Crescere attraverso i fallimenti e le battute d’arresto

19 Dicembre 2022

Ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni nel dicembre 2020. Pochi mesi dopo sono stata eletta leader della chiesa. C’era molto lavoro da fare e questioni da risolvere nella chiesa. Mi ci sono dedicata con entusiasmo. Col tempo, ho acquisito un po’ di familiarità con il lavoro della chiesa, ma mi imbattevo ancora in molti problemi. Molti neofiti non partecipavano regolarmente alle riunioni. Alcuni erano influenzati da dicerie diffuse online, altri non comprendevano bene le verità delle visioni e avevano nozioni religiose irrisolte, altri ancora non potevano partecipare regolarmente alle riunioni perché troppo impegnati con il lavoro. Di fronte a questi problemi, mi ero impegnata a condividere con loro sulla volontà di Dio per aiutarli a superare le difficoltà, ma i loro problemi non erano ancora stati risolti. Ero davvero demoralizzata. Mi chiedevo continuamente perché tutto il mio duro lavoro non avesse ancora dato risultati. Perché Dio non stava benedicendo la nostra chiesa? I fratelli e le sorelle avevano così tanti problemi e le mie ripetute comunioni con loro non erano servite. Forse non ero adatta al ruolo di leader? Incolpavo me stessa: ero io la causa di tutto questo. Se mi fossi assunta la responsabilità e mi fossi dimessa, avrebbe potuto diventare leader qualcun altro, e il lavoro sarebbe stato più produttivo. Ho cominciato a sentirmi giù e sono diventata passiva nel mio dovere; aspettavo solo di essere sostituita. Ho persino pensato che Dio stesse creando quelle difficoltà per smascherarmi, per portarmi a fallire, e che probabilmente mi avesse già scartata. Questo pensiero mi spaventava. Dio mi aveva abbandonata? Pregavo e ricercavo, ma ancora non capivo la volontà di Dio. Il pensiero che mi avesse abbandonata continuava ad affiorare di tanto in tanto. Mi sentivo sempre depressa, stanca e debole. Ero molto spaventata e sentivo di non avere più l’opera dello Spirito Santo.

La chiesa aveva bisogno di alcuni nuovi capisquadra, così il supervisore ha raccomandato dei neofiti e io li ho nominati direttamente senza approfondire. All’inizio, tutti dicevano di voler assumere un dovere; ma poi, quando hanno iniziato ufficialmente, uno ha detto di non potere perché era occupato con il lavoro, e un altro che sarebbe arrivato in ritardo alle riunioni per questioni familiari e non sarebbe stato in grado di svolgere il compito. Alla fine, ho deciso che per il momento non erano adatti a essere coltivati come capigruppo. Mi sono impegnata molto per risolvere le difficoltà che incontravo nel lavoro, ma per un po’ non ho ottenuto alcun risultato. In quel momento, non ero capace di sopportare tutti quei fallimenti. Ero davvero negativa e avevo persino paura di affrontare l’arrivo di ogni nuovo giorno. Non volevo più svolgere il lavoro della chiesa, perché mi ero data molto da fare ma senza ottenere nulla. Pensavo di dover affrontare quella situazione perché Dio voleva smascherarmi in quanto incompetente, ma non volevo concedermi di sprofondare in quello stato. Non volevo essere smascherata e scacciata perché non stavo ottenendo risultati nel mio dovere.

Una volta, nei miei devozionali, mi è capitato di leggere “I principi per ammettere le responsabilità e dimettersi”: “Falsi capi e lavoratori che non accolgano la verità, non svolgano lavoro pratico e da tempo siano privi dell’opera dello Spirito Santo devono ammettere le loro responsabilità e dimettersi” (170 principi per praticare la verità). Leggere questo mi ha fatta sentire ancora più negativa. Che cosa dovevo fare? Non avevo risolto nessuno dei problemi della chiesa, quindi ero una falsa leader. Dovevo ammettere la mia responsabilità e dimettermi affinché venisse eletto un leader competente? Lavoravo nella chiesa già da tre mesi, ma non avevo ancora risolto i problemi che esistevano al suo interno. E in quella situazione non avevo ancora capito la volontà di Dio né fatto alcun progresso. Stavo addirittura fraintendendo Dio. Temevo che gli altri mi ritenessero troppo negativa e che mi rimproverassero perché avevo pensato di dimettermi.

