Le catene della fama e del profitto
Nel 2015, sono stato nominato capo della Chiesa durante le elezioni annuali. Ero davvero emozionato, pensando che la mia elezione a capo, tra decine di fratelli e sorelle, indicasse che ero migliore degli altri. Da quel momento, nel mio compito, i fratelli e le sorelle tenevano condivisioni con me se avevano problemi con l’ingresso nella vita e i capigruppo discutevano con me sulle difficoltà incontrate nel lavoro della Chiesa. Mi veniva spontaneo sentirmi superiore. Andavo in giro con arroganza, a petto gonfio, e nelle riunioni condividevo con la massima sicurezza. Poco tempo dopo, ho notato che sorella Liu, una collaboratrice, era di buona levatura, condivideva con chiarezza sulla verità e sapeva risolvere i problemi altrui arrivando alla radice. Sapeva anche indicare percorsi di pratica e tutti volevano ascoltare le sue condivisioni. Un po’ la ammiravo, un po’ la invidiavo. Però, non volevo sentirmi surclassato, così mi preparavo con cura prima di ogni riunione, scervellandomi per tenere condivisioni più complete e illuminate, in modo da apparire migliore di lei. Nel vedere fratelli e sorelle che annuivano, mostrandosi d’accordo dopo le mie condivisioni, provavo un gran senso di soddisfazione e di appagamento. In seguito, ho saputo che il mio collaboratore, fratello Zheng, era abbastanza esperto di film e che se la cavava anche in informatica. I fratelli e le sorelle addetti alle riprese discutevano spesso con lui delle questioni relative, mentre io, capo della Chiesa, non avevo voce in capitolo. Mi sentivo l’ultima ruota del carro e ciò mi seccava davvero. Mi sembrava che gli altri, andando da fratello Zheng per qualunque problema, non mi ritenessero alla sua altezza. Immaginavo che sarebbe stato bello saperne qualcosa anche sui film, così gli altri mi avrebbero parlato delle loro difficoltà. Ho iniziato ad alzarmi presto e a fare le ore piccole, ricercando e istruendomi sui film, in modo da poterne sapere di più. Ho totalmente ignorato tutti i problemi della Chiesa e le condizioni dei fratelli e sorelle. Dopo un po’, diversi gruppi hanno cominciato ad avere problemi sul lavoro e io, per quante condivisioni o quanti incontri tenessi, non riuscivo a risolverli. Non avendo risolto la situazione dei fratelli e sorelle, la produzione dei film era intralciata e i problemi si accumulavano. Tutta quella pressione mi stava soffocando. Per me era un tormento. Mi chiedevo cosa pensassero gli altri di me, se, secondo loro, mi mancassero del tutto le capacità di un capo e non avessi i requisiti per svolgere quel compito. Apparentemente, non sarei riuscito a mantenere la mia posizione di capo e questo pensiero mi ha reso più negativo. Mi sentivo come un pallone sgonfio e non avevo più l’energia di prima. Vivendo nella negatività e trascurando il mio compito, alla fine, ho perso l’opera dello Spirito Santo. Dato che non ottenevo nulla nel mio compito, sono stato rimpiazzato. In quel momento, mi vergognavo tantissimo e volevo sprofondare sotto terra. Inoltre, mi chiedevo: “I fratelli e le sorelle diranno che ero un falso capo che non faceva un lavoro pratico?” Più ci pensavo, più mi agitavo.
