Addio ai giorni della caccia al denaro
Sono nato in una famiglia povera, dove i miei genitori, onesti e gran lavoratori, sostenevano la famiglia col lavoro dei campi. Da bambino vedevo le famiglie benestanti del villaggio che mangiavano e si vestivano bene, ricevendo l’ammirazione e il sostegno degli altri. Io li invidiavo, e credevo che il denaro fosse la chiave di tutto. Perfino in sogno avevo il desiderio di guadagnare tanti soldi. Ho deciso quindi, tra me e me, di diventare ricco e di tenere in futuro un alto tenore di vita.
Dopo essermi sposato, per realizzare in fretta questo sogno, mi sono trasferito in città con la sola intenzione di lavorare come operaio nell’edilizia. Nonostante tutto lo straordinario fatto in anni di lavoro i miei risparmi rimanevano al minimo. Ho cominciato a riflettere in cuor mio che in una vita di quel duro lavoro non sarei mai riuscito a realizzare i miei sogni. Dopo aver molto ponderato, ho deciso di mettermi in proprio, avviando una mia attività edile. Ho chiesto un prestito a parenti e amici, ho comprato un terreno in città e ho costruito un edificio. Per garantirmi contratti e guadagnare in fretta, ricorrevo a conoscenze e favori per ottenere incarichi dalle imprese di costruzioni. Andavo a supervisionare il cantiere ogni mattina di buon’ora, per accertarmi che il lavoro fosse fatto bene, spesso saltando la colazione, e ispezionavo ogni sera il lavoro fatto dagli operai. Il lavoro di qualità inferiore veniva demolito e ricostruito con ore di straordinario. Alla fine ho guadagnato la fiducia dei committenti e mi sono assicutato nuove commesse. Dopo due anni ho fatto un po’ di soldi, ho pagato i debiti e ristrutturato casa mia. In cuor mio provavo una gioia indescrivibile. In occasione del Capodanno Lunare amici e parenti venivano a festeggiare a casa mia. Alcuni mi dicevano sorridendo: “Capo, siamo qui per augurarti Buon Anno! Con l’augurio di sempre maggior successo e prosperità negli affari!” Altri mi stringevano la mano dicendo: “Contiamo tutti su di te per fare soldi!” In quei momenti mi sentivo al centro dell’attenzione, circondato di ammirazione. Mi dicevo: “Gran cosa avere i soldi. Se hai denaro, la gente ti ammira e ti rispetta, e puoi fare una vita privilegiata”. Questo pensiero mi riempiva di soddisfazione. Per guadagnare di più ho accettato sempre più lavori e lavorato instancabilmente ogni giorno, dalla mattina alla sera. Con l’andar del tempo, non riuscivo a dormire la notte, preoccupato che gli operai potessero cadere dai ponteggi, provocando incidenti e quindi perdite finanziarie rilevanti. Ogni giorno mi sentivo oppresso e soffrivo frequentemente di febbre, raffreddore e vertigini. Nonostante il mio metro e 73 di altezza, pesavo solo 55 chili, avevo la voce fioca e spesso mi addormentavo in piedi. Volevo tanto prendermi una pausa. Ma se avessi smesso di accettare di costruzione, avrei smesso di guadagnare denaro e di ricevere l’ammirazione degli altri. Non avevo altra scelta che raccogliere le mie energie e continuare a lavorare. Poiché guadagnavo sempre più denaro, avevo l’impressione che tutta la sofferenza e la fatica valessero la pena. Proprio quando la mia attività edilizia era in piena espansione, mia moglie, che si trovava su un’impalcatura al terzo piano per occuparsi di un muro, urtava accidentalmente una tavola e cadeva giù fino al primo piano perdendo immediatamente conoscenza. Portata d’urgenza in ospedale, è stata sottoposta a oltre un’ora di cure intensive prima di stabilizzarsi e riprendere conoscenza. C’è voluto più di un mese prima che potesse lasciare l’ospedale.
