Ammalarmi di Covid mi ha rivelata
Negli ultimi anni, con la diffusione della pandemia di coronavirus in tutto il mondo, sempre più persone ne sono state infettate e molte di loro sono morte. Ho pensato tra me e me: “La fine dell’opera di Dio sarà seguita dalla grande calamità, e tutti coloro che fanno del male e si oppongono a Dio sprofonderanno nel disastro e saranno distrutti. Solo coloro che accettano il giudizio e il castigo delle parole di Dio e vengono purificati possono ricevere la protezione di Dio e accedere al Suo regno. Devo intensificare la diffusione del Vangelo, lo svolgimento del mio dovere e preparare più buone azioni. Solo allora otterrò un buon esito e una buona destinazione”. Ho anche pensato: “Dopo aver accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, ho rinunciato al mio lavoro per diffondere il Vangelo. Sono stata arrestata diverse volte e non ho mai tradito i fratelli e le sorelle o la chiesa. In seguito, ho continuato a diffondere il Vangelo come facevo prima e ho conquistato parecchie persone in questi anni. Anche se ho già 70 anni, sono ancora responsabile dell’opera evangelica di diverse chiese e i loro risultati non sono male. Confido che finché persisterò nell’assolvere bene il mio dovere, Dio mi salverà sicuramente in futuro!” Pensando a questo, gioivo nel cuore ed ero molto attiva nel mio dovere.
Una mattina del dicembre 2022, dopo essermi alzata, mi sentivo un po’ febbricitante, con la gola irritata e la tosse. Recentemente ero stata a contatto con una persona che aveva il Covid, quindi sospettai di essere stata contagiata anche io. Tuttavia, i miei sintomi in quel momento non erano troppo gravi e riuscivo a tollerarli, quindi non la presi troppo sul serio. Dopo aver riposato a casa per un paio di giorni, mi sentivo un po’ meglio. In quel momento ero abbastanza felice, pensando che poiché credevo in Dio e avevo sempre svolto il mio dovere nella chiesa negli anni, Egli mi aveva permesso di riprendermi rapidamente, quindi dovevo soprattutto diffondere il Vangelo e preparare più buone azioni. Inaspettatamente, la mia malattia si aggravò. Un giorno tornai a casa dopo aver diffuso il Vangelo quando all’improvviso tutto il mio corpo diventò debole, mi salì molto la febbre e iniziai ad avere le vertigini. Il giorno successivo avevo ancora la febbre alta che non accennava a diminuire. In quel momento ero un po’ nel panico e pensai: “Quando mi sono ammalata non mi sono lamentata e ho continuato a svolgere il mio dovere come sempre. Avrei dovuto ricevere la protezione di Dio, quindi perché all’improvviso mi sento peggio? Dall’epidemia di coronavirus, molte persone in tutto il mondo sono morte e molte di loro erano anziani. Se continuo a peggiorare, morirò anch’io?” In quei giorni presi delle medicine per abbassare la febbre, ma restò alta. Mi sentivo stanca e tossivo costantemente. Soprattutto quando sentivo di anziani che conoscevo morti a causa del Covid, mi spaventavo e mi preoccupavo, pensando: “L’opera di Dio finirà presto. Se muoio adesso, potrò comunque essere salvata? Tutto quello che ho speso in questi anni sarà sprecato? Ci sono alcune persone nella chiesa che non svolgono alcun dovere; come mai non sono state ancora contagiate? Nel frattempo, ho rinunciato alla famiglia e alla carriera e ho sempre svolto il mio dovere, soffrendo molto e pagando un caro prezzo. Perché Dio non mi ha protetta?” Pensando a questo, non potevo fare a meno di sentirmi depressa. Sebbene non dicessi nulla e continuassi a fare il mio dovere, il mio cuore aveva perso vigore e non volevo soffrire né pagare il prezzo per il mio dovere. Quando il leader mi disse che pensava di affidarmi l’incarico dell’opera evangelica di alcune altre chiese, non ero molto contenta. Pensavo fosse più importante mantenermi in buona salute. Se avessi dovuto preoccuparmi di troppe cose, il mio corpo non lo avrebbe tollerato. Inoltre, non mi ero ancora ripresa completamente dalla mia ultima battaglia contro il Covid. Se fossi stata di nuovo contagiata, davvero avrei potuto non farcela. Svolgendo successivamente il mio dovere, ogni volta che avevo i brividi e tossivo, temevo che le cose sarebbero potute peggiorare e spesso ero preoccupata e spaventata. Mi resi conto che il mio stato non era corretto e pregai Dio: “Dio! Tu mi hai permesso di avere questa malattia, ma avanzo delle richieste nei Tuoi confronti e non riesco mai a sottomettermi. Per favore guidami per sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni e per cercare la verità e trarne degli insegnamenti!”