Quella notte, continuavo a rigirarmi nel letto, senza prendere sonno. Più di una volta, ho invocato Dio in preghiera, chiedendoGli di guidarmi per conoscere la mia condizione. Poi, ho letto queste parole di Dio: “Nella ricerca che portate avanti avete troppe nozioni personali, troppe speranze e proiezioni nel futuro. L’opera attuale serve a trattare la vostra brama di prestigio e i vostri desideri smodati. Le speranze, il prestigio e le nozioni sono tutte rappresentazioni classiche dell’indole satanica. Il motivo per cui queste cose esistono nel cuore degli esseri umani è esclusivamente che il veleno di Satana corrode incessantemente i pensieri degli uomini, ed essi sono sempre incapaci di affrancarsi da queste tentazioni di Satana. Vivono nel peccato e tuttavia non lo ritengono peccato, e comunque pensano: ‘Crediamo in Dio, dunque Egli deve elargirci benedizioni e disporre tutto per noi in modo appropriato. Crediamo in Dio, il che vuole per forza dire che siamo superiori agli altri, che dobbiamo avere più prestigio e più futuro di chiunque altro. Poiché crediamo in Dio, Egli ci deve donare benedizioni illimitate. Altrimenti, non si chiamerebbe credere in Dio’. […] Più ricerchi in questo modo, meno raccoglierai. Più grande è il desiderio personale di prestigio, più severo sarà il trattamento che si dovrà ricevere e più grande sarà l’affinamento che si dovrà affrontare. Questo genere di persone non vale niente! Devono essere trattate e giudicate adeguatamente per lasciarsi alle spalle queste cose una volta per tutte. Se continuerete a perseguire questa via fino alla fine, non mieterete nulla. Coloro che non perseguono la vita non possono essere trasformati, e coloro che non hanno sete della verità non possono guadagnare la verità. Non ti concentri sulla ricerca della trasformazione personale e dell’ingresso, bensì su desideri stravaganti e su cose che limitano il tuo amore per Dio e ti impediscono di avvicinarti a Lui. Queste cose possono trasformarti? Ti possono portare nel Regno?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Perché non vuoi essere un complemento?”). Dopo aver letto ciò, ho riflettuto sulla mia condizione recente. Da quando avevo assunto il compito di capo, avevo solo perseguito il prestigio e la fama, desiderando di svettare sugli altri. Vedendo che le condivisioni sulla verità di sorella Liu erano migliori delle mie, temevo che mi superasse. Ho pensato a come tenere condivisioni migliori delle sue, per farmi ammirare e lodare dagli altri. Quando ho visto che fratello Zheng aveva una professionalità e molti fratelli e sorelle gli parlavano di problemi nei loro compiti, sono diventato geloso e l’ho respinto. Ho lavorato sodo per acquisire le conoscenze necessarie a superarlo e ho persino ignorato i problemi all’interno dei gruppi. Quando non trovavo soluzione ai problemi dei fratelli e delle sorelle, non mi sono affidato a Dio, né ho cercato la verità con loro per risolverli tramite la condivisione. Ero solo preoccupato di perdere prestigio, con il terrore di non poter mantenere la mia posizione di capo se non avessi svolto bene il mio compito. Così, ho finalmente compreso che non svolgevo il mio compito per rispetto della volontà di Dio, ma solo per soddisfare la mia ambizione sfrenata di svettare sugli altri e dominarli. I fratelli e le sorelle mi avevano dato fiducia eleggendomi capo della Chiesa, ma io non avevo tenuto in alcun conto il lavoro della Chiesa né il loro ingresso nella vita. Non mi stavo assumendo la responsabilità del mio compito e ho finito per danneggiare il lavoro della Chiesa. Ero così egoista e spregevole. Non stavo svolgendo il mio compito: stavo compiendo il male e resistendo a Dio! Mi sono pentito del fatto di non essere sul giusto percorso di fede, ma sempre in lotta per la fama e il prestigio, disgustando Dio. La rimozione dal mio compito era il giusto giudizio e castigo di Dio. Non mi stava eliminando, ma mi aveva sostituito per farmi riflettere sul mio comportamento. Era Dio che mi proteggeva e mi salvava! Dopo un periodo di devozionali e riflessione, la mia condizione è pian piano migliorata, così il capo della Chiesa mi ha assegnato dei compiti di routine. Ero davvero grato a Dio per avermi dato quell’opportunità e in cuor mio ho deciso che avrei certamente fatto tesoro di quel compito, smettendo di ricercare la fama e il prestigio in un percorso di opposizione a Dio.
Dopo quell’esperienza, pensavo di potermi liberare un po’ del mio desiderio di fama e prestigio, ma ero corrotto da Satana troppo in profondità. L’indole corrotta non si poteva eliminare con una semplice comprensione e riflessione, perciò Dio ha predisposto un’altra situazione per smascherarmi e salvarmi.