In seguito, dopo aver saputo che mia moglie era stata dimessa dall’ospedale, ci è venuta a trovare la mia sorella maggiore. Ha condiviso con noi l’opera di Dio degli ultimi giorni. Ricordo in quel momento di essere stato profondamente toccato da alcune delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Dal momento in cui vieni al mondo piangendo, inizi a compiere il tuo dovere. Per il piano di Dio e per il Suo ordinamento, tu svolgi il tuo ruolo e intraprendi il viaggio della tua vita. Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera. Dal giorno in cui l’uomo è stato creato, Dio ha sempre operato così, gestendo l’universo, dettando le regole del cambiamento per tutte le cose e la traiettoria del loro movimento. Come tutte le cose, l’uomo viene nutrito silenziosamente e inconsapevolmente dalla dolcezza, dalla pioggia e dalla rugiada provenienti da Dio; come tutte le cose, l’essere umano vive inconsapevolmente sotto l’orchestrazione della Sua mano. Il cuore e lo spirito dell’uomo vengono tenuti nella mano di Dio, ogni cosa della sua vita viene vista dagli occhi di Dio. Che tu ci creda oppure no, tutte le cose, siano esse vive o morte, si muoveranno, muteranno, si rinnoveranno e scompariranno secondo i Suoi pensieri. Questo è il modo in cui Egli sovrintende a tutte le cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Leggendo le parole di Dio, sono arrivato a capire che il fato di ciascuno è nelle Sue mani. Se mia moglie è caduta dal terzo piano ed è sopravvissuta, non è stato per la buona sorte, bensì per la protezione di Dio. Ho pensato agli incidenti capitati nei cantieri degli altri appaltatori. Ci sono stati operai caduti da un ponteggio del terzo o quarto piano che non si sono salvati, anche se portati in ospedale. Altri sono caduti dal ponteggio del secondo o primo piano e sono morti sul colpo. Non era questa una testimonianza di quel che Dio ha detto: “E nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera”? La diffusione del Vangelo fattaci da mia sorella maggiore è stata anch’essa disposta dalla sovranità di Dio. Con la sua condivisione ho appreso che gli esseri umani e tutte le cose sono stati creati da Dio. Dio ha compiuto l’opera in tre fasi per salvare l’umanità, guidandola e provvedendo ad essa fino ad oggi. Quest’opera degli ultimi giorni è la fase finale dell’opera di Dio per salvare l’umanità, ed è una rara opportunità per la gente di essere salvata. Possiamo avere un buon destino solo credendo in Dio e adorandoLo. Io e mia moglie abbiamo accolto con gioia il Vangelo di Dio degli ultimi giorni, e da allora abbiamo preso parte attiva alle riunioni. Durante le riunioni, i fratelli e le sorelle hanno condiviso sulle parole di Dio e compreso delle verità che hanno dato al mio cuore un senso di pace e tranquillità, liberando la repressione che sentivo prima.
