Liberarsi dai ceppi della schiavitù
Dio Onnipotente dice: “È tempo ora che Io determini la fine per ciascuna persona, non lo stadio al quale ho cominciato a operare sull’uomo. Scrivo nel Mio registro, una per una, le parole e le azioni di ciascuna persona, così come il loro percorso mentre Mi seguono, le loro caratteristiche intrinseche e i loro comportamenti finali. Così, non ci sarà modo che alcuno sfugga alla Mia mano, e tutti saranno con il proprio genere, che avrò loro assegnato” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione”). “L’esito di ciascuno è determinato in base all’essenza che si manifesta attraverso la sua condotta, ed è sempre determinato in modo pertinente. Nessuno può farsi carico dei peccati di un altro; e, a maggior ragione, nessuno può essere punito al posto di un altro. È qualcosa di assoluto. La cura amorevole di un genitore per i propri figli non significa che possa farsi operatore di giustizia al posto dei propri figli, né il rispettoso affetto di un figlio nei confronti dei propri genitori significa che il figlio possa farsi operatore di giustizia al posto dei propri genitori. Questo è l’autentico significato celato nelle parole: ‘Allora due saranno nel campo: l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata’. Nessuno può far entrare nel riposo i propri figli operatori di iniquità in virtù dell’amore che ha per loro, né si può far entrare nel riposo la propria moglie (o il proprio marito) in virtù della propria condotta giusta. Si tratta di una regola amministrativa; non ci possono essere eccezioni per nessuno. Gli operatori di giustizia sono operatori di giustizia, e gli operatori di iniquità sono operatori di iniquità. Gli operatori di giustizia potranno sopravvivere, mentre gli operatori di iniquità verranno distrutti. I santi sono santi; non sono corrotti. I corrotti sono corrotti, e non vi è in loro una sola particella di santità. Tutti i malvagi saranno distrutti e tutti i giusti sopravvivranno, anche se i figli di un operatore di iniquità compiono azioni giuste, e anche se i genitori di un operatore di giustizia commettano atti malvagi. Non c’è relazione tra un marito credente e una moglie non credente, come non c’è alcuna relazione tra figli credenti e genitori non credenti. Si tratta di due categorie incompatibili. Prima di entrare nel riposo, si possiedono parenti fisici, ma una volta entrati nel riposo, non si ha più alcun parente fisico di qualche importanza” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Le parole di Dio ci dicono che la Sua opera negli ultimi giorni consiste nel classificare le persone in base al loro genere. Egli determina l’esito e la destinazione di ogni persona in base al loro comportamento, natura ed essenza. È qualcosa che nessuno può cambiare ed è determinato dall’indole giusta di Dio. Dio vuole che trattiamo gli altri seguendo le Sue parole e i principi della verità. Non possiamo proteggere o favorire nessuno in base alle emozioni, nemmeno i nostri cari. Ciò sarebbe contrario alla verità e rappresenterebbe un’offesa all’indole di Dio.
Una volta, circa tre anni fa, poco prima della chiusura di una riunione, un capo mi disse: “Tuo padre non fa che creare conflitti tra i fratelli e le sorelle, perturbando la vita della Chiesa. Abbiamo tenuto condivisioni con lui, analizzato la situazione e lo abbiamo messo in guardia, ma non vuole sentire ragioni. I fratelli e le sorelle hanno riferito che, in passato, adempiendo al suo dovere, ha già fatto la stessa cosa in altri posti. Raccoglieremo prove circa le sue azioni malvagie”. Quando sentii quelle parole, il mio cuore si fermò e mi chiesi: “La situazione è davvero così grave?” Ma poi pensai a come, nelle riunioni a cui avevo assistito con lui, mio padre turbasse la vita della Chiesa e non accettasse la verità. Nelle riunioni, non teneva condivisioni sulle parole di Dio, ma parlava sempre di argomenti estranei alla verità, fomentando le persone in modo che non potessero meditare con calma sulle parole di Dio. Glielo dissi, ma non mi ascoltò affatto. Al contrario, mi propinò una montagna di scuse per farmi ricredere. Parlai della situazione con il capo della Chiesa, il quale in seguito tenne condivisioni con mio padre, lo aiutò diverse volte e gli spiegò l’essenza e le conseguenze del suo comportamento. Ma mio padre si rifiutava di accettarlo. Continuava a inventare scuse e a discutere. Non si pentiva affatto. E la situazione doveva essere peggiorata poiché i fratelli e le sorelle avevano iniziato a segnalarlo. Ricordai che, nella Chiesa, un paio di persone che erano state ritenute malvagie erano state espulse perché non praticavano la verità e, al contrario, turbavano di continuo la vita della Chiesa senza mai pentirsi. Se mio padre era davvero così, non sarebbe stato espulso anche lui? Se ciò fosse accaduto davvero, il suo percorso di fede sarebbe terminato. Allora per lui ci sarebbe ancora stata una possibilità di salvezza? Mentre ci pensavo, andavo sempre più nel panico e sentivo come dei nodi nel cuore.
