Le avversità non possono indurmi ad abbandonare il mio dovere
Ricordo che ero appena stata scelta come capo della Chiesa. In quel periodo, il PCC aveva appena lanciato una nuova serie di arresti di massa nei confronti dei membri della Chiesa di Dio Onnipotente. Era inevitabile che mi sentissi un po’ preoccupata… le cose andavano così male, se mi fossi recata ogni giorno ai raduni in punti di incontro diversi, avrei potuto benissimo essere arrestata dalla polizia. Una volta nelle loro mani, sarei stata certamente soggetta a torture e crudeltà. Ho sempre avuto una costituzione abbastanza debole e non ho mai dovuto sopportare alcuna sofferenza, quindi come potrei tollerare la tortura? Mi sono spaventata pensando a tutto ciò e non volevo accettare quel compito. Poi, però, ho pensato che i miei fratelli e le mie sorelle mi avevano scelta come capo, e questo la diceva lunga sulla loro fiducia in me, non potevo giustificare il fatto di non accettare l’incarico solo perché avevo paura. Così ho risposto diplomaticamente: “Sono davvero all’altezza? Non ho mai ricoperto una posizione simile prima d’ora, se incontro qualche problema che non riesco a risolvere, non ritarderò il lavoro della Chiesa?” Il capo mi ha risposto, condividendo con queste parole: “I doveri che ci vengono dati rappresentano un’opportunità per formarci. Cerca solo di fare il meglio che puoi”. Dopo aver sentito la sua condivisione, ho accettato il compito. Ma presto ho iniziato a ricevere messaggi dal mio capo, uno dopo l’altro: mi comunicava che le mie collaboratrici, sorella Li e sorella Wu, più alcuni altri membri erano stati arrestati, insieme a sei capi e collaboratori di altre Chiese, e chiedeva a tutti noi di stare all’erta e in guardia. Sono andata nel panico: come potevano essere stati catturati così tanti fratelli e sorelle? Mi sono resa conto che avevo visto sorella Li appena pochi giorni prima: la polizia stava tenendo d’occhio anche me? Se avevano iniziato a controllarmi, di lì a poco mi avrebbero fermata, perché c’erano telecamere di sicurezza ovunque. Adempiere ai miei doveri in questo tipo di circostanze era davvero pericoloso… Mi spaventava molto ogni volta che ci pensavo. Ero terrorizzata all’idea che un giorno sarei stata improvvisamente arrestata mentre lavoravo. Dall’esterno, sembrava che stessi adempiendo ai miei doveri, ma non riuscivo a mettere il cuore nel lavoro, e raramente mi soffermavo a riflettere su come meglio svolgere i miei compiti. A volte, quando i fratelli e le sorelle avevano problemi e si rivolgevano a me, non ero nemmeno dell’umore giusto per aiutare.