Un giorno, qualche mese dopo, il capo della Chiesa ci ha chiesto di scegliere un capogruppo. Sentita la notizia, ho cominciato subito a soppesarla: “Avrò una chance di essere eletto capogruppo? Sono un lavoratore abbastanza capace ma non ho alcuna abilità professionale, quindi le mie possibilità non sono poi tante”. Poi, ho esaminato altri fratelli e sorelle della squadra. Fratello Zhang eccelleva per doti professionali e le sue condivisioni sulla verità erano pratiche; inoltre, aveva senso della giustizia e sapeva sostenere il lavoro della Chiesa. Nel complesso, sembrava più probabile che venisse scelto lui. Ho pensato a quando ero capo della Chiesa e assegnavo il lavoro a fratello Zhang; ma, se fosse stato eletto caposquadra, avrebbe dato lui ordini a me. Ciò non mi avrebbe fatto sembrare inferiore a lui? Questo pensiero mi creava parecchio disagio. Quando è arrivato il giorno delle elezioni, non riuscivo a controllare la mia ansia e dentro di me è iniziata una lotta: “Per chi dovrei votare? Davvero per fratello Zhang?” Ho pensato a come quasi tutti i fratelli e le sorelle discutevano con lui delle difficoltà nei propri compiti e a come anche gli altri gruppi parlavano sempre con lui del proprio lavoro, mettendolo in ottima luce. Diventando capogruppo, non sarebbe stato un gradino sopra di me? A quel punto, non volevo più votare per lui, ma mi mancavano le conoscenze specifiche e non avevo i requisiti per fare il capogruppo. Mi sentivo davvero abbattuto e addolorato, e odiavo il fatto di non saperne di più sul lavoro. Proprio allora, mi è venuta in mente un’idea spaventosa: “Se non posso fare il capogruppo, farò sì che sia lo stesso per te”. Così, ho votato per fratello Wu, che non aveva la stessa professionalità. Con mia grande sorpresa, è stato comunque eletto fratello Zhang. Un esito del genere non mi faceva piacere ma mi sono subito sentito a disagio, come se dovessi vergognarmi di qualcosa. In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Se alcuni vedono qualcuno che è migliore di loro, gli tarpano le ali, mettono in giro voci sul suo conto oppure ricorrono a mezzi privi di scrupoli affinché gli altri non lo ammirino e nessuno sia migliore di chiunque altro; questa è, dunque, l’indole corrotta dell’arroganza e della presunzione, oltre che della disonestà, della falsità e dell’insidiosità, e queste persone non si fermano davanti a nulla pur di raggiungere i loro scopi. Vivono così, eppure pensano ugualmente di essere grandi e di essere brave persone. Ma hanno cuori timorosi di Dio? Anzitutto, per parlare dal punto di vista della natura di tali questioni, coloro che si comportano così non fanno semplicemente ciò che vogliono? Considerano gli interessi della famiglia di Dio? Pensano soltanto ai propri sentimenti e vogliono unicamente raggiungere i propri scopi, qualunque sia la perdita subita dal lavoro della famiglia di Dio. Le persone di questo tipo non sono solo arroganti e presuntuose, ma anche egoiste e spregevoli; sono totalmente irriguardose della intenzione di Dio e, senza ombra di dubbio, non possiedono cuori timorosi di Dio. È per questo che fanno qualunque cosa vogliano e che agiscono immotivatamente, senza alcun senso di colpa, senza alcuna trepidazione, apprensione o preoccupazione, e senza considerare le conseguenze. È ciò che fanno spesso, e il modo in cui si sono sempre comportate. Quali sono le conseguenze a cui simili