In seguito, il leader ha visto che partecipavo attivamente alle riunioni, e ha voluto che facessi da capogruppo per dissetare tre nuovi credenti. Ma sono stato un po’ esitante, perché di giorno gestivo l’impresa di costruzioni e di notte dovevo registrare i cantieri e tenere la contabilità. Dove avrei trovato il tempo per dissetare i nuovi credenti? Non me la sentivo di svolgere questo compito. Tuttavia mi sono sentito un po’ in colpa: quando ho cominciato a credere in Dio ed ero impegnato con le costruzioni, i fratelli e le sorelle venivano a dissetarmi e a sostenermi la sera, aiutandomi a comprendere la verità attraverso la condivisione sulle parole di Dio. Ora che nella chiesa c’erano altri nuovi credenti e non c’erano abbastanza persone che aiutassero a dissetarli, dovevo fare la mia parte. Pensando a questo, ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi e illuminarmi per fare la scelta giusta. Ho letto queste parole di Dio: “Lasciate che vi dica quest’unica cosa: compiere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione. È attraverso il processo di assolvimento del proprio dovere che l’uomo gradualmente si trasforma, ed è attraverso questo processo che dimostra la sua lealtà. Stando così le cose, più sei in grado di svolgere il tuo dovere, più verità riceverai e più la tua espressione diventerà reale” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Le paole di Dio mi hanno aiutato a capire che, in quanto esseri creati, è perfettamente naturale e giustificato assolvere i nostri doveri, poiché la nostra vita viene da Dio e tutto ciò di cui godiamo è un Suo dono. Fare il proprio dovere è come essere devoti nei confronti dei propri genitori: è un obbligo e una responsabilità indiscutibile. Non accettare questo dovere sarebbe stata una vera mancanza di coscienza da parte mia. Inoltre, il sostegno e l’irrigazione dei nuovi credenti avvenivano solo di sera e due volte alla settimana, quindi non avrebbe interferito molto con la gestione del mio lavoro edilizio. Rendendomene conto, ho accettato di assolvere questo dovere. A volte, quando non riuscivo a risolvere gli stati o le nozioni dei nuovi credenti, pregavo Dio e cercavo una guida. Leggendo le parole di Dio, ho compreso senza accorgermene alcune verità. I nuovi credenti hanno potuto risolvere i loro stati e le loro nozioni, e la mia comprensione della verità delle visioni è diventata più chiara. Sono diventato più attivo nel fare il mio dovere, perché sentivo che svolgendo il mio dovere avrei potuto ricevere l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo, comprendendo più verità e ottenendo in cuor mio un senso di pace e sicurezza.
In seguito, quando i fratelli e le sorelle hanno visto il mio entusiasmo nel perseguire la verità, mi hanno eletto per servire come diacono del Vangelo. Ero davvero felice, sapendo che questo dovere che mi veniva affidato era un’espressione dell’amore di Dio. Volevo averne cura e assolverlo bene. Tuttavia, nel mio cuore nutrivo qualche timore: la mia attività edilizia era cresciuta notevolmente con buone prospettive di crescita ulteriore. Accettando il dovere di diacono del Vangelo avrei sicuramente avuto meno energie per gestire l’attività, e di conseguenza minori guadagni. Mi sono trovato di fronte a un dilemma. Allora mi sono ricordato che l’opera degli ultimi giorni è l’opera finale di Dio per salvare l’umanità. Concentrandomi solo sul guadagno e trascurando il mio dovere, come avrei potuto ottenere la verità? Così ho pregato Dio, chiedendogli di guidarmi nella ricerca della verità e di risolvere le mie difficoltà. Ho letto un passo delle parole di Dio: “Oggi, quello che vi viene chiesto di realizzare non sono richieste aggiuntive, bensì il dovere dell’uomo, e ciò che dovrebbe essere fatto da tutte le persone. Se non siete in grado neppure di fare il vostro dovere, o di farlo bene, non vi state forse mettendo nei guai? Non state corteggiando la morte? Come potreste ancora aspettarvi di avere un futuro e delle prospettive? L’opera di Dio è compiuta per il bene dell’umanità e la collaborazione dell’uomo è fornita per il bene della gestione di Dio. Dopo che Dio ha compiuto tutto ciò che Gli spetta, all’uomo è richiesto di continuare instancabile nella pratica, e di cooperare con Dio. Nell’opera di