Dopo aver pregato, lessi alcune parole di Dio: “Quando non sono capaci di vedere con chiarezza, comprendere e accettare gli ambienti che Dio orchestra e la Sua sovranità, e di sottomettervisi, e quando affrontano varie difficoltà della loro vita quotidiana, o quando queste difficoltà superano ciò che una persona normale può sopportare, gli individui provano inconsciamente ogni tipo di preoccupazione e ansia, e persino angoscia. Non sanno cosa accadrà domani, o dopodomani, o come staranno le cose tra qualche anno, o cosa riserverà loro il futuro, e quindi si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati per ogni sorta di cose. Qual è il contesto in cui le persone si sentono angosciate, ansiose e preoccupate per ogni genere di cose? È che non credono nella sovranità di Dio, ossia non sono in grado di crederci e di vederla con chiarezza. Non la capirebbero e non ci crederebbero neanche se la vedessero con i loro occhi. Non credono che Dio detenga la sovranità sul loro destino, non credono che la loro vita sia nelle Sue mani, e quindi nel loro cuore nascono prima la sfiducia e poi il biasimo verso la sovranità di Dio e le Sue disposizioni, e sono incapaci di sottomettersi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (3)”). “Chi è malato pensa spesso: ‘Sono determinato a svolgere bene il mio dovere, ma ho questa malattia. Chiedo a Dio di preservarmi dal male e con la Sua protezione non ho nulla da temere. Tuttavia, se prosciugo le mie energie svolgendo i miei doveri, la mia malattia si aggraverà? Cosa farò se si aggraverà davvero? Se dovrò essere ricoverato in ospedale per sottopormi a un’operazione, non avrò i soldi per pagarla; quindi, a meno che non prenda un prestito per pagare le cure, la mia malattia non peggiorerà ulteriormente? In caso si aggravasse davvero molto, morirò? Una morte del genere può essere considerata normale? Se muoio veramente, Dio commemorerà i doveri che ho svolto? Sarò considerato come qualcuno che ha compiuto buone azioni? Otterrò la salvezza?’ […] Ogni volta che pensano a queste cose, una profonda sensazione di angoscia invade loro il cuore. Anche se non smettono mai di svolgere il loro dovere e fanno sempre quello che devono, pensano costantemente alla loro malattia, alla loro salute, al loro futuro, alla loro vita e alla loro morte. Infine, la conclusione a cui arrivano è una pia illusione: ‘Dio mi guarirà, Dio mi proteggerà. Dio non mi abbandonerà e non resterà a guardare senza fare nulla se vedrà che mi ammalo’. Questi pensieri non hanno alcun fondamento, e si potrebbero addirittura definire come una sorta di nozione. Le persone non saranno mai in grado di risolvere le loro difficoltà pratiche con nozioni e fantasie di questo genere, e nel loro intimo si sentono vagamente angosciate, ansiose e preoccupate per la loro salute e le loro malattie; non hanno idea di chi si assumerà la responsabilità di queste cose, né se qualcuno lo farà” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (3)”). Dio ha esposto che le persone non comprendono veramente la Sua onnipotenza e sovranità e temono sempre la morte. Per questo motivo vivono emozioni negative di angoscia e preoccupazione. Il mio stato era esattamente quello che Dio aveva esposto. Dopo aver preso il Covid, all’inizio ero migliorata rapidamente, quindi ero felice e ringraziavo Dio per la Sua cura e protezione. Più tardi, quando le mie condizioni si erano aggravate ed era arrivata la febbre alta, ero spaventata e mi preoccupavo perché essendo anziana sarei potuta morire a causa di questo virus se la mia malattia fosse peggiorata. Vivevo in depressione, senza energia