persone vanno incontro? Si troveranno nei guai, giusto? Per dirla con leggerezza, tali persone sono fin troppo invidiose e hanno un desiderio fin troppo forte di fama e prestigio personali; sono troppo ingannevoli e infide. Per dirla più duramente, il problema sostanziale è che il cuore di simili persone non è minimamente timorato di Dio. Non temono Dio, si ritengono persone della massima importanza e reputano ogni aspetto di sé più nobile di Dio e della verità. Nei loro cuori, Egli è il meno degno di nota, il più insignificante, e non gode di alcun prestigio. Quanti non hanno posto per Dio nel proprio cuore e non Lo riveriscono hanno avuto accesso alla verità? (No.) Perciò che cosa fanno quando, come al solito, vanno in giro allegramente tenendosi impegnati e mettendoci parecchia energia? Tali persone sostengono perfino di aver abbandonato tutto per spendersi per Dio e di aver sofferto molto, ma, a dire il vero, arrecare beneficio a se stessi è la motivazione, il principio e l’obiettivo di tutte le loro azioni; essi stanno solo cercando di proteggere tutti i loro interessi. Direste o no che persone di questo tipo sono terribili? Che tipo di persona è una che non riverisce Dio? Non è arrogante? Non è Satana? Che tipo di cose sono quelle che non riveriscono Dio? Lasciando da parte gli animali, tutti quelli che non riveriscono Dio includono i demoni, Satana, l’arcangelo e quanti combattono Dio” (“Le cinque condizioni necessarie per intraprendere la retta via nella propria fede” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Queste parole hanno colto nel segno. Ricordando i miei pensieri e le mie azioni durante le elezioni, mi sono vergognato tantissimo. Avevo votato per motivazioni personali, per tutelare la mia posizione e il mio prestigio, senza accettare l’attento esame di Dio, senza alcuna riverenza per Dio. Sapevo che fratello Zhang era capace, che le sue condivisioni sulla verità erano pratiche e che nominarlo capogruppo avrebbe giovato all’ingresso nella vita di ognuno e al lavoro della Chiesa. Ma io ero geloso e temevo che, come capogruppo, mi superasse, così non l’ho votato deliberatamente. Avevo seguito il principio del gran dragone rosso, “Se l’autocrazia fallisce, assicurati che la democrazia non abbia successo”. Secondo i metodi del gran dragone rosso, se esso non ottiene il potere, nessun altro potrà farlo. Se necessario, scatenerà un’aspra lotta per distruggere entrambi. Non era lo stesso per me? Non potendo ottenere quel posto, volevo che neanche fratello Zhang ce la facesse. Preferivo vedere la persona sbagliata in quel ruolo e il lavoro della Chiesa danneggiato, pur di proteggere il mio prestigio e la mia fama. Ero così egoista, spregevole, furbo e maligno, senza la minima riverenza per Dio. Avevo goduto di tante verità espresse da Dio e avevuto ricevuto un compito grazie alla Sua gentilezza. Però, invece di pensare a come ripagare l’amore di Dio, ero geloso e cercavo la fama e il profitto. Facevo il tirapiedi di Satana, turbando il lavoro della casa di Dio. Non ero un degenerato doppiogiochista? Ho pensato a come ero stato rimosso dal mio compito un anno prima perché lottavo per la fama e il profitto, non svolgendo bene il mio compito, senza saper fare un lavoro pratico. Ora, ero nella stessa situazione, ma ancora cercavo il prestigio e la fama, invece della verità. Continuando così, sarei stato rifiutato ed eliminato da Dio.