Dio, l’uomo non dovrebbe lesinare alcuno sforzo, dovrebbe offrire la propria lealtà e non dovrebbe indulgere in numerose nozioni o sedere passivamente in attesa della morte. Dio può sacrificare Se Stesso per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire la propria lealtà a Dio? Dio è costante nell’amore e nella considerazione per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire un po’ di collaborazione? Dio opera per l’umanità, quindi perché l’uomo non può fare almeno un po’ del proprio dovere per il bene della gestione di Dio? L’opera di Dio è giunta fino a questo punto, eppure voi state ancora a guardare senza agire, ascoltate ma non vi muovete. Persone simili non sono forse oggetto di perdizione? Dio ha già dato all’uomo tutto ciò che è Suo, quindi perché, oggi, l’uomo è incapace di compiere scrupolosamente il proprio dovere? Per Dio, quest’opera è la Sua priorità assoluta, e l’opera di gestione è della massima importanza. Per l’uomo, mettere in pratica la parola di Dio e adempiere alle Sue richieste sono priorità assoluta. Questo dovreste comprendere, tutti quanti” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio e la pratica dell’uomo”). Dopo aver letto le parole di Dio, sono rimasto profondamente toccato. Dio, pur di redimere l’umanità, in principio si è incarnato come uomo ed è stato crocifisso per perdonare i peccati degli uomini. Negli ultimi giorni, Dio si è nuovamente incarnato per esprimere tutte le verità necessarie alla completa salvezza dell’umanità, condividendo su queste verità in modo chiaro e approfondito al fine di aiutarci a comprendere e guadagnare la verità per ottenere la salvezza. Tutto ciò che Dio fa è per noi. Allora perché io non ero in grado di fare il mio dovere per ripagare l’amore di Dio? Non ero affatto rispettoso delle intenzioni di Dio e non volevo accettare questo dovere al solo pensiero di poter intaccare i miei guadagni. La mia attenzione era rivolta a fare soldi, e non mi sono curato del mio dovere: com’ero egoista e meschino! Quando i fratelli e le sorelle mi hanno scelto per servire come diacono del Vangelo, era un dovere che mi veniva da Dio, una responsabilità e un obbligo, e avrei dovuto accettarlo e sottomettermi. Se mi fossi rifiutato, non avrei meritato di chiamarmi uomo, avrei perso l’opportunità di ottenere la verità e alla fine sarei stato eliminato. Anche se non riuscivo ancora a liberarmi del mio attaccamento alla ricchezza, ero disposto ad agire secondo le parole di Dio e ad accettare questo dovere, facendo del mio meglio per compierlo.
All’inzio sono riuscito a trovare il tempo per le riunioni, allenandomi a diffondere il Vangelo e a rendere testimonianza con i fratelli e le sorelle. Tuttavia, assumendo altri contratti di costruzione, mi sono trovato a sacrificare il tempo destinato al mio dovere e alle riunioni. Una volta, il proprietario di un immobile mi ha chiesto di costruire quattro palazzine a tre piani insieme ad alcuni progetti aggiuntivi. Ho esitato: si trattava di un lavoro sostanzioso, e avevo anche un altro progetto incompleto da gestire. Accettare il nuovo lavoro avrebbe significato avere ancora meno tempo per il mio dovere e le riunioni. Ho provato a negoziare con il proprietario dell’immobile per posticipare la data di inizio, ma non ha accettato. Mi sono sentito sotto pressione perché non iniziare per tempo avrebbe invalidato i contratti già firmati, con conseguenti perdite finanziarie e danni di reputazione. Chi mai mi avrebbe affidato altri progetti, se non ero in grado di rispettare gli impegni? Come avrei potuto guadagnare senza contratti? Nonostante le mie preoccupazioni, alla fine ho accettato le richieste del proprietario dell’immobile e mi sono occupato dei nuovi lavori di costruzione. A volte, quando c’erano molti problemi in cantiere, mi limitavo a dare un’occhiata alle parole di Dio la mattina, prima di uscire. Questo non solo intralciava la mia normale vita spirituale, ma non mi lasciava neanche più tempo per dedicarmi all’opera evangelica. In quel periodo, non vedendo risultati in quest’ultima, mi sentivo un po’ in colpa. Ho quindi concluso, tra me e me, che d’ora in avanti, qualunque fosse l’impegno richiesto dai lavori edilizi, la mia priorità doveva essere partecipare alle riunioni e fare il mio dovere.