nello svolgimento del mio dovere. In particolare, quando il leader volle affidarmi l’incarico dell’opera evangelica di diverse altre chiese, temevo che se il mio dovere fosse stato troppo faticoso, le mie condizioni sarebbero peggiorate e avrei finito per morire di Covid, quindi non osai accettarlo. Spesso vivevo nell’ansia e nella paura durante la malattia, e non avevo il giusto stato d’animo per svolgere il dovere che avrei dovuto assolvere. Dio è il Creatore che detiene la sovranità e controlla ogni cosa. Quando mi ammalo, quando mi riprendo, quando la mia vita terminerà: tutto questo è nelle mani di Dio, e dovrei sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Tuttavia, non avevo fede nella sovranità di Dio né credevo che fosse Lui a controllare tutto, e vivevo sempre nella preoccupazione e nella paura. Ero così stupida! Dio aveva lasciato che soffrissi di questa malattia e dovevo cercare la verità e trarne degli insegnamenti. Se avessi vissuto sempre in questa sensazione di negatività, se un giorno avessi guardato davvero la morte in faccia, mi sarei ancora lamentata, fraintendendo e incolpando Dio e pronunciando perfino parole che si opponevano a Lui e che Egli avrebbe detestato e condannato. Pensando a questo, avevo paura e sentivo anche un senso di urgenza, desiderando ricercare la verità e risolvere questo stato.
Durante la ricerca, lessi un passaggio delle parole di Dio: “Su che base tu, un essere creato, avanzi richieste a Lui? Gli esseri umani non sono qualificati per avanzare richieste a Dio. Non vi è nulla di più irragionevole che avanzare richieste a Dio. Egli farà ciò che deve fare, e la Sua indole è giusta. La giustizia non è affatto equità o ragionevolezza; non è egualitarismo, né è questione di assegnarti ciò che meriti a seconda di quanto lavoro hai portato a termine o di pagarti per il lavoro che hai svolto, né di darti il dovuto in base all’impegno che ci hai messo. Questa non è giustizia, è semplicemente essere equi e ragionevoli. Pochissime persone sono capaci di conoscere l’indole giusta di Dio. Supponiamo che Dio avesse eliminato Giobbe dopo che questi Lo ebbe testimoniato: sarebbe stato giusto? In effetti, sì. Perché questo si definisce giustizia? Le persone come valutano la giustizia? Se una cosa è in linea con le nozioni umane, è allora molto facile dire che Dio è giusto; se però si vede che quella cosa non è in linea con le proprie nozioni (se è qualcosa che si è incapaci di comprendere), sarà allora difficile dire che Dio è giusto. Se Dio all’epoca avesse distrutto Giobbe, nessuno avrebbe detto che Dio fosse giusto. In realtà, però, che gli esseri umani siano stati corrotti o no, e che siano stati profondamente corrotti o no, Dio deve forse giustificarSi quando li distrugge? Deve forse spiegare agli esseri umani su che base agisce? Deve forse dire loro le regole che ha stabilito? Non vi è necessità. Agli occhi di Dio, chi è corrotto, e chi è incline a opporsi a Dio, non ha alcun valore; comunque Dio lo tratti, è il modo appropriato, e sono tutte Sue disposizioni. Se tu fossi sgradito agli occhi di Dio ed Egli dicesse che dopo la tua testimonianza non Gli servi più e pertanto ti distruggesse, sarebbe anche questa la Sua giustizia? Sì. […] Tutto ciò che Dio fa è giusto. Benché gli esseri umani possano non essere in grado di percepire la giustizia di Dio, non dovrebbero emettere giudizi a piacimento. Se una cosa che Egli fa ti sembra irragionevole o se hai delle nozioni al riguardo e questo ti induce a dire che Egli non è giusto, allora sei davvero irragionevole” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi resi conto