Quella notte non riuscii a dormire e non feci che rigirarmi nel letto, pensando a ciò che gli altri avevano detto di mio padre. Sapevo che stavano solo cercando di proteggere la vita della Chiesa da turbamenti per riguardo verso l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle, e che ciò era in linea con la volontà di Dio. Sapevo del comportamento di mio padre e mi chiedevo se avrei dovuto parlarne con il capo. Pensai a quanto lui fosse stato amorevole quando ero piccola. Ogni volta che litigavo con mio fratello, che fossi nel torto o che avessi ragione, mio padre mi proteggeva; quando faceva freddo e nella mia scuola non c’erano letti caldi, faceva quasi 100 km in bici per portarmi un piumino. Mia madre era spesso lontana da casa per adempiere al suo dovere, così era mio padre che mi preparava da mangiare e si prendeva cura di me. Mentre continuavo a pensarci, non riuscivo a trattenere le lacrime. E mi dicevo: “Mio padre mi ha cresciuta. Se lo mettessi a nudo e lui lo scoprisse, non direbbe che sono una persona senza coscienza e senza cuore? Come potrei affrontarlo in casa dopo un simile gesto?” Controvoglia iniziai a scrivere alcune cose sul comportamento di mio padre, ma non potei continuare. Pensavo: “Cosa succederà se scrivo tutto quello che so e lui verrà cacciato? Meglio lasciar stare. Non dovrei scrivere certe cose”. Volevo farmi un bel sonno profondo per evadere dalla realtà, ma non riuscii a chiudere occhio. Mi sentivo in colpa e a disagio. Ultimamente il suo comportamento non era stato proprio ineccepibile, e io ero a conoscenza di alcune sue azioni passate. Se avessi tenuto quelle informazioni per me, non avrei nascosto la verità? Fu un vero conflitto interiore per me. Dovetti presentarmi dinanzi a Dio in preghiera. Così pregai: “Oh Dio, sono in parte a conoscenza del male che ha fatto mio padre, e sono consapevole che è mio dovere sostenere l’opera della Chiesa ed essere sincera su ciò che so, ma non voglio farlo perché ho paura che verrà espulso. Dio, Ti prego, guidami cosicché io possa praticare la verità, essere una persona onesta e sostenere l’opera della Chiesa”. Dopo quella preghiera, mi sentii un po’ più calma. Poi, lessi le seguenti parole di Dio: “Tutti voi sostenete che siete rispettosi del fardello di Dio e che difenderete la testimonianza della Chiesa, ma chi tra voi è stato davvero rispettoso del fardello di Dio? Domandati: sei uno che ha mostrato rispetto per il fardello di Dio? Sai praticare la giustizia per Dio? Sai alzarti e parlare a Mio nome? Sai mettere fermamente in pratica la verità? Sei abbastanza coraggioso da combattere contro tutti gli atti di Satana? Saresti capace di mettere da parte le tue emozioni e smascherare Satana a beneficio della Mia verità? Sai consentire che la Mia volontà sia attuata in te? Hai offerto il tuo cuore nel più cruciale dei momenti? Sei uno che fa la Mia volontà? Domandatelo e pensaci spesso” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 13”). “Gli uomini vivono tutti nell’emozione – e così Dio non ne evita nemmeno uno e svela i segreti nascosti nei cuori dell’intera umanità. Perché è così difficile per le persone separarsi dall’emozione? È più elevata dei criteri della coscienza? La coscienza può compiere la volontà di Dio? L’emozione può aiutare le persone a superare le avversità? Agli occhi di Dio, l’emozione è Sua nemica: non è stato forse affermato chiaramente nelle parole di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 28”). Non avevo risposte alle domande presenti nelle parole di Dio. Sapevo bene che mio padre non perseguiva la verità, che turbava le riunioni e il nutrimento che gli altri traevano dalle parole di Dio. Non ascoltava le condivisioni di nessuno, era prevenuto nei confronti degli altri, giudicava le persone alle loro spalle e seminava discordia. Ma, sopraffatta dall’emozione, non riuscivo a tenere conto di come l’ingresso nella vita dei miei fratelli e sorelle venisse perturbato. Per proteggerlo e difenderlo, non volevo essere sincera con