Un giorno, proprio quando avevo in programma di partecipare a una riunione, ero per strada e all’improvviso ha squillato il telefono. Il cantiere aveva un problema che richiedeva la mia attenzione immediata. Ho esitato: avevo indetto una riunione per condividere sull’opera evangelica, ma ora spuntava questo problema. Se fossi andato sul posto a risolvere il problema, non avrei potuto partecipare alla riunione: non sarebbe stato ingannare Dio? Ma che sarebbe successo se non fossi andato e il proprietario dell’immobile avesse presentato un reclamo? Sarebbe stato un danno per la mia reputazione e la mia condizione economica. Andando avanti così, come avrei potuto occuparmi dei miei lavori edilizi? Ho deciso di dare la precedenza alla risoluzione del problema di lavoro, ripromettendomi di trovare più tardi il tempo per le riunioni e il mio dovere. Allora sono andato al cantiere.
Tornando a casa la sera, riflettendo sugli eventi della giornata, mi sono sentito in colpa. Avevo programmato di partecipare alla riunione, ma ho lasciato che le mie preoccupazioni economiche interferissero con il mio dovere. In quel periodo, la mia concentrazione sul lavoro edilizio ha ostacolato il progresso della diffusione del Vangelo, e mi sono reso conto di non aver svolto adeguatamente il mio dovere. D’altro canto, mettendo da parte l’edilizia e smettendo così di guadagnare denaro, come avrei potuto vivere una vita agiata e rispettabile? Sentendomi combattuto, mi sono presentato al cospetto di Dio e ho pregato: “Dio, ho il cuore turbato. So che credere in Te e fare il mio dovere è perfettamente naturale e giustificato, ma trovo difficile rinunciare ai soldi. Ti prego, guidami a fare la scelta giusta”. Dopo aver pregato, il mio cuore si è pian piano calmato. Nella mia ricerca, ho letto un passo delle parole di Dio: “Se ora vi mettessi davanti una somma di denaro e vi dessi la libertà di scegliere (senza condannarvi per la vostra scelta), allora la maggior parte di voi sceglierebbe il denaro e rinuncerebbe alla verità. I migliori tra di voi rinuncerebbero al denaro e sceglierebbero la verità con riluttanza, mentre quelli nel mezzo agguanterebbero il denaro in una mano e la verità nell’altra. A quel punto, non sarebbe manifesta la vostra vera natura? Nello scegliere tra la verità e una qualsiasi cosa a cui siete leali, tutti fareste questa scelta e il vostro atteggiamento rimarrebbe lo stesso. Non è così? Non ce ne sono molti tra di voi che hanno oscillato tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Nei confronti tra positivo e negativo, tra nero e bianco, siete di certo consapevoli delle scelte che avete fatto tra la famiglia e Dio, tra i figli e Dio, tra pace e turbamento, tra la ricchezza e la povertà, tra il prestigio sociale e l’ordinarietà, tra l’avere il sostegno degli altri o l’essere ostracizzati, e così via. […] Lunghi anni di dedizione e sforzi, a quanto pare, non Mi hanno portato altro che il vostro abbandono e sconforto, ma le Mie speranze nei vostri confronti crescono ogni giorno che passa, perché il mio giorno è stato interamente palesato davanti agli occhi di tutti. Ciò nonostante, persistete nel cercare cose oscure e malvagie e vi rifiutate di allentare la presa su di loro. Quale sarà, dunque, il vostro esito finale? Ci avete mai riflettuto attentamente? Se vi venisse chiesto di scegliere di nuovo, quale sarebbe la vostra posizione?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “A chi sei leale?”). Ciò che Dio ha smascherato era il mio stato. Non ero forse uno che in una mano afferrava il denaro e nell’altra la verità? Ho dichiarato la mia volontà di assolvere il mio dovere per soddisfare Dio, e ho deciso dentro di me di ribellarmi alla carne e fare bene il mio dovere. Peraltro, quando il mio dovere entrava in conflitto con gli interessi economici, non riuscivo a resistere al richiamo del denaro e della fama. Pur senza volerlo, mi ritrovavo a seguire i miei desideri e a scegliere il denaro. Sapevo che accettare questo grande progetto edile avrebbe richiesto più tempo e impegno e non mi avrebbe lasciato il tempo di fare il mio dovere. Eppure ho scelto di accettarlo per guadagnare più soldi e ottenere l’ammirazione degli altri, pur sapendo che era sbagliato. Il mio cuore si era concentrato sul guadagno e ho trascurato di seguire l’opera evangelica per oltre un mese, col risultato di rallentare la diffusione del Vangelo. Ecco come trattavo il dovere assegnato da Dio, e questa cosa mi poneva decisamente in debito con Lui.