che in passato non avevo veramente compreso l’indole giusta di Dio. Avevo sempre pensato che, dal momento che mi ero spesa per Dio nello svolgimento del mio dovere, avrei dovuto ricevere la Sua cura e protezione e non avrei dovuto far fronte alla malattia o addirittura alla morte. Pensavo che questa fosse la giustizia di Dio. Sotto l’influenza di questa visione errata, avevo sempre pensato che, poiché credevo in Dio da molti anni, avevo sofferto molto, pagato un prezzo alto e perfino perseverato nel mio dovere dopo aver preso il Covid, Dio mi avrebbe tenuta al sicuro o mi avrebbe aiutata a riprendermi dalla malattia il più rapidamente possibile. Tuttavia, quando le cose non andavano come mi aspettavo, fraintendevo e mi lamentavo di Dio, e svolgevo il mio dovere senza energia. Soprattutto quando vedevo che alcuni fratelli e sorelle che non avevano svolto alcun dovere non avevano preso il Covid mentre io che mi ero sempre spesa con entusiasmo e avevo assolto il mio dovere ero stata contagiata, sentivo che questo fosse immeritato e pensavo che Dio fosse ingiusto, non dedicandomi più al mio dovere e perfino non essendo disposta a supervisionare il lavoro di qualche altra chiesa. Inizialmente pensavo che, dopo aver creduto in Dio per anni e aver sempre perseverato nel mio dovere, avessi guadagnato un po’ di sottomissione nei confronti di Dio, ma dopo aver visto la morte in faccia, la mia ribellione e resistenza erano state rivelate e non avevo mostrato alcuna sottomissione. Avevo goduto così tanto dell’irrigazione e della disposizione di moltissime Sue parole; svolgere il mio dovere e spendere un po’ me stessa erano cose che avrei dovuto fare. Tuttavia, ero arrivata al punto di usarle per condurre affari e compiere transazioni con Dio, lamentandomi di Lui quando i miei desideri non erano soddisfatti. Ero davvero così irragionevole! Dio è il Creatore; qualunque Sua azione e in qualunque modo tratti le persone, tutto è giusto e tutto porta in sé la Sua volontà. Non dovevo giudicare le cose che Dio fa in base alle mie nozioni e fantasie. Pensai a un passaggio delle parole di Dio: “Non è sciocco provare angoscia, ansia e preoccupazione per le cose che non si possono decidere da sé? (Sì.) Le persone dovrebbero adoperarsi per risolvere le cose che possono risolvere da sole, e dovrebbero aspettare Dio per quelle che non possono fare da sé; dovrebbero sottomettersi in silenzio e chiedere a Dio di proteggerle; è questa la mentalità che dovrebbero avere. Quando davvero contraggono una malattia e si trovano di fronte alla morte, dovrebbero sottomettersi e non lamentarsi né ribellarsi contro Dio o pronunciare parole di bestemmia o di attacco nei Suoi confronti. Dovrebbero invece assumere la posizione di esseri creati e sperimentare e apprendere tutto ciò che viene da Dio; non dovrebbero cercare di scegliere da sé” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (4)”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi ero sentita ancora più piena di rimorsi e umiliata. Ero così lontana dal soddisfare le richieste di Dio. La mia salute, la mia morte e tutto il resto erano state orchestrate da Dio. Se il Covid mi avesse tolto la vita, sarebbe stato consentito da Dio, e sia che io fossi vissuta o fossi morta, avrei dovuto sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Questa era la quantità minima di ragione che un essere creato avrebbe dovuto possedere. Quindi mi inginocchiai e pregai Dio: “Dio, sono così ribelle! Che la mia malattia migliori o meno, sono disposta a sottomettermi alle Tue disposizioni. Non mi lamenterò più di Te e non Ti farò richieste irragionevoli”.
