratico? Forse non l’avevano trattata correttamente e non avevano considerato le sue difficoltà… Inoltre, non era sovrumana. Non poteva riuscire bene in tutto. Non potevano incolpare lei di ogni cosa. Alla luce di questo, non ho preso seriamente la segnalazione. Ho solo riportato la situazione al supervisore del Vangelo, che poi mi ha detto che il contenuto della lettera era in sostanza vero, ma non l’ho comunque presa sul serio. Ritenevo che non ci fossero leader o lavoratori senza deviazioni o carenze nel loro lavoro. Non era un problema così grave, quindi non c’era bisogno di trattarlo come tale, e ho lasciato correre. Ripensarci ora mi spaventa. Dopo aver ricevuto il rapporto, perché non ho indagato e verificato in dettaglio? Non ho discusso con i miei collaboratori su come gestirlo, né l’ho detto al mio superiore. Ho accantonato la lettera in silenzio. Non stavo in effetti coprendo sorella Wang? Più ci pensavo, più mi rattristavo. Mi sono anche chiesta: perché ho agito senza principi? In una questione così seria come la denuncia di una falsa leader da parte dei fratelli, come ho potuto lasciar correre così facilmente? Perché ero così sicura che sorella Wang sapesse svolgere lavoro pratico? Su quali basi lo affermavo?

In seguito, dopo aver letto un passo delle parole di Dio, ho capito meglio la questione. “Come si può giudicare se un leader stia facendo fronte alle sue responsabilità, se sia un falso leader? È fondamentale esaminare se sia in grado di svolgere un lavoro reale, se possieda o no questa levatura. In secondo luogo, devi esaminare se effettivamente svolga un lavoro reale. Ignora le parole che dice e il tipo di comprensione della verità che ha; quando svolge un lavoro superficiale, non concentrarti sul fatto che possieda levatura, che sia intelligente e di talento, che svolga bene un lavoro o meno: queste cose non sono importanti. Ciò che è cruciale è se sia o no in grado di svolgere correttamente i lavori più importanti della chiesa, se sia capace di risolvere i problemi usando la verità, se sappia condurre le persone nella realtà della verità. Questo è il lavoro più importante ed essenziale. Se non è in grado di svolgere questo lavoro reale, allora, per quanto buona sia la sua levatura, per quanto sia talentuoso, capace di sopportare le difficoltà e di pagare un prezzo, è comunque un falso leader. Alcuni dicono: ‘Dimentica il fatto che non abbia svolto alcun lavoro reale. Possiede buona levatura e capacità. Formalo per un po’ e sarà senz’altro in grado di svolgere un lavoro reale. Inoltre, non ha fatto nulla di male, non ha commesso alcun male né ha causato ostacoli o interferenze: come puoi affermare che sia un falso leader?’ Come si spiega questo? Dimentica il tuo talento, la tua levatura e il tuo grado di istruzione; ciò che conta è se esegui o no un lavoro reale e se fai fronte o no alle tue responsabilità di leader. Da quando sei leader, hai partecipato a ogni lavoro specifico nell’ambito delle tue responsabilità? Quanti problemi emersi durante il lavoro hai risolto efficacemente? Quante persone, grazie al tuo lavoro, alla tua guida, alle tue direttive, sono giunte a capire i principi della verità, quanto del lavoro della chiesa è stato fatto progredire e avanzare? Ecco che cosa conta. Dimentica quanti mantra sai ripetere, di quante parole e dottrine sei diventato esperto, dimentica quante ore trascorri a faticare ogni giorno, quanto sei sfinito, dimentica quanto tempo hai trascorso in strada, quante chiese hai visitato, quanti rischi hai corso, quanto hai sofferto: dimentica tutto questo. Guarda solo a quanto è stato efficace il lavoro nell’ambito delle tue responsabilità, se ha ottenuto qualche risultato, quante delle disposizioni della casa di Dio e degli obiettivi che dovresti realizzare hai raggiunto, quanti ne hai portati a compimento, quanto bene lo hai fatto, quanto bene siano stati portati avanti, quante questioni relative a problemi di sviste, deviazioni o violazioni di principio manifestatesi nel lavoro hai risolto, corretto, compensato, e quanti problemi relativi alle risorse umane, all’amministrazione o a vari compiti specialistici hai contribuito a risolvere, e se li hai risolti secondo i principi e i requisiti della casa di Dio, e così via: questi sono i criteri con cui valutare se un leader o un lavoratore stia o no facendo fronte alle sue responsabilità(La Parola, Vol. 4: Responsabilità di leader e lavoratori). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho capito che, per valutare se un leader sia qualificato, il principio più importante è se sappia svolgere lavoro pratico, se effettivamente lo svolga, se con il suo lavoro possa fornire alle persone un percorso, e se sappia risolvere i problemi pratici degli altri nel loro ingresso nella vita e nei loro doveri. Se non è in grado di fare questo, qualunque levatura o dono possegga o per quanto bene parli, è un falso leader e deve essere destituito. Guardando sorella Wang, anche se in passato ha svolto del lavoro pratico, dopo l’aumento del carico di lavoro, ha iniziato ad assecondare la carne e a bramare le comodità. Non ha mai guidato veramente il lavoro di fratelli e sorelle e, anche se a volte si informava sul lavoro, lo faceva per pura formalità. Non si concentrava sul rilevare i problemi, limitandosi a chiedere dell’andamento del lavoro; così, quando emergevano problemi e deviazioni nel lavoro dei fratelli e delle sorelle, non se ne rendeva conto. Quando erano in difficoltà o negativi nei loro doveri, raramente offriva aiuto o comunione, cosa che influiva direttamente sul progresso del lavoro del Vangelo. Quando alcuni fratelli e sorelle rivelavano un’indole corrotta e le chiedevano aiuto, le sue risposte erano sommarie, non se ne curava e non cercava di risolvere i loro problemi, e loro non hanno mai guadagnato nulla da lei. A giudicare dal suo comportamento, sorella Wang voleva fare solo ciò che le facesse fare buona impressione. Quando invece doveva soffrire, pagare un prezzo e risolvere problemi reali, si tirava indietro. Davvero non svolgeva lavoro pratico. L’ho giudicata in base alle mie precedenti valutazioni e impressioni su di lei. Vivevo secondo nozioni e fantasie. Ero così sciocca.

In seguito, ho riflettuto su me stessa, e mi sono chiesta perché credessi così tanto in me stessa e in sorella Wang. Qual era la radice di questo problema? Ho letto un passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “I falsi leader non controllano i supervisori che non stanno svolgendo lavoro reale o che stanno trascurando le loro responsabilità. Pensano di dover limitarsi a scegliere un supervisore e che così tutto andrà bene; in seguito, il supervisore si occuperà di tutte le questioni di lavoro, mentre a loro basterà tenere un’assemblea ogni tanto, non avranno bisogno di monitorare il lavoro o di informarsi su come proceda, possono starsene con le mani in mano. Se qualcuno riferisce un problema riguardante un supervisore, il falso leader risponderà: ‘Va bene così, è un problema di secondaria importanza. Puoi gestirlo da solo. Non chiedere a me’. La persona che riferisce il problema dice: ‘Quel supervisore è pigro e ingordo. Non fa altro che mangiare e divertirsi, è un completo nullafacente. Non vuole sopportare nemmeno una minima difficoltà nel suo dovere, e trova sempre il modo di ingannare e accampare scuse per evitare il suo lavoro e le sue responsabilità. Non è qualificato per essere un supervisore’. Il falso leader risponderà: ‘Era adeguato quando è stato scelto come supervisore. Quello che stai dicendo non è vero e, se anche lo fosse, è solo una manifestazione temporanea’. Il falso leader non cerca di approfondire in merito alla situazione del supervisore, anzi, giudica e determina la questione in base alle sue passate impressioni su quella persona. Indipendentemente da chi riferisca i problemi manifestati dal supervisore, il falso leader lo ignora. Il supervisore non è all’altezza della situazione, non è abbastanza competente per ultimare il lavoro e sta già per rovinare tutto, ma al falso leader non importa. È già abbastanza grave che, quando qualcuno segnala i problemi del supervisore, il falso leader chiuda un occhio. Ma qual è la cosa più spregevole di tutte? Quando qualcuno gli segnala problemi davvero gravi che il supervisore sta incontrando e il falso leader non cerca di risolverli, anzi, accampa scuse di ogni tipo: ‘Conosco quel supervisore, crede veramente in Dio, non potrebbe mai avere problemi. Anche se ne avesse, Dio lo proteggerebbe e lo disciplinerebbe. Se commette qualche errore, è una questione tra lui e Dio, noi non dobbiamo preoccuparci’. È così che lavorano i falsi leader: secondo le loro nozioni e fantasie. Fingono di capire la verità e di avere fede, con il risultato di rovinare il lavoro della chiesa, o addirittura di bloccarlo, mentre fanno finta di niente. Non sono forse dei semplici passacarte? I falsi leader sono incapaci di svolgere un lavoro reale, nonché di affrontare con serietà il lavoro