Allora ho riflettuto sul perché non riuscivo a fare a meno del denaro, pur sapendo che fare il mio dovere mi avrebbe portato a ottenere la verità. Più tardi, nella mia ricerca, ho letto due passi delle parole di Dio: “Satana usa un metodo molto sottile, molto consono alle nozioni delle persone, niente affatto radicale, tramite il quale fa sì che le persone accettino inconsapevolmente il suo modo di vivere, le sue regole, e stabiliscano i loro obiettivi e la loro direzione nella vita e arrivino anche inconsapevolmente ad avere delle ambizioni nella vita. Per quanto grandiose possano sembrare queste ambizioni, sono inestricabilmente legate a ‘fama’ e ‘profitto’. Tutto ciò che qualsiasi persona grande o famosa – ogni persona, in effetti – segue nella vita, si riferisce unicamente a queste due parole: ‘fama’ e ‘profitto’. Dopo aver ottenuto fama e profitto, le persone pensano di poterli capitalizzare per usufruire di uno stato sociale elevato e di grandi ricchezze, e godersi così la vita. Pensano che fama e profitto siano una sorta di capitale che possono utilizzare per una vita improntata alla ricerca del piacere e al godimento sfrenato della carne. Per questa fama e questo profitto tanto bramati dall’umanità, le persone consegnano volentieri, seppure inconsapevolmente, i loro corpi, le loro menti, tutto ciò che possiedono, il loro futuro e il loro destino, a Satana. Le persone, infatti, lo fanno senza neppure un attimo di esitazione, sempre ignare della necessità di recuperare tutto ciò che hanno consegnato. Possono le persone mantenere un qualche controllo su di sé dopo essersi rifugiate in Satana ed essergli diventate leali in questo modo? Certo che no. Sono completamente e assolutamente controllate da Satana. Sono completamente e assolutamente sprofondate in un pantano e sono incapaci di liberarsi. Una volta impantanate nella fama e nel profitto, le persone non cercano più ciò che è luminoso, ciò che è giusto o le cose belle e buone. Questo perché il potere seduttivo che fama e profitto esercitano sulle persone è troppo grande, ed essi divengono obiettivi da perseguire nel corso della vita e persino per tutta l’eternità, senza fine. Non è vero?” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). “Satana usa fama e profitto per controllare i pensieri dell’uomo, finché le persone non riescono a pensare ad altro che non sia fama e profitto. Si affannano per fama e profitto, patiscono disagi per fama e profitto, sopportano umiliazioni per fama e profitto, sacrificano tutto ciò che hanno per fama e profitto, ed esprimeranno giudizi o prenderanno decisioni per fama e profitto. In tal modo, Satana lega le persone con catene invisibili ed esse non hanno la forza né il coraggio di liberarsene. Portano inconsapevolmente il peso di queste catene e continuano ad arrancare con grande difficoltà” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Riflettendo sulle parole di Dio, sono arrivato a capire che Satana induce le persone a perseguire il denaro, la fama e il guadagno con lo scopo di corromperle e controllarle, allontanando i loro cuori da Dio, e infine intrappolarle nei suoi lacci, da cui non potranno districarsi. Per fare soldi, lavoravo tutti giorni senza sosta nei progetti di costruzione. Questo era frutto, fin dalla mia infanzia, dell’influenza dei veleni di Satana, come “I soldi fanno girare il mondo” e “Il denaro non è tutto ma, senza, non si fa nulla”. Credevo che avere soldi significasse avere tutto, compresa l’ammirazione degli altri e un alto tenore di vita. Man