Poi riflettei su me stessa, pensando: “Quando non devo affrontare malattie o disastri, posso essere attiva nel mio dovere e condividere spesso con fratelli e sorelle sul fatto che qualunque cosa ci accada, dobbiamo sempre sottometterci alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Allora perché avevo frainteso e mi ero lamentata di Dio quando la mia malattia era peggiorata, perdendo anche l’energia per compiere il mio dovere? Perché ho rivelato questa ribellione e resistenza?” Durante la ricerca, lessi alcune parole di Dio: “Prima di decidere di svolgere il loro dovere, nel profondo del cuore gli anticristi traboccano di aspettative verso le loro prospettive, verso il guadagno di benedizioni, una buona destinazione e persino una corona, e nutrono la massima fiducia verso l’ottenimento di queste cose. Vengono nella casa di Dio per svolgere il loro dovere con tali intenzioni e aspirazioni. Allora, lo svolgimento del loro dovere contiene la sincerità, la fede autentica e la lealtà richieste da Dio? A questo punto, non è ancora possibile vedere la loro lealtà, la loro fede e la loro sincerità autentiche, perché prima di svolgere il loro dovere tutti nutrono una mentalità interamente transazionale; tutti decidono di svolgerlo spinti dagli interessi e basandosi anche sul presupposto delle loro ambizioni e dei loro desideri strabordanti. Qual è l’intenzione degli anticristi nell’assolvere il loro dovere? È stringere un accordo, fare uno scambio. Si potrebbe dire che queste sono le condizioni che pongono per assolvere un dovere: ‘Se svolgo il mio dovere, allora devo ottenere benedizioni e avere una buona destinazione. Devo ottenere tutte le benedizioni e i benefici che Dio ha detto essere preparati per l’umanità. Se non posso ottenerli, allora non farò questo dovere’. Entrano nella casa di Dio per svolgere il loro dovere con tali intenzioni, ambizioni e desideri. Sembra che abbiano un po’ di sincerità e naturalmente, nel caso di coloro che sono nuovi credenti e stanno appena iniziando a svolgere il loro dovere, lo si può anche definire entusiasmo. Ma non ci sono né fede autentica né lealtà in questo; c’è solo quel grado di entusiasmo. Non può essere chiamata sincerità. A giudicare da questo atteggiamento che gli anticristi hanno nei confronti dell’assolvimento del loro dovere, si tratta di qualcosa di completamente transazionale e pieno dei loro desideri di benefici come guadagnare benedizioni, entrare nel Regno dei Cieli, ottenere una corona e ricevere ricompense. Dunque dall’esterno sembra che molti anticristi, prima di essere espulsi, stiano svolgendo il loro dovere e abbiano persino fatto più rinunce e sofferto di più di una persona comune. Ciò che spendono e il prezzo che pagano sono pari a quelli di Paolo, e non si affannano nemmeno meno di lui. È una cosa che tutti possono vedere. In termini di come si comportano e della loro volontà di soffrire e di pagare un prezzo, non è che non dovrebbero ricevere nulla. Tuttavia, Dio non considera una persona in base al suo comportamento esteriore, ma in base alla sua essenza, alla sua indole, a ciò che rivela, alla natura e all’essenza di ogni singola cosa che fa. Quando le persone giudicano e trattano gli altri, stabiliscono chi sono solo in base al loro comportamento esteriore, a quanto soffrono e al prezzo che pagano, e questo è un grave errore” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte settima”). Attraverso ciò che Dio aveva esposto, avevo finalmente capito che svolgendo il mio dovere e spendendomi con entusiasmo in questi anni, non stavo veramente tenendo conto della volontà di Dio e non stavo