il capo. Non stavo mettendo in pratica la verità né rispettando la volontà di Dio. Pensavo alle due persone malvagie che la Chiesa aveva espulso in precedenza. Vederle rifiutarsi di praticare la verità e perturbare la vita della Chiesa, mi aveva riempita di rabbia, così le avevo smascherate in modo giusto e severo. Quindi perché, giunto il momento di parlare del comportamento di mio padre, non riuscivo a essere sincera? In quell’occasione, capii che non ero una persona onesta e che ero priva di senso di giustizia. In quel momento critico, non stavo praticando la verità né sostenendo l’opera della Chiesa Al contrario, stavo proteggendo mio padre guidata dall’emozione, stavo coprendo i suoi atti malvagi e andando contro i principi della verità. Questo non equivaleva forse a schierarsi dalla parte di Satana e a essere nemica di Dio? Quando me ne resi conto, pregai e mi pentii dinanzi a Dio: “Non voglio più agire seguendo le mie emozioni. Voglio essere onesta riguardo a mio padre”.
Dopo quella preghiera, ripensai ad alcune delle sue azioni malvagie e le elencai tutte, una ad una. Mentre prestava servizio come diacono evangelico, aveva avuto pregiudizi nei confronti del suo collaboratore, fratello Zhang. Lo giudicò e lo discriminò dinanzi ad altri fratelli e sorelle, facendo sì che fratello Zhang cadesse in preda allo stress e alla negatività. Il capo potò e trattò mio padre, ma lui non lo volle ascoltare. Quando i fratelli e le sorelle segnalavano i suoi problemi, lui non ne ammetteva nessuno. Si concentrava sempre sui difetti degli altri, sfruttava le loro debolezze e non faceva che ripetere: “Sono credente da così tanti anni. Io capisco tutto!” Quando vedeva che mi impegnavo attivamente nello svolgimento del mio dovere, mi esortava a cercare denaro e cose mondane e mi diceva sempre cose negative per smorzare l’entusiasmo che mostravo per il mio dovere. Una volta, dopo essere rimasto coinvolto in un incidente d’auto, mio padre ricevette la visita di fratello Lin che, venuto dalla Chiesa, tenne con lui una condivisione sulla verità e gli disse di riflettere su se stesso e di imparare la propria lezione, ma mio padre non volle saperne. Distorse i fatti e diffuse la voce che fratello Lin era venuto soltanto per deriderlo. Di conseguenza, alcuni fratelli e sorelle iniziarono ad avere pregiudizi nei confronti di fratello Lin. Trovarmi a ripensare a quei momenti mi sorprese e mi fece arrabbiare. Mi chiesi: “Questo è davvero mio padre? Questa non è una persona cattiva?” Avevo sempre pensato che, in tutti quegli anni di fede, egli avesse svolto il proprio dovere e diffuso il Vangelo, che fosse capace di soffrire e pagare un prezzo. Ero stata ingannata dall’apparenza e avevo creduto che fosse un vero credente. Non avevo mai provato a discernere il suo comportamento. Ero così sciocca e cieca. In quel momento, mi rimproveravo per essere stata guidata dall’emozione, per averlo coccolato e protetto. Poi lessi il seguente passo delle parole di Dio: “Coloro che nella Chiesa danno sfogo al loro parlare maligno e velenoso, coloro che diffondono dicerie, alimentano il disaccordo e formano cricche a parte tra i fratelli e le sorelle, avrebbero dovuto essere espulsi dalla Chiesa. Tuttavia, poiché questa è un’epoca diversa dell’opera di Dio, queste persone sono state limitate, perché sono destinate a essere oggetto di eliminazione. Tutti coloro che sono stati corrotti da Satana hanno un’indole corrotta, ma alcune persone non si limitano a questo: oltre ad avere un’indole satanica, hanno anche una natura estremamente malvagia. Quindi non solo le loro parole e azioni rivelano un’indole satanica corrotta, ma le persone stesse sono il vero diavolo Satana. Il loro comportamento interrompe e disturba l’opera di Dio, pregiudica l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle e nuoce alla normale vita della Chiesa. Prima o poi questi lupi travestiti da agnelli devono essere eliminati, e nei loro confronti, in quanto lacchè di Satana, bisogna adottare un atteggiamento