Una volta, in una riunione, ho letto queste parole di Dio: “Tu sei una persona comune. Devi sopportare molti fallimenti, molti periodi di sconcerto, molti errori di giudizio e molte deviazioni. Questo può rivelare pienamente la tua indole corrotta, le tue debolezze e mancanze, la tua ignoranza e stupidità, consentendoti di riesaminare e conoscere te stesso, e di avere conoscenza dell’onnipotenza e della totale saggezza di Dio, della Sua indole. Otterrai da Lui cose positive, arriverai a comprendere la verità ed entrerai nella realtà. Nella tua esperienza ci saranno molte cose che non andranno come vorresti, e di fronte alle quali ti sentirai impotente. Di fronte a queste cosedovrai ricercare e aspettare; dovrai ottenere la Dio la risposta a ogni questione, e capire dalle Sue parole l’essenza sottesa a ogni questione e l’essenza di ogni tipo di persona. È così che si comporta una persona comune, normale(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Fare tesoro delle parole di Dio è il fondamento della fede in Dio”). Dio è incredibilmente saggio. Ho acquisito una nuova comprensione di come Egli opera. Ho visto che tutti devono passare attraverso alcuni fallimenti e battute d’arresto nel loro dovere, e Dio voleva che in tutto questo io cercassi la verità per eliminare la mia corruzione. Avevo sperimentato alcuni fallimenti e difficoltà nel mio dovere, ma non avevo cercato la verità né la volontà di Dio. Non facevo che pensare di dimettermi perché sentivo di aver fallito nel mio dovere e di non aver fatto ciò che spetta a un leader. Non osavo nemmeno parlare agli altri del mio stato attuale. Ero davvero ignorante. Non capivo la volontà di Dio né perché Egli permetteva che mi accadesse una cosa del genere. Dalle parole di Dio, ho capito che ero solo una persona ordinaria, quindi era normale che affrontassi delle difficoltà e dei fallimenti nel mio dovere. Questo celava la volontà di Dio. Quindi, mi sono aperta con i miei fratelli e sorelle sul mio recente stato e ho cercato il loro aiuto. Ho anche detto loro che avevo pensato di ammettere la mia responsabilità e dimettermi. Non mi hanno guardata dall’alto in basso, anzi mi hanno aiutata e incoraggiata e hanno condiviso le parole di Dio. Ero davvero commossa.

Mi hanno letto alcune parole di Dio Onnipotente. Dio dice: “Nel corso dell’esperienza dell’opera di Dio, non importa quante volte hai fallito, sei caduto, sei stato potato, trattato o smascherato: non sono cose negative. Indipendentemente da come sei stato potato o trattato, o se è avvenuto da parte di leader, lavoratori o dei tuoi fratelli o sorelle, sono tutte cose buone. Devi ricordare questo: non importa quanto tu soffra, in realtà ne stai traendo beneficio. Chiunque abbia esperienza può confermarlo. A prescindere da tutto, essere potato, trattato o smascherato è sempre una buona cosa. Non è una condanna. È la salvezza di Dio e la migliore opportunità per arrivare a conoscere te stesso. Può portare un cambiamento radicale nella tua esperienza di vita. Senza, non avrai l’opportunità, lo stato né il contesto per riuscire a comprendere la verità della tua corruzione. Se comprendi davvero la verità e sei in grado di portare alla luce le cose corrotte nascoste nelle profondità del tuo cuore, se sai distinguerle chiaramente, allora questo è un bene e ha risolto un notevole problema di ingresso nella vita, ed è di grande beneficio per i cambiamenti nell’indole. Acquisire la capacità di conoscere davvero te stesso è la tua migliore opportunità per correggere le tue abitudini e diventare una persona nuova; per te è la migliore opportunità per ottenere una vita nuova. Una volta che avrai conosciuto veramente te stesso, riuscirai a capire che quando la verità diventa la vita di una persona è davvero una cosa preziosa, e avrai sete di verità, praticherai la verità ed entrerai nella sua realtà. È una cosa davvero magnifica! Se riesci a cogliere questa opportunità e a riflettere seriamente su te