facendo il mio dovere di essere creato, né ciò derivava dalla mia sincerità o lealtà verso Dio. Piuttosto, avevo trasformato il mio dovere in uno strumento e in una merce di scambio utilizzati per soddisfare il mio desiderio di ottenere benedizioni, agendo in modo da poter sopravvivere in futuro e godere di benedizioni eterne. Vedendo che le catastrofi si succedevano una dopo l’altra e che l’opera di Dio era quasi finita, mi ero congratulata con me stessa pensando che poiché avevo rinunciato a me stessa, mi ero spesa per Dio e avevo svolto il mio dovere, avrei sicuramente ricevuto la Sua protezione e finito per sopravvivere. Tuttavia, quando avevo preso il Covid e le mie condizioni erano peggiorate, temevo che essendo anziana sarei potuta morire a causa di questo virus, così mi ero scoraggiata, ero rimasta delusa e avevo perso la fede. Avevo perfino cominciato a usare il mio cosiddetto capitale per ragionare con Dio, pensando che, poiché avevo sofferto così tanto per svolgere il mio dovere e avevo prodotto risultati nel diffondere il Vangelo, Dio avrebbe dovuto proteggermi. Quando i miei desideri stravaganti non furono soddisfatti, avevo pensato che Dio non mi stesse proteggendo e mi stesse trattando ingiustamente, e non avevo energia sufficiente per svolgere il mio dovere. Quando i fatti furono rivelati, alla fine capii che da quando avevo iniziato a credere in Dio, lo avevo fatto per ottenere benedizioni. Ripetevo più e più volte di credere in Dio e che compiere il mio dovere fosse perfettamente naturale e giustificato, ma in realtà stavo usando e ingannando Dio. Ero davvero così egoista e propensa all’inganno! Pensai a Paolo, che aveva girato tutta l’Europa diffondendo il Vangelo durante l’Età della Grazia, sopportando molte sofferenze e convertendo molte persone. Tuttavia, il suo impegno e la sua sofferenza erano finalizzati a poter entrare nel Regno dei Cieli e ottenere ricompense. Era transazionale e ingannevole, e non solo Dio disapprovava il suo spendersi, ma lo detestava enormemente. Alla fine, invece di essere benedetto da Dio, Paolo fu punito. L’indole di Dio è giusta e santa, e quando Egli determina il nostro esito e la nostra destinazione non giudica in base a quanto soffriamo e lavoriamo in superficie, o alla buona condotta che dimostriamo. Si basa piuttosto sull’ottenimento della verità e sulla trasformazione della nostra indole. Se avessi sempre voluto ottenere un buon esito e una buona destinazione in cambio di correre qua e là e spendere me stessa, senza perseguire la verità o purificare la mia corruzione, allora il mio esito sarebbe stato lo stesso di Paolo: sarei stata eliminata da Dio e punita. Il fallimento di Paolo serve da promemoria e da avvertimento! Poi, ho pensato a come Dio mette tutto il Suo cuore nel salvare l’umanità, spendendo tutti i Suoi sforzi e pagando tutti i prezzi, tutto senza mai chiedere o pretendere nulla da noi. Dio è così altruista! Nel frattempo, avevo goduto di tutto ciò che Dio mi aveva concesso senza mai considerare le Sue intenzioni. Avevo persino compiuto transazioni con Dio mentre svolgevo il mio dovere allo scopo di ricevere una buona destinazione. Ero davvero così egoista e spregevole! Consideravo Dio come qualcuno da usare e ingannare. Dato il modo in cui mi ero spesa, come poteva Dio non detestarlo e odiarlo? Comprendendo ciò, mi ero sentita piena di rimorsi e in debito con Dio, e nel mio cuore Lo avevo pregato, affermando di non voler più compiere transazioni con Lui per ottenere benedizioni e che invece desideravo perseguire adeguatamente la verità, compiere il mio dovere di essere creato e soddisfarLo.