inflessibile di rifiuto. Solo in questo modo si sta dalla parte di Dio, e coloro che non riescono a farlo sguazzano nel fango di Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Un monito per coloro che non praticano la verità”). Comparando il comportamento di mio padre con le parole di Dio, mi resi conto che quella che stava mostrando non era solo un’indole corrotta, ma una natura malvagia. A livello superficiale, era entusiasta e capace di soffrire per il proprio dovere e riusciva a continuare a diffondere il Vangelo a dispetto della persecuzione del Partito Comunista Cinese, ma non era in grado di accettare la verità. Anzi, la odiava. Le sue azioni rivelavano la sua natura astuta e maligna. In sostanza, era un uomo malvagio che apparteneva a Satana e doveva essere espulso. Sebbene fossi sua figlia, non potevo seguire i miei sentimenti. Forte della mia fede, dovevo schierarmi dalla parte di Dio nella mia fede e smascherare e rinunciare a Satana. Pensai ai fratelli e alle sorelle del gruppo di cui ero a capo, che non avevano alcun discernimento su di lui. Dovevo tenere condivisioni con loro e smascherare la malvagità di mio padre, in modo che non potesse più ingannarli. Ma poi mi preoccupai: “Alcuni di loro hanno conosciuto la fede grazie a lui e ci vanno d’accordo. Se lo smaschero, non diranno che non ho una coscienza, che io sia senza cuore? Inoltre, se viene allontanato e perde la possibilità di essere salvato, sarà una situazione molto dolorosa per lui”. Quel pensiero mi sconvolse davvero e persi il desiderio di tenere una condivisione su quell’argomento. Quella notte, rimasi a letto senza dormire, pensando che, se non avessi rivelato la malvagità di mio padre, e i fratelli e le sorelle avessero vissuto ancora nell’inganno e si fossero schierati dalla sua parte, allora avrebbero condiviso con lui la sua malvagità. Vedere che venivano ingannati senza tenere una condivisione con loro non avrebbe significato danneggiarli? A quel pensiero, provai un certo senso di colpa, così rivolsi una preghiera a Dio: “Oh Dio, ho così tante preoccupazioni adesso. Ti prego, dammi la fede e la forza, guidami e fa sì che io pratichi la verità e smascheri questa persona malvagia”.
Dopo aver pregato, lessi questo passo delle parole di Dio: “Nelle parole di Dio, quale principio è menzionato riguardo al modo in cui le persone dovrebbero trattarsi a vicenda? Ama ciò che Dio ama e odia ciò che Dio odia. Ossia, le persone che Dio ama, che veramente ricercano la verità e fanno la volontà di Dio sono proprio quelle che dovresti amare. Coloro che non fanno la volontà di Dio, che odiano Dio, che Gli disobbediscono e che Egli disprezza sono quelle che anche noi dovremmo disprezzare e respingere. Questo è ciò che richiede la parola di Dio. Se i tuoi genitori non credono in Dio, allora Lo odiano e, se Lo odiano, allora Dio certamente li aborrisce. Quindi, se ti venisse detto di odiare i tuoi genitori, ne saresti capace? Se essi si oppongono a Dio e Lo denigrano, allora sono certamente persone che Egli odia e maledice. In simili circostanze, come dovresti trattare i tuoi genitori nel caso in cui ostacolassero la tua fede in Dio e nel caso in cui invece non lo facessero? Durante l’Età della Grazia, il Signore Gesù disse: ‘Chi è Mia madre? E chi sono i Miei fratelli? […] Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre Mio che è nei cieli, Mi è fratello, sorella e madre’. Queste affermazioni esistevano già nell’Età della Grazia, e oggi le parole di Dio sono ancora più appropriate: ‘Ama ciò che Dio ama, odia ciò che Dio odia’. Queste parole vanno dritte al punto, eppure spesso le persone sono incapaci di comprenderne il vero significato. Se una persona è maledetta da Dio, ma in base all’apparenza esteriore sembra a posto, oppure è un tuo genitore o parente, allora potresti scoprirti incapace di odiare tale persona, e fra voi potrebbe esserci perfino grande intimità e uno stretto rapporto. Quando ascolti queste parole di Dio, ti senti afflitto e non sei capace di