stesso, acquisendo un’autentica conoscenza di te stesso ogni volta che fallisci o che cadi, sarai in grado di rialzarti nel mezzo del pessimismo e della debolezza. Una volta varcata questa soglia, riuscirai a fare un grande passo avanti e a entrare nella realtà della verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per guadagnare la verità, si deve imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose vicine”). “La salvezza di Dio per l’umanità è salvezza per coloro che amano la verità, salvezza per la parte di loro con forza di volontà e determinazione, per la parte di loro che costituisce il desiderio di verità e giustizia nei loro cuori. La determinazione di una persona è la parte nel suo cuore che brama la giustizia, la bontà e la verità e che ha una coscienza. Dio salva questa parte delle persone e, attraverso di essa, cambia la loro indole corrotta, perché possano comprendere e ottenere la verità, perché la loro corruzione possa essere purificata e la loro indole di vita trasformata. Se non hai queste cose dentro di te, non puoi essere salvato. […] Perché Pietro viene definito un frutto? Perché in lui c’erano cose di valore, che meritavano di essere perfezionate. Egli ricercava la verità in tutte le cose, aveva determinazione e una ferma volontà; aveva senno, era disposto a patire le avversità e amava la verità nel suo cuore; non lasciava correre gli eventi, e sapeva trarre insegnamento da ogni cosa. Questi sono tutti punti di forza. Se non hai nessuno di questi punti di forza, allora sei nei guai: non sarà facile per te acquisire la verità ed essere salvato. Se non sai fare esperienza o non hai esperienza, non sarai in grado di risolvere le difficoltà degli altri. Poiché non sei capace di mettere in pratica e sperimentare le parole di Dio, non hai idea di cosa fare quando ti accade qualcosa, affrontare dei problemi ti turba, scoppi in lacrime, diventi negativo e scappi al minimo contrattempo e non sei mai capace di reagire nel modo giusto, a causa di tutto questo non ti è possibile entrare nella vita(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto queste parole, una sorella ha condiviso con me: “Qualsiasi tipo di battute d’arresto e di fallimenti affrontiamo, dobbiamo pregare e cercare la volontà di Dio, non rinunciare alla verità e al nostro dovere. Rinunciare al proprio dovere non è la strada per risolvere il problema. Solo attraverso le difficoltà e i problemi che incontriamo nel nostro dovere, la nostra corruzione e le nostre carenze vengono rivelate e possiamo conoscere veramente noi stessi. Senza queste esperienze, non c’è modo di vedere la nostra corruzione e le nostre mancanze. E allora come potremmo cambiare? Quindi, sperimentare fallimenti e inciampi non è una cosa negativa. È allora che dobbiamo cercare la verità e trarne una lezione: non possiamo fraintendere Dio. Se di fronte alle difficoltà abbandonassimo, se rinunciassimo al nostro dovere, come potremmo sperimentare l’opera di Dio e perseguire la salvezza? Che testimonianza avremmo? Dio non ci chiede molto. Se quando affrontiamo problemi e difficoltà siamo risoluti, preghiamo sinceramente e cerchiamo la verità, Dio ci guiderà e ci aiuterà”. Ascoltare la comunione di quella sorella è stato davvero illuminante. Ho capito che i fallimenti e gli inciampi sono l’amore di Dio e una buona occasione per cercare la verità e imparare una lezione. Ho pensato a Pietro, che nella sua vita sperimentò molti fallimenti, prove, affinamenti e battute d’arresto. A volte patì la debolezza della carne, ma non perse mai la fede in Dio. Continuò a perseguire la verità e a cercare la volontà di Dio, compensando le proprie carenze. Alla fine, comprese la verità e conobbe Dio, ottenendo sottomissione e amore per Lui. Dovrei essere forte e risoluta proprio come Pietro, pregando davanti a Dio e cercando la Sua volontà quando affronto battute d’arresto e fallimenti, riflettendo su ciò che mi manca invece di fraintendere e incolpare Dio.