Non molto tempo dopo, ho ricevuto un altro messaggio dal mio capo: la polizia stava chiedendo ai fratelli e alle sorelle arrestati di identificare i membri della Chiesa da una pila di foto, e stavano installando blocchi stradali agli incroci e perquisendo le borse delle persone. Ci ha ricordato di stare molto attenti ogni volta che uscivamo. Sentendo questo, mi sono preoccupata ancora di più. Sembrava che la polizia avesse già raccolto molte informazioni sui miei fratelli e sorelle. E se fossimo stati fotografati l’ultima volta quando ci eravamo visti con sorella Li? Se l’incontro fosse stato filmato, allora sicuramente la polizia avrebbe capito che stavo guidando il lavoro della Chiesa poiché sarei stata in ogni fotogramma. Se mi avessero presa, mi avrebbero sicuramente torturata e costretta a confessare! Mentre tornavo a casa sul mio scooter elettrico, ero tesa e nervosa per tutto il tragitto: i messaggi del capo mi avevano trascinata in un luogo molto oscuro. Anche se era già buio, non osavo togliermi gli occhiali da sole. Non volevo rischiare di essere ripresa da una telecamera di sicurezza e arrestata in qualsiasi momento dalla polizia. Un pensiero molto egoista mi è venuto in mente in quel momento. Ho pensato: “Forse posso trattare con il mio capo, e far prendere il mio posto alla sorella più anziana. Ha già cinquant’anni… anche se venisse arrestata, la polizia probabilmente non userebbe tattiche di tortura su di lei”. Ma ho capito subito quanto fosse egoista questa idea. Poiché avevo paura di essere catturata e sottoposta a tortura e sentivo che la situazione era pericolosa, volevo passare il lavoro alla sorella più anziana. Che cosa brutta! Ero così meschina! Allo stesso tempo, però, non potevo fare a meno di sentirmi un po’ nervosa e spaventata. Mi venivano spesso in mente queste immagini di fratelli e sorelle torturati e straziati. Più ci pensavo, più ero terrorizzata e, dentro di me, non potevo fare a meno di lamentarmi: “Perché mi fanno fare un lavoro così pericoloso? E, se mi arrestano, cosa succede? Sono ancora così giovane, dovrò affrontare supplizi e tormenti ed essere rinchiusa in prigione a soffrire per gli anni che mi restano da vivere?” Ero terribilmente ansiosa e terrorizzata, e così ho pregato Dio, raccontandoGli del mio stato: “O, Dio onnipotente! Ho continuamente paura di essere messa in carcere, torturata e tormentata. Non riesco a calmare il mio cuore mentre compio i miei doveri, desidero persino scaricarli su qualcun altro e penso sempre e solo egoisticamente alla mia carne. Non voglio vivere nel timore e nella trepidazione. Non voglio essere ingannata da Satana. Caro Dio, Ti prego di illuminarmi; permettimi di capire la Tua volontà. Ti chiedo anche di infondermi la forza affinché io possa essere salda in questa situazione difficile”.
Proprio in quel momento, mi sono ricordata di un inno delle parole di Dio chiamato “Emulate il Signore Gesù”. “In cammino verso Gerusalemme, Gesù era in agonia, come se il Suo cuore fosse stato trafitto da un coltello, e ciononostante non ebbe la minima intenzione di rimangiarSi la parola data; c’era sempre una forza potente che Lo obbligava ad andare avanti verso il luogo della Sua crocifissione. Infine, Egli venne inchiodato alla croce e assunse le sembianze della carne peccatrice, completando l’opera di redenzione del genere umano. Si liberò dalle catene della morte e degli inferi. Davanti a Lui la morte, l’inferno e l’Ade persero il loro potere e furono vinti. Egli visse per trentatré anni, durante i quali fece sempre il massimo per soddisfare la volontà di Dio, secondo l’opera divina dell’epoca, non tenendo mai conto del Proprio guadagno personale o della Propria perdita, e pensando sempre alla volontà di Dio Padre. Poiché il Suo servizio davanti a Dio era in sintonia con la volontà divina, Dio pose sulle Sue spalle il pesante fardello di riscattare tutta l’umanità e Glielo fece realizzare, ed Egli era qualificato e autorizzato a portare a termine questo importante compito. Durante tutta la Sua vita, Egli sopportò una sofferenza incommensurabile per amore di Dio e venne tentato da Satana innumerevoli volte, ma non Si scoraggiò mai. Dio Gli affidò un compito così imponente perché Si fidava di Lui e Lo amava. Se, come Gesù, siete in grado di prendervi cura del fardello di Dio e di voltare le spalle alla carne, Dio vi affiderà i Suoi compiti importanti, affinché possiate soddisfare le condizioni necessarie per servirLo. Solo in tali circostanze oserete dire che state facendo la volontà di Dio e portando