indurire il tuo cuore verso tale persona o di abbandonarla. Questo perché vi è qui a vincolarti una nozione tradizionale. Pensi che se agisci in questo modo incorrerai nell’ira del Cielo, sarai punito dal Cielo e perfino escluso dalla società e condannato dall’opinione pubblica. Inoltre, un problema ancora più pragmatico è che ti peserà sulla coscienza. Tale coscienza proviene da ciò che i tuoi genitori ti hanno insegnato fin dall’infanzia, oppure dall’influenza e dalla contaminazione della cultura sociale, che hanno entrambe messo radici in te e ti hanno inculcato un modo di pensare tale che tu non riesci a mettere in pratica la parola di Dio, né ad amare ciò che Egli ama e a odiare ciò che Egli odia. Tuttavia, nel profondo, tu sai che dovresti odiare e respingere tale persona, perché la tua vita proviene da Dio, non ti è stata data dai tuoi genitori. L’uomo deve venerare Dio e ritornare a Lui. Anche se tu lo dici e lo pensi, non riesci proprio ad accettarlo né a metterlo in pratica. Cosa sta succedendo qui, lo sai? Succede che queste cose ti hanno vincolato in maniera salda e profonda. Satana sfrutta queste cose per vincolarti i pensieri, la mente e il cuore, così che tu non riesca ad accettare le parole di Dio. Simili cose ti hanno riempito completamente, al punto che non hai più spazio per le parole di Dio. Inoltre, se cerchi di mettere in pratica le Sue parole, queste cose avranno effetto dentro di te e ti porranno in conflitto con le Sue parole e le Sue prescrizioni, rendendoti in tal modo incapace di districarti da tali nodi e di liberarti da questa schiavitù. Non avrai speranza di farcela e, senza la forza di lottare, dopo un po’ ti arrenderai” (“Soltanto riconoscendo le tue idee fuorviate puoi conoscere te stesso” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Fu allora che compresi: il principio secondo cui Dio ci chiede di trattare gli altri dev’essere quello di amare ciò che Egli ama e odiare ciò che Egli odia. Le persone che amano la verità e sanno fare la volontà di Dio sono quelle che dovremmo trattare con amore, mentre le persone malvagie che odiano la verità e resistono a Dio sono quelle che dovremmo odiare. Solo questa pratica rispecchia la volontà di Dio. Tuttavia, quando si trattava di mio padre, ero sempre limitata dalle emozioni. Non facevo che proteggerlo e coprirlo. Non ero in grado di amare ciò che Dio ama e di odiare ciò che Dio odia. Ciò accadeva perché le vecchie nozioni sataniche, quali “Il sangue non è acqua” e “L’uomo non è inanimato; come può essere privo di emozioni?”, esercitavano una certa influenza sul mio cuore. Non riuscivo a distinguere il bene dal male e pensavo che smascherare il comportamento malvagio di mio padre sarebbe stato un gesto scandaloso e senza scrupoli. Temevo di essere criticata e condannata dagli altri. Per proteggere una relazione carnale familiare, non riuscivo a sostenere la verità e a smascherare una persona malvagia incurante del lavoro della casa di Dio e dell’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. Era questo a essere davvero inconcepibile e privo di umanità. Compresi che quelle vecchie nozioni sataniche mi stavano impedendo di praticare la verità, facendomi schierare dalla parte di Satana e resistere a Dio, malgrado me stessa. Di fatto, Dio non ha mai detto che dobbiamo essere accondiscendenti con i demoni e con le persone malvagie, né ha affermato che rinnegare i propri cari appartenenti a Satana sia immorale. Nell’Età della Legge, i figli non credenti di Giobbe morirono in una calamità, ma Giobbe non si lamentò con Dio della loro morte in preda alla propria emozione. Al contrario, egli lodò il nome di Dio. Nell’Età della Grazia, i genitori di Pietro soffocarono e ostacolarono la sua fede, allora lui li abbandonò e se ne andò di casa, rinunciando a tutto per seguire Dio, e ottenne così la Sua lode. Pensando alle esperienze di Giobbe e di Pietro, acquisii una certa comprensione di quanto Dio ci richiede, ovvero amare ciò che Egli ama e odiare ciò che Egli odia.