Una volta, nei miei devozionali, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha aiutata a capire meglio la Sua volontà. Dio Onnipotente dice: “Le persone devono imparare ad ascoltare le parole di Dio e a comprendere il Suo cuore. Non devono fraintendere Dio. In effetti, in molti casi, la preoccupazione delle persone deriva dai loro interessi personali. Parlando in generale, è la paura di non ottenere nessun esito. Chiedono sempre a se stesse: ‘E se per caso Dio mi mette a nudo, mi scaccia e mi ripudia?’ Questa è la tua interpretazione errata di Dio; questi sono solo tuoi pensieri. Tu devi capire qual è l’intenzione di Dio. L’intenzione di Dio nel mettere a nudo le persone non è scacciarle. Le persone vengono messe a nudo per esporre le loro mancanze, i loro errori e l’essenza della loro natura, per far sì che conoscano se stesse e siano capaci di autentico pentimento; dunque, metterle a nudo serve a farle crescere nella vita. Senza una comprensione pura, le persone rischiano di fraintendere Dio e di diventare negative e deboli. Possono persino precipitare nella disperazione. In realtà, essere messi a nudo da Dio non significa che si verrà necessariamente scacciati. Lo scopo è aiutarti a conoscere la tua corruzione e farti pentire. Spesso, poiché le persone sono ribelli e non ricercano la verità per trovare una soluzione quando manifestano corruzione, Dio deve esercitare la disciplina. Così, a volte, mette a nudo le persone, esponendo quanto siano abiette e miserabili, permettendo loro di conoscere se stesse, cosa che le aiuta a crescere nella vita. Mettere a nudo le persone ha due diverse implicazioni: per i malvagi, essere messi a nudo significa essere scacciati. Per coloro che sono in grado di accettare la verità, si tratta di un richiamo e di un avvertimento, affinché riflettano su se stessi, vedano il loro vero stato e non siano più ribelli e sconsiderati, perché continuare così sarebbe pericoloso. Mettere a nudo le persone in questo modo significa richiamarle, così che nel compiere il loro dovere non siano negligenti e superficiali, non prendano le cose alla leggera, non si accontentino solo di un minimo rendimento, pensando così di aver compiuto il loro dovere in modo accettabile, mentre in realtà sono molto al di sotto dei requisiti di Dio, eppure restano comunque compiaciute, e sono convinte di fare bene. In queste circostanze, Dio disciplina, ammonisce e richiama le persone. A volte, Dio mette a nudo le loro brutture, e questo serve palesemente a richiamarle. In momenti simili, dovresti riflettere su te stesso: questo è un modo inadeguato di compiere il tuo dovere, dimostra ribellione, contiene troppe cose negative, è assolutamente superficiale e, se non ti pentirai, sarai punito. Quando Dio ti disciplina e ti mette a nudo, non significa necessariamente che sarai scacciato. La questione va affrontata in modo corretto. Anche se vieni cacciato, dovresti accettarlo e sottometterti, e affrettarti a riflettere e pentirti(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo praticando la verità e obbedendo a Dio si può conseguire un cambiamento nell’indole”). Le parole di Dio mi hanno mostrato che il Suo scopo nel mettere a nudo le persone non è scacciarle, ma far loro riconoscere la loro corruzione e le loro mancanze, affinché perseguano la verità per risolvere i loro problemi e progrediscano più velocemente nella vita. Ho iniziato a riflettere su me stessa. Di fronte a vari problemi e difficoltà, non ho sinceramente ponderato e cercato la volontà di Dio, né ho riflettuto su me stessa per conoscere i miei problemi. Pensavo solo che Dio stesse usando quelle situazioni per smascherarmi e scacciarmi, che non ero adatta al ruolo di leader e che avrei dovuto dimettermi. Stavo fraintendendo Dio. Poi ho capito che tanti problemi nel lavoro rimanevano irrisolti soprattutto perché non mettevo il