a termine il Suo incarico, e soltanto allora avrete il coraggio di affermare che Lo state davvero servendo” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Ero davvero commossa mentre cantavo questa canzone. Di fronte al dolore e alla sofferenza della crocifissione, il Signore Gesù non mostrò alcun segno di rimpianto o indietreggiamento, nonostante la debolezza della Sua carne. Piuttosto, Egli camminava con fermezza verso la croce, sopportando tutta l’agonia per compiere il sacrificio espiatorio, e redimere l’umanità intera dalle grinfie di Satana: così grande era l’amore di Dio per l’umanità. E io, invece, come ho trattato Dio? Nell’eseguire l’incarico da Lui conferitomi, ho considerato solo la mia sicurezza personale, e avevo sempre paura di essere arrestata, messa in prigione, torturata e tormentata. Vivevo nella trepidazione e nel timore, e mi limitavo a svolgere i miei compiti in modo meccanico, senza mai ottenere alcun impatto reale. Vedendo quanto fosse pericolosa la situazione, ho persino pensato di passare i miei compiti a una sorella più anziana. Sono stata così egoista e spregevole! In quei tempi difficili, non ho pensato minimamente a testimoniare per Dio e a umiliare Satana. Pensavo solo alla mia carne, e a come adempiere tranquillamente ai miei doveri senza dover subire sofferenze o fare sacrifici, in modo da poter alla fine ottenere la salvezza di Dio e ricevere le Sue benedizioni insieme a tutto ciò che Egli ha promesso. Di fronte alle avversità, volevo abbandonare i miei doveri per garantire la mia sicurezza, e ho persino ragionato con Dio e mi sono ribellata a Lui, ma poi ho capito che la mia fede in Lui era basata su una visione puramente transazionale, e non sapevo davvero cosa dire. Ho pensato a Pietro, che si era sottomesso completamente a Dio in mezzo alle difficoltà. Non si era mai preoccupato del proprio benessere, dedicandosi invece a soddisfare la volontà di Dio e a confortare il Suo cuore. Alla fine, fu inchiodato a una croce rovesciata, segno di una luminosa testimonianza per Dio. Confrontando le mie azioni con quelle di Pietro, mi sono vergognata e mi sono sentita in colpa, e così mi sono presentata dinanzi a Dio e L’ho pregato: “Caro Dio! Questa situazione ha messo a nudo il mio egoismo e la mia bassezza. Ho avuto paura di andare in prigione e di soffrire, e non ho mai pensato a come avrei potuto testimoniare per Te. O Dio, non voglio più preoccuparmi del mio beneficio personale o di cosa avrei guadagnato o perso. Desidero solo compiere il mio dovere per soddisfarTi. Se verrò arrestata per davvero e perseguitata, sono disposta a sottomettermi. Giuro sulla mia vita che non sarò un Giuda, non tradirò i miei fratelli e le mie sorelle e testimonierò per Te”. Conclusa la preghiera, mi sono sentita davvero in pace e ben salda.
Proprio allora, mi è venuto in mente un altro passo delle parole di Dio: “Di tutto ciò che avviene nell’universo, non vi è nulla su cui Io non abbia l’ultima parola. C’è niente che non sia nelle Mie mani?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 1”). All’improvviso, il mio cuore si è illuminato. Certo! Anche se partecipo alle riunioni e svolgo il mio dovere ogni giorno, non sarò arrestata se non con il consenso di Dio. Se Egli ha determinato che io debba andare a sperimentare la persecuzione e le avversità, allora, anche se mi nascondo tutto il giorno, sarò comunque arrestata. Ogni cosa è nelle mani di Dio, quindi dovrei semplicemente accettare qualsiasi situazione mi trovi di fronte. Farò del mio meglio per attuare le nostre strategie di sicurezza. Se, però, dovessi essere catturata, sono disposta a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. L’illuminazione e la luce che ho ricevuto dalle parole di Dio mi hanno dato forza e fede, e mi sono sentita immediatamente liberata. Da allora in poi, quando uscivo per le riunioni, mi sentivo più calma e meno spaventata. Il PCC ha continuato la sua furiosa campagna di arresti, ma vedere come le parole di Dio abbiano dato fede ai miei fratelli, permettendo loro di portare avanti il lavoro, mi ha profondamente ispirata, e sono riuscita a concentrarmi e fare sacrifici nei miei compiti. Sentivo distintamente che Dio mi stava guidando, e riuscivo a risolvere alcuni problemi e questioni dei miei fratelli e delle mie sorelle. Anche il lavoro della Chiesa procedeva normalmente. Questo mi ha dimostrato che non importa quanto Satana diventi selvaggio e indisciplinato, non potrà mai interrompere l’opera di Dio. La mia fede in Dio è diventata ancora più forte.