dei capigruppo e dei supervisori. La loro visione delle persone si basa solo sulle loro impressioni e fantasie. Vedono una persona cavarsela bene per un certo periodo di tempo e credono che lo farà per sempre, che non cambierà; non credono a chi dice che quella persona ha un problema, e quando qualcuno fa notare qualcosa su di lei, lo ignorano. […] Costoro sono troppo arroganti, giusto? Quello che pensano è: ‘Non mi sono sbagliato quando ho inquadrato questa persona. Niente può andare storto; sicuramente non è uno che ama perdere tempo, a cui piace divertirsi e che odia il lavoro duro. È del tutto affidabile e degno di fiducia. Non cambierà; se lo facesse, significherebbe che mi sono sbagliato su di lui, non è così?’ Che tipo di logica è questa? Sei una specie di esperto? Hai la vista a raggi X? È questa la tua peculiare abilità? Potresti vivere fianco a fianco con questa persona per uno o due anni, ma saresti in grado di distinguerla per chi è veramente senza un ambiente in grado di mettere a nudo la sua natura ed essenza? Se non venisse smascherata da Dio, potresti vivere fianco a fianco con lei per tre anni, o addirittura cinque, e faresti ancora fatica a vedere che tipo di natura ed essenza possegga. E quanto più questo è vero quando la vedi raramente, quando non trascorri molto tempo con lei? Con leggerezza, ti fidi di simili persone sulla base di un’impressione fugace o della valutazione positiva di qualcun altro, e osi affidare loro il lavoro della chiesa. Così facendo, non ti mostri forse estremamente cieco? Non sei impulsivo? E, quando lavorano in questo modo, i falsi leader non sono forse estremamente irresponsabili?(La Parola, Vol. 4: Responsabilità di leader e lavoratori). Dalla parola di Dio, ho visto che i falsi leader spesso giudicano le persone sulla base delle proprie nozioni e fantasie. Si fidano delle persone solo in base al loro comportamento temporaneo, per poi consegnare loro completamente il lavoro della chiesa e iniziare a disinteressarsi, e nel mentre non cercano mai i principi della verità né ascoltano chi segnala un problema. Credono solo in se stessi e si aggrappano alle proprie opinioni. Sono estremamente arroganti e del tutto irresponsabili. Il mio comportamento non era identico a quello rivelato da Dio? Poiché sorella Wang, pur essendo responsabile di molti compiti e molto impegnata ogni giorno, riusciva a rispondere con scioltezza quando il nostro superiore le chiedeva del lavoro, ho stabilito che stesse svolgendo lavoro pratico. Quando i fratelli e le sorelle l’hanno segnalata, non ho preso la cosa seriamente. Mi sembrava che fossero troppo esigenti e la incolpassero di tutto. In seguito, ho saputo che sorella Wang dava effettivamente segno di non svolgere lavoro pratico, ma ho pensato: “Nessuno è perfetto, quindi ci devono essere buone ragioni per cui alcuni lavori non sono stati svolti bene, non è grave”. A causa della mia arroganza, della mia presunzione e della mia fiducia in me stessa, il problema di sorella Wang è rimasto irrisolto per molto tempo, e questo ha ostacolato il lavoro della chiesa e danneggiato l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. Leggere che Dio rivela che i falsi leader sono presuntuosi e giudicano gli altri in base alle proprie nozioni mi ha spezzato il cuore. Ero davvero troppo presuntuosa. Non avevo la realtà della verità, non sapevo discernere le persone e, inoltre, non ero in grado di vedere la loro essenza. Per di più, non ho mai supervisionato o ispezionato il lavoro di sorella Wang, in che modo eseguisse o monitorasse i vari compiti della chiesa, se i problemi reali venissero risolti e se il lavoro venisse effettivamente svolto. Non sapevo nulla di tutto ciò e raramente mi informavo al riguardo. Come potevo fidarmi così ciecamente di lei? Neanche quando in passato ho chiesto a un’amica di aiutarmi con degli acquisti ero così sicura. Temevo che, nell’aiutarmi a scegliere gli articoli, non ne controllasse attentamente la qualità. E se avesse comprato prodotti difettosi che non sarebbero durati a lungo? Così le davo innumerevoli avvertimenti. Quando mi riportava gli oggetti, li controllavo comunque con attenzione. Se non erano adatti, volevo restituirli subito per evitare di subire perdite. Quando si trattava dei miei interessi personali, non osavo fidarmi di nessuno alla leggera. Invece, nella questione importante della denuncia di una falsa leader da parte dei miei fratelli e sorelle, ho creduto ciecamente a sorella Wang in base all’impressione temporanea che avevo di lei. Non ho seguito affatto il suo lavoro e non ho preso sul serio le accuse rivolte a lei. Ero davvero irresponsabile verso il lavoro della chiesa. Se fossi stata responsabile e mi fossi fatta carico di un fardello, avrei davvero supervisionato e ispezionato il lavoro di sorella Wang, invece di ascoltare solo ciò che diceva di buono, di fidarmi ciecamente di lei e di ignorare la lettera di segnalazione. Per tutto il tempo, non ho manifestato alcun atteggiamento di ricerca della verità. Era davvero arrogante e irragionevole da parte mia fidarmi solo della mia opinione. Ho trattato il lavoro della chiesa in modo troppo irresponsabile.