cuore nel mio dovere. Sentivo sempre di avere tantissime cose da fare, ma non avevo alcuna direzione o obiettivo quando lavoravo. Facevo solo quello che mi veniva in mente senza cercare alcun risultato. Alcune persone sono state fuorviate da dicerie e io non ho cercato su quale aspetto della verità avrei dovuto condividere per risolvere le loro nozioni in modo che potessero discernere quelle dicerie e rimanere salde sulla vera via. E, nel coltivare le persone, non ho cercato i principi pertinenti né ho avuto una chiara comprensione delle loro reali condizioni, facendolo invece alla cieca. Di conseguenza, non ho ottenuto nulla nemmeno sotto quell’aspetto. Nell’irrigare i nuovi arrivati, non ho dato priorità a quali aspetti della verità avrei potuto condividere per risolvere i loro problemi, quindi neanche in quell’ambito ho ottenuto risultati concreti. Anche se in superficie sembrava che stessi lavorando sodo, non ero attenta e non riassumevo i problemi del nostro lavoro in modo tempestivo, con la conseguenza che non si ottenevano risultati. Non solo non riflettevo e non capivo me stessa, ma non cercavo nemmeno le verità in cui dovevo entrare. La mia prima reazione è stata quella di scaricare la responsabilità su Dio, pensando che mi stesse smascherando intenzionalmente e mettendomi in cattiva luce. Ero sempre piena di lamentele e non volevo affrontare fallimenti e battute d’arresto, ma avere sempre vita facile, con tutto che filava liscio come l’olio. Fraintendevo e incolpavo Dio alla minima difficoltà. Come potevo sperimentare l’opera di Dio e compiere bene il mio dovere? Ero davvero irragionevole. Non è così che un essere creato dovrebbe agire. Resami conto di questo, in preda al rimorso, ho pregato Dio: “Dio, hai predisposto questa situazione per formarmi, per farmi crescere nella vita, ma non ho capito la Tua volontà, Ti ho frainteso. Sono così ribelle. Ti prego, guidami e aiutami a comprendere la mia indole corrotta”. Poi, ho letto un passo delle parole di Dio Onnipotente che mi ha aiutata a capire me stessa. Dio dice: “Apprezzo coloro che non sospettano degli altri e Mi piacciono anche coloro che accettano prontamente la verità; ho grande riguardo per questi due tipi di persone, perché ai Miei occhi sono oneste. Se sei falso, sarai circospetto e sospettoso verso tutto e tutti, quindi la tua fede in Me sarà costruita su una base di sospetto. Non potrei riconoscere mai una fede così. Mancando di fede sincera, sei ancora più sprovvisto di amore vero. E se sei incline a dubitare di Dio e a fare congetture su di Lui a tuo piacimento, allora sei senza ombra di dubbio il più ingannevole degli uomini. Stai lì a chiederti se Dio possa essere come l’uomo: imperdonabilmente peccaminoso, di carattere meschino, sprovvisto di imparzialità e di ragionevolezza, privo di un senso di giustizia, incline a tattiche temibili, subdolo e astuto, compiaciuto del male e delle tenebre, e così via. La ragione per cui le persone hanno simili pensieri non è forse perchè non hanno la benché minima conoscenza di Dio? Questo tipo di fede è a dir poco peccato! Inoltre, alcuni credono persino che quanti Mi soddisfano siano proprio gli adulatori e i piaggiatori, e che quanti manchino di tali capacità non saranno ben accetti e perderanno il loro posto nella casa di Dio. È questa l’unica conoscenza che avete raggiunto dopo tutti questi anni? È questo ciò che avete ottenuto? E la vostra conoscenza di Me non si ferma a questi fraintendimenti; ancora peggiore è la vostra blasfemia contro lo Spirito di Dio e la denigrazione del Cielo. Ecco perché dico che una fede come la vostra vi porterà solo ad allontanarvi da Me e ad aumentare la vostra opposizione nei Miei confronti(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come conoscere il Dio sulla terra”). Di fronte a quanto rivelato dalle parole di Dio, mi vergognavo davvero di me