Pensavo che, dopo aver sperimentato tutto questo, avrei potuto raggiungere un po’ di statura, quindi non avrei mai immaginato che, quando Dio ha di nuovo orchestrato una situazione simile, sarei stata ancora una volta completamente messa a nudo.
Lo scorso luglio, ho ricevuto un messaggio dal mio capo: diceva che sorella Liu, con la quale ero spesso in contatto, era stata seguita dalla polizia negli ultimi due o tre mesi. Sorella Liu era in contatto con una ventina di fratelli e sorelle: anche loro erano monitorati dalla polizia, e questo includeva pure me. Aggiungeva che la polizia aveva molto probabilmente fotografato i luoghi in cui sorella Liu aveva partecipato alle riunioni. Per questo motivo, secondo il mio capo, era essenziale che mi astenessi dall’entrare in contatto con i miei fratelli e sorelle. Dopo aver letto ciò, non potevo più rimanere calma, pensavo: “Vedo sorella Liu abbastanza spesso, e recentemente sono anche andata a fare un giro in bicicletta con lei nella zona. Quella strada era tappezzata da cima a fondo di telecamere di sicurezza; se ci hanno riprese, sarò in un mare di guai. Il PCC sta arrestando e perseguitando i cristiani con slancio sempre maggiore. Se vengo catturata durante questo periodo critico, chissà a quali torture mi sottoporrà la polizia. Mi picchieranno a morte?” Più ci pensavo, più ero terrorizzata e non riuscivo a calmarmi e a leggere le parole di Dio. Non molto tempo dopo, mi hanno detto che i libri delle parole di Dio erano conservati nell’appartamento in cui viveva sorella Liu. Se non fossero stati rimossi subito, la polizia li avrebbe scoperti, e la casa di Dio avrebbe subìto danni. Ma mi sentivo combattuta: dopotutto, la polizia era nel mezzo di una furiosa campagna di arresti di credenti, era una caccia all’uomo. Se mi fosse capitato di imbattermi nella polizia mentre trasportavo i libri, non avrebbero avuto tutte le prove necessarie? In quel caso, era impossibile che l’interrogatorio non includesse la tortura, e avrebbe potuto persino rivelarsi fatale per me. Considerato tutto questo, non volevo andare. Ma poi mi chiedevo: se non fossi andata, sarei stata davvero pronta a chiudere un occhio di fronte ai danni subìti dalla casa di Dio? Ho lottato con questi pensieri per un po’ di tempo, senza riuscire a decidermi.