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Se, nel tuo cuore, comprendi veramente la verità, allora saprai come metterla in pratica e obbedire a Dio, e intraprenderai naturalmente il cammino della ricerca della verità. Se il cammino che percorri è quello giusto e in linea con la volontà di Dio, allora l’opera dello Spirito Santo non ti abbandonerà, e così ci saranno sempre meno possibilità che tu tradisca Dio. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti guidato dalla tua natura arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e il tuo orgoglio ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; priverebbero il tuo cuore del posto per Dio, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa!(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono vergognata molto. Ero il tipo di persona arrogante rivelato dalla parola di Dio. Di fronte a una segnalazione, una persona ragionevole con un cuore che teme Dio sarebbe cauta, guarderebbe il problema da una prospettiva equa e giusta, non si fiderebbe avventatamente di una delle due parti, né deciderebbe arbitrariamente. Controllerebbe e verificherebbe il problema esposto dai fratelli e dalle sorelle, per poi gestire la questione secondo i principi. Io invece, ricevuto il rapporto, non ho cercato affatto i principi di gestione delle segnalazioni, e non sono entrata nei dettagli per capire se i problemi riportati fossero veri. Mi sono invece schierata dalla parte di sorella Wang e ho giudicato chi aveva scritto la lettera di accusa. Persino quando il supervisore ha saputo che i problemi segnalati erano veri e i fatti erano davanti ai miei occhi, ho continuato a ignorarli, disdegnando quanto verificato dagli altri. Ero veramente arrogante e testarda. Non avevo alcun timore di Dio. Credevo così tanto in me stessa da accantonare avventatamente la lettera senza verificarla né occuparmene. Non equivaleva ad appoggiare una falsa leader per proteggerla? I miei fratelli avevano avuto il coraggio di denunciare una falsa leader. Possedevano senso di giustizia e stavano difendendo il lavoro della chiesa. Come leader, avrei dovuto sostenerli e verificare il rapporto secondo i principi e, se fosse stato accertato che sorella Wang era una falsa leader, avrei dovuto trasferirla o rimuoverla subito. Invece, ho ritenuto una segnalazione fondata troppo esigente verso leader e lavoratori. In sostanza, stavo proteggendo una falsa leader. Non è forse ciò che fanno i funzionari del gran dragone rosso, che si proteggono a vicenda? Nel mondo esterno, dove governano e comandano i funzionari, le persone comuni non hanno diritto di parola. Non osano nemmeno dire “no” ai capi, per paura di trovarsi in serie difficoltà. Nei casi più gravi, vengono addirittura torturate. Ma nella casa di Dio regna la verità ed è Dio che detiene il potere. La casa di Dio tratta le persone secondo i principi. A prescindere dal suo prestigio, se una persona non svolge lavoro concreto o non pratica la verità, la chiesa verificherà, indagherà e tratterà la questione secondo i principi. Questo dimostra la giustizia di Dio, che è completamente diversa dal mondo esterno. Io invece, come leader, non ho gestito né risolto la segnalazione ricevuta. Anzi, nella mia arroganza, ho difeso chiunque volessi, senza attenermi ai principi della verità. Era un comportamento da falsa leader. Questo pensiero mi ha fatta rabbrividire di paura. Poiché avevo agito senza principi, i fratelli e le sorelle avevano vissuto sotto una falsa leader, le loro situazioni e difficoltà non erano state risolte e loro vivevano nel dolore e nell’oscurità. Non stavo forse facendo del male ai miei fratelli e sorelle? Ero davvero detestabile! Ho pregato davanti a Dio: “Dio, non voglio più agire secondo la mia volontà. Ti prego, guidami ad eliminare la mia indole arrogante”.