stessa. Quando affrontavo fallimenti e battute d’arresto, ero sospettosa verso Dio e Lo fraintendevo, pensando che fosse freddo e senza cuore come le persone. Ero convinta che, quando vuole impiegare una persona, Dio le permette di godere della Sua grazia, e che in caso contrario la scaccia, la accantona e la ignora. Ho dubitato e sospettato di Dio basandomi sulla psicologia degli ingiusti. Ero così astuta! Credevo da poco tempo, le verità che comprendevo erano limitate e avevo molti difetti, ma i fratelli e le sorelle mi hanno comunque nominata leader, dandomi la possibilità di praticare in modo che potessi imparare la verità più rapidamente ed entrare nella realtà della verità. Anche se la mia disattenzione nel mio dovere a volte portava alla mancanza di risultati, la chiesa non mi ha destituita. Gli altri mi hanno comunque aiutata e incoraggiata e hanno fatto comunione sulle parole di Dio, guidandomi a comprendere la volontà di Dio e a riconoscere la mia corruzione e le mie mancanze. Tutto ciò che Dio stava facendo per me era veramente coltivarmi e salvarmi. Egli è così gentile e amabile! Mentre io ero in guardia contro di Lui, sospettosa nei Suoi confronti. La mia era forse autentica fede in Dio? Ero stata così profondamente avvelenata da Satana, seguendo sempre le sue menzogne, come “Non fidarti di nessuno perché persino la tua ombra ti lascerà nelle tenebre” e “Non essere maligno, ma resta sempre in guardia”. Stavo in guardia contro tutti, addirittura contro Dio. Questo mi ha mostrato la gravità della mia indole astuta, e che era proprio da lì che provenivano i miei sospetti e le mie incomprensioni nei confronti di Dio. Di fronte alle difficoltà, ho dubitato di Dio e L’ho frainteso, ma Egli mi ha comunque guidata a comprendere la verità, consentendomi di vedere i miei problemi. Ho percepito l’amore di Dio e quanto sia reale la Sua salvezza per me. Ho pregato al Suo cospetto, pronta a pentirmi davanti a Lui e a smettere di vivere secondo la mia indole astuta, di sospettare di Dio e di fraintenderLo.

In seguito, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Anche se adesso svolgi di buon grado il tuo dovere e fai sacrifici e ti spendi volentieri, se hai ancora fraintendimenti, congetture, dubbi e lamentele nei confronti di Dio, o perfino ribellione e opposizione contro di Lui, o se usi vari metodi e tecniche per opporti a Lui e rifiutare la Sua sovranità su di te, se non risolvi queste cose, allora sarà pressoché impossibile che la verità sia padrona della tua persona, e la tua vita sarà estenuante. Molti lottano e sono tormentati in queste condizioni negative, come se fossero sprofondati in un pantano, vivendo sempre tra verità e falsità, bene e male. Come possono scoprire e comprendere la verità? Per ricercare la verità, bisogna prima sottomettersi. Allora, dopo un periodo di esperienza, si sarà in grado di ottenere un po’ di illuminazione, e a quel punto è facile capire la verità. Se si cerca sempre di capire che cosa è bene e che cosa è male e si rimane invischiati tra ciò che è vero e falso, non vi è modo di scoprire o capire la verità. E cosa ne verrà fuori se non si riesce mai a capire la verità? Non capire la verità dà origine a nozioni e fraintendimenti su Dio; con i fraintendimenti è facile lamentarsi; quando prorompono lamentele, diventano opposizione; l’opposizione a Dio si trasforma in resistenza contro di Lui e in una grave trasgressione; e molte trasgressioni si trasformano in molteplici mali, e allora bisogna essere puniti. Questo è il tipo di cosa che deriva dall’essere sempre incapace di comprendere la verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo ricercando la verità si possono superare le proprie concezioni e i fraintendimenti nei confronti di Dio”). Leggere questo mi ha spaventata, visto quanto era accaduto. Se avessi continuato a vivere in uno stato di