Il giorno dopo, ho visto un passo delle parole di Dio. “Gli anticristi sono estremamente egoisti e meschini. Non hanno vera fede in Dio, tanto meno devozione a Dio; quando si imbattono in una questione, tutelano e proteggono soltanto sé stessi, pensano soltanto a sé stessi. Per loro nulla è più importante della propria sopravvivenza e incolumità. Non badano al danno arrecato al lavoro della casa di Dio: se sono ancora vivi e non succede loro nulla, è questo l’importante. Tali persone hanno un’indole malvagia, non pensano a fratelli e sorelle, né alla casa di Dio, pensano soltanto a sé stessi. Sono anticristi. Invece, quando succedono cose del genere a quanti sono devoti a Dio e hanno vera fede in Lui, come le affrontano? (Pensano al modo di salvaguardare gli interessi della casa di Dio, di proteggere le offerte alla casa di Dio dai danni, e prendono le disposizioni necessarie per i leader e i lavoratori, e per i fratelli e le sorelle, al fine di ridurre al minimo le perdite. La prima cosa che fanno gli anticristi, invece, è tutelare sé stessi e ignorare l’opera della casa di Dio. E così, quando il gran dragone rosso esegue arresti, il danno alle Chiese è particolarmente grave.) Ciò che fanno gli anticristi equivale a consegnare al gran dragone rosso l’opera e le offerte della casa di Dio. Non inviano qualcuno a risolvere la questione; al contrario, la ignorano. È un tradimento in altra forma. Coloro che sono leali verso Dio sanno chiaramente che si corrono dei rischi e sono disposti a correrli per fare fronte alle conseguenze e ridurre al minimo le perdite per la casa di Dio, prima di mettersi in salvo. Non danno la precedenza alla propria incolumità. Che ne dite: si potrebbe forse non preoccuparsi minimamente della propria incolumità? Chi non è consapevole dei pericoli dell’ambiente? Però per compiere il tuo dovere devi correre dei rischi. È tua responsabilità. Non devi dare la precedenza alla tua incolumità personale. L’opera della casa di Dio e ciò che Dio ti affida sono della massima importanza e hanno la precedenza su ogni altra cosa. Gli anticristi attribuiscono la massima priorità alla propria incolumità personale; ritengono che tutto il resto non li riguardi. Non se ne curano quando succede qualcosa a qualcun altro, chiunque sia. Se non succede nulla a loro personalmente, si sentono tranquilli. Sono totalmente privi di lealtà, a causa della loro natura ed essenza di anticristi” (“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte seconda)” in “Smascherare gli anticristi”). Questo passo delle parole di Dio ha proprio colpito nel segno. L’indole degli anticristi è malvagia e davvero egoista e spregevole. Quando si tratta della loro sicurezza personale, preferiscono che l’opera della casa di Dio subisca perdite piuttosto che mettere se stessi in pericolo. Non hanno la minima coscienza o ragionevolezza, nemmeno un briciolo di fedeltà verso Dio. Quanto a me, posta di fronte al pericolo, ho sempre e solo pensato a come proteggermi ed evitare rischi. Quando ho sentito che i libri delle parole di Dio erano ancora in quell’appartamento, mi era chiaro che, se non li avessi rimossi, la polizia avrebbe potuto confiscarli e la casa di Dio avrebbe subìto danni. Avrei dovuto dare la priorità agli interessi della casa di Dio e togliere immediatamente quei libri, ma temevo di mostrare la mia faccia, di essere arrestata dalla polizia e sottoposta a torture e supplizi, e forse avrei anche rischiato la morte, quindi non ero disposta ad andare. Non stavo praticamente consegnando alla polizia quei libri contenenti le parole di Dio? Qualunque fosse la situazione, ho sempre messo al primo posto la mia sicurezza e ho prestato poca attenzione agli interessi della casa di Dio. Volevo andare sul sicuro nei miei compiti ma, così facendo, tradivo gli interessi della casa di Dio. Quanto ero disumana! Anche se, in superficie, potrebbe non sembrare che io sia stata peccaminosa come un anticristo, la mia indole non era diversa da quella di un anticristo. Ero