In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Non conoscete la vostra condizione, tuttavia combattete l’uno contro l’altro nel letame. Cosa potete guadagnare da questa lotta? Se davvero nel vostro cuore c’era una reverenza sentita per Me, come avete potuto combattervi l’un altro dietro le Mie spalle? Indipendentemente da quanto sia elevato il tuo rango, non sei forse comunque un piccolo verme ripugnante nel letame? Sarai capace di farti crescere delle ali e diventare una colomba nel cielo?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Quando le foglie d’autunno torneranno alle loro radici, ti rammaricherai di tutto il male che hai commesso”). “Perché Dio dice che gli esseri umani sono ‘vermi’? Ai Suoi occhi, questi esseri umani corrotti sono chiaramente delle creature, ma fanno forse fronte alle responsabilità e ai doveri come spetterebbe alle creature? Sebbene siano in molti a compiere il loro dovere, fino a che punto svolgono bene il loro compito? Non sono nemmeno un po’ intraprendenti nell’adempiere il loro dovere; raramente prendono l’iniziativa di compierlo. Se non sono potati, trattati o disciplinati, non fanno nulla. Perciò è pur sempre necessario riunirsi, condividere e provvedere a loro perché abbiano almeno un po’ di fede e di spirito d’iniziativa. Non è forse questa la corruzione dell’uomo? […] Niente di ciò che pensano tutto il giorno ha alcuna attinenza con la verità o con il fatto di seguire la via di Dio; trascorrono tutta la giornata a rimpinzarsi e non riflettono su nulla. Anche se dedicano qualche riflessione a qualcosa, tale argomento non è in linea con le verità principi. Non ha il minimo rapporto con ciò che Dio richiede all’umanità. Queste persone provocano ostacoli e intralci in tutta l’attività che svolgono, e nemmeno lontanamente testimoniano Dio. Hanno la mente colma di pensieri su come ricercare qualcosa di buono per la carne, come lottare per il prestigio e la fama, come integrarsi in certi gruppi di persone e come farsi una posizione e avere una buona reputazione. Mangiano il cibo che Dio dona loro, gioiscono di tutto ciò che Egli fornisce, ma non fanno ciò che dovrebbero fare gli esseri umani. Può Dio gradire simili persone? […] Soprattutto, coloro che sono vermi sono indegni, spudorati e, agli occhi di Dio, non hanno alcun valore! Perché dico che simili persone non hanno valore? Dio ti ha creato, ti ha dato la vita, eppure tu non sai compiere il tuo dovere, ossia il minimo che dovresti fare; non fai altro che vivere a sbafo. Ai Suoi occhi non sei che un buono a nulla, e non ha senso che tu sia vivo. Persone del genere non sono forse dei vermi? Perciò, che cosa devi fare se non vuoi essere un verme? In primo luogo, devi trovare la tua collocazione e cercare in tutti i modi di compiere il tuo dovere, e così sarai in collegamento col Creatore; potrai renderGli conto. Dopo di che, valuta come essere leale nel compiere il tuo dovere. Non devi fare le cose meccanicamente o tirare avanti in qualche modo; invece devi metterci tutto il cuore. Non devi tentare di ingannare il Creatore. Devi fare qualunque cosa Egli ti chieda di compiere, e devi prestare attenzione e sottometterti” (“Sei indicatori di crescita nella vita” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”).
Riflettendo sulle parole di Dio, mi sentivo terribilmente angosciato. Mi sono reso conto che Dio considerava sporca e vile la mia lotta per la fama e il profitto. La fortuna di svolgere il mio compito nella casa di Dio nasceva da un’esaltazione eccezionale di Dio, ma io non stavo adempiendo ai miei obblighi. Anzi, avevo sempre pensato solo al prestigio e alla fama, addirittura intralciando il lavoro della casa di Dio per queste cose. Stavo facendo la parte di Satana. Era così disgustoso e odioso nei confronti di Dio! Dio dice: “Indipendentemente da quanto sia elevato il tuo rango, non sei forse comunque un piccolo verme ripugnante nel letame?” Ho capito che sono un essere creato, una persona sudicia e corrotta, senza alcun valore o dignità, quindi, anche se ottenessi una posizione, ciò non cambierebbe quel che sono. Non sapevo nemmeno svolgere bene il mio compito, ma gareggiavo sempre per la fama e il profitto, cercando l’ammirazione altrui. Dov’erano la mia coscienza e la mia ragionevolezza? Che valore aveva la mia vita? Non ero un verme inutile? Acquisita una certa comprensione della mia natura ed essenza da quanto hanno rivelato le parole di Dio, mi sono odiato e sono stato disposto ad abbandonare la carne e a praticare la verità.