mano che i miei progetti di costruzione si ingrandivano e venivo elogiato da parenti e amici, mi sono convinto sempre di più che la ricchezza facesse ottenere l’ammirazione della gente. Ho fatto del perseguimento del denaro lo scopo della mia vita, lavorando ogni giorno senza sosta per ottenerlo, vivendo in uno stato costante di ansia e di paura, col timore di incidenti in cantiere e delle loro conseguenze. Dall’esterno sembrava che stessi guadagnando sia soldi che fama, ma dentro di me mi sentivo represso. Il mio corpo ne risentiva e mia moglie ha rischiato di perdere la vita. Tuttavia, nonostante queste esperienze, non riuscivo a rinunciare al perseguimento di ricchezza, fama e guadagno. Dopo essere entrato nella casa di Dio, ho capito che credere in Dio significa perseguire la verità. Eppure non sono stato in grado di capire fino in fondo le strategie di Satana e, senza volerlo, mi sono trovato a lottare per la fama e il guadagno. Come diacono del Vangelo, era mio dovere svolgere bene la mia opera evangelica. Però, per guadagnare di più, ho trascurato di seguire l’opera evangelica per un mese, venendo meno al mio dovere. La natura di questo comportamento equivaleva a imbrogliare e a tradire Dio. Oltretutto ero distratto dalla gestione quotidiana dei progetti di costruzione, tralasciando le devozioni spirituali e le riunioni, facendo sì che il mio cuore si allontanasse ulteriormente da Dio e che la mia vita fosse perduta. Andando avanti così, avrei perso definitivamente l’opportunità di svolgere il mio dovere e di raggiungere la salvezza. In definitiva ho capito che la ricerca della ricchezza, della fama e del guadagno non è un buon cammino; è un mezzo con cui Satana corrompe e danneggia la gente, è uno strumento di schiavitù che alla fine ci fa diventare trastulli e vittime di Satana.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Ciò di cui sentite il bisogno non sono la verità e la vita, non sono i princìpi in base ai quali comportarvi, e soprattutto non è la Mia opera scrupolosa. Ciò di cui sentite il bisogno, invece, è tutto quello che possedete nella carne: ricchezza, prestigio, famiglia, matrimonio, e così via. Siete estremamente sprezzanti nei confronti delle Mie parole e della Mia opera, quindi posso riassumere la vostra fede in una sola parola: superficiale. Sareste disposti a tutto pur di ottenere ciò a cui siete completamente devoti, ma ho scoperto che non fareste la stessa cosa per le questioni concernenti la vostra fede in Dio. Invece, siete solo relativamente devoti e seri. Pertanto, affermo che chi non ha un cuore del tutto sincero ha fallito nella sua fede in Dio. Riflettete attentamente: vi sono molti falliti fra voi?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Della destinazione”). Le parole di Dio mi hanno aiutato a capire che per credere in Dio occorre perseguire la verità e compiere i propri doveri. Facendo il nostro dovere e comprendendo la verità, ci liberiamo gradualmente della nostra indole corrotta, potendo così ricevere la salvezza di Dio. Mi sono ricordato di ciò che ha detto il Signore Gesù: “Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo” (Luca 14:33). Nell’Età della Grazia, Pietro non ha perseguito né ricchezza, né fama né guadagno. Quando il Signore Gesù lo ha chiamato, è stato capace di abbandonare la pesca e di seguire il Signore. Egli ha perseguito unicamente la verità, l’adempimento dei suoi doveri di essere creato e la conoscenza di sé stesso attraverso le parole di Dio, liberandosi della sua indole corrotta. Lui