egoista, spregevole e agivo solo per interesse personale. Se non mi fossi pentita, avrei sicuramente incontrato l’ira e il rifiuto di Dio. Coloro che credono veramente e sono fedeli a Dio non tengono conto della loro sicurezza personale. Nei momenti cruciali, trascurano i loro interessi personali e proteggono gli interessi della casa di Dio. Sono un solo cuore e una sola mente con Dio. In quel momento, ho avuto la certezza che dovevo voltare le spalle alla mia indole satanica, e non importa quanto fosse pericolosa la situazione, o quante avversità potessi affrontare, dovevo essere pronta a rischiare tutto per proteggere gli interessi della casa di Dio. Ero disposta a riporre la mia fede in Dio e a rimuovere quei libri per ridurre i danni il più possibile. In seguito, le mie preghiere ruotavano continuamente intorno a questo problema, e ho anche chiesto a Dio di darmi la fede e di liberarmi da ogni trepidazione e paura. Ho ripensato al film che avevo visto due giorni prima, dal titolo “Marchiata”. La protagonista aveva subìto arresti e persecuzioni da parte del PCC a partire dalla giovane età di 13 anni. In 28 anni, era stata arrestata tre volte e sottoposta a ogni sorta di persecuzione. Eppure, per quanto le cose fossero strazianti e difficili e anche quando la sua vita era in pericolo, si affidava alle parole di Dio per essere forte a ogni passo, e alla fine ha sconfitto Satana e portato testimonianza. Inoltre, anche dopo essere uscita di prigione, ha continuato a compiere il suo dovere di essere creato. Ho anche pensato a molti fratelli che erano stati arrestati, torturati e sottoposti a lavaggio del cervello da parte del PCC, e a come hanno usato le parole di Dio per vincere sulla coercizione e la persecuzione di Satana. Ho capito che non importa quanto Satana possa essere malvagio e crudele, finché possiamo affidarci sinceramente a Dio ed essere guidati dalle Sue parole, possiamo vincere Satana e portare testimonianza. Tutto ciò è stato molto incoraggiante e ha contribuito a rinnovare la mia fede: non mi sentivo più così spaventata.
In seguito, ho anche riflettuto su me stessa: la ragione per cui ero così riluttante ad accettare questo tipo di compito pericoloso era che avevo paura di essere torturata dalla polizia. Non volevo soffrire, tanto meno desideravo morire. Proprio allora, mi è tornato in mente un passo delle parole di Dio: “Il cammino lungo il quale Dio ci guida non sia dritto, ma sia una strada tortuosa e piena di buche; inoltre, Dio dice che più il cammino è impervio e più rivela i nostri cuori amorevoli. Eppure, nessuno di noi può aprire un simile cammino. Nella Mia esperienza, ho percorso molti cammini impervi e pericolosi e ho sopportato grandi sofferenze; a volte ero così prostrato dal dolore che avrei volute gridare, ma ho percorso questa via sino a oggi. Credo che questo sia il cammino indicato da Dio, perciò sopporto lo strazio di tutta la sofferenza e vado avanti. Perché questo è ciò che Dio ha disposto, quindi chi può evitarlo? Io non chiedo di ricevere benedizioni; chiedo solo di essere in grado di seguire il cammino che devo percorrere secondo la volontà di Dio. Non cerco di imitare gli altri, seguendo il loro cammino; cerco soltanto di adempiere la Mia devozione per percorrere sino alla fine il cammino a Me assegnato. […] Quanto un individuo debba soffrire e quanto debba percorrere il suo cammino sia stabilito da Dio, e che nessuno possa davvero aiutare qualcun altro” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (6)”). Ho anche ripensato alle parole di Dio che dicono: “Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per causa Mia, la troverà” (Matteo 16:25). Allora mi sono resa conto che il destino di ogni persona è nelle mani di Dio, così come la vita e la morte. Il mio eventuale arresto, il carcere, le torture e i supplizi: dipendeva tutto da Dio. Dovevo sottomettermi completamente. Proprio come nella storia di Giobbe, tentato da Satana: gli venne tolta ogni proprietà, i suoi figli furono uccisi e tutto il suo corpo