Successivamente lessi un altro passaggio delle parole di Dio che avevo trovato piuttosto commovente. Dio Onnipotente dice: “Qualsiasi dovere un individuo svolga è la cosa più giusta che possa fare, la cosa più bella e giusta tra gli esseri umani. In quanto esseri creati, le persone dovrebbero svolgere il loro dovere, e solo allora possono ricevere l’approvazione del Creatore. Gli esseri creati vivono sotto il dominio del Creatore e accettano tutto ciò che è fornito da Dio e tutto ciò che proviene da Lui, pertanto dovrebbero assolvere le loro responsabilità e i loro obblighi. Questo è perfettamente naturale e giustificato ed è stato decretato da Dio. Da ciò si può vedere che, per le persone, svolgere il dovere di un essere creato è più giusto, bello e nobile di qualsiasi altra cosa si faccia vivendo sulla terra; niente tra gli esseri umani è più significativo o degno e niente apporta maggiore significato e valore alla vita di una persona creata che svolgere il dovere di un essere creato. Sulla terra, solo il gruppo di persone che svolge veramente e sinceramente il dovere di un essere creato è quello che si sottomette al Creatore. Questo gruppo non segue le tendenze mondane; si sottomette alla direzione e alla guida di Dio, ascolta solo le parole del Creatore, accetta le verità espresse dal Creatore e vive secondo le parole del Creatore. Questa è la testimonianza più autentica, la più clamorosa, ed è la migliore testimonianza di fede in Dio. Per un essere creato, saper adempiere il dovere di un essere creato e soddisfare il Creatore è la cosa più bella tra gli uomini e la si dovrebbe raccontare a tutti perché possano lodarla. Gli esseri creati dovrebbero accettare in maniera incondizionata tutto ciò che il Creatore affida loro; per l’umanità è una questione sia di felicità che di privilegio, e per tutti coloro che sanno adempiere il loro dovere di esseri creati nulla è più bello o memorabile: è qualcosa di positivo. […] Quando un individuo si presenta davanti al Creatore, in quanto essere creato dovrebbe svolgere il proprio dovere. Questa è una cosa molto giusta da fare ed egli dovrebbe adempiere a questa responsabilità. Sulla base del fatto che gli esseri creati assolvono i loro doveri, il Creatore ha svolto un’opera ancora più grande tra gli uomini, e ha compiuto un’ulteriore fase della Sua opera nelle persone. E di quale opera si tratta? Egli fornisce agli esseri umani la verità, permettendo loro di acquisirla da Lui mentre svolgono i loro doveri, e quindi di liberarsi della loro indole corrotta e di essere purificati. In tal modo, essi giungono a soddisfare le intenzioni di Dio e a intraprendere la retta via nella vita e, infine, sono in grado di temere Dio e fuggire il male, di ottenere la completa salvezza e di non essere più soggetti alle afflizioni di Satana. Questo è l’effetto che Dio vuole che gli esseri umani in definitiva ottengano svolgendo i loro doveri” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte settima”). Dopo aver letto le parole di Dio, capii che gli esseri creati che assumono i loro doveri di fronte al Creatore sono la cosa più significativa e più bella che ci sia. È come quando i figli sono devoti ai loro genitori: è una responsabilità e un obbligo a cui le persone devono adempiere senza alcuna transazione o richiesta di sorta. Cosa ancora più importante, nello svolgimento dei nostri doveri Dio delinea varie circostanze che rivelano la nostra corruzione e le nostre mancanze, permettendoci di cercare la verità, comprendere noi stessi, risolvere la nostra indole corrotta, giudicare le persone e le cose in base alle Sue parole, non soffrire più la corruzione e il danno causati da Satana, e alla fine raggiungere la salvezza: questa è la volontà di Dio. Nel corso degli anni ero stata arrestata più volte dalla polizia e, nel mezzo del mio dolore, erano state le parole di Dio a illuminarmi e guidarmi, dandomi fede e forza e permettendomi di superare la crudeltà di quei demoni. Inoltre, quando mi esaltavo e mi mettevo in mostra svolgendo il mio dovere, rivelando un’indole arrogante, Dio dava origine alle circostanze per castigarmi e disciplinarmi. Attraverso ciò che le Sue parole esponevano, avevo acquisito una certa comprensione di me stessa ed ero stata in grado di pentirmi prontamente dinanzi a Lui. Tutto questo era la salvezza di Dio! Dio aveva profuso così tanti sforzi su di me, eppure non avevo perseguito la verità né ripagato il Suo amore concentrando la mia mente solo sulle benedizioni quando svolgevo il mio dovere. Non avevo davvero alcuna coscienza. Quando stavolta mi ero ammalata, dopo aver ricercato la verità e riflettuto su me stessa, alla fine avevo visto chiaramente lo spregevole motivo che in tutti questi anni mi aveva spinta a svolgere il mio dovere solo per ottenere le benedizioni, acquisendo anche una certa comprensione della mia indole corrotta. Tutto questo era Dio che mi salvava. Ora Lui mi aveva concesso il respiro e mi aveva lasciato vivere, e questa era la Sua misericordia e grazia. Dovevo rinunciare alla mia intenzione di ottenere benedizioni e svolgere bene il mio dovere.