Quindi lessi un altro passo delle parole di Dio: “Chi è Satana, chi sono i demoni e chi sono i nemici di Dio se non degli oppositori che non credono in Dio? Non sono forse quelle persone che disobbediscono a Dio? Non sono forse quelle persone che a parole dichiarano di credere, ma di fatto mancano della verità? Non sono forse quelle persone che si propongono unicamente di ottenere le benedizioni, ma non sono in grado di rendere testimonianza a Dio? Puoi ancora mescolarti a tali demoni oggi e avere coscienza e provare amore verso di loro, ma così facendo non stai forse offrendo a Satana delle buone intenzioni? Questo non è forse alla stregua di associarsi ai demoni? Se oggi le persone non sono ancora capaci di distinguere tra bene e male e continuano a essere amorevoli e misericordiosi ciecamente, senza in alcun modo avere intenzione di cercare la volontà di Dio o essere capaci in alcun modo di far proprie le intenzioni di Dio come se fossero le proprie, allora conosceranno una fine tanto più misera. […] Se sei in armonia con coloro che Io detesto e con i quali non concordo, e nutri ancora amore o coinvolgimento personale nei loro confronti, in tal caso non stai forse compiendo un atto di disobbedienza? Non stai forse intenzionalmente resistendo a Dio? Una persona come queste possiede forse la verità? Se le persone hanno coscienza e amore nei confronti dei nemici, rapporti d’amore verso i demoni e misericordia verso Satana, non stanno forse intenzionalmente interferendo con l’opera di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Quella lettura mi fece sentire in colpa e angosciata. Sapevo che mio padre odiava la verità ed era sempre stato un elemento di disturbo per la vita della Chiesa e che la sua natura ed essenza erano malvagie, ma continuavo a essere accomodante e amorevole verso di lui, addirittura coprendolo e proteggendolo. Non era esattamente ciò che Dio intendeva quando diceva: “offrire a Satana buone intenzioni” e “associarsi ai demoni”? Non mi stavo sfacciatamente opponendo a Dio e non stavo forse perturbando il lavoro della Chiesa? Nella casa di Dio, sono la verità e la giustizia a regnare. Tutte le forze del male di Satana, comprese le persone malvagie e gli anticristi, non possono rimanervi. Devono essere smascherate ed eliminate da Dio ed epurate dalla Chiesa. Ciò è determinato dall’indole giusta di Dio. Ma io avevo coperto una persona malvagia, cercando di far sì che rimanesse nella casa di Dio. Così non stavo tollerando che una persona malvagia recasse disagi alla vita della Chiesa? Non stavo aiutando un nemico malvagio? Non mi stavo opponendo a Dio? Andare avanti in quel modo avrebbe significato essere punita da Dio insieme al malvagio. Rendermene conto mi spaventò un po’. Compresi che l’indole giusta di Dio non tollera offese e che coprire un malfattore seguendo i propri sentimenti è molto pericoloso! Non potevo più parlare e agire in base ai miei sentimenti. Anche se si trattava di mio padre, dovevo praticare la verità, amare ciò che Dio ama, odiare ciò che Dio odia e sostenere gli interessi della casa di Dio.
Più tardi andai a un incontro con il mio gruppo e rivelai tutta la verità sul comportamento di mio padre e sulle sue azioni malvagie. I fratelli e le sorelle che lui aveva ingannato iniziarono a discernere la sua essenza. E, in seguito, la Chiesa notificò l’espulsione di mio padre. Quando tornai a casa, gli lessi la notifica e gli parlai del suo comportamento malvagio. Rimasi scioccata quando sdegnosamente mi disse: “Sapevo da tempo che mi avrebbero cacciato. In tutti questi anni ho creduto in Dio solo per ottenere le Sue benedizioni, altrimenti avrei smesso di crederci molto tempo fa”. Vedendo che non aveva intenzione di pentirsi, in cuor mio capii molto chiaramente che la sua essenza malvagia era stata completamente rivelata. Dopo che mio padre venne cacciato, non ci furono malfattori a turbare le cose nella Chiesa. Durante le riunioni, tutti i fratelli e le sorelle potevano leggere le parole di Dio e tenere condivisioni sulla verità senza turbamenti. Facevano i loro doveri in modo appropriato e la vita della Chiesa dava i suoi frutti. Compresi che nella casa di Dio regnano la verità e la giustizia e che, quando pratichiamo la verità secondo le parole di Dio, siamo testimoni della Sua guida e delle Sue benedizioni. Per quanto riguarda mio padre, poco a poco mi liberai dai miei sentimenti personali e, alla fine, fui in grado di mettere parzialmente in pratica la verità e di favorire l’opera della Chiesa. Tutto ciò fu possibile grazie al giudizio e al castigo delle parole di Dio!
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