ha reso, in definitiva, una magnifica e chiarissima testimonianza di Dio, perché è stato perfezionato da Lui e ha vissuto una vita significativa. Riflettendo sull’esperienza di Pietro, mi sono reso conto di quanto sia importante per noi perseguire la verità e assolvere i nostri doveri. Ora che si erano abbattute grandi catastrofi, se avessi continuato a perseguire la ricchezza, la fama e il guadagno, trascurando la verità e i miei doveri, sarebbe stato troppo tardi. Alla fine, non avrei fatto altro che soccombere a catastrofi, con pianti e stridore di denti. Dovevo seguire l’esempio di Pietro e perseguire la verità. Non potevo dare la priorità al guadagno invece che all’assolvimento dei miei doveri. Per poter partecipare regolarmente alle riunioni e svolgere i miei doveri, ho discusso con mia moglie l’idea di vendere tutti i nostri macchinari da costruzione a qualcuno e di fare dei lavori saltuari per sostenerci economicamente. Inizialmente mia moglie non era d’accordo, ma le ho spiegato il mio pensiero e le mie considerazioni e lei non si è più opposta. In seguito ho venduto i macchinari e mi sono dedicato a tempo pieno all’assolvimento dei miei doveri. Svolgendo i miei doveri, ho sperimentato che l’opera e la guida dello Spirito Santo erano nella mia collaborazione con i fratelli e le sorelle, e mi sono sentito libero e senza vincoli. Ogni volta che mettevo a nudo la mia corruzione, ho cercato la verità, riflettendo e provando a conoscere le mie intenzioni nonché la natura e le conseguenze delle mie azioni. Quando sono stato in grado di ribellarmi a me stesso e di praticare secondo le verità principi, ho provato gioia e pace interiore. Grazie a questa esperienza, sono arrivato a comprendere concretamente cosa significa perseguire la verità e assolvere i propri doveri.
Dopo qualche tempo, mentre facevo dei lavori saltuari, il mio capo mi ha detto, “So che sei in grado di occuparti dei progetti edilizi. Qui c’è molto lavoro ed è parecchio redditizio. Mettiamoci in società, partecipando in parti uguali. Non è escluso che si possano guadagnare varie centinaia di migliaia di yuan a testa”. Sentendo le parole del mio capo, mi sono sentito un po’ suggestionato e ho pensato: “Questa è una rara occasione di guadagnare bene. Se lo faccio per qualche anno, potrei guadagnare milioni. Potrei vivere un pochino meglio. Dovrei accettare la proposta del capo?” Ma poi ho pensato un’altra cosa: “Se mi dedico alla gestione dei progetti per guadagnare, come potrò partecipare alle riunioni e svolgere i miei doveri? Perderò la possibilità di ottenere da Dio la verità e la salvezza. Non è forse una strategia di Satana? Satana sta cercando di attirarmi con il denaro, ma io non posso cadere nel suo tranello”. Così, ho detto di no al mio capo. Vedendo la mia risolutezza, il mio capo se n’è andato deluso.
Attraverso queste esperienze, mi sono reso conto dei danni e delle conseguenze del perseguimento di ricchezza, fama e guadagno. Ho capito che Satana ricorre al denaro per tentare e corrompere la gente. Ho capito anche che Dio vuole che perseguiamo la verità e che rinunciamo alla ricchezza per liberarci del pericolo di Satana e permetterci di ottenere la verità e la salvezza di Dio. Questa è la cosa più significativa e preziosa. Ora posso mettere da parte il lavoro e il denaro e investire completamente me stesso nel fare i miei doveri. È attraverso la guida delle parole di Dio che ho ottenuto tutta questa conoscenza e trasformazione. Grazie a Dio!
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