Poi lessi altre parole di Dio: “Per qualunque persona nata in questo mondo, la nascita è necessaria e la morte inevitabile; nessuno può trascendere questo andamento delle cose. Se si desidera abbandonare questo mondo senza dolore, se si vuole essere in grado di affrontare l’ultimo momento decisivo della vita senza alcuna riluttanza o preoccupazione, l’unico modo è non lasciare rimpianti. L’unica maniera per andarsene senza rimpianti è conoscere la sovranità del Creatore, la Sua autorità, e sottomettersi a esse. Soltanto in questo modo si può stare lontani dai conflitti umani, dal male, dalla schiavitù di Satana, e soltanto in questo modo si può vivere una vita come quella di Giobbe, guidata e benedetta dal Creatore, una vita libera ed emancipata, piena di valore e di significato, onesta e sincera. Soltanto in questo modo ci si può sottomettere, come Giobbe, alle prove e alle privazioni da parte del Creatore, alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Soltanto in questo modo si può adorare il Creatore per tutta la vita e ottenere la Sua lode, come fece Giobbe, udire la Sua voce, vederLo apparire. Soltanto in questo modo si può vivere e morire felicemente, come Giobbe, senza dolore, senza preoccupazioni, senza rimpianti. Soltanto in questo modo si può vivere nella luce, come Giobbe, e superare ogni momento decisivo della vita nella luce, completare tranquillamente il proprio viaggio nella luce, portare a termine efficacemente la propria missione – sperimentare, apprendere e arrivare a conoscere la sovranità del Creatore come esseri creati – e morire nella luce e, dopo, stare per sempre al Suo fianco come esseri umani creati, elogiati da Lui” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Dopo aver letto le parole di Dio, il mio cuore fu molto più gioioso. Prima avevo sempre pensato che, poiché ero anziana e la mia malattia si stava aggravando, avrei rischiato di perdere la vita in qualsiasi momento e che se fossi morta di Covid non avrei avuto un buon esito né una buona destinazione. Dalle parole di Dio, capii che di fatto tutti sarebbero morti, ma la morte delle persone ha nature diverse. La morte di alcune persone dimostra che sono state rivelate ed eliminate da Dio, mentre i corpi di altri potrebbero essere morti in superficie, ma le loro anime potrebbero essere state salvate. Prendiamo Giobbe, per esempio, che aveva vera fede in Dio e fu capace di lodare il Suo nome anche in mezzo alle prove e di avere davanti a Lui una vera testimonianza, completando la sua missione di essere creato. Quando Giobbe morì, non aveva ansie né paure, anzi era soddisfatto e grato quando lasciò il mondo. Il suo corpo era morto, ma la sua anima era stata salvata. C’era anche Pietro, che per tutta la sua vita aveva perseguito l’amore e la soddisfazione di Dio e seppe sottomettersi fino alla morte di fronte alle prove e alle afflizioni. Alla fine fu crocifisso a testa in giù per Dio, rendendo una buona testimonianza e ottenendo la Sua approvazione. Adesso avevo capito che la morte del proprio corpo non significa avere un esito e una destinazione negativi. Ciò che conta è se si è in grado di perseguire la verità e adempiere al proprio dovere di essere creato durante la vita. Questa è la vera chiave per determinare se qualcuno alla fine avrà un buon esito e una buona destinazione. Ciò che dovevo fare era restare salda nella mia posizione di essere creato e sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Finché ero in vita, dovevo confidare in Dio e compiere bene il mio dovere, perseguendo la verità e agendo secondo i principi nello svolgimento del mio dovere, adempiendo adeguatamente al mio compito e confortando il cuore di Dio. Comprendendo ciò, mi sentivo molto più tranquilla e non ero più vincolata dalla mia malattia. Ciò che non mi aspettavo era un miglioramento delle mie condizioni diversi giorni dopo.
Questa esperienza del Covid mi ha aiutata a capire che avevo visioni errate nella mia fede, che stavo facendo tutto per ottenere benedizioni e compiere transazioni con Dio. Essere stata in grado di abbandonare il mio desiderio di ottenere benedizioni e di chiarire le motivazioni che mi spingevano a compiere il mio dovere era il modo di Dio per salvarmi.
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