In seguito, ho cercato nelle parole di Dio un cammino di pratica per eliminare la mia indole arrogante. Nelle parole di Dio, ho letto: “In che modo dovresti riflettere su te stesso, e cercare di conoscerti, quando hai compiuto un’azione che viola i principi della verità e ha contrariato Dio? Quando stavi per compierla, Lo hai pregato? Hai mai considerato: ‘Compiere quest’azione in questo modo è in linea con la verità? Come verrebbe vista questa questione da Dio, se fosse portata alla Sua attenzione? Sarebbe felice o irritato se ne venisse messo al corrente? Forse la detesterebbe o ne sarebbe disgustato?’ Non te lo sei chiesto, vero? Anche se gli altri te lo rammentassero, penseresti comunque che la questione non rappresentava un grosso problema, che non andava contro alcun principio e non era un peccato. Come conseguenza, hai offeso l’indole di Dio e suscitato la Sua collera, fino al punto di meritarti il Suo disprezzo. Questo è il risultato della ribellione delle persone. Pertanto, dovresti ricercare la verità in tutte le cose. Questo è ciò che devi seguire. Se sei in grado di presentarti con serietà e anticipatamente davanti a Dio in preghiera e poi di ricercare la verità secondo le parole di Dio, non sbaglierai. Potresti manifestare qualche deviazione nella tua pratica della verità, ma questo è difficile da evitare, e sarai capace di praticare correttamente dopo aver acquisito una certa esperienza. Tuttavia, se sai agire in linea con la verità ma non la metti in pratica, il problema è la tua avversione nei confronti della verità. Chi non ama la verità non la cercherà mai, qualunque cosa gli accada. Solo chi ama la verità ha un cuore che teme Dio e, quando accadono cose che non capisce, è in grado di ricercare la verità. Se non sei in grado di afferrare la volontà di Dio e non sai in che modo praticare, allora dovresti cercare la verità attraverso la comunione con qualcuno che la comprende. Se non riesci a trovare qualcuno che comprenda la verità, dovresti trovare alcune persone insieme alle quali pregare Dio con una sola mente e un solo cuore, ricercare da Dio, attendere i Suoi tempi e aspettare che Egli ti dischiuda una via. Fintanto che tutti voi desiderate la verità, cercate la verità e condividete in merito alla verità, può arrivare il momento in cui uno di voi proporrà una buona soluzione. Se tutti voi reputate questa soluzione valida ed è una buona strada, allora questo potrebbe essere dovuto all’illuminazione e alla guida dello Spirito Santo. Se poi continuate a condividere per elaborare un percorso di pratica più preciso, questo sarà certamente in linea con i princìpi della verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio mi hanno indicato il cammino da praticare. Per compiere il nostro dovere secondo la volontà di Dio, dobbiamo avere un cuore che teme Dio. Nell’agire, dobbiamo essere in grado di ricercare, e capire se le cose trovino una base nella parola di Dio, se siano conformi ai principi, e quale sia la volontà di Dio. In questo modo, esaminando spesso noi stessi, possiamo evitare di agire di testa nostra e di essere d’intralcio al lavoro della chiesa. Inoltre, dobbiamo essere capaci di abbandonare noi stessi, e ascoltare i suggerimenti dei nostri fratelli e sorelle con mente aperta. Soprattutto nelle cose che non ci sono chiare e che riguardano importanti lavori della chiesa, dobbiamo ricercare e condividere con i collaboratori e agire con principio dopo aver raggiunto un consenso. Se crediamo ciecamente in noi stessi e facciamo come vogliamo, è facile compiere azioni che offendono Dio. Attraverso questo fallimento, ho visto che non possedevo le realtà della verità e non sapevo discernere le persone. Quando in seguito mi capitava qualcosa, non osavo insistere ciecamente sulla mia opinione, e sapevo abbandonare consapevolmente me stessa e cercare i principi della verità.

In seguito, ho iniziato a irrigare i nuovi arrivati e sono diventata capogruppo. Una volta, il leader mi ha chiesto di controllare e ispezionare il lavoro di alcuni fratelli e sorelle. Li conoscevo tutti, ed erano persone molto concrete, così ho pensato che non avrei avuto bisogno di indagare troppo spesso e che non ci sarebbero stati gravi problemi. Ma poi mi sono detta: “In realtà, non ho davvero indagato né ho seguito il lavoro, eppure sono piuttosto sicura che non ci saranno problemi. Non sto svolgendo di nuovo il mio dovere secondo la mia indole arrogante?” Poi, dopo aver realmente indagato, ho scoperto che c’erano ancora molti problemi e deviazioni nel lavoro e, attraverso la comunione e la ricerca di soluzioni, il lavoro è gradualmente migliorato. Questo mi ha fatto capire che solo non affidandomi alla mia indole arrogante e sapendo ricercare i principi della verità in tutte le cose potevo ottenere dei risultati nel mio dovere.

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