negatività, senza cercare la verità, senza aprirmi con i miei fratelli e sorelle, avrei continuato a vivere secondo la mia indole astuta e a fraintendere Dio. Così, avrei potuto facilmente incolpare Dio e resisterGli, il che avrebbe costituito una trasgressione. Potevo persino compiere il male e osteggiare Dio. È pericoloso! In quel periodo, stavo fraintendendo Dio e dubitando di Lui, dominata all’atto pratico dal mio stato negativo. Vivevo nel costante timore di essere smascherata e scacciata. Non provavo alcun senso di libertà: era così faticoso. Nel mio dovere non facevo altro che impegnarmi ed eseguire i compiti. Non appena emergeva un problema, non riuscivo a non fraintendere Dio e volevo abbandonare. Sono state le parole di Dio a guidarmi ad aprirmi con gli altri, e a cercare la verità e a conoscere la mia indole corrotta. Altrimenti, avrei continuato a fraintendere Dio e avrei deciso di rinunciare al mio dovere. Le conseguenze sarebbero state spaventose.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio che mi ha fornito un cammino da praticare quando affronto dei problemi nel lavoro della chiesa. Dio dice: “Riguardo ai problemi che sorgono nella chiesa, non siate così colmi di timori. Durante la costruzione della chiesa è impossibile evitare gli errori, ma non lasciatevi cogliere dal panico quando incontrate delle difficoltà; piuttosto, siate calmi e controllati. Non ve l’ho già detto? Vieni spesso al Mio cospetto a pregare e ti mostrerò chiaramente le Mie intenzioni(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 41”). Dalle parole di Dio, ho imparato che è inevitabile incontrare varie difficoltà nel lavoro della chiesa. È perfettamente normale e Dio permette che ciò accada. Quando incontriamo delle difficoltà, purché preghiamo sinceramente e ci affidiamo a Dio, Egli ci guiderà a superarle. Alcuni nuovi credenti hanno appena accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, non comprendono appieno le verità delle visioni e possono ancora essere fuorviati dalle dicerie. Dovevo affidarmi di più a Dio e usare le Sue parole per smascherare i tranelli di Satana e aiutare i nuovi credenti a radicarsi sulla vera via. Compresa la volontà di Dio, sono tornata a lavorare in chiesa; ho quindi riepilogato errori e problemi del nostro precedente lavoro e mi sono munita delle verità relative ai problemi che i nuovi credenti affrontavano, e li ho poi aiutati a risolverli attraverso la comunione. Quanto a coltivare le persone, per prima cosa ricercavo i principi e pregavo con il cuore; poi, nelle riunioni, mi concentravo sull’osservare chi si adattava ai principi per la coltivazione. In quel modo, la selezione delle persone era più accurata. A volte mi imbatto ancora in alcuni fallimenti e difficoltà nel mio dovere, ma ora guardo questi problemi da una prospettiva diversa. Mi chiedo: quale lezione Dio vuole che io impari da questa situazione? Faccio in modo di pregare, leggere le parole di Dio e cercare un percorso di pratica, e ho imparato a chiedere aiuto a fratelli e sorelle. Loro mi fanno notare i problemi nel mio lavoro e io sono in grado di vedere i miei difetti e le mie mancanze. Non credo più che Dio stia cercando di mettermi in cattiva luce. Sento invece che è un’occasione per riflettere su me stessa, conoscermi e crescere nella vita. Una volta, una sorella mi ha detto: “Ho notato che sei diventata più paziente nell’irrigare i nuovi credenti, e che quando affronti un problema sei più brava di prima a ricercare la volontà di Dio”. Le sue parole mi hanno commossa. Anche se si trattava solo di un piccolo cambiamento da parte mia, ho personalmente sperimentato che l’amore e la salvezza di Dio per l’umanità sono puri e reali. Dio mi guida e mi conduce sempre, è al mio fianco. Sono più decisa a compiere il mio dovere e a soddisfare Dio.

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