In seguito, sono andato da fratello Zhang e mi sono aperto sulla mia corruzione, rivelando i miei motivi e azioni spregevoli durante le elezioni. Lui non solo non mi ha disprezzato, ma ha condiviso la sua esperienza per aiutarmi. Dopo la condivisione, il muro tra noi è scomparso e mi sentivo davvero libero e a mio agio. Da quel momento in poi, nel mio compito, quando incontravo difficoltà o non capivo un problema, mi rivolgevo a fratello Zhang, che mi rispondeva sempre con pazienza tramite la condivisione. Dopo un po’, la mia professionalità è aumentata. Quando ho rinunciato a fama e prestigio, praticando la verità, ho sperimentato il sollievo e la pace che derivavano dallo svolgere così il mio compito e mi sono avvicinato a Dio. Ancora una volta, mi sono liberato dalle catene della fama e del prestigio, assaggiando la mia salvezza pratica da parte di Dio.
Le elezioni annuali della Chiesa sono iniziate nell’ottobre 2017 e i fratelli e sorelle mi hanno raccomandato come candidato. Sentivo dentro di me una certa agitazione, e mi sono detto: “Sono oltre due anni che mi hanno rimosso dalla mia posizione di capo e ho sentito che alcuni fratelli e sorelle hanno una buona opinione di me. Dicono che le mie condivisioni sono diventate più pratiche e che in me c’è qualche cambiamento. Mi chiedo se stavolta riuscirò a essere nominato capo”. Mi sono reso conto di perseguire nuovamente la fama e il prestigio e ho pensato al dolore provato in passato, quando ero incatenato e limitato da quelle cose. Sapevo di non poter continuare quella ricerca, di dover abbandonare la carne e praticare la verità. Allora, ho pensato a questo passo tratto dalle parole di Dio: “Quando avrai rinunciato alla reputazione e al prestigio che sono di Satana, non sarai più vincolato e ingannato da idee e opinioni sataniche. Proverai sollievo e ti sentirai sempre più a tuo agio; ti sentirai libero e sollevato. Quando verrà il giorno in cui ti sentirai libero e sollevato, percepirai che le cose a cui hai rinunciato non erano che intralci, mentre le cose da te acquisite davvero sono per te particolarmente preziose. Percepirai che queste sono le cose di maggior valore e che sono particolarmente degne di essere apprezzate. Le cose che amavi (piaceri materiali, fama e fortuna, condizione sociale, denaro, prestigio e la stima degli altri) ti appariranno prive di valore; quelle cose ti hanno causato grandi sofferenze e non le desidererai più. Non le desidererai più nemmeno se ti apportassero prestigio e reputazione ancora maggiori; invece le detesterai e le rifiuterai dal profondo del cuore!” (“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Il mio cuore si è illuminato e sapevo che perseguire fama e prestigio non ha alcun valore, che comprendere e praticare la verità e svolgere il compito di un essere creato sono le cose più preziose. In realtà, partecipare alle elezioni non era per guadagnarmi un ruolo da capo, ma era per adempiere alle mie responsabilità partecipando al processo. Dovevo rinunciare ai miei desideri sfrenati di fama e prestigio e votare per un capo adeguato secondo i principi della verità. Questo avrebbe di certo giovato al lavoro della casa di Dio. Se mi avessero nominato capo, dovevo svolgere bene il mio compito. In caso contrario, non avrei dato la colpa a Dio, ma avrei svolto il mio compito nel migliore dei modi. Una volta corrette le mie motivazioni riguardo all’elezione, con mia grande sorpresa, mi hanno nominato capo. Di fronte a questo risultato, non ho gongolato come in passato, ritenendomi migliore degli altri, ma sentivo che era un mio incarico e una mia responsabilità, che avrei dovuto concentrarmi sul perseguire la verità e svolgere bene il compito, per essere degno dell’amore e della salvezza di Dio.
In questi ultimi tre anni, il giudizio e il castigo di Dio mi hanno mostrato chiaramente il danno arrecato da fama e prestigio e mi sono deciso a perseguire la verità. Anche se, a volte, ancora provo il desiderio di lottare per la fama e il guadagno, riesco a pregare consapevolmente Dio, a concentrarmi sulla pratica della verità e a svolgere bene il mio compito. Non sono più vincolato dalla mia indole satanica e corrotta. Rinunciando a fama e prestigio, ho percepito che non mi ero liberato solo di quelle cose, ma anche dalle pesanti catene con cui Satana mi aveva imbrigliato. Mi sento così rilassato e libero.
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