era coperto di pustole. Dio non avrebbe permesso a Satana di prendere la vita di Giobbe, e così Satana non osò sfidarLo. Questa è l’autorità di Dio. Giobbe era consapevole della sovranità di Dio, così anche mentre era in preda a sofferenze estreme, non Lo incolpò e disse addirittura: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21). Alla fine, Giobbe svergognò completamente Satana e guadagnò benedizioni raddoppiate da Dio. Da quando Dio ha iniziato la Sua opera, ha determinato e pianificato chi sarebbe morto per la Sua fede, chi sarebbe stato imprigionato e quale tipo di sofferenza avrebbe dovuto subire, e ognuna di queste eventualità racchiudeva le gentili intenzioni di Dio. Nell’Età della Grazia, molti santi morirono mentre diffondevano il Vangelo del Signore Gesù. Prendete Pietro, ad esempio: era stato crocifisso nel corpo, ma la sua anima salì al Regno dei Cieli e ottenne l’eterno riconoscimento e la benedizione di Dio. Molti dei fratelli che hanno accettato l’opera di Dio negli ultimi giorni sono stati arrestati dal PCC e sottoposti a ogni sorta di tortura e abuso, ma non si sono arresi a Satana. Una volta usciti di prigione, hanno continuato a perseguire la verità e a sfidare il pericolo per adempiere ai loro doveri, fornendo tante meravigliose e splendenti testimonianze a Dio. Sono tutti vincitori che sono stati resi completi da Dio. La loro carne può aver sofferto, ma hanno guadagnato la verità e ricevuto l’encomio e la benedizione di Dio. Eppure, ci sono anche quelli che, dopo essere stati arrestati, temevano di essere torturati e tormentati, e così hanno tradito Dio e i loro fratelli e sono stati ricoperti di vergogna come Giuda. Hanno offeso gravemente l’indole di Dio e sono stati definitivamente privati della Sua salvezza. Alcune persone hanno anche timore di essere imprigionate, e così vivono nella trepidazione e nella paura e non osano compiere i loro doveri. Si allontanano da Dio e Lo tradiscono, e diventano tare e non credenti. Infatti, gli arresti e le persecuzioni del PCC hanno rivelato chi sono i veri credenti e chi i falsi credenti, smistando ognuno secondo il proprio genere. Questo ci dimostra quanto Dio sia saggio e giusto! Ho capito, allora, che la rimozione dei libri della casa di Dio era il modo in cui Egli mi metteva alla prova per vedere se Gli ero leale e fedele e se avrei testimoniato per Lui. Dopo averlo capito, ho deciso di fare del mio meglio per compiere il mio dovere. Se fossi stata davvero arrestata, avrei rischiato tutto, compresa la mia stessa vita, per testimoniare per Dio, e non avrei ceduto a Satana anche se ciò avesse significato la mia morte. Mi sono sentita profondamente in pace e salda, e ho ringraziato Dio dal profondo del mio cuore per la Sua salvezza, illuminazione e guida, che mi avevano permesso di comprendere alcune verità in quel momento di difficoltà, e mi hanno insegnato una lezione più pratica. La mattina seguente, per prima cosa, mi sono svegliata e ho pregato Dio, chiedendo che mi desse fede e coraggio e dicendoGli che ero disposta a sottomettermi alla Sua guida. Quel giorno si dava il caso che piovesse; in giro non c’era nessuno, così ho colto l’occasione per intrufolarmi nell’appartamento, e rimuovere tutti i libri delle parole di Dio che vi erano contenuti.
Dopo quell’esperienza, mi sono sentita così felice e calma. Attraversare tutto ciò mi aveva messa a nudo e perfezionata. Ha rivelato quanto fossi egoista e priva di umanità, e ha perfezionato la mia fede e la mia sottomissione. È stata la guida della parola di Dio a donarmi una nuova comprensione della Sua onnipotenza, sovranità e saggezza, e mi ha permesso di praticare la verità nel salvaguardare gli interessi della Sua casa. Potrei non sapere quali scenari mi aspettano, ma non sono più così trepidante e spaventata. Sono disposta a sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio e ad adempiere i miei doveri e le mie responsabilità. Grazie a Dio per avermi salvata!
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